Dobbiamo riconoscere che – mai – ce lo saremmo aspettato: dopo aver strombazzato ai quattro venti che la salvezza energetica nazionale saranno le centrali nucleari, il governo Berlusconi approva il primo “campo” eolico off-shore italiano[1]. Insomma, per mettersi “al vento”, scelgono il vento.
Non sappiamo se la nostra battaglia per le rinnovabili abbia segnato un punto – soprattutto l’articolo “Venti nucleari”[2] – ma tant’è che il dado è tratto: la prima centrale eolica italiana in mare sorgerà al largo di Termoli, in Molise. Proprio quello che indicavo nell’articolo.
Pragmatismo? “Compensazione” per far digerire il nucleare? Un atto di dolore con relativo pentimento? Ce n’è per tutti i gusti e per scatenarsi in mille dietrologie, ma i fatti restano.
Se qualcuno – soprattutto fra gli elettori del PD – pensava ad una “ripartizione” energetica che segue a grandi linee le tendenze dell’elettorato, ossia fonti tradizionali al PdL ed alternative al PD, è servito, perché il PD[3] sta preparando la controffensiva: è proprio il caso di dirlo, l’ennesima battaglia contro i mulini a vento. Da tempo ci hanno abituati, e non solo per i veri mulini, e poi pensano di tornare forza di governo.
La vicenda assume contorni che definire “trasversali” è un eufemismo e ci consente di squarciare il velo che nasconde l’ovvio: sono semplicissimi giochetti di soldi, nei quali ciascuno (destra o sinistra: chi erano costoro?) cerca d’avvantaggiarsi e basta. Poi, quando ci saranno elezioni, ciascuno vi butterà un po’ di vento negli occhi per disorientarvi.
Iniziamo a conoscere gli attori della vicenda: c’è da divertirsi, perché questa – più che la decisione di un governo – sembra una palingenesi goliardica, la metempsicosi che fa girar le pale, degna di una penna più nobile della mia, quella di Pirandello.
Non sappiamo se la nostra battaglia per le rinnovabili abbia segnato un punto – soprattutto l’articolo “Venti nucleari”[2] – ma tant’è che il dado è tratto: la prima centrale eolica italiana in mare sorgerà al largo di Termoli, in Molise. Proprio quello che indicavo nell’articolo.
Pragmatismo? “Compensazione” per far digerire il nucleare? Un atto di dolore con relativo pentimento? Ce n’è per tutti i gusti e per scatenarsi in mille dietrologie, ma i fatti restano.
Se qualcuno – soprattutto fra gli elettori del PD – pensava ad una “ripartizione” energetica che segue a grandi linee le tendenze dell’elettorato, ossia fonti tradizionali al PdL ed alternative al PD, è servito, perché il PD[3] sta preparando la controffensiva: è proprio il caso di dirlo, l’ennesima battaglia contro i mulini a vento. Da tempo ci hanno abituati, e non solo per i veri mulini, e poi pensano di tornare forza di governo.
La vicenda assume contorni che definire “trasversali” è un eufemismo e ci consente di squarciare il velo che nasconde l’ovvio: sono semplicissimi giochetti di soldi, nei quali ciascuno (destra o sinistra: chi erano costoro?) cerca d’avvantaggiarsi e basta. Poi, quando ci saranno elezioni, ciascuno vi butterà un po’ di vento negli occhi per disorientarvi.
Iniziamo a conoscere gli attori della vicenda: c’è da divertirsi, perché questa – più che la decisione di un governo – sembra una palingenesi goliardica, la metempsicosi che fa girar le pale, degna di una penna più nobile della mia, quella di Pirandello.
La decisione della Prestigiacomo (accolta dal Consiglio dei Ministri) d’approvare il campo eolico di Termoli, così com’era stato presentato nel 2007 al precedente governo, vuol significare che il PdL è diventato fautore dell’eolico? Non riusciamo a pensare che il Gran Nano abbia le mani in pasta anche nella società Effeventi, che costruirà e gestirà gli aerogeneratori: almeno, non abbiamo notizie in tal senso.
