Se la Storia volesse trovare una data, un bigliettino da affiggere nell’immaginaria bacheca dell’inarrestabile declino italiano, credo che potrebbe proprio scegliere le date di questi giorni, ovvero la Finanziaria per il 2011.
Con, in aggiunta, uno dei tanti rapporti che, regolarmente, giungono alla stampa: si tratta di quello del CENSIS redatto proprio in questi giorni, a margine del convegno che si è tenuto a Roma nei primi giorni di Giugno di quest’anno, intitolato “Come staremo al mondo?”
Ci staremo piuttosto male – a seguire le analisi del CENSIS – e questo spiegherebbe la frenesia tremontiana di voler far “quadrare i conti” più in fretta possibile. Se l’uomo che è seduto al Ministero dell’Economia fosse meno ossessionato dai “conti”, e si prendesse una pausa per capire il nostro futuro, ci guadagneremmo tutti. Almeno, scivoleremmo nella merda a bocca chiusa.
Le risultanze del convegno – le quali, non so perché, sono state poco riprese sul Web – forniscono uno “sguardo” sul futuro italiano fino al 2030. Collegamento in nota[1].
E’ opportuno ricordare che queste tavole rotonde non sono il Vangelo e lo stesso presidente del CENSIS – Giuseppe Roma – si è affrettato ad aggiungere che “fare previsioni è un azzardo”. Per questa ragione, al CENSIS sono partiti dalla demografia, per tracciare – de minimis – qualche affresco sul futuro italiano.
Eseguendo un breve abstract, il convegno ha identificato con precisione l’invecchiamento della popolazione, la sua distribuzione geografica (emigrazione costante dal Sud verso il Nord, forse un po’ azzardato su un lasso di tempo di 20 anni, ma accettiamolo) e, soprattutto, gli indicatori economici per i prossimi anni.
Qui, c’è poco da dibattere: la demografia è questa, il debito pubblico pure, perciò non c’è tanta trippa per gatti sulla quale piroettare elucubrazioni.
La domanda posta era: cosa dovremmo fare per mantenere gli attuali livelli di reddito (e, aggiungo io, di protezione sociale)?
La risposta può apparire sconcertante ma, all’interno dell’economia di mercato, poteva essere una sola: mantenere i livelli d’occupazione (possibilmente migliorarli) e ridurre il debito pubblico. Obiettivo: far scendere il rapporto deficit/PIL sotto il 100%. Che bella pensata: e che ci vuole?
Ovvio che, per raggiungere l’obiettivo – sempre secondo il CENSIS, non gettiamo loro la croce addosso, sarebbe come sparare sul pianista – servono misure per incrementare il PIL (occupazione, sviluppo, ecc) ed altre per ridurre il debito (risparmi, sprechi, evasione fiscale, ecc). Ciò che spaventa sono i numeri: dei quali, il CENSIS non ha nessuna responsabilità, sono altri ad averle.
In pratica – affermano – per mantenere gli attuali livelli di reddito (che per i più non sono certo esaltanti), dovremmo semplicemente, dunque, non so come dirvelo…beh, facciamola finita: creare ogni anno 480.000 nuovi posti di lavoro e, contemporaneamente, “risparmiare” (cioè in Finanziaria) ogni anno 12 miliardi.
Se fosse possibile mantenere questo “ritmo” almeno fino al 2020, l’Italia potrebbe uscire dalle paludi: vorremmo sapere quale Italia uscirebbe dalle “paludi”, perché quell’Italia – che dovrebbe fare simili “risparmi” – alla fine assomiglierebbe molto ad un’armata di zombie.
Ciò che sconcerta, è come questi dati siano perfettamente logici nel computo del “mercato”, mentre appaiono terribilmente irrazionali se confrontati con la realtà: disoccupazione ufficiale al 8,9%, più quelli che un lavoro manco più lo cercano e “s’arrangiano”, vuol dire che ci sono almeno 2,2 milioni gli italiani in cerca di lavoro. Confindustria, invece, comunica che a Maggio la produzione industriale ha avuto un balzo del 2,4%. Vedi nota[2].
Ciò, conferma che parametri come il PIL e l’occupazione sono oramai desueti per identificare l’andamento economico, giacché l’impresa aumenta la sua produttività (e dunque i profitti) soltanto se automatizza i processi, ossia sbatte fuori un po’ di gente e la sostituisce con macchine che fanno meglio e più in fretta la produzione.
Ovviamente, nella produzione di beni di largo consumo.
In questo bel panorama, dove le imprese automatizzano oppure delocalizzano – ossia vanno nei Paesi dove le braccia umane costano ancor meno di una macchina – ci tocca pure ascoltare l’ignobile ultimatum di Marchionne ai lavoratori di Pomigliano: “o così o ce ne andiamo all’estero”[3]. Prendi questo tozzo di pane e saziati, schiavo!
Dimentica – monsieur Marchionne…ma non fa rima con qualcuno? Ah sì, Cambronne… – che, se avessimo utilizzato la montagna di soldi che lo Stato ha consegnato alla FIAT per decenni, di FIAT pubbliche ce ne sarebbero almeno dieci, e magari andrebbero a gonfie vele come la maggior azienda industriale italiana, Italcantieri, che – guarda a caso – è statale!
Quando s’incassano fior di quattrini per decenni a “scopo sociale” – caro il mio Marchionnino – e poi si fanno orecchie da mercante, significa comportarsi come i ladri di Pisa, quelli che fingono zuffe di giorno e si spartiscono il bottino la notte.
Dunque, in questa terra baciata dalla fortuna che è il Belpaese, dovremmo “creare” 480.000 – quattrocentottantamila! – nuovi posti di lavoro l’anno per almeno dieci anni! Ma che bella soluzione! Dove li creiamo? Inventiamo il lucidatore d’antenne, la ricamatrice di cartoni, l’aggiusta-mollette per la biancheria, la psicologa per canarini?
Questo numero non è casuale: corrisponde a grandi linee alla consistenza di un’intera generazione! Vorrebbe dire che, per 10 anni almeno, ogni giovane in età da lavoro dovrebbe uscire da scuola e…voilà, a lavorare il giorno dopo. Ci sono altre favole da raccontare?
A meno che, quel “lavoro” non sia creato “re-distribuendo” quello già esistente: eh sì, sarebbe proprio l’ora di smagrire un po’ gli stipendi di quei Paperoni che lavorano a progetto o con contratti a termine. Invece di 500 euro il mese, due posti di lavoro – a parità d’orario – da 250: che ne dite? E’ una buona soluzione?
Poi, i risparmi: era ora, non se ne può proprio più di questo popolo di spreconi (che saremmo noi, non loro).
La Finanziaria per il 2011 prevede pressappoco 24 miliardi di “risparmi”, e già sta ammazzando il Paese con il solo profumo: questa manovra è sbagliata sotto il profilo qualitativo e quantitativo.
Il solo pensiero di stramazzare la cultura (che ha notevoli risvolti sul turismo) – ma dove si riesce a trovare una coppia come la Brambilla e Bondi, per occupare quei ministeri? E’ difficile far meglio! – ha fatto dire a Monicelli, il quale non è proprio l’ultimo arrivato, che l’unica identificazione italiana che regge all’analisi è proprio l’appartenenza culturale: letteratura, arti grafiche, scultura, musica, teatro, cinema.
Siamo famosi per questo almeno dalla Firenze rinascimentale in poi: vogliamo proprio azzerare tutto? Poi, cosa faremo? Andremo tutti a canticchiare l’aria del Nabucco sventolando all’aria gli accendini con un paio di corna verdi sulla testa?
Sotto l’aspetto quantitativo, poi, viene da sorridere a pensare a future Finanziarie che dovranno “risparmiare” 12 miliardi l’anno: con quella di quest’anno, tanto per ricordarlo, i dipendenti pubblici hanno perso quello che un tempo si chiamava “contratto di lavoro”. Il contratto aveva previsto tot? Non ce ne frega niente: lo azzeriamo!
