09 giugno 2009

La ricreazione è finita

"Noi siamo tanti, siam qua, già la chiamiamo papà
di quei papà che non si conoscono.
"
Roberto Vecchioni, Signor giudice, dall’album Robinson, come salvarsi la vita, 1979.

Gentile signora Marcegaglia,
anzitutto ci scusiamo, per non averla nominata amministratrice, dottoressa, avvocatessa, presidentessa o madre badessa: ancora riteniamo che l’appellativo “signora”, quando viene riferito ad una donna, contenga già in sé rispetto ed ammirazione. Dovrebbe essere la stessa cosa anche per gli uomini ma i maschietti – mi creda – sono degli inguaribili narcisi: forse per mascherare il timore d’essere “minus” in luoghi assai misteriosi, allungano a discrezione il cognome, aggiungendo titoli su titoli.
Ci scusiamo anche per l’incipit, che è riferito all’universo maschile, ma confidiamo nella sua intelligenza che saprà sostituire “papà” con “mammà”.
Ma veniamo a noi.

Ci siamo decisi a scriverle perché crediamo che lei soffra un poco di solitudine, almeno così ci pare dalle sue ultime dichiarazioni.
“La ricreazione è finita” è stato il suo appello alle forze politiche.
Ci rendiamo conto dell’importanza della classe politica, però riteniamo che – prima di rivolgersi alle “stelle” – sarebbe meglio fare una capatine nelle “stalle”, per sincerarsi delle condizioni di cavalli e muli. Questa era, almeno un tempo, l’abitudine della vecchia imprenditoria, più attenta alle condizioni generali del Paese piuttosto che a quelle dell’Olimpo che dovrebbe governarlo.
Se il tempo le è stretto, provi almeno ad avvicinarsi alla finestra, lassù, all’ennesimo piano del grattacielo nel quale certamente si trova il suo ufficio. Provi, se non soffre di vertigini, a guardare in basso, in strada. Cosa vede?

Minuscole formiche che passeggiano, arrancano, s’affrettano, sostano…
Siamo noi, i destinatari di tanto clamore: le minuscole formichine che s’adoperano, ogni giorno, per far funzionare le cose. Come possono, come ci riescono, come sanno fare.
Provi ad immaginare quale eco hanno riscosso le sue parole quaggiù, nel formicaio: “La ricreazione è finita”. Tutti si sono chiesti: “Ma era iniziata?”
Le nostre condizioni di formiche-operaie sono presto dette: riesce ad immaginare come si vive con una pensione minima di 512 euro il mese? Sono milioni di vecchietti e vecchiette – gente che ha attraversato la guerra e la fame – che si ritrovano a vagare nei mercati rionali, intorno all’ora di chiusura, per spuntare il miglior prezzo di pomodori e insalata. Il passo seguente porta dritto dritto a rovistare nel cassonetto, altro che le “social-card”.
Noi, saccenti del III Millennio, consegniamo alla miseria proprio le persone che ricostruirono porti e ferrovie, strade e case distrutte dalla guerra. Perché hanno solo pensioni minime?

Glielo spiego in due parole: perché, all’epoca, il lavoro nero era prevalente, poiché tanti furono fregati da imprenditori che non pagavano loro i contributi, oppure furono vittime di fallimenti che fecero loro perdere le liquidazioni e le “marchette” per la pensione.
Se ancora non bastava – per quelli che avevano conservato qualche risparmio – ci hanno pensato alcuni banditi in doppiopetto – mi spiace doverglielo ricordare, ma fanno proprio parte della categoria degli imprenditori – che rispondono ai nomi di Tanzi e di Cragnotti (per citare solo i più noti). Questi signori, pur di rapinare loro quei soldi, hanno fatto di tutto, ma proprio di tutto: fino a falsificare certificati di credito di banche americane con uno scanner. Sappiamo che la giustizia sarà inflessibile con questi signori (!), ma il danno per quei poveracci c’è oggi, mica quando la giustizia (!) intimerà loro di restituire il maltolto (!).
Nell’attesa della Giustizia (maiuscolo), cerca nel cassonetto.

