Siamo fra quelli che non credono in chissà quale “botto” della maggioranza sulla Libia: perché?
Poiché il copione non prevede i canoni della tragedia e nemmeno quelli della commedia: pura e semplice farsa, come sempre.
Eppure, qualche ragione i giornali della Lega & associati ce l’hanno: non s’è mai visto un governo compiere un simile, clamoroso autogol alla propria politica, nazionale ed estera.
Il Ministro degli Esteri Frattini, flebile, sussurra che non sarebbe opportuno, no, non si dovrebbe…i nostri aerei non dovrebbero bombardare la Libia, poiché siamo stati potenza coloniale occupante, in quel Paese, per quasi mezzo secolo. Ed abbiamo lasciato, fra le sabbie e gli uadi, un milione di morti impiccati, fucilati, cannoneggiati, bombardati, squarciati.
E’ la nostra cattiva coscienza storica che risuona, afona, come le vicende mai chiarite sulla Somalia, sull’Etiopia e sulla Jugoslavia: se solo avessimo un minimo di coscienza per quel che compimmo lontano dallo Stivale, staremmo zitti e mosca.
Eppure, alla ricorrenza del 25 Aprile, qualcuno torna a tirare fuori la questione delle foibe: pochi sanno chi fu Giuseppe Cobolli Gigli[1], in arte “Giulio Italico”.
Nel Settembre del 1927, sulla rivista fascista Gerarchia, scriveva, a proposito dell’abitato di Pisino (Pazin) che sorge al centro dell’Istria:
“Il paese sorge sul bordo di una voragine che la musa istriana ha chiamato Foiba, degno posto di sepoltura per chi, nella provincia, minaccia con audaci pretese le caratteristiche nazionali dell'Istria.”
Lo scriveva nel 1927, poiché – all’epoca – la pulizia etnica italiana era già avvenuta: poi, alla fine del conflitto, ci fu la vendetta slava.
Giusto ricordare tutte le vittime, ma non appropriarsi di un fenomeno tragico ed appuntarlo al palmares delle proprie “ragioni” e degli altrui “torti”.
Ma si sa: questa è l’Italia buffona, quella che di Storia (e, soprattutto, di storiografia) non sa nulla e s’appende alle labbra dei vari “Grande Fratello”.
Allo stesso modo, ci stiamo un poco stufando delle atmosfere di “comprensione” e “dialogo”, che hanno coinvolto anche personaggi sedicenti di “sinistra”, riguardo il 25 Aprile.
Siamo fra quelli che sempre hanno sostenuto la necessità di giungere ad un quadro storico condiviso, senza nemmeno discutere la pietà per tutte le vittime, qualsiasi divisa indossassero.
Quello che non intendiamo discutere è che quella guerra civile fu combattuta fra parti che avevano identico valore sul piano storico: gli ideali possono anche essere discussi, gli atti no.
Ora, non è il caso di ricordare che l’effimera Repubblica di Salò fu soltanto una creazione tedesca in territorio italiano: Mussolini non riuscì neppure a salvare il proprio genero dalla vendetta nazista.
Perché siamo stanchi?
Poiché notiamo – quei manifesti con scritto “25 Aprile: Buona Pasquetta!” – l’irrisione d’antica marca fascista per gli ideali altrui, per le vicende altrui, per i dolori altrui. Proprio da parte di chi chiede rispetto per i propri.
Se la Destra italiana desidera continuare su questa strada, s’accomodi pure: saremo costretti a tornare al uno sterile – ma coriaceo e fermo – antifascismo.
Sarà l’ennesima occasione perduta per giungere ad una storiografia condivisa, sarà l’ennesimo fallimento.
Già che parliamo di fallimenti, torniamo alla Libia.
Cos’ha in mente il Governo? Non lo sanno neppure loro.
Frattini non vuole bombardare e bombarda, Maroni non vuole i migranti e li accoglie, Berlusconi invitava Gheddafi a Roma ad ogni piè sospinto ed oggi lo tradisce. Che bel quadretto.
