Altro non riesco a pensare di lei, dott. Marco Bella,
“ricercatore in Chimica Organica”, come lei stesso si definisce. E, ancor più,
mi do altri pizzicotti perché non comprendo come possano – Gomez e Travaglio –
pubblicare articoli come i suoi (1). Dopo averci informato che la Magistratura lavora
oramai, praticamente, soltanto per la classe politica (ne arrestano uno al
giorno), pensano di sorvolare su tutto ciò che scrivono sul Fatto Quotidiano.
Non per questo, però, dobbiamo gettare alle ortiche secoli
di libertà di pensiero – cari Gomez e Travaglio – poiché le male abitudini dei
ladroni nostrani non coprono il silenzio assordante che l’articolo pubblicato
genera. Se Dio vuole, siamo ancora in grado di reagire agli stalinisti (o
squadristi, fate voi) della comunicazione parcellizzata, agli sterminatori del
libero pensiero, nel nome di una sorta di “tutela” dei cittadini che neppure
Platone si sognò mai, e tanto meno Rousseau.
Il nostro dott. Bella – così, tranquillamente – chiede il
totale ostracismo dei prodotti omeopatici dalle farmacie italiane, nel nome
della Scienza, quella ufficiale, con la “s” maiuscola, che conduce agli altari
o getta nella fogna dirimendo i problemi con la spada, senza curarsi di ciò che
è dibattito scientifico, filosofico, epistemologico e gnoseologico di 25 secoli.
Mi ricorda una vecchia pubblicità, dove una paffuta
casalinga diceva “Mi lasci il mio Dash!”, stringendosi il fustino del detersivo
al petto. “Mi lasci il mio Lavoisier”. Vero, Bella?
Non ho proprio nulla contro Lavoisier, perché funziona: i
calcoli stechiometrici procedono alla perfezione, i risultati soddisfano
pienamente le attese.
Ho avuto, però, dei seri dubbi quando lessi Steiner, molti
anni fa, laddove sosteneva che la trasmutazione biologica degli elementi era
possibile, citando un esempio sulla quantità di Calcio che veniva sottratto,
annualmente, da un ettaro coltivato ad erba medica.
Non sono diventato steineriano, semplicemente ho avuto dei
dubbi, come chiunque s’appressi a discutere una teoria scientifica, e ritengo
che il liberalismo scientifico non si possa “correggere” con gli editti, pur
riconoscendo che la Scienza
non può essere “democratica”, poiché in un dibattito scientifico uno vince, e
l’altro perde.
Proprio per questa ragione è necessario il massimo
liberalismo in campo scientifico, perché molte teorie competano: è l’unico
rimedio che conosciamo contro gli assolutismi. In tutti i campi. E mi domando:
se un giorno qualcuno dibattesse e vincesse con una diversa teoria, perché dovrei
negargli – oggi – la possibilità di farlo?
Ricordiamo che i salassi e le sanguisughe sono cose di poco
più di un secolo fa.
Nemmeno sono un fan dell’omeopatia: personalmente, mi curai
molti anni fa con l’omeopatia da un luminare dell’epoca in materia, senza
rimediare nulla. A rigor di logica, dunque, potrei essere un detrattore
convinto di tale teoria, ma non lo sono.
Perché?
Poiché non discuto della sintesi del dicloro-benzene,
giacché è assodata da molto tempo la prassi per produrlo, bensì della scelta di
un tipo di medicina, che è cosa assai diversa dalla Chimica. Difatti, la Chimica è una scienza, la Medicina non lo è, e non
fa parte delle scienze esatte: un tempo usava dire “arte medica”, e non siamo
molto distanti dal concetto di “arte”, se consideriamo la dicotomia dialettica
fra malattia e malato.
Lei, chiedendo il bando dei medicinali omeopatici dalle
farmacie, ha chiesto (e chi è, lei, per farlo?) l’ostracismo di una parte della
Medicina, che non collima con i principi scientifici del nostro tempo –
concordo con lei che, a rigor di logica, le diluizioni centesimali riducono il
principio attivo a quantità infinitesimali – ma non è lei a dover decidere
come, perché e se queste quantità influiscono oppure no sul binomio
malattia/malato! Eppure, potrebbe darsi che quelle pochissime molecole, andando
ad inserirsi in un meccanismo così complesso come la biochimica, umana ed
ambientale, sortiscano oggi effetti poco conosciuti, ancora da spiegare. E lei,
con un colpo di spugna, vuole cancellare tutto? Lasciamo solo i farmaci della
medicina ufficiale: lo sa, vero, cosa significava pharmakon in greco? Veleno.
