L’incontro che si doveva tenere Domenica 14 Novembre 2010, presso la mia abitazione, messo in agenda consensualmente una decina di giorni or sono con i rappresentanti dell’associazione “Faremondo”, non si terrà.
La ragione? Ad oggi – Venerdì 12 Novembre, ore 12.30 – nessuno degli aderenti all’associazione ha confermato se verrà: anzi, a dire il vero, sono state ammesse “difficoltà” a partecipare.
Cerchiamo di capire, allora, di quali “difficoltà” si parla.
Ai responsabili di quella associazione (due persone) non sono andate a genio le critiche che mossi in un mio articolo – Come può funzionare?[1] – pubblicato il 28 Ottobre, che diede la possibilità a tutti d’intervenire per commentare, con arguzia, gli argomenti esposti.
Quando si prospetta di pubblicare sul Web una rivista, è necessario chiarire quali sono le proprie priorità, gli obiettivi che si desiderano raggiungere: anche perché, quando s’inizia, poi si deve lavorare e, se si finisce per trascorrere ore ed ore per qualcosa che per noi non ha senso, l’interesse scema.
Da parte di “Faremondo” si riteneva prioritario affrontare argomenti inerenti agli inganni dell’epistemologia della scienza, del suo stretto connubio con i desiderata del capitale, la natura stessa del capitale ed altri che ho elencato nell’articolo.
Da parte mia, pur comprendendo e condividendo quegli argomenti come fondanti per la pratica politica, ritenevo che l’attuale momento politico di grande incertezza – qui non sta andando a bagno Berlusconi, qui è un’intera classe politica creata “in laboratorio” già negli anni ’70 ad andare al macero – necessitasse di un approccio più pragmatico, che tenesse conto dei tempi.
In altre parole, se in una rivista si dibatte sul “lavoro” delle fondazioni all’interno del sapere scientifico, e dunque sulla sua reale obiettività, non si capisce perché non si possano affrontare anche altri argomenti, quali il lavoro, l’energia, la forma di stato.
Secondo “Faremondo”, quegli argomenti hanno una sorta di “primazia” sugli altri poiché fondanti: senza completa chiarezza sui “fondamentali” del capitalismo, non si può assolutamente partire.
Al che, io concordo: va bene, allora vediamoci come avevamo concordato, esponiamo i nostri dubbi e le nostre richieste, confrontiamoci, conosciamoci, parliamoci, poi si vedrà.
No – rispondono – l’accettazione di questi principi è condizione essenziale anche per programmare un incontro: se non s’accettano i contenuti del documento che presto (quando?) pubblicheremo – e del quale t’invieremo una bozza – non se ne farà nulla.
Al che, mi salta la mosca al naso.
E passi che, se si programma un incontro e poi si “dà buca” – di qualsiasi tipo siano le motivazioni dal “mi è bruciata la casa” in giù – qualche problemino agli altri si finisce per crearlo: se non altro, la marea di mail da scrivere per chiarire, annullare, rettificare…ma è la prassi seguita che mi fa imbestialire, perché trasuda “odor di compagniucci” lontano un miglio.
Ciascuno di noi ha le proprie ferite che, pur rimarginate, se strofinate col sale tornano a bruciare.
Una delle mie è ascoltare che l’accettazione d’alcuni “punti” sia prioritaria persino per parlarsi: mi ricorda tanto lontane riunioni, nella quali chi era “fuori della linea” era fuori da tutto, era un “compagno che sbagliava”. Che andasse per qualche tempo in ritiro, a volantinare alle sei del mattino nel freddo di Mirafiori, per capire i suoi errori.
Oggi, quegli “estensori della linea”, li possiamo ritrovare placidamente seduti nelle direzioni dei principali media, di governo e d’opposizione. Intercambiabili, come i robottini giapponesi.
Chi conosce questo blog, avrà capito che su alcuni principi non transigo: educazione, rispetto e chiarezza sono i miei cardini. E, quando si prende un impegno, bisogna saperlo rispettare: è in gioco il rispetto verso gli altri, il loro tempo, i loro impegni, le loro vite.
L’aspetto tragicomico di questa vicenda è che, quando a Maggio “Faremondo” mi chiese di tenere una conferenza, mi prospettò d’essere uno dei conferenzieri in una serie d’incontri. Oggi, a posteriori, rilevo che fui l’unico a recarmi veramente (e gratuitamente) presso il loro centro “Lokomotiv” a Bologna: gli altri, probabilmente, rifiutarono od accamparono scuse.
