A sei settimane dal voto, tutto ciò che la classe politica
vomita sono soltanto buffonate: questo è ciò che pensa la maggioranza degli
italiani. Non si può dare loro torto, vista la “resurrezione” di un Berlusconi
ad occhio e croce cinquantenne o quella di un Renzi che doveva andarsene il
giorno dopo la batosta del referendum. Non scordiamo che il governo Gentiloni
doveva solo traghettarci, il più velocemente possibile, verso le elezioni…e che
Renzi sarebbe tornato a fare l’avvocato. Così raccontava.
Non sono tanto importanti le bufale che ci raccontano: ad
esempio, tutti promettono il reddito di cittadinanza, di inclusione o di
dignità. Potrete scegliere, per famiglie di quattro persone, fra i 460 euro di
Renzi, i 1638 euro dei 5 Stelle o i 1200 euro di Berlusconi. Quale vi piace di
più? Sì, se restiamo su questo livello sono proprio buffonate, anche se – ad
onor del vero – i 5 Stelle hanno presentato un disegno di legge organico,
abbastanza ben fatto ed in tempi non sospetti. Non pagheremo più il canone RAI
(Renzi), il bollo auto (Berlusconi), le tasse universitarie (Grasso), eccetera,
eccetera.
Molto più importanti sono, invece, le manovre più o meno
occulte, ossia quelle che ci fanno capire dove vogliono andare a parare:
notiamo che sono solo mosse di avvicinamento, perché nessuno è certo di un
risultato che cambia diametralmente con un +/- 3%.
Sulla carta esistono parecchie alleanze possibili
(5Stelle-Lega, 5 Stelle-Liberi e Uguali) ma la più gettonata è senz’altro
PD-Berlusconi: è collaudata, funziona, ha l’imprimatur europeo. Però non è
un’alleanza fra la coalizione di Berlusconi e quella di Renzi, ma di cosa
resterà delle due alleanze dopo il voto.
Partiamo dalla Lega.
La Lega
ha puntato molto su tre temi: lotta all’immigrazione, abolizione della Riforma
Fornero e l’uscita dall’euro.
Sul primo punto non c’è tanto da dire: fa il pari con la
lotta all’evasione fiscale, tutti la citano e poi nessuno la attua. L’UE se ne
frega se mezza Africa viene in Italia, ma in cambio ci ha dato la possibilità
di “sforare” di più sul bilancio, cioè d’indebitarci: i politici si fregano le
mani (in un anno elettorale!), i neri bighellonano da una strada all’altra (non
c’è lavoro nemmeno per gli italiani!), ma fare più debiti piace, oh, quale
bellezza!
Tanto per capirci, il debito pubblico italiano (1), dal 2010
ad oggi, è passato da circa 1.400.000 milioni di euro a circa 2.000.000 di
milioni di euro, con un rapporto debito/PIL intorno al 130%: alla faccia della
Fornero che, con la sua riforma, “ha salvato l’Italia!”. Ancora un paio di
“salvataggi” di quel genere e salterà il tappo, quello che ci tiene a galla. Se
non è già saltato e già siamo con l’acqua alle ginocchia, ma nessuno ce lo
dice: mantenere la calma è l’imperativo categorico.
Gli altri due punti della Lega, invece, (Fornero ed euro)
saltano immediatamente nel momento stesso che si stringe l’alleanza con
Berlusconi, lo hanno capito anche molti elettori della Lega, che la stanno
abbandonando, ma questo non impressiona la Lega, quella di lotta e quella di governo. Prontamente
è stato richiamato in servizio permanente ed effettivo Roberto Maroni, il quale
si prepara (alleanza Berlusconi – Renzi) ad essere l’uomo “cerniera” fra la Lega (quella di governo) e
l’alleanza di centro destra che gestirà i voti dell’altra Lega, quella di
lotta. Come? Berlusconi non è più in grado di governare, lo avete sentito?
Biascica, non capisce…insomma…ha 80 anni ed è copiosamente rincitrullito. Mai
più si aspettava di dover tornare in campo: ha persino venduto il Milan!