Quindi, il PdL è diventato favorevole all’eolico: oh, bene. Bisognerà che qualcuno lo vada raccontare al Presidente della Regione Molise – Michele Iorio – da sempre un berluscones, da Forza Italia al PdL.
Iorio ha già annunciato ricorsi in tutte le sedi istituzionali[4], non mancando di dare la colpa di tutto a Prodi (!) poiché affidò, a suo tempo, queste competenze allo Stato, privando le Regioni della possibilità di porre veti. Ovviamente, un governo che sta stravolgendo la Costituzione, avrebbe avuto soverchi problemi a mutare quella piccola norma (!): insomma, la solita foglia di fico per non mostrare di disobbedire platealmente al Capo. Che poi, magari, s’incazza e fa scrivere un articolo a Feltri.
Ma, se non erriamo, anche Vittorio Sgarbi – da sempre il Sancho Panza dei mulini a vento nostrani[5] – fa parte dello stesso partito e – siamo certi – non tarderà a far sentire la sua voce anche se, ad occhio e croce, la nomina a sindaco di Salemi puzza di nucleare. Non sarà, forse, che il proconsole della Sicilia occidentale sia stato inviato per far digerire una bella centrale nucleare ai siciliani? In una regione fra le più sismiche d’Italia, con le migliori strutture (mafia) per lo smaltimento delle scorie, come nel caso della nave affondata di fronte alle coste calabre[6]?
Eh sì, perché, se non si fanno parchi eolici o centrali termodinamiche, il nucleare è certo: anche i critici d’arte fanno la loro parte, e tutto serve. Caso strano, è proprio dalla Sicilia orientale che giunge l’attacco della Prestigiacomo, ma sono solo dietrologie senza prove.
Ora, dopo aver dato uno sguardo dalle parti del fiero alleaten Galeazzo Musolesi (ah, grande Bonvi…), vediamo un po’ cosa pensano e cosa meditano di fare le gloriose Sturmtruppen del Gruppenführer Franceschinen e del suo Standartenführer Bersanen, che vuole soffiargli il bastone di feld…pardon, la poltrona.
Le gloriose Sturmtruppen del PD hanno già reagito dalle postazioni periferiche del Molise, affidando al vento il messaggio: no ai maledetti mulini a vento[7]! Per ora solo Danilo Leva, consigliere regionale molisano del Partito Democratico, si è messo in marcia contro i maledetti mulini, ma sarà certamente seguito dai panzer.
Il problema è che il Partito Democratico ha al suo interno dei ferventi ambientalisti ed è alleato con Di Pietro il quale, insieme a Beppe Grillo, è l’alfiere delle energie rinnovabili, tanto che Grillo ha più volte pubblicato sul suo blog filmati sull’energia eolica.
Ora, senza scomodare Aristotele ed il famoso “terzo escluso” (tertium non datur), ci sembra che ci sia qualche defaillance nella logica: dunque…Grillo, grande fan di Di Pietro, è un sicuro patrocinatore dell’eolico. Di Pietro è anch’egli favorevole all’eolico, ma solo con regole precise[8]. Quali? Piani nazionali…concertazione…eccetera…però, quando ci fu la possibilità d’installare il primo campo eolico in mare – proprio in Molise, e lui era Ministro (2007) – si schierò contro la realizzazione, andando a braccetto con Iorio (Forza Italia).
Di Pietro è però alleato del PD, il quale sembra apparentemente compatto contro la scelta nucleare di Berlusconi: il PD, però, non sa fornire soluzioni. E blocca anche l’eolico.
Ma, all’interno del PD, ci sono personaggi che già sono andati a Canossa col capo rigorosamente cosparso di cenere (radioattiva), dopo aver fatto uno shampoo per liberarsi dal carbone “pulito” dell’ENEL: ci riferiamo a Chicco Testa, il quale ha già recitato il mea culpa e s’è associato al clan nucleare[9]. Consigliamo una veloce escursione alla biografia di Chicco Testa[10], per osservare come si riesca ad essere comunisti, ambientalisti, antinuclearisti, poi collaboratori di Rothschild, presidenti di varie holding energetiche (ENEL!) e, infine, nuclearisti convinti. Un vero miracolo.
