20 maggio 2013

Da che parte stai?



Il Ministro Carrozza s’è ritrovata una bella eredità, nulla da eccepire: forse nemmeno a lei viene chiesto di rimettere a posto la scuola – un governo così ballerino... – però, prima o dopo qualcuno ci dovrà pensare...o no?

Immagino che i problemi s’affastellino gli uni sugli altri: precari, valutazione, contratti...e non si sa da dove iniziare, perché ognuno chiede qualcosa e non è facile accontentare tutti. Spicchiamo un salto all’indietro.



Fino a Belinguer/De Mauro, e poi alla Moratti, nel bene e nel male il Ministro dell’Istruzione si riteneva competente a decidere sul personale, e lo faceva, con alti e bassi.

Da Fioroni in poi, questo impegno iniziò ad affievolirsi, poi passò a zero con la Gelmini e, infine, andò sotto zero con Profumo. Perché?

Poiché è iniziata l’inveterata abitudine alla firma congiunta dei decreti – di per sé non così negativa – la quale, però, se intesa che il Ministro dell’Istruzione è un minus habens rispetto ai colleghi dell’Economia e della Funzione Pubblica, causa dei guasti irreparabili.



Proprio con la Gelmini – e poi “alla grande” con Profumo – iniziarono i balletti delle classi di concorso in esubero, degli inabili e, ciliegina sulla torta, delle pensioni.

Ora, che questa riforma non sta in piedi se ne sono accorti tutti: in un Paese nel quale manca il lavoro manteniamo la gente in officina o alla scrivania fino a 70 anni? Non avvertono un profumo di “non sense” in questa discrasia sociale?



La ragione (nascosta, ma non troppo) è la paura di dover pagare (dopo due anni e mezzo! Questo non è già un furto sufficiente?) i trattamenti di fine rapporto, le popolari “liquidazioni”. Perché – abbiamo il coraggio di dirlo – i conti dell’INPS e dello Stato in genere s’avvalgono (e parecchio!) per l’ordinaria gestione di bilancio proprio sui soldi che i lavoratori hanno affidato allo Stato (art. 49 Cost.) come “collaborazione alla gestione” dell’azienda, in questo caso il Ministero o, in senso lato, lo Stato stesso.

Questo è il principale ostacolo che il ministero dell’Economia pone ad una riforma della legge Fornero: la paura di dover conteggiare uscite sulle quali conta per mantenere in equilibrio il bilancio statale. Come si può notare, non ignoriamo né sottovalutiamo il problema, però rileviamo che i conti sono mantenuti in pareggio (se lo sono…) con soldi privati, vale a dire i nostri: un prestito forzoso.



Un’altra ragione, inconfessabile, è il tasso di mortalità che c’è fra i 60/70 anni, senz’altro più elevato di quello del decennio precedente: tutti assegni che saranno pagati al 60% (circa) ai vedovi/vedove, con immensi risparmi da parte dell’amministrazione. Alcuni parlamentari, due legislature fa, ipotizzarono la revisione o, addirittura, l’annullamento delle pensioni di reversibilità: beh – diremmo – ci sono quasi riusciti.

Peccato che, le recenti cronache giudiziarie sul pagamento dei diritti per il gioco d’azzardo (i popolari videopoker), parlino di un’evasione astronomica – circa 88 miliardi – l’equivalente di 3 o 4 finanziarie. E lo Stato, che fa? Si decide ad incassarli oppure li lascerà transitare liberamente verso i paradisi fiscali? Già, meglio tenerseli: quelli crepano? Tanto crepano loro...



Per tutte queste (e magari altre) ragioni s’è deciso di mantenere al lavoro i vecchietti: una situazione nella quale i “Quota 96” sono stati la punta di lancia dei “cornuti e mazziati”. Rimandati di 5-6 anni proprio l’anno che sarebbero dovuti andare in pensione, con un trascinamento di ricorsi e sentenze che rischia di finire alle calende greche, mostrando un altro aspetto della fatiscente giustizia italiana.

Ora – ci permettiamo di ribattere ai “Soloni” dell’Economia – siete ben certi che questa sia la “cura” giusta?



Da più parti si comincia a riflettere che, “congelare” un Paese come ha fatto il duo Monti/Fornero, non sia la soluzione: i problemi si sono aggravati, non risolti e nemmeno migliorati.

Ci sono molteplici ragioni per sostenerlo.

Il ricambio generazionale è, diremmo, un “valore aggiunto” al vivere sociale: le scuola (e non solo) ha bisogno d’energie fresche, le quali si sentano pienamente approvate nel loro lavoro; nell’impresa come nel pubblico, il binomio lavoratori anziani/giovani precari è il peggiore che possa andare in scena.

