30 maggio 2018

Cogli l’attimo: dimettiti




Per carità, non c’è urgenza, ma quest’atto – Presidente Mattarella – a mio modesto parere va fatto: ne va del bene della Nazione. Premetto di non aver mai pensato che il suo caso rientrasse in quelli di alto tradimento e di attentato alla Costituzione, citati dalla costituzione all’art. 90, bensì che si trattasse di una voce del dettato costituzionale che presenta alcuni dubbi interpretativi, peraltro sempre sostenuta da eminenti costituzionalisti – fino alla presidenza Napolitano – come un discrimine. Un discrimine fra che cosa? E’ molto semplice: fra la Costituzione Repubblicana e lo Statuto Albertino che la precedette: difatti, la nomina dei ministri era una prerogativa del Re, mica dei Presidenti della Repubblica. Non a caso, nella Costituzione Repubblicana si afferma che il Presidente della Repubblica sceglie il nome del Presidente del Consiglio. E basta.

Per ovviare, in futuro, che il problema si ponga nuovamente – sempre a mio modesto parere – bisognerebbe specificare le qualità richieste ad un ministro: ad esempio, che non sia in conflitto d’interessi nella condotta del ministero, che non abbia precedenti penali, ecc. Non cito le competenze poiché, in passato, abbiamo avuto ministri dell’agricoltura laureati in lettere e medici all’Istruzione. E poi avvocati ovunque, ma si sa: gli avvocati sono dappertutto, come il prezzemolo. Poi, però, finita lì: nessun impedimento.

Perché insisto sulle sue dimissioni?
Apra un qualsiasi quotidiano e cerchi di fare una sintesi di ciò che sta accadendo: la sfido a riuscirci. Domani l’Italia avrà un governo politico, tecnico, politico di legislatura, tecnico con appoggio politico, triennale, biennale, trimestrale, balneare? I cittadini non capiscono più nulla, poiché le elezioni avevano indicato una maggioranza, ma qualcuno – ossia lei – non l’ha voluta ascoltare. Di tutto ciò, solo lei è il responsabile: aveva tutti i poteri per sbrogliare la matassa.

Ha iniziato subito male: dopo quel 4 Marzo, attese fino al 4 Aprile per avviare le consultazioni sul Governo, lasciando correre una settimana per la Pasqua. Un mese per eleggere i presidenti di Camera e Senato?!? C’era la Pasqua di mezzo, d’accordo, ma nulla vietava di compiere già una fase di consultazioni interlocutorie, almeno prima di Pasqua. E, invece, nulla. Poi, le interminabili consultazioni fra Berlusconi (che veniva, comprensibilmente, rifiutato) e Renzi (che, altrettanto comprensibilmente, rifiutò): insomma, per essere un giovane politico Di Maio ha mostrato, nei suoi confronti, tanta pazienza, per dimostrarle che un altro governo non era possibile. Circa due mesi di un balletto interminabile, soltanto per compiacerla.

Quando, poi, finalmente si arrese all’evidenza che l’Italia era la prima nazione europea dove una maggioranza cosiddetta “populista”  aveva vinto le elezioni – e le due forze politiche ci misero solo 15 giorni a scrivere il contratto di governo – lei ha fatto saltare tutto con la scusa di Paolo Savona, peraltro persona stimata e competente. Certo, non molto “malleabile” dai potentati europei, e qui veniamo al dunque.

Proprio cent’anni or sono, era in atto la grande mobilitazione degli Imperi Centrali per vincere la 1° GM, che sarebbe culminata nella Battaglia del Solstizio: con il fallimento dell’offensiva austro-tedesca si concluse, di fatto, la guerra ed i mesi seguenti furono già spesi in trattative sui futuri assetti europei, come lei ben conosce.
La Germania ha cercato d’imporre con le armi per ben due volte la supremazia in Europa, e non c’è riuscita. Oggi – dopo un’unificazione concessa un po’ troppo in fretta – ha di nuovo conquistato gran parte dell’Europa, mettendola sotto scacco economico. La Gran Bretagna, che per due volte uscì vittoriosa con le armi, la terza volta se n’è andata sbattendo la porta.

Il problema, caro Presidente, è che i tedeschi non sanno governare: sanno solo comandare, questo è il loro principale difetto. Sono un popolo in grado d’esprimere buone classi dirigenti, in grado di comandare ovunque e comunque: la Germania è intrisa fino al midollo di vecchio militarismo prussiano, anche se i suoi abitanti non se ne accorgono nemmeno. Drogati da una evidente ricchezza, paiono a volte addirittura amabili e gentili, ma – appena sotto la buccia – ricompare il vecchio vizio prussiano del comando.
Crede che racconti solo delle fanfaluche?

