“La verità è raramente pura, e mai semplice.”
Oscar Wilde
Una vecchia regola del giornalismo recita che il giornalista non deve soltanto descrivere il “davanti” della notizia, bensì farci tre giri attorno ed osservare bene cosa c’è sopra e cosa c’è sotto. E, per come viene descritta e spiegata, la morte di Angelo Vassallo – sindaco di Pollica/Acciaroli – poco ci convince.
Vengono proposte diverse spiegazioni – dal “comune” (purtroppo) omicidio di camorra alla contrarietà per l’espansione delle tecnologie energetiche rinnovabili nel comprensorio, fino alla collusione di uomini delle Forze dell’Ordine con la criminalità – ma un motivo “vero” stenta a saltar fuori.
Se è vero che la criminalità non esita ad uccidere quando un amministratore si mette di traverso, è altrettanto vero che le cosche non sprecano proiettili: l’omicidio di un sindaco, come quello di un magistrato, di un giornalista, di un poliziotto…viene attentamente soppesato.
Se la morte di un qualsiasi pregiudicato non fa più notizia, quella di un servitore dello Stato suscita indignazione: gli apparati sono sollecitati – soprattutto grazie alla stampa che si fa portavoce dell’opinione pubblica – ad indagare, e in fretta. Perciò, “uccidere per uccidere”, per le mafie, non è mai un buon affare.
Ergo, ci deve essere stato un motivo importante per uccidere Angelo Vassallo, qualcosa che ha fatto muovere un gruppo di fuoco per abbattere un simbolo. Ora, nel suo comprensorio, il sindaco di Pollica/Acciaroli era senz’altro un simbolo, ma a livello nazionale non lo era: pochi ne conoscevano l’esistenza.
Il “simbolo” Vassallo – non nascondiamoci dietro ad un dito – sarà presto dimenticato: chi, a cento chilometri da Palermo, ancora ricorda don Puglisi?
Vassallo come simbolo, era forse in grado – lui solo – di capovolgere il coacervo d’interessi politico/affaristico/mafiosi che regolano la vita del Sud? Per quanto ci piacerebbe crederlo, così non è. C’erano segnali di una forte coesione d’intenti intorno alla sua persona? No, era isolato.
Dopo la sua uccisione, le cosche potranno sperare d’ottenere finalmente quei presunti affari, appalti…che il sindaco negava loro? Con quel morto ammazzato – pesante – che le obbligherà a defilarsi? Chi raccoglierà la sua eredità, potrà impunemente “vendersi” alle cosche?
Ci sono una serie d’interrogativi e di dubbi, di fronte a questa morte, che potrebbero rivelarsi un boomerang per le cosche stesse: visti gli appoggi politici che le mafie hanno in vasti apparati dello Stato, sarebbe stata più coerente una campagna di delegittimazione, oppure la strategia del “soffocamento” economico, del blocco dei finanziamenti, ecc. A ben vedere, le strade erano tante: non solo quella “obbligata” dei killer.
Dunque, di là di una fumosa opposizione alle cosche, nulla è saltato fuori e non siamo gli unici ad affermarlo.
Nel coro subito accorso per sostenere la spiegazione più semplice – Carfagna, Bersani, Veltroni, Chiamparino, Maroni, De Magistris, ecc – una voce ha inserito un dubbio, una semplice perplessità. Ed è la voce di una persona esperta, che ha vissuto per molto tempo i problemi di quelle terre[1]:
“Il Cilento è terra civilissima e tranquilla ed è davvero difficile immaginare che, in un contesto simile, sia stato perpetrato un atto di tale, inaudita gravità.”
Rosa Russo Iervolino, dall’alto dei suoi molti anni trascorsi in politica e come Sindaco di Napoli, trova “difficile immaginare” un omicidio siffatto, in quei luoghi, con quella ferocia. E non è la sola.
Ci sono le affermazioni “pesanti” del vice sindaco di Pollica/Acciaroli, Stefano Pisani[2]:
“Smettetela di parlare di camorra, qui non è mai arrivata, questa non è terra di camorra, la criminalità qui non ha mai avviato i suoi affari. Certo eravamo preoccupati che questo potesse accadere. Ma diciamo a tutti che anche senza Angelo combatteremo il malaffare a Pollica più di prima.”
Pisani ammette che c’erano state delle pressioni, da parte di Vassallo, sulle Forze dell’Ordine per un più accurato controllo antidroga nell’Estate appena trascorsa, ma precisa anche (smentendo, ad esempio, il fratello della vittima) che mai il Sindaco gli parlò di collusioni fra malaffare e Forze dell’Ordine. Possibile che Vassallo non ne avesse mai fatto parola, proprio con il suo più diretto collaboratore?
Rincara la dose Domenico Palladino, consigliere comunale:
“Stamattina, leggendo i giornali, ho avuto il dubbio che non fossimo a Pollica ma a Casal di Principe. Siamo certi che la camorra non c'entri e che sia stato il gesto di un folle mosso da motivi di rancore personale. Il nostro è un paese che non genera interessi economici tali da far gola alla camorra.”
“Rancore personale”? Qualcuno sa e tace?
Per commentare fatti di sangue bisogna allontanare da se stessi ogni pulsione – empatia ed antipatia devono lasciare spazio all’analisi – per osservare con freddezza i fatti. Per scendere quindi nel terreno delle ipotesi.
Dalla ricostruzione dell’omicidio[3] – nove colpi d’arma da fuoco calibro 9/21 – s’evince che Vassallo stava tornando a casa: qualcuno lo attendeva a poca distanza dalla sua abitazione.
Anche il Magistrato Alfredo Greco, pur accogliendo la tesi ufficiale, ossia che Vassallo era un simbolo di legalità (e, quindi, un possibile “obiettivo”), ammette che qualcosa stride:
L’omicidio è stato eseguito con “modalità brutte e pesanti, un'esecuzione cattiva con troppi colpi sparati per un omicidio…Un'uccisione feroce, fatta per colpire chi, forse, aveva scoperto qualcosa che non doveva scoprire…”
Greco ricorda d’esser stato, negli ultimi tempi, in stretto contatto con il Sindaco, ossia d’averne più volte raccolto le perplessità e (forse) le paure. Perché, allora, introduce elementi “tecnici” (troppi colpi…) ed altri ipotetici (scoperto qualcosa che…) nella vicenda?
Altro fatto che fa pensare è che l’auto del Sindaco è stata ritrovata, con l’uomo oramai cadavere all’interno, con il freno a mano tirato.