Una recente riforma delle pensioni prevedeva certi parametri per andarci? Noi congeliamo tutto! E i 480.000 nuovi posti, chi li crea se almeno nel pubblico nessuna va più in pensione? Nel privato?!? Se i dipendenti privati riusciranno, negli anni a venire, a mantenere almeno gli attuali livelli d’occupazione – cosa che, già oggi, si rivela inattuabile – sarebbe già grasso che cola.
Il risultato della contrazione del reddito che avranno 4 milioni di dipendenti pubblici, più i contratti da fame dei privati – e questo lo diciamo ai “guru” dell’economia – si trasformerà, inevitabilmente, nella rovina per decine di migliaia d’esercizi commerciali.
Nel nostro piccolo, sapendo che fino al 2014 lo stipendio non si muoverà “di un euro” – parola di Tremonti l’anti-globalizzatore, il salvatore dei deboli, il “Robin Hood” de no antri – abbiamo già attuato le contromisure: pizzeria? Verboten. Vacanze? Visite a parenti ed amici. Ristorante? Si mangia benissimo a casa. Vestiti? Scambi e rotazioni con parenti ed amici. Auto? Un po’ d’antiruggine alla vecchia Panda del 1993 e passerà almeno un paio di collaudi. Quando finirà? Un’altra Panda da quattro soldi. Verdure? Orto: costa meno della palestra e ti fa risparmiare.
Insomma, una specie di “decrescita” confezionata su misura per la situazione contingente: sopravvivremo benissimo. Chi non ce la farà? Il pizzaiolo, il barista, l’autosalone, il negozio d’abbigliamento, il verduriere…
In definitiva, quel “taglio” del 5-10% del salario su paghe non certo da Paperoni, andrà a scatenare una contrazione dei consumi che, già oggi, indica un crollo dell’1,6% dei consumi[4].
Quei pochi consumi che ancora reggevano erano quelli incentivati dallo Stato: uno Stato che deve scovare 12 miliardi l’anno, non avrà certo i soldi per incentivare qualcosa. Difatti, nell’attuale Finanziaria, è sparito l’incentivo del 55% per il risparmio energetico: qualcuno ha affermato che lo rimetteranno ma nel tempo – 12 miliardi l’anno, sai che “botte” – anche quello dovrà sparire.
Insomma, potremmo continuare per righe e righe: a fronte della “suzione” richiesta dalla finanza internazionale, si risponde prosciugando il tenore di vita della popolazione, la protezione sociale (cosa farà un invalido che raggiunge “solo” il 75% d’invalidità?), la cultura (che richiama turismo: difatti, ogni anno che passa, altri Paesi ci sorpassano per presenze turistiche) e “congelando” la popolazione al lavoro.
In cosa si spera? Nella moltiplicazione dei prestiti e delle entrate? Come i pani ed i pesci?
No, la soluzione l’ha prospettata Berlusconi stesso: una riforma costituzionale – la stanno pensando, l’ha comunicato ai “Promotori della Libertà” – per poter varare una nuova impresa in un solo giorno, senza nessun controllo.
Dunque, fateci capire…in un panorama di crollo dei consumi…bisogna impiantare nuove imprese? Ma se quelle che ci sono stanno già con la merda al labbro inferiore?
E poi, che bello! Proprio in Italia – con un terzo del territorio governato dalle mafie – diamo la possibilità di creare nuove imprese e i controlli…beh, qualche mese dopo, anno…no…quando?
Già immaginiamo che tutti i nuovi “imprenditori” nel campo dello smaltimento dei rifiuti speciali, dell’agricoltura dei veleni, del commercio “senza regole” stiano fregandosi le mani.
Vorrei ricordare – un solo esempio – quel che avvenne in Spagna nel 1980 (ero là) con l’olio d’oliva: una “svista” nei controlli fece 160 morti in poche settimane. Va beh, direte voi, in Italia li farebbero passare come una nuova malattia da allergia: già me lo vedo, il Vespone, strambagliare fra grafici che testimoniano l’impennarsi di quelle malattie, più casi nel Togo, qualcuno in Costa d’Avorio, uno in Portogallo…è tutto sotto controllo, tranquilli.
L’aspetto ridicolo sta tutto nell’esagerazione delle malattie inventate – vedi la “maiala” – mentre in quelle vere scatta la negazione, vedi i militari italiani morti per l’Uranio impoverito. Penosi.
La realtà – pensiamo a quei 12 miliardi l’anno per 10 anni, 120 miliardi di euro che dovranno prenderci per via diretta (dipendenti) ed indiretta (fallimenti d’imprese e piccoli imprenditori) – è che questa gente non sa più dove sbattere la testa, perché non ha capito niente di quel che sta succedendo.
Se, da un lato, 500 anni di dominio coloniale stanno terminando – fra un po’ i Paesi del BRIC ci pisceranno in testa, e noi dovremo pure ringraziare per l’acqua offerta con tanta gentilezza – dall’altro non si capisce che il liberismo è la peggior ricetta per Paesi che vanno incontro ad una naturale decrescita. Perché?
Poiché non abbiamo bisogno di nuove reti ferroviarie, stradali, ecc – quelle che muovono soldi, lavoro, investimenti, tangenti – perché le abbiamo già: il Quinto Centro Siderurgico (Gioia Tauro) non sorse perché ce n’erano già almeno tre di troppo. Al più, servono modesti aggiustamenti.
Non servono nuove pizzerie, telerie, autosaloni, compagnie telefoniche…“già teniamo tutto” in abbondanza.
Serve, invece, lavorare “cum grano salis” in pochi campi: energia, agricoltura, turismo.
Per farlo, però, serve una struttura dello Stato più “leggera”, senza il gran tourbillon dei livelli di controllo (e di spesa): via Regioni, Province e Comuni.
Un solo livello decisionale locale – corrispondente all’odierno comprensorio, 10-20 Comuni – perché è il territorio a misura d’uomo, dove la gente si conosce, ha parenti, amici. Da lì può nascere una nuova stagione politica: dalla semplicità. Unita ad uno Stato autorevole, del quale non si mette in dubbio l’unità.
La re-distribuzione del reddito IRPEF pro capite, affidata dallo Stato ad ogni comprensorio, come la Sanità: niente più figli e figliastri, regioni ricche perché assistite – scandaloso il livello di spesa clientelare della Regione Sicilia – ed altre che si vantano d’essere il meglio – vedi Alto Adige – soltanto perché prendono il doppio del Veneto o del Piemonte.
Decine di miliardi l’anno risparmiati cancellando questo improduttivo, parassitario ed inconcludente ceto politico. Pensate: stanno meditando di spillarci 12 miliardi l’anno per 10 anni! E i folli saremmo noi?
Conforta il fatto che il livello di “suzione” previsto non è più tollerabile dal popolo italiano: pur considerando di dar fondo ai risparmi delle precedenti generazioni, d’azzerare la pensione come un ricordo, la scuola come un inutile orpello, la sanità come un inutile gingillo…non potranno mai farcela.
Il botto s’avvicina: estote parati.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Con, in aggiunta, uno dei tanti rapporti che, regolarmente, giungono alla stampa: si tratta di quello del CENSIS redatto proprio in questi giorni, a margine del convegno che si è tenuto a Roma nei primi giorni di Giugno di quest’anno, intitolato “Come staremo al mondo?”
Ci staremo piuttosto male – a seguire le analisi del CENSIS – e questo spiegherebbe la frenesia tremontiana di voler far “quadrare i conti” più in fretta possibile. Se l’uomo che è seduto al Ministero dell’Economia fosse meno ossessionato dai “conti”, e si prendesse una pausa per capire il nostro futuro, ci guadagneremmo tutti. Almeno, scivoleremmo nella merda a bocca chiusa.