Mi reputo un buon conoscitore del mondo germanico, e ne apprezzo gli innumerevoli pregi, ma non si può lasciarli comandare poiché non riescono a gestire situazioni complesse, diverse dal loro pensiero, che esulino dalla “catena di comando” dell’obbedienza. Anche la loro bellissima lingua ne è intrisa.

In Europa, la Germania deve fare i conti solo con due nazioni (le altre o sono suoi satelliti o ruotano già nell’orbita del suo pensiero dominante): la Francia e l’Italia.
La Francia è un Paese prevalentemente agricolo, che ha fatto del suo settore agroalimentare una potenza, ma è altro che ha, e che i tedeschi non hanno: l’atomica, che consente loro di restare nel IV Reich come alleato di riguardo, con il quale non si possono fare scherzi. Tutta l’Europa – ora che Londra se n’è andata – è sotto la protezione dell’ombrello atomico francese, non dimentichiamolo e sottovalutiamolo.
E poi c’è l’Italia, Paese prevalentemente industriale, terza economia europea e seconda potenza industriale, dopo la Germania.

L’Italia ha molti talloni d’Achille, ma rimane sempre quel complesso industriale che può essere paragonato al complesso siderurgico-chimico dell’Ovest tedesco. Inoltre, l’Italia è geograficamente importante: è la via più breve fra la penisola iberica e l’Est europeo, ossia fra i mille investimenti tedeschi in terra spagnola (chimica, meccanica, ecc) ed i corrispondenti investimenti nell’Est.
Il concetto – al quale molti sono giunti senza essere cooptati da chissà quali “teorie complottiste” – è che un rapporto di comunanza significa accordo sui principi generali di conduzione di una comunità. Siccome l’UE non è nulla che assomigli ad una nazione federale, va da sé che gli attori della comunità sono gli Stati nazionali: oppure lei sostiene che il Parlamento europeo, ad elezione democratica, è quello che prende le decisioni in Europa?

Voglio segnalare a lei ed ai lettori due esempi di questa malformazione europea:
1) Proprio di questi giorni è la notizia che gli autovelox sistemati sulla rete autostradale sono stati disattivati. Non conosco il motivo e non m’interessa conoscerlo, perché sarebbe fuorviante. So, però, che è interesse delle principali catene internazionali d’autotrasporto su gomma che i loro autotreni viaggino il più velocemente possibile dal confine francese al confine giuliano, e viceversa. Perché? Poiché il tempo risparmiato sono euro, i TIR che passano in un giorno fanno milioni di euro, negli anni miliardi di euro. Cosa s’impicciano gli italiani coi loro autovelox?
2) Come mai l’unica azienda automobilistica (italiana?) – in passato più che abbondantemente sovvenzionata con soldi pubblici – s’ostina a non avere nel listino una sola auto elettrica? Perché Marchionne è un po’ tonto? Può essere. Perché aspetta che gli altri procedano nel know-how, e lui si propone di gettare sul mercato un prodotto senza costi di ricerca? Farebbe la fine del sorcio. Terza possibilità: forse per non infastidire le aziende francesi e tedesche?

Supponiamo, Presidente – dato che noi italiani siamo maestri riconosciuti di gusto e di cucina – che un’azienda italiana decidesse d’aprire in Germania una catena di supermercati dove vendere i prodotti italiani: cosa succederebbe dopo che la Lidl ha impestato ogni angolo d’Italia? Ci accoglierebbero a braccia aperte oppure finirebbe come Italcantieri, quando lanciò l’OPA sui cantieri francesi? Suscitando un’ondata dello sterile sciovinismo francese?

Insomma, Presidente, questa Europa è già a “due velocità”, ma a due diverse velocità di diritti e di doveri: quando la Merkel decise d’intervenire per “salvare” OPEL (divenuti poi Opel/Magna con l’ingresso russo nell’azienda) nessuno poté alzarsi e dire che erano proibiti gli aiuti statali alle imprese? Qualcuno si alza per affermare che bisogna aiutare la Melegatti, fallita proprio oggi?
Il governo che non ha lasciato nascere non era così sprovveduto: come già avevo ricordato in un precedente articolo – Lezione strategica? (1) –  il governo puntava più sull’amicizia degli USA e della Russia che su quella tedesca. Per contrattare una nuova Europa, più giusta e più consona al progetto originale, che era ben diverso dalla fetecchia odierna.
Se, poi, ci sbattevano le porte in faccia, era giusto chinare la testa oppure ribellarsi e chiuderle da soli?