La strada dell’omicidio è sì in salita, non molto larga, ma prendiamo in esame due ipotesi:
a) il Sindaco è stato affiancato da un’auto che proveniva in senso opposto all’improvviso, dalla quale sono partiti i colpi: perché tirare il freno a mano?
b) L’auto degli assassini (o dell’assassino) mostra subito un atteggiamento violento – si pone al centro della strada, di traverso, ecc – ed il Sindaco, presumibilmente, si spaventa. Perché tirare il freno a mano?
C’è una debole probabilità che Vassallo intendesse compiere una partenza in salita – dopo l’improvviso incontro con l’altra auto – e che i colpi subito esplosi abbiano arrestato gli eventi proprio in quell’istante.
C’è, però, un’altra ipotesi più pregnante da soppesare: che Vassallo conoscesse il suo (i suoi) assassino/i.
In quel caso, il freno a mano tirato mostrerebbe un ben diverso scenario e diverrebbe importante sapere se il motore era acceso o spento, altro indizio da valutare. Ma, l’assassino, potrebbe averlo spento o riacceso, secondo le sue mire.
L’agguato è avvenuto a poca distanza dall’abitazione del Sindaco. Nove colpi sparati trapassando i finestrini dell’auto: nessuno ha sentito nulla? Una sequenza di spari e rumori mica da poco. L’assassino ha usato un silenziatore?
Come si può notare, gli elementi d’ombra sembrano prevalere sulle semplici conclusioni tratte da larga parte della stampa, ma c’è dell’altro.
Lo stesso Magistrato Alfredo Greco comunica che:
“Gli esposti contro il sindaco di Pollica sono stati tutti archiviati.”
Cosa è stato archiviato?
Non sappiamo di quali accuse fosse fatto oggetto Angelo Vassallo, però di una vicenda che non lo vide proprio nella “luce” del gran difensore della legalità fummo testimoni lo scorso anno, quando ci toccò (amaramente) scrivere della terribile morte di Francesco Mastrogiovanni – “Il miglio verde italiano”[4] – del quale consigliamo caldamente la lettura o la rilettura.
Venerdì 9 Aprile 2010 Rai3 dedicò alla terribile odissea di Mastrogiovanni una serata, nel programma “Mi manda Rai 3”: collegamento in nota[5].
La difesa del Sindaco Vassallo per quel Trattamento Sanitario Obbligatorio – una misura estrema, comminata per il semplice fatto che Mastrogiovanni era, a suo dire, una persona che “dava fastidio alle persone, percorreva le strade a forte velocità e suonando il clacson”[6] – fa acqua da tutte le parti.
Afferma d’essere stato sollecitato dalla famiglia per quel ricovero, ma nessuno conferma e – anzi – la famiglia Mastrogiovanni lo smentisce apertamente[7].
Ma non finisce qui.
Vassallo – forse in buona fede, forse per poca dimestichezza con la normativa, mescolando termini giuridici con la comune “vox populi, vox dei” – non s’accorge d’infrangerla lui stesso, quella legge alla quale s’aggrappa.
Giuseppe Tarallo, ex presidente del parco nazionale Cilento e Vallo di Diano ed ex sindaco di Montecorice – amico di Mastrogiovanni – così risponde a Vassallo[8]:
“Nello stesso luogo sono successi altri tafferugli più gravi da parte di giovani ultras a danno di malcapitati vacanzieri ma senza provvedimenti restrittivi della libertà personale (il sindaco avrebbe minacciato il foglio di via). Perché questa disparità? Come potrebbe spiegare agli alunni di Mastrogiovanni la sua ordinanza di ricovero coatto? E chi ha attivato il ricovero? il sindaco stesso o un ignaro medico? Il sindaco sa che il TSO è una misura estrema quando non ci sono altre alternative? Chi o che cosa l’ha convinto ad adottare in provvedimento così radicale ed estremo, perché non ha valutato altre misure sicuramente possibili? Ha informato il giudice tutelare e l’ordinanza è stata convalidata come previsto dalla legge che disciplina un atto così straordinario? Ha informato il sindaco del comune di residenza di Franco, peraltro medico in quell’ospedale e amico di Vassallo? Come ha potuto ordinare l’esecuzione della cattura in altro comune senza informarne, sembra, il sindaco - anch’egli amico di Vassallo ma, credo anche di Francesco?
In assenza di questi requisiti il ricovero coatto diventa sequestro di persona, tanto più che è stato eseguito con vergognose modalità da caccia all’uomo. Questo provvedimento così abnorme e sicuramente illegittimo ha aperto le porte del reparto neuropsichiatrico dove, senza che ciò risulti in cartella clinica, è stato legato in un letto di contenzione per 4 giorni continuati, portando alla morte Francesco per edema polmonare, dovuto sia alla posizione allettata che allo strazio prolungato della tortura cui è stato sottoposto.”
Il giudizio di Tarallo è pesante:
In assenza di questi requisiti il ricovero coatto diventa sequestro di persona, tanto più che è stato eseguito con vergognose modalità da caccia all’uomo.
Sequestro di persona: sono questi gli “Gli esposti contro il sindaco di Pollica (che) sono stati tutti archiviati.”?
Come afferma il Magistrato Alfredo Greco?
Lungi da noi voler diffamare la memoria di una persona barbaramente uccisa, e per la quale proviamo rispetto e dolore: lo scopo è altro, ossia non accettare la prima verità pre-confezionata in svendita all’hard discount dei media.
Neppure, si può immaginare ad una vendetta per Mastrogiovanni: le persone che hanno chiesto giustizia per il suo caso si sono sempre espresse in termini civili, nonostante il gran dolore dei familiari.
Per chi ha letto il mio articolo che prima segnalavo, la vicenda di Mastrogiovanni conduce lontano: inizia, a ben vedere, nel 1970 con la morte per “incidente stradale” di cinque giovani anarchici nei pressi della tenuta del Principe Junio Valerio Borghese. “Incidente” che avvenne a circa 60 km da Roma: i primi ad accorrere furono gli uomini della squadra politica della Questura di Roma (!).
Prosegue con il tentativo d’uccidere Marini – il quale cerca di ricostruire la vicenda dei cinque anarchici ammazzati – e finisce con la morte di Favella, per la quale paga anche Mastrogiovanni, poi riconosciuto innocente con tanto di scuse.
Qualcuno – a questo punto, se la Giustizia ha ancora valore – dovrebbe raccontarci non le ragioni di un omicidio, bensì di due omicidi. Perché non si può passare sotto silenzio la vicenda di Mastrogiovanni.
Una lettura superficiale potrebbe condurre a considerare Vassallo come il vero colpevole di quella morte: e se così non fosse?