E gli interessi italiani?
L’avventura libica cambierà sostanzialmente il quadro del Mediterraneo, poiché il principale partner internazionale della Libia (scambio energia/tecnologia) eravamo noi. Domani, con le brutte arie che tirano sul nucleare, immaginiamo un po’ chi è zeppo di centrali e dovrà trovare delle soluzioni.
Fa quasi sorridere che messer Bruni si stizzisca per dover ricevere qualche migliaio di migranti: al bieco “scambio” della politica energetica, dovrebbe accoglierne milioni.
L’Italia aveva la possibilità di starne fuori, come fece la Grecia per il Kosovo, ma non l’ha fatto: ha ceduto, senza il minimo ripensamento, le basi (il “pezzo” più ambito) alla coalizione dei bombardieri. Qui, bisogna ricordare che l’opposizione è ancor più “bombardiera” della maggioranza.
Che ne sarà della nostra politica energetica? Che ne sarà dei libici?
La nostra politica energetica consiste nel concedere a compagnie estere i nostri (magri) giacimenti petroliferi: fra poche settimane, s’inizierà a trivellare al largo di Pantelleria[2].
Fanno quasi sorridere le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, “che prometteva di difendere a spada tratta il Canale di Sicilia, costi quel che costi”.
Mettiamo la bella Stefania, e la sua difesa delle coste, insieme alla “difesa” dagli immigrati di Maroni, al “sussurro” di Frattini contro i bombardamenti, alla “solida amicizia” – strombazzata appena pochi mesi fa – di Berlusconi con Gheddafi.
Già che siamo in vena di farsa, vedremmo bene l’amazzone Prestigiacomo al comando della 206° divisione costiera[3], la notte del 10 Luglio 1943, sulla spiaggia di Licata.
La cosa che più ci scompagina i cosiddetti, però, è sapere che l’Italia – a differenza di tutti gli altri Stati del Pianeta – s’accontenta di un misero 4% come royalty per le estrazioni petrolifere. Vale a dire, il 4% a noi ed il 96% alle compagnie: nell’Iran di Mossadeq, la rivolta scoppiò perché la BP si teneva il 94% e lasciava allo Stato solo il 6%. Noi, ancora peggio dell’Iran dello Scià.
Perché?
Non c’è una risposta plausibile. A meno che.
A meno che non lasciamo scorrere l’immaginazione, correlandola al ben conosciuto “cui prodest”.
E’ assai strano che l’Italia – soprattutto un affamatissimo Tremonti – lasci correre sulla possibilità di lucrare sulle estrazioni petrolifere: sono dei boiardi di Stato, ma non sono fessi. Soprattutto se l’interesse toccato è il loro. E allora?
Visto che le altre nazioni richiedono una royalty che varia, in una “forbice” fra il 50 ed il 90%, è assai strano che l’Italia s’accontenti del misero 4%. Però.
Quel 4% finisce nel bilancio dello Stato – quello palese, quello di Tremonti – ma, la cosa, potrebbe non finire lì.
Una compagnia straniera potrebbe essere allettata dalla favorevole occasione, però, però…mettiamo che, ad un certo punto…manchi una qualsiasi certificazione ambientale, oppure qualcosa relativo alla sicurezza o, ancora, si scopra che non è stato presentato un certo prospetto geologico, un approfondimento sulla mensa dei dipendenti, la certificazione dei natanti adibiti al trasporto del personale…l’italica fantasia non ha limiti…
In quel caso, cosa succederebbe?
Beh…nella prospettiva di dover rinviare alle calende greche l’attività d’estrazione…magari la compagnia potrebbe inviare rapidamente a Roma un suo fiduciario, munito di “convincenti” promesse, che le cose andrebbero a posto rapidamente, se…se ci fosse la “collaborazione” fra la compagnia e le autorità competenti, ovviamente ricompensate per l’aggravio di “lavoro”.
A cose fatte, probabilmente, la concessione non costerebbe più il 4%, bensì il 24% od il 34%...ma sempre meno del 50-90% degli altri!