Nemmeno il “bomber” della squadra dei voltagabbana – Daniele Capezzone – è ancora riuscito a tanto: col tempo, è giovane…
Di più: la neonata “Sinistra e Libertà” si troverà, da domani, un nuovo motivo per litigare: da un lato i residuati bellici Verdi (che non sono mai stati “teneri” con l’eolico) e, dall’altro, il combattivo Nichi Vendola, il quale – in Puglia – ha ripartito con un piano regionale gli aerogeneratori, un tanto a comune e tutti zitti. Mi sa che andranno presto ad una nuova scissione.
E, tutto questo, per non installare a 5-10 chilometri dalla costa – non invisibili, ma poco visibili: a quella distanza, un veliero appena si scorge, e chi va in mare lo sa – un impianto che coprirà il fabbisogno di 120.000 famiglie[11] e che farà risparmiare l’emissione di 420.000 tonnellate d’anidride carbonica l’anno, le quali ci costerebbero (in “multe” UE) ben 6.300.000 euro l’anno (per quest’anno pagheremo “solo” 555 milioni, ma nel 2012 diventeranno 5,6 miliardi, che pagheremo tutti sulle bollette dell’ENEL)?
Sul sito della Effeventi è visibile la piantina dell’impianto[12], dalla quale è possibile valutare – se sapete comprendere una carta nautica – la distanza minima da terra: poco meno di 3 miglia. Eppure, la disinformazione è già al galoppo: “a due chilometri dalle coste!”, “impedirà la costruzione dei porti turistici!” (e quando mai…), “la pesca!” (abbiamo bisogno di aree di ripopolamento, altrimenti non rimarranno nemmeno i granchi…).
Probabilmente, sarebbe stato meglio installare aerogeneratori di maggior potenza su piattaforme ancorate al limite delle acque territoriali: invisibili da terra, più vento e minor spesa (rapportata al rendimento) per MW installato. In Norvegia, li fanno oramai da 5 MW, noi da 3.
A proposito della costa adriatica, due anni fa la percorsi quasi tutta. Siccome guidò per un lungo tratto mia moglie, mi divertii a fotografare tutti gli obbrobri, che erano quasi sempre tralicci, antenne TV, di telefonia, ecc: ne ho un CD pieno. Per caso, riguardando le foto a casa, m’accorsi che in una foto avevo “acchiappato” anche un aerogeneratore, che quasi scompariva in quella selva d’antenne. Perché Sgarbi non si lamenta mai degli obbrobri del suo padrone?
Insomma, con il buon senso, potremmo affermare che è sbagliato costruire un aerogeneratore accanto ad una chiesa romanica ma che, lo stesso aerogeneratore, non disturba nessuno dalla collina di fronte.
L’idea di paesaggio “incontaminato” ci condurrebbe a demolire non solo tutte le antenne (fin sui campanili!) ma anche viadotti autostradali, alti condomini, ferrovie, elettrodotti, ecc. L’Uomo deve convivere con l’ambiente, altrimenti diventa solo una sorta di virus nocivo, che alla fine soccomberà: non è un percorso facile, ma è praticabile.
Monaco di Baviera, entro il 2025, spegnerà l’ultima centrale nucleare e s’affiderà solo più alle rinnovabili: al 2017 tutte le utenze civili, nel 2025 anche quelle industriali. Il risultato è il frutto di un piano ventennale nel quale, giorno dopo giorno – accoppiando le rinnovabili con il risparmio energetico – hanno “rosicchiato” Megawatt dopo Megawatt. Già, ma sono tedeschi.
E noi?
Riassumendo questa bella vicenda, abbiamo un Presidente del Consiglio che avalla la costruzione di un parco eolico sfruttando una legge del suo predecessore e nemico giurato, Romano Prodi. Per farlo, marcia contro le strutture periferiche del partito, s’oppone a Vittorio Sgarbi – suo Gauleiter in Sicilia – e a tutta l’opposizione mentre, l’unico sicuro alleato (a parte la Prestigiacomo), è Beppe Grillo.
Così è, se vi pare.