L’anziano si sente fuori posto, inabile a seguire il progresso (quanti dipendenti della P.A. che cincischiano ancora, senza riuscirci, con i computer!) ed il giovane che potrebbe sostituirlo degnamente – e risparmiare anche posti di lavoro, grazie alla maggior prontezza dovuta all’età – sono precari a vita, forse un po’ meno nel privato, nel pubblico (scuola) – oramai – si va in ruolo dopo i 50 anni!

L’obiezione che viene posta è sempre la stessa: salvaguardare la stabilità di bilancio.



Oggi il Paese è fermo, immobile nell’attesa di un Godot che non arriva, che non può arrivare. Come si è giunti fino a questo punto in anni d’errori, ce ne andranno altrettanti per rimediarli, ma da qualche parte si deve pur iniziare.

Si discute molto sulla sorte delle piccole imprese e dell’artigianato – è giusto che lo Stato paghi i debiti – ma, scapolato questo scoglio, quale futuro le attende se nessuno acquista niente?

E’ chiaro che – in qualche modo – il Paese ha bisogno di liquidità (quella che iniziò ad esser merce rara dal 2000 ad oggi) e questo è ciò che affermano alcuni economisti. In sostanza: la stabilità di bilancio va bene, ma è inutile se arrivi alla meta morto, e troppa gente non c’arriverà più. Chi stroncato da Equitalia e chi dalla propria depressione conseguente alla mancanza di un reddito, ai figli da mantenere, alle malattie alla quali far fronte. Globalmente, è il Paese ad essere stroncato.



E’ più importante la stabilità di bilancio o la stabilità sociale? Attenzione: la società non è “instabile” solo se si ribella – quello sarebbe già un buon segno – bensì quando abbandona totalmente le speranze, quando molla l’aggrappo della barca e si lascia affogare. E’ un segnale peggiore, credetemi.

Un’umanità disperata è uscita allo scoperto durante il governo Monti, ed ha fatto soffrire tutto il Paese perché non credevamo più di dover assistere alla morte per disperazione, per penuria di mezzi, per sfiducia totale nel futuro.



Tornando alla scuola, dove lavoro, trovo assurdo che persone come me siano ancora “in pista” verso i 63 anni, quando la “terza ora” – per disponibilità d’energie e capacità di connettere – si rivela oramai la “sesta ora” di un tempo. E’ un assurdo per me, ma anche per l’Amministrazione.

Sorvolando che la nostra questione, “Quota 96”, si nutre di dubbi giuridici più che legittimi sulla sua costituzionalità, è tutto il sistema pensionistico ad essere, oggi, traumatizzante: anche se, domani, qualcuno approvasse l’ennesima riforma, quanti penserebbero – proprio alla luce dell’esperienza di “Quota 96” – che quei termini siano certi, sicuri, perché un lavoratore anziano (non lo dico io, lo affermano gli esperti) deve avere questa certezza per dosare le oramai poche energie.

Le risorse?



Beh, basterebbe ricordare l’enorme “buco” del settore gioco d’azzardo, oppure – e non è una bestemmia – mettere mano all’IRPEF come hanno fatto in Francia: perché, in Italia, la metà della popolazione possiede il 50% della ricchezza? In Francia hanno alzato le aliquote per i super-ricchi – e Depardieu è diventato cittadino russo – ma il governo francese non ha fatto una piega. Dasvidanja, Depardieu.

Da noi, l’aliquota massima è del 43% per i redditi eccedenti i 75.000 euro! Vale a dire che chi percepisce un reddito netto intorno ai 3.500 euro mensili, paga la medesima aliquota (per la parte eccedente) di chi ha un reddito di 750.000, oppure di 7,5 milioni! E’ la stessa cosa guadagnare 75.000 euro o 7,5 milioni? Un tempo non era così, le aliquote erano più “spalmate” sui redditi.

Lo crediamo bene che manchino i soldi! Se aggiungiamo la parte che si prende la mala politica, e i “salasso” della criminalità organizzata, c’è da chiedersi come fa questa nazione ancora a galleggiare!



Nel mondo reale, invece, l’insegnante ultrasessantenne regge un po’, poi bofonchia, quindi si rende conto d’essere inutile e sta a casa malato (sono i primi segni del burnout), poi torna e ci mette quel po’ d’energia che è riuscito a raggranellare. Un fallimento economico triplo: per il lavoro svolto come si può, con poche energie, per la spesa – spesso – di supplenti e per la liquidità che viene così elargita a singhiozzo, senza certezza.



E ci vengono a dire che c’è bisogno di liquidità, che il sistema può reagire positivamente se ci sono più soldi: ebbene, dateli! Sotto forma di pensioni e di liquidazioni, di contratti regolari per i giovani: vedrete che la gente tornerà al supermercato, a restaurare le abitazioni, a comprare auto…

Forza, non ci vuole Pico della Mirandola per capirlo! Smettetela di dar retta a chi – responsabilmente – ci ha condotto in questa situazione!