Prima di questi veri e propri banditi, altri avevano pensato a ridurre a zero l’elettronica (De Benedetti, Olivetti) e la chimica (Gardini, Enimont), mentre altri ingoiavano il patrimonio statale (cioè di noi tutti) come Telecom e la Società Autostrade. Tutte aziende che potevano rendere bene, acquistate per un pezzo di pane: perché non avete acquistato anche le Ferrovie? Ah già…quelle devono mantenere un minimo d’utilità sociale, e non rendono abbastanza…
Mentre sovvenzionavamo FIAT, al punto che oggi ne potremmo avere almeno una decina – tutte pubbliche – voi cercavate con ogni mezzo di privatizzare l’azienda italiana che, da anni, inanella successi dopo successi, tecnologici ed economici. Vorreste prendere anche Italcantieri, farne un bello “spezzatino” e dividervelo fra i soliti noti – lo abbiamo imparato – e sappiamo anche che, prima o poi, ci riuscirete.
Già che ci sta osservando dalla finestra, provi ad immaginare d’incrociare i nostri sguardi qui, in basso: questo, è ciò che pensano gli italiani della loro classe imprenditoriale. Praticamente, gente che guarda allo Stato come un bene privato da spolpare, ed alle formichine che lavorano come a rinnovelli schiavi. Se lei prova disgusto per noi, mi creda, il sentimento è reciproco.

Siccome non ci ritiene interlocutori attendibili, lei si rivolge alla classe politica, in primis al Governo, ritenendolo espressione coerente del Paese. Ci faccia il piacere.
Anzitutto, vediamo di fare chiarezza sui risultati elettorali.
Secondo i dati[1], ha votato il 66,5% degli italiani, vale a dire i due terzi.
Va per la maggiore che i partiti, prendiamo il PdL, abbiano conquistato le percentuali comunicate fra tutti gli italiani, ovvero 35 italiani su 100 abbiano votato per Berlusconi. In realtà, ha votato per Berlusconi solo il 35% del 66%, vale a dire pressappoco 23 italiani su 100.
Questi, sono i risultati “corretti” tenendo conto dei voti reali, ogni 100 abitanti[2]:

PdL: 24 su 100.
PD: 17 su 100.
Lega Nord: 7 su 100
IDV: 5 su 100
UDC: 4 su 100.

57 italiani su 100 sono – in qualche modo, tutto poi da verificare – rappresentati. Fine. In particolare, sono soltanto 30 italiani su 100, circa, che determinano i destini del Paese e, come avevo già indicato nei miei precedenti articoli[3], sono la parte più ricca e benestante del Paese.
E gli altri 43?
Per effetto della legge elettorale, 9 italiani circa su 100 non avranno diritto d’essere rappresentati, mentre gli altri 34 sono quelli che non hanno partecipato al voto. Praticamente, un partito di maggioranza relativa.
Quando, in un Paese, 43 abitanti su 100 non hanno rappresentanza democratica, la democrazia è praticamente defunta. E’ solo più oligarchia.

Qualcuno, più “furbetto”, affermerà che le elezioni europee sono poco sentite…che l’astensione è stata alta in tutta Europa…
Rifletta che le elezioni amministrative sono quelle che registrano, in genere, i più alti dati d’affluenza, e che questa tornata non ha certo brillato per assiduità al voto.
Il quadro che si ricava è quello di un Paese stanco, nel quale il 100% della rappresentanza politica sposa totalmente l’assioma imperante, quello della globalizzazione über alles, della salvaguardia, in primis, del sistema bancario, costi quel che costi, sangue e lacrime compresi per i paria. Ossia per noi, le formichine giù in basso.
Il 90% della rappresentanza parlamentare è favorevole al nucleare (non abbiamo registrato, da parte del PD, prese di posizione in senso chiaramente antinucleare), mentre fra la popolazione il rapporto s’inverte[4], 47 a 38, ma dei 38 favorevoli solo 30 sarebbero disposti ad accettare una centrale sul loro territorio. I soliti 30.