Ma l’aspetto comico della vicenda è che da Bologna si sentono “traditi” da Chiesa e Badiale che – a loro dire – li hanno abbandonati fondando d’amblé il gruppo “Alternativa”. La loro tesi è che, comunque, siano strategie “entriste” per, domani, contrattare qualcosa con i partiti tradizionali: sia chiaro, sono ipotesi “bolognesi”, non mie, che non so nulla né di Chiesa, né di Badiale e né di cosa stiano facendo.
L’aspetto è comico perché vanno a raccontare queste cose ad una persona che per anni ha scritto su Comedonchisciotte senza chiedere né cercare nulla, incalzando pazientemente le critiche ed intervenendo nei commenti per dialogare coi lettori: l’ho abbandonato solo quando sono calati gli insulti e nessuno della redazione ha preso seriamente le mie difese. D’altro canto – come ha rilevato recentemente un lettore di CDC – “oramai, su CDC, ci sono più berluscones che nel PdL”.
Nello stesso periodo, però, le offerte non mi sono certo mancate: quella che mi sento di ricordare è stata del PD, che mi ha chiesto motivo del “mio non lavorare con loro…che insieme si sarebbe potuto…”
Insomma, se sono passato oltre con il PD, ritengo di poter superare con un’alzata di spalle anche “Faremondo”.
Mi scuso qui pubblicamente con quanti avevo interpellato, ma la vicenda non è dipesa dalla mia volontà: in futuro, m’accerterò prima d’essere perfettamente coerente con la “linea”.
Copyright 2010 © riproduzione riservata
La ragione? Ad oggi – Venerdì 12 Novembre, ore 12.30 – nessuno degli aderenti all’associazione ha confermato se verrà: anzi, a dire il vero, sono state ammesse “difficoltà” a partecipare.
Cerchiamo di capire, allora, di quali “difficoltà” si parla.
Ai responsabili di quella associazione (due persone) non sono andate a genio le critiche che mossi in un mio articolo – Come può funzionare?[1] – pubblicato il 28 Ottobre, che diede la possibilità a tutti d’intervenire per commentare, con arguzia, gli argomenti esposti.
Quando si prospetta di pubblicare sul Web una rivista, è necessario chiarire quali sono le proprie priorità, gli obiettivi che si desiderano raggiungere: anche perché, quando s’inizia, poi si deve lavorare e, se si finisce per trascorrere ore ed ore per qualcosa che per noi non ha senso, l’interesse scema.
Da parte di “Faremondo” si riteneva prioritario affrontare argomenti inerenti agli inganni dell’epistemologia della scienza, del suo stretto connubio con i desiderata del capitale, la natura stessa del capitale ed altri che ho elencato nell’articolo.
Da parte mia, pur comprendendo e condividendo quegli argomenti come fondanti per la pratica politica, ritenevo che l’attuale momento politico di grande incertezza – qui non sta andando a bagno Berlusconi, qui è un’intera classe politica creata “in laboratorio” già negli anni ’70 ad andare al macero – necessitasse di un approccio più pragmatico, che tenesse conto dei tempi.
In altre parole, se in una rivista si dibatte sul “lavoro” delle fondazioni all’interno del sapere scientifico, e dunque sulla sua reale obiettività, non si capisce perché non si possano affrontare anche altri argomenti, quali il lavoro, l’energia, la forma di stato.
Secondo “Faremondo”, quegli argomenti hanno una sorta di “primazia” sugli altri poiché fondanti: senza completa chiarezza sui “fondamentali” del capitalismo, non si può assolutamente partire.
Al che, io concordo: va bene, allora vediamoci come avevamo concordato, esponiamo i nostri dubbi e le nostre richieste, confrontiamoci, conosciamoci, parliamoci, poi si vedrà.
No – rispondono – l’accettazione di questi principi è condizione essenziale anche per programmare un incontro: se non s’accettano i contenuti del documento che presto (quando?) pubblicheremo – e del quale t’invieremo una bozza – non se ne farà nulla.
Al che, mi salta la mosca al naso.
