Eh sì, proprio la sera di Natale, non ci saremmo mai attesi di scrivere qualcosa in difesa della Chiesa Cattolica. Sarà l’aria del Natale.
Sinceramente, ci hanno proprio infastidito i modi e le esternazione del rabbi Cohen, dopo la visita in Vaticano a Benedetto XVI.
Non si tratta di un problema religioso e nemmeno dell’eterna querelle sulla Shoà: è solo una questione d’educazione.
Per chi non lo sapesse, il rabbino Cohen da Haifa ha trovato da ridire sulla decisione dell’apposita commissione vaticana, la quale ha deciso di promuovere la beatificazione di Pio XII e di Giovanni Paolo II.
Proprio perché non cattolico, ritengo che chiunque non lo sia abbia il dovere di tacere, e questo proprio per il rispetto che si deve all’altrui Credo.
Ci mancherebbe che, nel nome del dialogo interreligioso, un buddista dovesse chiedere il permesso per ricordare Milarepa all’ayatollah Khamenei, oppure che un musulmano dovesse chiedere il permesso di pregare per un Imam al Patriarca di Mosca: ma dove siamo?
Premettendo che sulla cause di beatificazione l’unica autorità competente è quella cattolica, non vogliamo nasconderci dietro ad un dito ed entriamo nella spinosa questione.
Cohen ha dichiarato che Papa Pacelli non fece abbastanza per salvare gli ebrei: opinione legittima, per carità, ma di pertinenza storica e non dottrinale. E, anche a voler cercare il pelo nell’uovo, Cohen dimentica che Pio XII visse fino al Giugno del 1944 in una città occupata dai nazisti, e quasi tutta l’Europa lo era.
Pacelli fece probabilmente la scelta della “fleet in being”, ossia valutò che fare un passo azzardato non avrebbe sortito nessun effetto sui nazisti, mentre avrebbe compromesso la possibilità d’usare i monasteri cattolici per dare rifugio agli ebrei. E, i nazisti, si guardarono bene dall’invadere le strutture della Chiesa Cattolica. Ci sono quindi fondati sospetti che Pio XII operò la miglior scelta, quella meno dolorosa.
Fu troppo poco?
Francamente, è difficile – oggi – dare un giudizio storico sulla vicenda, poiché non avremo mai la prova del contrario, ossia di cosa sarebbe successo se il Papa avesse denunciato al mondo lo sterminio.
Ma il Papa non era certo l’unico a sapere: gli americani sapevano tutto, ed alcuni P38 sorvolarono addirittura Birkenau ed i nodi ferroviari senza mai sganciare una bomba. La giustificazione americana fu puerile: avevano paura di colpire i prigionieri. E i nodi ferroviari?
Non vogliamo entrare nell’infinita querelle sulle responsabilità della Shoà, ma farne carico a Pio XII ci sembra francamente esagerato e, per gli italiani, offensivo, giacché furono il popolo che più si prodigò in favore degli ebrei, nonostante l’alleanza con Berlino e le leggi razziali del ’38.
Per contrappasso, vorremmo chiedere a Cohen quanto “peserà” nel dialogo interreligioso il rapporto Goldstone, ovvero la prova provata (Goldstone è un ebreo sudafricano, oltre che incaricato dell’ONU per la stesura del rapporto) che Israele ha commesso crimini contro l’umanità a Gaza.
E, questa, non è una storia del 1943, non c’erano Papi od autorità religiose a mitigare l’inferno che dovettero subire gli abitanti di Gaza: è storia recente, Gennaio 2009. Dall’altra parte, c’erano solo Tzahal ed il governo di Tel Aviv.
Se lei è veramente uomo di fede, rabbi Cohen, accetti un consiglio: torni ad Haifa e rifletta, prima d’invocare le colpe altrui.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Sinceramente, ci hanno proprio infastidito i modi e le esternazione del rabbi Cohen, dopo la visita in Vaticano a Benedetto XVI.
Non si tratta di un problema religioso e nemmeno dell’eterna querelle sulla Shoà: è solo una questione d’educazione.
Per chi non lo sapesse, il rabbino Cohen da Haifa ha trovato da ridire sulla decisione dell’apposita commissione vaticana, la quale ha deciso di promuovere la beatificazione di Pio XII e di Giovanni Paolo II.
