E così, zitti zitti, hanno portato la pensione di vecchiaia a 70 anni e quella d’anzianità oltre i 66 anni[1], andando ben oltre ogni altro Paese europeo.
Il provvedimento, a grandi linee, interessa chi è nato dopo il 1955 ed inciderà sempre di più con l’avanzare dell’anno di nascita: l’avevano annunciato da tempo che l’età della pensione sarebbe stata “collegata” con l’aspettativa di vita.
E, con questa bella pensata, siamo i primi a raggiungere la fatidica “quota 70”: per vostra conoscenza, i regimi pensionistici europei (vedi nota[2]) sono tuttora orientati verso questi valori di età legale per la pensione:
Francia: 60 anni, con riduzioni per i lavori usuranti e possibilità di prosecuzione fino a 65.
Germania: 65 anni, con pensione d’anzianità a 63 ed a 60 (con riduzione dell’assegno) per chi ha avuto periodi di disoccupazione;
Spagna: 61 anni e 30 di contribuzione, 60 anni per chi ha iniziato a lavorare prima del 1967.
Non prendiamo in considerazione sistemi pensionistici come quello inglese – che prevede un’età massima di 70 anni già oggi – oppure quello svedese – che si basa più sugli anni di cittadinanza piuttosto che su quelli di contribuzione – perché sono strutturalmente molto diversi dal nostro. In quei casi, l’età di pensionamento non è comparabile con la nostra, giacché le condizioni sono molto diverse e ci sono più variabili e possibilità per il lavoratore.
Francia, Germania e Spagna hanno invece una struttura simile alla nostra, perciò sono utili per capire lo “sfregio” che l’attuale governo sta per fare: non mettono le mani nelle tasche degli italiani – nelle loro ed in quelle del 10% di ricconi che li sostiene meno che mai – semplicemente, porteranno via letteralmente la vita al rimanente 90%. Anche quelle dei fessacchiotti che sgobbano e poi li votano: spiacente, ma è così.
Prima di proseguire, vorrei precisare che chi scrive non è minimamente toccato dalle attuali “novità” in campo pensionistico: questo per sgombrare il campo da possibili “conflitti d’interesse”.
Il sistema pensionistico italiano è quello, fra quelli europei, che destina percentualmente meno risorse all’uopo, mentre la gestione previdenziale dell’INPS era in attivo per un miliardo l’anno già prima della controriforma Damiano del 2007 (quando c’è da massacrare i lavoratori, sedicenti destre e sinistre trovano accordi “miracolosi”), e di ben 17 miliardi l’anno dopo l’intervento del “Mazzarino” del centro-sinistra.
Non sono ancora disponibili stime precise sui “risparmi” che porterà la Sacconi-Tremonti ma, prendendo come base l’incremento dell’attivo dalla Dini alla Damiano, è facile capire che faranno un ricco “bottino”.
Ci sono, a questo punto, due punti da chiarire:
a) Se vi siano serie basi demografiche, sociologiche, storiche, scientifiche od etiche per un simile provvedimento;
b) Le vere motivazioni della riforma Sacconi-Tremonti.
L’incremento della vita media che c’è stato nell’ultimo mezzo secolo non è da imputare a mutazioni genetiche: semplicemente, una serie di “accidenti” che prima troncavano la vita anzitempo, con l’incremento della protezione sanitaria sono stati debellati.
Possiamo ascrivere a questi interventi della medicina una serie di malattie od incidenti che un tempo conducevano a morte quasi certa (ad esempio tetano, morsicature di vipere, emorragie, meningite, tifo, colera, ecc) ed una serie di malattie un tempo mortali (polmonite, broncopolmonite, infezioni varie, TBC, ecc) che oggi sono debellate o tenute a bada con gli antibiotici.
Il risultato finale è stato – unito alla forte riduzione della mortalità infantile – il crollo della mortalità nell’età dell’adolescenza ed in quella della riproduzione. Ci sono stati alcuni “settori” d’incremento – pensiamo alle droghe, all’AIDS, agli incidenti stradali, ecc – ma nulla che possa minimamente essere messo in relazione con la mortalità precoce della prima metà del ‘900.
Dobbiamo, inoltre, considerare che le generazioni che oggi hanno più di 70 anni sono ancora nate nell’era “pre-antibiotici”, oppure hanno dovuto sopportare vicende di selezione terribili: si pensi a chi è sopravvissuto alla ritirata di Russia od alla guerra in Africa.
La demografia italiana è in costante calo e la popolazione viene mantenuta pressoché costante con l’immigrazione – questa, è bene dirlo, specificatamente richiesta dagli imprenditori, salvo poi criminalizzare l’immigrato per ottenere condizioni di lavoro che rasentano la schiavitù – e si tratta, dunque, di un meccanismo innaturale, le leve del quale non sono nella demografia stessa, bensì nella sfera di decisione politica.
La scienza non ha mai sostenuto che vi sia stato – in tempi biologici così brevi – una modificazione genetica del cosiddetto “orologio biologico”: nonostante il clamore mediatico che le trasmissioni televisive embedded propinano, la scienza afferma che la nostra aspettativa di vita – accidenti permettendo – non è cambiata nei secoli.
In altre parole, il genoma umano è il medesimo almeno da secoli[3]: ciò che può influenzare la longevità sono le abitudini di vita, lo stress, l’inquinamento, ecc. La scienza afferma che è possibile raggiungere una maggior longevità, ma che la stessa è il risultato di più fattori, fisici e psicologici.
Vorremmo sapere quale “bonus” – inteso come valore aggiunto alla propria aspettativa di vita – acquisisce un lavoratore a progetto a tempo determinato, il quale – per anni ed anni – non avrà nessuna sicurezza del proprio futuro, dovrà ingoiare come un rospo che permettersi d’avere un figlio sarà una grossa incognita, oppure vivere sapendo che, in caso di malattia, non avrà protezione sociale.
Qui divergono le prospettive “ottimiste” della scienza: si basano su parametri “ideali” senza scendere nella realtà delle vite quotidiane. Un semplice “provvedimento” come la pensione a 70 anni, più parecchi anni di precariato, quale effetto avrà sull’aspettativa di vita?
Se non basta la scienza, possiamo ragionare sul semplice buon senso: un operaio edile di 70 anni, potrà portarsi la carrozzella sul tetto? Che gioia, affidare i propri figli in gita scolastica ad un autista settantenne! O un treno?
E, tutto questo, mentre intere generazioni di giovani appassiscono nei call centre.
Passiamo ora ad analizzare le vere ragioni di un simile provvedimento.
Siccome le gestioni previdenziali sono fortemente in attivo, l’unica ragione per un simile innalzamento può derivare dal cedere della “gamba nascosta” della gestione: l’assistenza.
A differenza delle altre nazioni europee, l’Italia non ha separazione fra l’assistenza e la previdenza: i soldi per le pensioni e per i sostegni al reddito (cassa integrazione, ad esempio) provengono dalla stessa cassa.
Come può, un governo, garantirsi la pace sociale di questi tempi? Dando un po’ d’elemosina a chi perde il lavoro.
Ma, per farlo, non s’assume la responsabilità in proprio – ossia non s’inserisce come arbitro fra le imprese ed i lavoratori – ossia non partecipa al gioco come attore responsabile: semplicemente, prende soldi dalle casse previdenziali e distribuisce elemosine. Quella “solidarietà caritatevole” con la quale si riempiva la bocca George Bush.
Un simile percorso, però, conduce alla generale de-responsabilizzazione nel mondo dell’impresa: che mi frega – pensa l’imprenditore – se tutto va a rotoli? Salvo i capitali creati con il “nero” in Lussemburgo – se, poi, serviranno nuovamente in Italia me la caverò con il 5% dello “scudo fiscale” – e butto tutto nel deretano agli operai.
Salvo la piccola impresa – la quale, semplicemente, va a gambe all’aria e lascia sul lastrico i lavoratori – le imprese italiane pretendono soldi per produrre (incentivi) e ferree garanzie se le cose vanno male. Quante FIAT sono state pagate, nei decenni, con soldi pubblici?
Accidenti, che classe imprenditoriale!
Sommando i due effetti, se ne ottiene un terzo.
Aumentando l’età pensionabile in un quadro di sempre minor protezione sociale, s’aumenta la mortalità nella fascia fra i 60 ed i 70 anni, cosicché le prestazioni pensionistiche da fornire sono annullate in mancanza d’eredi (l’INPS trattiene tutto), e dimezzate per vedove e vedovi. Un bel malloppo.
Dunque, l’accusa di omicidio premeditato – alla luce dei fatti sopra esposti – non è proprio campata per aria: in aggiunta, sappiamo che fanno tutto questo per potersi permettere ogni anno 18 miliardi di auto blu, tangenti, case gratis, puttane e tutto il resto.
Ogni volta che sento parlare di “inevitabile” necessità di “rivedere” l’età pensionabile, quindi, mi torna alla mente Goebbels, e la mano corre a cercare la fondina.
Cosa bisogna fare?