E passi che, se si programma un incontro e poi si “dà buca” – di qualsiasi tipo siano le motivazioni dal “mi è bruciata la casa” in giù – qualche problemino agli altri si finisce per crearlo: se non altro, la marea di mail da scrivere per chiarire, annullare, rettificare…ma è la prassi seguita che mi fa imbestialire, perché trasuda “odor di compagniucci” lontano un miglio.
Ciascuno di noi ha le proprie ferite che, pur rimarginate, se strofinate col sale tornano a bruciare.
Una delle mie è ascoltare che l’accettazione d’alcuni “punti” sia prioritaria persino per parlarsi: mi ricorda tanto lontane riunioni, nella quali chi era “fuori della linea” era fuori da tutto, era un “compagno che sbagliava”. Che andasse per qualche tempo in ritiro, a volantinare alle sei del mattino nel freddo di Mirafiori, per capire i suoi errori.
Oggi, quegli “estensori della linea”, li possiamo ritrovare placidamente seduti nelle direzioni dei principali media, di governo e d’opposizione. Intercambiabili, come i robottini giapponesi.
Chi conosce questo blog, avrà capito che su alcuni principi non transigo: educazione, rispetto e chiarezza sono i miei cardini. E, quando si prende un impegno, bisogna saperlo rispettare: è in gioco il rispetto verso gli altri, il loro tempo, i loro impegni, le loro vite.
L’aspetto tragicomico di questa vicenda è che, quando a Maggio “Faremondo” mi chiese di tenere una conferenza, mi prospettò d’essere uno dei conferenzieri in una serie d’incontri. Oggi, a posteriori, rilevo che fui l’unico a recarmi veramente (e gratuitamente) presso il loro centro “Lokomotiv” a Bologna: gli altri, probabilmente, rifiutarono od accamparono scuse.
Ma l’aspetto comico della vicenda è che da Bologna si sentono “traditi” da Chiesa e Badiale che – a loro dire – li hanno abbandonati fondando d’amblé il gruppo “Alternativa”. La loro tesi è che, comunque, siano strategie “entriste” per, domani, contrattare qualcosa con i partiti tradizionali: sia chiaro, sono ipotesi “bolognesi”, non mie, che non so nulla né di Chiesa, né di Badiale e né di cosa stiano facendo.
L’aspetto è comico perché vanno a raccontare queste cose ad una persona che per anni ha scritto su Comedonchisciotte senza chiedere né cercare nulla, incalzando pazientemente le critiche ed intervenendo nei commenti per dialogare coi lettori: l’ho abbandonato solo quando sono calati gli insulti e nessuno della redazione ha preso seriamente le mie difese. D’altro canto – come ha rilevato recentemente un lettore di CDC – “oramai, su CDC, ci sono più berluscones che nel PdL”.
Nello stesso periodo, però, le offerte non mi sono certo mancate: quella che mi sento di ricordare è stata del PD, che mi ha chiesto motivo del “mio non lavorare con loro…che insieme si sarebbe potuto…”
Insomma, se sono passato oltre con il PD, ritengo di poter superare con un’alzata di spalle anche “Faremondo”.
Mi scuso qui pubblicamente con quanti avevo interpellato, ma la vicenda non è dipesa dalla mia volontà: in futuro, m’accerterò prima d’essere perfettamente coerente con la “linea”.
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E' un incidente di percorso, solo e semplicemente un incidente che va classificato come "fortunato", nel senso che meno male che sia successo ora......
RispondiEliminaQualcosa ad un livello più popolano si fara' cmq.....in attesa di arrivare ai loro piani...fuori dalla realtà.
Un ottimo spunto potrebbe essere un sito che tu già conosci...
https://www.blogger.com/comment.g?blogID=16622498&postID=6799232003333011864
ottimo per coniugare la centralità delle elaborazioni con i contributi degli...altri.
Buon Cammino
Doc
Incredibile ma vero': ti ho segnalato il tuo blog!!!
RispondiEliminaanzichè questo
http://www.fainotizia.it/
Forse la risata arrivata e' quello che ci voleva per stemperare la delusione?
Doc
Ma siamo proprio sicuri che senza Faremondo noi non siamo in grado di fondare una rivista web?
RispondiEliminaCosa ci manca?
schiariamoci le idee e vediamo se c'è un pianoB.
