Ai più, sembra una barzelletta, una cattiva sorte che
s’accanisce contro le popolazioni del Delta e prende per il naso tutti i vari
cercatori super attrezzati, super concentrati, super addestrati delle forze di
sicurezza italiane: non è così.
I militari italiani non sono degli sciocchi, sanno il loro
mestiere: il problema è quando “qualcosa o qualcuno” che esula dalla tua
esperienza e dalla tua cultura appare, e devi percorrere la sua vita per capire
qualcosa: quasi impossibile.
Igor Vaclav nasce a Subotica (Суботица) nella parte Nord della
Voivodina, terra di confine fra Serbia, Ungheria e Romania: zona
di colline basse, laghi e paludi, proprio la “base” che, seguita da un certo
percorso, conduce a quello che è oggi Igor Vaclav (o comunque si chiama).
Interessante leggere qualcosa sul luogo d’origine, racconta molto: (1)
Ci sono due o tre punti salienti in questa storia: la
capacità di muoversi su terreni impervi ed acquitrinosi lasciando pochissime
tracce, quella di procurarsi facilmente armi, e quella di uccidere senza
provare sentimenti, paure, senza essere minimamente scosso dall’avvenimento.
Da dove è arrivato, in Italia, Vaclav?
Dalla pista dei cinesi, quella che parte dalla Bosnia,
attraversa Croazia e Slovenia (ma può benissimo essere stato un volo fino a
Pola), poi il Carso: vuoto, deserto, dopo la caduta del nostro piccolo “Muro”.
Una breve parentesi. Ebbi una “soffiata”, che mi servì per
un libro – circa 10 anni fa – da Trieste (ovviamente non dirò nulla, un
giornalista protegge sempre le sue fonti) sullo stato del confine giuliano. Un
tempo, c’era una enorme caserma della Guardia di Finanza presso Muggia (TS), e
altrettanti vopos col Kalashnikov
oltre le frontiere: tutto sparito.
S’interessò alla questione una ricercatrice del Censis,
aprimmo un canale, ma appena ci fu il sentore che c’era una istituzione dello
Stato, immediatamente tutto cessò. Anche una nota congregazione di frati cessò
la collaborazione, perché tutto ciò che concerne il traffico d’esseri umani è
gestito dai Servizi, i quali pagano quel “conto” – per precise disposizioni
“dall’alto” – che salva l’Italia dall’essere una landa aperta al terrorismo di
vari tipi.
Dal confine giuliano, le cifre indicavano un passaggio,
annuo e costante, di circa 25.000 persone, in qualche modo censite, o almeno
conosciute per sommi capi, dalle istituzioni italiane. Sono proprio 25.000? Non
si sa: di certo, un Igor Vaclav non ha bisogno d’organizzazioni per il viaggio,
per attraversare boschi deserti (infestati dagli orsi) dove, da un lato c’è una
bandiera slovena, dall’altro una italiana. E nient’altro. Un Kalashnikov con
due caricatori? Cento euro: di qua, lo rivendi per 2.000 al primo delinquente
od organizzazione malavitosa.
Vi siete mai chiesti da dove giungono i cinesi? Ed a noi mandano
le immagini dei barconi? Chiusa parentesi.
Igor Vaclav poteva rimanere in Serbia, diventare muratore o
maestro, bere birra e rakja la sera con gli amici, ma la vita, il tempo, decise
per lui: gli anni terribili coincidono con i suoi, è un modello perfetto del
combattente di quelle guerre.
Non sappiamo con chi e perché combatté – se davvero fu un
combattente – ma una cosa è certa: ha ricevuto un addestramento militare un po’
speciale: sembra, da come si comporta, un agente di unità speciali, di quinte
colonne, d’infiltrazione dietro le linee del nemico, ecc.
Prendiamo la famosa balestra: molti si sono messi a
ridere…questo va in giro con un arco…ne acquistai una qualche anno fa – 150 libbre – più per
curiosità che per altro: mi resi subito conto che era un’arma potente e dai
“risultati” terrificanti. Anche difficile da usare, per questo l’ho appesa al
muro e morta lì: io, incompetente, non volevo rischiare d’infilzare qualcuno
per mia incapacità.
