Finora non ho voluto affrontare decisamente l’argomento
Coronavirus, però adesso è giunto il momento di prendere il toro per le corna
ed affrontarlo direttamente, senza articoli che sì lo coinvolgano, ma sempre di
striscio. L’argomento ha molti aspetti, perciò svilupperò un argomento alla
volta.
La guerra
batteriologica
Chi sentenzia con gran sicurezza – comprendo avere un dubbio
– la provenienza militare, o simile, del ceppo del Covid-19 sa molto poco d’armi
batteriologiche.
Le armi batteriologiche sono le uniche armi di distruzione
di massa che mai sono state sperimentate in una guerra, a differenza di quelle
atomiche e chimiche (gas). Perché?
Poiché nessuno è in grado di prevedere lo sviluppo della
pandemia conseguente oltre le prime fasi.
I virus/batteri usati per le armi batteriologiche hanno una
mortalità percentuale altissima, perché il loro scopo è uccidere in modo
massivo la popolazione ed i militari avversari, ma dovrebbero avere/avrebbero
un tempo massimo di durata per la loro azione.
Ragioniamo: che se ne farebbero i “vincitori” di un pianeta
deserto, senza più nessuno in grado di far funzionare niente? Non lasciamoci
prendere dalla fantascienza.
Per questa ragione, ciò che chiedono i militari agli
scienziati, giacché questa è la richiesta dei politici e dei committenti centri
finanziari, è che funzioni, che faccia un sacco di morti, ma che si fermi. Dopo
“un po’”.
Immagino che i biologi che lavorano a quei sistemi abbiano
già un sacco problemi a stabilire quanto può essere “quel po’”, figuriamoci
fornire ai politici la certezza che i microorganismi non muteranno, non si
riprodurranno, risponderanno sempre al medesimo modo agli antidoti, ecc. E chi
si prende una simile responsabilità?
Steven Spielberg, fra tutti i suoi film, ha costruito un
film spacciandolo per ragazzi: in realtà, un grande film sulle “certezze” della
Scienza. Per adulti, ovvio: Jurassic
Park.
In quel film, tutto era previsto, tutto era catalogato,
normalizzato, controllato, analizzato, standardizzato, esaminato…e tutto doveva
andare alla perfezione. Tutti avete visto come andò a finire.
Perché la Biologia non è un sistema informatico – il quale
si rompe, ma è sempre possibile risalire alla causa – mentre in ambito
biologico non ci sono certezze.
Come fanno, i biologi, a fornirvi un microorganismo che
funziona come un computer? Ah, certo: i generali sono abituati ai computer
“intelligenti”, quelli che controllano i sistemi d’arma. Come in Iraq, in
Afghanistan, in Serbia, in Siria. Ma i biologi non possono farlo!
La Scienza – quella seria signori miei, non quella dei film
di James Bond – non è mai, soprattutto quando si trova ad affrontare la
biologia, una scienza esatta: è un sapere che va per approssimazioni, per limiti
tendenti a zero oppure all’infinito, ma mai può affermare “zero” o “tutto”.
In Ecologia, ad esempio, tutti gli studi sugli insetti vanno
soltanto per esponenziali (10x) per quantificare le popolazioni, e
nessuno è in grado d’accorgersi se per qualche accidente la popolazione delle
vespe o dei millepiedi è raddoppiata o quintuplicata. Quanti sono gli uccelli?
Si dice 100 miliardi ma nessuno, in realtà, lo sa: fece bene, Hitchcock, a
girare il suo capolavoro.
Se vogliamo considerare la Scienza come esatta dovremmo
interrogarci sulla necessità d’aver creato i gas ideali per formulare delle
teorie appena un po’ più comprensibili per tutti. Oppure, non dovrebbero
esistere le cosiddette “malattie rare”, ossia quelle che hai una probabilità su
molti milioni di prenderti. Dovremmo sapere tutto di tutto, e con precisione,
ma non siamo in grado di farlo.
Questa prudenza, è quella che ci ha salvato finora dal
leggere notizie sui quotidiani del tipo: “Nel Balabastan un attacco
batteriologico ha sterminato la popolazione dei Cruptiri, pare che il missile
sia giunto dal Menamestan”.
Perché, signori miei, se avessero la certezza matematica
d’ottenere un danno del 100% a fronte di perdite del 10%, l’avrebbero già
fatto: se ci pensate bene, è la stessa logica che ha retto per anni la guerra
in Vietnam, l’unica vera guerra moderna che mai sia stata combattuta.