[1] http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=5659
[2] http://carlobertani.blogspot.com/2009/03/venti-nucleari.html
[3] http://www.primonumero.it/attualita/news/index.php?id=1252952544
[4] http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Molise/?id=3.0.3773119639
[5] Uno dei tanti… http://www.italiainformazioni.com/giornale/politica/61718/sgarbi-leolico-distrugge-natura-siciliana.htm
[6] http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/09/nave-veleni-calabria-loiero.shtml?uuid=b5527554-a15c-11de-a8df-36fb8db592ee&DocRulesView=Libero
[7] http://www.primapaginamolise.it/detail.php?news_ID=22173
[8] http://www.rinnovabili.it/di-pietro-si-alleolico-ma-con-regole-precise
[9] http://www.ragionpolitica.it/cms/index.php/energia/
[10]http://it.wikipedia.org/wiki/Chicco_Testa
[11] http://iltempo.ilsole24ore.com/molise/2009/09/15/1069868-eolico_shore.shtml
[12] http://www.effeventi.com/centrale.htm
Che Vendola vada ad una nuova scissione, subita o agita, è la prova che la sete di piccolo potere del ceto politico della sinistra "antagonista" è fra il ridicolo e il patetico. Il loro popolo si disperderà ancor di più. Forse sarà un bene? Oppure un male? Certo è che una palingenesi, leggasi rinnovamento, di tutta la classe dirigente della sinistra oltre il PD sarà lunga e faticosa. Solo allora, un partito che rappresenti le istanze di coloro che vanno avanti con poco più di 1000 euro al mese, potrà tornare a sedere fra i banchi del Parlamento. Riuscirà a migliorare la condizione dei meno abbienti? La Storia dice n di no. Vedremo!
RispondiEliminaIl problema, caro Orazio, è che la sparizione dell'elettorato di sinistra muta il panorama politico italiano, a favore dei poteri forti rappresentati da PdL e PD.
RispondiEliminaUn insignificante Fassino ebbe a dire che "il PD avrebbe dovuto farsi carico di quei voti dispersi": ovvero, una volta ammazzati, rubiamo loro la bisaccia.
Invece, il PD rimane un partito senza futuro, roso dalle diatribe interne e non in grado di proporre alternative valide. Tanto meno d'acchiappare qui voti, che sono diventati astensione.
Il futuro?
Senza una catarsi, non ci sarà mutamento sostanziale: nemmeno potranno far qualcosa i residuati bellici di quella che fu la sinistra. Troppi sono stati i tradimenti al proprio elettorato perché qualcuno ci caschi.
Ciao
Carlo
Carlo sono del tutto d'accordo con te. Le elite della sinistra antagonista, per quel poco che li conosco, sono allo sbando, si mostrano emotivamente e politicamente inadeguati a gestire l'esistente. Posso solo sperare che la catarsi di cui parli ci sia, ma credo che prima che retrocedano dal gestire, (si fa per dire), l'esistente dovranno subire decine di sconfitte elettorali umilianti. Nella mia città stanno cercando a fatica di cavalcare la protesta dei precari scuola. Rimanendo nella metafora bellicista hanno piani di battaglia ottocenteschi per guerre del XXI secolo. "Troppi sono stati i tradimenti al proprio elettorato perché qualcuno ci caschi", tu dici. Ma allora il futura di chi campa a 1000 euro al mese è segnato! Non riesco a vedere un futuro positivo per i ceti meno abbienti. La lotta dei precari scuola è destinata a spegnersi. Ma la disoccupazione resterà, la Gelmini un giorno dice che li riassorbirà in 5 anni, (nel frattempo andranno a mangiare alla mensa dei poveri), un'altra sostiene che i soldi "risparmiati" con i tagli dovranno servire a dare il merito agli insegnanti di ruolo. Questo tragico paese diverrà lo Zimbawe d'Europa, lo temo e tremo al pensiero.
RispondiEliminaBeh, Orazio, non lo abbiamo sotto i nostri occhi? Da noi, quest'anno, classi di 30 alunni, che manco avevamo le aule adatte. Sa, la Gelmini, quante scuole sono in antichi edifici?
RispondiEliminaIn un Professionale hanno una classe di 38 allievi, dei quali 11 extracomunitari e 2 handicappati: come faranno quei poveri insegnanti?