Per prima cosa smetterla di seguire il giochino “destra-sinistra” sul quale campano. Poi, smetterla di seguire la TV: anche quando sembra tutto sommato accettabile, quasi sempre cela una pozione velenosa: perché, altrimenti, hanno ostacolato qualunque possibilità di TV indipendenti? La “pluralità” che doveva garantire la legge Gasparri – l’aumento delle frequenze disponibili – dov’è finita?
Per seconda cosa dobbiamo saper distinguere fra scenari macroeconomici e le situazioni nazionali e locali.
Il grande scenario internazionale è certamente dominato dalle grandi holding, e potrete chiamarle come più vi aggrada: multinazionali, sistema finanziario, Bilderberg, Illuminati, ecc.
Ma, a queste strutture, non potremo mai opporci proprio perché transnazionali e, in alcuni casi, semiocculte.
In campo nazionale e locale, invece – proprio perché chi va a sedersi sugli scranni diventa responsabile delle sue azioni direttamente – possiamo opporci e dobbiamo farlo, ne va della nostra vita e di quella dei nostri figli.
Come opporsi?
Inutile pensare di creare nuovi partiti o movimenti adesso, sarebbe del tutto inutile, e la Storia è zeppa d’avanguardie rivoluzionarie fucilate nei cortili delle caserme.
La strategia vincente passa ancora e sempre per l’informazione – l’attuale classe politica lo sa, e cerca di controllarla in modo ferreo – e finché potremo farlo dal Web alla luce del sole lo dovremo fare. Qualora le leggi liberticide che stanno per varare dovessero metterci un bavaglio, trovare – ma insieme! E qui mi rivolgo ai tanti colleghi scrittori, giornalisti e bloggher – i mezzi per lavorare su piattaforme estere in lingua italiana, mediante pseudonimi, per aggirare la censura. I modi, se si vuole, si trovano: altre soluzioni sono auspicabili e, se migliori, da attuare.
Ultima cosa: saper distinguere, al nostro interno, le vere voci di dissenso perché intenzionate a portare costrutto dal chiacchiericcio dei troll e dei debunker che postano dalle sedi dei partiti, siano essi di governo o d’opposizione.
Fin quando accetteremo di comportarci come i Polli di Renzo, di strada ne faremo poca.
Sarebbe inutile e prolisso, in questa sede, tornare a riproporre gli infiniti esempi di una diversa gestione sociale che più volte abbiamo approfondito: energia, decrescita, reddito di cittadinanza, nuova agricoltura, nuovi trasporti, turismo, ecc.
Il nostro Paese potrebbe essere ricchissimo: solo che, una masnada di ladri ed imbroglioni, da circa un trentennio ha occupato le leve del potere. Come scalzarli?
Ricordate un antico proverbio orientale: “Quando l’allievo è pronto, giunge il Maestro”. Invece di scannarci per cose di poco conto – oppure lasciar spazio ai soliti furbetti del quartierino con più targhe, che si fingono “utenti qualunque” – impariamo ad usare l’informazione in modo militante.
Alle ultime elezioni, meno del 60% ha votato: non era mai successo, soprattutto per delle elezioni locali. E’ il segno che qualcosa sta cambiando: il momento della riscossa s’avvicina.
La strada è questa, però non basta che pochi scrivano: molti devono diffondere e discutere. Altrimenti, gli alieni mascherati che ci schiavizzano, c’avranno in pugno.
Grazie.
Il provvedimento, a grandi linee, interessa chi è nato dopo il 1955 ed inciderà sempre di più con l’avanzare dell’anno di nascita: l’avevano annunciato da tempo che l’età della pensione sarebbe stata “collegata” con l’aspettativa di vita.
E, con questa bella pensata, siamo i primi a raggiungere la fatidica “quota 70”: per vostra conoscenza, i regimi pensionistici europei (vedi nota[2]) sono tuttora orientati verso questi valori di età legale per la pensione:
Francia: 60 anni, con riduzioni per i lavori usuranti e possibilità di prosecuzione fino a 65.
Germania: 65 anni, con pensione d’anzianità a 63 ed a 60 (con riduzione dell’assegno) per chi ha avuto periodi di disoccupazione;
Spagna: 61 anni e 30 di contribuzione, 60 anni per chi ha iniziato a lavorare prima del 1967.
Non prendiamo in considerazione sistemi pensionistici come quello inglese – che prevede un’età massima di 70 anni già oggi – oppure quello svedese – che si basa più sugli anni di cittadinanza piuttosto che su quelli di contribuzione – perché sono strutturalmente molto diversi dal nostro. In quei casi, l’età di pensionamento non è comparabile con la nostra, giacché le condizioni sono molto diverse e ci sono più variabili e possibilità per il lavoratore.
Francia, Germania e Spagna hanno invece una struttura simile alla nostra, perciò sono utili per capire lo “sfregio” che l’attuale governo sta per fare: non mettono le mani nelle tasche degli italiani – nelle loro ed in quelle del 10% di ricconi che li sostiene meno che mai – semplicemente, porteranno via letteralmente la vita al rimanente 90%. Anche quelle dei fessacchiotti che sgobbano e poi li votano: spiacente, ma è così.
Prima di proseguire, vorrei precisare che chi scrive non è minimamente toccato dalle attuali “novità” in campo pensionistico: questo per sgombrare il campo da possibili “conflitti d’interesse”.
Il sistema pensionistico italiano è quello, fra quelli europei, che destina percentualmente meno risorse all’uopo, mentre la gestione previdenziale dell’INPS era in attivo per un miliardo l’anno già prima della controriforma Damiano del 2007 (quando c’è da massacrare i lavoratori, sedicenti destre e sinistre trovano accordi “miracolosi”), e di ben 17 miliardi l’anno dopo l’intervento del “Mazzarino” del centro-sinistra.
Non sono ancora disponibili stime precise sui “risparmi” che porterà la Sacconi-Tremonti ma, prendendo come base l’incremento dell’attivo dalla Dini alla Damiano, è facile capire che faranno un ricco “bottino”.
Ci sono, a questo punto, due punti da chiarire:
a) Se vi siano serie basi demografiche, sociologiche, storiche, scientifiche od etiche per un simile provvedimento;
b) Le vere motivazioni della riforma Sacconi-Tremonti.
L’incremento della vita media che c’è stato nell’ultimo mezzo secolo non è da imputare a mutazioni genetiche: semplicemente, una serie di “accidenti” che prima troncavano la vita anzitempo, con l’incremento della protezione sanitaria sono stati debellati.
Possiamo ascrivere a questi interventi della medicina una serie di malattie od incidenti che un tempo conducevano a morte quasi certa (ad esempio tetano, morsicature di vipere, emorragie, meningite, tifo, colera, ecc) ed una serie di malattie un tempo mortali (polmonite, broncopolmonite, infezioni varie, TBC, ecc) che oggi sono debellate o tenute a bada con gli antibiotici.
Il risultato finale è stato – unito alla forte riduzione della mortalità infantile – il crollo della mortalità nell’età dell’adolescenza ed in quella della riproduzione. Ci sono stati alcuni “settori” d’incremento – pensiamo alle droghe, all’AIDS, agli incidenti stradali, ecc – ma nulla che possa minimamente essere messo in relazione con la mortalità precoce della prima metà del ‘900.
Dobbiamo, inoltre, considerare che le generazioni che oggi hanno più di 70 anni sono ancora nate nell’era “pre-antibiotici”, oppure hanno dovuto sopportare vicende di selezione terribili: si pensi a chi è sopravvissuto alla ritirata di Russia od alla guerra in Africa.
La demografia italiana è in costante calo e la popolazione viene mantenuta pressoché costante con l’immigrazione – questa, è bene dirlo, specificatamente richiesta dagli imprenditori, salvo poi criminalizzare l’immigrato per ottenere condizioni di lavoro che rasentano la schiavitù – e si tratta, dunque, di un meccanismo innaturale, le leve del quale non sono nella demografia stessa, bensì nella sfera di decisione politica.
La scienza non ha mai sostenuto che vi sia stato – in tempi biologici così brevi – una modificazione genetica del cosiddetto “orologio biologico”: nonostante il clamore mediatico che le trasmissioni televisive embedded propinano, la scienza afferma che la nostra aspettativa di vita – accidenti permettendo – non è cambiata nei secoli.
In altre parole, il genoma umano è il medesimo almeno da secoli[3]: ciò che può influenzare la longevità sono le abitudini di vita, lo stress, l’inquinamento, ecc. La scienza afferma che è possibile raggiungere una maggior longevità, ma che la stessa è il risultato di più fattori, fisici e psicologici.
Vorremmo sapere quale “bonus” – inteso come valore aggiunto alla propria aspettativa di vita – acquisisce un lavoratore a progetto a tempo determinato, il quale – per anni ed anni – non avrà nessuna sicurezza del proprio futuro, dovrà ingoiare come un rospo che permettersi d’avere un figlio sarà una grossa incognita, oppure vivere sapendo che, in caso di malattia, non avrà protezione sociale.
Qui divergono le prospettive “ottimiste” della scienza: si basano su parametri “ideali” senza scendere nella realtà delle vite quotidiane. Un semplice “provvedimento” come la pensione a 70 anni, più parecchi anni di precariato, quale effetto avrà sull’aspettativa di vita?