Qualcuno, però, deve avergli insegnato che, in caso d’indisponibilità
d’armi da fuoco, s’inizia con il coltello, poi con un arco od una balestra,
proprio per procurarsi la pistola od il fucile. E, come si nota, Vaclav ha
percorso tutto il “sentiero”: oggi, gira con un fucile e due pistole, ma state
certi: la balestra l’ha lasciata in un luogo sicuro.
E come si fa a far perdere le proprie tracce?
Mai seguire un percorso regolare – anche queste cose
qualcuno deve avergliele insegnate – perché bastano un centinaio di metri in un
torrentello – senza uscire dall’acqua – ed i cani perdono la tramontana.
Meglio, poi, se hai delle acciughe salate: ti mangi i filetti e frantumi la
lisca, perché manda in “overloading” il fiuto animale. Mia bisnonna salvò così
suo figlio dai rastrellamenti: il mio prozio viveva – di giorno – in una tana
scavata sotto un letamaio e spesso cosparso con avanzi di pesce, ed i famosi
cani da pastore tedeschi non avvertirono mai nulla. E poi: la cacca si fa
nell’acqua, mai per terra.
Ora, Vaclav, si trova imprigionato in un’area piuttosto vasta,
ma sa che – se non trova una soluzione – prima o dopo lo prenderanno: a mio
avviso, si farà prendere vivo, non è un eroe né uno spostato, è semplicemente
un tizio che continua una vita che forse gli andò a genio, su e giù fra monti e
fiumi della Jugoslavia. Una sorta d’imprinting al quale non è riuscito a
sottrarsi.
Anche la scelta di rubare una piccola barca denota furbizia
e conoscenza delle tecniche di fuga: quando, di notte, si sposta semplicemente
di qualche centinaio di metri con la barca, i rastrellamenti devono ripartire
da un nuovo punto, e risistemare tutto lo schema del rastrellamento. Sempre che
Vaclav non abbia deciso d’uscire dal quadrilatero dov’è imprigionato: in questo
caso, si avvicinerà ad un corso d’acqua che fa da confine e, una volta
raggiunta l’opposta sponda – è poi così difficile attraversare cento metri di
fiume o canale, se prima hai osservato bene la disposizione di chi ti cerca?
Quanti, di notte, resteranno in agguato in tutti i canneti della zona? Sono
centinaia di chilometri quadrati! – affonderà la zattera e sparirà in una zona
altrettanto impervia.
Di certo non gli manca una cartina, ma non è così fesso da
utilizzare un rilevatore satellitare: s’orienta con il sole e con le stelle.
Di certo deve andarsene dall’Italia, oramai è troppo
braccato e conosciuto: se riuscirà ad uscire dalla trappola, può darsi che fra
poco sparirà una barca od un gommone a motore con il quale, a luci spente nella
notte, in poche ore sarà in Istria, e da lì…Ungheria, Romania, chissà…
Possiamo fare tante ipotesi – può anche darsi un colpo di
fortuna, un errore… – ma se un Magistrato ha detto, sconsolato “Se non lo
trovano loro…” riferendosi al meglio che abbiamo in Italia, probabilmente sanno
chi è e la sua storia.
L’ultima riflessione è ciò che generano i militari e le loro
sconsiderate guerre.
Osama Bin Laden “resuscitò” a Sarajevo le due divisioni
delle Waffen-SS “Handsar” e “Kama” (la prima fu operativa) – le tristemente famose
divisioni islamiche del III Reich – e, da lì, si generò la guerriglia afgana,
poi quella irachena, oggi quella siriana…
Perché, dall’altra parte, subito nascono i “Navy Seals” e
tutto il resto…preda e cavallo, carro armato e caccia-carri, bombardiere e
caccia, corazzata e sommergibile…il problema è quando s’addestra della gente
per fare queste cose, perché – dopo – i militari li abbandonano. Se non servi
più, oggi, non vali un centesimo: ricevono un addestramento così pressante e
distruttivo tale per cui un loro utilizzo, lontano dall’uccidere, diventa
problematico.
Queste persone, prima hanno distrutto una loro vita
affettiva di qualche tipo, poi s’è dissolta l’ultima comunità che li
accoglieva: il plotone, entità pluri-anima di un singolo animale, in continua
mutazione.