Se il paese reale non coincide più con quello politico, questa “fine della ricreazione”, a chi era diretta?
Era diretta ad un governo che è espressione di 30 italiani su 100, che ha costruito una legge elettorale a sua misura per rendersi invincibile, che ha messo il tappo alla Magistratura con il Lodo Alfano, che da quindici anni non rispetta gli standard minimi di confronto democratico nell’informazione. Non è certamente Fascismo, ma qualcosa che inizia ad assomigliargli senza avere, per contrappeso, la parte “sociale” del Fascismo.
Il fatto che in un Paese europeo – non nel Bingo Bongo – il Presidente del Consiglio controlli praticamente tutto l’etere televisivo non è un’anomalia: all’estero, la raccontano come una barzelletta.
E lei, persona che dovrebbe rappresentare il fervore dell’imprenditoria…si rivolge a questi? Ma cosa s’aspetta?
Lo sappiamo, perché lo ha specificato.

A dire il vero, era stata preceduta di qualche giorno – accidenti, le ha soffiato la primogenitura… – da Mario Draghi, che aveva praticamente cantato la stessa canzone: perché, al prossimo Festival di Sanremo, non ci fate ascoltare un bel duetto?
La “cantata” è parsa scorrere senza suscitare onde anomale, ma soltanto perché è la medesima da vent’anni.
Gli assiomi sono due, e sono sempre gli stessi: lavoro e previdenza.
Tradotto per le formichine, significa che – passata la buriana elettorale – bisognerà rimettere mano ai conti e, siccome quei 30 ricchi che comandano non vorranno scucire manco un centesimo (sono loro a reggere il governo!), bisognerà farla pagare agli altri, soprattutto alle formichine.
Se il lavoro non è ancora abbastanza “flessibile”, bisognerà meditare d’infilare ai giovani una molla nel deretano, cosicché siano pronti a piegarsi all’istante, on-demand.
Siccome pagare dei contributi almeno decenti per questi ragazzi costerebbe troppo alle di lei casse, vi siete inventati un sistema di previdenza che mantiene al lavoro i vecchietti (oh, ogni tanto qualcuno crepa pure!) e per i giovani, per i giovani…beh, ci penseremo quando saranno vecchi! I cassonetti della verdura marcia esisteranno sempre.

Quello che non vi rendete conto è che questo sistema, prima o dopo, non travolgerà soltanto le formichine – che oggi sono quelle che più pagano le vostre sciagure – ma, piano piano, inizierà ad erodere anche i vostri grattacieli, iniziando dai piani bassi, per poi…

Nessuno di voi si rende conto, mentre blatera come dei mantra senza senso le stupide ricette della globalizzazione e del “mercato”, che quel “mercato” regge fin quando le formichine hanno qualcosa da comprare: i segnali, a ben vedere, ci sono già oggi, ben visibili. Produzione industriale a picco, conti statali allo sfascio, occupazione sotto terra, stato sociale vaporizzato: eppure, continuate sulla strada che ci ha condotti a questo disastro. Ogni tanto, come “ricreazione”, ci presentate pure il giochetto elettorale, un po’ di suspense e di adrenalina per sapere se chi doveva vincere ha vinto abbastanza, e se chi doveva perdere ha perso meno del previsto. Sinceramente, troviamo più avvincente il campionato di calcio, seppur truccato.

Se, invece, volessimo esser seri, dovremmo allontanarci un poco da questo bailamme di frivolezze da Bagaglino della classe politica e da quello di cose “serissime”, dense come palloncini d’aria, che ci raccontate, in coro, da Confindustria a Bankitalia.
La Storia racconta invece che, quando una nazione sta correndo pericolosamente giù per la china, verso il disastro, e non s’avvede in tempo ch’è ora di cambiare mantra e di provare altre strade, le prime a saltare sono proprio le regole del gioco. Rifletta: così è sempre stato, almeno dalla caduta di Roma in poi.