Se non basta la scienza, possiamo ragionare sul semplice buon senso: un operaio edile di 70 anni, potrà portarsi la carrozzella sul tetto? Che gioia, affidare i propri figli in gita scolastica ad un autista settantenne! O un treno?
E, tutto questo, mentre intere generazioni di giovani appassiscono nei call centre.
Passiamo ora ad analizzare le vere ragioni di un simile provvedimento.
Siccome le gestioni previdenziali sono fortemente in attivo, l’unica ragione per un simile innalzamento può derivare dal cedere della “gamba nascosta” della gestione: l’assistenza.
A differenza delle altre nazioni europee, l’Italia non ha separazione fra l’assistenza e la previdenza: i soldi per le pensioni e per i sostegni al reddito (cassa integrazione, ad esempio) provengono dalla stessa cassa.
Come può, un governo, garantirsi la pace sociale di questi tempi? Dando un po’ d’elemosina a chi perde il lavoro.
Ma, per farlo, non s’assume la responsabilità in proprio – ossia non s’inserisce come arbitro fra le imprese ed i lavoratori – ossia non partecipa al gioco come attore responsabile: semplicemente, prende soldi dalle casse previdenziali e distribuisce elemosine. Quella “solidarietà caritatevole” con la quale si riempiva la bocca George Bush.
Un simile percorso, però, conduce alla generale de-responsabilizzazione nel mondo dell’impresa: che mi frega – pensa l’imprenditore – se tutto va a rotoli? Salvo i capitali creati con il “nero” in Lussemburgo – se, poi, serviranno nuovamente in Italia me la caverò con il 5% dello “scudo fiscale” – e butto tutto nel deretano agli operai.
Salvo la piccola impresa – la quale, semplicemente, va a gambe all’aria e lascia sul lastrico i lavoratori – le imprese italiane pretendono soldi per produrre (incentivi) e ferree garanzie se le cose vanno male. Quante FIAT sono state pagate, nei decenni, con soldi pubblici?
Accidenti, che classe imprenditoriale!
Sommando i due effetti, se ne ottiene un terzo.
Aumentando l’età pensionabile in un quadro di sempre minor protezione sociale, s’aumenta la mortalità nella fascia fra i 60 ed i 70 anni, cosicché le prestazioni pensionistiche da fornire sono annullate in mancanza d’eredi (l’INPS trattiene tutto), e dimezzate per vedove e vedovi. Un bel malloppo.
Dunque, l’accusa di omicidio premeditato – alla luce dei fatti sopra esposti – non è proprio campata per aria: in aggiunta, sappiamo che fanno tutto questo per potersi permettere ogni anno 18 miliardi di auto blu, tangenti, case gratis, puttane e tutto il resto.
Ogni volta che sento parlare di “inevitabile” necessità di “rivedere” l’età pensionabile, quindi, mi torna alla mente Goebbels, e la mano corre a cercare la fondina.
Cosa bisogna fare?
Per prima cosa smetterla di seguire il giochino “destra-sinistra” sul quale campano. Poi, smetterla di seguire la TV: anche quando sembra tutto sommato accettabile, quasi sempre cela una pozione velenosa: perché, altrimenti, hanno ostacolato qualunque possibilità di TV indipendenti? La “pluralità” che doveva garantire la legge Gasparri – l’aumento delle frequenze disponibili – dov’è finita?
Per seconda cosa dobbiamo saper distinguere fra scenari macroeconomici e le situazioni nazionali e locali.
Il grande scenario internazionale è certamente dominato dalle grandi holding, e potrete chiamarle come più vi aggrada: multinazionali, sistema finanziario, Bilderberg, Illuminati, ecc.
Ma, a queste strutture, non potremo mai opporci proprio perché transnazionali e, in alcuni casi, semiocculte.
In campo nazionale e locale, invece – proprio perché chi va a sedersi sugli scranni diventa responsabile delle sue azioni direttamente – possiamo opporci e dobbiamo farlo, ne va della nostra vita e di quella dei nostri figli.
Come opporsi?
Inutile pensare di creare nuovi partiti o movimenti adesso, sarebbe del tutto inutile, e la Storia è zeppa d’avanguardie rivoluzionarie fucilate nei cortili delle caserme.
La strategia vincente passa ancora e sempre per l’informazione – l’attuale classe politica lo sa, e cerca di controllarla in modo ferreo – e finché potremo farlo dal Web alla luce del sole lo dovremo fare. Qualora le leggi liberticide che stanno per varare dovessero metterci un bavaglio, trovare – ma insieme! E qui mi rivolgo ai tanti colleghi scrittori, giornalisti e bloggher – i mezzi per lavorare su piattaforme estere in lingua italiana, mediante pseudonimi, per aggirare la censura. I modi, se si vuole, si trovano: altre soluzioni sono auspicabili e, se migliori, da attuare.
Ultima cosa: saper distinguere, al nostro interno, le vere voci di dissenso perché intenzionate a portare costrutto dal chiacchiericcio dei troll e dei debunker che postano dalle sedi dei partiti, siano essi di governo o d’opposizione.
Fin quando accetteremo di comportarci come i Polli di Renzo, di strada ne faremo poca.
Sarebbe inutile e prolisso, in questa sede, tornare a riproporre gli infiniti esempi di una diversa gestione sociale che più volte abbiamo approfondito: energia, decrescita, reddito di cittadinanza, nuova agricoltura, nuovi trasporti, turismo, ecc.
Il nostro Paese potrebbe essere ricchissimo: solo che, una masnada di ladri ed imbroglioni, da circa un trentennio ha occupato le leve del potere. Come scalzarli?
Ricordate un antico proverbio orientale: “Quando l’allievo è pronto, giunge il Maestro”. Invece di scannarci per cose di poco conto – oppure lasciar spazio ai soliti furbetti del quartierino con più targhe, che si fingono “utenti qualunque” – impariamo ad usare l’informazione in modo militante.
Alle ultime elezioni, meno del 60% ha votato: non era mai successo, soprattutto per delle elezioni locali. E’ il segno che qualcosa sta cambiando: il momento della riscossa s’avvicina.
La strada è questa, però non basta che pochi scrivano: molti devono diffondere e discutere. Altrimenti, gli alieni mascherati che ci schiavizzano, c’avranno in pugno.
Grazie.
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
[1] Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2010/06/08/news/da_2_a_5_anni_in_pi_di_lavoro_cos_il_governo_allunga_l_attesa-4656798/index.html?ref=search
[2] Fonte: http://www.francoceccuzzi.it/wordpress/pdf/sistema_pensionistico_europeo.pdf
[3] Fonte: http://www.geragogia.net/editoriali/ambientelongevita.html
Immagina chi come me deve lavorare altri 20/ 25 anni se tutto va bene portando piatti, correndo con un ombrello in mano su Via Veneto quando piove ( non abbiamo copertura) sopportando il qualunquismo dei colleghi che reputano tutto dovuto e le vessazioni di una dirigenza che con la paura costruisce il suo status lavorativo.Dici tutto bene Carlo, l' unica cosa che credo che sarà impossibile è chiudere la televisione, solo pochi sono disposti a farlo e comunque reputo che ci sia qualcosa e qualcuno che continua a farla decentemente anche tra eccessi, difficoltà e populismi, esempio è la puntata di ieri sera sulle quote latte di annozero.L' idea di contrastare il sistema con il web informativo è ottima però bisognerebbe entrare anche nello schermo il potere dell' immagine è sempre il più grande ciao a tutti !!
RispondiEliminaCaro collega,
RispondiEliminaQuanto tu scrivi è, ahimè, tragicamente vero. Ma siamo sicuri che ml'informazione da sola basti a smuovere le coscienze? Sono furbi i nostri padroni, e tu lo sai. Finché ci elemosineranno ci sarà sempre la 'maggioranza degli italiani' che li ringrazia.
Come scrivi tu, 'malatempora currunt'.
Con stima.
René.
Penso - e questo è sostanzialmente il dubbio che avanzano Marco e René - che nessun giornale ha mai fatto una rivoluzione, però nessuna rivoluzione è avvenuta senza esser preceduta da un incremento dell'informazione.Per ora, è la sola arma che abbiamo.
RispondiEliminaNon è vero che la Tv avanza: è il Web ad avanzare, qualitativamente e quantitativamente.
Ciao
Carlo
Purtroppo Carlo devo commentare il tuo pregevole articolo con una triste considerazione Berlusconi ha il potere mediatico in mano e tiene ammansito il popolo che lo continuano ad osannare. Guardate le sue ultime uscite, gli albergatori, (a cui ha rifilato la tassa di soggiorno) e gli artigiani (ai quali ha promesso l'ennesima abolizione dell'Irap)lo hanno acclamato. Per salvare l'Italia ci vorrebbe un intervento straniero, non con eserciti roba otto-novecentesca, ma con sanzioni economiche e mediatiche ad opera dell'ONU all'Ialia se non sottrae al dittatore di Arcore almeno due reti tv private e lo esclude dal controllo di altrettante pubbliche.