E quando non esiste più il plotone?
Il mondo diventa una plaga priva di relazioni, nella quale
niente ha valore: il povero barista di Budrio, con i suoi affetti e la sua vita
di relazione (lavoro, amici, affetti, ecc) era uno sconosciuto per Vaclav,
intendo sconosciuto come “genere esistente” sulla faccia del pianeta.
Stessa cosa per gli “sparatori” statunitensi, che uccidono
senza senso – scuole, piazze, ecc – perché è l’unica cosa che hanno loro
insegnato, privandoli – anzitutto – della coscienza di relazione, in primis la
propria capacità di poter avere relazioni appaganti, sincere, produttive. E
sparano, come al tiro a segno: distruggono cose che non comprendono più.
Per questa ragione ho sempre sostenuto che “il problema”
della guerra, è la guerra stessa.
“L’animale soldato” – per essere adatto allo scopo – deve
essere privato d’ogni capacità affettiva e relazionale: altrimenti, come
potrebbe sganciare una bomba sul quartiere di una città? In tempi passati, i
dopoguerra – sempre difficili – erano acquietati dalla ricchezza per i
vincitori e dalla volontà di sopravvivenza per i vinti, potenti anestetici. Ma,
tutti, inclusi nelle rispettive comunità.
Oggi, con le guerre a “geometria variabile” – nel senso che
amico e nemico mutano continuamente con lo scorrere degli eventi – nemmeno più
la retorica nazionalista regge: come puoi giurare su un’alleanza che domani
sparirà? Italiani e tedeschi ne sanno qualcosa.
L’unica soluzione è perpetuare “Scartiland”, dove impiegare
queste “maestranze” alla bisogna: dal Vietnam alla Siria. Con apparenti
risultati immediati, ed una inevitabile sciagura finale.
E se qualcuno sfugge, o rimane indietro…beh…una pallottola,
prima o dopo, terminerà la sua corsa…ma non prima d’averci mostrato tutta la
sua solitudine: tragicamente, nemmeno percepita come tale.
Lo sguardo spento e vacuo di questo poveretto mi fa pensare a qualche esperimento di condizionamento mentale, eventualmente coadiuvato dall'impianto di un microchip.
RispondiEliminaEsistono dei mostri al mondo, e li abbiamo creati tutti noi.
Il ragazzone deve comunque avere una personalità schizoide, dato che faceva il gigolo a Valencia per vivere, ed in carcere frequentava tutti i giorni un prete, per merito del quale si è "convertito"! Così narra un suo ex-compagno di cella. A quale religione? A quella attualmente vigente: un mix di egotismo, mitologie arcaiche e spietatezza. Il soggetto sembra un sociopatico emotivamente lesionato.
La mancanza di amore crea mostri.
Un saluto a Carlo e un saluto a tutti.
RispondiElimina(Finalmente riesco a ri-commentare!)
Eli concordo con te.
Un personaggio di questa fatta ha chiaramente seri disagi psichici.
Il problema è che un certo tipo di cultura dominante cinematografica/letteraria
spesso esalta queste figure di disadattati facendoli a volte passare come dei
personaggi la cui vita possa essere presa come esempio: dei "quasi" eroi.
Altro che uomini duri, belli e tenebrosi. Questi hanno la mente scassata!
E, oltre che la loro, rovinano la vita degli altri.
Carlo, amici, scusate l'OT.
Eli, avrei una richiesta da farti. Una volta (ormai qualche tempo fa) mi avevi girato in un commento
dei link che parlavano della problematica delle scie chimiche da un punto di vista
più approfondito. Per caso sei ancora in possesso di questi link? Se si, me li potresti
cortesemente ridare?
Grazie per rispondermi e scusate ancora per la digressione :-)
Un saluto,
Alex
RispondiEliminaCaro Alex,
mi chiedo quali link ti ho segnalato in passato, perché ce ne sarebbero...