E, se saltano le regole del gioco, i primi a saltare sono i grandi burattinai che reggono i fili – politici, banchieri ed imprenditori – perché, non dimentichi, che anche le formiche, nel loro piccolo, s’incazzano.

19 commenti:

  1. Anonimo7:40 AM

    Caro Carlo,
    dici che

    10% ricchi
    40% classe media
    50% poveri (considerando il popolo degli evasori col SUV, poveri reali 25%?)

    Allora vorrebbe dire che un 75 % della popolazione sta più o meno bene.

    Dici che il 30% (ricchi + ½ medi, quelli più benestanti) vota PdL & Lega; però dalle percentuali di benestanti che esponi PdL + Lega dovrebbero avere una base ben più consistente (75%): quindi vorrebbe dire che in realtà anche fra ricchi, medi più benestanti e SUV degli pseudo-poveri molti non votano PdL+Lega: e questo mi torna benissimo dai riscontri sul campo: ma perché, l’attuale opposizione (ex governo) è espressione delle classi popolari o meno abbienti?

    Considerando il tuo ultimo post trovo le conferme

    PdL: 24 su 100.
    PD: 17 su 100.
    Lega Nord: 7 su 100
    IDV: 5 su 100
    UDC: 4 su 100.

    Con un 43% che non ha rappresentanza, dici.

    Considerando l’astensione fisiologica del passato (non quella incrementale odierna), potremmo dire che solo il 25% non ha rappresentanza, quel 25% che sta realmente male.

    Allora, se il 75% sta bene è tutto a posto, governo e (pseudo)opposizione litigano fintamente ma, in realtà, gozzovigliano insieme e insieme al popolo (75%) festante: that’s all folks.

    Quello che rischia di rovinare la festa, e da te ben esposto nel post “non può che finire così – II” e in quello odierno è che bisogna capire quanta parte di questo 75% festante e gaudente sia realmente produttiva per il “sistema itaGLia” (magic italy del Conducator). Nel tuo post citi elettronica, chimica, auto e telecomunicazioni; per il mio lavoro ho potuto assistere alla morte del settore elettromeccanico nazionale: i costruttori italiani sono spariti, dominano quelli del nord europa, ma con significative presenze in area mediterranea (Spagna e persino Turchia); è poi indicativa la presenza massiccia in questi gruppi industriali di giovani tecnici e ingegneri dei paesi emergenti (india e sud est asiatico in genere) tecnicamente preparatissimi: si vede che lì sgobbare sui libri è ancora preso in considerazione, rispetto al fare le veline(i). Molti di questi giovani sono destinati a tornare in patria (a differenza della maggior parte dei nostri cervelli fuggiti all’estero, che a tornare in itaGLia non ci pensa proprio) per contribuire allo sviluppo dei loro paesi: produzioni di questi paesi nei settori a tecnologia avanzata sono già presenti da tempo nel nostro mercato: solo degli sprovveduti possono pensare ad esempio che la Cina sia solo il ciarpame che ci propinano nei negozi a 1-5-10 euro: ad imitare (?) la tecnologia avanzata hanno imparato benissimo!

    Il defaul economico cambierà probabilmente le percentali da te esposte e, allora, le conseguenze saranno quelle da te menzionate nei tuoi post.

    Un saluto
    Alfredo

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  2. ci vuole una gran pazienza...('con i matti' cit.)


    RA

    Ps: dati....per la precisione...(!)

    Assenti
    16.884.617 33,54%
    PDL
    10.804.136 21,46%
    PD
    8.006.741 15,90%
    LegaNord
    3.126.876 6,21%
    IDV
    2.451.579 4,87%
    UDC
    1.996.542 3,97%
    R.C.-Sx.Eur.–Com.Italiani
    1.038.025 2,06%
    Sx_e_Liberta
    958.187 1,90%
    M_Pannella-E_Bonino
    743.184 1,48%
    La_Dx-MPA-Pensionati-A.DiCentro
    681.946 1,35%
    FiammaTricolore
    244.835 0,49%
    PCDeiLavoratori
    166.317 0,33%
    ForzaNuova
    146.632 0,29%
    SVP
    143.027 0,28%
    LiberalDemocratici-MAIE
    71.277 0,14%
    Valleed'Aoste
    32.926 0,07%
    AutonomieLiberteDemocratie
    27.086 0,05%
    Schedenulle,biancheoaltro
    2.817.800 5,60%
    ---------------------------
    ElettoriRegistrati
    50.341.733 100,00%