Proprio perché non cattolico, ritengo che chiunque non lo sia abbia il dovere di tacere, e questo proprio per il rispetto che si deve all’altrui Credo.
Ci mancherebbe che, nel nome del dialogo interreligioso, un buddista dovesse chiedere il permesso per ricordare Milarepa all’ayatollah Khamenei, oppure che un musulmano dovesse chiedere il permesso di pregare per un Imam al Patriarca di Mosca: ma dove siamo?
Premettendo che sulla cause di beatificazione l’unica autorità competente è quella cattolica, non vogliamo nasconderci dietro ad un dito ed entriamo nella spinosa questione.
Cohen ha dichiarato che Papa Pacelli non fece abbastanza per salvare gli ebrei: opinione legittima, per carità, ma di pertinenza storica e non dottrinale. E, anche a voler cercare il pelo nell’uovo, Cohen dimentica che Pio XII visse fino al Giugno del 1944 in una città occupata dai nazisti, e quasi tutta l’Europa lo era.
Pacelli fece probabilmente la scelta della “fleet in being”, ossia valutò che fare un passo azzardato non avrebbe sortito nessun effetto sui nazisti, mentre avrebbe compromesso la possibilità d’usare i monasteri cattolici per dare rifugio agli ebrei. E, i nazisti, si guardarono bene dall’invadere le strutture della Chiesa Cattolica. Ci sono quindi fondati sospetti che Pio XII operò la miglior scelta, quella meno dolorosa.
Fu troppo poco?
Francamente, è difficile – oggi – dare un giudizio storico sulla vicenda, poiché non avremo mai la prova del contrario, ossia di cosa sarebbe successo se il Papa avesse denunciato al mondo lo sterminio.
Ma il Papa non era certo l’unico a sapere: gli americani sapevano tutto, ed alcuni P38 sorvolarono addirittura Birkenau ed i nodi ferroviari senza mai sganciare una bomba. La giustificazione americana fu puerile: avevano paura di colpire i prigionieri. E i nodi ferroviari?
Non vogliamo entrare nell’infinita querelle sulle responsabilità della Shoà, ma farne carico a Pio XII ci sembra francamente esagerato e, per gli italiani, offensivo, giacché furono il popolo che più si prodigò in favore degli ebrei, nonostante l’alleanza con Berlino e le leggi razziali del ’38.
Per contrappasso, vorremmo chiedere a Cohen quanto “peserà” nel dialogo interreligioso il rapporto Goldstone, ovvero la prova provata (Goldstone è un ebreo sudafricano, oltre che incaricato dell’ONU per la stesura del rapporto) che Israele ha commesso crimini contro l’umanità a Gaza.
E, questa, non è una storia del 1943, non c’erano Papi od autorità religiose a mitigare l’inferno che dovettero subire gli abitanti di Gaza: è storia recente, Gennaio 2009. Dall’altra parte, c’erano solo Tzahal ed il governo di Tel Aviv.
Se lei è veramente uomo di fede, rabbi Cohen, accetti un consiglio: torni ad Haifa e rifletta, prima d’invocare le colpe altrui.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Carlo il problema non è se sia giusto sindacare le scelte di coloro che guidano una religione, è ovvio che è sbagliato farlo. Il problema è che con la canonizzazione di Pio XII si mette la sordina a quanti nella chiesa cattolica lo criticano perché lo considerano troppo tradizionalista e vorrebbero che la sua Chiesa post-tridentina fosse consegnata agli archivi storici, e sono tanti. Mentre in questi tempi il papato privilegia una minoranza, veramente minoranza, che vuole mettere fra parentesi il Vaticano II, fare santo Pio XII da forza a coloro che vogliono tornare a quella Chiesa anni cinquanta. La messa in latino non solo deve avere corso nella Chiesa, ma deve soppiantare quella post-conciliare, secondo loro. Ecco perché dovremmo appoggiare chiunque si opponga alla sua santificazione. Inoltre, mentre Giovanni - Paolo II ha un miracolo necessario alla sua canonizzazione, Pio XII manca di questo essenziale miracolo.
RispondiEliminaCiao
Orazio e ancora Buon Natale.
