Se leggete attentamente la risoluzione ONU sulla Libia[1], v’accorgerete che è il solito copia/incolla di quella sul Kosovo del 1999: differenze di dettaglio.
Le aviazioni “alleate” avranno via libera per bombardare le forze di Gheddafi le quali – per il Diritto Internazionale – sono l’esercito nazionale libico, le forze armate della Libia: e, questo, comunque la pensiate su Gheddafi o sui cosiddetti “ribelli”.
In altre parole, ancora una volta, l’ONU concede ad una ben precisa parte – se li contate, ci sono tutte le ex potenze coloniali – di bombardare come e quando vorranno in Libia. Nel nome della difesa dei “patrioti”, ovvio.
Ecco, dunque, che una dozzina di Paesi dell’Occidente hanno dichiarato guerra alla Libia senza dichiararla ufficialmente, come usa fare da quando la guerra è stata bandita come “crimine contro l’umanità”.
Chissà perché, nel Ruanda, quella risoluzione non venne mai oppure fu così “distratta” da non accorgersi che, nel frattempo, c’erano già un milione di morti nel Paese africano. Certo, Tutsi ed Hutu non fanno la stessa rima di petrolio e gas.
La stessa risoluzione, però, non concede l’ingresso di truppe nel territorio libico: un “mix” perfetto, “cucito” addosso alla Libia per dissanguarla, per chissà quanto tempo, fin quando non sarà disposta a cedere le sue ricchezze minerarie a poco prezzo, a questo ed a quell’altro.
Una vera e propria “cima” della politica italiana – un tal Italo Bocchino, che parla con la saggezza di un Metternich – lo dice a chiare lettere[2]:
“L'Italia dovrebbe dire all'Onu “Noi siamo pronti”. Non dovrebbe mettere a disposizione le basi, ma anche gli aerei. Sarebbe un errore se l'Italia avesse un atteggiamento ipocrita o pavido. Noi siamo i dirimpettai e il primo partner economico della Libia: non ho capito perché debbano intervenire Francia e Inghilterra e diventare poi loro il primo partner.”
Insomma, ragazzi – afferma il Bocchino – là c’è un mare di soldi…forza, su…cosa volete che sia mandare qualche aereo…e se lo abbattono? Sarà l’ultimo eroe del “Afrika Korp”, faremo una bella cerimonia…
Bersani è meno fesso nelle esternazioni, ma altrettanto determinato:
“Ci sono gli strumenti per applicare la risoluzione dell'Onu. Io mi auguro che Gheddafi, alla luce anche di questa posizione più ferma e più netta della Comunità internazionale, blocchi l'operazione. Altrimenti bisognerà impedire che Gheddafi bombardi la sua gente a Bengasi.”
Insomma, up patriot sto arms…armiamoci e partite.
Non abbiamo in gran simpatia il colonnello libico, anzi, però l’esperienza insegna che nessuna delle avventure di “democrazia” occidentali ha regalato qualcosa di meglio ai Paesi “liberati”. Qualcuno se la sente d’affermare che, il “dopo Ghaddafi”, sarà meglio del prima? Come doveva essere il “dopo Saddam”?
Piccolo particolare finale: mentre i danesi ed i canadesi potranno “gustare” i tanti “breaking news” dei loro telegiornali, mangiando noccioline e pop corn, i pescatori di Mazara del Vallo si troveranno, improvvisamente, a pescare in zona di guerra. Senza contare quel che potrà accadere fra Capo Passero e Lampedusa.
Ma, ancora una volta, la democrazia deve essere esportata: USA, Francia e Gran Bretagna in testa. I soliti: quelli che ressero, per secoli, i traffici dei negrieri.
Le aviazioni “alleate” avranno via libera per bombardare le forze di Gheddafi le quali – per il Diritto Internazionale – sono l’esercito nazionale libico, le forze armate della Libia: e, questo, comunque la pensiate su Gheddafi o sui cosiddetti “ribelli”.
In altre parole, ancora una volta, l’ONU concede ad una ben precisa parte – se li contate, ci sono tutte le ex potenze coloniali – di bombardare come e quando vorranno in Libia. Nel nome della difesa dei “patrioti”, ovvio.
Ecco, dunque, che una dozzina di Paesi dell’Occidente hanno dichiarato guerra alla Libia senza dichiararla ufficialmente, come usa fare da quando la guerra è stata bandita come “crimine contro l’umanità”.
Chissà perché, nel Ruanda, quella risoluzione non venne mai oppure fu così “distratta” da non accorgersi che, nel frattempo, c’erano già un milione di morti nel Paese africano. Certo, Tutsi ed Hutu non fanno la stessa rima di petrolio e gas.
La stessa risoluzione, però, non concede l’ingresso di truppe nel territorio libico: un “mix” perfetto, “cucito” addosso alla Libia per dissanguarla, per chissà quanto tempo, fin quando non sarà disposta a cedere le sue ricchezze minerarie a poco prezzo, a questo ed a quell’altro.
Una vera e propria “cima” della politica italiana – un tal Italo Bocchino, che parla con la saggezza di un Metternich – lo dice a chiare lettere[2]:
“L'Italia dovrebbe dire all'Onu “Noi siamo pronti”. Non dovrebbe mettere a disposizione le basi, ma anche gli aerei. Sarebbe un errore se l'Italia avesse un atteggiamento ipocrita o pavido. Noi siamo i dirimpettai e il primo partner economico della Libia: non ho capito perché debbano intervenire Francia e Inghilterra e diventare poi loro il primo partner.”
Insomma, ragazzi – afferma il Bocchino – là c’è un mare di soldi…forza, su…cosa volete che sia mandare qualche aereo…e se lo abbattono? Sarà l’ultimo eroe del “Afrika Korp”, faremo una bella cerimonia…
Bersani è meno fesso nelle esternazioni, ma altrettanto determinato:
“Ci sono gli strumenti per applicare la risoluzione dell'Onu. Io mi auguro che Gheddafi, alla luce anche di questa posizione più ferma e più netta della Comunità internazionale, blocchi l'operazione. Altrimenti bisognerà impedire che Gheddafi bombardi la sua gente a Bengasi.”
Insomma, up patriot sto arms…armiamoci e partite.
Non abbiamo in gran simpatia il colonnello libico, anzi, però l’esperienza insegna che nessuna delle avventure di “democrazia” occidentali ha regalato qualcosa di meglio ai Paesi “liberati”. Qualcuno se la sente d’affermare che, il “dopo Ghaddafi”, sarà meglio del prima? Come doveva essere il “dopo Saddam”?
Piccolo particolare finale: mentre i danesi ed i canadesi potranno “gustare” i tanti “breaking news” dei loro telegiornali, mangiando noccioline e pop corn, i pescatori di Mazara del Vallo si troveranno, improvvisamente, a pescare in zona di guerra. Senza contare quel che potrà accadere fra Capo Passero e Lampedusa.
Ma, ancora una volta, la democrazia deve essere esportata: USA, Francia e Gran Bretagna in testa. I soliti: quelli che ressero, per secoli, i traffici dei negrieri.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Questa pubblicazione non può essere considerata alla stregua della pubblicazione a stampa, giacché ha carattere saltuario e si configura, dunque, come un libera espressione, così come riferito dall'art. 21 della Costituzione. Per le immagini eventualmente presenti, si fa riferimento al comma 3 della Legge 22 Maggio 2004 n. 128, trattandosi di citazione o di riproduzione per fini culturali e senza scopo di lucro.