Si tratta proprio di un’armata Brancaleone, tenuta insieme
con lo scotch e con promesse di soldi a volontà per tutti, perché anche l’altro
“puntello” non sta proprio bene.
Credo che Renzi, all’indomani della batosta referendaria,
non ritenesse più di avere un ruolo politico: d’altro canto, con la diaspora
interna al partito, unita ad una mancanza totale d’idee che non siano solo
vuoti slogan (Job Act, Buonascuola, Salva Italia, Italiariparte, ecc) c’era
veramente poca trippa per gatti. Ma anche a lui è arrivata la cartolina-precetto
da Bruxelles. Ma sei scemo?!? Torna subito dov’eri e rimettiti a macinare tweet
per ogni giorno dell’anno! Ti costruiremo noi l’alleanza giusta, non ti
preoccupare!
Il giorno dopo le elezioni, tutti avranno vinto meno
Renzi…oddio, non gli costerà niente stappare lo champagne…glielo mandano da
Bruxelles, tutto compreso nel prezzo…però non ci crederà nemmeno lui, come
dire: abbozzo, vabbè…
Con una maggioranza sbilanciata verso destra, dovrà fare non
il protagonista, ma la comparsa: di lusso, certo, ma pur sempre comparsa, come
del resto sarà lo stesso Berlusconi, che tengono per le palle con le mille
inchieste e con i guai giudiziari nei quali è da sempre impegolato.
Roberto Maroni è la persona giusta per infinocchiare per
altri cinque anni gli italiani: pensate, è un ex militante di Democrazia
Proletaria ed ex appartenente all’ufficio legale del Banco Ambrosiano, quello
di Roberto Calvi!
Ha un ottimo pedigree!
Non vi ha meravigliato che, lanciato com’era per un secondo
mandato alla Regione Lombardia (uno dei “piatti” più ricchi d’Italia), abbia
precipitosamente mandato all’aria tutto per rispondere “Presente!”? La chiamata
deve essere stata una di quelle importanti, alle quali non si può che
conformarsi. Una chiamata da Roma? Può essere…a Roma c’è lo IOR, quello in cui
Roberto Calvi aveva molti contatti…ma io la vedo più probabile dall’estero,
Germania, USA, la city di Londra…chi lo saprà mai? Mica ci mettono la firma!
Potrà governare con una solida (nell’accezione italiana)
alleanza fra ciò che resterà del PD, ciò che resterà di Forza Italia, più i
soliti illusi da decenni della Lega (è uno dei nostri, eh?) più varie ed
eventuali: qui si distinguerà la grande capacità di Berlusconi nel trattare,
comprare, perdonare, mettere in riga i riottosi…c’è sempre un Verdini o un De
Gregorio che risponde all’appello…ci sono avanzi della P2, resti di Gladio,
figli di qualcuno e di brave donne…non è un problema…qui ci sono i soldi,
ragazzi, fatevi sotto…
Due parole sui “resti”.
Il “resto” più importante sarà il primo partito italiano, il
M5S, fuor di dubbio. E’ un partito che campa sul semplice concetto della
“conventio ad excludendum”, ossia sull’isolamento totale da parte degli altri
partiti.
Potrà, forse, stipulare una debole alleanza con Liberi ed Uguali,
o forse con coloro che fuggiranno dalla Lega, se ci saranno (la corrente di
Salvini, ad esempio, se deciderà di restare fra i “duri e puri”, con una
riappacificazione con Tosi, ecc), ma sono scenari marginali, senza speranza e
senza costrutto.
Liberi e Uguali sconta l’eterna lotta interna ad una
sinistra che, in anni lontani, scelse il neo-liberismo come nuova ragion
d’essere, e non se n’è più distaccata. Propone d’azzerare le tasse
universitarie (cosa di per sé giusta, per carità) senza riflettere che sfornare
laureati a tonnellate serve soltanto a fornire una patente per l’emigrazione:
nulla che possa cambiare il nostro Paese. Cosa diversa se, insieme alle tasse,
ci fosse un piano d’industrializzazione in settori promettenti, ma qui ci si
scontra con i diktat delle oligarchie europee e, siccome l’Europa per loro è un
“sancta sanctorum”, non c’è nulla da sperare.