Inutile raccontarsela a lungo: c’è chi crede nel veleno che
distrugge l’avversario e chi pensa, invece, di stimolare la risposta
dell’organismo con piccolissime dosi di un altro veleno (spiegazione ridotta
all’osso). Chi ha ragione? Non lo so, però ho la speranza che, domani, qualcuno
riuscirà a completare il puzzle, spiegando più cose – in un senso e nell’altro
– di quanto si riesce a fare oggi.
Facciamo un passo indietro, ed osserviamo a cosa porta una
scienza che non si pone mai dubbi.
Per i biologi, quando una specie d’insetti si riduce ad
esponente 2 (ossia sotto le cento unità) in un’area ampia si può definirla “non
presente”. Questo è ciò che ha portato a dichiarare la zanzara anopheles “non presente in Italia”.
Perché se 100 zanzare anopheles (per
qualsivoglia motivo) sono presenti in tutta la superficie italiana si può
pensare alla “non presenza”, dimenticando però che l’Italia, un tempo, era zona
malarica in alcune aree paludose.
E cosa succede?
Che una bambina, la scorsa Estate, muore di malaria: una
bambina trentina, che era stata al mare sulla riviera veneta. I medici, dopo
attenta analisi (e molto ritardo nella diagnosi), in tre diversi ospedali…se l’anopheles non è presente nel nostro
areale, non possiamo pensare che sia malaria…hanno escluso qualsiasi fonte di
contagio interna al sistema ospedaliero.
Ma, circa vent’anni or sono, un’altra persona (che si salvò)
fu infettata dalla anopheles in quel
di Grosseto.
Due aree ex malariche.
Già, 10 alla seconda sul territorio italiano…cosa volete che
sia?
Qualcuno ha cercato persino di sfruttare la faccenda a fini
politici – basta con gli untori immigrati! – senza riflettere che un
“passaggio” dalle coste turche (dove l’anopheles
è endemica) è senz’altro più agevole su un mercantile in transito, piuttosto
che nella canottiera di un sudanese.
Allo stesso modo, lei ha “condito” la sua assurda richiesta
con la questione dei vaccini, sostenendo che l’insieme dei medici omeopati
racchiude anche quelli contrari alle vaccinazioni de iure. Ma, scusi un
particolare, io non sono medico, ma lei lo è? E anche se lo fosse, come
potrebbe sentenziare su quale medicina devo scegliere? Al punto di proibire,
sempre de iure, la vendita dei farmaci? Sostenendo che i farmacisti sono
professionisti seri? E i medici omeopati cosa sono, dei cretini?
La scienza, quella vera dott. Bella, è costituita da
certezze e da dubbi, sempre in perenne conflitto fra di loro e alla ricerca di
un (impossibile) equilibrio: per questa ragione la vera scienza marcia con
lentezza, quella sicura di tutto è la sua, dove basta un diktat staliniano per
risolvere le questioni. E adesso le racconto perché lei può raccontare le sue
edificanti storielle urbi et orbi.
Il caro “Fatto Quotidiano”, se si stipula un abbonamento
“sostenitore” (costo 500 euro annui), dà la possibilità di scrivere sull’edizione
on-line. Sempre che se ne abbia titolo. E qual è il titolo? Non
importa…cacciano i soldi? Sono sostenitori? Capirete che parecchia gente, tanto
per poter dire “sono un giornalista del
Fatto…” risparmia sui pannolini del figlio e scova i 500 euro. I titoli?
Può essere “Ricercatore in Chimica Organica”, oppure “Chief
Economist del Fondo Investimenti dell’Oman”, il primo dà il diritto di
sentenziare su questioni mediche (e filosofiche) a chi ne sa meno di un
barelliere, il secondo, invece, conferisce direttamente la carica di Ministro
delle Finanze in pectore. Basta abbondare con roboanti titoli e tante, tante
maiuscole fuori posto.
Ad abundantiam,
narravano i Latini…che cresceva in ore
stultorum…vero dott. Bella? Vero Gomez e Travaglio?