C'è poco da fare oramai la fame di energia è enorme. L'occidente europeo lo sa e fa finta di niente. I cittadini devono sapere che o si riducono i consumi o si depreda il greggio dove si può. Gli USA lo sanno o depredano o riducono i consumi. Certo l'italietta è sempre ridicola e inaffidabile. Berlusconi, uomo schifosetto, dopo aver firmato un trattato di non aggressione con la Libia ora con la scusa della risoluzione ONU lo rinnega. Meglio così, almeno nel mondo arabo capiranno chi è il puttaniere di Arcore. Guardate la Germania e imparate come si fa. Non si baciano mani e si tradiscono accordi con la stessa persona. Detto ciò io considero Gheddafi un turpe dittatore, pari o superiore a Saddam Hussein.
RispondiEliminaBeh, Orazio, che ci fosse qualcosa di diverso fra B. la Merkel lo sospettavo...ad iniziare dalle dimissioni di un ministro tedesco perché aveva copiato parte della tesi...
RispondiEliminaAvviso i lettori che - causa trasloco - probabilmente non sarò on line per qualche tempo. Ore? Giorni? Più probabile la seconda opzione.
Dalle ultime notizie che leggo, pare che Gheddafi abbia messo in atto un colpo diplomatico da maestro, depotenziando tutte le "pruderie" di Elf-Total...scusate, della Francia.
Sembra la strategia di Saddam, ma portata avanti meglio...staremo a vedere...
Carlo
PS Sarà interessante questo "distacco" dalla Rete, perché non avrò nemmeno la Tv, solo la radio...
Bei tempi...
Se la riduzione dei consumi e' accompagnata dal ripristino dell'efficienza delle reti di distribuzione, acqua,luce,etc..sareebbe come aver gia pronte un paio di centrali nucleari gia costruite senza spendere tutti quei fottutissimi soldi tutti presi dal...debito.
RispondiEliminaDoc
malgrado tutti gli scandali e le accuse ho tollerato il berlusconi politico e uomo senza farmi troppe menate avendo smesso di votare già da qualche anno. Purtroppo la mancanza di una qualsiasi presa di posizione nei confronti "dell'alleato" libico me lo rende intollerabile: personalmente avrei preferito sentire il signor B. difendere il suo amico libico, opponendosi alle aggressioni verbali dei francesi o alle risoluzioni Onu e balle varie a costo di perdere l'ennesima guerra ma evidente il puttaniere non ha le palle oppure non c'è possibilità per il povero bel paese di opporsi al volere degli "altri alleati occidentali".
RispondiEliminascusate il delirio.
tutti ALLINEATI&COPERTI i POLLItici ITALIOTI .. da destra a sinistra .. come d'uopo quando padron NATO richiama i cani a rapporto .. tanto mica ci sono i LORO di figli sotto le prossime bombe NATO .. AFC .. !!
RispondiEliminaNon mi sembra che l'ONU e la Nato siano stati così solerti
RispondiEliminaquando Israele si sollazzava a buttare fosforo bianco sui palestinesi di Gaza City, durante l'oscena aggressione denominata "Piombo fuso".
E come la mettiamo col Bahrain, che è pure stato invaso dai paesi del
Golfo, tranne Iran ed Iraq, per
dare manforte al satrapo nazionale?
I cittadini del Bahrain non meritano forse libertà e democrazia?
Oppure hanno paura di scontentare l'Arabia Saudita,
fornitrice di prezioso oro nero?
Che orrore!
Mi permetto di ricordare agli amici del blog, anche se già lo sanno, (comunque non a Carlo che credo lo sappia bene), alcune cose. Noi tutti, me compreso, a volte tendiamo a sopravvalutare B. senza avere riscontri oggettivi su cui fondare quest’idea di sopravvalutazione. Quindi, nonostante tutto, ci meravigliamo che B. bacia la mano a un personaggio quantomeno di dubbia reputazione come Gheddafi e poi, con la stessa faccia di tolla, va al muro del pianto e si mette lo zuccotto in testa. Per dirla con un giro di parole, ci dovremmo meravigliare di noi stessi, che ancora ci meravigliamo di B.. Il personaggio ha la rozza abilità del piazzista e del venditore, con tutto il rispetto per la categoria. Baciare le mani a tutti, che prima o poi possono diventare “clienti”, magnificare il proprio prodotto sempre e comunque, anche quando si tratta di un catorcio, non dimettersi mai (suggerimento tipico dei commercialisti e degli avvocati del lavoro), infine negare l’evidenza sempre e comunque. Il mito lo ha creato la TV, c’è poco da fare, ed è un mito inesistente, anche se con il tempo è diventato duro da estirpare.
RispondiEliminaIn fondo Andreotti e Craxi facevano le stesse cose, ma erano anche capaci di invitare Arafat in Parlamento, armato di pistola.
Sull’energia penso che bisognerebbe approfondire il discorso, visto che Carlo è un esperto; credo che abbia ragione Grillo, comincio a credere che ormai si tratti solamente di piazzare in giro per il mondo gli avanzi delle tecnologie obsolete legate al petrolio e al nucleare, in attesa di creare monopoli su altri tipi di tecnologie per l’energia, che probabilmente già esistono o sono in fase di avanzata sperimentazione, più di quanto si sappia.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDirei che l'accordo tra Usa e Libia e stato raggiunto. Risoluzione ONU, minacce del tipo "se non la smetti vedrai...", e finirà con una Libia divisa in due, parte rimarrà a Ghedda e parte sarà protettorato militare occidentale.
RispondiEliminaIntanto Lampedusa è abbandonata a sè stessa, tanto quanti voti saranno, 1000? 2000?
Inutile poi sottolineare l'ignobile (userei aggettivi più dispregiativi ma non i vengono in mente)ipocrisia degli occidentali.
RispondiEliminaObama è solo un qualsiasi altro presidente americano... zitto sul Barhein, Isralele, Sudan, Somalia, etc,. etc..... ma la Libia è strategica in questo momento, quindi, Ghedda è uno stronzo che uccide i suoi concittadini (cosa vera, peraltro, ma con il particolare che questi concittadini sono riforniti di armi dagli occidentali).
Saluti
Gheddafi non si arrenderà e terrà duro allo stesso modo di Saddam Hussein. Bisognerà andarlo a prendere con le truppe di terra. Un attacco di terra è ineludibile. Con quali truppe? Francesi, Italiani, inglesi e canadesi. Avete letto bene italiani dopo un secolo torniamo in Libia e sarà più dura di 100 anni fa. Ecco cosa è stato capace di fare Berlusconi ripetere la storia. Speriamo che Gheddafi vistosi perso non ricorra a qualche arma di distruzione di massa di cui potrebbe disporre.
RispondiEliminaAlcune considerazioni:
RispondiEliminamentre la rivolta dei popoli tunisini e in particolare egiziani non solo erano prevedibili (date le pessime condizioni economiche della maggioranza di queste genti), ma probabilmente sono state anche in qualche modo aiutate e favorite (in particolare dagli Stati Uniti, come ci ha ricordato puntualmente Carlo, per gestire problematiche di potere interno – braccio di ferro tra la presidenza Obama ed il governo Israeliano, apertamente, anche se non esplicitamente, schierato contro di essa), quella del popolo Libico non l'aveva prevista nessuno, sia perché i Libici hanno condizioni economiche mediamente migliori rispetto agli altri paesi del nordafrica, e sia perché Gheddafi pareva tenere tutto perfettamente sotto controllo con la sua micidiale dittatura, compresa l'emigrazione a sud del canale di Sicilia.
Invece la situazione era evidentemente non più sostenibile e la gente libica è esplosa, sicuramente incoraggiata in questo anche dalle vicende dei popoli vicini.
Che tale rivolta sia stata del tutto inaspettata è anche evidente dal ritardo con cui i paesi occidentali hanno reagito.