Miss Gelmini - verrebbe da dire "Vieni avanti, Gelmino!" - adesso spilluzzica dal borsellino qualche cent per i precari. Non sarebbe stato meglio lasciali dov'erano e dare un vigoroso taglio alla dirigenza, dal Ministero alle Sovrintendenze, fino ai CSA?
Ah, ma lì ci sono gli amici degli amici...e allora...cosa stiamo ad inca@@arci?
Ciao
Carlo
Insomma, una ulteriore conferma, se mai ne servissero altre, che in Italia, o quanto meno ai politici italiani, dei problemi energetici "importa sega", tanto che si comportano come banderuole al vento. Bandiere, sarebbe troppo.
RispondiEliminaPer puro opportunismo a brevissimo periodo affossarono l'elettronucleare nel 1988, quando, pur non essendo così conveniente, economico ed "ecologico" (per via dell'assenza di gas serra, però bisogna gestire le scorie) come ci raccontano, era tuttavia una risorsa importante. Lo è ancora, per chi ce l'ha e lo sarà ancora per qualche tempo ma, come hai fatto notare più volte tu (perdona la confidenza), la tendenza va piuttosto verso la loro progressiva dismissione senza rimpiazzo alla fine del ciclo di vita utile. E non certo per ideologia. Le ripropongono ora, per il 2020, tra l'altro sapendo che ben difficilmente riusciranno a rispettare tale data, ed è un rimedio peggio dell'errore precedente. Tra l'altro, se veramente si volesse far sì che l'elettronucleare contribuisca in modo significativo al fabbisogno energetico italiano, dovrebbero costruirne una quarantina, numero chiaramente fuori portata. Quindi, quelle tre o quattro, a che servono? Avessero almeno deciso di puntare sui reattori autofertilizzanti al torio, recentemente riproposti da Carlo Rubbia...
Nel frattempo l'eolico fa progressi enormi, addirittura un italiano (sempre il buon vecchio Rubbia) ripropone il solare termodinamico in una versione economicamente e tecnicamente sostenibile, al contrario dei tentativi di trent'anni fa, ma noi niente. Tra l'altro, appetibile anche per grandi consorzi in quanto fattibile con grandi impianti. Lasciamo pure che di queste "baggianate" si occupino spagnoli, israeliani, statunitensi e via dicendo.
Nel frattempo, alcuni tra i miei amici e/o conoscenti dei tempi dell'università, quelli che hanno avuto il coraggio di restarci a fare ricerca, stanno tentando di sviluppare cose interessanti tipo pannelli fotovoltaici basati su pigmenti organici e cosette di questo genere, con la quasi certezza che, se anche dovessero funzionare, cosa che la maggior parte delle volte non succede, importerà niente a nessuno e con la prospettiva di restare precari a mille euro al mese.
P.S. Leggendo la tua risposta ad Orazio mi sento un privilegiato, qui quest'anno la classe più numerosa ha 23 studenti (la meno numerosa, 20). Per adesso a Trento e Bolzano si riesce ad evitare classi da oltre 25-26. Quando ero io studente, non qui ma prima in centro-Italia eravamo 33 e poi, a Torino, eravamo 27.
La tua disanima, Davide, si può solo sottoscriverla in toto.
RispondiEliminaIl problema ha due aspetti: il primo è ideologico - centralismo esasperato, l'energia può essere generata solo dal centro! "centrale" - il secondo è di plateale ignoranza. Sanno pochissimo del dibattito sull'energia, sulle possibilità, sulle realizzazioni: nominano "esperti" che sono parenti, amici o vicini di casa, che ne sanno quanto loro e si finisce come stiamo osservando.
Ciao e grazie
Carlo
A Davide e a tutti dico che il Trentino e l'Alto Adige sono province autonome governate da elite politiche che hanno rispetto per i propri cittadini, quindi si guardano bene dall'applicare le indicazioni di Tremonti e Gelmini. Sanno bene, sia siano di sx o dx, che limitare i diritti dei loro cittadini sarebbe da loro pagato con una sonora trombata alle elezioni. Invece le elite politiche del sud, per esempio della Sicilia, regione autonoma, sono elite politico-mafiose e dei loro governati se ne fregano. Potrebbero fare anche classi di 50 alunni e il loro consenso elettorale non diminuirebbe di un voto. Ecco la terribile realtà del sud italia amare la mano che lo percuote. Che poi in generale è di tutto il resto d'Italia.