RispondiEliminaCiao Carlo
Sosteneva Lenin, che la vera linfa vitale del capitalismo è la piccola impresa.
RispondiEliminaSe un uomo o una donna si sentono "indipendenti" o "autonomi", pensano di essere liberi.
Dall'altra parte, i lavoratori dipendenti non lo sarebbero, espropriati dei mezzi di produzione e, in ultima analisi, costretti a vendere la loro forza lavoro, fisica o mentale, in cambio di un contratto che li renderebbe schiavi.
Ieri, il "padrone", abbracciando il leader di confartigianato, voleva convincere gli astanti di essere loro amico e di proteggerli dalla burocrazia e dallo Stato, in fondo, manipolando la loro visione del pubblico impiego.
In effetti, assodato il fatto che un'internazionale non sia possibile, come non è proponibile una protesta unita tra autonomi e dipendenti, gli Italiani non esistono.
Se esistessero, e non parlo di coesioni di tifoseria pro-nazionale o di sbavamenti per la puttana televisiva di turno, avrebbero già incendiato i palazzi.
Ma qui la congiura delle polveri non ci sarà, di polvere è rimasta quella bianca da tirare su dal naso, per far esplodere i neuroni.
Visto e considerato che, gli autonomi sostengono di non avere assolutamente bisogno dei dipendenti pubblici, è chiaro che il loro padrone li illuda, sventolandogli sotto i tartufi umidicci, tre anni di sospensione burocratica per l' apertura di nuove attività commerciali( e loro ci credono...)
Questi sei milioni di egoisti o presunti tali, che applaudono il loro padrone come cani ansimanti, pensano di appartenere alla sua razza , una razza superiore, e pretendono una servitù da parte dei fannulloni di ogni dove e di ogni categoria.
S'indignano, sono felici di sapere che schiatteranno sul posto di lavoro e sono straconvinti che il padrone, essendo loro una sua emanazione, non li tratterà mai così.
Solo, che si dimenticano che il padrone, uno degli uomini più indebitati del pianeta, non è sceso in campo politico solo per pararsi le chiappe in ambito giudiziario, ma, per impossessarsi dei beni sociali di tutti, dipendenti e autonomi( per pagarsi le puttane e gli alimenti della povera ex-consorte, ad esempio)
Che corta memoria!
D'altronde, si accontentano delle briciole che cadono dalla sua mensa, gli scodinzolano intorno, evadono il fisco a manetta, perchè sanno, che anche Lui si comporta così e ha assicurato loro che li capisce e che, quei catto-comunisti, gli hanno rovinato la vita di onesto industriale e di protettore della libera impresa.
Chi non vorrebbe essere come lui? scoparsi magnifiche escort, ridere in faccia ai giudici, fare le corna dietro ai politici, possedere ville lussuosissime, rubare e farla franca?
I loro cagnolini si agitano solo all' idea, perdendo bave dappertutto, come in un esperimento Pavloviano.
Uno di loro si mette a latrare:"Io si che lavoro, io rischio sulla mia pelle, io ho dei lavoratori da sottopagare, mica posso fare un cazzo dal mattino alla sera come i dipendenti pubblici che... IOOOO... mantengo pagando le tasse."
E qui si manifesta la contraddizione in seno al popolo, direbe MAO-BAU.
Se l'evasione fiscale in Italia è una delle più alte al mondo, chi sta pagando gli stipendi al pubblico impiego?
A questa domanda i cagnolini ringhiano, si mordono la coda fra di loro e scappano dal padrone che gli accarezza tutti e li rassicura che non è colpa loro, ma dei soliti politici catto-comunisti che da sempre hanno in mano la pubblica amministrazione.
Poi, dalle nebbie della brughiera,spunta un' ombra tutta verde e fumante: il Mastino della Valtellina, che ha appena evitato che la sua provincia, quella di Sondrio, venisse eliminata, e promette a tutti - in realtà, a tutti i cagnolini della Padania, la spina dorsale economica del Paese - che farà la secessione e si legherà al Grande Pastore Tedesco che, senza pecore, perderebbe ogni interesse canino all' abbaio... visto che la polizia non gli interessa più, nè, tanto meno, i sequel televisivi.
BAU BAUUUUUU!!!
ciao
B.S.
Caro Bertani,
RispondiEliminaseguo il blog con curiosità e interesse, e volevo intervenire in merito all'informazione militante.
E' vero che il web avanza, ma gli usi politici del web sono ancora ai primordi, specie in Italia. Nel nostro paese manca sempre di più il desiderio di una partecipazione politica che sia concreta e fattiva. Stiamo diventando sempre più bravi e abituati ad incazzarci, ma aggiungere all'incazzatura una pars contruens è ancora molto lontano.
Ad oggi non ci sono segnali credibili di un qualunque ricambio nella classe dirigenti. I candidati giovani alle elezioni non passano mai, e vengono annientati da chi ha soldi, potere, possibilità di controllo su pacchetti di voto solidi.
L'unica soluzione credibile è quella di una sorta di "federazione trasversale" fra i vari soggetti e gli intellettuali, che promuova in maniera sistematica il rinnovamento e il ricambio in tutti i partiti. Se solo il movimento fosse abbastanza ampio da abbracciare ed entusiasmare la rete, basterebbe indicare in preferenza solo candidati giovani per ribaltare buona parte del sistema.
Purtroppo movimenti politici di questo genere sono ancora lontanissimi, astensionismo e disgusto dominano le scene, e chi (come poi il sottoscritto) tenta di fare politica a 25-30 anni finisce in un tritacarne senza alcuna prospettiva realistica di ottenere dei risultati. Il problema non è "il ricambio", il problema è un metodo credibile che lo produca "volenti o nolenti" questo ricambio.
Complimenti per tutti gli ottimi articoli.
“Quando tutti pensano nello stesso modo, nessuno pensa molto”. Walter Lippmann, “L’opinione pubblica” 1922.
RispondiEliminaA settant’anni dalle “decisioni irrevocabili”, sarebbe forse il caso di ricorrere a quel che ci è sempre stato celato sotto varie ideologie (sinistra, destra ed altre leggende) grazie, ovviamente, ai mezzi d’informazione più tradizionali. Mi riferisco a quell’amara verità secondo cui ogni governo al mondo ha un nemico acerrimo: il popolo. Quello di Berlusconi ne ha due: il popolo, escluso il pubblico che ha assistito ieri al suo discorso all’Assemblea di Confartigianato; e la Carta Costituzionale, definita “datata” da Frattini.
È vero, non bisogna sottovalutare l’informazione, o la controinformazione, come “arma rivoluzionaria” che mira a smuovere l’opinione pubblica, almeno tra il 60% di chi non ha votato nelle ultime elezioni. Ma la domanda è: cosa fare dopo? Come può essere utile l’informazione? Secondo voi, gli elettori di Berlusconi non conoscono il suo passato? Non sanno che se fosse un cittadino “normale”, sarebbe ora in carcere? Lo sanno, lo sanno!
Il problema, a mio avviso, sta nel definire il rapporto tra il potere e l’informazione. Ecco perché continueranno ad arrivarti messaggi dai lettori, Carlo, che affermano l’impossibilità di spegnere la TV: questa è tanto legata al potere, non solo sul piano politico ma anche culturale e soprattutto economico. La TV, in fin dei conti, è quella che istituisce, nella massa, nuovi “valori” di consumo e nuovi modi di comportamento. Per non parlare poi dello “spettacolo democratico” offerto puntualmente dalle trasmissioni “serie”: non si tratta, naturalmente, di fornire opinioni varie appartenenti a due o più scuole politiche diverse, ma assistiamo nella maggior parte dei casi ad una esposizione di giustificazioni che un politico x cerca di riferire ad un altro, y, che gli impedisce di parlare e, quando lo fa parlare, questo non perde l’occasione di mostrare faccine di dissenso alla telecamera.
I valori dell’informazione “ufficiale”, inoltre, creano le necessità di carattere socio-economico, garantendo quello che Pier Paolo Pasolini chiama l’“anarchia del potere”. Se no, come si spiega ciò che sta succedendo in Europa ultimamente: la coalizione governativa dei Tories e gli avversari storici dei LibDem; la vittoria super del PVV in Olanda (23 seggi, rispetto ai 9 di quattro anni fa), ecc.?
Il compito datoci da Carlo è tanto fondamentale quanto difficile. Il lavoro deve essere collettivo. Il fine ultimo non deve essere esclusivamente quello di informare gli altri, ma anche di confrontare le nostre idee. Nessuno può pretendere di sapere la verità. Sì Carlo, rifondiamo una Blagaj.
Da Amman è tutto ...
Mahmoud
E' tutto compreso nel grande gioco della privatizzazione del mondo. Del mondo, ché qui in Italia non hanno inventato nulla. Si vuole massacrare il sistema pensionistico pubblico, si taglia il sistema sanitario pubblico, si smantellano i servizi pubblici, per dare la possibilità al padronato di intervenire fornendo il tutto privatamente.
RispondiEliminaCon grandi costi per tutti i lavoratori.
