13 luglio 2015

Blitzkrieg







Come 74 anni fa, la risposta tedesca è stata un “arrendetevi senza condizioni”: all’epoca, i panzer scesero rapidamente a Marburg, Lubjana, Zagabria, Sarajevo, Belgrado, Sofia, Salonicco ed issarono la bandiera nazista sul Partenone. Poi, arrivarono gli italiani, che erano ancora fermi a Gianina, sui monti dell’Epiro. Oggi – metaforicamente – Schauble (il vero Mefistofele della vicenda) ha dato nuovamente l’ordine a Guderian di fare piazza pulita – con ogni mezzo – della resistenza greca. Il generale Tsipras è stato obbligato a chiedere un armistizio: tre giorni di tempo per consegnare 50 denari, 50 denari che equivalgono – approssimativamente – al valore delle Cicladi, o delle antichità greche. Il resto lo pagherà il popolo greco, in comode rate da fame.

A noi interessano poco i mezzi, ossia i tassi di cambio, i numeri del debito, le sagge o spocchiose analisi, le dietrologie, i complottismi, il “picchia la pecora per far capire alla capra” ed un’infinità di “l’avevo detto” che ci stufano e ci strufugliano i cosiddetti, poiché il dato politico è su tutto: enorme, lapalissiano, che solo i ciechi non riescono a vedere.

Una provincia dell’Impero s’è ribellata – il ridare la parola alla gente è già ribellione – una provincia dell’impero è stata debellata. Le legioni hanno vinto, Spartaco è stato crocifisso sulla via di Capua. Fine.

Tutti avevano gioito – erano persino corsi ad Atene per vivere lo “storico momento”, per respirare l’aria di ribellione che non riuscivano e non riescono a portare a casa propria – ma, prima ancora che i panzer accendessero i motori, s’erano già squagliati come neve al sole.
Beppe Grillo, sul suo blog, oggi titola che “Il Parlamento europeo approva il reddito di cittadinanza”. Ci fa un immenso piacere, Beppe, che ci sia stato quel voto: peccato che l’assemblea europea conti come il due di coppe quando la briscola è bastoni. Perché, oggi – dopo una mano nella quale è stata denari, e tutti si sono messi a far conti e conteggi – è saltata a bastoni: per i greci, 50 denari in tre giorni, zitti e mosca. E, il buon Beppe, si è ricordato che la parola è d’argento, ma il silenzio è d’oro.

Perché, vedi Beppe, il Parlamento Europeo – una fra le tante – approvò persino (“Libro bianco sui trasporti: 2000-2010”) che le grandi linee di trasporto sarebbero dovute essere a “Quota zero” – ossia sul mare – per una semplice questione fisica che tutti possiamo facilmente capire.
Invece, i burocrati s’inventarono il famoso “corridoio 5” – Lisbona-Kiev – che, guarda a caso, comprendeva anche la TAV italiana, ossia il disossamento della Val di Susa. Hai capito cosa conta un voto del Parlamento Europeo? Niente, è fuffa, aria fritta per allocchi. Perché ti faccio questo appunto?

Per far capire a te ed ai tanti sussa...in che ti girano attorno o che trovano l’Uovo di Colombo nella tal dichiarazione, nella tale società segreta, nel tale think-tank...che il dato è uno solo e si chiama po-li-ti-ca.
Tsipras, per resistere, avrebbe avuto bisogno di un sostegno politico da parte tua, del tuo blog e dei tuoi parlamentari (la tua gente c’era, sicuro), la stessa cosa avrebbero dovuto fare Podemos ed il Seinn-fein irlandese, con dichiarazioni forti, minacce, manifestazioni di piazza. Non vendere aria d’Atene in bottiglia  mentre si confabula con Farage.

Nella sconfitta greca, però, forse un dato positivo c’è: la gente potrà capire di che pasta sono i cosiddetti “antagonisti politici” – che nel bel mezzo della crisi greca dissertano di scuola, reddito di cittadinanza, ed altre facezie – e la vera faccia di Bankeuropa (noi già l’abbiamo capito da tempo, ma chissà mai che anche altri aprano gli occhi), la quale non accende più i motori dei panzer – com’è stato stupido Hitler! altri tempi... – ma attiva un semplice programma per PC, che ha chiamato “Grexit”. E, in assenza della vera politica, del dissenso politico, basta ed avanza.

