07 ottobre 2010

Normalmente ammazzato


E così sono tutti d’accordo, dal “Giornale” a “Repubblica”, nel voler chiudere in fretta l’assassinio di Sergio Calore, ex militante della destra eversiva e, in seguito, collaboratore di giustizia. Insomma, un “pentito”.
Un “pentito” che parlava – “uno dei pochi” afferma il giudice Salvini – ed aiutava i magistrati a ricostruire la complessa trama fra Ordine Nuovo, il FUAN, alcune frange del MSI ed i NAR di Giusva Fioravanti.
Una galassia complessa, nella quale i morti ammazzati s’accompagnano alle morti naturali (l’ultima, quella di Ventura, in Argentina), e sulle quali sempre spicca il nome di Delfo Zorzi, personaggio inquietante, che parrebbe immischiato in tutte le stragi di quegli anni. Ma Zorzi è uccel di bosco da decenni in Giappone, ed al “samurai” non passa certo per la testa di venire qui a chiarire.

Beninteso: allo stato degli atti e delle informazioni, non esistono prove che Calore sia stato ucciso per qualche sua confessione. “Sono passati anni”, “oramai era fuori” e frasi del genere si sprecano.
“Repubblica”, sulle prime, adombra addirittura il sospetto del delitto passionale: Calore sarebbe stato sgozzato con un coltello. Poi si correggono: con un piccone. Accidenti, che arma – un piccone! – per compiere un delitto passionale! Tutti quelli che vogliono ammazzare il marito dell’amante vanno in giro con un piccone nel bagagliaio dell’auto! E lo utilizzano per “sgozzare”?
Oppure, si recano nel suo casolare – col proposito di una “resa dei conti” – senza un coltello, una pistola, manco una fionda…no: “quando sarò là ci penserò” medita il nostro “passionario” assassino.
Un piccone, a cosa serve?

A scavare.
Non amo le dietrologie e gl’impeti spiritisti però, quando penso ad una persona uccisa con un piccone, qualche sospetto mi salta alla mente: i criminali di mestiere, le organizzazioni criminali, terroristiche…lasciano sempre dei “messaggi” con l’arma del delitto.
I tanti morti “suicidati” – quelli impiccati ad un termosifone alto un metro da terra – vogliono dire “hai visto che la paghi comunque? E che lo facciamo capire ai magistrati che indagano ed alla Polizia? Che non ce ne frega niente di loro, perché noi siamo in grado di “pistare” e di depistare a piacimento, secondo come ci salta il vezzo?”

Ecco, se dovessi proprio cercare un nesso fra un’arma del delitto come un piccone ed un assassino “interessato” – che ne sappiamo di quello che può essere successo negli anni, di qualche inchiesta ancora aperta, qualcuno che ha paura… – non potrei fare a meno di notare che “chi di piccone (scavo, ricerca, rivelazione, ecc) colpisce, di piccone perisce.”
E, Calore, era stato oggetto di un depistaggio da parte dei servizi (deviati, ovvio: ma esisteranno dei servizi “dritti”?) mica da ridere: gli fu cucita addosso – grazie alle confessioni di un altro detenuto – niente di meno che la responsabilità della Strage di Bologna.
Poi, si cambiò copione e saltò fuori Fioravanti: nella vicenda compaiono giudici iscritti alla P2 e sempre lui, il venerabile maestro Licio Gelli. Una voragine di merda senza fondo.

E’ trascorso un mese dall’agguato che costò la vita al sindaco di Pollica Angelo Vassalo e, a detta del sottosegretario Mantovano, nulla si sa e nulla si sospetta. “Indagini a 360 gradi”, “Nulla viene escluso”, “Tutto coperto dal riserbo”. Anche perché il killer s’è mostrato “poco capace”: nove colpi per ammazzare una persona che s’era fermata, aveva tirato il freno a mano ed abbassato il finestrino.
Nel mentre, in così tanto “riserbo”, nulla sappiamo, nulla possiamo escludere, nessuna direzione possiamo scartare. In altre parole: non sappiamo una mazza di niente.