(continua --->)
(---> segue)
RispondiEliminaE io mi domando perchè l'occidente dovrebbe stare a guardare?
1.Gheddafi, a parte i siparietti con Berlusconi, è realmente completamente isolato politicamente e nessun paese è disposto ad appoggiarlo militarmente.
2.Il suo popolo ha iniziato a dimostrare pacificamente, e tali manifestazioni sono state represse brutalmente.
3.Dunque, Gheddafi ha scelto subito la via armata tralasciando completamente qualsiasi opzione politica, innescando la reazione del popolo costretto alla guerriglia, appoggiato da parte di interi reparti dell'esercito non più fedeli al Rais .
4.La risposta è stata ancora più brutale ed il dittatore ha fatto ricorso a truppe mercenarie (le stesse utilizzate nella precedente guerra dell'uranio con il Niger – guerra, peraltro, scatenata dalla Francia per poter riavere il monopolio sull'estrazione del prezioso metallo in quel paese).
5.La reazione di Gheddafi è proseguita con i bombardamenti aerei e gli attacchi da terra con truppe corazzate provocando un quantitativo imprecisato, ma sicuramente notevole, di morti tra gli inermi abitanti.
6.La rivolta del popolo è stata caratterizza da una decisa “laicità” senza coinvolgimenti di fondamentalismi religiosi (almeno fino ad ora). E questa esplicita richiesta di democrazia è stata la comune caratteristica di tutte le recenti rivolte nordafricane (certo anche in Bahrain il popolo richiede più democrazia, ma il confronto con la Libia non regge. Lì la situazione è molto complicata, nonostante esso sia un piccolo paese di poco più di un milione e mezzo di abitanti e grande quanto metà comune di Roma. Infatti qui il popolo – leggi sciiti e vedi Iran – richiede più democrazia a causa delle grandi discriminazioni subite da parte della minoritaria classe dominante – leggi sunniti e vedi Arabia Saudita /occidente. Dunque gli interessi in gioco coinvolgono non solo l'occidente, ma anche un paese di rilievo quale l'Iran).
7.Se un popolo si ribella all'oppressione ed in un impeto di libertà richiede democrazia non è forse opportuno cercare di aiutarlo?
8.La democrazia non può essere esportata, ma la dove ne risiede il germe può essere opportunamente coltivata; a questo ha pensato internet. Ora ci vuole un ultimo aiuto per farla germogliare.
Quindi l'intervento militare occidentale in Libia era auspicabile per cercare di fermare il massacro, anche perchè fermando il folle Gheddafi non viene messo pericolosamente in discussione nessun equilibrio mondiale o alleanza strategica (a parte la messinscena italica).
Se l'intervento di forza avrà successo e si riusciranno a fermare i combattimenti, la vera partita si giocherà a livello politico e diplomatico per evitare un “impantanamento” militare: ed è qui che si vedrà la credibilità di quest'azione occidentale, che in Libia ha, ahimé, non pochi interessi.
Una volta divisi i contendenti come si agirà per rimettere le cose a posto? Si consentirà al popolo libico di, diciamo così, “autodeterminarsi”? Oppure si cercherà un successore di Gheddafi più credibile di fronte alle richieste del popolo e contemporaneamente “alleato” dell'occidente ? Peggio, si faranno due stati?
“dammi un litro di oro nero “ cantava Rino Gaetano.......
Staremo a vedere.
Nel frattempo io faccio il tifo per il popolo, che altro se no?
Saluti e viva l'Italia
Alex
Acrescere, acrescere, acrescere
Un'altra cosa.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la rivista web, volevo suggerirvi di dare un'occhiata a questo
http://www.ilpost.it
Ovviamente questa è una testata giornalistica professionale (fondata da Luca Sofri), ma può essere un utile spunto per quanto riguarda contenuti, impaginazione e quant'altro.
Saluti e viva l'Italia
Alex
Acrescere, acrescere, acrescere
Cari amici,
RispondiEliminatorno on line, dopo aver esclamato lunghe giaculatorie per i globalizzatori cinesi ed i loro modem che non prevedono altro che spinotti per collegarli. Alla fine, vecchio cavetto telefonico, morsetti e san nastri isolante.
Apro internet...e...che ci trovo? Siamo in guerra con la Libia. Eh, ci voleva, così la gente è distratta dal fatto che la radioattività ha raggiunto l'acqua di Tokyo.
Si vede che - prima - il Giappone doveva oscurare la Libia, mentre oggi è meglio oscurare il Giappone.
Ma veniamo ai fatti.
(continua)
Viva la democrazia di questo blog, perché non sono per niente d'accordo con Alex, ma va bene così.
RispondiEliminaPer prima cosa, Alex dovrebbe spiegare perché la "rivolta" ha colpito il secondo Paese africano, per reddito pro-capite, dietro il Sudafrica. Poteva colpire il Marocco? L'Algeria? No: chissà perché.
L'Algeria, che vent'anni fa decise di voltare pagina, si "beccò" una bella repressione made in Paris e tutti zitti e mosca, a dire che il FIS era come Hitler.
Poi, ovviamente, Israele potrà continuare a bombardare quanto vorrà e tutti zitti e mosca.
I diritti umani? mDelle donne? La democrazia?
Ma, signori miei, accomodatevi a Ryad per osservare, per toccare con mano la grande democrazia del regno wahabita.
Quindi, parliamoci chiaro: c'è una bella differenza fra la difesa della democrazia e lo schierarsi al fianco d'alcune tribu libiche che hanno deciso di fare le scarpe al capo.
Se non ci credete, domadatevi come mai nessuno fiata sugli Al-Saud. Ve lo dico io.
Perché è l'unico Paese produttore di petrolio in grado (e servizievole) per aumentare la produzione petrolifera a comando. Mi dispiace per i musulmani, ma i Luoghi Santi sono un protettorato USA.
(continua)
Una barzelletta. Né più né meno. Lui, i suoi ministri - soprattutto quella merda che dopo aver pestato il piede a un giornalista si gira e simula pure che quel poveraccio lo stia prendendo a calci, approfittando del suo status ministeriale, una vera merda - i suoi alleati che prendono per il culo milioni di gonzi facendo credere loro di discendere da Obelix, i veri ministri del suo governo, cioè quelli che lo ricattano per i suoi vizietti dopo cena, la dirigenza della sua squadra, i suoi elettori.
RispondiElimina150 anni culminati in un giorno dove chiunque abbia un minimo di amor patrio e senso civico dovrebbe vergognarsi per lui e tutti i connazionali complici di questa tragica farsa, andando a restituire il passaporto e la cittadinanza.
Come diceva Freak Antoni a proposito di toccare il fondo e cominciare a scavare?
Infine, domandiamoci chi c'è e chi non c'è nell'avventura.
RispondiEliminaUSA con Canada al seguito: loro, strategicamente, non hanno niente da perdere e di compagnie petrolifere ne hanno a iosa.
GB: British Petroleum
Francia: Elf-Total-Fina
Italia: ENI
Chi non c'è?
La Germania. Oh, poverini! Persero la possibilità d'avere una compagnia petrolifera attiva con la Prima Guerra Mondiale!
Però, nel tempo, pensarono a "Desertec", ossia alla captazione nel deserto (soprattutto libico) per ricavare energia per l'Europa.
Piccola parentesi: già lo raccontavo e lo pubblicavo nel 2003, ma non fa niente, in fin dei conto Carlo bertani è soltanto un sognatore.
Al progetto Desertec sembrava che dovesse affiancarsi l'Italia:
http://archiviostorico.corriere.it/2009/giugno/28/sole_catturato_nel_deserto_nei_co_9_090628006.shtml
Insomma, all'Asse RoBer-To ("To" è un po' troppo radioattivo, oggi, per partecipare) Roma ha scelto all'ultimo istante Londra.