Per ottenere cosa? Per spaventare la Francia, per salvare i bilanci delle banche, per convincere una parte (quella ricca) della popolazione greca...per mille altre ragioni...che si chiamano po-li-ti-ca. Alla quale, chi credevamo in grado d’opporre almeno un dito, chi pensavamo avesse capito che ci si salva tutti insieme dal naufragio-Europa (mica per tutti, è un naufragio solo per italiani, greci e compagnia terrona) non ha fatto beh. Hanno respirato aria d’Atene, l’hanno pure messa in bottiglia, pronti a rivendercela al prossimo appuntamento elettorale. Gli stupidi.

15 commenti:

  1. splendido post,caro Bertani. ma una cosa non mi quadra: da anni vado pensando e
    dicendo che la Grecia stessa deve gestire il Grexit. la sera del 5 luglio la
    Grecia aveva il pallino in mano: meglio cento Grexit ( con moneta parallela e
    sovranità monetaria ) che l'umiliazione di oggi. non sto scimiottando Krugman
    ma è esattamente quello che il premio Nobel dice nel suo ultimo post.
    che cavolo è successo? converrà che è inspiegabile. cordialmente GFC

    RispondiElimina
  2. Carlo,

    sei stato davvero delicato, come è nel tuo stile.
    Io credo che noi abbiamo assistito ad una violenza inaudita dell'UE contro la Grecia. Vediamo sciacalli e strozzini in azione, ed è il mondo intero che osserva (e se ne infischia).
    L'UE è una compagine umana in cui si salva la moneta e si lasciano CREPARE le persone, si salvano banche e si umiliano i popoli.
    Ma Frau Merkel non appartiene ad un sedicente partito Cristiano Democratico? Bene, non è né cristiana né democratica.
    Ora ha avuto la sua vittoria di Pirro, ma nella Storia passerà come l'aguzzina che è. E spero che lei, Schauble, Hollande, Draghi, Cameron vengano condannati un giorno per crimini contro l'umanità.

    Senza contare che alla Germania furono abbuonati i debiti di guerra per ben TRE volte: nel 1918, nel 1947, ed in una conferenza internazionale nel 1953. Il che le consentì di arrivare ad essere ciò che è oggi, e di unificare le due Germanie coi soldi di tutti gli europei. Ma chi è stato graziato non sempre ricambia la cortesia, anzi, quasi mai.

    Non esiste un Fondo Salvastati, profumatamente foraggiato da tutti i paesi? Che usino quello, esiste apposta! E non ci rompano più.

    Si guardi piuttosto, la cara Angela, il mare di 53 trilioni di euro, in derivati, cioè carta straccia, venti volte il Pil della Germania, che Deutsche Bank ha improvvidamente ingoiato coi suoi investimenti spericolati. Perché non lascia fallire la sua banchetta decotta? Perché non le rivolge i ricatti che ha posto a Tsipras?
    Ormai questi sono chiari come lastre di vetro, agiscono impunemente alla luce del sole.
    Ma tanto tutto torna indietro...
    Ai neonazi non piacciono le elezioni, i referendum danno loro l'orticaria, schifano la democrazia.
    Invece noi, popoli europei, dobbiamo tutto alla Grecia: la democrazia, la filosofia, la Cultura, la geometria, la musica, l'Architettura e le Arti.
    Quando la Grecia diffondeva in Europa il senso estremo della Bellezza, ed inciviliva le nazioni limitrofe, gli antenati di Angela vivevano ancora nelle caverne, ed erano ben lungi dall'indossare l'elmo bicorne caro ai leghisti.

    Sai come si chiamerà il prossimo leader greco? Kravatary Strozzynaki. (Presa dal Fatto Quotidiano). :-)

    Stai bene.
    E.