5 commenti:

  1. Un flashback:

    quando Berlinguer "minacciò" la sua riforma (che aveva qualche problema, ma quello che è venuto dopo dippiù)
    gli insegnanti votarono in blocco Berlusconi e fu un bel aiuto perchè vinse...

    La Fornero è (era?) una delle maggiori esperte di previdenza in Italia? Chissà cosa avrebbe potuto fare una meno esperta...

    La scuola italiana è stata messa in sacco sopratutto dai governi berlusconi che, ho già scritto più volte, erano perlopiù formati da yesmen totalmente incompetenti in tutto quello che non fosse il proprio tornaconto anzi il tornaconto del sultano?

    Caro Bertani, tutta l'Italia è stata messa in scacco dai berlusconidi che hanno catalizzato a sè tutto il peggio degli italiani.
    I ricchi o arricchiti che vogliono solo accumulare (molti di questi hanno accumulato anche troppo), i "rabaziri", gli incapaci, gli yesmen senza sultano, gli evasori, i delinquenti contro la società ecc.
    Hanno anche attirato a sé le casalinghe un po' pingui ed attempate che vogliono "darla" a tutti costi al sultano, anche subito, anche in strada.
    Pare che l'unico sogno di "libertà" di molte casalinghe italiane sia quello di "darla" al berlusconi anche senza richiesta, offerta direttamente e smaccatamente.

    Hanno radunato i migliori ministri dello stato, quelli che calpestano la bandiera e l'inno, quelli che calpestano le istituzioni, quelli che contestano, come 68ttini, davanti ai tribunali.

    Sono quasi tutti per vari motivi, ineleggibili ma grazie alla peggiore legge elettorale della storia delle repubbliche democratiche terrestri, si sono seduti sugli scranni degli "eletti" non solo da incompetenti ma anche da ineleggibili.
    Quindi hanno blaterato per anni che avevano il mandato del popolo italiani quando in realtà l'avevano usurpato.

    Una domanda vorrei da anni fare al Sultano, è una cosa riservata, privata, intima perciò la faccio qui, la domanda sarebbe:

    -carissimo Re Silvio sei in grado di renderti conto che almeno i 2 terzi degli italiani (ma forse sono molti di più) e gli 8 decimi degli europei (ma forse sono molti di più) pensano che tu sia un delinquente... ed anche se tu fossi "assolto" dai processi non cambierebbero idea? In sostanza la domanda è: caro Re e Signore delle aule prescritte davvero basta al tuo ego "coprire" artamente le tue malefatte con vizi giuridici e/o burocratici quando d'altra parte le tue delinquenze sono, grazie alla esposizione mondiale che tu stesso hai generato, evidenti agli occhi di quasi tutti gli altri terrestri? Hai un ego così smisurato da sentirti a posto ed al di sopra di tutti?
    Beh! allora sei veramente un Grande, anzi grandissimo... però penso che la tua memoria sarà molto più breve di quella del Re Salomone... spero non ti dispiaccia.


    ciao Carlone

    RA

    RispondiElimina
  2. Tanto per confermare quanto la nomina della Carrozza sia uno specchio per le allodole, basta leggere i nomi dei sottosegretari all'Istruzione: Rossi Doria, Galletti, Toccafondi.
    Lascerei al lettore la ricerca dei curriculum di questi signori, e poi mettersi a piangere...

    RispondiElimina
  3. Ciao a tutti, un paio di cose:

    1) Nuovo giro di elezioni, 564 comuni 199 liste 5*. Volgio dare un po' i numeri, io dico almeno 35 nuovi sindaci 5* ... :)))
    2) Sembra che la Francia non sia poi cosi' di sinistra come la dipingono ...:))

    Ciao
    Matteo

    RispondiElimina
  4. Innanzi tutto complimenti per l'intervista sulla radio iraniana,
    poi devo ribadire che dal tramonto 5 stellato si intravvede la riscossa berlusconiana

    Ciao

    RispondiElimina
  5. Ho sempre letto con piacere gli articoli di Bertani, ma questa volta non condivido la lettura eccessivamente negativa che fa del percorso intrapreso dal M5S/Grillo/Casaleggio.

    Resto fermamente convinto che, pur essendoci ampi margini di miglioramento, il M5S rimanga l'unica alternativa possibile a PD/PDL.

    I primi passi, importanti, come la restituzione del finanziamento pubblico e la riduzione degli stipendi sono stati fatti.

    Sono fatti concreti e non solo parole.

    Carlo, il compromesso in politica penso sia possibile se non è un patto leonino , altrimenti è piu' che giusta l'intransigenza che Grillo ha dimostrato.

    Per imparare a camminare è necessario anche cadere (senza frasi troppo male).












    RispondiElimina