Le risultanze del convegno – le quali, non so perché, sono state poco riprese sul Web – forniscono uno “sguardo” sul futuro italiano fino al 2030. Collegamento in nota[1].
E’ opportuno ricordare che queste tavole rotonde non sono il Vangelo e lo stesso presidente del CENSIS – Giuseppe Roma – si è affrettato ad aggiungere che “fare previsioni è un azzardo”. Per questa ragione, al CENSIS sono partiti dalla demografia, per tracciare – de minimis – qualche affresco sul futuro italiano.
Eseguendo un breve abstract, il convegno ha identificato con precisione l’invecchiamento della popolazione, la sua distribuzione geografica (emigrazione costante dal Sud verso il Nord, forse un po’ azzardato su un lasso di tempo di 20 anni, ma accettiamolo) e, soprattutto, gli indicatori economici per i prossimi anni.
Qui, c’è poco da dibattere: la demografia è questa, il debito pubblico pure, perciò non c’è tanta trippa per gatti sulla quale piroettare elucubrazioni.
La domanda posta era: cosa dovremmo fare per mantenere gli attuali livelli di reddito (e, aggiungo io, di protezione sociale)?
La risposta può apparire sconcertante ma, all’interno dell’economia di mercato, poteva essere una sola: mantenere i livelli d’occupazione (possibilmente migliorarli) e ridurre il debito pubblico. Obiettivo: far scendere il rapporto deficit/PIL sotto il 100%. Che bella pensata: e che ci vuole?
Ovvio che, per raggiungere l’obiettivo – sempre secondo il CENSIS, non gettiamo loro la croce addosso, sarebbe come sparare sul pianista – servono misure per incrementare il PIL (occupazione, sviluppo, ecc) ed altre per ridurre il debito (risparmi, sprechi, evasione fiscale, ecc). Ciò che spaventa sono i numeri: dei quali, il CENSIS non ha nessuna responsabilità, sono altri ad averle.
In pratica – affermano – per mantenere gli attuali livelli di reddito (che per i più non sono certo esaltanti), dovremmo semplicemente, dunque, non so come dirvelo…beh, facciamola finita: creare ogni anno 480.000 nuovi posti di lavoro e, contemporaneamente, “risparmiare” (cioè in Finanziaria) ogni anno 12 miliardi.
Se fosse possibile mantenere questo “ritmo” almeno fino al 2020, l’Italia potrebbe uscire dalle paludi: vorremmo sapere quale Italia uscirebbe dalle “paludi”, perché quell’Italia – che dovrebbe fare simili “risparmi” – alla fine assomiglierebbe molto ad un’armata di zombie.
Ciò che sconcerta, è come questi dati siano perfettamente logici nel computo del “mercato”, mentre appaiono terribilmente irrazionali se confrontati con la realtà: disoccupazione ufficiale al 8,9%, più quelli che un lavoro manco più lo cercano e “s’arrangiano”, vuol dire che ci sono almeno 2,2 milioni gli italiani in cerca di lavoro. Confindustria, invece, comunica che a Maggio la produzione industriale ha avuto un balzo del 2,4%. Vedi nota[2].
Ciò, conferma che parametri come il PIL e l’occupazione sono oramai desueti per identificare l’andamento economico, giacché l’impresa aumenta la sua produttività (e dunque i profitti) soltanto se automatizza i processi, ossia sbatte fuori un po’ di gente e la sostituisce con macchine che fanno meglio e più in fretta la produzione.
Ovviamente, nella produzione di beni di largo consumo.
In questo bel panorama, dove le imprese automatizzano oppure delocalizzano – ossia vanno nei Paesi dove le braccia umane costano ancor meno di una macchina – ci tocca pure ascoltare l’ignobile ultimatum di Marchionne ai lavoratori di Pomigliano: “o così o ce ne andiamo all’estero”[3]. Prendi questo tozzo di pane e saziati, schiavo!
Dimentica – monsieur Marchionne…ma non fa rima con qualcuno? Ah sì, Cambronne… – che, se avessimo utilizzato la montagna di soldi che lo Stato ha consegnato alla FIAT per decenni, di FIAT pubbliche ce ne sarebbero almeno dieci, e magari andrebbero a gonfie vele come la maggior azienda industriale italiana, Italcantieri, che – guarda a caso – è statale!
Quando s’incassano fior di quattrini per decenni a “scopo sociale” – caro il mio Marchionnino – e poi si fanno orecchie da mercante, significa comportarsi come i ladri di Pisa, quelli che fingono zuffe di giorno e si spartiscono il bottino la notte.
Dunque, in questa terra baciata dalla fortuna che è il Belpaese, dovremmo “creare” 480.000 – quattrocentottantamila! – nuovi posti di lavoro l’anno per almeno dieci anni! Ma che bella soluzione! Dove li creiamo? Inventiamo il lucidatore d’antenne, la ricamatrice di cartoni, l’aggiusta-mollette per la biancheria, la psicologa per canarini?
Questo numero non è casuale: corrisponde a grandi linee alla consistenza di un’intera generazione! Vorrebbe dire che, per 10 anni almeno, ogni giovane in età da lavoro dovrebbe uscire da scuola e…voilà, a lavorare il giorno dopo. Ci sono altre favole da raccontare?
A meno che, quel “lavoro” non sia creato “re-distribuendo” quello già esistente: eh sì, sarebbe proprio l’ora di smagrire un po’ gli stipendi di quei Paperoni che lavorano a progetto o con contratti a termine. Invece di 500 euro il mese, due posti di lavoro – a parità d’orario – da 250: che ne dite? E’ una buona soluzione?
Poi, i risparmi: era ora, non se ne può proprio più di questo popolo di spreconi (che saremmo noi, non loro).
La Finanziaria per il 2011 prevede pressappoco 24 miliardi di “risparmi”, e già sta ammazzando il Paese con il solo profumo: questa manovra è sbagliata sotto il profilo qualitativo e quantitativo.
Il solo pensiero di stramazzare la cultura (che ha notevoli risvolti sul turismo) – ma dove si riesce a trovare una coppia come la Brambilla e Bondi, per occupare quei ministeri? E’ difficile far meglio! – ha fatto dire a Monicelli, il quale non è proprio l’ultimo arrivato, che l’unica identificazione italiana che regge all’analisi è proprio l’appartenenza culturale: letteratura, arti grafiche, scultura, musica, teatro, cinema.
Siamo famosi per questo almeno dalla Firenze rinascimentale in poi: vogliamo proprio azzerare tutto? Poi, cosa faremo? Andremo tutti a canticchiare l’aria del Nabucco sventolando all’aria gli accendini con un paio di corna verdi sulla testa?
Sotto l’aspetto quantitativo, poi, viene da sorridere a pensare a future Finanziarie che dovranno “risparmiare” 12 miliardi l’anno: con quella di quest’anno, tanto per ricordarlo, i dipendenti pubblici hanno perso quello che un tempo si chiamava “contratto di lavoro”. Il contratto aveva previsto tot? Non ce ne frega niente: lo azzeriamo!
Una recente riforma delle pensioni prevedeva certi parametri per andarci? Noi congeliamo tutto! E i 480.000 nuovi posti, chi li crea se almeno nel pubblico nessuna va più in pensione? Nel privato?!? Se i dipendenti privati riusciranno, negli anni a venire, a mantenere almeno gli attuali livelli d’occupazione – cosa che, già oggi, si rivela inattuabile – sarebbe già grasso che cola.
Il risultato della contrazione del reddito che avranno 4 milioni di dipendenti pubblici, più i contratti da fame dei privati – e questo lo diciamo ai “guru” dell’economia – si trasformerà, inevitabilmente, nella rovina per decine di migliaia d’esercizi commerciali.