Orazio: a me, della canonizzazione di Pio XII importa quanto l'acquisto di un terzino sinistro del Forlimpopoli: sono questioni religiose che non mi toccano.
RispondiEliminaC'è però un aspetto di liberalismo violato, e questo tocca tutti, perché se lasciamo passare il principio che qualcuno può avere parola in merito su questioni meramente spirituali, domani "s'allargheranno" ancor più, invadendo territori che non sono di loro competenza.
Poi, i destini della Chiesa Cattolica non m'interessano: a mio avviso è un credo morente, ma queste sono cose che riguardano loro, mica me.
Da cattolico (contrario al Concilio Ecumenico Vaticano II che rammento, non fu un concilio dogmatico, ma pastorale), Carlo ha centrato appieno il nocciolo del problema.
RispondiEliminaPer rispondere a quanto sostiene sul fatto che il cattolicesimo sia un credo morente,
cito San Paolo ebreo da ebrei, fariseo quanto alla legge(Fil. 3, 5-6).): Deus non irridetur. Quae enim seminaverit homo, haec et metet (Dio non si inganna. Quello che l'uomo semina, raccoglierà). La Chiesa sta raccogliendo quello che ha seminato: adesso deve chiedere il permesso ai fratelli maggiori...
La Chiesa prima del Vaticano II era la Chiesa nella quale la massa dei fedeli biascicava la messa in Latino senza capirci nulla, dal Vaticano II ogni fedele può partecipare al rito della Messa comprendendo ciò che sta facendo. Se vincessero i preconciliari quanti capirebbero il messale di Pio V. Senza contare che se l'episcopato italiano piegherebbe la testa, non farebbero così gli espiscopati europei. Vedi quanto quello austriaco ha costretto il neo nominato vescovo ausiliare di Linz, noto tradizionalista, alle dimissioni, malgrado fosse stato il papa in persona a nominarlo. La santificazione di Pio XII punta a tacitare il dissenso cattolico, che specie in Europa è forte e di messa in latino non vuole sentirne parlare.
RispondiEliminaScusate, ragazzi: io ho solo difeso un principio di liberalismo, per il quale ciascuno, a casa propria, fa santo chi vuole. E, allo stesso modo, sul piano storico si è liberi di criticare qualsiasi tesi. Ma non mescolare i due piani. Ripeto: dei destini della Chiesa Cattolica, non m'importa un accidente. Ciò premesso, per il medesimo principio, siete liberi di discuterne quanto volete.
RispondiEliminaIo, però, non ho niente da dire su questo argomento, perché non m'interessa.
Ciao a tutti
Carlo
Ribadisco: io ho solo voluto fare capire da dove nasce, secondo me, la mancanza di libertà della Chiesa cattolica. Difendo anche io un principio di liberalismo: ognuno è padrone a casa sua.
RispondiEliminaDa cattolico cristiano, cioè cattolico post vaticano II dove si avvertiva della deriva della Chiesa dal Vangelo, o meglio dalla Parola di Gesù (le due cose non sono identiche) mi vengono in mente i lunghissimi anni di Messe incomprensibili dalla gente che entrava a Messa solo poco prima che il calice venisse scoperto, non avendo modo di partecipare al rito. Mi viene in mente che Gesù non parlava in Ebraico Biblico (riservato agli Scribi ed ai Farisei, cioè ai potenti del tempo, bensì in aramaico, parlato e capito dal popolo). Da cattolico cristiano -oggi che è la festa della famiglia voluta, nella sua forma immarcescibile da Dio stesso- mi viene in mente che Dio ha messo il Suo Figlio in una famiglia e non in un tempio, mi viene in mente il ruolo riconosciuto, nella Chiesa, della famiglia, delle famiglie che la compongono, come ruolo principale come nido della Fede (la parola Fede significa obbedienza, ma obbendienza verso un padre -ed una madre- e non verso un 'pastore' x).