Il discorso sull’Europa chiama, inevitabilmente, in causa il
primo partito italiano, ossia il M5S.
Da sempre contrario all’euro (e, per molti aspetti, anche
all’UE) nelle ultime settimane ha compiuto una “rincorsa al centro” senza
precedenti, dal viaggio di Di Maio negli USA alle sue dichiarazioni di fronte
all’Insetto. Una rincorsa disperata e senza senso, che è servita solo a
confondere i suoi elettori: che senso ha dire che l’euro non è più un problema
“giacché l’asse franco-tedesco si è molto
indebolito”?
Non riusciamo a comprendere dove Di Maio abbia pescato
questa frottola…ma…Di Maio sa dove poggia l’asse franco-tedesco e da quali accordi
nacque?
Rinfreschiamogli la memoria.
L’asse franco-tedesco nacque fra Kohl e Miterrand, sul
finire degli anni ’80. Le ragioni erano ovvie e convenienti per entrambi: la Francia avrebbe chiuso un
occhio sulle enormi spese della Germania per assorbire la ex DDR, mentre la Germania avrebbe
accordato alla Francia un cambio molto vantaggioso (cosa che non ebbe l’Italia)
nella futura transizione all’euro. Un obiettivo che univa, ulteriormente, le
due nazioni fu quello della deindustrializzazione del secondo polo industriale
europeo: quello italiano, soprattutto il Nord-Est.
Dopo aver cercato inutilmente una soluzione “jugoslava” –
ossia staccarlo dal resto d’Italia (ci lavorò il sen. Miglio con la prima
“Lega”) – l’accordo ci fu, tramite un parametro di cambio a noi sfavorevole e
l’ingresso, da parte francese, nel grande mercato della distribuzione
alimentare. Di chi è oggi Parmalat? Ma non basta: la Vestas (azienda danese)
produce pale eoliche, che poi vende in tutto il mondo, nello stabilimento di
Taranto (2). La Fiat
è anglo-americana (il settore siderurgico è stato assorbito da Thyssen-Krupp),
molti oleifici sono diventati spagnoli (con capitali tedeschi), e via
discorrendo. Molte di queste cessioni dipendono proprio dal tasso di cambio
dell’epoca con l’euro.
Ciliegina sulla torta, Miterrand calò ai tedeschi la famosa
spada di Brenno sulla bilancia: come state ad armi nucleari? Guerra persa,
vero? Che peccato…noi abbiamo bombe, missili e sottomarini atomici…quando i
francesi – sempre negli anni ’80 e ’90 – fecero esperimenti nucleari a Mururoa,
nessuno in Europa alzò più di tanto la voce.
Oggi, Di Maio – dopo l’addio inglese all’UE – la Francia è l’unica nazione
dell’Unione a possedere armi nucleari. Ancora convinto che l’accordo
franco-tedesco è “più debole”? Macron s’è fatto fuori la
Le Pen, la Merkel ha fatto una nuova
Grosse Koalition con i socialisti…debolissimi, vero?
Se così è, almeno se lei li ritiene “debolissimi”, può fare
una prova: andare in Europa e prendere a calcinculo sia la Merkel e sia Macron. Le
consiglierei, prima, di leggere con attenzione “L’arte della guerra” di
Sun-tzu: sa, è meglio prevenire che dopo leccarsi le ferite…
Inoltre, sta passando una bufala colossale, ossia che non
sia possibile indire referendum in materia di politica estera. E’ una
stupidaggine smentita dai fatti. Da leggi ben precise (3).