Quella guerra vide ampio uso di napalm e di defolianti, ma
nulla di biologico: oggi c’è un ampio dibattito sul fidarsi oppure no dei droni
– nel senso d’affidare completamente la guerra ai droni, con notevoli risparmi:
pensate ai seggiolini eiettabili o agli impianti d’Ossigeno sugli aerei, ai
limiti di G possibili…ma non si riesce a farlo – perché i militari sanno che per ogni drone
ci può essere un hacker. Figuriamoci per una situazione dove la certezza non esiste:
c’è solo una vaga percentuale!
La moltiplicazione dei mezzi di comunicazione, poi, è
direttamente proporzionale al numero degli stupidi: come si fa ad affibbiare la
patente di profeta ad uno scrittore statunitense, Dean Koontz nel libro The Eyes of Darkness, uscito
quarant'anni fa? Nel 1981, nel suo libro, aveva immaginato una spy-story dove
un cinese scappava con i dati di un virus chiamato “Wuhan-400” – sapeva che presso Wuhan
c’erano dei centri di ricerca militare – e quindi così lo chiamò. Poi, tutta la
vicenda avviene in Brasile…tutto diverso…eppure, dagli al profeta!
Ricordate sempre, prima di correre dietro al primo che
grida, che Carlo Maria Cipolla – uno dei maggiori medievalisti che abbiamo
avuto in Italia – affermò che la quantità di stupidi, nelle civiltà storiche, è
una costante. Non ha portato prove per la sua tesi, ma quando sento certe persone
pontificare…beh…mi torna alla mente.
Un virus creato ad
hoc, in un quadro geostrategico
La seconda possibilità è che abbiano creato un virus non-letale
per scompaginare le economie avversarie, eccetera, eccetera…come no…peccato che
le Borse e gli Investimenti siano tutti sovranazionali…e allora? Vi siete
accorti che il prezzo della benzina è calato? Ovvio, perché chi ha comprato un future a 100, oggi s’accontenta di
recuperare 95 e salvare il capitale mentre nessuno ha comprato a 90,
semplicemente perché nessuno tre mesi fa era così scemo da vendere a 90. E di
benzina se ne vende sempre di meno.
In questa fumosa ipotesi, non si capisce cosa c’entri la
Corea del Sud: per quale ragione s’è vinta un bel Cov-19? Non fa parte a pieno
titolo dell’alleanza occidentale? Passiamo oltre: l’Iran. Eh…l’Iran è stato
colpito perché è un nemico degli USA, uno Stato canaglia…ecc…pochi sanno, però,
che uno delle poche nazioni a sostenere la forza d’urto delle sanzioni
americane è stata la Cina, insieme alla Russia.
Le interazioni fra l’economia cinese e quella iraniana sono
strette e vivaci, perciò ha senso che ci siano stati dei contagi, senza
scomodare il dottor Stranamore: oltretutto, l’area di Wuhan è proprio quella
dell’elettronica militare e, guarda a caso, l’Iran ha migliaia di missili che
devono, costantemente, essere aggiornati…
A chi gioverebbe una simile mossa? A Trump? Agli USA? Negli
USA – visto che un tampone per il Covid-19 costa dai 1.000 ai 4.000 dollari
(1), hai voglia che il numero ufficiale degli infettati è basso! E chi se lo
può permettere? Vedremo più avanti, con la campagna elettorale in corso, come
se la caverà Trump.
Si arriva così alla scelta tedesca (e parzialmente francese)
di non differenziare i casi di Cov-19 dalla comune influenza H1N1: questo
perché l’industria tedesca ha appena registrato un calo del 6,8% della sua
produzione per l’epocale cambiamento di tecnologie (Italia, -4%) ed Angela
Merkel già sa che il suo scranno è perduto, ma non vuole privarsi del diritto
di primogenitura, ossia di tentare, almeno, di nominare il suo successore.
Però, alla fine di questa vicenda, i nodi verranno al
pettine anche per Angela Merkel.
Come nascono e vivono
i virus?
La Cina è sempre stata la “fabbrica” dei virus nel
dopoguerra: avevo una decina d’anni quando mi presi l’influenza dell’anno –
solito virus H1N1 – definita “asiatica”, poi ne sono arrivate a decine. Nessuno
sa con precisione perché esista questo fenomeno: c’è però da considerare la
grande differenza nell’alimentazione fra l’Occidente e la Cina. In Cina (salvo
verso la Mongolia) non ci sono bovini: tutta l’alimentazione, sul fronte delle
proteine animali, è indirizzata su maiali e pollame vario. Ma non basta ancora.