Ovvio che, la differenza, plusvalore, cagnotta…o come la vogliamo chiamare…non finirebbe più nel bilancio ufficiale dello Stato, ma si perderebbe nei mille “rivoli” delle mille “amministrazioni”.
No, ci siamo sbagliati, questa è solo una ricostruzione di fantasia: per dirla con Shakespeare, è soltanto un “Sogno di mezza Primavera”.
La pura realtà è che noi italiani siamo un popolo generoso, che mai ha torto un capello a qualcuno fuori dei propri confini, che accoglie generosamente tutti i migranti, che soccorre amorevolmente anche le compagnie petrolifere nelle loro fatiche. Che bravi che siamo.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Questa pubblicazione non può essere considerata alla stregua della pubblicazione a stampa, giacché ha carattere saltuario e si configura, dunque, come un libera espressione, così come riferito dall'art. 21 della Costituzione. Per le immagini eventualmente presenti, si fa riferimento al comma 3 della Legge 22 Maggio 2004 n. 128, trattandosi di citazione o di riproduzione per fini culturali e senza scopo di lucro.
Poiché il copione non prevede i canoni della tragedia e nemmeno quelli della commedia: pura e semplice farsa, come sempre.
Eppure, qualche ragione i giornali della Lega & associati ce l’hanno: non s’è mai visto un governo compiere un simile, clamoroso autogol alla propria politica, nazionale ed estera.
Il Ministro degli Esteri Frattini, flebile, sussurra che non sarebbe opportuno, no, non si dovrebbe…i nostri aerei non dovrebbero bombardare la Libia, poiché siamo stati potenza coloniale occupante, in quel Paese, per quasi mezzo secolo. Ed abbiamo lasciato, fra le sabbie e gli uadi, un milione di morti impiccati, fucilati, cannoneggiati, bombardati, squarciati.
E’ la nostra cattiva coscienza storica che risuona, afona, come le vicende mai chiarite sulla Somalia, sull’Etiopia e sulla Jugoslavia: se solo avessimo un minimo di coscienza per quel che compimmo lontano dallo Stivale, staremmo zitti e mosca.
Eppure, alla ricorrenza del 25 Aprile, qualcuno torna a tirare fuori la questione delle foibe: pochi sanno chi fu Giuseppe Cobolli Gigli[1], in arte “Giulio Italico”.
Nel Settembre del 1927, sulla rivista fascista Gerarchia, scriveva, a proposito dell’abitato di Pisino (Pazin) che sorge al centro dell’Istria:
“Il paese sorge sul bordo di una voragine che la musa istriana ha chiamato Foiba, degno posto di sepoltura per chi, nella provincia, minaccia con audaci pretese le caratteristiche nazionali dell'Istria.”
Lo scriveva nel 1927, poiché – all’epoca – la pulizia etnica italiana era già avvenuta: poi, alla fine del conflitto, ci fu la vendetta slava.
Giusto ricordare tutte le vittime, ma non appropriarsi di un fenomeno tragico ed appuntarlo al palmares delle proprie “ragioni” e degli altrui “torti”.
Ma si sa: questa è l’Italia buffona, quella che di Storia (e, soprattutto, di storiografia) non sa nulla e s’appende alle labbra dei vari “Grande Fratello”.
Allo stesso modo, ci stiamo un poco stufando delle atmosfere di “comprensione” e “dialogo”, che hanno coinvolto anche personaggi sedicenti di “sinistra”, riguardo il 25 Aprile.
Siamo fra quelli che sempre hanno sostenuto la necessità di giungere ad un quadro storico condiviso, senza nemmeno discutere la pietà per tutte le vittime, qualsiasi divisa indossassero.
Quello che non intendiamo discutere è che quella guerra civile fu combattuta fra parti che avevano identico valore sul piano storico: gli ideali possono anche essere discussi, gli atti no.