Con la legge costituzionale 3 aprile 1989 n. 2 (4), fu
istituito il referendum consultivo o di indirizzo, e gli italiani votarono sul
seguente quesito:
“Ritenete voi che si
debba procedere alla trasformazione delle Comunità europee in una effettiva
Unione, dotata di un Governo responsabile di fronte al Parlamento, affidando
allo stesso Parlamento europeo il mandato di redigere un progetto di
Costituzione europea da sottoporre direttamente alla ratifica degli organi
competenti degli Stati membri della Comunità”
Votammo il 18 giugno 1989, e gli italiani si espressero per
circa l’88% con un Sì e per circa il 12% con un No. Rivendico, con onore e
preveggenza, d’aver fatto parte di quel 12%.
E’ sufficiente che la maggioranza parlamentare (in quel caso
il parlamento votò all’unanimità) esprima al Governo l’esigenza di un
referendum consultivo (o di indirizzo) e questo lo comunichi al Presidente
della Repubblica.
Ora, evidentemente, una parte del Parlamento vede come il
fumo negli occhi il solo pensiero di privarsi dell’accozzaglia di mangiapane a
tradimento che vanno a fare i parlamentari europei, per una sola ragione:
poiché furono trombati alle elezioni italiane. Sono 73 posti d’oro, pagati
24.164 euro, senza contare i rimborsi per viaggi ed affini. Si dovrà lottare:
ma, se il primo partito italiano è d’accordo…
Inoltre, ci sono ragioni di ordine giuridico per intavolare
una trattativa in tal senso: ciò che approvarono gli italiani, non fu attuato.
Un “Governo
responsabile di fronte al Parlamento” non è mai esistito, poiché le
posizioni di Commissari (i Ministri)
furono avocate dalle Nazioni per nomina separata. In altre parole: i commissari
s’accordano sui provvedimenti di legge, e non è richiesta la necessaria
approvazione parlamentare.
“Il Parlamento europeo
esercita la funzione legislativa dell'Unione europea assieme al Consiglio dell'Unione Europea. Inoltre in alcuni casi stabiliti dai trattati,
ha il potere di iniziativa legislativa
che generalmente spetta alla
Commissione europea.” (5)
Il secondo punto che mai fu realizzato fu “affidare allo stesso Parlamento europeo il
mandato di redigere un progetto di Costituzione europea…”: avete mai
sentito parlare di una Costituzione Europea? Il Trattato di Lisbona, certo, che
non è una Costituzione: perché? Poiché la stesura della Costituzione si scontrò
con l’evidenza che le popolazioni (fecero dei sondaggi in vari Paesi) non
l’avrebbero approvata. Così, stesero un Trattato e se lo approvarono, se lo
giocarono e se lo ballarono da soli.
Ma c’è ancora un vulnus, che inficia completamente quella
richiesta referendaria: il Trattato di Maastricht
– il vero accordo fondante dell’UE – fu firmato il 7 febbraio 1992, a quasi tre anni
dalla pronunziazione referendaria! In pratica, ci fecero votare “al buio”!
Il precedente di quel referendum – e, soprattutto, la legge
istitutiva di quel referendum, che è tuttora vigente – dimostra che chiedere
alla popolazione una consultazione è pienamente legale e democratico. Detto fra
noi, non s’aspettavano che le vicende successive ci avrebbero condotto nella
situazione di volercene andare dalla gabbia truffaldina dell’Europa: fecero un
clamoroso errore (mai più ripetuto) ma, ripeto, è un precedente importantissimo
ed è tuttora vigente, sul quale si può imbastire una trattativa e…perché no?
Una protesta popolare.
Perciò, caro Di Maio, come vede d’idee per contrastare le
oligarchie imperanti ce ne sono, però…se la sua mossa desiderava richiamare
voti dai “moderati” verso il suo partito, avrà effetti veramente minimi e
diciamo…di pessimo gusto: a cosa serve “normalizzare” un movimento nato per
combattere il malaffare, la corruzione, le energie fossili, il potere dei
partiti…quando lo si è ben bene “normalizzato” cosa rimane?