A Guidonia, invece, già sappiamo che si tratta di un delitto passionale, una lite, qualcosa del genere…perché l’assassino è stato così sprovveduto da ammazzare con un piccone.
Gli assassini, per i cronisti della vulgata giornalistica – letto troppi libri di Conan Doyle? Agatha Christie? L’ispettore Derrick ancora fa capolino? Il commissario Rex? – si presentano sempre di notte, su auto scure, con vestiti neri e Rayban da sole (anche nelle notti di novilunio).
Attendono la loro vittima, la seguono con passi felpati, nascondono la propria ombra in quella della vittima mentre – silenziosamente, con gesti mirati – avvitano lentamente il silenziatore alla canna della pistola.
Quindi, mentre la vittima è distratta, con un sol colpo al cervelletto lo paralizzano. S’avvicinano, giudicano se sia il caso di sparare un secondo colpo, poi se ne vanno. Subito dopo, telefonano ad una bionda “stile Marilyn” e la portano a cena in un ristorante esclusivo. Eh sì: quelli sono veri assassini.

Se manca il silenziatore, la bionda, i Rayban…beh, allora è soltanto uno sfigato che agiva per motivi passionali. E passione dde che? ‘Na donna, la Roma…un gatto, un criceto…insomma, chi era il destinatario di tanta “passione”?

Se volete prendervi una “vista” di tutto quello che è ruotato (e, forse, ancora ruotava) intorno a Calore, leggete l’articolo[1] di Alessandro D’Amato, soprattutto la seconda parte. C’è da farsi rizzare i capelli. Delitto passionale (!).

Va beh, andiamo a letto: Pasolini ammazzato perché frocio, Mattei per una sfiga del motore, l’aereo di Ustica per una bomba mai ritrovata…buonanotte Italia: forse, tanto arrovellarsi d’illustri pennivendoli, può solo essere ascritto ad un antico motto: “La bugia più grande é quella di far credere a chi ci mente che gli crediamo.

Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.


15 commenti:

  1. Forse qualcuno ricorda la morte di Rino Gaetano e questo qualcuno ricorderà anche
    "La Ballata di Renzo"

    quel giorno Renzo uscì, andò lungo quella strada
    e una Ferrari contro lui si schiantò
    il suo assassino lo aiutò e Renzo allora partì
    verso un ospedale che lo curasse per guarìr.
    Quando Renzo morì io ero al bar
    La strada era buia si andò al San Camillo
    e lì non l’accettarono forse per l’orario
    si pregò tutti i Santi ma s’andò al San Giovanni
    e lì non lo vollero per lo sciopero
    Quando Renzo morì io ero al bar
    era ormai l’alba andarono al Policlinico ma lo si mandò via perchè mancava il vicecapo
    c’era in alto il sole si disse che Renzo era morto
    ma neanche al Verano c’era posto
    Quando Renzo morì io ero al bar,
    al bar con gli amici bevevo un caffè.

    La scrisse con largo anticipo come canovaccio da seguire...

    La causa? l'ha descritta in "Rosita"

    Carlo, credo che ti prudano le mani ...mentre la mente (la tua) cerca la narrazione sulla quarta parte.
    Doc

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  2. Carlo ritengo che gli italiani sono intelligentissimi, difatti mostrano di credere alle verità di Stato di tutte le stragi e morti eccellenti dal 1945 ad oggi. Quindi o siamo un popolo fatto di geni, oppure di dementi. Temo sia vera la seconda.

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  3. Grazie per i versi, doc: non ci sarà nessuna quarta parte, perché penso d'aver già abbastanza annoiato con le altre tre.
    Magari la scriverà un altro, fra chissà quanto, forse mentre beveva un caffé al bar.
    Penso, Orazio, che tu abbia bisogno di leggere/rileggere Carlo M. Cipolla, il suo pamphlet "Allegro ma non troppo".
    Cipolla sostiene che la ripartizione fra gli stupidi e gli intelligenti, in tutte le società ed in tutte le ere, sia una costante.
    Quindi, la tua domanda non ha risposta. O forse ce l'ha, se pensi che il potere non può essere condiviso fra persone stupide e persone intelligenti.
    Dunque...
    Buonanotte.
    Carlo

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Da pisciarsi sotto dalle risate...bravo Carlo!!

    Come si dice a Roma continua a facce ride!!