Ora, non è il caso di ricordare che l’effimera Repubblica di Salò fu soltanto una creazione tedesca in territorio italiano: Mussolini non riuscì neppure a salvare il proprio genero dalla vendetta nazista.
Perché siamo stanchi?
Poiché notiamo – quei manifesti con scritto “25 Aprile: Buona Pasquetta!” – l’irrisione d’antica marca fascista per gli ideali altrui, per le vicende altrui, per i dolori altrui. Proprio da parte di chi chiede rispetto per i propri.
Se la Destra italiana desidera continuare su questa strada, s’accomodi pure: saremo costretti a tornare al uno sterile – ma coriaceo e fermo – antifascismo.
Sarà l’ennesima occasione perduta per giungere ad una storiografia condivisa, sarà l’ennesimo fallimento.
Già che parliamo di fallimenti, torniamo alla Libia.
Cos’ha in mente il Governo? Non lo sanno neppure loro.
Frattini non vuole bombardare e bombarda, Maroni non vuole i migranti e li accoglie, Berlusconi invitava Gheddafi a Roma ad ogni piè sospinto ed oggi lo tradisce. Che bel quadretto.
E gli interessi italiani?
L’avventura libica cambierà sostanzialmente il quadro del Mediterraneo, poiché il principale partner internazionale della Libia (scambio energia/tecnologia) eravamo noi. Domani, con le brutte arie che tirano sul nucleare, immaginiamo un po’ chi è zeppo di centrali e dovrà trovare delle soluzioni.
Fa quasi sorridere che messer Bruni si stizzisca per dover ricevere qualche migliaio di migranti: al bieco “scambio” della politica energetica, dovrebbe accoglierne milioni.
L’Italia aveva la possibilità di starne fuori, come fece la Grecia per il Kosovo, ma non l’ha fatto: ha ceduto, senza il minimo ripensamento, le basi (il “pezzo” più ambito) alla coalizione dei bombardieri. Qui, bisogna ricordare che l’opposizione è ancor più “bombardiera” della maggioranza.
Che ne sarà della nostra politica energetica? Che ne sarà dei libici?
La nostra politica energetica consiste nel concedere a compagnie estere i nostri (magri) giacimenti petroliferi: fra poche settimane, s’inizierà a trivellare al largo di Pantelleria[2].
Fanno quasi sorridere le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, “che prometteva di difendere a spada tratta il Canale di Sicilia, costi quel che costi”.
Mettiamo la bella Stefania, e la sua difesa delle coste, insieme alla “difesa” dagli immigrati di Maroni, al “sussurro” di Frattini contro i bombardamenti, alla “solida amicizia” – strombazzata appena pochi mesi fa – di Berlusconi con Gheddafi.
Già che siamo in vena di farsa, vedremmo bene l’amazzone Prestigiacomo al comando della 206° divisione costiera[3], la notte del 10 Luglio 1943, sulla spiaggia di Licata.
La cosa che più ci scompagina i cosiddetti, però, è sapere che l’Italia – a differenza di tutti gli altri Stati del Pianeta – s’accontenta di un misero 4% come royalty per le estrazioni petrolifere. Vale a dire, il 4% a noi ed il 96% alle compagnie: nell’Iran di Mossadeq, la rivolta scoppiò perché la BP si teneva il 94% e lasciava allo Stato solo il 6%. Noi, ancora peggio dell’Iran dello Scià.
Perché?
Non c’è una risposta plausibile. A meno che.
A meno che non lasciamo scorrere l’immaginazione, correlandola al ben conosciuto “cui prodest”.
E’ assai strano che l’Italia – soprattutto un affamatissimo Tremonti – lasci correre sulla possibilità di lucrare sulle estrazioni petrolifere: sono dei boiardi di Stato, ma non sono fessi. Soprattutto se l’interesse toccato è il loro. E allora?
Visto che le altre nazioni richiedono una royalty che varia, in una “forbice” fra il 50 ed il 90%, è assai strano che l’Italia s’accontenti del misero 4%. Però.
Quel 4% finisce nel bilancio dello Stato – quello palese, quello di Tremonti – ma, la cosa, potrebbe non finire lì.
