Al Prefetto della Provincia di Cuneo, dott. Giovanni Russo
Alzandomi, stamane, ho scoperto d’essere diventato un cesso
pubblico. C’è di peggio – anch’io lo ammetto – quello che assolutamente non
sopporto sono l’ignoranza e la stupidità, soprattutto quando sono strettamente
legate all’interesse personale. Vengo al dunque.
Il Comune di Saliceto – come altri comuni – tutti gli anni
organizza la cosiddetta “notte bianca” o brava, o rosa…insomma…che è una festa
della birra mascherata, come si nota dalle immagini.
Il motivo di tanto clamore? Non lo so: una vocina mi
sussurra che si tratti di soldi, di qualcosa che il Comune organizza e dal
quale ricava soldi per i sempre più disastrati bilanci, con i trasferimenti
dallo Stato ridotti all’osso. Quando esiste ancora l’osso. Ma non lo sostengo,
è un puro sospetto, un sogno di mezza Estate, mettiamola così.
Personalmente, non ho nulla in contrario, solo che la
disorganizzazione ed il pressapochismo, in questi frangenti, la fanno da
padrone.
Il Comune di Saliceto ha un’ampia area d’interesse storico,
che racchiude il Castello dei Del Carretto e la piccola cattedrale, diventata
famosa con il film The broken key (2016).
Come si può notare, ci sono ampie aree per sistemare i
servizi igienici, come sempre è stato fatto negli anni precedenti: solo che,
quest’anno, “qualcuno” ha deciso diversamente.
I gabinetti chimici – che poche ore dopo iniziano a puzzare
come paludi di birra andata a male – sono “dispersi” nel centro storico. Qui,
bisogna fare un po’ di topografia.
Questa è l’area nella quale, gli scorsi anni,
venivano installati i servizi igienici: lontana dalle abitazioni, vicina ai
luoghi della festa. Una soluzione razionale ed igienica.
Come si può notare,
nessun servizio igienico è installato nei pressi degli stand di mescita. Non
nella piazza della chiesa…
Insomma, la gente che beve non deve essere disturbata da
persone in fila innanzi ai servizi…e…dove li mettiamo?
Ecco la soluzione
trovata: in mezzo alle case, anche a parecchia distanza dalle mescite.
Questo è l’unico gabinetto “a portata” di…insomma, dove ci
sia la speranza d’arrivare sani e salvi e “depositare”.
Li “disseminiamo” a macchia di leopardo nel borgo: ovvio che
chi ha in corpo un paio di litri di birra non avrà difficoltà a trovare un
gabinetto…correndo con le mani sulla patta, lei cosa immagina?
Sotto alle finestre
della gente, per giorni e giorni (la festa dura fino al 12 Agosto) e, tutti gli
anni, l’azienda è venuta a rimuovere i gabinetti soltanto al termine dei
cosiddetti festeggiamenti.
Non vorremmo che finisse come negli anni scorsi, con
centinaia d’ubriachi che fanno i loro bisogni ovunque, invadono giardini
privati, buttano immondizia nelle case…una sorta di calata degli Unni del Terzo
Millennio. E, si badi bene, sono tutti italiani.
Ho protestato, ma il Comune (nella persona del Vigile
Urbano, Stefano Spadi) è stato irremovibile: quando l’ho informato che avrei
avvertito la Prefettura,
ha risposto “E chiamala, chiamala…” poi, voltandosi, se n’è andato.
A latere (ma non troppo), vorrei ricordare come si è giunti
a tutto questo.
La cittadina di Saliceto ha un centro storico del quale si
fregia, ma la maggior parte della popolazione vive in altre zone: considerano
il centro storico una sorta di palcoscenico, nel quale vanno in scena le feste,
le sagre, ecc.
Vive per 10 giorni l’anno: per il resto, è dimenticato ed
all’abbandono.
Basti notare che la
famosa chiesa, sul lato sinistro, presenta gravi problemi strutturali che
nessuno s’interessa a determinare con esattezza per quantificare (e
possibilmente ovviare) i pericoli per la popolazione.
La situazione dei parcheggi è al collasso, ma a nessuno è
saltato in mente di attuare, come in altri luoghi, l’opzione “residenti” per il
posteggio. La gestione dei rifiuti è per lo meno dilettantesca, senza una
raccolta differenziata degna di questo nome.