E se qualcuno, approfittando della “semplicità” del personaggio – prima di fare il sindaco era pescatore – lo avesse convinto a firmare quel TSO, sapendo che “al resto” ci avrebbero pensato all’Ospedale di Vallo di Lucania? Perché Mastrogiovanni, appena “catturato” in mare – manco fosse lui un pericoloso boss, e non un maestro elementare – urla di non portarlo a Vallo di Lucania, perché da lì non “sarebbe uscito vivo”?
Cosa intende il Magistrato Greco quando afferma che Vassallo “forse, aveva scoperto qualcosa che non doveva scoprire…”? C’è forse qualcuno che, a margine di questa vicenda, con la morte del Sindaco Vassallo e l’archiviazione di quelle indagini tira un sospiro di sollievo?
Tutto deve filare via liscio: Mastrogiovanni muore perché ha un edema polmonare dopo 4 giorni di letto di contenzione e Vassallo perché la camorra così ha deciso.
Com’è semplice tracciare subito delle verità consacrate, nel Paese dove un vero boss – Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana – viene seppellito, in barba alle vigenti norme del Diritto Canonico, in una basilica, al pari di un cardinale[9]. La stessa banda che, in pieno sequestro Moro, si “dilettava” a stilare falsi comunicati delle Brigate Rosse[10].
Ancora una volta, questo “Paese senza memoria e senza verità” – per dirla con Sciascia – finirà per avvitarsi su se stesso, senza mai riuscire a scalfire la superficie degli eventi. Rimarranno la morte di un anarchico un po’ eccentrico e quella di un sindaco che lottava contro il crimine.
Non abbiamo la presunzione d’aver indicato una possibile traccia – chi fa lo scrittore scrive, chi fa il magistrato indaghi – ma sono le dichiarazioni degli stessi inquirenti e dei vari attori della vicenda a mostrarci un panorama con mille dubbi, perplessità, contraddizioni. Perché la verità è una sola, e non la sommatoria di una montagna d’ipotesi.
Oscar Wilde
Una vecchia regola del giornalismo recita che il giornalista non deve soltanto descrivere il “davanti” della notizia, bensì farci tre giri attorno ed osservare bene cosa c’è sopra e cosa c’è sotto. E, per come viene descritta e spiegata, la morte di Angelo Vassallo – sindaco di Pollica/Acciaroli – poco ci convince.
Vengono proposte diverse spiegazioni – dal “comune” (purtroppo) omicidio di camorra alla contrarietà per l’espansione delle tecnologie energetiche rinnovabili nel comprensorio, fino alla collusione di uomini delle Forze dell’Ordine con la criminalità – ma un motivo “vero” stenta a saltar fuori.
Se è vero che la criminalità non esita ad uccidere quando un amministratore si mette di traverso, è altrettanto vero che le cosche non sprecano proiettili: l’omicidio di un sindaco, come quello di un magistrato, di un giornalista, di un poliziotto…viene attentamente soppesato.
Se la morte di un qualsiasi pregiudicato non fa più notizia, quella di un servitore dello Stato suscita indignazione: gli apparati sono sollecitati – soprattutto grazie alla stampa che si fa portavoce dell’opinione pubblica – ad indagare, e in fretta. Perciò, “uccidere per uccidere”, per le mafie, non è mai un buon affare.
Ergo, ci deve essere stato un motivo importante per uccidere Angelo Vassallo, qualcosa che ha fatto muovere un gruppo di fuoco per abbattere un simbolo. Ora, nel suo comprensorio, il sindaco di Pollica/Acciaroli era senz’altro un simbolo, ma a livello nazionale non lo era: pochi ne conoscevano l’esistenza.
Il “simbolo” Vassallo – non nascondiamoci dietro ad un dito – sarà presto dimenticato: chi, a cento chilometri da Palermo, ancora ricorda don Puglisi?
Vassallo come simbolo, era forse in grado – lui solo – di capovolgere il coacervo d’interessi politico/affaristico/mafiosi che regolano la vita del Sud? Per quanto ci piacerebbe crederlo, così non è. C’erano segnali di una forte coesione d’intenti intorno alla sua persona? No, era isolato.
Dopo la sua uccisione, le cosche potranno sperare d’ottenere finalmente quei presunti affari, appalti…che il sindaco negava loro? Con quel morto ammazzato – pesante – che le obbligherà a defilarsi? Chi raccoglierà la sua eredità, potrà impunemente “vendersi” alle cosche?
Ci sono una serie d’interrogativi e di dubbi, di fronte a questa morte, che potrebbero rivelarsi un boomerang per le cosche stesse: visti gli appoggi politici che le mafie hanno in vasti apparati dello Stato, sarebbe stata più coerente una campagna di delegittimazione, oppure la strategia del “soffocamento” economico, del blocco dei finanziamenti, ecc. A ben vedere, le strade erano tante: non solo quella “obbligata” dei killer.
Dunque, di là di una fumosa opposizione alle cosche, nulla è saltato fuori e non siamo gli unici ad affermarlo.
Nel coro subito accorso per sostenere la spiegazione più semplice – Carfagna, Bersani, Veltroni, Chiamparino, Maroni, De Magistris, ecc – una voce ha inserito un dubbio, una semplice perplessità. Ed è la voce di una persona esperta, che ha vissuto per molto tempo i problemi di quelle terre[1]:
“Il Cilento è terra civilissima e tranquilla ed è davvero difficile immaginare che, in un contesto simile, sia stato perpetrato un atto di tale, inaudita gravità.”
Rosa Russo Iervolino, dall’alto dei suoi molti anni trascorsi in politica e come Sindaco di Napoli, trova “difficile immaginare” un omicidio siffatto, in quei luoghi, con quella ferocia. E non è la sola.
Ci sono le affermazioni “pesanti” del vice sindaco di Pollica/Acciaroli, Stefano Pisani[2]:
“Smettetela di parlare di camorra, qui non è mai arrivata, questa non è terra di camorra, la criminalità qui non ha mai avviato i suoi affari. Certo eravamo preoccupati che questo potesse accadere. Ma diciamo a tutti che anche senza Angelo combatteremo il malaffare a Pollica più di prima.”
Pisani ammette che c’erano state delle pressioni, da parte di Vassallo, sulle Forze dell’Ordine per un più accurato controllo antidroga nell’Estate appena trascorsa, ma precisa anche (smentendo, ad esempio, il fratello della vittima) che mai il Sindaco gli parlò di collusioni fra malaffare e Forze dell’Ordine. Possibile che Vassallo non ne avesse mai fatto parola, proprio con il suo più diretto collaboratore?