Una compagnia straniera potrebbe essere allettata dalla favorevole occasione, però, però…mettiamo che, ad un certo punto…manchi una qualsiasi certificazione ambientale, oppure qualcosa relativo alla sicurezza o, ancora, si scopra che non è stato presentato un certo prospetto geologico, un approfondimento sulla mensa dei dipendenti, la certificazione dei natanti adibiti al trasporto del personale…l’italica fantasia non ha limiti…
In quel caso, cosa succederebbe?
Beh…nella prospettiva di dover rinviare alle calende greche l’attività d’estrazione…magari la compagnia potrebbe inviare rapidamente a Roma un suo fiduciario, munito di “convincenti” promesse, che le cose andrebbero a posto rapidamente, se…se ci fosse la “collaborazione” fra la compagnia e le autorità competenti, ovviamente ricompensate per l’aggravio di “lavoro”.
A cose fatte, probabilmente, la concessione non costerebbe più il 4%, bensì il 24% od il 34%...ma sempre meno del 50-90% degli altri!
Ovvio che, la differenza, plusvalore, cagnotta…o come la vogliamo chiamare…non finirebbe più nel bilancio ufficiale dello Stato, ma si perderebbe nei mille “rivoli” delle mille “amministrazioni”.
No, ci siamo sbagliati, questa è solo una ricostruzione di fantasia: per dirla con Shakespeare, è soltanto un “Sogno di mezza Primavera”.
La pura realtà è che noi italiani siamo un popolo generoso, che mai ha torto un capello a qualcuno fuori dei propri confini, che accoglie generosamente tutti i migranti, che soccorre amorevolmente anche le compagnie petrolifere nelle loro fatiche. Che bravi che siamo.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Questa pubblicazione non può essere considerata alla stregua della pubblicazione a stampa, giacché ha carattere saltuario e si configura, dunque, come un libera espressione, così come riferito dall'art. 21 della Costituzione. Per le immagini eventualmente presenti, si fa riferimento al comma 3 della Legge 22 Maggio 2004 n. 128, trattandosi di citazione o di riproduzione per fini culturali e senza scopo di lucro.
Più che giusto, è ora di finirla con queste stucchevoli celebrazioni del 25 aprile come di una festa della comprensione e del dialogo fra le parti. Il dialogo fra le parti in realtà non è mai esistito e oggi meno che mai esiste: il 25 aprile ha liberato una parte dell’Italia, non certo tutta. L’Italia rimane un paese fondamentalmente di destra e conservatore, inutile negarlo. Ho letto qualcosa di Giorgio Pisanò, uno che se non altro è sempre stato con chiarezza dalla stessa parte, sbagliata, e che è giusto leggere se si vuole capire con chi si ha a che fare, molto meglio dei rimescolamenti di gente come Pansa. Non mi pare di aver mai sentito personaggi come Pisanò portare delle lucide considerazioni su ciò che è stato veramente il fascismo per l’Italia, figuriamoci poi se qualcuno di questi ha avuto mai non dico il coraggio e la volontà, ma appena un po’ di buon senso nel cercare il dialogo con l’altra parte, i “liberatori”. Ma almeno questi, pochissimi per la verità, ci hanno messo la faccia, la gran massa invece (il famoso “terzo degli italiani” di Orazio) si è rintanata sotto la sabbia in attesa di tempi migliori, quelli odierni di B...
RispondiEliminaOra però sarebbe il caso di dire anche che tutto questo oggi non ha veramente più senso. Non posso che dare ragione a Barnard su questo, destra e sinistra che motivo hanno più di esistere, i governi, di qualunque colore siano, ormai sono schiavi dei numeri e della contabilità, il resto sono tutte chiacchere. Proviamo a porre un minimo di attenzione ai piani finanziari del governo e alle normative europee, possiamo veramente supporre che un governo alternativo avrebbe la possibilità di fare diversamente? Forse qualche spostamento, qualche diversa priorità, un po’ più di attenzione al sociale, ma i numeri purtroppo cominciano a parlare chiaro. In fondo oggi è più che sufficente un governo composto totalmente da nani e da un ragioniere con un minimo di capacità contabile…
Sempre più convinto che abbiamo quel che meritiamo. Un po di tristezza nello scriverlo ma...apettiamo il 2012?