Se tagliano le pensioni è per potersi spartire i nostri soldi in primis, e poi poterci rifilare i fondi pensione privati, cogestiti da padroni e sindacati complici, gli stessi soggetti che hanno costituito gli enti bilaterali per la fornitura di servizi integrati di welfare, una cosa ignobile che scippa al settore pubblico i servizi essenziali per fare arricchire ancora di più gli affaristi ed elargire i 30 denari a cgil cisl e uil che quegli enti co-gestiscono.
Il giochino dei fondi pensione glielo abbiamo già fermato un paio di anni fa, con una grande mobilitazione di base, in cui migliaia di militanti hanno convinto i colleghi a non aderire e a non cadere nella trappola del silenzio-assenso per lo scippo del TFR.
Questo per arrivare a dire che l'informazione è "la linfa grezza" del cambiamento, ma la militanza attiva e l'azione diretta ne sono il fusto e i rami (scusate la metafora arborea, ma son campagnolo).
Senza un minuto (ma neanche uno, eh!) in tv o su quotidiani a grande tiratura, il lavoro di informazione e di boicottaggio dei fondi pensione privati è stato fatto in azione diretta, col web anche, ma soprattutto organizzando assemblee, incontri pubblici, fuori e dentro i posti di lavoro, parlando con chiunque ci volesse stare a sentire. E quando le borse sono crollate i nostri tfr sono rimasti "al sicuro".
E' un risultato piccolino, ma sempre meglio di niente, per una volta li abbiamo sconfitti.
La lotta paga. Saluti (e complimenti per il blog, che ho cominciato a seguire con interesse su indicazione di un collega)
Nell'immagine compare quello che io giudico l'attuale "macellaio sociale" governativo che deve fare direttamente il "lavoro sporco": Maurizio Sacconi, esperto di Libri bianchi, verdi, eccetera, di controriforme del welfare e di fantomatiche "reti famialiari e amicali" [per altro, se ci sono, indebolite dalla crisi] che dovrebbero sostituire lo stato e la spesa pubblica sociale.
RispondiEliminaNiente di diverso dai propositi dei neocon americani, all'epoca della presidenza del figlio "scemo" di Bush, cioé George Walker, in cui si negava come se fosse un peccato capitale [contro il Neoliberismo messianico] l'assistenza sanitaria ai bambini poveri [la peggior vigliaccheria ...] e si intendeva lasciare ogni forma di assistenza alla "carità privata" [al vostro buon cuore, se ne avete!].
Sacconi - fateci caso - è sulla stessa lunghezza d'onda neoliberista, di fatto, dei neocon.
La destrutturazione del welfare procede di pari passo con la flessibilizzazione/ precarizzazione del lavoro e con la sua svalorizzazione concettuale.
Stanno maturando anche l'idea di "sospensione" per maternità, nel senso - se ho ben compreso - che le donne, le quali andranno in maternità, non riceveranno un soldo o quasi per tutto il periodo ... ridurranno anche il periodo per la maternità? Terranno conto delle esigenze riproduttive di specie? Dell'opportunità di risalire ad un tasso di sostituzione [demografica] pari almeno a due [figli per donna]?
La giustificazione demografica [hanno fatto scendere in campo anche il noto demografo Golini, per ragioni obnubilanti di propaganda] è niente altro che la copertura scientifica per la de-emancipazione.
Cos'ha a che vedere la vittoria contro la morte precoce [in pratica, l'allungamento della vita media, perché quella massima si sposta di ben poco] con l'opportunità dell'allungamento della vita lavorativa per i lavoratori dipendenti, se dall'altra parte la crisi sistemica spinge le aziende a licenziare ["mobilità], a cassaintegrare o, nella migliore ipotesi, a chiedere di poter prepensionare, e i "Mercati" e gli "Investitori" [mascheramenti riusciti dei globalisti] impongono tagli continui alla spesa pubblica?
La situazione è paradossale, perché da un lato si allunga la vita lavorativa [con la tendenza a ridurre le pensioni] e dall'altro si cerca di espellere dal processo produttivo, di risolvere anzitempo i contratti di lavoro.
Mi fermo, ma sarebbe lunga ... scusate per tutto lo spazio che mi sono preso.
Saluti
Eugenio Orso
Caro Blackskull sei da applausi!!!
RispondiEliminaL' unico medello di coesione sociale in Italia è una partita di calcio, mi piacerebbe molto trascorrere la prima dei mondiali in tua compagnia e quella di molti altri che frequentano questo blog ad ascoltarti davanti ad una birra o un bicchiere di vino. L' unica cosa che unisce gli Italiani è la loro superficialità, comunque, per quanto riguarda la tv Mahommud io credo che come in ogni cosa esista anche il modo di farla in maniera corretta, cercando di accendere le telecamere nel posto giusto e finchè sarà viva la coscenza dell' uomo (sia nel bene che nel male) ci sarà sempre qualcuno che avrà voglia di farlo.Credo che il lavoro che sta svolgendo Carlo sia importantissimo, personalmente mi ha portato a ricredermi e a riflettere su molte cose , nonchè a uscire dalla mia deludente ed inespressiva esperienza politica però, sono convinto, che bisogna andare oltre e forse questa sua prima uscita a Bologna ( dove purtroppo non ho potuto partecipare) sia un buon inizio per sperare ad una futura aggregazione tra tutti noi .Ciao!!
Oggi, 11 giugno 2060, è deceduto, in circostanze sospette, Mario Rossi, dipendente del pubblico impiego.
RispondiEliminaSecondo avvalorate statistiche, non doveva finire così, all'età di 83 anni e dopo averne versati quasi 53 di contributi.
Le cause potrebbero attribuirsi a una semplice mancanza di motivazione, ma, i pochi colleghi superstiti, dell' ufficio ordinanze sanitarie, Verdi Antonio e Gialli Lorenzo, entrambi di 78 e 79 anni di servizio, intervistati, sostengono che si sia trattato di un problema di manutenzione dei distributori di ossigeno degli uffici Comunali.
Dei dispensatori in questione, si occupa la Ottuagenis, una cooperativa di servizi che si avvale di tecnici specializzati.
Il responsabile della coop, Aranci Calogero, ha dichiarato che sono stati rispettati gli standards di sicurezza e che nulla si può imputare alla sua società, vista la super-efficienza dei suoi dipendenti co.co.co ultra sessantenni, che lavorano su turni di 18 ore ciascuno.
Si è parlato anche di suicidio, visti i recenti casi di spaccio, negli enti Comunali, della Senectus, una potente pillola che permette di levarsi la vita con estrema dolcezza, provocando arresto cardiaco e simultaneo orgasmo.
Insomma, non doveva proprio capitare: Mario Rossi, entro sette anni, sarebbe andato in pensione con il 30% dell'ultima retribuzione.
I casi di morte prematura, quando l'aspettativa di vita è ormai salita a 102 anni per gli uomini e 112 per le donne, sono giunti a 23000 gionarlieri.
In compenso, la mancata erogazione di pensioni da parte dell'INPS e dell'INPDAP, ha fatto risparmiare il 30% alle casse dello Stato.
Ultim'ora...
SGOMINATA LA BANDA DEI GIRELLI
Trovati in un bunker sotterraneo, centinaia di girelli per invalidi, sottratti alla Pubblica Amministrazione.
Si trattava di un giro d'affari miliardario. Da troppo tempo, ormai, centinaia di dipendenti del pubblico impiego, dovevano accontentarsi di mezzi di fortuna per poter compiere i movimenti necessari alla loro attività lavorativa.
Recuperate anche 164 sedie a rotelle, 11003 stampelle, 3000 padelle e altrettanti pappagalli, tubetti di adesivi per dentiere e una cinquantina di cuscini anti-decubito, in dotazione agli sportellisti.
Buone notizie, invece, sul fronte della medicina: è stato scoperto il gene che causa la demenza precoce. E' stato battezzato Brunectus, ma lo scopritore, il 107enne genetista prof. Indaco Luigi, non ne rammenta il motivo.
"Senectus ipsa morbus est"
Terenzio
ciao
B.S.
"Senectus ipsa morbus est",
"Chi non vorrebbe essere come lui? scoparsi magnifiche escort..."
RispondiEliminaVeramente io no...
ho tre figli fra i quali una 'ragazza' di 15 ed una di 11 anni...
come penso la maggioranza degli uomini sono sempre stato attratto dalle bellezze femminili, non posso non ammetterlo...
però da qualche anno (adesso ho 49 anni) mi è scattato un interuttore nel cervello e le donne più giovani di 25/30 anni sono inesorabilmente uscite dai miei 'sogni' "erotici" (doppie virgolette) anzi anche dal semplice "guardare"...
per dirla in breve, quella categoria di donne non le guardo più come uomo ma come 'padre'...
mi sembrano tutte mie figlie...
infatti vi giuro che non capisco il 'papi' come faccia; sono certo che io non riuscirei ad andare a letto con una 25 enne mi sembrerebbe una sorta di incesto o di 'stupro'...
mi domando sempre più spesso: "chi è, fra me ed il papi, il normale e chi lo squilibrato?...è l' 'interuttore' nel mio cervello che mi ha fatto impazzire o è la mancanza dello stesso nel cervello del papi a dimostrare la sua follia?"
così come è folle il virus che uccide il corpo che lo ospita (pensate invece alla grandisima intelligenza della famiglia di virus del raffreddore...)
sono folli coloro che pensano di campare sulle spalle di molti, come ha stigmatizzato blackskull...
le società moderne si sono evolute agli attuali standard qualitativi di vita grazie solo ed esclusivamente alla diffusione della ricchezza...
stiamo tornando al medioevo economico dove pochi feudatari, vassalli dell'imperatore, avevano in mano il potere su molti schiavi...
questi 6 milioni di bellimbusti, però, non hanno le palle per vivere come nel medioevo nemmeno come 'padroni'... ci hanno pensato?
se no allora sono, in realtà, dei lemmings (anche se la stroria del suicidio collettivo dei lemmings non è vera...almeno rende l'idea)...