Rincara la dose Domenico Palladino, consigliere comunale:
“Stamattina, leggendo i giornali, ho avuto il dubbio che non fossimo a Pollica ma a Casal di Principe. Siamo certi che la camorra non c'entri e che sia stato il gesto di un folle mosso da motivi di rancore personale. Il nostro è un paese che non genera interessi economici tali da far gola alla camorra.”
“Rancore personale”? Qualcuno sa e tace?
Per commentare fatti di sangue bisogna allontanare da se stessi ogni pulsione – empatia ed antipatia devono lasciare spazio all’analisi – per osservare con freddezza i fatti. Per scendere quindi nel terreno delle ipotesi.
Dalla ricostruzione dell’omicidio[3] – nove colpi d’arma da fuoco calibro 9/21 – s’evince che Vassallo stava tornando a casa: qualcuno lo attendeva a poca distanza dalla sua abitazione.
Anche il Magistrato Alfredo Greco, pur accogliendo la tesi ufficiale, ossia che Vassallo era un simbolo di legalità (e, quindi, un possibile “obiettivo”), ammette che qualcosa stride:
L’omicidio è stato eseguito con “modalità brutte e pesanti, un'esecuzione cattiva con troppi colpi sparati per un omicidio…Un'uccisione feroce, fatta per colpire chi, forse, aveva scoperto qualcosa che non doveva scoprire…”
Greco ricorda d’esser stato, negli ultimi tempi, in stretto contatto con il Sindaco, ossia d’averne più volte raccolto le perplessità e (forse) le paure. Perché, allora, introduce elementi “tecnici” (troppi colpi…) ed altri ipotetici (scoperto qualcosa che…) nella vicenda?
Altro fatto che fa pensare è che l’auto del Sindaco è stata ritrovata, con l’uomo oramai cadavere all’interno, con il freno a mano tirato.
La strada dell’omicidio è sì in salita, non molto larga, ma prendiamo in esame due ipotesi:
a) il Sindaco è stato affiancato da un’auto che proveniva in senso opposto all’improvviso, dalla quale sono partiti i colpi: perché tirare il freno a mano?
b) L’auto degli assassini (o dell’assassino) mostra subito un atteggiamento violento – si pone al centro della strada, di traverso, ecc – ed il Sindaco, presumibilmente, si spaventa. Perché tirare il freno a mano?
C’è una debole probabilità che Vassallo intendesse compiere una partenza in salita – dopo l’improvviso incontro con l’altra auto – e che i colpi subito esplosi abbiano arrestato gli eventi proprio in quell’istante.
C’è, però, un’altra ipotesi più pregnante da soppesare: che Vassallo conoscesse il suo (i suoi) assassino/i.
In quel caso, il freno a mano tirato mostrerebbe un ben diverso scenario e diverrebbe importante sapere se il motore era acceso o spento, altro indizio da valutare. Ma, l’assassino, potrebbe averlo spento o riacceso, secondo le sue mire.
L’agguato è avvenuto a poca distanza dall’abitazione del Sindaco. Nove colpi sparati trapassando i finestrini dell’auto: nessuno ha sentito nulla? Una sequenza di spari e rumori mica da poco. L’assassino ha usato un silenziatore?
Come si può notare, gli elementi d’ombra sembrano prevalere sulle semplici conclusioni tratte da larga parte della stampa, ma c’è dell’altro.
Lo stesso Magistrato Alfredo Greco comunica che:
“Gli esposti contro il sindaco di Pollica sono stati tutti archiviati.”
Cosa è stato archiviato?
Non sappiamo di quali accuse fosse fatto oggetto Angelo Vassallo, però di una vicenda che non lo vide proprio nella “luce” del gran difensore della legalità fummo testimoni lo scorso anno, quando ci toccò (amaramente) scrivere della terribile morte di Francesco Mastrogiovanni – “Il miglio verde italiano”[4] – del quale consigliamo caldamente la lettura o la rilettura.
Venerdì 9 Aprile 2010 Rai3 dedicò alla terribile odissea di Mastrogiovanni una serata, nel programma “Mi manda Rai 3”: collegamento in nota[5].
La difesa del Sindaco Vassallo per quel Trattamento Sanitario Obbligatorio – una misura estrema, comminata per il semplice fatto che Mastrogiovanni era, a suo dire, una persona che “dava fastidio alle persone, percorreva le strade a forte velocità e suonando il clacson”[6] – fa acqua da tutte le parti.
Afferma d’essere stato sollecitato dalla famiglia per quel ricovero, ma nessuno conferma e – anzi – la famiglia Mastrogiovanni lo smentisce apertamente[7].
Ma non finisce qui.
Vassallo – forse in buona fede, forse per poca dimestichezza con la normativa, mescolando termini giuridici con la comune “vox populi, vox dei” – non s’accorge d’infrangerla lui stesso, quella legge alla quale s’aggrappa.
Giuseppe Tarallo, ex presidente del parco nazionale Cilento e Vallo di Diano ed ex sindaco di Montecorice – amico di Mastrogiovanni – così risponde a Vassallo[8]:
“Nello stesso luogo sono successi altri tafferugli più gravi da parte di giovani ultras a danno di malcapitati vacanzieri ma senza provvedimenti restrittivi della libertà personale (il sindaco avrebbe minacciato il foglio di via). Perché questa disparità? Come potrebbe spiegare agli alunni di Mastrogiovanni la sua ordinanza di ricovero coatto? E chi ha attivato il ricovero? il sindaco stesso o un ignaro medico? Il sindaco sa che il TSO è una misura estrema quando non ci sono altre alternative? Chi o che cosa l’ha convinto ad adottare in provvedimento così radicale ed estremo, perché non ha valutato altre misure sicuramente possibili? Ha informato il giudice tutelare e l’ordinanza è stata convalidata come previsto dalla legge che disciplina un atto così straordinario? Ha informato il sindaco del comune di residenza di Franco, peraltro medico in quell’ospedale e amico di Vassallo? Come ha potuto ordinare l’esecuzione della cattura in altro comune senza informarne, sembra, il sindaco - anch’egli amico di Vassallo ma, credo anche di Francesco?
In assenza di questi requisiti il ricovero coatto diventa sequestro di persona, tanto più che è stato eseguito con vergognose modalità da caccia all’uomo. Questo provvedimento così abnorme e sicuramente illegittimo ha aperto le porte del reparto neuropsichiatrico dove, senza che ciò risulti in cartella clinica, è stato legato in un letto di contenzione per 4 giorni continuati, portando alla morte Francesco per edema polmonare, dovuto sia alla posizione allettata che allo strazio prolungato della tortura cui è stato sottoposto.”