Nel nostro piccolo, sapendo che fino al 2014 lo stipendio non si muoverà “di un euro” – parola di Tremonti l’anti-globalizzatore, il salvatore dei deboli, il “Robin Hood” de no antri – abbiamo già attuato le contromisure: pizzeria? Verboten. Vacanze? Visite a parenti ed amici. Ristorante? Si mangia benissimo a casa. Vestiti? Scambi e rotazioni con parenti ed amici. Auto? Un po’ d’antiruggine alla vecchia Panda del 1993 e passerà almeno un paio di collaudi. Quando finirà? Un’altra Panda da quattro soldi. Verdure? Orto: costa meno della palestra e ti fa risparmiare.
Insomma, una specie di “decrescita” confezionata su misura per la situazione contingente: sopravvivremo benissimo. Chi non ce la farà? Il pizzaiolo, il barista, l’autosalone, il negozio d’abbigliamento, il verduriere…
In definitiva, quel “taglio” del 5-10% del salario su paghe non certo da Paperoni, andrà a scatenare una contrazione dei consumi che, già oggi, indica un crollo dell’1,6% dei consumi[4].
Quei pochi consumi che ancora reggevano erano quelli incentivati dallo Stato: uno Stato che deve scovare 12 miliardi l’anno, non avrà certo i soldi per incentivare qualcosa. Difatti, nell’attuale Finanziaria, è sparito l’incentivo del 55% per il risparmio energetico: qualcuno ha affermato che lo rimetteranno ma nel tempo – 12 miliardi l’anno, sai che “botte” – anche quello dovrà sparire.
Insomma, potremmo continuare per righe e righe: a fronte della “suzione” richiesta dalla finanza internazionale, si risponde prosciugando il tenore di vita della popolazione, la protezione sociale (cosa farà un invalido che raggiunge “solo” il 75% d’invalidità?), la cultura (che richiama turismo: difatti, ogni anno che passa, altri Paesi ci sorpassano per presenze turistiche) e “congelando” la popolazione al lavoro.
In cosa si spera? Nella moltiplicazione dei prestiti e delle entrate? Come i pani ed i pesci?
No, la soluzione l’ha prospettata Berlusconi stesso: una riforma costituzionale – la stanno pensando, l’ha comunicato ai “Promotori della Libertà” – per poter varare una nuova impresa in un solo giorno, senza nessun controllo.
Dunque, fateci capire…in un panorama di crollo dei consumi…bisogna impiantare nuove imprese? Ma se quelle che ci sono stanno già con la merda al labbro inferiore?
E poi, che bello! Proprio in Italia – con un terzo del territorio governato dalle mafie – diamo la possibilità di creare nuove imprese e i controlli…beh, qualche mese dopo, anno…no…quando?
Già immaginiamo che tutti i nuovi “imprenditori” nel campo dello smaltimento dei rifiuti speciali, dell’agricoltura dei veleni, del commercio “senza regole” stiano fregandosi le mani.
Vorrei ricordare – un solo esempio – quel che avvenne in Spagna nel 1980 (ero là) con l’olio d’oliva: una “svista” nei controlli fece 160 morti in poche settimane. Va beh, direte voi, in Italia li farebbero passare come una nuova malattia da allergia: già me lo vedo, il Vespone, strambagliare fra grafici che testimoniano l’impennarsi di quelle malattie, più casi nel Togo, qualcuno in Costa d’Avorio, uno in Portogallo…è tutto sotto controllo, tranquilli.
L’aspetto ridicolo sta tutto nell’esagerazione delle malattie inventate – vedi la “maiala” – mentre in quelle vere scatta la negazione, vedi i militari italiani morti per l’Uranio impoverito. Penosi.
La realtà – pensiamo a quei 12 miliardi l’anno per 10 anni, 120 miliardi di euro che dovranno prenderci per via diretta (dipendenti) ed indiretta (fallimenti d’imprese e piccoli imprenditori) – è che questa gente non sa più dove sbattere la testa, perché non ha capito niente di quel che sta succedendo.
Se, da un lato, 500 anni di dominio coloniale stanno terminando – fra un po’ i Paesi del BRIC ci pisceranno in testa, e noi dovremo pure ringraziare per l’acqua offerta con tanta gentilezza – dall’altro non si capisce che il liberismo è la peggior ricetta per Paesi che vanno incontro ad una naturale decrescita. Perché?
Poiché non abbiamo bisogno di nuove reti ferroviarie, stradali, ecc – quelle che muovono soldi, lavoro, investimenti, tangenti – perché le abbiamo già: il Quinto Centro Siderurgico (Gioia Tauro) non sorse perché ce n’erano già almeno tre di troppo. Al più, servono modesti aggiustamenti.
Non servono nuove pizzerie, telerie, autosaloni, compagnie telefoniche…“già teniamo tutto” in abbondanza.
Serve, invece, lavorare “cum grano salis” in pochi campi: energia, agricoltura, turismo.
Per farlo, però, serve una struttura dello Stato più “leggera”, senza il gran tourbillon dei livelli di controllo (e di spesa): via Regioni, Province e Comuni.
Un solo livello decisionale locale – corrispondente all’odierno comprensorio, 10-20 Comuni – perché è il territorio a misura d’uomo, dove la gente si conosce, ha parenti, amici. Da lì può nascere una nuova stagione politica: dalla semplicità. Unita ad uno Stato autorevole, del quale non si mette in dubbio l’unità.
La re-distribuzione del reddito IRPEF pro capite, affidata dallo Stato ad ogni comprensorio, come la Sanità: niente più figli e figliastri, regioni ricche perché assistite – scandaloso il livello di spesa clientelare della Regione Sicilia – ed altre che si vantano d’essere il meglio – vedi Alto Adige – soltanto perché prendono il doppio del Veneto o del Piemonte.
Decine di miliardi l’anno risparmiati cancellando questo improduttivo, parassitario ed inconcludente ceto politico. Pensate: stanno meditando di spillarci 12 miliardi l’anno per 10 anni! E i folli saremmo noi?
Conforta il fatto che il livello di “suzione” previsto non è più tollerabile dal popolo italiano: pur considerando di dar fondo ai risparmi delle precedenti generazioni, d’azzerare la pensione come un ricordo, la scuola come un inutile orpello, la sanità come un inutile gingillo…non potranno mai farcela.
Il botto s’avvicina: estote parati.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
[1] Vedi: http://www.repubblica.it/economia/2010/06/03/news/censis_previsioni_al_2030-4536538/ per i partecipanti, vedi http://www.censis.it/5?resource_23=107308&relational_resource_24=107308&relational_resource_396=107308&relational_resource_26=107308&relational_resource_78=107308&relational_resource_296=107308&relational_resource_342=107308&relational_resource_343=107308&relational_resource_405=107308
[2] Vedi: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/06/01/visualizza_new.html_1817957643.html
[3] Vedi: http://www.repubblica.it/motori/attualita/2010/06/06/news/marchionne_su_pomigliano_serve_un_accordo-4620137/
[4] Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2010/06/07/news/consumi_confcommercio-4632186/
In un tuo vecchio articolo dedicato alla Grecia, Carlo, tu dicevi che in Italia non ci si sarebbero state le manifestazioni dei quel paese, perché dicevi che in Italia la casa di proprietà e il reddito da pensioni di padri e nonni sosteneva quello delle famiglie nel complesso. Oggi però che il governo attacca stipendi e pensioni credo che ci avviciniamo al punto di non ritorno, anche perché molte famiglie che posseggono l'abitazione stanno ancora pagando il mutuo e avranno molta difficoltà ad onorare le rate. Se avessimo sovranità monetaria e una classe dirigente non gangsteristica si potrebbe provare a far correre l'inflazione fino a due cifre e a dimezzare il debito delle famiglie, sarebbe uno shock per tutti, ma metterebbe sul lastrico anche le banche che sono le maggiori responsabili di questo scempio. Oppure propongo in alternativa che un governo, ovviamente non fatto da questi ceffi da galera, sostenga il reddito delle classi medie e quelle basse con l'azzeramento della tassazione sui redditi da lavoro dipendente fino ad un lordo di 25.000 euro l'anno. Sono utopie che vi fanno sorridere e allora in alternativa vi beccherete tagli agli stipendi del 50% e fine della sanità pubblica e fine delle pensioni d'invalidità, vedrete. Poi vi voglio vedere italiani ad amare ancora, (ma come fate?) Berlusconi.