Difatti, i cinesi mangiano una serie d’animali che noi non
pensiamo minimamente d’assaggiare: dai piccoli mammiferi fino ai rettili e,
infine, agli insetti. La cucina cinese che mangiamo qui, in Europa, è soltanto
la cucina di mare cinese, e ci dimentichiamo che la Cina è, in gran parte, un
Paese continentale. L’altra cucina, non la immaginiamo nemmeno.
Questa differenza comporta la naturale tendenza dei cinesi
ad essere immuni e/o meno coinvolti da molte malattie dovute al passaggio – sia
per l’allevamento, sia per la nutrizione – da specie molto lontane, sul
versante evolutivo, dal nostro genoma.
Se avete un po’ studiato l’evoluzione della biologia
dall’Alto Neozoico in avanti, saprete che nelle Americhe ed in Oceania, come anche
in Estremo Oriente, le popolazioni di erbivori furono decimate dalla caccia dei
nostri antenati, fino all’estinzione di molte specie. Nell’area Nord Africana,
Europea e Medio Orientale, invece, si passò all’allevamento degli erbivori, che
ci consentì di “assorbire” in un lasso di tempo più lungo le inevitabili
malattie contratte dagli animali allevati.
Ne abbiamo la prova perché, quando andammo in America, le
popolazioni indigene scomparvero quasi senza lo sterminio dei conquistatori. La
famosa epopea delle Guerre Indiane fu soltanto l’ultimo capitolo della vicenda
– le popolazioni Oglala da secoli avevano il cavallo (portato dagli spagnoli) e
da sempre il bisonte – e questo consentì loro di non soccombere a molte delle
malattie che portarono gli europei, perché il contatto era stato diluito nel
tempo. Ci pensarono Vaiolo (in minima parte), Alcool e Winchester.
La “Cultura del Mississippi” – che abitava l’areale del
grande fiume, e gli storici valutano in circa 20 milioni d’abitanti –
semplicemente sparì, al contatto con i nuovi venuti, così com’erano spariti –
ossia morti – Inca ed Atzechi. Per malattie.
Dunque, le teorie cospirazioniste giungono a scontrarsi con
delle evidenze storiche le quali non possono convincere che il complotto non
sia avvenuto – se avete questo in testa, nessuno ve lo toglierà dalla mente, ne
sono certo – però potrete capire che il “ventaglio” di ragioni è più ampio, fa parte
della Storia dell’Umanità e ci consegna un puzzle non privo di dubbi.
Inoltre, la nostra civiltà tecnologica ci presenta uno
scenario nel quale la tecnologia, e solo essa, è in grado di mutare gli
scenari: il che, non è vero. Siamo iper-tecnologizzati, costruiamo
apparecchiature mediche impensabili solo mezzo secolo fa ma le nostre
“risposte” agli stimoli, talvolta, affondano nelle ere pre-storiche: la paura
improvvisa, che ti “ghiaccia” in un istante e ti lascia immobile, fu il modo
inconscio che la nostra specie usò in tempi antichissimi per difendersi dalle
fiere predatrici perché l’animale percepisce due eventi principali nella
caccia: l’odore ed il movimento.
Infine, il nostro genoma è vecchio di milioni di anni e si è
evoluto insieme a quello degli animali: nulla di strano, il Covid-19 è solo
un’interazione capitata nel 2020, che supereremo: la tecnologia, l’esperienza,
le precauzioni ed il sapere serviranno, ma solo a decidere l’esponente dei
morti, se migliaia o milioni.
Inoltre, il virus Covid-19 non è solo: ci siamo dimenticati
del “ceppo” relativo alla SARS e alla MERS? Difatti, il nome scientifico del
virus è SARS-CoV19, ossia una mutazione del virus SARS.
Invece, per alimentare le teorie del complotto, c’inventiamo
che da qualche parte, qualcuno, s’è appropriato di un virus modificato e l’ha
sparso in giro per il mondo, come se la SARS e la MERS non fossero mai
esistite. Anche le malattie che distrussero le popolazioni americane furono
sparse deliberatamente?