Un contenitore di bon ton e d’idee muffite: se vogliamo
veramente salvare (sempre che sia ancora possibile) questo Paese, abbiamo
bisogno d’idee fantasiose, rivoluzionarie, al limite della follia. Mai letto
Erasmo da Rotterdam?
Ma lo sa Di Maio che il programma di governo lo stanno stilando a Bruxelles, con la gentile interpolazione di Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e Goldman Sachs? Non penserà mica che lo lascino progettare a lui.
RispondiEliminaAvrei quasi lasciato da parte la mia condizione "aventiniana" per andare a votare.
Poi ho visto Di Maio andare in Israele, nel 2016. Sempre nel 2016 si è recato a Napoli a baciare la teca col sangue di san Gennaro. Nel 2017 è andato a Washington.
Omaggiati i tre poteri che contano davvero, ha perso una potenziale elettrice: me.
Destarsi dal sogno è duro, ma fa crescere.
Ciao, carissimo!
E.
A me, personalmente, non toccano tanto queste manifestazioni esteriori (anche se sono "omaggi" politici...) ma mi tocca quello che dicono e, immaginarsi che l'asse franco-tedesco sia più debole, è una boiata pazzesca. Poteva immaginarsi un'altra scusa più plausibile.
RispondiEliminaNon so cosa farò del mio voto: può darsi che, alla fine, lo dia ai 5 Stelle tanto per mettere qualche bastone fra le ruote a Renzusconi, ma non sarà una scelta convinta. Eli non va, forse io sì...ma con lo stesso spirito.
Non sono un economista, perciò non so dire se la tua soluzione sia giusta, Augusto, non m'intendo di queste alchimie finanziarie. Per me, l'economia resta sempre ekos nomos, "le regole della casa". Che per secoli ha funzionato in un modo, adesso ci dicono che basta creare denaro e tutto va bene...mah...
Ciao
Carlo
RispondiElimina@Carlo
gli "omaggi politici" esprimono i termini della loro sudditanza, che poi diviene la nostra sudditanza.
A me sembrano più gravi delle lacune in storia o geografia politica, che comunque tutti hanno.
Perché, tu pensi che Fuffolo da Rignano od il Papi Bunga Bunga siano esperti di socioeconomia politica? Agiscono in base ai diktat del mercato, ritagliandosi grosse prebende personali nel corso dell'operazione.
Comunque mi fa piacere osservare che molti italiani hanno capito molte cose, e non si lasciano più incantare. Ed io non parlo con giornalisti e professori, ma con la parrucchiera, il fruttivendolo, il meccanico. Conosco un mare di persone che non danno più carta bianca a nessun leader ed a nessun partito.
RispondiElimina@Augusto
sono d'accordo con te sulla sovranità monetaria. Tuttavia penso che nessun partito abbia veramente intenzione di portare avanti la questione, e che l'uscita dall'Euro sia una Fata Morgana che la Lega sbandiera utopicamente, dopo aver sbandierato per vent'anni la secessione ed il padanismo. Semplicemente l'euro è una gabbia da cui non si scappa.
Borghi, che tu citi, mi sembra un po' più serio di Bagnai, un egolatra sfegatato, affetto da narcisismo compulsivo che ne deforma il pensiero.
La democrazia è un inganno, un'illusione con cui intortare il popolo. Tu pensi di scegliere un leader, un candidato, un programma, ma i giochi sono fatti altrove, e dunque non scegli nulla.
Per questo, scelgo di non scegliere. Anche questa è una scelta!
Certo, sul potere di stampare denaro in proprio (ossia con la banca statale) non ci piove: però, se ricordi, negli anni '80 e '90 si giunse ad un 15% d'inflazione: ne stampavano troppo.
RispondiEliminaQuindi, il cerchio si chiude sulla classe politica: se è intelligente è anche onesta, se è solo furba il disastro incombe.
Ciao
Carlo
RispondiElimina@Augusto
sì, vedo qualche volta i filmati di Borghi, e qualcosa condivido. Lui è uno dei pochi presentabili di quel partito.