Intanto guarda questo filmato, esauriente ed approfondito:
https://www.youtube.com/watch?v=LJ_STY1-Za4
Poi ti segnalo il blog di Marcianò, che pubblica continuamente articoli al riguardo.
http://www.tankerenemy.com/
Questo invece è il filmato di una conferenza di un maresciallo dell'Areonautica Militare,
Domenico Azzone.
https://www.youtube.com/watch?v=9L2GwBKzWwM
Questi due del Generale Fabio Mini sono peculiari soprattutto per la caratura del generale:
https://www.youtube.com/watch?v=RX5SY4orWxQ
https://www.youtube.com/watch?v=0mjWeXn2i3o
Ho anche un paio di filmati americani in inglese, ma li devo cercare.
Poi, quando sei su you-tube, nella stessa pagina ne trovi a bizzeffe.
Spero di esserti stata utile.
Ciao.
E.
RispondiElimina@ Alex
https://www.youtube.com/watch?v=JvspY2AOUR0&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=yZvXMza9VI4&feature=related
Filmati americani con sottotitoli:
https://www.youtube.com/watch?v=mEfJO0-cTis&feature=youtu.be
https://www.youtube.com/watch?v=eXKXsdGTMUM
Ciao Alex, meno male che ci sono giorni di festa: hai un sacco di roba da visionare!
E' incredibile come questo articolo non sia stato compreso da tanti utenti di CDC. Vuoi chi lo difende, vuoi chi mi accusa di difenderlo...ma la gente, ancora conosce il significato della parola "analisi"?
RispondiEliminaLa leggi, poi ne fai quello che vuoi: la sposi o non la condividi. Punto.
Confesso che, ultimamente, mi ritrovo sempre meno in questo tipo di editoria, e medito di tornare al formato carteceo, oppure di smettere del tutto.
Quando vedi certi risultati...
Grazie a tutti.
Carlo
No Carlo non lasciare.
EliminaTi leggo sempre e sei uno dei migliore sulla rete.
Comunque Buona Pasqua.
RispondiElimina@ Carlo
Ormai non mi stupisco più di nulla, a proposito dei commenti.
Fra chi è affetto da analfabetismo di ritorno, chi da dissonanza cognitiva, chi da stupidità sistemica, penso di aver letto proprio di tutto.
E tuttavia, in una sola riga fulminante, un certo Roberto adombra lo scopo mediatico di certi allarmi. Igor "IL RUSSO" è un bello slogan da gridare dopo i bombardamenti in Siria, è come le carotine nell'insalata russa, un ingrediente indispensabile per la distrazione di massa.
Soprattutto perché non è né Igor né tanto meno è russo. Però indirizza bene.
Io stessa, nei primi giorni, quando sui media sentivo ripetere come un mantra la locuzione suddetta, mi chiedevo: "Dove siamo? In un romanzo di John Le Carrè? O di Somerset Maugham?
I media ufficiali sono dispensatori di realtà alternative, falsità intenzionali, smog ideologico per annebbiare le menti. Il Ministero della Propaganda è sempre all'opera.
Restano solo giornalisti e scrittori indipendenti.
Perciò cerca di resistere!
Pesante la pagina di CDC, che ho dovuto aprire per andare a vedere i commenti al tuo articolo.
Grazie a te!
E.
@Eli
RispondiEliminaGrazie Eli per la quantità di info! Urka!
@Carlo
Coraggio Carlo. Considera che quando si scrive su internet si ha
una platea di decine di milioni di potenziali lettori! Ninente di più facile di
incontrare chi commenta in modo superficiale e/o distratto, chi commenta senza nemmemo aver letto il post ma solo il titolo, chi commenta solo i commenti, chi commenta a piffero.
Bisogna tenerne conto e leggere questi commenti con distacco senza farsi coinvolgere emotivamente più di tanto.
Saluti,
Alex
@ Alex
RispondiEliminaho qui un nuovo filmato, fresco fresco, appena pubblicato. Dal quale si evince che, mentre in Italy il Pinocchio di Rignano e delle banche promette il TSO a chi ne parli, in California organizzano conferenze al riguardo, con l'intervento di medici, fisiatri, piloti e biochimici!
Tutti matti costoro?
https://www.youtube.com/watch?v=rrnmsV0pVSQ&feature=youtu.be
Purtroppo i sottotitoli sono solo in inglese, ma già questo aiuta la comprensione, a mio avviso.
Saluti cordiali.
E.