Nella seconda metà dell’Ottocento in qualche caso sì –
oramai si sapeva di più sui microorganismi, grazie a Pasteur – ma quelle del
Seicento? All’epoca si riteneva che le malattie fossero dovute a “miasmi” od
accidenti del genere, non c’era la minima nozione scientifica di trasmissione
del contagio. Si intuiva qualcosa, qui e là, ma niente di più:
empiristicamente, avevano notato che la peste si trasmetteva e dilagava, ma non
avevano la minima conoscenza del fenomeno. Michel de Notredame – medico, in
arte Nostradamus – qualcosa intuì nel Cinquecento e consigliò di tenere lontani
i topi, ma erano intuizioni senza seguito.
Gli spagnoli, invece, conobbero il chinino per caso: una
pattuglia spagnola, mentre risaliva la costa del Perù – affaticati, in preda
alle febbri, senz’acqua – si lasciarono andare e bevvero l’acqua di una pozza.
La febbre sparì: qualcuno, pensò che proprio i rami di quell’insignificante
albero, che s’annegavano nella pozza, li avesse salvati. Così conoscemmo la Chincona, ossia l’Albero della China.
Perché l’Italia?
Il contagio europeo è partito dall’Italia, o forse la
Germania è riuscita a tenere nascosto il cosiddetto “paziente zero” per alcune
settimane? Ha scarsa importanza.
Oggi, sappiamo di più sul Cov-19: sappiamo che è un virus
che si presenta, in molti casi, in modo assolutamente non-sintomatico, ossia
molte persone infette non hanno nessun sintomo. Altre ne hanno di più lievi: un
po’ di febbre e nulla più. Si comporta, in effetti, come qualsiasi virus
“naturale” (e dunque non militare) che segue per la sua espansione la Campana
di Gauss, ben nota nella statistica.
E’ chiaro che, in simili condizioni d’infettività, il virus
ha vita comoda: può darsi che un cinese (più probabilmente un gruppo di cinesi,
fra i quali c’era qualche persona infetta ed asintomatica) sia arrivato in
Italia quando l’infezione iniziava appena a presentarsi in Cina.
Oltretutto, ha un periodo d’incubazione piuttosto lungo: ben
14 giorni! 14 giorni nei quali questa persona ha potuto girare tranquillamente
perché non avvertiva nulla, magari qualche linea di febbre ma non ci ha dato
peso perché è passata da sola.
In un recente articolo ho parlato dell’immigrazione
clandestina cinese sul confine giuliano, che è una via possibile, ma poco
probabile. Perché?
Poiché una decina di giorni prima che scoppiasse il
pandemonio di Wuhan, quella (o quelle) persona poteva essere già qui, senza
essere cosciente di nulla. Come le persone che si sono tranquillamente
imbarcate sulle navi da crociera, che solo dopo hanno manifestato la malattia.
Si potrà dire che il “percorso” dell’infezione è il medesimo
dell’immigrazione clandestina da Trieste: il Veneto (uno dei primi casi) poi la
bassa padana, fra Milano e Piacenza. Può essere, ma può essere anche una
coincidenza.
Sulla zona di Piacenza, però, c’è da dire una cosa: è, in
qualche modo, il “centro” d’Italia per la distribuzione delle merci: lì ha
sede, ad esempio, il magazzino generale di Amazon, ma anche altre catene hanno
le loro strutture in quell’area perché è “centrale” per raggiungere tutto il
Nord oppure prendere la via del Sud, lungo l’autostrada del Sole o la ferrovia
ad alta velocità. Non è l’unica zona: anche l’area veronese è in buona
posizione: la sede centrale di Lidl, ad esempio, è lì.
C’è la possibilità che il virus sia giunto mediante una
merce?
Il Cov-19
ha scarsa resistenza al contatto dell’aria, però qui
entra in gioco la statistica: se il denominatore è un numero consistente, tutto
dipenderà dal valore del numeratore. Se il valore è 1/25.000 non c’è quasi
nessuna possibilità che un evento si generi, ma se la frazione è 5.000/25.000 c’è
una probabilità su cinque che l’evento si generi. Per questa ragione, potrebbe
essere importante l’area di concentramento, magazzinaggio e poi distribuzione
delle merci estere (che aumentano il numeratore): ma, ci tengo a sottolinearlo,
sono soltanto ipotesi, senza la minima certezza.
Economia e virus
Bel binomio, prodromo di mille speculazioni giornalistiche
alle quali abbiamo assistito. Favorevole per chi deve vendere un vaccino
(quando ci sarà) oppure dei mezzi di contrasto, gamma-globuline specifiche od
antivirali mirati. Anche chi vende mascherine od impianti sanitari ne riceverà
un vantaggio, ma il gioco varrebbe la candela?