Sbaglato una volta, non bisogna ripetere gli errori.
(continua)
Così, con buona pace di tutti, i tedeschi potranno andare a mettere pannelli in Lapponia, la Libia - dopo essere stata dissanguata e forse smembrata - diventerà una meraviglia di democrazia, con qualche Abu Bubu che userà gli stessi metodi di Gheddafi e sarà ricevuto con grandi onori nelle capitali europee col titolo di "Presidente".
RispondiEliminaSi guarderà bene dall'alloggiare in tenda e preferirà il Ritz.
La "bad company" - se la Libia sarà divisa - sarà retta da un altro Abu Bubu, che sarà chiamato rais, despota, tiranno, dittatore, capotribu...
Ma, mi chiedo, non è bastato l'Iraq per aprirvi gli occhi?
Ciao a tutti
Carlo
posto un link a mio avviso interessante:
RispondiEliminahttp://www.huffingtonpost.com/kelly-rigg/battleproof-wind-farms-su_b_837172.html
riportato in italiano da:
http://www.ecologiae.com/giappone-energia-eolica-sisma-black-out/36568/
e ci tengo a ribadire che le rivolte arabe non sono spontanea ma pilotate, quelle spontanee sono represse nell'indifferenza occidentale (Barhein, Yemen, etc.)
La situazione era intuibile già dall'andazzo che aveva avuto la rivolta egiziana. Non illudiamoci sulle richieste di democrazia nei paese arabi: senza offesa, ma nel medio oriente non mi pare che ci sia una società con i caratteri di democrazia che, ritengo, ci aspettiamo: basta pensare alla condizione femminile, che al 99% resterebbe allo stato attuale anche in caso di una caduta, ad esempio , dei wahabiti.
I paesi che sono sfuggiti alle "rivolte" sono Algeria e Marocco, perchè sono paesi con una diversa mentalità, nonostante siano a maggioranza islamica (ad esempio in Algeria, durante la guerra contra i francesi, le donne sono state in prima linea al pari degli uomini). La Libia è (era) più vicina a questi che ai paesi mediorientali (Gheddafi ha la guardia personale composta anche da donne, magari senza ruolo preminente in caso di pericolo, ma che hanno un grande impatto di facciata).
Ultima cosa: mi pare di aver sentito che i tedeschi si sono sì astenuti sulla Libia, ma hanno garantito rinforzi in Afghanistan per liberare dal "lavoro" truppe alleate da impegnare in Libia.
Saluti
Già, e Angela Merkel a momenti casca con l'elicottero. Che sfiga.
RispondiEliminaCarlo
Abbiamo una credibilità internazionale inferiore anche a quella dello stesso raìs, e a quanto pare anche la combriccola del coglionano ne è consapevole, visto che ora siamo stati costretti a "salvare la faccia" nei confronti del fratello libico fornendo un "obbligato" sostegno logistico a chi gli sta portando guerra. Come dire, siamo orgogliosi di essere la puttana d'Europa, quella che non può dire di no a nessuno, anche perchè tanti hanno già pagato in anticipo e sarebbe..scortese.
RispondiEliminaL'unico aspetto positivo è che qui non ci sono "guerre sante", non ci saranno gesta eclatanti ed il caro Muhammar verrà presto deposto e costretto all'esilio dorato. Pare abbia già preso casa. Non posso dirvi dove ma se doveste notare movimenti di giovani fanciulle in compagnia di Fede e Mora, potrebbe non esserci sotto lo zampino del papi. Ma anche si.
Mentre ci meravigliavamo ancora di B. che bacia le mani al diavolo, è scoppiata la guerra, guarda un po’. Ma, dopo aver letto un articolo su CDC, nascono un sacco di riflessioni in libertà. Come dire, parafrasando, ad essere complottisti si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Allora, per cominciare, il Giappone annientato da terremoto, tsunami e nucleare. Soprattutto sul nucleare c’è da riflettere, dopodiché nel mondo intero, quello industrializzato almeno, stop al nucleare. Sarebbe interessante fare una ricerca per avere dati un po’ più precisi, ma, a braccio, le cose stanno così: Giappone 30% in meno di energia a disposizione, Germania ferma 7 centrali nucleari quindi diciamo un altro 10-20% minimo in meno di energia a disposizione. L’Italia che ferma quel poco di nucleare a cui pensava (e fa bene). La Cina non si sostiene certo col nucleare. Nel primo mondo il nucleare sta per essere fottuto, forse nel terzo mondo avrà ancora un po’ di spazio. Comunque per ora limitiamoci a Germania e Giappone, entrambi i paesi hanno una caratteristica, sono il 2° e 3° esportatore mondiale, per cui non possono fermare le loro esportazioni se vogliono sopravvivere. Sono come enormi navi che, anche se fermi i motori, continuano a viaggiare per inerzia, per cui quello che perdono col nucleare, lo devono sostituire nell’immediato con il petrolio. Quindi aumenti considerevoli del consumo di petrolio, a breve, con probabili aumenti dei prezzi e, se Gheddafi resiste, problemi di fornitura per tutti. Lasciamo stare le considerazioni sulla guerra, la figura ignobile dell’Italia, e, soprattutto i poveri civili libici che sono destinati a soccombere, e diamo per scontato che Gheddafi perde e il petrolio va a chi sappiamo. Limitiamoci a guardare i risultati immediati: nucleare giù, petrolio su, Gheddafi fuori, Italia ridimensionata, B. probabilmente in crisi di governo, potrebbe persino cadere sulla Libia; e poi ancora British Petroleum di nuovo in sella, Sarkosy, che era traballante, di nuovo in forze, tutto il sud del mediterraneo sotto controllo, manca l’Algeria, ma non ha petrolio. Non so cosa ne pensiate, ma a me sembra la tempesta perfetta. Poi magari ragioneremo sul fatto che dopo il mondo intero sarà sempre più tenuto per le palle da pochi personaggi, per il famigerato nuovo ordine mondiale. Ma questo dopo.
RispondiEliminaCarlo la libia forse avrà alla fine di questa storia un nuovo dittatore, ma noi che il dittatore lo abbiamo da 16 anni non siamo nella condizione di criticare. Almeno loro possono sempre dire che non hanno mai fatto libere elezioni, noi invece per ebetismo ci temiamo Belrusconi, quello che ha detto all'inizio di questa storia che lui non disturbava il massacratore. In un altro paese europeo se il capo del governo avesse detto una cosa simile lo avrebbero costretto alle dimissioni. In Italia già il popolo ebete lo ha dimenticato e non sa che Belrusconi è stato capace di perdere quel poco di buono che dal 1945 ad oggi avevamo avuto dalla Libia. Sarkozi è così attivo perchè sente che l'impero USA è in crisi e punta ad appropriarsi della Libia e conseguire l'autosufficienza energetica. In questo momento i colonnelli che sbarcarono nel 1956 a Suez se vivi o morti sorridono e sorridono con loro Mallet il socialista e il laburista Eden.
RispondiEliminaVedremo se vi sarà una rinascita Franco-Inglese. Io penso di si.
ciao Emilio,
RispondiEliminaper la condizione femminile, per te un parametro di democraticità, ti assicuro che l'italia soffre quanto il Pakistan. anzi, forse qualcosina di più ... salutami berlusconi e fede ...
mahmoud
L'errore di Ghedda è quello di aver allentato la guardia nei confronti dell'europa cercando di intrufolarsi nel sistema. Illuso. Il tradimento è una delle condizioni con cui i cosidetti governi non faranno mai a meno. Il desiderio di potenza non ha confini, ne obblighi, ma solo opportunità.