    Comunque di delitti con il piccone c'è il recente cadavere Kossiga che in realtà è per "passione politica", che ha deviato tutto ciò che era deviabile in Italia uccidendo insieme ai suoi sodali la democrazia, ormai, mignotta, precaria, senza fissa dimora e vittima del più bieco sciovinismo giornalistico paraculmediatico.

    Come ricordavi, le indagini italiane sulle stragi e i ridicoli suicidi alla Roberto Fragigione Calvi, mi ricordano le inchieste satiriche di Derrick alla signora Fottemberg.

    Tutto ciò sta ad indicare che chi sa deve tacere e chi banfa deve crepare.

    Altrimenti si fa come Nazzingher, si ritratta semplicemente facendo delle vittime un collettivo di martiri da santificare in un secondo momento tutti insieme.
    In tal modo, se i preti continuano a fottere pargoli, questi avranno in premio una data sul calendario gragoriano: altro che risarcimento legale... e vuoi mettere?

    La politica dedica le piazze, il Vaticano un pezzo di cielo.
    L'importante è che nessuno sia colpevole.
    Ma lassù la crisi immobiliare...?

    In Italia le bugie hanno le gambe aperte.

    Black-saluto

    10:41 AM

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  6. Carlo vorrei richiamare la tua attenzione su un fatto, a mio parere importantissimo. Oggi la scuola è in sciopero, da studenti ai prof. Bene una volta sarei stato contento, ma oggi sono dubbioso anzi addirittura molto critico. Sai perché? Perché penso alla Grecia, dove da tre anni, dicasi tre anni, si susseguono, scioperi, lotte di piazza, scontri con la polizia e quant'altro del genere, senza contare che ogni tanto ci scappa il morto. Sono lotte giustissime dove i lavoratori greci non vogliono pagare i debiti contratti dalle elites greche per incrementare i loro profitti. Ma come tu ben sai, caro Carlo, con quasi nessun successo, nulla cambia, la crisi economica, i debiti, li stanno pagando i ceti popolari greci, che nulla hanno ottenuto da tre anni di lotte coraggiose ma infruttuose. In Italia credo finirà così. Berlusconi o chi gli succederà spremerà i ceti popolari senza che nulla essi possano fare, le lotte di massa saranno inutili come in Grecia. Che fare? Diceva quello all'inizio del '900. Oggi noi non sappiamo cosa fare, sappiamo che gli scioperi e la manifestazioni di piazza si sono rivelate inutili, in Grecia, in Spagna e presto sarà lo stesso in Italia.
    Ciao e spero presto una tua risposta in merirto

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  7. Trovo veramente allucinante questo arrendersi senza neanche aver tentato di prefigurarsi una diversa nuova situazione. E, o comunque almeno tentare...
    Certo si può perdere lottando per i propri diritti, ma perdere senza neanche rivendicarli, francamente credo sia...dis-umano.
    Doc

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  8. Certo che, battere Black nella satira...quel "In Italia le bugie hanno le gambe aperte" lo metteremo da qualche parte (citando, ovvio).
    Che vuoi che ti dica- Orazio - così stanno le cose. Con la vendita alla BCE della sovranità monetaria lo Stato ha le mani legate: per altro, se non le avesse - con chi oggi governa - sarebbe forse ancora peggio.
    E' solo colpa nostra. Ancora ricordo, in anni lontanissimi, d'esser passato sotto il palazzo secentesco del parlamento bretone a Rennes. Un edificio monumentale.
    Anni dopo, il palazzo fu bruciato - sì, incenerito! - dai manifestanti che protestavano per una questione che toccava i pescatori bretoni, una roba sui dazi.
    Noi, siamo un'accozzaglia di popolazioni messe insieme da un re tiranno del tutto uguale a quelli che aveva spodestato.
    Si navigò a vista qualche decennio, poi ci fu la guerra, il Fascismo...eccoci qua.
    per qualche anno, nel dopoguerra, tentammo d'essere una nazione, uno Stato.
    Anche perché i nostri porti facevano gola, e non fosse mai che i russi...
    Dopo, solo mazzate: contro chi protesti? I greci protestano contro un partito socialista!
    Dobbiamo scivolare lentamente verso scenari di povertà, così dopo potranno farci la carità e guadagnarsi il cielo.
    Lo scenario è questo - doc - gli italiani non sono tutti senza dignità, ma anche quei pochi che ce l'hanno, cosa se ne fanno?
    Scrivono, come noi.
    Ciao a tutti
    Carlo