Tutto il resto precipita, almeno per qualche tempo, e non è
detto che i mancati acquisti di oggi si trasformino in acquisti di domani:
nonostante tutti gli arzigogoli, le simulazioni e gli scenari informatici,
nessuno lo sa. Si sa per certo, però, che una parte di Pil se la porterà via il
Cov-19: meno automobili, meno elettronica, meno concerti, meno cultura, meno
balli…meno su tutta la linea.
Quindi, se qualcuno ancora ritiene che il virus sia – in qualsiasi
modo – una trovata “finanziaria” lo invito a riflettere. Ovunque, si rischia
d’avere i magazzini delle merci saturi e che le merci ristagnino sugli
scaffali: vi sembra che un simile scenario faccia andare in brodo di giuggiole
gli investitori? I quali, badate bene, investono anche nelle aziende
farmaceutiche, ma il farmaco, per essere l’optimum per loro, deve sì farti
sentir meglio, ma mai guarirti, poiché verrebbe meno una parte dei loro
profitti.
Quindi, molti malanni, ma nessuna pandemia che spaventa al
punto che si decide (o si è in obbligo) di consumare meno, su tutta la filiera
dei prodotti e servizi in vendita.
I primi a voler far sparire il Covid-19 dall’umanità sono proprio
i banchieri e la finanza, di tutte le razze e le religioni, perché nessuno di
loro ci guadagna: pregheranno tutti, con la kippà od il velo islamico,
cattolici e protestanti, buddisti e confuciani. Tutti con un occhio ai
portafogli e l’altro ai listini di Borsa.
L’altra bufala riguarda un pensiero che a molti è passato per
la mente: gli istituti previdenziali sono beneficiati da questa “moria”
d’anziani.
Anche se, al termine del percorso, i morti per il Cov-19
fossero compresi in una “forbice” fra i 5.000 e i 10.000 – siccome i decessi italiani nel 2019 sono
stati circa 647.000 – sarebbe una incremento intorno all’1%: niente che cambi
l’equilibrio previdenziale dell’INPS. Senza dimenticare che, trattandosi di
soggetti molto anziani, parecchi malati sarebbero morti dopo breve tempo per
altre patologie. Ma c’è di più.
L’INPS, oramai da anni, non ha più una vera autonomia dallo
Stato: già ai tempi di Tremonti l’autonomia dell’INPS venne seriamente ridotta:
dopo Monti, poi, è risultato evidente che era oramai soltanto una voce,
apparentemente separata, del bilancio statale.
Fra i compiti dell’INPS, però, non c’è solo la previdenza,
bensì anche l’assistenza, ossia il sostegno per i lavoratori in difficoltà: a
dirla tutta, la cassa integrazione.
Non sappiamo come andrà a finire, economicamente, questa
epidemia: ci saranno dei danni economici, senz’altro, ci saranno concessi
alcuni benefici dall’UE, e passi, ma il conteggio degli ulteriori esborsi si
farà alla fine, e non saranno certo quei poveri morti nelle corsie ospedaliere
a sanificare i bilanci!
Quello che andava
fatto meglio
Il primo errore è una falsa imputazione: fatale,
immaginifica di una realtà impossibile.
Il responsabile nazionale della Protezione Civile, Angelo
Borrelli, ha ieri dichiarato: “Vinciamo
la nostra guerra se i nostri cittadini
adottano comportamenti responsabili”.
Potremmo rispondere a Borrelli che l’Italia entrò in guerra
contro la Francia e l’Impero Britannico con 150 carri armati, già obsoleti
appena usciti di fabbrica e completamente inutili: la corazza degli M-13 veniva
sbucazzata dalle comuni mitragliatrici. Che comportamento responsabile!
Ma torniamo all’oggi – ricordando che un virus non è una
guerra – e chiediamo a Borrelli cosa ne pensa delle migliaia di milanesi che
ieri, Sabato 7 Marzo, sono scesi come Unni con i loro camper ed hanno invaso la
costiera ligure: capiremmo se fosse stato il 7 Giugno, con la voglia di bagni,
ma il 7 Marzo: perché?!?
Poiché la voglia di trasgredire, di farla in barba a tutti,
di scappellare le leggi, di mostrare quanto il “singolo” tenga presente la sua
appartenenza ad una “comunità” è profondamente insito negli italiani. Come la
pietà per i cuccioli di foca in uno Squalo Bianco.
Oppure le “fughe” in treno verso il Meridione, ancora
intonso dalle virali intemperanze, non ancora corrotto dalle imposizioni che la
legge, in stato di emergenza, deve poter imporre?