    RispondiElimina
  3. E' vero, Branca Doria, sconcerta un po'. Premetto di non essere un esperto finanziario, però credo che una nuova Dracma subirebbe, all'inizio, una forte svalutazione ma, dopo - se i greci mettono a posto certe storture della loro società, simili a quelle italiane - l'economia ripartirebbe. Le banche avrebbero comunque soldi. Non comprendo la resa di Tsipras: ora si comprendono le dimissioni di Varouflakis. Vedremo. Ciao, Carlo Bertani
    Ciao Eli, chi sono questi tedeschi graziati per tante volte? Sono, sotto varie vesti, i lacché dei soliti massoni e banchieri internazionali. Che dire? Lo sappiamo com'è, no?
    Ciao
    Carlo

    RispondiElimina
  4. Tsipras ci ha le balle in una morsa.
    Eppure fu chiara la crucca nel novembre 2011 "Nessuno prenda per garantiti altri 50 anni di pace e prosperità in Europa. Perciò io dico: se cade l' euro, cade l' Europa"

    Che il premier greco sia cosciente che con la grexit perderebbe ben piu' dei porti del pireo e qualche cumulo di macerie millenarie?

    Non si ha memoria, almeno ch'io sappia, di un summit tra piigs (gia' l'acronimo dice tutto).
    Dico, non e' normalissima 'sta cosa. Almeno una partitina a biglie sulla sabbia la si sarebbe potuta organizzare i questi anni.

    Manco lo si puo' pensare: una nuova valuta sovrana per i piigs.

    RispondiElimina
  5. Salve!

    Che c'entri qualcosa l' FMI?
    E le vicende accadute a DSK?
    Ed i grossi prestiti che l'FMI ha
    fatto alla Grecia ripianando il debito
    che questa aveva con la Francia?

    Un greco, il giorno prima del referendum,
    ha detto: "il no è una cambiale in bianco a Tsipras"
    Possibile che nessun altro se ne fosse accorto?

    Vi vorrei ricordare che i Gerci hanno avuto i colonnelli.

    Leggo che tu Carlo dici che la Dracma, dopo
    un primo 'momento' nero (quanto lungo? due lustri?)
    si sarebbe ripresa: "se i greci mettono a posto certe
    storture della loro società"

    Ma chi scommette sulle 'storture' raddrizzate?

    Eli dice che dalla Grecia abbiamo 'preso' tutto,
    cioè la Grecia e 'patria' putativa dell'Europa.

    Io dico, da molto tempo, che gli anglosassoni
    (scritto anglo-sassoni) sono degli incivili
    e che la civiltà mediterranea non li ha mai raggiunti...

    Però devo mio malgrado ammettere, carissima Eli,
    che noi italiani e forse anche i greci (gli spagnoli di certo
    nonostante loro abbiano anche sperimentato la grandissima
    civiltà arabo/musulmana) abbiamo importato una larga parte
    dell'inciviltà proprio dagli anglo-sassoni.

    Per esempio la mania dell'individualismo o dei
    'diritti' contrattuali (per gli anglo-sassoni tutta
    la vita è soggetta a contratto).

    Premesso che sono d'accordo che i 'teteschi' vogliano
    egemonizzare l'Europa cominaicnado proprio dal mediterraneo
    (è un loro puntiglio ce l'hanno nel dna).
    Però voglio anche dire che i greci ce ne hanno messo
    molto di loro sotto diversi putni di vista
    non ultima la farsa, cioè la "cambiale in bianco" del
    referendum.

    Tsipras, secondo me, ha fatto questo ragionamento:
    "senza Euro stiamo molto male con l'euro stiamo molto
    male... qualcuno dice che con la dracma avremo un futuro migliore
    ma è tutto da scoprire, con l'euro ci faranno il mazzo
    ma non molto diverso da quello che dovremo farci con la dracma...
    in più io avrò ancora più forza per imporre le mie decisioni...
    gli faccio votare un plebiscito nei miei confronti..."

    Chi ha pensato che fosse democrazia o che il referendum
    non fosse altro che il famoso 'piano B' della 'troika' è un ingenuo.

    saluti

    RA

    RispondiElimina
  6. e insomma, in ultima analisi, la colpa è di Grillo...
    Questo qui ha ripetuto per mesi che le misure non si potevano accettare assolutamente, che rappresentavano una jattura per il popolo Greco, poi si chiude in una stanza con la merkel e dopo un po se ne esce e bello bello fa: sapete che c'e? ho accettato ! E voi bravi commentatori a fare le giravolte ed i salti mortali per dimostrare che non poteva fare altro per il popolo che tanto ama! Per me, che sono grezzo, i casi sono circa due: o hanno minacciato di fargli bere un bel boccale di polonio, o gli hanno promesso un bel vitalizio vita natural durante, o è stato mesmerizzato ben bene!