Il giudizio di Tarallo è pesante:
In assenza di questi requisiti il ricovero coatto diventa sequestro di persona, tanto più che è stato eseguito con vergognose modalità da caccia all’uomo.
Sequestro di persona: sono questi gli “Gli esposti contro il sindaco di Pollica (che) sono stati tutti archiviati.”?
Come afferma il Magistrato Alfredo Greco?
Lungi da noi voler diffamare la memoria di una persona barbaramente uccisa, e per la quale proviamo rispetto e dolore: lo scopo è altro, ossia non accettare la prima verità pre-confezionata in svendita all’hard discount dei media.
Neppure, si può immaginare ad una vendetta per Mastrogiovanni: le persone che hanno chiesto giustizia per il suo caso si sono sempre espresse in termini civili, nonostante il gran dolore dei familiari.
Per chi ha letto il mio articolo che prima segnalavo, la vicenda di Mastrogiovanni conduce lontano: inizia, a ben vedere, nel 1970 con la morte per “incidente stradale” di cinque giovani anarchici nei pressi della tenuta del Principe Junio Valerio Borghese. “Incidente” che avvenne a circa 60 km da Roma: i primi ad accorrere furono gli uomini della squadra politica della Questura di Roma (!).
Prosegue con il tentativo d’uccidere Marini – il quale cerca di ricostruire la vicenda dei cinque anarchici ammazzati – e finisce con la morte di Favella, per la quale paga anche Mastrogiovanni, poi riconosciuto innocente con tanto di scuse.
Qualcuno – a questo punto, se la Giustizia ha ancora valore – dovrebbe raccontarci non le ragioni di un omicidio, bensì di due omicidi. Perché non si può passare sotto silenzio la vicenda di Mastrogiovanni.
Una lettura superficiale potrebbe condurre a considerare Vassallo come il vero colpevole di quella morte: e se così non fosse?
E se qualcuno, approfittando della “semplicità” del personaggio – prima di fare il sindaco era pescatore – lo avesse convinto a firmare quel TSO, sapendo che “al resto” ci avrebbero pensato all’Ospedale di Vallo di Lucania? Perché Mastrogiovanni, appena “catturato” in mare – manco fosse lui un pericoloso boss, e non un maestro elementare – urla di non portarlo a Vallo di Lucania, perché da lì non “sarebbe uscito vivo”?
Cosa intende il Magistrato Greco quando afferma che Vassallo “forse, aveva scoperto qualcosa che non doveva scoprire…”? C’è forse qualcuno che, a margine di questa vicenda, con la morte del Sindaco Vassallo e l’archiviazione di quelle indagini tira un sospiro di sollievo?
Tutto deve filare via liscio: Mastrogiovanni muore perché ha un edema polmonare dopo 4 giorni di letto di contenzione e Vassallo perché la camorra così ha deciso.
Com’è semplice tracciare subito delle verità consacrate, nel Paese dove un vero boss – Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana – viene seppellito, in barba alle vigenti norme del Diritto Canonico, in una basilica, al pari di un cardinale[9]. La stessa banda che, in pieno sequestro Moro, si “dilettava” a stilare falsi comunicati delle Brigate Rosse[10].
Ancora una volta, questo “Paese senza memoria e senza verità” – per dirla con Sciascia – finirà per avvitarsi su se stesso, senza mai riuscire a scalfire la superficie degli eventi. Rimarranno la morte di un anarchico un po’ eccentrico e quella di un sindaco che lottava contro il crimine.
Non abbiamo la presunzione d’aver indicato una possibile traccia – chi fa lo scrittore scrive, chi fa il magistrato indaghi – ma sono le dichiarazioni degli stessi inquirenti e dei vari attori della vicenda a mostrarci un panorama con mille dubbi, perplessità, contraddizioni. Perché la verità è una sola, e non la sommatoria di una montagna d’ipotesi.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
[1] Fonte: http://www.repubblica.it/cronaca/2010/09/06/news/morte_vassallo_carfagna_colpo_alle_istituzioni_iervolino_omicidio_desta_sgomento_e_preoccupazione-6799392/
[2] Fonte: http://www.repubblica.it/cronaca/2010/09/07/news/sindaco_ucciso_parla_il_fratello-6825723/
[3] Fonte: http://www.repubblica.it/cronaca/2010/09/06/news/acciaroli_sindaco-6790097/
[4] Vedi: http://carlobertani.blogspot.com/2009/10/il-miglio-verde-italiano.html
[5] Vedi: http://www.youtube.com/watch?v=9_PSXYyRJgI&feature=player_embedded
[6] Fonte: http://www.giustiziaperfranco.it/firmerei_sindaco.pdf
[7] Fonte: http://www.giornaledelcilento.it/it/caso_mastrogiovannila_famiglia_del_maestro_smentisce_il_sindaco_vassallo.html
[8] Fonte: http://contrariamente.altervista.org/riceviamo_pubblichiamo/francesco_mastrogiovanni_morto_in_tso.pdf
[9] Fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_De_Pedis
[10] Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Banda_della_Magliana
Mi sa che, leggendo anche sui blog cosiddetti di informazione libera, pochi si pongono domande altenative così ben motivate come nel tuo pezzo... Troppo scomode!
RispondiEliminaQui
http://petrolio.blogosfere.it/2010/09/omicidio-vassallo-ecco-il-progetto.html
l'ipotesi degli interessi economici legati all'energia, tema di cui sei un esperto, che ne dici?
Ciao.
Islam barbarico e camorra mediatica
RispondiEliminaDue eventi tragici: la condanna di Sakineh e l’assassinio di Vassallo. Il primo, però, occupa più spazio mediatico come “atto altamente lesivo dei principi di libertà e difesa della vita” (parole di Napolitano). In realtà, la ragione sta nel fatto che questo porta avanti l’ennesimo segnale dello “scontro di civiltà” della dicotomia occidente - oriente, barbarie – civiltà, per diffondere il consenso nei confronti di un prossimo attacco alla Repubblica Islamica. L’altra notizia, invece, rimane “cronaca”. Così è, cari lettori del blog, è una “questione di verità”: non a caso l’articolo di Bertani comincia citando Wilde sulla verità e lo chiude in modo ancora più bello toccando lo stesso concetto. Sulla prima notizia si sa tutto (gli occidentali credono di sapere tutto) ed è tutto chiaro sulla situazione della donna nel mondo islamico, sull’Iran ecc. Per quanto riguarda invece la seconda notizia, quella di Vassallo, tutto è oscuro, ambiguo. La gente non andrebbe in tutte le piazze italiane per sapere la verità, perché tutto viene delegato alla magistratura.