Ti ringrazio per la tua coerenza, di questi tempi, difficile da trovare negli appartenenti la classe intellettuale.
ciao
B.S.
E' esattamente quello che volevo proporvi: iniziamo a meditare su quanto ciascuno di noi potrà dare - non facciamoci limitare dal "io non so...non sono in grado..." - e pensiamo a ciò che ci farebbe piacere raccontare alla gente.
RispondiEliminaPoi c'incontriamo e discutiamo gli aspetti organizzativi.
Ovviamente in mare: chiederemo in prestito il vascello di Uncino. Black, ovviamente, con la pipa e Mahmoud nella parte del "tredicesimo guerriero".
Come potrete notare, non sono molto depresso: mi deprimeva quel modo di fare. Poi, dopo essersi liberati...
Ciao a tutti
Carlo
PS: doc, vado a vedere il collegamento
Ho visto il sito, doc, non è male per i contenuti. Dal punto di vista grafico, però, preferivo un'impostazione più a "frame", ossia tipo giornale, non tipo blog.
RispondiEliminaTanto, visto che lo spazio bisognerà comprarlo - ed è meglio spendere qualcosa piuttosto che vederselo togliere dalla sera alla mattina - poi s'impagina in modo più accattivante, per dare l'aspetto di un vero giornale.
Il problema è trovare un webmaster che lo aggiorni: per farlo, posso farlo anche io.
Ma non mettiamo il carro davanti ai buoi, aspettiamo gli altri.
Ciao e grazie
Carlo
Ciao DOC, Black e Carlo. Sono con voi in tutto e per tutto!
RispondiEliminaUna rivista online, figlia di questo blog e gestita dalla famiglia del blog non può che essere un buon progetto da realizzare. pertanto, do la mia completa disponibilità.
Mahmoud
Ero certo, Mahmoud, che saresti stato dei nostri: anche altri del blog mi hanno scritto e si sono dichiarati disponibili per la (precedente) rivista e non vedo perché dovrebbero tirarsi indietro per una tutta "nostra".
RispondiEliminaI problemi, dopo aver sondato e capito chi ci sta, saranno organizzativi e tecnici, perché la parte giornalistica è già al sicuro.
Il "corrispondente da Amman" potrebbe curare una rubrica come "Il tredicesimo guerriero"..."Nuova Blagaj"...oppure un altro titolo che ti piaccia...un luogo d'incontro fra chi conosce profondamente le due culture...che ne dici?
Fra l'altro, sarebbe un mezzo per dar parola ai tanti immigrati in Italia che vogliono parlare e non possono farlo.
Ciao
Carlo
Giustissima l'osservazione sui compagniucci.
RispondiEliminaAggiungo che CDC è tra l'altro un covo di super-complottisti. Merita ben altre vetrine web.
Caro Carlo
RispondiEliminala vostra rivista la leggerò volentieri.
Non credo di scrivere cose gradite ai più, sono troppo fuori di ogni frequenza.
Penso inoltre che la soluzione non può venire dalla politica né dalle
logiche analisi, ma solo da una
rivoluzione delle coscienze.
Per giunta sto attraversando una fase personale in cui tutte le parole mi appaiono tristemente
inutili.
Sono comunque con voi.
Le persone più interessanti che si possono incontrare, sono quelle che attraversano periodiche crisi...indubbio segno d'intelligenza e sensibilità, e non solo di esaurimento psicofisico.
RispondiEliminaHo pensato a un titolo per la rivista web, in onore a un uomo che è stato crisi e destrutturazione di una corrotta e bigotta società.
--------PIERPAOLO--------
P.S. La cassazione ha bocciato l'autodeterminazione delle Regioni in materia di nucleare, vale a dire che non si potrà scegliere il NO!!!
ciao e un sentito ringraziamento a Mahmoud
Black
Eh, caro Dario, purtroppo su CDC non mi sbagliavo...
RispondiEliminaVoglio accomunarmi, Eli, alla risposta di Black, aggiungendo un mio personale appunto.
Rispetto, ovviamente, ogni tua scelta, ma da molti anni ho scoperto che scrivere è anche una terapia (nel senso che l'ho scoperto "io", ne sono consapevole, la cosa è stra-risaputa).
Scrivo anche della narrativa: alcuni amici mi chesero, chi eri in quel romanzo? Il capitano portoghese? L'esule bretone?