    RispondiElimina

  7. Ora si comprendono molte cose:

    "Se non fosse che in Germania sono già molti i cittadini o le organizzazioni politiche che esprimono il proprio disaccordo. Wolfgang Schäuble, ladro e peggior mafioso dei mafiosi, “non solo prepara un progetto per un’Europa germanocentrica, ma è altresì l’usufruttuario di un tale progetto. I fondi del Lussemburgo dove dovrebbero essere trasferiti i 50 miliardi di dollari provenienti dalle privatizzazioni greche imposte nella prima versione del memorandum III sono in realtà una società della quale Schäuble è presidente del CdA. Questo spiega tutto, e dobbiamo capire che cosa significa l’ipoteca sui popoli europei messa dall’oligarchia tedesca”. Così ha dichiarato il Ministro del Lavoro Panos Skourlétis (SYRIZA) davanti ai deputati, mercoledì scorso."

    Un conflitto d'interessi macroscopico, sotto gli occhi di tutti, e nessuno fa o dice nulla!

    E.

    RispondiElimina
  8. Houston, 13 luglio 2015

    di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine)


    Correva l’anno 386 a.C. e i Galli avevano, quella volta, avuto la meglio su una Roma non ancora diventata caput mundi.


    L’Urbe era stata vinta ed occupata e i danni di guerra, che all’epoca si pagavano in oro, erano stati fissati in ben 1000 libbre d’oro.

    Mentre si stava pesando - su pubblica piazza - il prezioso metallo da conferire al vincitore, i romani si accorsero che le bilance erano truccate.

    Quello che accadde allora rimase nella storia.

    Infuriato per l’ardire degli sconfitti, il capo dei Galli Senoni, Brenno, sfilò allora la spada dal fodero e la gettò sul piatto della bilancia, in modo che il tributo dei vinti fosse ancor più pesante - ed iniquo - esclamando: Vae Victis - Guai ai vinti - facendo chiaramente intendere che le condizioni sono dettate dalla legge del più forte.

    Verità o leggenda? Non possiamo garantire ai lettori che le cose si siano svolte esattamente così; quello che però siamo in grado di garantire è che – sia come sia - ventiquattro secoli dopo la storia si è ripetuta.

    Magari non con le stesse parole, ma il senso non è cambiato di un niente.

    Questa volta non ci sono danni di guerra da pagare, ma ‘danni di pace’. Danni provocati da scelte politiche nazionali e internazionali profondamente inique. Incapacità, furbizia, avidità, equamente condivise da diversi governi ellenici e dalla governance europea.

    Abbiamo visto, poi, come i creditori esigano condizioni capestro, la Grecia si ribelli alle loro pretese, reputandole ingiuste, indicendo un referendum. La risposta unanime è stata, come sappiamo, il rifiuto di tali richieste.

    Ma l’Europa, nonostante o, più probabilmente, a causa di quella ribellione costringe la Grecia a un accordo che impone al Paese sacrifici molto più pesanti di quelli previsti dal piano che era stato respinto dai cittadini ellenici solo pochi giorni prima.

    Guai ai vinti!

    Come racconta Varoufakis, in un’intervista al New Statesman, il nuovo Brenno, alias il presidente dell’Eurogruppo, in un certo momento del negoziato stava escludendo la Grecia dalla riunione, come se essa fosse di fatto già fuori dalla zona euro. All’obiezione di Varoufakis secondo cui ciò era illegale la risposta degli esperti fu che in fondo l’eurogruppo, non esistendo secondo la legge - non essendoci nessun trattato che lo abbia istituito – non sottostarebbe di fatto ad alcuna legge.

    Abbiamo di fronte dunque un gruppo - che non è previsto da alcun trattato e non risponde a nessuno e di cui nessun cittadino sa che cosa vi accade – che ha il potere assoluto di determinare la vita degli europei e “di decidere su questioni quasi di vita o di morte senza che alcuno dei suoi membri debba risponderne a nessuno”.

    Nella stessa intervista Varoufakis parla apertamente di “totale mancanza di qualsivoglia scrupolo democratico da parte di coloro che si ergono a difensori della democrazia in Europa”.

    Costoro, continua Varoufakis - esattamente come Brenno ventiquattro secoli prima - ti guardano negli occhi e ti dicono “quello che dici è vero, ma noi ti schiacceremo comunque”.