Borrelli, ma lei ci crede? Davvero? Ma dov’è vissuto in
tutti questi anni, mentre gli italiani erano educati al sollazzo, senza curarsi
dei danni che avrebbero procurato? Quando evadevano le tasse, compravano – famelici
– i programmi per scovare gli autovelox, pagavano per inquinare i terreni con i
loro scarti industriali, oppure più in alto, si facevano fare da un parlamento
comprato le leggi sulla Giustizia per evadere la legge?
Borrelli: lei non è in grado di proteggere nulla e nessuno,
perché le manca la dote basilare per svolgere quel compito, ossia che chiunque
governi deve, per prima cosa, conoscere bene chi sono i suoi governati.
Non servono appelli, richiami al decoro, spinte verso
l’altrui bisogno: bisognava, semplicemente, dire che chiunque esce – senza
permesso o comprovato motivo – dalla zona rossa è multato con una sanzione che
va da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 5.000. Questa, ne sono certo, la
capirebbero.
Comprendiamo che l’avvocato Conte, non avendo dirette
competenze scientifiche, sia dovuto ricorrere a mille consiglieri scientifici,
a mille medici sapienti, a mille microbiologi di provata temperanza. Ma, alla
fine, avrebbe dovuto ricordare che la sua carica era super partes, non stiracchiata come una giacchetta da due soldi da
un capo all’altro.
Tutto lo svolgimento di questa misurata, anzi sofferta: no,
stitica azione di contrasto nei confronti del Cov-19 è stata lenta e zeppa
d’incongruenze.
Dov’è avvenuto il fattaccio? In Cina. Bene, quando arriva un
aereo dalla Cina avvertitemi, eh? Ah, già che ci siete, misurate loro la
febbre. Un ottimo provvedimento: per un ministro della Destra o della Sinistra.
Storiche.
Come ha fatto a non saltarle in mente che una persona che
vuole entrare in Italia, prende un volo (o un autobus) in Cina e scende ad
Hong-Kong, poi riparte e sbarca ad Heathrow, dove non ci sono controlli per le
provenienze da Hong-Kong: è un possedimento ex imperiale! Oh, sir…
Da lì, con pochi aggiustamenti, un volo per Roma proveniente
da Heathrow (od altri mezzi): passi pure. Lo ha fatto un italiano, che poi l’ha
raccontato alla stampa.
E un cinese di Hong-Kong, è tanto diverso – nell’aspetto –
da un cinese di Canton? O di Shangai?
Ricorda l’allenatore della Nazionale italiana, Fabbri,
contro la Corea del Nord nel 1966? “Per
me, fra il primo e il secondo tempo, li hanno cambiati tutti: e come facevi a
distinguerli tutti ‘sti Kim?”
E poi, quando ha capito che il focolaio dell’infezione si
stava diffondendo prima nelle province di Cremona e Piacenza, poi vero
Milano…quanto tempo c’è voluto per capire che l’infezione andava più veloce
dell’azione di governo?
Senta, Conte: fra i suoi collaboratori, c’è per caso un
Generale? Immagino di sì. Un Generale di Fanteria qualsiasi, non ha importanza
se è stato al Pentagono o se ha fatto la guerra di Cric e Croc…no…lo prenda da
parte un attimo, e gli faccia una domanda.
“Generale, mi
racconti: come si fa un accerchiamento? La devo prendere “larga” oppure
stringere tutto in un sacco piccolo?” Se ha ancora dei dubbi, vada a
leggere cos’hanno fatto i russi a Stalingrado. Capirà subito che, se devi
accerchiare qualcuno, devi circoscrivere un cerchio più largo, oltre le sua
punte avanzate, in modo che non se ne accorga: solo così sei sicuro che le rane
siano tutte in fondo al sacco!
Adesso la Lombardia, più qualche provincia, un po’ nel
Veneto, un po’ in Emilia – no, Bologna no… – un po’ di Piemonte – eh, ma a
Torino come fanno? – e vedrà che, in men che non si dica, le avanguardie
arriveranno a Napoli. Spero di sbagliarmi, che il nemico non abbia colonne
motorizzate veloci: se mai, chieda consiglio a Borrelli, lui ha parlato di
guerra…
Chi controlla le via d’accesso alle zone rosse, Presidente
Conte? Chi sorveglia i movimenti sui treni? Chi sugli autobus a lunga
percorrenza? Chi i traghetti?