RispondiEliminaDovranno seguire il copione dell'Iraq, non c'è scampo. Verranno create ad arte le condizioni per intervenire, come è sempre stato fatto. Ci vuole così poco. !! 11Settembre......
Me l'aspettavo una risposta da parte tua, e confesso che ho scritto cercando di provocare (nel senso buono, del dibattito) una tua reazione, per avere un commento da chi tocca con mano la situazione.
RispondiEliminaInoltre, mi sono ben guardato da porre come modello di democrazia e di libertà l'Italia.
Sicuramente, la condizione femminile è un parametro per misurare il grado di libertà e democrazia di uno Stato; in caso contrario, sarebbe come dire che le donne sono inferiori agli uomini.
Riguardo i figuri che citi, e che molti in Italia stiamo nostro malgrado subendo, penso siano molto ben accomunabili a tanti governanti mediorientali.
Con rispetto,
saluti
L'ultimo mio posto era in risposta a Mahmoud,...
RispondiEliminaGrazie Emilio per la risposta e per la provocazione costruttiva :)
RispondiEliminaOra, come vedi, scrivo meno sul blog del Capitano perché sono occupato negli “affari” della rivista. Uno dei prossimi articoli sull’OlandeseVolante tratterà della questione femminile nel mondo arabo. A dire il vero, anche l’idea d’un mio articolo sulla spontaneità (o non) delle rivolte arabe era nata qui, grazie ai tuoi interventi che sostengono la programmazione sistematica occidentale di tali sommosse. Non so se tu l’abbia letto. Pare, comunque, che tale ipotesi sia proprio radicata nel tuo pensiero. Hai scritto nel tuo penultimo post:
“ci tengo a ribadire che le rivolte arabe non sono spontanea ma pilotate, quelle spontanee sono represse nell'indifferenza occidentale (Barhein, Yemen, etc.)”
Per te, le rivolte in Bahrain e nello Yemen sono spontanee; mentre quelle nordafricane no: sono pilotate. Non per contraddirti, ma lo scenario socio-politico mediorientale attuale dice l’esatto contrario. A differenza delle altre rivolte arabe, quelle dello Yemen sono cominciate due anni fa sotto l’attenzione dell’Arabia Saudita e gli USA. A Manama, invece, sembra che l’Iran abbia in mano il futuro della maggioranza sciita del Paese arabo. Oggi, infatti, Tehran ha richiamato il proprio ambasciatore dal Bahrain come reazione per la morte di manifestanti sciiti. Al di là dell’agenda socio-politica dell’opposizione bahreinita, speriamo che tale rivolta possa mettere il Bahrain nel binario sicuro e tranquillo della libertà. Per il Nord Africa, invece, rimando al mio articolo su www.pontedicose.com.
Devo confessarti l’assurdità del paragone che ho portato, a caldo, facendo riferimento a B. e Fede. Ma non credi che sia altrettanto assurdo pensare che una società non sia pronta per la democrazia? Ciò mi ricorda il giudizio brutale di un certo Fuad Ajami (versione statunitense di Magdi Allam), il quale sostiene ripetutamente che le società arabe non sono “fatte per la democrazia”. Tale affermazione mi fa pensare al popolo italiano durante il Fascismo, ma anche ad altri modelli di sciovinismo occidentale. Finito il Ventennio, dall’utero della società italiana nasce una delle costituzioni più democratiche del pianeta. Chi l’avrebbe mai detto negli anni Trenta? Ti inviterei, Emilio, a leggere Piero Gobetti.
Hai detto, inoltre, che la situazione femminile non cambierà neanche se cadono i wahabiti. Ma questi sono presenti in UN solo Paese, Arabia Saudita. Anzi, la parte est del Paese è popolata da una maggioranza sciita. La cosa importante è che la situazione della donna in Arabia non è la stessa in tutto il mondo arabo (o islamico). Ma anche lì, in Arabia, ci sono state manifestazioni femminili richiedenti diritti e libertà. Ciò accade in tutta la regione. Dire che le rivolte non cambieranno la situazione femminile mi sembra troppo: questa situazione, infatti, è cambiata decine di volte nel corso del secolo scorso (negli anni sessanta, ad esempio, una piccolissima minoranza di donne portava il velo).
Ma quel che conta è che tante donne non hanno l’occidente come modello. In Giordania, ad esempio, la donna è libera di portare il burqa senza che nessuno glielo strappi (vedi Santanché); oppure camminare per strada con la minigonna e gli stivali sopra il ginocchio, ultimamente di gran moda, senza che nessuno la consideri una “puttana”. Qui è la società ad essere diversa, ma questa è un’altra storia che ti (vi) racconterò presto!
Con rispetto,
Mahmoud Jaran
Prima qualche domanda:
RispondiEliminai civili sono solo quelli che sono definiti ribelli, insorti o patrioti?
Gli altri, quelli che manifestano per gheddafi cosa sono zombi da macello?
L'Onu del "no fly zone" non è la stessa che ha premiato gheddafi per aver determinato uno sviluppo generale della libia?
Qualcuno ha visto le famose, sventolate, poi messe in dubio, fosse comuni ove gheddafi aveva tumulato i suoi oppositori?
Il gheddafi dittatore, trucidatore del proprio popolo (ovvio che questo si identifica solo con la parte che l'occidente ha stabilito, anzi ha fatto assurgere a martire..) lo e' diventato nell'ultimo mese o quanto meno lo e' da 40 anni?
Ma qualcuno ricorda qualche intervento per il genocidio in Cecenia????
E per noi Italiani, e specie per il nostro Presidente della Repubblica Napolitano che ha affermato oggi: ''Non siamo entrati in guerra ma impegnati in azione Onu'', credo che si debba far mente locale a quanto afferma la Costituzione Italiana
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Ma come diceva Gaber ? ah gia':
la qualita non e' richiesta
Doc
Gheddafi chiuso nel suo bunker resiste e fa capire che dovranno andarlo a prendere come è stato con Saddam. L'attacco di terra alla fine si renderà necessario. Il popolo degli ebeti non vuole la guerra, ma come dirgli che se avessero dato retta a Wikileaks saprebbero che gli USA considerano Berlusconi un cagnolino obbediente. La Francia continua nella sua strategia di conquista della Libia e la Gran Bretagna si unisce a lei. Guardate che la crisi ha reso la vecchia Home fleet priva di una portaerei moderna e si appoggia alla Francia. Riuscirà Gheddafi a piazzare un colpo di ritorsione in territorio italiano? Vedremo la guerra durerà mesi, forse anni.
RispondiEliminaPer Mahmoud ( e per chiunque sia interessato):
RispondiEliminapremetto che le mie modeste analisi si basano sulle notizie che reperisco su internet da vari siti. Dopo cerco di interpretare quanto leggo e di immedesimarmi ora nell'una ora nell'altra parte. Naturalmente, le notizie che ho a disposizione sono almeno di seconda mano, quindi possono essere faziose, distorte, omissive, etc.
Però, la logica d'analisi è tutto sommato semplice: ci sono varie gang che si combattano o si alleano a convenienza puramente economica, qualunque altro presupposto non economico è probabilemnte inconsistente e può portare ad analisi non corrette, o solo parzialmente corrette.
All'interno delle gang (o del branco se preferite) il capobranco è temuto, non amato, e gli altri membri cercano di sfruttarlo o di fargli le scarpe, e obbediscono quando non possono farne a meno o quando va a proprio vantaggio.