RispondiEliminaChiudo dicendo agli italiani di cdx che le missioni italiane all'estero costano 40.000 000 di euro al mese.
Ciao Carlo cosa ne dici?
Fai bene a ricordare il mio "perché l'Italia non sarà mai la Grecia", perché - come vedi, Orazio - non sta accadendo niente di quel che accade in Gracia. Eppure, ci stanno spolpando.
RispondiEliminaE' solo una differenza di tempi e di situazioni (pensa la controllo televisivo), ma il risultato sarà lo stesso.
In Italia, semplicemente, la struttura familiare regge ancora come unico ammortizzatore sociale. Per quanto?
Io non sono in grado d'aiutare i miei figli come fecero con me i miei genitori. Cosa può fare un lavoratore a progetto?
Stanno scorrendo anni nei quali scivoliamo sulla classica lama del rasoio: non si può dire come e quando succederà il "botto", ma è inevitabile.
Man mano che le generazioni di pensionati "ricchi" se ne andranno, ci ritroveremo con pensionati appena autosufficienti e figli poveri. Un mix terrificante.
Il fenomeno si produrrà, all'incirca, nell'arco dei prossimi 10 anni: chi andrà in pensione nel 2020 sarà un pensionato povero, con figli nati negli anni '80-90 che avranno lavori da schifo.
Mettici pure che un terzo dell'economia è in mano alle mafie ed un altro terzo non paga le tasse: sono lo "zoccolo duro" del berlusconismo.
Nemmeno i Draghi od i Bersani possono far qualcosa, perché lo schema mentale è lo stesso, appena scremato dai macroscopici aspetti delinquenziali (vedi Bertolaso & Co).
Si potrebbe spezzare una lama d'ottimismo: visto che la situazione diverrà insostenibile, sarà inevitabile cercare soluzioni intaccando "l'intoccabile".
Chi mai potrà farsi avanti ed abolire interi livelli di controlli intermedi (tangenti), tassare i beni vaticani (elusione "legale"), sganciarsi dai potentati USA (missioni all'estero), finirla di combattere per finta le mafie, per poi chiedere loro i voti?
Eppure, qualcosa del genere dovrà capitare: sono i numeri a dirlo, l'impossibilità d'onorare quei numeri. Non sono sogni ad occhi aperti. Argentina? Forse, ma un giro di boa sarà inevitabile.
Ciao
Carlo
Un'inflazione del 10-20% sarebbe possibile ad una sola condizione: l'uscita dall'euro.
RispondiEliminaDopo, però, i marpioni internazionali si scatenerebbero contro la nuova moneta.
Non so se siamo ancora in tempo per attuare politiche keynesiane: mi sembra che abbiamo oltrepassato il confine (debito al 118 sul PIL: e come si fa ad indebitarsi ancora?)
Preferirei soluzioni meno "monetarie" e più politiche, ossia riprenderci le centinaia di miliardi imboscati sotto varie forme dalla casta e dai suoi sodali. E snellire la struttura dello Stato.
Ciao e grazie
Carlo Bertani
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaESERCIZIO DI MATEMATICA N° 1
RispondiEliminaSe il debito italiano ammonta a 1.812.750.000.000 mld di euro e i titoli di stato rendono annualmente 1.3% lordi ovvero 0.7 netti, a quanto ammonta l' interesse annuo sul debito che lo Stato deve pagare ai suoi creditori?
SOLUZIONE
1.812.750.000.000 x 0.007=
12.689.250.000 mld all'anno.
ohhhh...che strana combinazione!!
Ma, questo sta a significare, che i sacrifici chiesti al popolo, servono esclusivamente per onorare l' interesse sul debito, non il debito in sè.
Giudicate voi.
ciao
B.S.
Guardate amici del blog di Carlo e Carlo, la Merkel vuole due euro, uno per i paesi buoni come la Germania (e non è una parola ironica, ma vera), e un altro per i paesi ammaialati come il nostro. Ci riuscirà? Non lo so, ma so che se ci riuscisse la situazione politica del nostro paese porterebbe a disordini di piazza e scontri con le forze dell'ordine, con l'euro scarso calare del 80-100% rispetto a quello buono. Quindi si potrebbe avverare l'ipotesi secessionista con il nord che entra nell'euro buono e poi mi devono spiegare come esporta in Italia ed Europa e quello scarso da Roma in giù
RispondiEliminache ripiana i debiti pubblici e privati. Fino a ieri queste cose sembravano fantapolitica, oppure elucubrazioni di blog o siti poco considerati, oggi invece è la stessa Merker, (a cui credo Berlusconi non farà più cucù, visto che glielo sta facendo lei), a parlarne. Carlo ci avresti mai pensato a due euro e una Germania che ci butta a forza da quello buono. Per la cattiveria che ha dimostrato verso i dannati della terra mi auguro che la LEGA abbocchi a questa proposta tedesca, poi, come ho detto, vorrei conoscere i paesi dove i padroncini del veneto esporteranno le loro merci?.
Ciao Carlo
p. s.
Conosci Carlo in classifica dove il tuo blog è posizionato per contatti? Se lo sai faccelo sapere
Caro Carlo, nel tuo commento all'ultimo post dici (ti quoto): "debito al 118 sul PIL: e come si fa ad indebitarsi ancora?"
RispondiEliminaLa risposta eccola qui: frattini sta andando a negoziare un nuovo patto di stabilità europeo minacciando il veto italiano se non cambia il metodo di computo dei debiti totali degli stati. Frattini (quindi b.sconi, quindi tremonti) vuole aggiungere ai debiti pubblici degli stati anche quelli delle imprese private e delle FAMIGLIE!!
Con questa ratio, l'Italia sta messa meglio rispetto a paesi simili del g20, ergo si può indebitare ancora di più.
Chiaro?
CHE PAURA CHE PROVO.
Personalmente spero che il tutto duri ancora un paio d'anni in modo di potermi mettere al sicuro.
Grazie di tutto Carlo.
DrK.
Caro Orazio, il problema per la Merkel si chiama: strategia militare USA.
RispondiEliminaPerchè credi sia stato voluto/imposto, l'allargamento della base di Vicenza?
Bossi non farà un fico secco, ci penserà la CIA a rimetterlo in riga.
Piuttosto, vedo, ma non solo io, un affossamento generale dell' euro, che si assesterà verso una parità con il dollaro USA.
Raggiunta la parità, l'Italia "sceglierà", con falso referendum, la nuova moneta che verrà emessa: una divisa nord-centro americana,facilitata anche dalla distruzione sistematica, fortemente voluta da Washington e Londra, e abilmente attuata nel Golfo del Messico,dell' economie del centro America, sfruttando il disastro ecologico-finanziario BP.( la storia ci insegna che gli USA adorano i golfi)
HAITI, dopo il terremoto provvidenziale, sta diventando un insediamento militare USA permanente.
L'economie del Golfo del Messico non avranno vie di scampo o accetteranno la sudditanza all'FMI o chiederanno aiuto al Venezuela e al Brasile.
La seconda soluzione mi sembra la meno plausibile, a meno che non intervenga la Cina, che ha forti interessi di partnership con entrambi i giganti economici del sud America ( ma non credo che per adesso voglia cercare uno scontro militare, è più facile che lo cerchi dopo la creazione del nuovo dollaro, che renderà praticamente inesigibili, i crediti cinesi nella vecchia divisa americana)
Noi non abbiamo scelta, considerando che il 95% del nostro mercato azionario è legato direttamente o indirettamente a corporation anglo-americane.