Ecco, Carlo, cosa avrei messo in copertina al tuo post, alla luce anche dell'intervento di blackskull, una bella foto di lemmings che si buttano a mare...
salutations
RA
Cari amici,
RispondiEliminaintervengo con forte ritardo e me ne scuso, ma la fine dell'anno scolastico (tutta la carta che bisogna imbrattare) - più alcune vicissitudini familiari - mi hanno tenuto lontano dal blog.
Ho letto con interesse le vostre considerazioni, però per me - quasi 60enne - la via è quasi obbligata.
L'unica cosa che so fare è scrivere.
Partendo da questa considerazione, penso che la cosa migliore che posso fare è continuare a fornire lementi di discussione, per ampliare il quadro delle nefandezze alle quali ci sottopongono.
E' vero che il sistema è ben organizzato ma, in un prossimo articolo, mostrerò nei fatti come sia oramai prigioniero delle sue stesse regole.
In altre parole, la concentrazione di ricchezza in poche mani sta proprio intaccando la possibilità di rastrellare altra ricchezza.
Insomma, dopo aver scoperto come risparmiare senza dar da mangiare all'asino, oggi l'asino è morente.
Perciò, il mio lavoro è teso a creare le condizioni per una maggior consapevolezza complessiva del nostro tempo e, lavorando in modo collettivo come si fa in questo blog, i risultati giungono.
Poi, comprendo benissimo i limiti di questo agire: la realtà sociale si deve incontrarla anche nel reale, nei posti di lavoro, nelle case.
Qui arriva la TV, e non ci possiamo fare niente, mentre nel lavoro i sindacati acquistati un tanto al chilo fanno il resto.
Forse, gli antifascisti esuli del ventennio si trovarono in condizioni simili, eppure continuarono la loro elaborazione politica senza curarsi troppo dei destini del regime.
Qui, è diverso: per cause internazionali (BRIC) ed interne (liberismo) si va verso una terrificante povertà del cosiddetto Occidente.
Le soluzioni per ovviare a questa débacle sono soltanto nell'elaborazione di nuovi modelli: avrei paura, oggi, di un nuovo partito che nascesse senza testa. E, la pochezza del programma elettorale di Grillo (per chi non l'avesse letto, la critica è in "Ragazzi, così non va") mostra come sia ancora molto carente proprio l'elaborazione dei modelli sociali ed economici.
Di più: l'ambito internazionale ci chiede di confrontare e cercare in più culture le soluzioni, oltrepassando quel "confine" dei 5 secoli di colonizzazione.
Di lavoro d afare ce n'è, tanto.
Proprio per non aver le tasche vuote quando questo marcio sistema collasserà.
Scusate se non riesco a fornire, come di consueto, una risposta personale a tutti, ma ho veramente qualche problemino. Niente di grave, ma il tempo è veramente poco.
Grazie a tutti per il vostro dibattito, il vero fiore all'occhiello di questo blog.
Carlo
Io, pur avendo lasciato l'Italia nel lontano 1992, quando seppi che avevano eletto il delinquente di Arcore come pres del consiglio, telefonai a tutti i miei amici e feci le condoglianze.
RispondiEliminaSapevo gia`, dal 1984, quello che quel mariuolo aveva combinato alla povera Anna Maria Casale, insieme al suo complice Previti. Sapevo gia` di che pasta poteva essere fatto un amico di Bettino il ladro fuggitivo!
Adesso voglio vedere cosa farà la gente italica. Io, nel frattempo, dò le dimissioni da cittadino italiano, perchè con detta gente non posso spartire la mia dignità e la mia libertà.
Caro Carlo e cari amici, a voi, ed a quei pochi come voi, che ancora sapete distinguere il bene dal male in quel paese del malaffare, auguro tanto coraggio e forza d'animo. Che gli dei dell'Olimpo, la Sacra Trimurti, Iside ed Osiride, nonche` il baldo Manitu`, vi proteggano da queste sanguisughe che siedono in parlamento e dalle più alte cariche dello stato italiano-vaticano (senza salvarne alcuna!).
mozart2006, fortunatamente e felicemente da Stuttgart
Nessuno di noi e' il sole, non dimeno posssiamo considerarci delle piccole candele necessarie per dipanare l'oscurità in cui è avvolta gran parte della società, italica e non.
RispondiEliminaDobbiamo esere coscienti che l'oscurità non sà di esserlo, crede che quella sia la normalità fino a quando la prima candela non modifica detta coscienza.
Doc
P.S.Voglio sperare che almeno i frequentatori di questo blog conoscano la vicenda di Fulvio Grimaldi..
Alcuni, Prodi compreso, cominciano a capire che non siamo più in democrazia bensì in un regime autoritario.
RispondiEliminaLa stampa estera, TUTTA, oggi è molto chiara a questo proposito.
Chiarito quello che è ormai ovvio penso sia interessante la posizione di Napolitano.
Da politico realista si rende conto che sarà l’ultimo presidente della repubblica democratica.
E’ molto probabile che il prossimo presidente sarà Berlusconi stesso se riterrà di accorpare le due cariche di premier e presidente, oppure un uomo di assoluta fiducia e privo di potere.
La reazione stizzita di Napolitano all’invito di Di Pietro suona come una garanzia per Berlusconi : firmerà tutto e subito, qualisasi cosa gli venga sottoposta, esattamente come fece Vittorio Emanuele III con Mussolini, e lo fà per le stesse ragioni.
Napolitano non stà certo difendendo il suo ruolo di ingoiatore di rospi, costretto a ballare ogni volta che Berlusconi schiocca le dita, quasi fosse un orso alla catena; è troppo vecchio, saggio ed onesto democratico per fare questo.
Credo che sia cosciente del fatto che se non obbedisse in modo pronto agli ordini Berlusconi gli scatenerebbe contro le sue Televisioni (RAI e Mediaset) ed i suoi giornali.
Per Feltri sarebbe uno scherzo inventarsi delle accuse infamanti contro di lui,sicuramente sorrette da prove fabbricate ( il caso Boffo è li a testimoniarlo) e la campagna durerebbe fino ad obbligarlo alle dimissioni, solo che stavolta a cose fatte, a differenza del caso Boffo, Feltri non chiederebbe neppure più scusa
Ed allora penso che ritenga che il male minore sia di restare al suo posto, nonostante la sofferenza che questo deve costargli, cercando così di rallentare l’avvento ufficiale della dittatura, da un lato, e magari sperando di ammansire nel tempo Berlusconi.
Io non credo che sia la scelta migliore, la speranza di ammansire Berlusconi è vana oggi come lo fu nel secolo scorso quella di ammansire Hitler, come non credo che mantenere la forma esteriore di stato democratico quando nella sostanza è una dittatura sia utile.
Credo che ad oggi non si possa dire quanto la dittatura durerà,siamo solo agli inizi, è possibile che Berlusconi imponga una accelerazione violenta come è possibile che opti per una scelta più graduale ma certamente durerà a lungo, è però possibile che possa essere utile cominciare a ragionare in termini storici, e dunque perchè perdere tre anni nell’equivoco ?
Io ho capito che riguarda il pubblico impiego...tanto per cambiare! E quindi non è l'INPS ma l'INPDAP a essere interessato al provvedimento...e poi nel calderone del pubblico impiego c'è chi come me esercita un lavoro usurante (non riconosciuto come tale) che è quello dell'infermiere...non ho ancora capito di che morte ci vogliono far morire, ma sicuramente io che ho 49 anni, 15 anni di contributi INPDAP e 6 anni di INPS precedenti, e tanti tanti anni in nero purtroppo, perchè ho cominciato a lavorare a 17 anni, non credo che avrò mai la pensione...morirò prima!
RispondiEliminaCaro Marco03,
RispondiEliminati ringrazio per il tuo invito alla prima della Nazionale anche se non potrò esserci e poi, francamente, mi sono fermato al mondiale dell'82, che vissi da ragazzino di undici anni nella colonia Don Bosco di Alassio, in quei della Liguria.
Nel 1990, erano i mondiali d' Italia.
Mi trovavo con una chitarra sulle spalle a passeggiare in via Veneto, a fare la così detta "battuta" e ci tiravo su una mezza piotta al giorno(50000 lire).