    le schede bianche hanno superato lo sbarramento

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  3. Grazie, Alfredo, per la tua analisi. Per la mia, mi sono basato sui dati esposti dalla Banca d'Italia: l'impressione è che siamo di fronte a degli indicatori, non a dei parametri.
    E' altrettanto vero che non possiamo calcolare il voto su una pura base economicista (fu l'errore politico di Potere Operaio di tanti anni fa).
    Però, qualcosa indicano, come il PIL: se fosse considerato per quel che è, qualcosa significherebbe. Purtroppo, per meri calcoli di bottega, lo hanno fatto diventare il sancta sanctorum dell'economia, e in quella veste non funziona.
    Anche noi, che cerchiamo spiegazioni per il successo elettorale della Casta (perché, in queste condizioni, mettere insieme il 50% degli italiani, è già un successo) corriamo il rischio di cadere nell'inganno.
    A grandi linee, insospettisce che il governo sia retto da 30 italiani su 100 e che 30 italiani su 100 siano ricchi o riccotti (10 ricchi e 20 metà della fascia media).
    Più in là è difficile andare: quanti sono i falsi poveri? Di certo i poveri non sono quello che raccontano, soprattutto al Sud.
    E, sul sottoproletariato, già Marx avvertiva sulla inaffidabilità sociale dell'umproletariat.
    La crisi industriale - dici bene - modificherà senz'altro il quadro, per questo ho ritenuto di dover stigmatizzare l'assurdo comportamento della Marcegaglia la quale, mentre la nave fa acqua, frusta l'equipaggio invece di capire dove sono le falle.
    Non c'è però troppo da meravigliarsi, se consideriamo il livello della "razza padrona" italiana, che non ha mai avuto il "respiro" della vera imprenditorialità. Sono degli junker alla maionese.
    Il disastro non è dietro l'angolo, ma se non si cambia strada è certo.
    Ciao e grazie
    Carlo

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  4. Ciao Roberto,
    abbiamo postato insieme il commento! Quando ho postato il primo, è comparso il tuo.
    Come già dicevo ad Alfredo, non possiamo pensare di trovare la quadratura perfetta voto-reddito-società, ma delle indicazioni.
    Il fatto che le schede nulle/bianche abbiano superato il 5% non lo sapevo, ma è un altro tassello che indica la modesta base reale che regge questo governo.
    E' vero che c'è un assenteismo fisiologico (vecchi, malati, gente all'estero, ecc) ma il fenomeno sta aumentando,ed io - come la penso lo sai - non posso che rallegrarmi.
    Avremo modo d'approfondire meglio.
    Ciao e grazie
    Carlo

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  5. Le bianche, nulle ecc sono al 5,60
    in percentuale su TUTTI gli aventi diritto al voto (che sono le percentuali riportate da me).
    MA la percentuale sui votanti è più alta e cioè il 6,40% !!!

    ciao

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  6. L'avevo notato, Roberto, ma per comodità avevo citato il semplice 5%. 5 italiani su 100 non sono mica pochi.
    Un altro aspetto che mi sembra di notare è la sostanziale ininfluenza delle piccole liste civiche.
    Continuo a pensare che solo dal Web può nascere qualcosa.
    Ciao e grazie
    Carlo

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  7. Scusami Carlo, immaginavo l'avessi notato, ho voluto solo ribadire quello che a un lettore del blog di passaggio, poteva sfuggire.

    Alfredo,
    ho dovuto leggere più volte il tuo post perché sono più nelle corde di Carlo e quello che dici tu mi continuava a sfuggire.