Abbandono totale: una “ripassata” di cera prima della festa
e tutto va per il meglio. Fino all’anno prossimo, basta che il palcoscenico
stia in piedi.
Il dramma, tutto italiano, è che a nessuno interessa: la
“dittatura” della maggioranza vige come sempre, e la maggioranza abita lontana
dal centro storico. A chi rivolgersi, dunque?
Lei, in questo territorio, rappresenta lo Stato:
un’ammirevole innovazione napoleonica, che speriamo vivamente non osino abolire
o “re-interpretare”, svuotandola d’ogni potere d’intervento.
Io, da parte mia ho pubblicato molti libri e centinaia
d’articoli, molti sul degrado ambientale e sulle sue cause: sono un illuso,
credo ancora nella legge e nella forza, possibilmente “gentile”, del Diritto.
Veda Lei, se ancora può fare qualcosa.
La saluto cordialmente
Prof. Carlo Bertani
PS: il testo sarà pubblicato su alcuni siti e sui più noti
social network.
I cessi, in tutta l'area del centro storico, sono 3. Tre. Domattina un olezzo inconfondibile si spanderà nei vicoli: meno male che ad Ottobre porterò - finalmente! - la barca in cantiere per metterci il motore. Il velaio sta finendo le vele, io le sistemazioni interne. Alla fonda, mi dedicherò all'impianto elettrico. Tutto il resto è a posto: una ripassata di vernice... e voilà! Mare!!! Affanc...tutti 'sti str...i che mi rompono i cabassisi. Ciao.
RispondiEliminaCarlo
PS Qui Saliceto, 44 e rotti Long Nord, a Colombia, emisfero Nord, ma per poco: ore 22.40 CEST, il parossismo è al massimo, fiumi di piscio corrono allegramente, la gente si sbobba di birra per dimenticare d'essere presa per il c...Ciao!
I Del Carretto furono i più coriacei nemici degli Spagnoli, che erano a Finale. Per secoli battagliarono, fino al 1630. Gli Spagnoli si mossero come panzer, presero il castello di Cengio e lo ridussero in rovina, poi Saliceto. Ma, qui, dovettero fermarsi perché un armigero - con una spingarda "ad uccelare" - seccò l'hidalgo che comandava le truppe, che salivano per l'assedio di Casale. Ci vollero tre anni per prendere il castello: il moschettiere fu il primo salicetese ad emigrare in America, mentre il castello perse una torre, che gli Spagnoli fecero saltare con l'esplosivo.
RispondiEliminaErano parenti dei Caetani di Roma e dunque di Bonifacio VIII: quando morì l'ultima marchesa, nel 1999, arrivarono da Roma e razziarono tutto. Lasciarono solo un fortepiano con una gamba rotta che chiamava a gran voce un restauratore ed un accordatore. Poi, i ragazzi della Pro Loco pitturarono con viola, giallo e verde la sala d'armi al pian terreno. Oggi è chiusa, perché troppo psichedelica.
Ciao
Carlo
Il mezzano della birra non l'ha voluta...c'era tutti gli anni...
RispondiElimina
RispondiEliminaEntropia in aumento!
E non solo nel paese. Anche nel blog!
Ciao a tutti voi.
RispondiEliminaComprendo assai bene il fastidio che provi Sign. Bertani, ne sono stato vittima anche io sino a qualche mese fa, poi una benedetta alluvione s'e' portata via il problema.
Almeno per ora, non so per quanto ma non poco se conosco il bel paese.
Ogni anno si tiene un rally lungo proprio la strada che porta dove abito. Strada asfaltata, stretta, zeppa di tornanti. Mi pare si chiami (meglio se si "chiamasse") il rally della pietra di Bagnolo. Non ho mai nutrito interesse per i bolidi, corpi celesti e trattori agricoli a parte, ma trattandosi di un solo giorno all'anno in cui o non si esce o non si rientra a casa, in cui tener protetti cani e gatti ed i tappi alle orecchie la cosa in se piu' di tanto non m'ha mai infastidito, un tedio live.
Cio' che invece puntuale m'ha generato incazzatura è l'immondizia che i seguaci delle brum brum ti sparpagliano ovunque passino. Dei veri maiali che si alimentano delle peggio cose e poi non capisco come ma le seguaci rallyste stanno in perenne menorrea, e pure copiosa. E quindi, il giorno dopo, giu' a raccogliere cartacce, tamponi vaginali, cicche e chi piu' ne ha.