    RispondiElimina
  9. ...Continua...

    Ma torniamo al nostro Brenno.

    La vicenda non si concluse allora con la spada sulla bilancia e l’umiliazione dei vinti. Infatti - come chi ha ancor freschi i ricordi della storia antica rammenterà - da lì a poco sopraggiunse Marco Furio Camillo, ex console, allora esule, che, venuto a conoscenza dell’entità del riscatto, con un manipolo di guerrieri irruppe nella Roma occupata dal nemico e, affrontando di persona Brenno, disse, rispondendo al Vae victis del Gallo:

    "Non auro, sed ferro, recuperanda est Patria", vale a dire: non con l'oro, ma col ferro, si riscatta la Patria!

    Di lì a poco i Galli vennero sgominati e cacciati da Roma, inseguiti da Furio Camillo ben oltre i confini dell’Urbe, tanto che Brenno fu costretto a rifugiarsi nel nord dell’Italia.

    Quanto il finale di quella storia sia drammaticamente diverso dall'esito delle vicende attuali è ben sintetizzato dalla reazione che Tsipras, durante le trattative con l'Eurogruppo, colto da sconforto, avrebbe avuto togliendosi la giacca e sfidando i suoi interlocutori-aguzzini con le parole: “prendetevi anche questa!”.

    Tuttavia, nonostante la miseria dei tempi, forse le vicende attuali a qualcosa sono funzionali.

    Esse rendono, infatti, assolutamente palese - a chiunque abbia l’onestà intellettuale di riconoscerlo - che il percorso verso il superstato europeo, che passa attraverso la falsificazione delle regole, la sopraffazione da parte del più forte e l’annientamento di ogni forma di dissidenza - ma in modo politically correct, vivaddio, non con la forza delle armi – oggi ha gettato la maschera.

    Abbiamo oggi tutti ben chiaro davanti agli occhi il volto, il ghigno mostruoso di un potere che è riuscito a costringere alla resa un intero Paese - obbligato a rinunciare alla propria sovranità - senza versare una sola goccia di sangue.

    È bastato, come 2400 anni fa, gettare sulla bilancia la spada del debito.

    Senza lieto fine. Per ora.

    RispondiElimina
  10. E' anche una questione di cojones - Tsipras mi sembra un bravo ragazzo sinistrorso e di buona famiglia - una specie di Veltroni.
    Non si puo' andare indietro nel tempo - se potessi risusciterei Pertini avrei fatto una trasfusione di sangue o trapianto del suo DNA a Tsipras. Un Pertini greco non si sarebbe mai fatto mettere sotto da un bavoso come Schaueble o dagli altri rammolliti della Troika e Varu lo ha spiegato nei minimi dettagli nella sua intervista al New Statesman con che muro di gomma si sono dovuti confrontare.
    Meno male che ogni tanto il mitico Carlo Bertani si fa sentire. Sempre con stima ed affetto. Lanzo

    RispondiElimina
  11. Credo che non ne usciamo senza un'analisi comparata delle civiltà europee con le strutture internazionali: da un lato angli e latini, poi ONU ed UE. Magari ci penso un po' e lo scrivo...anche se il caldo, ragazzi...ho dovuto interrompere i lavori sulla Gretel che la prossima Primavera...sarà in acqua! Chi viene al varo?
    Carlo

    RispondiElimina
  12. mi parli della GRETEL,caro Bertani, anche perchè sono un vecchio velista....
    per il resto, c'è tempo: intanto i giochi sono fatti.( dia un'occhiata al mio blog )
    cordialità GFC

    RispondiElimina
  13. Prenotato!
    In attesa sempre di leggere buone nuove della Gretel.
    Di cui ignoro tutto e quindi e' tanta la curiosita'.
    Legno? Vetroresina? Come verra' armata?
    Non tenerci troppo sulle spine caro Carlo...

    RispondiElimina
  14. Acciaio, anno 1975, costruita ad Harlingen (NL), progetto di Van der Stadt, armata a sloop, 9.40 metri x 2,65, chiglia lunga, pesca 1,35 metri, discloca 5,5 tonnellate in dislocamento leggero, ossia senza acqua, gasolio, ecc.
    Ciao
    Carlo (torno a pennellare)

    RispondiElimina

  15. appena può ci regali una bella foto. cordialità GFC

    RispondiElimina