Erano bei tempi e tra un concertino ragge a Villa Borghese e una scarrozzata in vecchie utilitarie a Torvajanica, il mondo pareva bello e fin quasi vivibile.
Un po' di nostalgia per Roma capitale la provo sempre, ogni volta che ci ritorno.
Avevo un amico cameriere allora, Dante, che lavorava all'Excelsior, nella stessa via sove presumo stai prestando il tuo onorato servizio. Mi dava un "fischio", ogni qual volta che un vip sedeva ai tavoli, così che potessi pagare le mie vacanze romane, come un vero omino della pubblicità della Vagabond.
Tu me lo ricordi, un ragazzo sveglio, che non faceva discorsi qualunque, che voleva capire e si stupiva che un tizio come me, che si portava appresso tomi di Shumpeter, Jacques Monod, Martin Heidegger, costipati nello zaino, potesse vivere suonando e cantando per la strada.
In realtà ho fatto molti altri mestieri, dal muratore, alla catena di montaggio e ho compreso che il lavoro è veramente una via di realizzazione e, più è duro, più ti aiuta a comprendere l'umanità tua e quella di chi ti circonda.
Ma, non ho mai permesso a nessuno di mancarmi di rispetto, rischiando più di una volta di ritornare sotto la metro di Piazza di Spagna, a buttare fuori dalla gola tutto il pop che avevo dentro.
Ti ho raccontato tutto ciò, scusandomi in anticipo se ti ho tediato, per ringraziarti della tua tenacia, della tua resistenza sotto l'ombrello, con il vassoio colmo retto sulla mano,immaginandoti mentre servi il popolo italiano, a sua volta servitore di padroni che non sarà mai in grado di debellare, se considera un lavoratore come te e come tanti altri, semplicemente uno schiavo.
con grande rispetto
B.S.
E' stata presentata a maggio una proposta di legge nel Consiglio della Regione Piemonte (Commissione Bilancio) con l’obiettivo di modificare i parametri per la determinazione delle indennità dei Consiglieri regionali, i rimborsi spese, i “gettoni” di presenza, l’indennità di fine mandato e il vitalizio ora vigenti. Una volta tanto, non per aumentare i già lauti compensi bensì per ridurli.
RispondiEliminaSembrerebbe una buona notizia, un elemento di rottura con i privilegi della Casta politica…
Molti cittadini penseranno che bisognerà pur iniziare da qualche parte ad applicare la tanto agognata riduzione della spesa pubblica ed il conseguente reinvestimento delle risorse pubbliche raccolte. “Noi” pensiamo a come ridurre i ricchi stipendi e “loro” a come spremere le tasche dei contribuenti. Sarebbe anche interessante capire se questi “sforzi intellettuali” perpetuati in Consiglio Regionale (e nei blog d’alto livello) non siano dei semplici passatempi per sviare la popolazione sul reale valore che hanno gli stipendi. Siamo tanto sicuri che gli attuali 9.948 Euro lordi (mensili) percepiti da un consigliere regionale abbiano lo stesso valore dell’equivalente somma realizzata (in cinque mesi) da un operatore di lavoro usurante?
Se il consigliere e l’operatore si trovassero nel medesimo ristorante per pagare il medesimo pasto, e voi foste i cassieri… Applichereste il medesimo prezzo? Ossia, quel pezzo di carta che vi daranno per pagare il conto, avrebbe lo stesso valore per voi? Nominalmente sì, ma ciò che si cela dietro quei pezzi di carta ha storie lavorative completamente diverse. Forse, se rivalutassimo le capacità degli uomini, dovremmo invertire le scale meritocratiche attuali. Un manager della finanza che “gioca” con le azioni, così come un attuale consigliere regionale, potrebbero pagare il conto del ristorante con i soldi del “Monopoli” e sarebbe la stessa cosa. Non dimentichiamoci poi di quelli che si trovano nella ricchezza economica solo perché sfruttano il potere di fabbricare carta colorata rivendendola agli Stati. L’assurdità è che costa di più produrre una moneta da due Euro (estrazione del metallo, combinazione delle leghe, fusione, incisione, etc.) anziché stampare una banconota da 500€ (estrazione carta, inchiostro, stampante). L’attuale situazione di totale controllo della popolazione attraverso il passaggio di cartamoneta nominale andrebbe analizzato a fondo.
Inviterei Carlo a proporci una nuova visione su questi temi.
Inoltre penso che il “fisso mensile” raddoppiato da certe persone, indipendentemente da ciò che hanno prodotto in quei trenta giorni, sia umiliante per tutti coloro che non possono mai permettersi delle pause lavorative, con la paura di perdere quel minimo di sussistenza necessario per vivere. Un esempio: la seduta del 26 maggio 2010 del Consiglio Regione Piemonte si è svolta in assenza del presidente Cota, impegnato in missione a Roma, e di Rosso, vicepresidente della Giunta, nonché Assessore al Lavoro, in congedo per…motivi di salute…peccato che poi si sia scoperto che in realtà fosse in Parlamento a votare. Che dire poi del quadruplo incarico del sig. Gianluca Buonanno? Egli è deputato parlamentare. consigliere regionale in Piemonte. sindaco a Varallo Sesia (Vc) e vice sindaco a Borgodisesia (Vc), il suo motto era: “Roma ladrona!”
Per chi fosse ancora interessato al contenuto della proposta di legge sulla riduzione degli stipendi, presentata dai consiglieri Davide Bono (primo firmatario) e Fabrizio Biolè, riporto nel post successivo un elenco riassumibile in sette punti.
Nota: Porgo un personale ringraziamento ai consiglieri regionali del Movimento5Stelle che illustrano nel loro sito i lavori e le dinamiche di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regione Piemonte.
Saluti vivaci.
Juan Carlos
Proposta di legge del Gruppo Consiliare MoVimento 5 Stelle
RispondiEliminaModifiche alla legge regionale 13 ottobre 1972, n. 10, (Determinazioni delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali) e alla legge regionale 3 settembre 2001, n. 24 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali) e Istituzione del Fondo speciale denominato “Destinazione risparmio”
Presentatori: Davide Bono (primo firmatario) e Fabrizio Biolè
1) L’indennità di carica verrà determinata nella misura del 55% dell’indennità di carica parlamentare mensile lorda come già previsto dalla Legge Regionale originaria n.10/1972 invece che dell’85% (come previsto ora a seguito degli aumenti approvati negli anni). L’indennità per i Consiglieri passerà quindi da €. 9.948 (lordi per 12 mensilità) a €. 6.437.
2) Verrà soppresso il gettone di presenza di circa 122 € che ora viene attribuito una sola volta per ogni giorno di presenza effettiva alle riunioni istituzionali, e per presenze a riunioni cui i Consiglieri partecipino in veste istituzionale, dichiarate.
3) Il rimborso chilometrico verrà calcolato sul costo medio d’esercizio riferito a un’autovettura a benzina/gas liquido di segmento di tipo “C” (invece che a benzina di segmento di tipo “D”) producendo pertanto un risparmio di circa il 20%.
4) L’indennità di fine mandato verrà ridotta a una (anziché due) volta l’ultima mensilità lorda dell’indennità consiliare moltiplicata per ogni anno di effettivo esercizio del mandato portandola pertanto dagli attuali €. 99.480 a €. 29.255.
5) Il rimborso delle spese per l’uso dell’aereo verrà calcolato sulla base del 75% (invece che del 100%) delle tariffe ordinarie applicate dalle compagnie di bandiera.
6) Verrà abolito l’assegno vitalizio (che dà diritto ai Consiglieri “…al compimento del 65° anno di età, a un assegno vitalizio che varia da un minimo del 30% ad un massimo dell’80% dell’indennità consiliare, a seconda degli anni di mandato svolto”).
7) Verrà istituito un Fondo speciale, alimentato dalle somme derivanti dai maggiori risparmi ottenuti dalla riduzione dei costi, destinato a sostenere: a) progetti di edilizia scolastica; b) l’estensione della copertura della banda larga in Piemonte.
Si accettano scommesse sui tempi e sugli esiti della votazione...
Grazie di cuore Blackskull mi hai fatto sognare ( e anche commuovere) la tua intelligenza è pari alla tua sensibilità e ti ringrazio molto per la fiducia professionale e umana che hai riscontrato in me anche senza conoscermi è molto di più di quella che l' azienda me ne ha concessa in 14 anni.
RispondiEliminaPS. L' invito naturalmente era a parlare, bere ed ascoltare della partita sinceramente non me ne frega niente GRAZIE!!!!!
ALORS ON DANSE
RispondiEliminaAlors on danse…
Alors on danse…
Qui dit étude dit travail,
Qui dit taf te dit les thunes,
Qui dit argent dit dépenses,
Qui dit crédit dit créance,
Qui dit dette te dit huissier,
Oui dit assis dans la merde.
Qui dit Amour dit les gosses,
Dit toujours et dit divorce.
Qui dit proches te dis deuils car les problèmes ne viennent pas seul.
Qui dit crise te dis monde dit famine dit tiers- monde.