RispondiEliminaMi viene in mente che solo il Vaticano II ha ristabilito questo ruolo, mi viene in mente che la Messa V.O. era una "cosa" da iniziati, mi viene in mente che "prima" i "pastori" erano superiori al popolo, di fedeli, alle famiglie... Gesù voleva un popolo, una Chiesa, formata da uguali nell'amore, con un occhio particolare verso la famiglia (come ho già detto, lui è nato ed ha vissuto fino a 30 anni in famiglia, obbedendo al padre ed alla madre), infatti anche il suo primo miracolo lo compie ad un matrimonio! Dal Vaticano II la Chiesa sta subendo attacchi sonsiderati anche dall'interno, dai latinisti (lingua mai parlata da Gesù, anche se senz'altro da Lui conosciuta) da chi non ha fiducia nella provvidenza da chi pensa che "chiudendosi" a riccio si svolga il vero mandato di Cristo. Il Vaticano II sta creando fedeli veri e non al "potere" o al fascino della cerimonia, alla 'perfezione' estetica della Messa in latino...i fedeli del Vaticano II rispondono alla Messa come rispondono a sé stessi, parlano e credono come mangiano senza "filtri" che come tali sono sempre appannati...coloro che hanno scritto il Vaticano II erano persone illuminate dalla Luce di Cristo ed io non mi permetto di metterne in dubbio nessun parola, anche lla luce dei fatti alla luce dell'aumento della Fede anche se misurata alla diminuzione dei fedeli. Molti Cattolici vedono nella scarsità dell'offerta di preti nel fatto che, prima del Vaticano II, il prete era una piccola potenza, oggi -invece- è una semplice guida, povero fra poveri, svestito dai regali paramenti ed indifeso senza più la "balaustra" a distaccarlo dai fedeli, sudditi... Questo papa è meraviglioso è intelligente e capace è uno dei primi fra gli uomini, quando è salito al Soglio ha citato il vangelo e la "vigna"... mi permetto umilmente di dire la mia piccolissima idea, forse si è dimenticato che i "vignaioli" li troverà, li ungerà, li plasmerà, Dio stesso e non gli uomini...la Provvidenza non ha mai lasciato solo nessuno ed i "gigli del campo" sono rivestiti, ogni anno, dei più meravigliosi indumenti senza che l'uomo faccia nemmeno uno iota...
Premessa
RispondiEliminaLe questioni di "fede" mi mettono un po' in crisi: è l'abitudine alle valutazioni su basi logiche; la mia formazione che dopo quella iniziale, a contatto con i preti,è stata prettamente pragmatica; qualche fuga illogica erano più che altro speranze/sogni troppo distanti dalla fede; per la prima volta nella mia vita ho pianto per Giovanni XXIII, ed era dolore; sono stato testimone di accadimenti strani, oggetto di fatti non spiegabili razionalmente.
Ma a partire , ma non solo, dalla lettura di "perche' non sono cristiano" ho cominciato a trovare una sistemazione sistematica della conclusione a cui ero giunto: mi sento profondamente agnostico
Con cio' l'influenza di alcuni pensatori cristiani ha continuato ad esercitare il suo benefico stimolo, primo tra tutti don Lorenzo Milani.
Premesso cio', mi sento di dare ragione aai motivi del post: le questioni di fede sono di escluviva pertinenza di chi per storia, costume e qualsiasi altro motivo accettato e' deputato a farlo, ovvero delle autorita' della chiesa. E' una questione di etica liberale.
Ma..
Mi rendo conto pero' che e' solo una questione formale della cui validita' -formale e sostanziale- la comunità ecclesiale non ha mai metabolizzato i contorni e i contenuti. Specie tutto cio' concerne "strumenti tecnici logici" normalmente usati per i quali secondo me e' possibile la critica senza essere considerati invadenti.
Uno di questi aspetti e' l'iter che si segue per arrivare, non necessariamente, alla santificazione.
A mo' di esempio riporto l'iter di due figure della storia recente.
L'iter di Oscar Romero confrontato con quello di un santificato recente, san Josemaria de escrivà, fondatore dell'OPUS DEI porta a delle evidenti contraddizioni nell'utilizzo della struttura tecnica che io mi limito a sintetizzare nel classico duopolio potere/gli altri.
Uno muore nel 1975, l'altro nel 1980 (dif 5 anni)
Uno viene nominato santo nel 2002, l'altro viene inserito nel'elenco dei papabili beati
Uno appartiene al mondo che ha espresso sempre il potere, l'altro a quello che si batte in nome della stessa chiesa ma a fianco degli altri
Uno ha determinato la Prelatura, l'altro veniva escluso: venne ricevuto solo "per cortesia" dovuta, mentre era gia' venerato da alcune chiese vetero christiane....