Certo, sono anch’io contro la lapidazione e contro la rivoluzione khomeinista in toto, ma non sbandiererei mai la foto di una donna che uccide e tradisce. Insomma, si strumentalizza da una parte e si minimizza dalla’altra. Mi chiedo, ma dove andrà a finire un Paese in cui lo scrittore, l’insegnante, il farmacista, il muratore, il medico, il fioraio... fanno il lavoro di e per il giornalista?!
Mah, oggi forse è l’ultimo giorno di Ramadan (si saprà stasera) e sono contento di festeggiarlo qui in Giordania. In italia mi sarei guardato dal chiamare la mia famiglia dai “call center” e soprattutto dal salutare “colleghi” maghrebini, per paura di chi controlla e gestisce la nostra e vostra clandestinità.
Ciao a tutti,
Mahmoud.
p.s. Scusa Carlo, ma hai controllato ultimamente la tua posta elettronica (info@carlobertani.it)?
Ciao Carlo, se ti ricordi bene su CDonC, gia’ parlammo con uno scambio di vedute, sulla sinistra vicenda Mastrogiovanni. Espressi i miei dubbi, non negando un possibile legame comunque, sulla vicenda che aveva visto Mastrogiovanni e Marini, protagonisti del dopo1969 di Piazza Fontana; con le controinchieste che ne seguirono e soprattutto di tutta la scia di morte lasciata. Anche la morte di Mastrogiovanni, avvolta da mistero e soprattutto da comportamenti, come da te evidenziati, lesivi alla persona stessa. Insomma ipotesi plausibili, ma ipotesi.
RispondiEliminaRiguardo l’omicidio Vassallo. Non so farmi un’idea precisa chiaramente. Pero’ ti evidenzio alcune cose che come osservatore diretto della realta’ della mia zona:
1) La costa a sud di Agropoli fino a Sapri, e’ fortemente infiltrata da interessi congiunti ndrangheta-camorra. Porti per attracco barche, cemento, supermercati, spaccio, A3, ecc….
2) Secondo la collaudata tecnica: “colpirne uno per educarne 100”. E questo puo’ servire ad educare altri amministratori locali a non alzare troppo la cresta, e a farsi manipolare senza problemi.
3) 9 colpi possono essere, otto avvisi a otto persone diverse (una gia’ eliminata).
4) D’estate il numero di vacanzieri, provenienti dalla provincia di Napoli e dintorni, e’ massiccia. E in aumento costante. Una cosa simile e’ gia’ successa negli anni 70-80 a Scalea. E se vogliamo anche sulla Domiziana (Caserta) negli anni 80-90. Questo puo’ attrarre anche investimenti, richiesta di alloggi, camping, seconde case…..in parole povere capitali di un certo tipo.
Fatti un giro su googleEarth, nella Campania costiera ed anche la parte nord calabra. Ciao
La vicenda Mastrogiovanni - comunque la si guardi- è una prevaricazione del diritto alla salute.
RispondiEliminaE' un dato di fatto che è stato il Sindaco Vassallo a farne richiesta.
Ma e' un dato di fatto - oggettivamente molto più importante e determinante della richiesta di Vassallo- l'avallo del TSO dei medici che è basato su una presunta diagnosi (non dimostrata) di eccitamento psicomotoria con comportamento eteroaggressivo....
Ora in base alle informazioni che si hanno sull'uomo Vassallo -la cui tendenza principale, a detta di tanti della sua zona, è il bene della comunità- la decisione sul TSO stride un pò troppo con il personaggio e la sua cultura per considerarla ponderata, molto più probabile che una tale misura , oltremodo drastica nonchè punitiva - anche per le ingiustizie patite- gli sia stata fatta balenare come "normale" e che comunque nn provocava conseguenze sul Mastrogiovanni.
Da quì il passo è breve per arrivare all'ipotesi - confortata dal freno a mano tirato- che "l'errore" del TSO - di cui sicuramente qualcuno gli ha mostrato la gravità- sia stato usato per chiedere...altro.
Doc
ciao Mahmoud tanti auguri, che Dio sia sempre con te...oggi noi cattolici festeggiamo la nascita di Maria, un faro di contà purissima...
RispondiEliminacome hai letto nell'angosciante articolo di Carlone noi italiani stiamo messi male...
se Dio ha voluto che Maometto declamasse il "sigillo" ai libri della Bibbia, non sarò senz'altro io a poter pensare di comprenderne il disegno però ti garantisco che ho sempre considerato i musulmani come fratelli della Fede e vi invidio anche per la vostra grande capacità nel pregare
ti saluto caramente
RA
Che la faccenda puzzasse lo avevo capito dal silenzio sotto cui era passata nei mainstreams come in rete(la Billi, Cambi e Pallante fino a ieri erano gli unici che ne avessero parlato diffusamente, per gli altri era solo camorra, quindi da derubricare quanto prima). Del coinvolgimento di Vassallo nella vicenda Mastrogiovanni non ne sapevo niente. Ora il fetore è davvero forte e c'è sicuramente già qualcuno che sta provvedendo a sigillare la fogna, purtroppo.
RispondiEliminaNon ho elementi per dire se l'ipotesi dell'articolo é credibile o no. Posso solo notare una certa 'dietrologia' e un fascino per il mistero all'italiana. Cercare una spiegazione in fatti di 40 anni fa mi sembra azzardato.
RispondiEliminaAlcune cose poi non sono esatte:
Vassallo non era solo, nel senso che rappresentava eccome la parte onesta di quella zona d'Italia.
Le infiltrazioni mafiose in quella zona ci sono eccome, magari non nelle forme organizzate della camorra, ma nelle forme del malaffare all'italiana certamente.
Gli interessi economici legati all'energia ci sono e sono provati.
Non sempre chi decide un omicidio di questa portata ci pensa bene prima, come lascia intendere l'articolo all'inizio, specialmente in caso di azioni dimostrative e intimidatorie, come potrebbe essere questa.
Pochi sanno cos'è veramente un TSO, tantomeno una persona come Vassallo. Da questo punto di vista potrebbe essere stato davvero mal consigliato, ma da qui a pensare ad un piano cosí ben congegnato mi sembra che ce ne passi. Troppe cose lasciate al caso per poter funzionare.
Comunque un articolo che mette la pulce nell'orecchio: mai fidarsi di quello che dice il mainstream, anche se Saviano ci si é buttato come un pesce.
Con stima
Riccardo
Cercherò di fornire una risposta collettiva, quindi una sintesi.
RispondiEliminaNella stesura di questo articolo mi sono basato sulle dichiarazioni di persone coinvolte nella vicenda: nulla è derubricato al caso od all'illazione.