Dove troverà migliaia di agenti da inviare nelle stazioni
dei treni e degli autobus, nei porti e, soprattutto, chi sorveglierà le vie
secondarie? L’italiano non è responsabile, non è consapevole, non ha coscienza
civica anche perché l’educazione civica, nelle scuole, non è mai stata
studiata. Perché? Forse perché studiandola i ragazzi imparerebbero i loro
diritti? Andiamo oltre.
Noi vorremmo sapere, visto che sulle strade non c’è mai
nessuno che controlla nulla, salvo in vicinanza delle discoteche e nei centri
cittadini: dove troverà decine di migliaia di persone da inviare sul
territorio?
Perché, presidente Conte, dalla Lombardia si può uscire da
mille strade diverse, magari secondarie, ma agibili, asfaltate, solo meno
conosciute.
Le do un consiglio gratis, tanto dovrà arrivarci ugualmente.
L’Esercito italiano ha circa 171.000 effettivi, senza
conteggiare i Carabinieri: e se, invece di inviarli sempre dove la NATO ha bisogno
di metterci una pezza, le usassimo per un’emergenza nazionale?
Pur mantenendo la custodia di navi, aerei, caserme ed
armamenti, riteniamo che almeno 50-60.000 persone sarebbero disponibili per
questi scopi. E’ o non è un’emergenza nazionale?
Per carità, niente carri armati o mitragliatrici in giro:
non si tratta di terrorismo. Diamogli, al massimo, una pistola da tenere in
tasca e qualcuno con la mitraglietta (non sai mai chi incontri), magari con un
poliziotto o un carabiniere nelle squadre di sorveglianza (per la maggiore
esperienza) però, per controllare i flussi ed i documenti di chi vuole passare,
non sarebbero utilissimi? Perché la Cina lo ha fatto, noi siamo il secondo
Paese al mondo per decessi e non dobbiamo farlo?
Conclusioni
Passerà, certamente, passerà: il problema è, sin da oggi, capire
cosa ci lascerà. Le scelte che faremo oggi saranno importanti per il nostro
futuro e, di tutta la questione, la meno importante è l’economia, che poi
riprenderà, magari con tutte le sue magagne, ma riprenderà.
Anzitutto, trovo sbagliato seguire i “consigli” d’alcuni
anestesisti e rianimatori che chiedono una regolamentazione – de lege – per
decidere chi si salva e chi no. I medici, talvolta, operano già queste scelte
per non finire in inutili accanimenti terapeutici: c’è la morfina, e fortuna che
in molti casi esiste, ma lo fanno sotto la propria responsabilità.
Un provvedimento di legge in tal senso sarebbe deflagrante
nella società italiana: finirebbe che “quello si è salvato perché conosceva
qualcuno”, oppure “ha telefonato il primario di…”, “s’è interessato l’onorevole
K…” eccetera.
Non possiamo certificare in alcun modo questi comportamenti:
i medici proseguano con le loro metodologie, con la loro deontologia
professionale, ma non chiedano alla legge un supporto per giustificare le loro
scelte. Sarebbe non solo deontologicamente scorretto, bensì deflagrante per la
società italiana, così abituata alla “raccomandazione”. La legge non può
certificare nessuna raccomandazione, ed i medici sappiano che nessuna
raccomandazione sarà tenuta, in futuro, in conto.
Questa vicenda ha sì toccato la globalizzazione, ma non è
figlia della globalizzazione: a meno di sostenere che i confini dovrebbero
essere sbarrati ed i viaggi consentiti soltanto dopo i visti delle ambasciate,
com’era con alcuni Paesi un tempo, durante la Guerra Fredda. L’URSS, ma anche
gli USA.
Il virus non ha autonomia di vita dall’organismo che lo
ospita: perciò, non possiamo di certo accusare le merci d’essere un veicolo di
contagio.
Un tempo, le verdure crescevano nei dintorni delle città e
venivano vendute nei mercati rionali, mentre oggi arrivano dalla Spagna sui
camion: confesso che preferirei un’agricoltura più “nostrana” (e di servirmi
soprattutto da chi la pratica, orto a parte) ma non trovo collegamenti con
questa vicenda.
Molti italiani si recano in Cina per lavoro: la Cina vende
molti prodotti di largo consumo in Italia, ma l’Italia vende alla Cina beni di
alto contenuto tecnologico, e dunque questo interscambio è positivo, e non
riesco a vedere la necessità di “chiudere i rubinetti” perché è arrivato mister
Cov-19. L’influenza comune, giungeva dall’Oriente tutti gli anni.