Qui dit fatigue dit réveille encore sourd de la veille,
Alors on sort pour oublier tous les problèmes.
Alors on danse…
Et la tu t’dis que c’est fini car pire que ça ce serait la mort.
Qu’en tu crois enfin que tu t’en sors quand y en a plus et ben y en a encore!
Ecstasy dis problème les problèmes ou bien la musique.
Ca t’prends les trips ca te prends la tête et puis tu prie pour que ça s’arrête.
Mais c’est ton corps c’est pas le ciel alors tu t’bouche plus les oreilles.
Et là tu cries encore plus fort et ca persiste…
Alors on chante
Lalalalalala, Lalalalalala,
Alors on chante
Lalalalalala, Lalalalalala
Alors on chante
Et puis seulement quand c’est fini, alors on danse.
Alors on danse
Et ben y en a encore
ciao a tutti
B.S.
Quando gli uomini si riuniscono, le loro teste si restringono.
RispondiElimina(Michel de Montaigne)
Per evitare il fenomeno della citazione di cui sopra, l' idea co-ulturale di Carlo, in risposta alla mia proposta/provocazione, era intesa proprio, se ho ben letto, a partire da azioni e non da obiezioni.
Il fatto di valutare una proposta - - in termini, chiaramente, fattibili - è inteso, sicuramente, in una presa d'atto della medesima, per valutarne l'interesse eventualmente suscitato.
Indubbiamente, la fatica agricola non si potrà mai del tutto eliminare, ma non è il motivo saliente per evitare di organizzarsi in merito all' appropriazione di terreni abbandonati.
Dalle reazioni che ho potuto leggere con interesse nel blog, sembrerebbe proprio la fatica fisica, ad essere l' obiezione più forte.
Segno evidente che, il nostro stile di vita - produci, consumi e crepa - che in realtà sta mutando rapidamente in consuma, schiavizza e crepa, nella falsa era del terziario - non ci permette di prendere in considerazione o almeno in termini positivi, un cambio di paradigma che tecnologicamente ora è possibile.
Paragonare le scelte produttive in campo agricolo dello scorso secolo, con quelle odierne, è decisamente anacronistico.
Io non ho proposto l'uso dei buoi per tirare l'aratro- in realtà non ho neanche proposto l'aratro- e non ho eliminato tout court, la possibilità dell' uso di energie alternative per mandare avanti un fondo.
Ritengo che un ettaro coltivato come meglio crediamo, sia una misura per valutare uno sforzo creativo, non solo e non esclusivamente uno sforzo fisico.
Immaginate di sottrarre a McDonalds o alla Monsanto o alla Novartis n- ettari di terreno al giorno: è la direzione opposta della sottrazione che fanno loro, nei confronti nostri, su scala molto più grande.
Si combatte il nemico conquistando la terra, in modo pacifico.
Se potessimo destinare l'8 o il 5 per mille ad azioni come queste, pensate che poco si otterrebbe?
E se un domani quei colossi volessero comprare queste oasi di proprietà del popolo?
riflettiamo insieme...
ciao
B.S.
PS- Forse, riprendersi la terra, il corpo fisico della nostra nazione, è l'atto estremo contro la sua eutanasia.
Carlo Marchionne, la confindustria e il governo con a vice capo Tremonti vogliono mettere gli operai di Pomigliano in una fabbrica lager dove non varrà lo statuto dei lavoratorri e CISL e UIL sono favorevoli. Possibile che nessuno si ribelli?
RispondiEliminaCiao Carlo
La proposta del MV5S del Piemonte è condivisibile, anche se sarebbe stato meglio non abolire l'indennità di presenza, ma ridurre fortemente lo stipendio.
RispondiEliminaCon questa impostazione, ci sarà gente che porterà a casa lo stipendio senza mai farsi vedere in aula.
Anche il vitalizio, sarebbe da sopprimere solo per chi ha altri redditi previdenziali. Se una persona ha fatto il politico tutta la vita avrà diritto alla pensione come tutti: una pensione, non una cuccagna.
Comunque, vedremo cosa approveranno: non sanno nemmeno come abolire 4 province!
Ciò che mi ha colpito - a parte il ricchissimo dialogo fra marco e Black - è stato l'intervento di Anna.
E' la semplicità del dramma che colpisce: io lavorerò sempre, fino alla morte.
A parte la colossale ingiustizia, dobbiamo chiederci quale prestazione lavorativa forniranno persone così demotivate.
Me ne sono accorto anch'io, su me stesso ed intorno a me: ad ogni "giro di vite" sui pubblici dipendenti, corrisponde un sotterraneo disinteresse per lo Stato e l'amministrazione.
Niente di rivoluzionario - non sarebbe possibile - però un decadere della vitalità, dell'impegno nel lavoro che si svolge.
Questo, è il peggior cancro nella vita della nazione.
Hai fatto bene, Mozart, a ricordare la vicenda Casati Stampa: pochi la ricordano.
Avvenne ch'ero ragazzo: la carriera del gatto e della volpe (Berlusconi e Previto) iniziò truffando un'orfana.
Non so se Napolitano sia così scaltro: a volte, mi sembra un poco rinfanciullito. Anche se non credo che Berlusconi arriverà ad agguantare la Presidenza: per come la vedo io, il regime è nella parabola calante.
Per noi non cambia niente: continuare a rivelare le nefandezze che compiono ogni giorno.
Ciao a tutti
Carlo
Cero Black: sono di ritorno da una "due giorni" nell'orto e posso assicurare d'essere un poco stanco, mica distrutto.
RispondiEliminaC'è un bel articolo su CDC su Marinaleva, una città spagnola che vive un esperimento socialista partendo proprio dalla terra: conforta che esistano tentativi del genere.
Il resto, oramai - come dice Orazio - è in mano a dei truffatori.
Ri-ciao
Carlo
@Black,
RispondiEliminavorrei spiegarmi meglio:
-io l'orto già lo faccio
-la legna anche (dal bosco al camino)
ma sono attività antieconomiche oltre che faticose...
ovvio che il mio discorso sia legato al territorio...
nella mia valle non esistono alternative alla spalla o, in qualche caso, al mulo per portare fuori dalla macchia la legna...i mezzi meccanici che non siano distruttivi per il bosco, non possono essere usati per ovvi motivi orografici e di tutela del bosco...
anche l'uso del mulo prevede che il boscaiolo tracci dei sentieri con la zappa, vanga, piccone, sui quali il mulo possa salire (i muli non salgono semplicemente in mezzo al bosco, hanno bisogno di una minima traccia)...ma per 80/100 o 200 quintali all'anno il mulo non conviene, meglio la spalla...
poi io faccio l'orto per tradizione, perchè sono convinto che i prodotti che ne ricavo siano migliori di quelli che comprerei (a costi inferiori),
così come per la legna, così per l'auto che ho sempre avuto a metano (con le problematiche che si portano dietro oggi...prova a pensare 20 o 30 anni fa cosa voleva dire avere un'auto a metano)
...da dove abito io al primo distributore, oggi, ci sono 35 km...in passato...molti...
sono anche convinto che anche la palestra (che non so bene cosa sia) mi farebbe male, ma nemmeno l'orto fa bene ai miei gomiti, alla mia schiena (oramai tutte e due irrimediabilmente compromessi)...
ho dovuto smettere (ho 49 anni e ti garantisco che sono di corporatura "forte e robusta") di spaccare la legna con l'ascia o con i ceppi...mi sono giocato i gomiti... adesso noleggio per 60 euro all'ora, una macchina idraulica...
però per usarla devo far fare alla legna uno spostamento in più, in un luogo dove ci sia elettricità...prima dello spostamento finale in legnaia...
ripeto ancora che la tua idea è buona, anzi buonissima, ti invito ancora a cercare "policoluta pianesiana" o "agricoltura pianesiana" che è un progetto per sfamare il mondo ed abbandonare definitivamente ogm e colture intensive ecc
assieme alla tua idea, però, c'è da trovare -e subito, anzi prima- la forza lavoro, le braccia, i cuori, le menti... che dovranno impegnarsi ad un lavoro "dimenticato" ed anzi "odiato" dalla maggiornaza della popolazione...
la mia era una voce solo per mettere in chiaro, fin da subito, cosa serviva, oltre alla pianificazione delle colture sull'ettaro, per realizzare la tua proposta... non volevo affossare la tua idea, tutt'altro...
sarà che sono fatto male io:
a mio figlio di 5 anni che era dal dentista per togliere un dente da latte 'problematico' che mi chiedeva: "sentirò male?" gli ho detto "sì"...mia moglie ed il dentista mi hanno detto "mostro" ed hanno assicurato il bimbo che non sarebbe stato "niente"...però poi lui è venuto da me, e cercando di non piangere mi ha detto piano in un orecchio "mi fa un po' malino..." ... in questo modo ha voluto dirmi che non ero poi un "mostro" ed in più mi voleva dimostrare che resisteva al dolore per onorare la mia sincerità... (ovvio che io non gli abbia mai chiesto di fare il "duro")...
poi, in altre zone più pianeggianti, la vita, anche quella agricola, è decisamente più facile...
salutations
RA