Mi dispiace che tanti colleghi scrittori siano caduti nella trappola di cercare motivazioni all'interno del copione stabilito dai media. A mio avviso, così non è: quando si tratta d'esser complottisti, è sacrosanto esserlo. Motivando, però, accuratamente la propria posizione.
Nessuna delle ipotesi tracciate - territorio, energia, ecc - regge all'analisi perché tutte riconducibili alla commistione od all'ostracismo.
Vassallo non sarebbe stato il primo sindaco campano cacciato - i modi sono tanti - per essersi opposto alle cosche. C'è ampia letteratura in merito.
L'omicidio avviene quando la commistione non è gestibile e non serve l'ostracismo.
Resto attonito quando un Magistrato afferma che un uomo è probabilmente morto perché a conoscenza di qualcosa che non dovrebbe sapere.
Comprendo il suo riserbo - intendendolo come una pausa "in divenire" - ma, a questo punto, m'aspetto precise connotazioni del fenomeno.
In definitiva, non posso che osservare come due cadaveri - nel tempo - siano finiti assieme all'obitorio di Vallo di Lucania.
Chi dei due era il protagonista?
Forse un Mastrogiovanni precipitato dagli eventi nella piana di Troia, od un Vassallo disceso dalle navi achee senza compito né obiettivo?
A questo punto, ciascuno potrà trarre le sue (legittime) conclusioni.
Da parte mia, non posso far altro che mettermi nella parte di chi - per misera miseria umana - non può far altro che chiedere agli Dei misericordia ed oblio.
So che le accuse per la donna iraniana sono pesanti - come le pietre di una lapidazione - ma non credo che sia tanto miglio di un copione che prevede un'asettica iniezione letale. (O legale?) per la quale pochi s'indignano.
Per mia parte, non considero lo Stato personalità giuridica in grado di decretare la morte: di nessuno, in ogni parte, per qualsiasi ragione.
Chi, però, recida la vita umana colpevolmente - anche per sola incuria - smette, a mio parere, d'esser custode della propria.
In altre parole, mai pena di morte , ma mai perdono totale per chi uccide.
In fin dei conti, la pena prevista dai Nativi americani - la lontananza perpetua - era forse il miglior compromesso umano, per vicende che l'animo umano difficilmente può soppesare.
Saluti
Carlo
PS; per Mahmoud: da qualche giorno non la guardo. Provvederò.
Ciao Roberto,
RispondiEliminagrazie per gli auguri. Abbiamo qui appena saputo che la festa sarà venerdì.
ti ringrazio per questa e per tutte le altre volte che mi hai salutato.
Un sincero saluto a te a tutta la famiglia del blog,
Mahmoud
Carlo, la faccio breve: secondo quello che scrivi, se ho capito bene, per te l'omicidio Vassallo, potrebbe ricercarsi in qualcuno che potrebbe essersi vendicato dell'ex-anarchico? Libero di crederlo. Io la ritengo un'ipotesi poco credibile. Ma tutto puo' essere, soprattutto da noi in Campania. Ciao
RispondiEliminaNo, Antonio, non è così e l'avevo anche scritto nell'articolo.
RispondiEliminaAmmettiamo, per ipotesi, che nella vicenda di Mastrogiacomo fossero coinvolte altre persone (non lo so, non ho elementi per sostenerlo e quindi non posso affermare altro...capito mi hai?), a chi tornerebbe comoda un'archiviazione delle indagini per la morte di Vassallo?
Perché i suoi collaboratori si sperticano nel dire che la camorra non c'entra? Cosa sanno?
Mi sono basato solo sui dubbi degli amministratori locali - espressi con chiarezza - e su quelli più "velati" di un Magistrato.
E il freno a mano?
Poi, ciascuno tragga le sue conclusioni: quello che ho scritto non è oro colato e tanto meno un dogma.
Ciao
Carlo
Sempre per Antonio: tu che conosci bene quelle zone, puoi confermare o smentire ciò che affermano gli amministratori di Pollica? La camorra e le n'drine sono arrivate di sicuro anche lì? Se così è, perché lo negano?
RispondiEliminaCiao
Carlo
Al momento di postare il commento segnala errore. Capita solo a me?
RispondiEliminaAllego un link utile forse a capire un poco di più di Vassallo e della questione (ri)sollevata da Carlo.
Che strana cosa, tocca ad un "complottista" come me cercare di sedare (almeno formalmente) lo spirito combattivo di Carlo!
http://www.youtube.com/watch?v=ozs5RIh4MH8&feature=related
Mi sono riletto "Il miglio verde italiano". Quanti spunti da approfondire (a proposito Carlo, ora su Wiki una minuta pagina dedicata a Giannettini esiste...) per sopperire a tanta disinformazione e ad una memoria (la mia) divenuta ormai troppo selettiva.
In realtà penso che gli omicidi di stato esistono da sempre poiché da sempre l'uomo ama il Potere.
E' come la pialla e il falegname: omicidio e Potere.
Sarà semplicistico ma la storia dell'umanità è lì a raccontarlo alle orecchie che vogliono udire.
A Mahmoud vorrei dire che spesso condivido ciò che scrive.
Questa volta sottoscrivo con (triste) entusiasmo ogni singola parola scritta e ogni concetto (magari solo parzialmente) espresso.
E' un piacere averti qui a casa di Carlo.
FabrizioD
Ovviamente, Fabrizio, prima di scrivere l'articolo avevo visionato i video di Vassallo, di Tarallo, quello di Rai3 ed altri ancora.
RispondiEliminaLe giustificazioni di Vassallo non reggono, perché sono ammantate da una duplice visione: ammette di non essere competente in materia, poi afferma che quando uno "dà i numeri si vede".
Secondo Tarallo le procedure non furono rispettate: oggi, con la morte di Vassallo, tutto finirà nel dimenticatoio. Ed è mia opinione che anche Vassallo, in quei frangenti, fu vittima.
Se hai visto il video della "detenzione" di Mastrogiovanni (non so usare altro termine), ti renderai conto che la questione era ancora oggi scottante.
Forse per qualcuno che non compare nella vicenda, forse altro...ci sono troppi dubbi e "distinguo" in questa vicenda per passarla come un fatto normale.
La storia di questo Paese andrebbe gettata quasi totalmente nella spazzatura e riscritta, a cominciare dalla nascita dello Stato.
E Pasolini? E Moro?
Certo, la "Notte della Repubblica" lascia ancora oggi i suoi veleni: silenti, sotterranei, viscidi.
Guarda a caso, anche questa storia ha degli importanti collegamenti con quegli anni.
Poi, ciascuno è libero di pensarla come vuole.