Presidente, non per uno sgualcito patriottismo, però proprio in questi giorni – lei in primis – dovrebbe ricordare quei 650.000 morti che ci permisero d’affrancarci dal giogo austro-tedesco, per questa ragione non comprendiamo perché ci siano voluti due giorni per commentare la “splendida” uscita del commissario al Bilancio dell’UE, il tedesco Gunther Oettinger, ossia “che i mercati ci avrebbero insegnato come si vota”. Per fortuna, milioni d’italiani hanno risposto sul Web a quel signore tedesco, aspettando che il loro Presidente, finalmente, alzasse la testa per ribattere qualcosa che non fosse un lamento.

Lei non è più adeguato a guidarci in questi frangenti – difficili, perigliosi, complicati – che dobbiamo affrontare se vogliamo sopravvivere: un Pertini sarebbe più adeguato, ma anche un Cossiga non sarebbe malaccio. Scelga, oppure si dimetta.

(1) http://carlobertani.blogspot.com/2018/05/lezione-strategica.html

11 commenti:

  1. Complimenti. Lei oltre che molto efficace e scientifico è stato fin troppo elegante. L’analisi logica che abbiamo studiato per il Latino, ci ha formati e possiamo distinguere il significato del verbo “nominare” dal sostantivo “nomina”. E’ li il busillis. Il primo significa “dire il nome”, il secondo potrebbe, potrebbe, voler dire anche “incarico”. Per tutto il resto, aggiungo ai complimenti i ringraziamenti. I poveri pennivendoli giornaleckisti di carta [igienica sporca], radio e tv, cercano di imbufolarci con i loro discorsi appositamente cervellotici e fuorvianti vomitati da finti esperti col sorrisetto sprezzante sulla boccaccia menzognera. Un bell’esempio dalle 24 all’una su tv rai 3 conducente gatto mannone, coadiuvato da quella biondastra più brutta della morte mostrataci ad ogni piè di porco sospinto per terrorizzare il Bambino che è in Noi.

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  2. Mi dispiace, Carlo,

    ma questa volta non sono d'accordo neanche un po'.
    Il Presidente viene ricattato dal Cazzaro Verde e si deve dimettere?
    Non ci si muove in quel modo quando si è il leader di un partito, con azioni squadristiche ed invocando la piazza. Ha anche parlato di marciare su Roma!
    Un Presidente si rispetta, non si ricatta, perchè rappresenta la nazione tutta intera.
    Forse funziona così in Pakistan o nel Nagorno-Karabakh, ma noi dovremmo essere un paese civile.
    Il problema è che la Lega non ha un leader, ma un capetto.
    Avrebbe potuto proporre un altro nome. Nei palazzi del potere si media, non si fanno azioni di forza. Ed invece ha finto d'impuntarsi su di un nome per far saltare il banco ed andare a nuove elezioni. Per di più invocando ipocritamente libertà e democrazia.
    Il suo disegno è asfaltare Di Maio, ma anche liberarsi della Mummia.

    Il Presidente ha parlato in preda ad un grosso turbamento, quando ha citato lo spread ed il risparmio degli italiani.
    Non poteva dire: "Ho ricevuto una telefonata da Francoforte che mi dice di fare così". Ma ha lasciato capire chiaramente che le decisioni vengono prese altrove.
    Di certo ha creato un pericoloso precedente, ma non poteva fare altrimenti.
    Siamo un paese a sovranità limitata, è ora che che ne facciamo una ragione. E la sovranità è sovranazionale, slegata dalla politica ed in mano ad una dozzina di persone al massimo.
    Le elezioni sono un vacuo rituale di facciata, in cui tutto, apparentemente, cambia, affinché niente cambi. Come ai tempi del Gattopardo.
    Senti cosa dice al riguardo il professor Ugo Mattei, una bella mente.

    https://www.youtube.com/watch?v=w-eogpjTzLA

    Poi i tutor sono stati rimossi non per favorire la velocità dei Tir tedeschi, ma perché la ditta che li produce ha copiato il brevetto, ed è la Corte d'Appello di Roma che ne ha decretato la rimozione, e devono essere sostituiti entro tre settimane.

    http://www.lastampa.it/2018/04/10/italia/copiato-il-brevetto-la-corte-dappello-blocca-i-tutor-autostrade-per-litalia-li-sostituir-entro-tre-settimane-OFkbRoIjR6fupGWMWQSprM/pagina.html

    Posso capire il rimpianto per Pertini, ma davvero preferiresti Cossiga, uno schizofrenico tenuto a bada dagli psicofarmaci, che spiegò come s'infiltrano celerini nei cortei pacifici degli studenti, e si fanno sparare per poi accusare i manifestanti? Te la ricordi Giorgiana Masi al corteo radicale?