Due anni fa esasperato son andato incontro ad un gruppetto che stanziava proprio ai piedi della stradina sterrata che conduce a casa mia, per chieder loro solo la gentilezza di non sporcare e cio' che ne ho ottenuto son state risate di scherno ed occhiatacce. Faccio presente che era gia' quasi un immondezzaio.
Quindi non ho fatto altro che avvicinarmi il piu' possibile al gruppo, raggiunto il quale mi son calato le braghe e mi son messo a cacare sereno.
Chissa' come mai se ne sono andati via tutti, m'ha.
Lo scorso novembre le forti piogge si sono portate via con loro parti delle rive della strada, oltre al rally.
Che poi, cacare in compagnia col rombo delle brum brum ha un suo fascino, devo ammettere.
Saluti.
RispondiEliminaTroppi maschiacci in questo blog...
Trattati tecnici, pisciate, cacate...
Suvvia, parlate anche di f...a così posso aggiungermi al coro!
E meno male, Carlo, che sei un narratore sublime.
Cerco disperatamente di ricordarlo.
A cosa sarà dovuto ciò? A regressione adolescenziale od alle alte temperature esterne?
MAH!
Per il momento mi ritiro nelle mie stanze del gineceo. :-D
Ciao principessa!!!
RispondiEliminaSara' mica che da residente "tenutario" ci ha le pinte omaggio?
E non eri tu la regina dei mojto?
Baci!
@ alsalto
RispondiEliminaCiao bellissimo!
Non so se il Guardiano del Cesso rimedia pinte in omaggio, ma t'informo che, tutt'al più, sono la regina del margarita!!!
Bacini e bacioni, a tutta la famiglia! :-D
Anche io ho una storia da raccontare.
RispondiEliminaAnni '60, la Rhodesia di Jan Smith, qualcuno la ricorda?
Un caro amico era ufficiale su una "merci varie" che scendeva lungo la costa del Mozambico verso il Capo. I loro "traffici" erano piuttosto pesanti, perché - giunti nei pressi di una certa baia dove c'era una certa corrente - scaricavano barili a mare. Pagava l'URSS: nei barili c'erano armi e munizioni per la guerriglia.
Dopo, si fermavano in porto ed arrivava un tizio, un guerrigliero "civile", con i documenti di carico (dei semplici biglietti in codice, senza nome della nave, mittente, ecc): tanti biglietti, tanto pagavano i russi. Che pagavano bene.
Se non che, il vecchio incrociatore Tiger, britannico, vegliava sul blocco della Rhodesia.
Manda un messaggio radio, "wath ship?" chiedendo di poter perquisire nel nome della convenzione ONU, eccetera...
Il comandante, un napoletano, s'infastidische: "Forza la macchina!" scapoliamo il capo e chi s'è visto s'è visto!
Il Tiger segnala a bandiere di fermarsi, Il Comandante arriva a 15 nodi, tutto trema a bordo, gli ufficiali lo osservano impensieriti.
Il Tiger forza le macchine e s'avvicina, manda segnali con la sirena. Forza la macchina!
Partono due detonazioni: non è niente, sono colpi a salve, forza la macchina!
Passano cinque minuti, poi sentono due detonazioni col sibilo: non sono colpi a salve: due geysers appaiono a mezzo miglio di prua.
Tutto si ferma.
Quando gli inglesi arrivano a bordo ridono: in plancia si sente il classico odore di m...
Se na vanno senza perquisire nulla: basta osservare le facce a bordo.
Eh, Brittania, you rules on the waves...
Ciao a tutti
Carlo
tutta la possibile solidarietà
RispondiEliminagrande Carlo
Piero Pinna
Ciao Piero! Ma dove eri finito?
RispondiEliminaCarlo
Bisogna che prima o poi ancnhe io mi decida ad andar per mare. Tanto, con questa classe dirigente, ci siamo assicurati altri cinquant'anni di disastri.
RispondiEliminaÈ sempre un piacere leggere il tuo blog, Carlo. I commenti, poi, sono un'ulteriore prosieguo di storie intriganti. Complimenti a tutti.
P.S.
Anche se mi pare poco probabile, spero che la disavventura con gli urinatoi si stia risolvendo per il meglio.
Ciao
Massimiliano