Ero tutti, amici miei, persino la puttana del porto e la cortigiana della corte di Lisbona. Questo m'ha permesso di dire cose che non avrei mai potuto dire, perché non sono una donna, né un capitano del '500, né un frate, né un inquisitore...
Ma, allo stesso tempo, siamo tutti frati, inquisitori, capitani, puttane, droghieri...
E parliamo agli altri anche di quello che non potremmo parlare.
Certo che questa non è un crisi politica, ma solo delle coscienze consapevoli possono progettare una nuova politica.
Un abbraccio
Carlo
ciao Black,
RispondiEliminadevo dire che siamo in sintonia: proprio in questi giorni sto scrivendo un articolo su P.P.P! Sono d'accordo con te. Chi meglio di lui potrebbe rappresentare la nostra volontà di mantenere un pensiero indipendente da schieramenti politici? Cosa ne pensa il Capitano?
Un abbraccio,
Mahmoud
Spero, Mahmoud, che ci renderai edotti sul tuo articolo...mai sazi di conoscenza...dovrebbe essere il nostro "Terra in vista!",in cima all'albero maestro.
RispondiEliminaAttendo anch'io una risposta del Capitano che, come di sua abitudine, dritto sul cassero, lascia passare due o tre maree, prima di prendere una decisione che coinvolga tutto l'equipaggio.
La saggezza dovrà guidare i nostri sforzi e le nostre adesioni a un progetto che dovrà essere il giusto compendio di un blog nel quale un po' tutti siamo cresciuti e vissuti, portandolo a un ottimo risultato di partecipazione, ascolto, intervento e democrazia.
Abbiamo superato con agilità alcune forti tempeste, il fasciame ha retto, gli alberi anche, ora che il pelagio è sufficientemente placido, e la rotta è segnata sulla carta e tra le costellazioni, non è necessario accelerare i tempi, ma maturare consapevolezza della nostra posizione tra i flutti.
Solo così varcheremo le colonne d'Ercole e ci sentiremo orgogliosi di creare qualcosa per cui vale la pena continuare a sperare.
Facciamolo, in primis, per ricambiare l'amicizia che ci è stata gratuitamente donata dal Capitano, quando abbiamo tutti deciso d'imbarcarci in questa avventura.
Ricordiamoci...PER AMICIZIA e nient'altro, perchè nient'altro ci sarà: non gloria, non denaro, ma abnegazione e vero esempio di appartenenza.
grazie a tutti.
Ora il nostromo Black si ritira sotto coperta.
buonanotte
Indubbiamente Pasolini è stato un grandissimo però un titolo che somigli un po a quello che sta accadendo non mi pare adatto: immagino le allusioni alle loggie deviate, p2 e p3...
RispondiEliminaL'immagine di questo blog + rispondente alla sua realta' e' assimilabile a Socrate.
In fondo qui non si sono mai espresse certezze assolute o peggio dogmatiche, per fede.
Credo cmq che Pasolini meriti che venga portato a conoscenza dell'altro pubblico che riusciremo a coinvolgere, non fosse altro per la lucida dettagliata profezia sull'approdo a cui quel tipo di società (1962!!!!) sarebbe arrivato (oggi, 2010).
Buon Cammino a Tutti
Doc
Visto come Berlusconi resiste e si trincerà a Palazzo Chigi. Fiducia chiesta al Senato (dove ha la maggioranza), prima che alla Camera. Richiesta a Napolitano di sciogliere la Camera e non il Senato. Apparizione sulla scena politIca della figlia Marina sua erede politica ed economica. Avete dato troppo presto per finito il re di Arcore, a presto re d'Italia. Italia un paese con un popolo che sta per essere assoggettato da Bertlusconi e dalla sua famiglia. Vedrete!!
RispondiEliminaCiao Carlo
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCarlo,
RispondiEliminaLa nostra esperienza nei movimenti ci ha fatto concludere che ci sono una diffidenza ed una disgregazione tali che qualsiasi proposta che dia solo l'impressione che sia "calata dall'alto" e non condivisa, allontana. Le stesse differenze generazionali ci allontanano.
Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere questi problemi, ma insieme si puó provare a farlo.
Il problema di Faremondo e, per altri versi, di Chiesa, Badiale, ecc.. é che non fanno altro che invocare l'ascolto, la condivisione e la fiducia reciproca senza sapere come costruirle, dando l'impressione di andare in direzione contraria a ció che vanno predicando.