Altra cosa è l'export franco-tedesco sul nostro territorio, per lo più mirato all' alimentare e al discount e hard-discount, che come ben sai ha distrutto il tessuto sociale delle periferie dei nostri comuni al di sopra dei 45000 abitanti...e non solo.
Infatti, con l'attuazione a breve della Bolkenstein, vedremo l'atto finale di questo esercizio centro-europeo di saccheggio dell'ultima economia sana che ci rimane.
Inoltre, i rubinetti del gas russo servono il 20% dell'economia padana, con tutte le implicazioni geopolitiche del caso.
I Tedeschi, come i Francesi e gli stessi Russi, sanno benissimo quali sono i limiti di sfruttamento del nostro territorio, glieli ha imposti Washington una sessantina di anni fà e, credimi, non saranno violati.
Il popolo?
Soccomberà...
con pessimismo
B.S.
Nei vostri commenti - Orazio, Black, DrKumann - aleggiano i medesimi dubbi.
RispondiEliminaNel mio "Europa Svegliati!" - libro datato, del 2003, eppure quante volte lo devo ancora citare! - affermavo che la Lega di Miglio era una creatura della Bundesbank.
Oggi, che l'esperimento "Italia intera e normale" sta fallendo, è ovvio che quegli antichi fantasmi ritornano.
C'è gran confusione, lo ammetto.
S'intrecciano sintomi di estromissione dall'Europa "Carolingia", ma non vedo nuovi "sbarchi" statunitensi sul nostro territorio, ossia un allineamento su Washington.
E i paesi del BRIC? padroni d'energia, materie prime, tecnologia e produzione industriale? Quando sbarcheranno nel Mediterraneo?
Questa è, a mio avviso, la domanda degli anni futuri: non credo che ci sia molto da scegliere fra un'America ed un'Europa semi-fallite.
Nel 1500 vincemmo con il colonialismo, nel 2000 soccombiamo per la fine di quel sistema di potere.
Bisognerà osservare se l'ONU reggerà all'impatto politico/economico dei BRIC, oppure se ci sarà una grande guerra a sancire il predominio.
E' presto per dirlo.
Grazie a tutti
Carlo Bertani
PS: io guardo la classifica di Blogbabel, ma se qualcuno sa indicarmi qualcosa di più utile ben venga. A proposito: si può mettere un contatore di visite sul blog?
Certo signor Bertani che si può, basta andare nella Sua pagina del suo profilo e si legge: Statistiche utente
RispondiEliminaSu Blogger da settembre 2005
Viste profilo (circa) 12631
Cordialmente, wlady
Vladi questo dice solo quanti hanno visitato il suo profilo, non quanti, almeno una volta hanno visitato le pagine del blog. In più gli articoli di Carlo vengono ripresi dal sito come don chisciotte.
RispondiEliminaCiao Carlo
A tuo parere alla fine i maledetti della FIAT e i sindacati gialli di CISL e UIL spazzeranno via le resistenze della FIOM che già sta sul ca... alla CGIL. Se sarà vietato scioperare agli operai FIAT si tornerà al 1891, quando, prima di una legge di Crispi, era reato scioperare. Temo che dopo quelli di Pomigliano toccherà a tappe a tutti i lavoratori dipendenti non poter scioperare. Ma quando si sveglierà il popolo bue italiano?
Comunicazione di servizio: Carlo, potresti verificare se il secondo dei link in nota 1 può essere semplicemente
RispondiEliminahttp://www.censis.it/5?resource_23=107308
A me sembra che funzioni e vorrei mettere questo link breve su Comedonchisciotte, visto che alcuni utenti segnalano problemi su alcuni browser.
PS: il rapporto Censis a me risulta accessibile al link
http://www.censis.it/10?resource_50=107309
Credo il link possa essere interessante per qualcuno, visto che è all'origine dell'articolo di Repubblica.
Al comune di Torino, dopo la stretta alla cinghia imposta a tutti i lavoratori del pubblico impiego, la UIL ha proposto, invece dello sciopero, di spedire una cartolina tramite il loro sito internet, all'attenzione del Bernasconi.
RispondiEliminaHanno motivato questa scelta non-violenta, come atteggiamento responsabile, che evita di alleggerire ulteriormente le tasche dei dipendenti e gli inevitabili disagi che colpirebbero i cittadini.
Questo suggerimento fa il paio con la questione Pomigliano.
Il diritto di sciopero va cancellato dalla costituzione.
Invece, cambiando argomento, l' impero Lele Mora è crollato.
Come mai il leccaculo di Bernasconi è stato colpito?
E da chi?
C'è un nuovo Gladio in agguato?
salutoni
B.S.
L'Italia è un paese alla deriva Carlo, senza ombra di dubbio. Le cifre da te riportate ne segnalano l'inesorabile declino. Viene da chiedersi anche come sia possibile che un'industria parassitaria come la Fiat, che campa con le provvigioni statali, si trovi in una posizione tale da tenere in scacco sia la politica che i sindacati. Le associazioni sindacali, tra l'altro, hanno avuto la bella idea di isolare CGIL - FIOM, sottoscrivendo l'accordo, che assomiglia più a un diktat, proposto, o imposto, dal signor Marchionne (non credo esista un altro industriale altrettanto immotivatamente lodato). Mi domando se al punto in cui ci troviamo sia ancora il caso di tenere in piedi i sindacati, alla luce di come si sono ridotti... Cari saluti Carlo.
RispondiEliminaSul blog di Felice Capretta, si stanno postando doc sugli interessi passivi del debito fantasmagorico italiano.
RispondiEliminaConsiglio di partecipare alla discussione e di aprirne una qui.
Vi giro questa lettera, firmata da 100 economisti italiani, che un commentatore ha postato.
http://www.ilsole24ore.com/
art/economia/2010-06-15/
lettera-economisti-
contro-manovra-183000.shtml?uuid=AYSLvsyB#continue
parliamone
ciao a tutti
B.S.
Rifacciamo un po di calcoli.
RispondiEliminaInteressi effettivamente pagati dallo stato (il rendimento netto e' dell'acquirente, mentre il debitore paga tutto l'interesse) e' dell'1,3%
Ergo gli interessi che l'italia paga annualmente sono:
1.812.750.000.000*1.3/100=23.565.750
somma molto vicina alla "manovra"
La strategia "della pulitura" e' roba vecchia per chi conosce le "fuga in avanti" del 3Morti.
Dovremmo un pò tutti ricordare le tante società per azioni...le tante tentate cartolarizzazioni sempre bocciate...
Quindi normalissimo che si chieda di considerare il debito pubblico effettivo dello sttao e della popolazzione. Ma...
Ma questo significherebbe, rapportato, ad esempio, per gli US che questi di fatto sono uno stato fallito.
Doc
Ciao a tutti,
RispondiEliminapenso che considerare il tasso di interesse all'1,3% non sia appropriato in quanto questo e cio' che si paga se lo stato emette titoli ora, ma in circolazione ci sono molti piu' titoli emessi negli anni passati che ancora pagano tassi che vanno dal 2% al 6% e forse oltre.
Mi sembra si stimi che ad oggi la spesa per interessi dello stato Italiano sia 80.000.000.000,00 quindi circa 3 volte e mezzo la manovra attuale.
Matteo
Grazie a Doc e a Matteo, per la correzione della mia rotta, ma adesso c'è un nuovo pericolo.
RispondiEliminaTremorti sostiene che la ricchezza privata detenuta dagli italiani in toto, sia 8 VOLTE, ripeto, 8 VOLTE!!!, il debito pubblico attuale ed è andato a spifferare tutto a Bruxelles, accusando le famiglie che si sono indebitate con carte di credito, banche e strozzini vari, di essere VIZIOSE!!!