    Adesso penso che tu abbia molto bene intepretato il post di Carlo tanto da scriverene una possibile alternativa.
    Per onestà intellettuale devo dire che leggere il tuo commento 'dopo' il post di Carlo mi porta ad essere più sullle tue idee...Carlo, qualche volta, mi spaventa (faccina ;_) )

    Se guardate su google map oppure altra mappa fotografica satellitare, la zona a nord ovest di Forlimpopoli vedrete questo:

    http://maps.google.it/?ie=UTF8&ll=44.209157,12.115216&spn=0.021995,0.054932&t=h&z=15

    è uno (lo) stabilimento "Marcegaglia"

    Fino ad oggi mi è sembrata molto ispirata all'Abete (non l'albero) dei tempi che furono, quello 'stralciato' dal processo sul tragico incidente di Linate del 2001.

    saluti

    RA

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  8. ciao carlo e complimenti per il blog (a parte il colore verde "morto" che a lungo andare mi fa sclerare ma ... si tratta di gusti personali! eh!). condivido in pieno quanto scrivi. volevo solo porre magari all'attenzione un nuovo spunto di riflessione. siete sicuri che tutti gli astenuti non votino perchè non si riconoscono nella classe politica? in fondo dalla caduta dell'impero romano a parte qualche rara eccezione e occasione non mi pare che il popolo italiano si sia distinto per democratici guizzi governativi... più che altro mi è sempre parso evidente il "fate quel che volete purchè sulla mia tavola posso degustare il pane". poi magari sbaglio... ho letto anche il tuo post sul caro, carissimo, mario giordano e sulla squola. oggi ho 26 anni. ma già quando andavo a squola mi rendevo conto di tante cose che non andavano. credo che la squola sia solo un parcheggio per i figli. lasciando così la possibilità ai genitori di andare a lavorare. questo quando sono minorenni. e a squola non s'impara niente di niente. nè a livello kulturale (materie diciamo così.. relative alle lettere) nè a livello lavorativo (la formazione dei "tecnici" è completamente inutile in quanto il mondo del lavoro è lontano anni luce da quello che viene insegnato). ma al di là di queste limitazioni facendo finta che sia tutto ok e che la squola vada al massimo (odio vasco rossi. ha pure una laurea!). i giorni di studio sono, secondo me, relativamente lunghi per una classe eterogenea da te descritta. voglio dire: quanti argomenti si tengono fuori? quanta attenzione si dedica ai tanti argomenti? inutile dire che la scuola è effettivamente inutile? si ok serve a dare una formazione di base (siete sicuri che la dà?). rispondere alla domanda "a cosa serve" è inutile perchè vivere con consapevolezza o senza non cambia le cose. quindi?

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  9. Anonimo6:42 PM

    Caro Carlo al solito sei molto eloquente è giusta questa tua presa di posizione su una Marcegaglia che dovrebbe ricordare che per fare impresa ci vogliono i muli specialmente in un paese dove mancano le macchine (tecnologia zero....o quasi),se questi smettono di tirare il carro tutto si ferma, però qualche piccolo segnale in queste elezioni si è visto:1) In sicilia il p.d.l ha perso una gran fetta di voti cosi come sulle isole dove una parte di questo popolo si è stufato evidentemente di stare sotto i "Borboni". 2) L' astensionismo è stato alto (e ciò premia il tuo pensiero) quindi si presuppone che il malessere stia dilagando anche se c'è da dire che le percentuali sono ben lontane da quelle degli altri paesi europei dove malgrado'l' astensionismo (vedi Spagna, Germania ma anche paesi minori come la Slovenia ) non vedo grandi rivoluzioni.3) Le forze di centro sinistra si stanno" scremando" e forze da esse potrà nascere qualcosa di nuovo e concreto che si basi finalmente su temi reali: "Giustizia", "Eguaglianza sociale", "Libera informazione", "Energia pulita" temi che a me sembra abbiano dato il là ai buoni risultai di I.D.V e di Sinistra e libertà e che hanno evitato il tracollo del"PD".Malgrado lo strapotere mediatico Berlusconi sta perdendo colpi e prima tutto ciò sembrava impossibbile quel quasi 3 per cento in meno è significativo e l' astensionismo a l' Aquila è molto più eloquente di quello nazionale, ci indica più di ogni altra cosa che quando si rimane nudi attaccati a delle false promesse nessuna forza politica si può salvare.Persone come te Carlo sono un immensa risorsa per questo paese la tua competenza e le tue capacità le dovresti mettere al servizio del paese il mio invito ancora una volta e di convogliare i tuoi sforzi in un progetto politico "con chiunque tu voglia", la politica spesso è sporca ma ha anche un prezzo altissimo e ci vogliono i mezzi e il web non basta l' hai detto tu stesso quando hai parlato di "Italianova", aiutaci ad entrare in questo buco che si sta creando .