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  9. Prima che ci trasformino tutti in omini dell'I-pod, verso cui ci stanno indirizzando, ammalianti, libertari, socializzanti senza contatti umani, serve capire, e poi affermare che
    a)la dis-alienazione passa attraverso il recupero della manualità, del gusto del realizzare con utilità e della umanizzazione delle attività di qualsiasi tipo.
    b) la ri-socializzazione passa attraverso il recupero della qualità delle relazioni, compreso quella con la Natura
    c) la riappropriazione del significato di progresso passa attraverso un recupero del concetto di "benessere", di stare bene con se stessi e con gli altri che nulla da spartire con vecchi e novelli sacerdoti del profitto.
    Ma il punto vero - stasera mi sento un po depresso anche io!- e': riusciremo a fare in tempo prima che la società dell'I-pod prenda il sporavento?
    Doc

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  10. Penso - doc - che la società dell'I-pod il sopravvento l'ha già preso.
    Sarà interessante notare come questa nuova stirpe "I-pod dipendente" riuscirà ad adattarsi all'avere un corpo. Non solo buono per scopare.
    Sarà la loro crisi a determinare l'inversione di tendenza: oppure, ci sarà un adattamento, con sempre maggiori fenomeni schizoidi.
    La "massa" in evoluzione giungerà ad un punto critico: quando?
    Nessuno lo sa.
    Spero di non aver acuito la tua depressione.
    Buonanotte
    Carlo

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  11. Carlo, scusa se invito gli amici del blog a leggere l'ultimo articolo di Alain de Benoist su CDC, ma trovo che tracci bene il rapporto tra sudditi e sistema che ben si riallaccia al perchè della sfiducia e dell'immobilità europea al di quà del Pireo.

    Per me CDC è un contenitore che tra tante boiate riceve e purtroppo riceveva gemme preziose che spingono alla riflessione.

    Se ho offeso qualcuno chiedo venia.

    http://www.comedonchisciotte.org/
    site/modules.php?
    name=News&file=
    article&sid=7527

    ciao
    B.S.

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  12. Ultimamente c'è una moria di testimoni scomodi, ex-fascisti,
    ex-terroristi, trans con molte
    foto ed appunti nel p.c....
    Che si tratti di una sindrome da
    servizi?

    Ha ragione Carlo: Blackskull è
    inarrivabile! Complimenti!

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  13. Ho letto l'articolo di De Benoist, che è uno dei migliori pezzi che siano stati scritti da anni.
    CDC non ha solo perso me, ma anche la Randazzo, Gambescia e Barnard.
    Perché ha rinunciato a fare un salto di qualità, che l'avrebbe condotto a diventare il "fulcro" dell'informazione Web non allineata?
    Queste sono le domande da porsi.
    Beh, la barbarie impera: che ci siano in giro delle "rese dei conti" in molti ambienti non mi stupirebbe.
    Ciao a tutti
    Carlo

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  14. Carlo, Alex e chi vuole (parte 1 di 2)

    Prof, mi trovo costretto a riprenderla. Ma come, assegna alla classe un compito impegnativo come una teoria della decrescita e poi posta tre nuovi articoli in una settimana? E si lamenta perché siamo (eravamo) rimasti in tre gatti? Lasci il tempo di elaborare i concetti, oppure accetti l'arrivo di elaborati “fuori tema”, perché intanto il tema è cambiato, come quello di Alex poco fa, nei commenti all'articolo precedente, e quest'altro mio. Scherzo, Carlo, ma non troppo...

    Non demonizzerei troppo la crescita. Basare un modello economico esclusivamente sulla crescita infinita e per di più sul PIL è una scelta miope nel medio periodo e suicida nel lungo periodo. Però se si cresce magari per effetto di scelte virtuose o non dannose? La crescita non è di per sé un male, purché sia una conseguenza e non l'obiettivo primario.
    L'energia che il sole ci invia in testa è circa 11000 volte il fabbisogno energetico mondiale attuale, quindi un'efficienza dello 0.0001% nel captarla, basta e avanza. Ma se le tecnologie permettessero un'efficienza, per esempio, dello 0,0002%? O dello 0,05%, pari a 50 volte quel che serve? Rinunciamo apposta?
    L'importante secondo me è che:

    1_ L'impatto sulla biosfera sia nullo dal punta di vista dei danni (ad esempio, sia proibito e/o reso non conveniente costruire una super-motosega che disboschi a velocità 50 volte superiori a quelle attuali, che già arrecano molto danno).
    2_ La maggior ricchezza prodotta sia distribuita in modo equo.