Ciao
Carlo
PS: anche a me fa lo scherzo, ma non preoccuparti: i commenti restano.
Mi rammarico di non seguire più spesso questo blog, che apre sempre tante lampadine.
RispondiEliminaI complimenti a Carlo anche per la qualità "formale" dei suoi articoli (cosa rara sul web) e un mio personale impegno a passare più spesso da queste parti
S
Grazie Sergio, mi permetti di precisare una cosa della quale poco si parla, ossia la forma.
RispondiEliminaScrivere è un'arte, mediante la quale (come per tutte le arti) si portano a conoscenza degli eventi, dei contenuti, delle tesi, ecc.
Eppure, scrivere viene semplicemente considerato "avere qualcosa da dire".
Salvo, poi, abbandonare un testo - senza rendersi conto della ragione - perché annoia, non interessa, uffa...
Molte volte, è perché il pezzo è mal scritto.
Pochi se ne accorgono - la maggior parte dei lettori ritiene la forma un esercizio per bacchettoni - e non capiscono la magia che c'è dietro alla consecutio delle parole, come per le note.
A risentirci, allora
Carlo Bertani
Ciao Carlo, ti rispondo ora. Si, il raccordo tra i due mondi mafiosi, avviene sul porto di Salerno (import-export droga) e l'A3 (sa-rc). Loro negano, per due mie ipotesi:
RispondiElimina1) Hanno ragione, allora io vedo cose e mi faccio un'idea errata.
2) Negando, mandano un messaggio in codice a chi di dovere, e dimostrano "malleabilita'"
Da noi Carlo, quando si dice una cosa, puo' significare sempre 2 o 3 cose differenti, minimo. Spero che l'omicidio non provenga dalla vicenda Mastrogiovanni, lo si ucciderebbe di nuovo. Lui era altro.
Ciao. Buon lavoro, ti stimo.
Mi sa, Antonio, che l'ipotesi 2 sia purtroppo la più plausibile. Può darsi che in qualche piccolo paese le infiltrazioni fossero minori perché c'era poca trippa per gatti...questo spiegherebbe le affermazioni dei politici...ma chissà cosa c'è dietro.
RispondiEliminaE non è detto che la vicenda di Mastrogiovanni non fosse parte di qualche ricatto, per chissà quali mire.
Mah, che tristezza: voi a vedervela con questi massacratori, noi con le menti azzerate delle camicie verdi...
Ciao e grazie
Carlo
Mi convinco sempre di più che esiste un nesso tra le due morti.
RispondiEliminaE' troppo eclatantemente discordante l'atteggiamento del sindaco durante "la cattura" di F.Mastrogiovanni rispetto alla sua figura consolidata di sindaco ecologista: sembra impossibile che le due situazioni attengono alla stessa persona.
Doc
P.S.per chi e' interessato sul sito:
http://www.giustiziaperfranco.it/
potete trovare il
Resoconto stenografico Commissione Senato Repubblica 18 maggio 2010
e le osservazioni relative della d.ssa Pozzi
E' la stessa discrepanza che ho subito notato, che potrebbe essere stata causata anche da semplice ignoranza dei rischi della procedura.
RispondiEliminaVassallo, inoltre, non ha mai mostrato vera pietà ne rincrescimento per Francesco.
Certo che, doc, essere ricoverati in quell'ospedale...
Ciao
Carlo
Ho seguito questa triste vicenda e riletto con interesse articolo e commenti.
RispondiEliminaGrazie per aver raccolto la preziosa eredità di Sciascia.
“Mors tua vita mea”.
RispondiEliminaPerò… che vita di merda per chi sopravvive in questo modo.
Attendo ancora il giorno in cui verrà annunciato: “Oggi nessun essere umano è morto assassinato sull’intero pianeta”.
Si potrebbero iniziare a stilare dei bollettini bianchi che elenchino le "Killer free zone". Potrebbe essere un evento da segnalare nei piccoli Comuni per poi passare alle metropoli, estendendoli alle Regioni, agli Stati ed infine ai Continenti.
Nel dubbio che ciò possa accadere durante la mia vita, passerò la commissione a mio figlio ed, eventualmente, ai nipoti.
Prima o poi dovrà succedere...
Cari saluti
p.s. L'ultimo omicidio avvenuto a Venaria Reale (To) risale al 26 febbraio 2008
Caro Luigi, penso che sia un dovere, oggi, raccogliere l'eredità di chi ci ha preceduto sulla via della rettitudine.
RispondiEliminaE mi riferisco non solo a Sciascia ed a Pasolini, ma anche a de André e Rino Gaetano.
Moltelici forme d'arte hanno sussurrato agli esseri umani che un altro mondo è possibile - come afferma Juan Carlo - ma che questo mondo è forse lontano.
Oggi, molti parlano - per le questioni del governo - di "cerini" accesi in mano.
Noi, qui, - ossia io e gli altri del blog - ci proponiamo di mantenere viva la fiammella della civiltà, della comprensione, dell'empatia, contrapposta al buio della prevaricazione, della violenza, dell'intrallazzo.
Cosa possiamo fare? Solo questo, però - invece di perdere ore ed ore a farci rincretinire dalla TV - lo facciamo.
I risultati?
Forse che Pasolini, Bene e Sciascia si domandavano quali sarebbero stati i risultati?
Buonanotte a tutti, c'è una deliziosa falce di luna ad Occidente: gobba a Ponente, luna crescente.
Carlo
Carlo
RispondiEliminadel sindaco Vassallo so quello che
è stato strombazzato di media, e quanto da te enunciato nel topic.
Però posso spiegare perché il
pluripregiudicato "Renatino" De
Pedis giace nella basilica di Sant'Apollinare, di proprietà dell'
Opus Dei, peraltro.
Per strane circostanze della vita,
fra i miei conoscenti c'è anche un uomo cresciuto a Testaccio insieme
ai banditi della Magliana, e che
per lunghi anni mantenne rapporti
con loro, pur essendo onestissimo;
ed infatti, ora che è vecchio, è quasi povero, dopo aver lavorato tutta una vita.
Ebbene, egli mi ha raccontato che
il cardinal Poletti prestava i soldi a strozzo (in italiano: a tassi di usura)a piccoli imprenditori in difficoltà del sud
del Lazio e della Campania.
Enrico De Pedis, detto Renatino,
era l'ufficiale riscossore di Poletti, e forse di altri "prestatori" vaticani. Cioè passava ogni mese a riscuotere quanto dovuto, ed era anche capace di
usare metodi convincenti...
Questi sono i meriti acquisiti agli
occhi del clero da costui!
C'è del marcio in Vaticano!