Nonostante i tanti allarmi, ed una guerra infinita sui
media, nemmeno uno dei migranti che sono sbarcati sulle nostre coste ci ha
portato il virus: acc…Salvini, t’è andata male…
Se ci sono riflessioni da fare su questa vicenda, una è che
siamo una delle Nazioni con la popolazione più vecchia del Pianeta, e non è un
caso se qui da noi ci sia una mortalità percentuale più elevata rispetto alla
Cina, all’Iran od alla Corea del Sud, che sono Nazioni sensibilmente più
giovani. Ma questo è un problema che non sappiamo risolvere, perché non siamo
in grado d’interpretarne le vere cause.
Perciò, cari amici, riflettete su quanto ho scritto e
cercate di non lasciarvi infettare dai media, che così tante brutte figure come
durante questa crisi, non ne avevano mai fatte. A ciascuno il suo, titolava
Sciascia, ed aveva ragione.
Salve!
RispondiEliminaHo letto il tuo articolo proprio mentre Conte diceva: chiudo tutto!
L'unica cosa che non ho capito è come devo fare io
che lavoro a 37 km da casa pochissimo serviti da mezzi
pubblici... attraverso 3 comuni di due provincie,
anche se a 120 km/h sulla superstrada...
vedrò domani...
saluti
RA
Scarica l'autocertificazione dal Web, la compili e vai al lavoro: io, domani, devo andare dal gommista (che è a 5 km, ma in un'altra regione!) e farò così. Ciao
RispondiEliminaCarlo
senza contare che dopo averci ammazzato e resi INUTILI ci dovrebbero seppellire per non crepare di puzza e cadaverina sparsa. E' vero che sono abituati a mangiare cadaveri che loro chiamano carcasse, ma...I virus poi fanno parte del caos che non si lascia ordinare da incapaci quali siamo la maggior parte degli animali umani, ma lo fa di suo. Ecco perché ci sono le mille delle mille influenze ! E' vero che sono degli stranamore mischioni che consigliano di unire alcool e varechina perché la miscela di etanolo ed ipoclorito di sodio genera cloroformio, acido cloridrico, Cloroacetone o Dicloroacetone. Pensa chi non lo sa...testine...
RispondiEliminaL'unica cosa che mi sento di dire è: stiamo in casa! Salvo esigenze reali e contingenti.
RispondiEliminaPotremo così riscoprire la meditazione, il giardinaggio, la lettura, ascoltare musica, dedicarci a noi stessi, e liberarci di quello stress che affligge la maggior parte di coloro che hanno un'attività.
Occorre trasformare la calamità in un'opportunità.
La vita cambia anche se noi non ci accorgiamo, cambiano gli equilibri, cambiamo noi. Continuamente.
Un abbraccio.
Eli
Ho notato che le nazioni più colpite sono tutte a clima intermedio, ossia non ancora sub-tropicale e nemmeno pienamente continentale. Wuhan, ad esempio, ha grosso modo le nostre escursioni di temperatura. Italia, Spagna, Sud Corea, Iran...
RispondiEliminaCerto, bisogna anche considerare la densità di popolazione: e tutte e quattro (salvo la Spagna) hanno grandi concentrazioni d'abitanti.
Qui da me, ad esempio, non ci sono casi, però le distanze sono grandi fra un centro e l'altro, invece nei territori più densamente popolati, con paesini uno attaccato all'altro, grandi concentramenti di fabbriche e supermercati (è il caso della Lombardia)i casi aumentano e le autorità non ce la fanno a sbrogliare la matassa.
Di òà dal Coronavirus, sono molti anno che segnalo lo spopolamento del territorio a favore dei grandi centri (un residuo dell'epoca industriale) ma tanto...chi mi ascolta?
Ciao a tutti
Carlo
Grazie Carlo, hai scritto un bel report chiaro e sopratutto scevro da quelle paranoie che ormai impazzano nel web. En passant ti confermo che hai fatto bene a mollare certe collaborazioni con siti che ormai lasciano spazio veramente a deliri complottistici e ti risparmio un giudizio sui post dei commenti. Non riesco proprio più a seguire certe discussioni. Ben venga quindi un "ragionamento". Abbi cura di te e a presto.
RispondiEliminaLeggo solo adesso il suo post, lungo ma ricco di intelligenza e di cultura.
RispondiEliminaVedere che l'aveva scritto il 9 marzo, quando eravamo solo all'inizio dalla quarantena, è sorprendente. Saluti