Ritornando al caso particolare della discussione:
in effetti mi sono espresso male sulla questione delle donne. Chiarisco: nell'ambito delle attuali rivolte, che prospettano un futuro democratico, non credo che ci sarà spazio per una migliore condizione della donne, poichè, mi ripeto, sono rivolte artificiose, che non hanno alla base un cambiamento di mentalità e di concezione della società. Infatti, ho portato ad esempio l'Algeria come un caso in cui è cambiata la società ed i suoi rapporti interni a seguito di un passaggio cruento.
Anche la Costituzione italiana nasce alla fine di lunghi anni di eventi violenti.
I dubbi sulla spontaneità rimangono in me: lo Yemen ha forse un governo anti-occidentale? Ed il Barhein?
Anche l'Egitto di Mubarak era filo-occidentale, ma Mubarak era ormai avanti con gli anni, e probabilmente si è pensato che fosse meglio accelerare il passaggio, con manifestazioni e tutto il resto, e con gli Usa e l'esercito che ci hanno fatto una gran bella figura appoggiando da subito i manifestanti.
Tutto ciò non vuol dire che chi manifesti non sia in buona fede, anzi penso che la maggioranza sia in buona fede e creda in un cambiamento. Ancora, non ho mai pensato che il modo arabo manchi di cultura o profondità di pensiero.
Mi sento di dire che una società integralista (islamica, cristiana, animista,etc.) non può essere pienamente democratica, poichè ci sarà sempre qualcuno che è più depositario degli altri riguardo ciò che è giusto e ciò che non lo è, e che non sarà disposto a discuterne.
Gli altri due figuri che hai citato affermano certe cose perchè probabilmente sono i primi a non sentirsi (o voler essere) democratici.
Sulla questione Libia, anche qui le cose mi appaiono abbastanza "semplici": il nord africa deve essere messo a guinzaglio stretto, prima che ci arrivino i cinesi, prima che la nazione islamica si emancipi nei fatti e non solo a parole.
Riporto un link (pubblicato oggi) che riprende alcuni aspetti di cui stiamo discutendo:
http://www.megachipdue.info/tematiche/guerra-e-verita/5850-lalba-radiosa-della-conquista-del-continente-dimenticato.html
Saluti
Il fatto che Cicchitto dica:
RispondiElimina"Respingere i tentativi di emarginare l'Eni" - "E' evidente che ci si trova di fronte anche ad una politica di potenza da parte francese. In ogni caso vanno respinti tutti gli eventuali tentativi di emarginare l'Eni". Lo afferma il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, in una nota. "Tutto bene - rileva - sulla base dei deliberati dell'Onu che richiedono un intervento volto a favorire uno sviluppo democratico della crisi libica. Va fatta ogni cosa per evitare che da questa crisi la Libia esca da una situazione simile a quella somala. In questo senso il governo italiano si sta comportando con incisività ma anche con senso di responsabilità.
Va evitata ogni ingenuità nell'approccio: è evidente che ci si trova di fronte anche ad una politica di potenza da parte francese. In ogni caso vanno respinti tutti gli eventuali tentativi di emarginare l'Eni".
Carlo, ti dice qualcosa?
Pensi che i debiti con Francia, Inghilterra e FMI possano essere ripagati dall'Italia cedendo il controllo dell'ENI, come avvenne con il petrolio argentino?
In fondo l'ENI è la parte più sana della nostra nazione in bancarotta, l'ultima azienda da svendere insieme alla rete elettrica e idrica.
Cosa ne pensi?
Oggi, il Dalai Lama ha formalmente rinunciato, in occasione delle elezioni parlamentari dei Tibetani in esilio (circa 180000), al suo potere politico, togliendo ai cinesi il destro, con il quale lo accusavano di essere un satrapo, dittatore, teocratico.
RispondiEliminaIn cambio chiede l'autonomia amministrativa e politica del territorio occupato ingiustamente dai cinesi, con la formazione geografica di una sorta di Sud-Tirolo.
Pechino ha risposto:" Il Dalai Lama è un lupo travestito da agnello."
Staremo a vedere.
Controllare missilisticamente il mondo da +8000 metri sul livello del mare è un vantaggio non da poco, lo stesso, far transitare il gasdotto proveniente dalla Russia attraverso Iran e Pakistan secondo gli ultimi accordi petrolio-lingotti d'oro.
http://www.metaforum.it/showthread.php/13679-Russia-Iran-Cina-nuovo-asse-energenico
osserviamo con attenzione
Il Nostromo
Ciao Emilio,
RispondiEliminapremetto che, per me, non c’è nessun Paese democratico sulla Terra. Poi, non è questione di religione o laicità … e se per quello, la maggior parte dei Paesi arabi sono laici: Siria, Iraq, Libano …
Capisco che i cambiamenti avvengono lentamente. Non sono d’accordo, però, sul fatto che occorre, sempre e comunque, versare tanto sangue per ottenere i risultati dei cambiamenti (vedi Turchia). Sacrifici, ma non necessariamente violenza.
Hai scritto:
“sono rivolte artificiose, che non hanno alla base un CAMBIAMENTO di mentalità e di concezione della società”. (maiuscoli miei)
Nessun cambiamento?
1.Il nuovo nome della piazza principale di Sana’a è diventato Midan Taghier (Piazza del cambiamento);
2.Il movimento che ha preparato le prime rivolte al Cairo si chiama “il movimento Kifaya per il Cambiamento”;
3.Congelati tutti i beni di Mubarak e Ben Ali;
4.Ministri ed ex politici egiziani in prigione, tra cui il caimano Ahmad Ezz e l’ex ministro dell’Interno e tanti altri;
5.Il nuovo primo ministro è scelto direttamente da Piazza Tahrir;
6.Ieri gli egiziano hanno scelto, attraverso un referendum, il cambiamento della costituzione;
È tutta una messa in scena? Probabile. Chiamiamola pure “messa in scena”!
Auguro anche all’Italia un’analoga "messa in scena"! Non dico congelate i beni di Berlusconi, ma, almeno, mandatelo in tribunale … ce la fate?
Grazie e buona notte
Mahmoud Jaran
Mi sembra che le considerazioni sulle rivolte nordafricane e mediorientali che leggo nei vari commenti si basino su di una visione semplificata di quei paesi: si pensa a loro come paesi arabi e si pensa che essi esprimano una cultura unica ed abbiano necessariamente un destino comune.
RispondiEliminaQuesta distorta semplificazione è stata sicuramente frutto della “propaganda occidentale”, ed osservare le vicende di detti paesi attraverso questo filtro non consente di comprendere fino in fondo quello che lì sta avvenendo.
Eppure abbiamo la fortuna di avere tra noi incalliti commentatori l'ottimo Mahmoud che ci consente di avere dei limpidi squarci di quella che è la realtà di questi cosiddetti “paesi arabi”. Però sembra che non sia sufficiente.
Certo, tutte queste nazioni hanno in comune la lingua e la religione, ma questa comunanza è piena di sfumature e distinguo non indifferenti ma bensì sostanziali e determinanti. Sciiti e sunniti devono in molti casi ancora trovare una via comune. Se una Siriano a passeggio per le vie del Il Cairo, chiede un 'informazione gli viene chiesto se viene da Damasco o da Aleppo, poiché l'arabo ha le sue inflessioni ed i suoi dialetti. E poi ci sono le profonde differenze storico culturali che differenziano profondamente un Algerino da un Egiziano o un Siriano da un Saudita e così via. E queste differenze riguardano anche come le donne vivono in queste società ed il loro livello di emancipazione e partecipazione attiva alla vita sociale e politica.