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  10. Rispondo brevemente perché colpito dal morbo di Montezuma: che gli accidenti - c'è gente che mi ha scritto per chiedermi d'essere più "benevolo" - arrivino?
    Non sono così certo che gli italiani non abbiano mai espresso una "spina dorsale" in politica.
    Firenze fu la punta di diamante europea del Rinascimento, lo stesso dicasi per Venezia. Il discorso sarebbe lungo.
    In ogni modo, quando "Papi" lascerà il teatro dovranno ben trovarla, perché non ci sarà più nulla (leggete le dichiarazioni di D'Alema sul PD).
    Ed avevano già mostrato di saperla trovare dopo la guerra e la caduta del Fascismo.
    Non sono un nichilista e mai lo sarò, anche per quel che riguarda la scuola.
    La scuola non è tanto importante per le materie che si studiano, ma per l'abitudine che s'impara a vivere insieme, a confrontarsi, a criticare, persino a scherzare.
    Ovvio che ci saranno peggiori e migliori situazioni, ma il principale compito della scuola è quello.
    Purtroppo, è oggi difficile attuarlo perché si combatte contro uno strapotere di mediocri valori veicolati proprio dalla televisioni di "Papi".
    Perciò, non è abolendo la scuola - ciò che sta progettando "Papi" - che si risolvono i problemi. Magari, potremmo iniziare ad "abolire" proprio il "Papi".
    E' altrettanto vero che non scorgo sintomi di "rivolta" in questo voto: una maggior disaffezione verso la classe dirigente, però, sì.
    Mi sembra interessante valutare il successo del MPA in Sicilia: non è la rivolta delle popolazioni meridionali, ma la paura d'usare il proprio voto per sorreggere Bossi.
    L'alleanza fra Lombardo e Storace (la destra sociale) ed i pensionati (categoria, in qualche modo, di "garantiti") fa pensare ad un blocco sociale più legato alla rendita ed all'assistenzialismo che a qualche sorta d'indipendentismo o di "revanche" meridionalista. Sono i soliti giochi di palazzo.
    Per quanto riguarda me, vorrei precisare che non ho la stoffa del capo politico: sono soltanto uno scrittore, al quale piace zappettare l'orto e farsi la birra (ottima Lager, l'ultima).
    Compresi, dai rapporti che ebbi con il centro-sinistra molti anni fa, che da quella parte non c'era nessuna volontà di cambiare veramente l'andazzo di questo Paese, bensì solo di salvaguardare le loro rendite di posizione. Pensate un po': il PD aveva mandato Berlinguer (77 anni!) in Friuli, ed è stato trombato da una sconosciuta Serracchiani.
    Perché i due partiti della sinistra radicale non si sono accordati per una lista comune?
    Per semplici questioni di poltrone, sulle quali non hanno trovato un accordo.
    Tutti, IDV compresa, sono semplicemente apparati di potere che non c'entrano nulla con la democrazia.
    Non scorgo all'orizzonte dei Moro, Berlinguer o persone di quel calibro, ed il tentativo grillino delle liste civiche è naufragato nei fatti, negli "0,..%" raccattati ai seggi.
    Ho promesso che ri-pubblicherò Italianova e lo farò, appena finito l'anno scolastico, ma non c'aspettiamo troppo: i tempi del "rimbalzo" sono ancora lontani.
    Grazie a tutti
    Carlo

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  11. Anonimo3:59 PM

    Carlo non credi che che la Serracchiani stessa che scalza una fetta della gerantocrazia del pd dopo aver fatto ad essa un denuncia o l' ingresso di una figura come De Magistris fino ieri simbolo comune di una battaglia comune contro i poteri forti possano essere la novità stessa di questi partiti? A me sembra che come al solito si voglia uniformare tutto e tutti mi piacerebbe sapere da te in una sola parola che cosa necessiti per avere fiducia in un partito o in un movimento? Grazie per l' ascolto.