Ma l'Essere Umano che è in me m'impedisce di votare Lega. Sono disumani, beceri, fascisti, xenofobi e razzisti. Con quella barba ed i suoi tratti somatici, Salvini sembra un imam iracheno, più che un celta. Come Casa Pound fanno leva sui sentimenti più bassi dell'essere umano, come fece anche Hitler.
Se i Romani non li avessero conquistati, dopo che loro avevano sbaragliato gli Etruschi, abiterebbero ancora in capanne di fango e legno, con l'elmo cornuto in testa.
Qualcuno informi Salvini ed il candidato Fontana che anche loro hanno DNA africano nel sangue, così sbroccano!
Ciau.
E.
Dimenticavo,
RispondiEliminaDi Maio è "apparso" anche a Cernobbio. Sono quattro i poteri cui genuflettersi.
Le prossime saranno, more solito, le elezioni del Gattopardo: che tutto cambi, affinché nulla cambi.
RispondiEliminaUn caro saluto anche a te, Augusto.
Mi piace la tua convinzione che con il voto si possa mutare qualcosa, e soprattutto la tua fiducia che i partiti, una volta al governo, mettano in pratica le promesse fatte in campagna elettorale.
Vorrei anch'io avere un qualche tipo di fiducia, ma tutto mi spinge nella direzione opposta.
Il fatto che il pluripregiudicato e condannato Papi Bunga-Bunga, impresentabile sotto tutti i punti di vista, raccolga ancora un 20% di consensi fra gli elettori mi rende perplessa sulla sanità mentale dei connazionali, sul loro spirito critico e sul loro senso di decoro e giustizia. Ad un popolo in tali condizioni si può fare qualsiasi cosa, è senza speranza.
Ciao.
E.
Ed il filo rosso che lega destra/sinistra, e tutto cio' che li nel mezzo sta', s'e' nuovamente mostrato in tutta la sua maestosità: l'autoritarismo.
RispondiEliminaNon che ci si stupisca, chi privo d'autorevolezza non ha scelta se non di rifugiarsi nell'autorita'.
In qualche modo i 5s quasi primeggiano in quanto a voglia d'uomo forte.
Questo a me basta ed avanza.
Il miglior uso della mina del lapis è di sporcarci le sellette del capotasto e del ponticello al contrabbasso per ridurne (come mine nell'urne) l'attrito.
Affettuosamente :-)
Bizzarro.
@alsalto
RispondiEliminalasciaci più spesso le tue perle di saggezza ed ironia.
Ma la matita copiativa, al seggio, te la fanno restituire, mica te la puoi portare a casa!
Baci e abbracci.
E.
Interessanti ed istruttivi sia l'editoriale che i commenti. Si potrebbe fare un'azione collettiva, nel paese degli azzeccacarbugli, ma Noi non lo siamo, traendo i governi in tribunale per "circonvenzione d'incapace risvegliato". Si può? Tanto i soldi non valgono niente, dopo l'invenzione americagna della inconvertibilità dell'oro. Però se Noi, l'Italia, ci facessimo restituire le 2450 tonnellate d'oro che ci requisirono come caparra ricattatoria e non solo a Noi, attualmente in Fort Knox, $ionUSA,-almeno sulla carta-ci potremmo stampare l'Italian Pound, non la Lira, che non suona più, a corrispettivo d'oro e le loro monete non varrebbero più un Gallo. Gheddafi è stato torturato ed assassinato perché era Uno Solo, tradito da tutti, ma Noi siamo 60 milioni. Ci dovrebbero prima catturare Tutti. Quest'idea non è mia: la tirò fuori il Ghost Writer di Marine Lepen e se la rimangiò...perdendo contro l'antiquario di sorò$ l'emmanuel microGNON.
RispondiElimina
RispondiEliminaBOICOTTIAMO AMAZON!
Non dimentichiamo che queste multinazionali oltre a sfruttare fino all'osso i lavoratori, sono anche fra i più grossi evasori di tasse.