Se vogliamo iniziare una rivista
diversa non abbiamo bisogno di Faremondo o altri, ma solo di idee su come ricostruire partecipazione sociale e contribuire a smontare quella che alcuni chiamano La Cultura Della Visibilitá o L'Io Consumista.
Se la rivista nasce su queste basi ed evita di proporre "programmi" come un qualsiasi partito politico conta su di noi.
Con stima,
Riccardo
Ci sono alcune ragioni che mi rendono freddo ad intitolare a Pasolini la rivista.
RispondiEliminaMi sembra...un po' troppo! Nel senso che, poi, bisognerebbe essere all'altezza di...
Inoltre, la rivista dovrebbe essere un ventaglio d'opinioni e d'argomenti e, con quel nome, tanti la valuterebbero come una rivista letteraria.
Ed esistono già un pasolini.net ed un pierpaolopasolini.it.
Ma, la vera ragione che taglia la testa al toro, è d'ordine legale: "Pasolini" è un cognome e PPP ha degli eredi, anche se non diretti.
Perciò, non si può disporre del suo nome a piacimento: ci mancherebbero delle questioni legali!
Io non so cosa desideravano fare quelli di Faremondo, ma so cosa vogliamo io e (credo) voi: uno spazio dove si parta dal quotidiano, dalla realtà, dalle nostre vite, dalle nostre città, per mostrare che un altro modo di vivere è possibile.
Mi piacerebbe che Marco raccontasse una sua giornata a Roma, quando serve i clienti al tavolo: cosa pensa, cosa dicono, cosa rimprovera loro, cosa gli rimproverano...
E, questa, sarebbe un'impostazione che piacerebbe molto a PPP, che insieme a Gramsci fu uno dei pochissimi intellettuali italiani a comprendere la forza della cultura popolare, il suo potere dirompente.
Certo non bastano queste cose, nel senso che - da quelle situazioni - deve partire l'analisi, la motivazione delle scelte sbagliate che noi tutti dobbiamo sopportare per vivere - in una società più ricca - in modo più povero rispetto ai nostri padri.
E senza avere la speranza, l'impulso verso un futuro che condividiamo: ci vorrebbero solo servi e silenti.
I veri problemi, da qui in avanti, so già quali saranno: organizzativi, perché dietro ad ogni realtà del Web c'è tanto lavoro coordinato, cosa non facile da organizzare.
Perciò, v'invito a riflettere bene su come impostare la rivista, dal punto di vista grafico, della suddivisione dei contenuti, del rapporto con gli utenti.
Adesso pubblicherò un pezzo che parla d'energia (ma non solo) così ci prenderemo una pausa di riflessione, nella quale tutti noi dovremo riflettere bene su cosa vogliamo e su cosa possiamo fare.
Poi, scriverò un articolo che inizierà ad entrare più in profondità nel problema, magari faremo una lista di distribuzione interna...insomma...inizieremo a porre le basi.
Che ne dite?
Carlo
PS: Orazio, rischi d'essere l'ultimo giapponese nel Pacifico!
sto pensando anch'io che CDC sia un sito poco "idoneo" e mi dispiace che Lei Bertani abbia dovuto andarsene per le aggressioni di trolo iper politicizzati quando non politicanti...
RispondiEliminaAcqua passata, Wiki, acqua passata...guardiamo avanti!
RispondiEliminaCiao e grazie
Carlo
Le propongo i seguenti spunti con il tema democrazia...reale si intederebbe...della quale c'è un gran bisogno, l'autore è una personalità intellettualmente aprezzabile :
RispondiEliminahttp://www.peacelink.it/storia/a/29332.html
http://www.youdem.tv/VideoDetails.aspx?id_video=c37fb471-4425-4ecf-9ee6-1997aea09025
http://www.spazioforum.net/forum/index.php?/topic/14490-il-crucifige-e-la-democrazia/
http://www.italialibri.net/opere/?=Il+crucifige+e+la+democrazia&id=405
gli ultimi due link sono il sunto di un libro che non ho letto ( ultimamente ho veramente poco tempo...ma come posso do il mio tributo alla democrazia...), forse può sembrare strano proporle ad uno scrittore...ma sono comunque interessanti a mio avviso...