Ho cercato di mettere in evidenza l'esistenza di tutte queste differenze perchè è con queste che si deve confrontare chiunque volesse manipolare in un solo colpo Egitto-Libia-Tunisia-Baharain-Yemen (e tutti gli altri paesi che presto, vedrete, si aggiungeranno alla protesta) e provocare in tutti questi paesi contemporaneamente una rivolta popolare.
Quale entità politica mondiale occidentale è così potente ed “omniscente” da riuscire ad organizzare una roba del genere? In alcuni casi noi occidentali siamo un poco presuntuosi, e questo mi sembra uno di quei casi..... Ci sembra impossibile che le vicende del mondo vadano avanti anche senza la nostra diretta influenza.....
Caro Carlo io, nei due post precedenti, ho provato a spiegarlo quello che tu mi chiedi. Ci riprovo.
La democrazia non può essere esportata, ma la dove ne risiede il germe può essere opportunamente coltivata.
Il germe lo ha gettato quella “cosa” rivoluzionaria che ha contribuito non poco alla globalizzazione, ovvero Internet. Non dobbiamo dimenticarcelo. I blog, i tantam attraverso la rete, la possibilità di avere fonti di informazione alternativi non sono fenomeni solo occidentali ma coinvolgono letteralmente tutto il mondo. Vi ricordate: Birmania, Iran, Cina addirittura Corea del Nord ? Ora è il momento dei paesi del nordafrica. I popoli, potendo bypassare l'informazione ufficiale di propaganda dei loro governi si possono rendere conto delle reali condizioni politiche e sociali nelle quali vivono. Possono fare confronti, dibattere, farsi un'opinione, insomma, sperimentano ufficiosamente la democrazia.
Per questo, Carlo, mi sembra riduttivo ricondurre la questione libica ad “alcune tribù libiche che hanno deciso di fare le scarpe al capo”. Sarò un ingenuo idealista, ma tant'è, e spero quindi che i Libici vogliano veramente sperimentare la democrazia, almeno ci vogliono provare...
Certo le potenze occidentali non è che si limitano a guardare, e dato che questi fenomeni li studiano più a fondo di noi – lo fanno di mestiere... - possono provare a sfruttarli a loro vantaggio. Ma quando il fenomeno è così esteso dubito che dietro ci sia la solita regia occulta.
(continua --->)
(--> segue)
RispondiEliminaInfatti in Libia l'occidente sorpreso è restato a guardare per un bel po'. Poi qualcuno si è reso conto che la situazione nel paese poteva essere favorevole a qualche iniziativa per riuscire a mettere lì un piedino, prima che fosse troppo tardi, e qualcun altro, che i piedi lì ce li aveva tutti e due, si è reso conto che rischiava di essere buttato fuori, ed allora si sono messi tutti d'accordo per intervenire.
Perchè per il momento non succede niente in Algeria? Bè, gli Algerini ci hanno provato prima, quando i tempi non erano maturi ed Francesi hanno potuto giocare facile agitando lo spauracchio del fondamentalismo religioso, e sono successi una guerra civile con dei terribili massacri che hanno così vanificato la creazione di una democrazia. Oggi la situazione è in stallo, e vedrai che presto anche le nuove generazioni algerine si faranno sentire mantenendo le distanze dal fondamentalismo e mettendo in grande ambasce il "Sarkoqui".
La situazione politico sociale in Marocco mi sembra, almeno dalle letture, la migliore tra quelle dei paesi nordafricani: non saranno i più ricchi, ma la democrazia si sta plasmando con tutto il corollario di riforme politiche, sociali ed economiche che ne conseguono. La strada è acnora lunga e difficile, ma sembra intrapresa.
Saluti e viva l'Italia
Alex
Acrescere, acrescere, acrescere
Ha ragione Mahamud nel dire che noi non siamo capaci di liberarci del nostro dittatore di Arcore. Tornando a Gheddafi ritengo che resisterà e renderà ineludibile l'attacco di terra e noi supinamente ci andremo. Il dittatore di Arcore ha detto che non potevamo non esserci, si ricorda un po' quello che disse Mussolini. Quindi se tanto mi da tanto...
RispondiEliminaBuongiorno a tutti,
RispondiEliminaprovo a replicare ad Alex e Mahmoud, e aggiungo che lo faccio con piacere.
Premetto sempre che quello che scrivo è basato su letture e non su esperienze dirette, come penso sia per praticamente tutti noi.
La questione dell'egemonia occidentale si pone in termini economici, non culturali in senso stretto. Se la piazza è ribattezzata "Cambiamento", "Libertà", o anche "Viva i comunisti sovietici", non interessa minimamente a chi di dovere.
L'obiettivo è avere un governo ubbidiente, come può essere quello italiano. Non importa se le donne portano il burka o girino in topless, l'importante è avere la disponibilità piena dei pozzi petroliferi e degli oleodotti (o di qualunque altra risorsa).
I cambiamenti avvengono in decine di anni, se va bene, o per eventi traumatici, che comunque sono lo sfogo di anni di maturazione.
I paesi arabi laici non filo-occidentali mi pare che siano proprio quelli che stanno risentendo meno del vento di "rivolta", perchè? Forse perchè sono quelli di mentalità più avanzata?
Nel particolare, in Libia si è tentato l'intervento "soft", fornendo armi e supporto tattico, poi c'è stato l'interludio (prepotente) del Giappone, dopodichè, a fronte della riconquista di Gheddafi si è deciso di intervenire direttamente con la solita scusa della missione ONU. A questo punto, due ipotesi: c'è un accordo tra i contendenti, si fa un po' di gioco delle parti e si conclude con uno stallo a tempo indeterminato con un accordo del tipo "petrolio contro continuità di governo", oppure "ti lasciamo sul trono in cambio della Cirenaica", e così via.
Altra ipotesi, l'accordo con Ghedda non c'è stato e quindi è stato deciso di entrare in Libia con una presenza militare diretta.
Riguardo l'Algeria, anche lì c'è stato un tentativo simile a quello egiziano: non è riuscito, forse perchè c'è stato un accordo mediato dai francesi, forse perchè l'Algeria ha difese immunitarie abbastanza forti per respingere ingerenze esterne, forse l'appuntamento e solo rimandato.
Che i paesi arabi abbiano forti divesità fra di loro mi pare anche supportato dall'atteggiamento ondivago che sta tenendo la lega araba.
Infine un paio di considerazioni:
a malincuore, la posizione della lega nord mi pare quella più seria e più nell'interesse e sovranità nazionale. A malincuore, la politica energetica "indipendentista" di Berlusc. mi pare quella più sovrana e nell'interesse nazionale: purtroppo, ci sono le stupidaggini sul nucleare e sulle rinnovabili.
I "sinistrorsi-non-pd" mi pare tardino a prendere posizione forte e chiara, mentre parte della destra sta dicendo le cose come stanno (vedi Libero).
Ultima cosa: mi dà un fastidio enorme quando giornalisti e ministri traduco "assets" con "assetti", sintomo di ignoranza e sudditanza quantomeno linguistica.
Saluti
Scusate, amici, ma la mia assenza è dovuta a malfunzionamenti del sistema. A volte riesco a postare, altre no: sono due volte che posto lunghi commenti e non li pubblica.
RispondiEliminaAppena torno vedrò di rispondervi (pare che adesso funzioni)
Carlo
Sarkozy muscolare, Obama ipocrita, politica italiana unita solo per questa follia.
RispondiEliminaNapolitano, dopo avere ascoltato O sole mio a Milano (vero!) ha detto che non siamo in guerra...i cacciabombiardieri umanitari, the real Italy. Appuntamento al prossimo convegno sul perché gli arabi ci odiano.
Vomitevole il 90 per 100 dei media, con editoriali confindustriali del genere 'Facciamo parte di un'alleanza, quindi'...