    I leghisti vogliono legalizzare l'omicidio, con la scusa della legittima difesa in casa, e per me questi argomenti sono semplicemente osceni, perciò spero che al governo non ci vadano. Mai. E penso che anche tu li trovi ripugnanti.
    Ciao.
    E.

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    1. Da straniera ti dico che fai favoreggiamento dei trafficanti di uomini, donne e bambini.
      Se lei pensa che chiedere l'elemosina per strada sia accoglienza e solidarietà, tanto basta per ...

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  3. Questo articolo contiene una prosa "faticosa" e sgangherata, ma informazioni interessanti.


    http://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2018/05/25/draghi-savona-mattarella-bce-ministero-economia/220486/

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  4. Il teorico dell'uscita dall'euro della Lega, Borghi, deteneva 400.000 euro in titoli esteri.
    Questi della Lega hanno proprio il vizietto dei soldi.

    https://www.huffingtonpost.it/2018/05/30/il-teorico-delluscita-dalleuro-della-lega-che-deteneva-400mila-euro-in-titoli-esteri-borghi-perfettamente-coerente-con-le-mie-denunce_a_23447121/

    Augusto, non hai letto l'articolo che ho postato, vero?
    Peccato, ti avrebbe consentito di comprendere alcune cose.

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  5. @ Augusto

    Quello su Borghi era gossip, e comunque mettersi i soldi all'estero non è proprio corretto e legale.

    L'articolo interessante è questo, e serve a comprendere chi muove i fili e perché.

    http://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2018/05/25/draghi-savona-mattarella-bce-ministero-economia/220486/

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  6. Bravo Augusto, fai proprio bene!
    Evidentemente ti sfugge qualcosa, se dici che non ti frega niente del fatto che uno sia massone. Probabilmente non conosci la massoneria, le sue ramificazioni, le implicazioni che comporta. Poi in massoneria ci sono anche persone per bene, ma...

    Comunque ora c'è proprio un esecutivo prestigioso: l'avvocata di un mafioso, un massone iscritto ad una Loggia americana, un ex-generale dei carabinieri (non sapevo che fossero politici di professione!), ed un ruspista.

    La barbarie avanza! Ed io non mi rassegno a vivere in un paese che da vent'anni conosce solo governi di destra.

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  7. Augusto, mi dispiace,

    ma non parlo con fascisti e leghisti.
    Viviamo sotto lo stesso cielo, ma abbiamo orizzonti diversi.
    Adieu.

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  8. Quando una persona rivolge la sua attenzione a chi ha successo grazie all'odio etnico-religioso ed alla paura, quando arriva a giustificare l'omicidio "perché lo stato non ci difende", come se fossimo bambini impauriti che hanno sempre bisogno del padre, quando la stessa persona si lascia manipolare da chi urla più forte come se non avesse una coscienza, per me significa una cosa sola: che ha perso la sua umanità, la sua empatia, la sua sensibilità primaria. E scava un abisso fra sé e gli altri esseri umani.
    Non si tratta di ideologia, ma di etica.

    E quei governanti che agiscono in tal senso, otterranno forse un consenso immediato, ma preparano disastri per i popoli che hanno irretito. In Europa ne abbiamo avuto un esempio lampante con il nazismo. Ma l'essere umano non impara mai dalla sua storia, come se fosse passata invano.

    L'unica rivoluzione proficua è la rivoluzione interiore, il riconoscimento della propria Coscienza, il lavoro sulla propria Consapevolezza.



    Immanuel Kant, Critica della ragion pratica, Conclusione



    Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata. La seconda comincia dal mio io indivisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti quei mondi visibili) io mi riconosco in una connessione non, come là, semplicemente accidentale, ma universale e necessaria. Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi annulla affatto la mia importanza di creatura animale che deve restituire al pianeta (un semplice punto nell’Universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore, come [valore] di una intelligenza, mediante la mia personalità in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall’animalità e anche dall’intero mondo sensibile, almeno per quanto si può riferire dalla determinazione conforme ai fini della mia esistenza mediante questa legge: la quale determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito.



    (Immanuel Kant, Critica della ragion pratica, Laterza, Bari, 1974, pagg. 197-198)

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  9. Mi ha molto impressionato il "silenzio assenso" che ha circondato l'omicidio del migrante a fucilate d'alcuni giorni or sono. In uno stato di diritto, sparare ad una persona che sta raccogliendo lamiere in un campo (magari "rubando"? La questione non cambia) comporta l'obbligatorietà dell'azione penale da parte della Magistratura. Come mai così tanto riserbo sul nome dell'attentatore? La vulgata imperante che si tratti di genuflessione al nuovo governo è sin troppo, appunto, una vulgata. Attendo smentite.
    Carlo

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  10. Salve a tutti,
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