RispondiEliminaBossi e Maroni bofonchiano per tenere buono il proprio elettorato di deboli mentali lumbard. E' certo che ora dopo la bocciatura della corte dell'Aja urleranno contro l'Europa a più non posso. Non otterranno nulla però convinceranno i lumbard deboli di cervice che loro sono il miglior partito contro "l'invasione" dal nord-africa.
RispondiEliminaBerlusconi vincerà ancora in parlamento con i soliti sistemi compra e ricatta.
Il suo potere assoluto in Italia è alle porte, magari in Europa rimane lo zimbello-camerire e l'abbronzato dello studio ovale gli fa un fischio e lui obbedisce, però in Italia comanda più di Mussolini. Deve essere per lui un po' frustrante essere costretto ad obbedire ad Obama, ma se non vuole essere rimosso da palazzo chigi deve obbedire. A noi non resta che sperare in un intervento umanitario che restauri la democrazia in Italia.
Carlo il potere assoluto di Berlusconi è inevitabile.
Mi sembra che gix abbia toccato il nervo scoperto della sociologia italiana: caduto il Fascismo, i frutti avvelenati del ventennio (e, non dimentichiamo, di quella scuola) hanno continuato a propagarsi attraverso i legami familiari - assai importanti in Italia - di padre in figlio.
RispondiEliminaQuando comparve Berlusconi, rividero nell'uomo "forte" - diverso dall'originale, al passo con i tempi - il taumaturgo in grado di donare loro la cornucopia e la felicità.
Ancora una volta, finirà in un mare di guai e gli italiani dovranno, nuovamente, prendersi cura del loro futuro. L'hanno già fatto una volta, solo che hanno dimenticato.
Sta di fatto che, oramai, oltre alla rovina economica siamo ad un passo dall'estinzione come entità statuale in politica estera.
Ancorauna volta, macerie: questa volta, intellettuali e morali.
Saluti a tutti
Carlo
Una cosa mi consola ed è che il Belrusca si sia imbarcato volente o nolente in un'avventura militare perdente. Che lo sia perdente lo si intuisce dal fatto che USA, Francia e Gran Bretagna prima chiedono la partecipazione ai bombardamenti dell'Italia e poi si assiste a strani scontri militari tra i gheddaffiani e l'esercito tunisino. E' chiaro che l'intervento di terra, sempre più necessario, è temuto da tutti, e il Berlusca sarà costretto a parteciparvi con conseguenze nefaste anche per lui manipolatore degli italiani. Il 1/3 degli italiani è abete ma quando dovrà pagare una cospicua tassa sulla guerra potrebbe rivoltarsi contro il dannato di Arcore. Ma ciò avverrà fra più di un anno, perchè il captaz di Tripoli è deciso a restare fino alla morte, di questa tragica realtà però nessuno ha il coraggio di parlarne.
RispondiEliminaNel frattempo Berlusconi ha tutto il tempo di divenire capo dello stato e passare palazzo chigi alla figlia Marina nel 2013.
Sei d'accordo Carlo?