In conclusione:
e' ovvio che per formazione sono drasticamente a favore della chiesa di Giovanni XXIII;
ed e' altrettanto ovvio che la storia delle religioni e di converso quella di alcune popolazioni che ne hanno fatto uso politico e' lastricata di farisei e mercanti.mercenari
Si pensi alle mistificazioni-manipolazioni linguiste che vengono continuamente fatte: il mio soldato quando viene preso si chiama prigioniero; l'altro quando viene preso e' un terrorista...
E mi fermo altrimenti perdo il clima (quello di copenaghen l'abbiamo giò perso) natalizio.
Doc
Figlioli,
RispondiEliminaahimé. quanta strada ancora deve percorrere il vostro spirito se tanto affanno vi dà il cercare risposte fuori di voi.
Concordo pienamente con Carlo. Quel poco di liberalismo che una "fetta" dell'umanità ("fetta" della quale ancora facciamo parte), si è faticosamente conquistata, bisogna difenderlo a tutti i costi ed in qualsiasi occasione, ribadendone la sua centralità nelle nostre esistenze, spece in questi oscuri tempi di cupa globalizzazione.
Ad maiora,
Alex
Ciao ragazzi!
RispondiEliminaRiemergo dopo 24 ore di completo isolamento ASDL. Risposta del 187: non c'è personale disponibile (tutta la valle, questa terra dei Kafiri dimenticata da tutti gli Dei, era oscurata).
Vedo, comunque, che il dibattito c'è stato: com'era facile prevedere, fra i sostenitori ed i contrari al Vaticano II.
Io, come sapete, non partecipo, però trovo interessante notare come si evidenzino le varie "anime" del cattolicesimo.
Come ricordavo, il mio era solo un ontervento in favore del liberalismo.
Ciao a tutti
Carlo
Mi scuso, carissimo Carlo. per l'uso privato che ho fatto -ancora una volta- del tuo blog...io sono un vaticano II convinto, come sono convinto che l'imperfezione di questo modo dimostri -per prima- la certa presenza di Dio, non nell'imperfezione -ovvio- invece proprio nella perfezione che tutti -nel cuore- conosciamo...e che può esserci solo ispirata da Dio...
RispondiEliminaogni giorno di più, da cattolico, mi sento pian piano avvicinarmi agli evangelici, la tradizione -per me- è fondamentale, ma non usata come spesso fanno i cattolici, sopratutto oggi con la 'voglia' di 'restaurazione' del concilio di Trento...in ogni caso ho apprezzato il tuo post anche se non ne ho parlato, nel mio precedente intervento... ogni giorno di più vorrei conoscerti di persona, siamo lontani nella fede, ma vicini nelle idee, per me, lo ammetto (anche fra i fumi di 4 bicchieri di sangiovese di quest'anno), tu sei fra gli "ispirati" (doppie virgolette) e ti leggo sempre volentieri...come ti ho già detto non sempre rispondo, perché non mi sento all'altezza, come per il tuo post mussolini-berlusconi (mi riferisco alle immagini)...bellissimo anche quello...hai ragione: fuori gli israeliti dai santi Cattolici, sopratutto quanto -i santi- sono un po' 'presi' per i capelli...però vorrei ricordarti (e ricordarlo anche a molti cattolici) che gli ebrei sono, sempre e comunque ed in ogni caso, il popolo eletto, Dio, Gesù, Maometto, lo hanno affermato più volte...il Cristianesimo (maiuscolo) è stato "esteso" ai gentili...questa "estensione" sia in signifcato sinottico che direi "spirituale" ha un suo -importante- segno...ho studiato ebraico antico (ma ho abbandonato presto) perché gran parte della Bibbia è stata scritta con la "parola" di Dio, forse studierò (ri-studioerò con la 'saggezza' dei 50anni) anche il greco antico...in ogni caso un avvicinamento al popolo di Dio (nonostante come trattano i palestinesi) penso sia doveroso per ogni cristiano...
ciao
RA
quiz: mi sono dimenticato di una parolina: "pre" nel mio post precedente, indovinate dove l'avrei dovuta mettere?
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