Ri-ri-facciamo i calcoli:
RP( ricchezza privata)=
1812750000000x8=14502000000000
Ciò, sta a significare, che basterebbe un prelievo coatto del 12,5% sulle ricchezze private italiane, per ripianare totalmente il debito.
Very well!
Se 3morti voleva far scappare le RP all'estero ci è riuscito benissimo...
tanto poi c'è lo scudo.
http://www.dailyblog.it/
eurozona-tremonti-in-riforma-considerare-anche-debito-
privato-nuovo-patto-
stabilita-non-si-limiti-a-controllo-conti-pubblici/18/05/2010/
Interessante quello che sta accadendo tra USA e Inghilterra sul fronte BP.
Se è vero che la BP può versare 20mld di sterline nelle casse statunitensi senza chiedere sconti, dopo un misero tè a Piccadilly, tra Orpheu Negro e Cameron, gatta ci cova.
Cosa ne sarà dei fondi pensione inglesi legate al plafond azionario BP?
E i nostri fondi pensione dove sono investiti?
chiedo lumi a chi ne sa di più.
ciao e... occhio alla penna.
B.S.
vi
Per cio' che riguarda la BP, Blondet da qualche informazione proveniente da questo sito:
RispondiEliminahttp://www.morningliberty.com/2010/06/14/halliburton-boots-coots-goldman-sachs-bp-nwo-unholy-alliances-for-profit/
In poche parole si dice che la Halliburton, di proprieta' dei Bush, abbia acquistato una societa' specializzata in interventi di bonifica in casi di incidenti come quello della BP. La coincidenza e' che l'acquisto e' stato definito 3 settimane prima del fattaccio.
In piu'nello stesso periodo la Goldman Sach si alleggeriva del 44% delle azioni BP che aveva in portafoglio.
Vai a capire se e' vero... pero' ci posso credere benissimo.
Ciao
Matteo
Sinceramente, cari amici, le notizie che riportate sembrano sempre di più gli spasmi di un'agonia. Oppure gli squassi in un pullman guidato, a turno, da più ubriachi.
RispondiEliminaAbbiamo il privilegio d'ossrvare non la fine del mondo, ma la fine di un mondo.
Tutti i privilegi, però, si pagano.
Ciao a tutti
Carlo
Carlo a me l'Italia mi sembra il Titanic che affonda e l'orchestrina che suonava. Anzi invece dell'orchestrina i passeggeri ascoltano le canzoni di Berlusconi che ieri alla confcommercio è stato applaudito invece che fischiato per aver lasciato senza soldi gli acquirenti dei commercianti. E poi invece di dire che lui sul Milan non ha messo una lira ha raccontato barzellette sull'inter che di soldi ne ha messi tanti e tutti applaudivano. Ma perchè gli italiani non si svegliano e lo mandano al diavolo? Quanto costerà agli italiani pagarsi la sanità? Quindi avranno meno soldi per i commercianti e i commercianti invece che sommergerlo di fischi lo appaludono. 50.OOO AQUILANI hanno manifestato per una ricostruzione inesistente e nulla accade. Italiani popolo di servi sciocchi.
RispondiEliminaCiao
L'equivalenza, o similitudine, Titanic/Italia mi sembra azzardata.
RispondiEliminaL'italia avrebbe - se al governo andassero persone che oltre a pensare ai kx propri, ogni tanto facesso una cosa per la società- le potenzialità per poter risorgere economicamente:
l'italia è uno dei pochi paesi ad avere un rapporto popolazione-agricoltura molto squilibrato in difetto;
l'italia e' il apese più ricco in assoluto in quanto a bellezze artistiche e/o paesaggistiche;
l'italia possiede un perimetro navigabile enorme;
l'italia, per le sue condizioni climatiche e la sua morfologia fisica, potrebbe produrre energia pulita in misura (credo) bastevole;
l'italia ha una produzione abbondante di elementi di utilizzo per la co-generazione di energia: si pensi alle ingenti quantita' sprecate nella potatura (biennale) degli alberi da ulivo, e alla similare produzione dai vigneti, oltre alla produzioni derivanti dalle periodiche potature dei viali,vialoni e vialetti..
l'italia e' il primo paese al mondo in fatturato speso nel gambling frutto di una politica scellerata, ormai storica, eliminando quelle attivita' che producevano altri redditi indotti.:
l'italia va man mano avvicinandosi al 4% di Pil nella spesa di questo settore. Una politica appena appena diversa, decente avrebbe reso disponibile una quota consistente della spesa di settore (almeno un (1,5-2)% di pil) per una economia reale che, specie nei consumi,avrebbe prodotto un aumento consistente di pil
l'italia ha - non conosco la questione degli altri paesi eu, troppi fondi sottratti alla gestione e alla conoscenza del Parlamento e che vengono gestiti direttamente e indirettamente attraverso i vari funzionari di gabinetto del Ministro delle finanze e/o dei vari dipartimenti fiscali.
Stop and go away
Doc
Doc gli italiani hanno una capacità tutta italica di farsi affascinare dai peggiori politici in circolazione. A parte il nano di Arcore, per esempio in Sicilia hanno come governatore uno che parla di conquista dell'autonomia, facendo dimenticare che la Sicilia ha uno statuto autonomo e costituzionale da 65 anni che i politici hanno da sempre e per sempre ignorato. Eppure questo governatore ha fondato un partito ciancia d'autonomia e fa il pifferaio magico fra le classi meno abbienti. Doc credimi non siamo sul ponte del Titanic perchè ci mancano le risorse ci siamo perchè la nave la sta governando una classe politica che ha come solo scopo l'arricchimento personale ed è amata da quelli che essa stessa sfrutta e depreda.
RispondiEliminaCiao
Ipotesi (consolatoria): Dio esiste.
RispondiEliminaIpotesi pragmatica: non esiste
Ipotesi gnostica: non sono in grado di dimostrare nè la prima, nè la seconda ipotesi.
In effeti pero c'e' un certo squilibrio in campo se teniamo conto che la seconda si potrebbe trasformare in :credici, tanto che ti costa? se esiste ti troverai bene e sarai premiato; se non esiste non puoi saperlo e quindi...
Personalmente penso che in ogni caso la nostra vita vada considerata una prova generale sul campo della eventuale esistenza di Dio e delle sue proprietà immobiliari: paradiso, purgatorio ed inferno.
E quindi qualcosa siamo costretti a fare adesso.
Certamente e' difficile che nel (nostro) belpaese (attuale)ove: manipolazioni linguistica, spudoratezza accattona, menzogna sistemica, eccetera ecc. possa allignare la radice del bene comune prima di quello pwersonale.
Ma se osserviamo la natura abbiamo motivi di speranza: quando i lupi rimangano da soli devono per forza cominciare a sbranarsi tra loro cosicche' i pochi rimasti (dei buoni) diventano essi proprietari del territorio....
Doc
Seguo con interesse il vostro dibattito, e penso che non si possa proprio parlare di "scelte".
RispondiEliminaLo scenario internazionale è quello che è: ci dedicherò il prossimo articolo.
Solo analizzando lo scenario internazionale potremmo capire dove andare a parare, a patto che in plancia ci sia qualcuno che sappia interpretare lo scenario.
Ciò di cui dubito fortemente.
Procedamus
Carlo
Ipotesi (consolatoria): l'uomo è fondamentalmente buono.
RispondiEliminaipotesi (pragmatica): l'uomo è fondamentalmente malvagio.
ipotesi (gnostica): non sono in grado di dimostrare nè la prima, nè la seconda.
ipotesi (marxista) : l'uomo è il risultato antroposociale/sofico di storici rapporti di produzione.
Ergo...
j'attends Godot.
Retrocedemus
B.S.
B.S.