    Guai se decrescere significasse il ritorno forzato allo stile di vita, che so, degli Amish. Non lo vorrebbe quasi nessuno, chi lo predicasse prenderebbe solo pernacchie (se gli andasse di lusso), per quanto si tratti di una vita con tutta probabilità meno stressante di quella attuale, che qualcuno potrebbe anche desiderare. Ormai il pianeta Terra è popolato da quasi 7 miliardi di persone e quelli bisogna sostentare, non va più bene il ritorno ad un passato in cui gli umani erano un miliardo o due e a pratiche che permettevano di sostentare quella popolazione lì, con quei numeri.
    Ciò non toglie che il turbo-consumo attuale vada combattuto. Scoraggiandolo, mostrando che si può farne a meno. Incentivare la produzione di oggetti più duraturi, beni e non beni di consumo: siccome costerebbero di più, si intervenga sui redditi. In fondo, l'economia “gira” bene quando chi produce qualcosa è in grado di acquistare quel che produce, se gli serve.

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  15. Carlo, Alex e chi vuole (parte 2 di 2)

    Andrebbe regolamentata la pubblicità, oggi al 90% è ingannevole. Un vecchio detto ammonisce che la bontà di un prodotto va moltiplicata per un fattore 0.5 se ce la illustra il produttore e per un fattore 0.25 se ce la illustra un venditore: non bisognerebbe mai dimenticarselo e andrebbe sempre insegnato ai giovani. Magari a casa, se si vuole che la scuola abbia il tempo di trasmettere conoscenze più specifiche.
    Oggi lavora senza conoscere crisi solo chi produce super-lusso, barche da sogno, auto da sogno, gioielli da sogno, generi alla portata di quell'1% mondiale che gode i frutti (a breve termine) del turbo-capitalismo. Oppure chi lucra sulla fornitura di prodotti e servizi indispensabili (per impoverito che uno sia, se non mangia, crepa. Senz'acqua, idem...). Questa è una distorsione, naturalmente.
    Alla fine, forse basterebbe un po' di rispetto per ciò che è “altro” da noi (quindi non solo per le altre persone) e l'esistenza di regole certe per tutti, mentre oggi mancano esclusivamente per i “pezzi grossi”. Non credo che funzionerebbero cose come l'abolizione della proprietà privata oppure uguaglianze forzate. L'essere umano VUOLE la proprietà privata e VUOLE guadagnare più del prossimo. Non siamo tutti uguali, ci sono gli intelligenti ed i fessi, chi sa lavorare bene e chi no, ed è giusto che i migliori siano pagati di più, altrimenti cesserebbe l'incentivo a raggiungere l'eccellenza. Però va rispettato chi “si accontenta”. Che un manager guadagni come 5 o 10 operai arrivo a capirlo, ma oggi siamo a rapporti che vanno da 1:100 a 1:400. Questa è una distorsione.
    Naturalmente, vanno incoraggiati i percorsi individuali di decrescita. Sarebbe solo il primo passo, che formerebbe una base da cui partire. Una classe dirigente composta da persone che l'hanno sperimentata saprebbe “normarla” bene, al contrario di chi nemmeno sa cosa sia o di chi la considera una bestemmia.
    Ciò premesso, è chiaro che solo con l'approccio politico si arriverebbe a risultati concreti, ma prima serve intanto che nasca una formazione politica che porti avanti queste tematiche seriamente (non per pura convenienza alla Rutelli o Pecoraro Scanio, insomma), poi occorre che sia votata, il che implica l'esistenza di un elettorato informato e consapevole.
    A mio avviso, molto si gioca sul tema dell'energia. Non so quanto le energie rinnovabili possano aiutare lo sviluppo di un modello basato sulla sostenibilità, ma ben difficilmente le non rinnovabili, ormai in via di obsolescenza (destino segnato, quanto meno), saranno conciliabili con tale obiettivo.

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