Vorrei sapere quanti di quei direttori hanno fatto almeno il servizio militare.
La Lega si schiera con la Germania.
RispondiEliminaLa Merkel stava per diventare un wurstel(c'è lo zampone dei servizi segreti che usano il sistema Kaczynnski).
La Germania non si schiera per non assorbire profughi...ci dice semplicemente che sono tutti 'azzi nostri.
Total-Elf vuole pozzi e il controllo dell'ENI, visti i 515mld di euro di debito pubblico italiano nelle tasche francesi.
I movimenti spontanei arabi, che ci sono, possono essere strumentalizzati dall'Occidente che annaspa nei debiti.
La democratizzazione del NordAfrica ha due facce: quella dei diritti e di chi vorrebbe un vero Parlamento politico e una pluralità di rappresentanze: quella capitalista/imperialista che ha come fine lo sfruttamento a buon mercato delle risorse che gli ocorrono per andare avanti.
Quale via prevarrà secondo voi?
Comunque non tocca a noi giudicare le piazze altrui quando non siamo in grado di riempire di significato rivoluzionario le nostre!!
Osserviamo, impariamo e mettiamo in pratica.
passo e chiudo
Il Nostromo
È vero: la realtà “araba” è eterogenea. Si può parlare, tuttavia, di “Mashreq” (oriente arabo) e “Maghreb”. Il primo è diviso in “Paesi Sham”: Giordania, Siria, Libano e Palestina e “Paesi del Golfo”. Fuori questa suddivisione rimangono lo Yemen, l’Egitto, il Sudan, Gibuti e la Somalia. Qualcuno preferisce, invece, parlare di Paesi petroliferi (Golfo, Libia ed Algeria) e Paesi “poveri” (Giordania, Yemen, Siria …); Paesi “moderati” (Giordania, Saudita, Egitto) e “l’asse del male” - dal punto di vista di Tel Aviv, Washington e Bruxelles - (Siria, Libia, Sudan ...); Paesi con stampa relativamente libera (Libano, Qatar, Giordania) ed altri che vivono ancora sotto l’amico Breznev (Yemen, Siria, Sudan); nazioni con conflitti settari locali (Libano, Iraq, Bahrain) ed altre che si salvano da ciò (Oman, Tunisia); Paesi che “soffrono” l’immigrazione (Emirati Arabi, Saudita, Kuwait) ed altri che “soffrono” l’emigrazione (Egitto, Siria, Marocco); e così via.
RispondiEliminaSi può “catalogarli”, inoltre, a seconda della bandiera colonialista: Giordania, Iraq, Palestina, Sudan sotto gli inglesi; Siria, Libano, Algeria … sotto i francesi. Tale suddivisione, apparentemente eurocentrica, non mi dispiace, anzi, talvolta ci aiuta a capire i cambiamenti degli status quo dei Paesi in questione. Consideriamo, ad esempio, il rischio di somalizzazione che la Libia sta affrontando. Si teme, infatti, che la Libia diventi un nido di briganti e di pirati. “È un destino che le ex colonie italiane facciano tutte questa fine?” si chiede Eugenio Scalfari.
Le differenze tra gli stati arabi non si fermano qui: in ambito religioso, Alex, non c’è solo la questione sciita/sunnita. Anche tra i sunniti si riconoscono quattro scuole giuridiche: hanafismo (Iraq, Siria); malikismo (Libia, Tunisia, Algeria, Marocco); sciafeismo (Giordania, Palestina, Egitto, Yemen); e hanabalismo (Arabia Saudita). In ambito gastronomico, abbiamo una decina di cucine diverse: una del golfo “piccante”, una mediterranea “salutare”, un’africana “esotica”:); ecc.
Per non parlare dei dialetti: lo standard siro-giordano; il dolce libanese; l’artistico egiziano (in quanto lingua del cinema e della musica); il francesizzato magrebino, ecc.
Riguardo all’intervento di Emilio, che dire …
RispondiEliminaSono d’accordo con te quando dici che l’obiettivo delle potenze occidentali è quello di mettere al potere nei nostri Paesi un governo ubbidiente. Ma quel che manca nei tuoi interventi è una minima disamina di quel che vuole la gente qui. Mettere in risalto solo il fattore economico non è sufficiente. Il petrolio non c’è in tutti i Paesi arabi. È vero che l’intervento militare interesserà solo i Paesi pieni d’oro nero. Ma noi qui stiamo assistendo ANCHE a qualcos’altro: I libanesi chiedono elezioni non basate su divisioni settarie; giordani, omaniti, marocchini chiedono modifiche costituzionali; siriani ed algerini sono in piazza a chiedere più libertà e meno corruzione; gli egiziani, ieri, hanno votato a favore di modifiche costituzionali; qualche ora fa è caduto il governo yemenita; bahreiniti ed iracheni sono ancora in piazza; donne saudite oltrepassano per la prima volta la barriera della paura: finalmente parlano. In più, non dimentichiamo, per favore, che al centro del mondo arabo c’è Sion che osserva con attenzione quel che sta succedendo nella Pianura dell’Hauran.
Non nego, Emilio, che dietro tutto ciò può esserci “the great world game”. E questo lo vedi tu meglio di me. Io qui vivo tra la gente che chiede cambiamenti. Cambiamenti su tutti i livelli: sociali, politici, economici, accademici, ecc. Questo, però, mi impedisce, probabilmente, di vedere meglio quel che accade dietro le quinte. È normale: si racconta che il grande scrittore francese Guy de Maupassant girava per le strade parigine dicendo a tutti quanto gli dava fastidio vedere “quell’orribile Torre Eiffel”. Eppure, egli prendeva il caffè regolarmente al bar di “Tour Eiffel” esattamente sotto la torre. Quando gli chiesero una spiegazione di questa posizione contraddittoria, Maupassant rispose: “è l’unico posto dove non mi vedo costretto a vedere quello schifo”!
Grazie
Mahmoud Jaran
Salve a tutti,
RispondiEliminapremetto che non ho avuto il tempo di leggere tutti i commenti e quindi magari ripetero' un cosa gia detta da qualcun altro.
Tuttavia, credo che in pochi si rendano conto che il piu' grande sconfitto (italia a parte) di questa guerra e' l'unione europea.
Che fosse solo un ammasso di stati legati solo da egoistici interessi si sapeva. Ma oggi abbiamo la certificazione ufficiale.
A nessuno cittadino europeo con un minimo di conoscenze ad intelligenza sfuggira' che i civili non si difendono bombardandoli, e neppure che queste guerre umanitarie (orrendo termine da neolingua) vengono fatte solo in aree ricche di petrolio o di qualche altra materia prima di interesse.
E probabilmente in europa si comprendera' che questa e' un'aggressione franco-inglese agli interessi italiani.
Da questo a porsi domande sull'utilita di detta UE il passo sara' breve, e presto il cittadino medio si rendera' conto che questa Unione, cosi' come e', e' una farsa.
Questa guerra traccera' un solco molto profondo tra i paesi europei, perche' verra' a mancare l'elemento essenziale di ogni unione: la fiducia.
Oggi la francia ha pugnalato l'italia: da ora in poi, chi mai si fiderebbe della Francia?
Lo so che e' cosi' che vanno le cose fra nazioni. Ma in teoria, l'UE e' nata anche per superare questo tipo di attriti, ed e' a questo punto evidente il fallimento totale dei presupposti su cui l'UE si basa.
Quanto tempo passera' prima che dalla comprensione di questa nuova situazione si passi ad una aperta rottura dell'unione?
Difficile da dire. Forse mai, dal punto vista formale, ma da quello sostanziale l'UE e' gia' morta.