Retrocedendo, retrocedendo torneremo al tempo del padrone delle ferriere come gli è finita agli operai di Pomigliano d'Arco che dicono a tutte le categorie di lavoratori italiani. Oggi tocca a noi presto toccherà a voi.
RispondiEliminaFermiamoci sull'orlo del baratro
Ciao
La Fiat non ha mai presentato sul mercato una vettura a idrogeno, a batterie solari, sempre solidale coi petrolieri ed in pieno spregio dell’ambiente, e se la vuoi a metano te la devi convertire da te.
RispondiEliminaHo la soddisfazione di non aver mai comprato una vettura Fiat in vita mia, per quanto mi ripugnavano gli Agnelli avvoltoi, massoni e sionisti.
Però non bisogna cadere nell’illusione degli eco-motori
ad alcool o ad olio di soia, perché sottraggono campi
alla coltivazione del cibo in nazioni affamate, e questo è intollerabile quasi quanto le foreste pluviali disboscate per produrre hamburger per gli Yankees.
Insomma, bisogna porre attenzione a che il rimedio non sia peggiore del male.
Oltretutto, dal disastro ambientale del Golfo del Messico,
si evince a mio modesto avviso una lezione chiarissima.
Che la BP, per risparmiare sui costi di estrazione, sarà costretta a spendere almeno cento, mille volte tanto. Qualcuno già parla di fallimento.
Sono i pezzenti capitalisti che causano i disastri, con la loro
avidità. E noi gli andiamo dietro, con la brama di assomigliargli e di raccogliere le briciole alla loro tavola.
Un nuovo mondo non è solo necessario, ma ineludibile: era il 2003 quando scrivevo della necessità di giungere ad un nuovo sistema di produzione energetica, con il vettore energetico Idrogeno al centro della scena.
RispondiEliminaNessuno di quelli che contano poteva ascoltare, perché l'Idrogeno /elettricità/rinnovabili mette in crisi un sistema di potere vecchio di secoli.
A presto con nuovi articoli su questo argomento.
Carlo
Se qualcuno crede che Marchionne è molto più bravo in matematica della Fiom e troppo onesto per giocare a carte truccate, va bene. Ma se qualcuno volesse accordare alla Fiom almeno il beneficio del dubbio e pensare che i numeri potrebbero effettivamente darle ragione, allora Marchionne sta forzando la situazione per ragioni che non hanno niente a che vedere con l’efficienza industriale, ma sono un gioco di potere volto ad eliminare quei residui di sindacalismo autentico che ci sono ancora nei suoi stabilimenti, e magari nel resto del paese.
RispondiEliminaIl che ci riporta alla sostanziale scelta di campo del PD a favore della Fiat e contro la Fiom (non sono io a dirlo ma Sergio Cofferati). E’ già abbastanza grave che le logiche perverse della globalizzazione non siano mai sfidate in cerca di alternative, come se fossero leggi di natura inalterabili. Ma è ancora più impressionante vedere che all’aprirsi di un’offensiva padronale che è ancora di esito incerto, il PD sa solo trovare pretesti per schierarsi subito con i padroni e contro gli operai.
Chi è il PD, Mozart? Con l'articolo che pubblicherò domani t'accontenterò.
RispondiEliminaCiao
Carlo
Carissimo Carlo,
RispondiEliminami dispiace dirtelo, ma Mozart 2006 è un fake.
Ha copiato ed incollato questo mio commento dal blog di Cloro:
Eligiugno 18, 2010 alle 5:27 pm Piero, sono d’accordo con te. Ho fatto una battuta, perché bisogna sorridere sempre, su tutto. Inoltre la Fiat non ha mai presentato sul mercato una vettura a idrogeno, a batterie solari, sempre solidale coi petrolieri
ed in pieno spregio dell’ambiente, e se
la vuoi a metano te la devi convertire da te.
Ho la soddisfazione di non aver mai comprato una vettura Fiat in vita mia, per quanto mi ripugnavano gli Agnelli avvoltoi, massoni e sionisti.
Però non bisogna cadere nell’illusione degli eco-motori
ad alcool o ad olio di soia, perché sottraggono campi
alla coltivazione del cibo in nazioni affamate, e questo è intollerabile quasi quanto le foreste pluviali disboscate per produrre hamburger per gli Yankees.
Insomma, bisogna porre attenzione a che il rimedio non sia peggiore del male.
Oltretutto, dal disastro ambientale del Golfo del Messico,
si evince a mio modesto avviso una lezione chiarissima.
Che la BP, per risparmiare sui costi di estrazione, dovr�
spendere almeno cento, mille volte tanto. Qualcuno già parla
di fallimento.
Sono i pezzenti capitalisti che causano i disastri, con la loro
avidità. E noi gli andiamo dietro, con la brama di assomigliargli e di raccogliere le briciole alla loro tavola.
Poi, non pago, ha copiato anche il commento di Guido, sempre nello stesso topic:
guido dalla germania giugno 19, 2010 alle 7:07 pm Se qualcuno crede che Marchionne è molto più bravo in matematica della Fiom e troppo onesto per giocare a carte truccate, va bene. Ma se qualcuno volesse accordare alla Fiom almeno il beneficio del dubbio e pensare che i numeri potrebbero effettivamente darle ragione, allora Marchionne sta forzando la situazione per ragioni che non hanno niente a che vedere con l’efficienza industriale, ma sono un gioco di potere volto ad eliminare quei residui di sindacalismo autentico che ci sono ancora nei suoi stabilimenti, e magari nel resto del paese.Il che ci riporta alla sostanziale scelta di campo del PD a favore della Fiat e contro la Fiom (non sono io a dirlo ma Sergio Cofferati). E’ già abbastanza grave che le logiche perverse della globalizzazione non siano mai sfidate in cerca di alternative, come se fossero leggi di natura inalterabili. Ma è ancora più impressionante vedere che all’aprirsi di un’offensiva padronale che è ancora di esito incerto, il PD sa solo trovare trovare pretesti per schierarsi subito con i padroni e contro gli operai.
Capisco non avere idee proprie, ma che faccia tosta?
Questo è il link, così puoi controllare:
http://www.cloroalclero.com/?p=4460
Scusa per lo spazio che ho occupato, ma volevo dirtelo.
Ciao! Eli
Dalla caduta dell'impero romano in poi, con l'esclusione di scaramucce di grande impatto emotivo ma di pressocché nulla rilevanza storica, gli italiani non hanno mai cambiato le cose di loro iniziativa. C'è sempre stato qualcuno dall'esterno che aveva degli interessi affinché cambiassero, ed è intervenuto per cambiarle quando ne aveva la forza - quasi sempre militare, qualche volta ideologica.
RispondiEliminaOggi siamo in una di queste fasi, con la grande differenza che non rivestiamo più alcun interesse, né economico né strategico, e non arriverà nessuno a spazzare via una classe dirigente corrotta e marcia fino al midollo.
Perché gli italiani non hanno mai provveduto da soli a risolvere il problema, è questione alla quale io non so dare risposta. So soltanto che non lo faranno neanche stavolta, e faremo la fine conseguente. Oddio, ho detto faremo: io credo che ormai il tempo da usare è l'indicativo presente, se non il passato prossimo. E' troppo tardi per fare alcunché, e in ogni caso qualsiasi cosa si faccia dovrebbe avere una prospettiva a lungo termine, diciamo trent'anni, per avere degli effetti concreti. E per effetti concreti intendo cambio di trend, di mentalità, di regole e di tantissime altre cose. Tempi che sono incompatibili con una democrazia che costringe chi governa - fosse anche qualcuno validissimo e non il niente criminale che c'è oggi da qualsiasi parte ci si volti - a non vedere niente di utile in ciò che vada al di là del prossimo appuntamento elettorale.
Temo che come direbbero nei telefilm di ambientazione ospedaliera, "l'abbiamo perso".