@Orazio Piccole, innocenti tecniche di manipolazione di massa http://www.byoblu.com/post/2011/04/30/Piccole-potenti-tecniche-di-manipolazione-di-massa.aspx#continue
RispondiEliminaPer gix. Purtroppo Barnard, a cagione dell'ignavia dei più(non esclusi i lettori del suo sito), si è stufato ed ha chiuso bottega. Peccato. Con rincrescimento, Lopez
RispondiEliminaDi buffonata c'è stata la Resistenza come è stata raccontata. E per farlo meglio s'è creato l'INSMLI nel 45 per volontà del PCI, e mentre tutta la Storia si studia sugli Archivi di Stato, lì quelli li hanno sequestrati e li ha gestitii l'INSMLI, e ogni ricercatore è dovuto passare per l'INSMLI, e andava bene solo se era PCI, se no andava a fare il rappresentante di spazzole. E non contenti molti anni dopo il Ministro dell'Istruzione Berlinguer dispose che i docenti di Storia Contemporanea,divenuta materia per scuola e Università,dovessero essere formati dall'INSMLI, che non aveva nessuna esperienza di didattica e formazione, anzichè come logico dal Ministero della P.I. di cui peraltro lui era titolare. Per questo è sparito Alfredo Pizzoni Capo Politico del CLNAI cioè della Resistenza ininterrottamente fino al 45 e poi messo da parte, unico autorizzato a conferire con gli Alleati. Per questo son spariti Cadorna, Montezemolo, cioè i Capi militari della Resistenza, per questo son spariti i militari, per questo si ricorda Sogno solo per il fango gettaoglia addosso da quel figuro di Violante. Eccetera.. Non la tiro in lunga ma son decine di spariti. Per quello chi scrive ancor oggi di buffoni è meglio che rifletta per non rischiare anche lui di far parte della categoria.
RispondiEliminaInsomma,caro Carlo, Francia ed Inghilterra con l'approvazione degli USA si sono gettate nell'avventura libica. Presto però si sono accorte che il Rais di Tripoli non ci sta a fare la fine ne di Milosevic, ne di Saddam e si batterà fino all'ultimo e nulla è scontato sulla sua fine. Una certezza la si ha ed è che per rimuovere Gheddafi ci vuole l'attacco di terra con tutti i rischi del caso. La nostra povera italietta ormai sottomessa dal nano erotico di Arcore, generando risa fra i suoi alleati, si prepara a seguire come ascara le due micro potenze regionali europee. Berlusconi è obbedientemente partito per la guerra degli altri, dimostrando di essere il nulla cosmico in Europa e un dittatorello sud-americano in casa (sic). Bossi e il suo elettorato di Lumbard-veneti non vogliono la guerra, ma c'è poco da fare quando l'abbronzato dello studio ovale ordina il nano di villa certosa obbedisce, magari malvolentieri. Dopo un secolo grazie a questo dittatore de noantri l'Italia torna in Libia, però un secolo fa per proprio conto oggi per conto altri. Bei successi ma nessuno degli ebeti 1/3 d'Italia che mandi a quel paese il nano. Sarebbe come se la Germania tornasse in Namibia su ordinazione degli USA, ovviamente i tedeschi persone serie farebbero i pernacchi agli USA, noi dai vendoliani agli irresponsabili scilipotiani si. La Lega è contraria perchè sente aria di disastro e vede che il suo elettorato di cummenda con il Mercedes nel garage, (naturalmente dichiarato ad una società fittizia), teme di dover cacciare denari ed accogliere profughi in quantità. Rimango convinto sempre più che fra due anni avremo Belrusconi al Quirinale e Marina Berlusconi a palazzo Chigi con la fine della fragile democrazia italiana, però spero nel disastro che porterà al crollo di Belrusconi. Ora gli USA puntano sulla Siria per finire in Iran e noi sempre al seguito come cagnolini fidati, ma alla fine finiremo male. Pazienza almeno potremo liberarci di Belrusconi che 1/3 ebete vuole a vita capo dello stato.
RispondiEliminaCiao Carlo
Caro Paolo,
RispondiEliminanon è questo il tono che si gradisce su questo blog. In ogni modo, sappi che sono di Biella, che Sogno abitava nella mia stessa via, e so certamente qualcosa in più di te sulla persona in oggetto.
Non ho gran stima di Violante, ma di quell'uomo dell'Intelligence Service ancora meno.
Comunque, ho altro da fare piuttosto che imbastire polemiche sterili come questa.
saluti
Carlo Bertani
Eh, Carlo!
RispondiEliminaNon ti curar di lor, ma guarda
e passa...