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  12. Semplicemente, caro Marco, che gente come la Serracchiani o De Magistris siano i leader, non i gregari.
    Come si fa a credere che questa gente - Grillo compreso - faccia un passo indietro?
    Difatti, continuiamo a sentir parlare Di Pietro, Rutelli, DAlema...e non De Magistris e la Serracchiani.
    La grande fregatura fu il "cantiere" di Prodi del 2006: dopo, tutto ne deriva.
    Ciao
    Carlo

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  13. Ti segnalo un articolo interessante su tv di sinistra e di destra, vorrei un tuo parere http://www.wolfstep.cc/1266/errori-storici/
    secondo me è proprio questo il problema principale della ''scimmia''

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  14. Ho stampato il testo di Wolf, Greciudd, perché è un po' lungo.
    Lo leggerò e ti dirò cosa ne penso.
    Ciao
    Carlo

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  15. Va bene ma lo devi per forza stampare? Non puoi caricarlo sul Kindle (http://www.amazon.com/Kindle-Amazons-Original-Wireless-generation/dp/B000FI73MA)?! Sto scherzando, grazie di tutto ciao.

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  16. L'analisi di Wolf è puntuale e precisa per quel che riguarda il deficit di comprensione - diciamo "mediatica" - della sinistra, e non solo.
    Rincarando la dose, potremmo ricordare come furono trattati dalla sinistra grandi intellettuali come Pasolini e de André (non che la destra abbia trattato meglio Guareschi).
    Quello che non quadra è il discorso generale sulle TV: si vede che è scritto da un uomo con il cuore che batte ancora troppo "a destra" per mostrare analisi imparziali.
    Ad esempio, non riflette nemmeno sullo "stop" che venne dato a Berlusconi in Francia e Spagna, per le sue televisioni, e da due uomini di destra, Chirac ed Aznar.
    Il problema non è, allora, se la sinistra sia ingrado di produrre (semplifico) cultura "fruibile" nel mondo del Web 2.0, ma se l'Italia - in toto - riesca a farlo.
    Perché, se il modello culturale è quello della De Filippi, mi tengo stretto Minoli.
    Comunque, non ho voglia d'imbastire una polemica per la quale sarebbe necessario un saggio, altro che un articolo, ed in questo momento mi manca il tempo di farlo.
    Ciao e grazie
    Carlo

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  17. forse gli "intellettuali" avvinandosi a chi fa "arte" vanno al sodo delle cose pulendo le parole e restituendogli il loro significato originario. questo spiazza la gente perchè così facendo si diventa più precisi e impegnati... mentre la "politica" deve acchiappare tutti indistintamente e in maniera indisciplinata. per cui le parole in "Politica" hanno pesi e misure diverse, più generiche e demagoghe.

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  18. Salvatore indica un problema importante, quello del linguaggio.
    Anch'io leggo - qui e là - analisi interessantissime, scritte da persone di grande cultura: il problema è che possono essere comprese dall'1% della popolazione.
    Ho sempre scelto la strada di "raccontare" più che di "spiegare" per questo motivo.
    E, credetemi, esporre in modo semplice argomenti complessi richiede tempo: per questa ragione i miei articoli non sono frequenti. Talvolta, proprio per non "perdere il treno", mi limito a brevi post.
    Sull'altro versante, s'incontrano analisi che sarebbero interessanti, ma espresse con un linguaggio che rende la lettura una forca caudina.
    In medio stat virtus?
    Probabile
    Grazie a tutti
    Carlo

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