RispondiEliminaA Carlo:
RispondiEliminaperò il fatto che l'energia venga generata dal centro non è di per sè un male. Difficile che la somma delle eccedenze dei privati possa far funzionare con continuità i trasporti o l'industria pesante. Ci sarà sempre bisogno di qualche grosso impianto "centrale" in grado di buttar fuori i gigawatt. Il nocciolo della questione sta in quell'avverbio: "solo". In effetti non è che l'energia possa essere generata solo dal centro, un sistema misto potrebbe funzionare benissimo.
Per dirla tutta, per adesso mi importa abbastanza poco che la si generi in modo centralizzato oppure no, l'importante sarebbe non buttare nel cesso l'eolico, lo sfruttamento delle maree e delle correnti sottomarine in genere e, soprattutto, del solare termodinamico. Dopo, si potrà discutere se è meglio incentivare i piccoli oppure continuare a mantenere un forte controllo centrale, e sarà importante e significativo farlo, ma intanto bisognerebbe cominciarla questa "rivoluzione energetica".
A Orazio:
per carità, non è tutto oro quello che luccica e le nostre magagne, vedi sprechi, clientelismi e inefficienze, li abbiamo pure qui. A costo di rischiare le ire dei trentini, dei quali faccio parte, a scanso di equivoci, meno male che siamo a rimorchio dell'Alto Adige/Südtirol, altrimenti le cose andrebbero meno bene. Là il presidente della Provincia, che pure è in carica da un'eternità (e questo di per sè non è bene) e guadagna quanto un faraone (beh, quasi), è in ufficio al mattino presto di ogni giorno lavorativo e per un paio d'ore riceve davvero chiunque. Solo così si può tentare di evitare di perdere ogni contatto con la realtà, con la gente comune.
Però è vero che questo rispetto di fondo per il cittadino qui bene o male c'è ancora e questo aiuta non a eliminare la corruzione (magari fosse) ma quanto meno a limitarla. Ed i cittadini hanno ancora un minimo di rispetto verso il territorio, finché dura è una risorsa importante. Ma è un gioco sul filo del rasoio: non abbiamo prodotto mafie, almeno nulla di paragonabile a quelle "vere e proprie", ma se ne avessimo non so se saremmo in grado di liberarcene.
Sì, Davide, un sistema misto è probabilmente il migliore, ma queste cose possiamo dircele fra di noi, perché siamo pragmatici. Vallo a raccontare agli ideologizzati (dx e sx), i quali pensano per prima cosa: "Oddio, quanti posti ci saranno da ripartire con il manuale Cencelli?"
RispondiEliminaNon vi lamentate, trentini, che qui è molto peggio...mi sa che, se continua così, trotterelleremo in trecentotrentatrè, trottando fino a Trento...
Ciao a tutti
Carlo
Buongiorno sig. Bertani,
RispondiEliminale vicende segnalate nel suo articolo corrispondono alla realtà del Basso Molise e della Regione Molise degli ultimi due/tre anni, ma la questione è molto più complessa. In Molise è stata approvata pochi mesi fa, non senza una piccola "querelle" politica, con le dimissioni, da Assessore alle politiche energetiche, di Franco Giorgio Marinelli, una legge per la regolamentazione della produzione di energia da fonti rinnovabili (ne sostituiisce, abrogandola, una precedente in giudizio al Consiglio di Stato). Questa nuova legge non pone limiti all'impianto di pale eoliche o pannelli fotovoltaici sul territorio regionale, dando la possibilità alle lobby dell'energia pulita di poterlo fare ovunque, senza una dovuta programmazione e scelta di siti adatti. Per questo si sta verificando che i numerosi progetti, in stallo con la legge precedente, hanno ricevuto l'approvazione e stanno nascendo campi eolici come funghi su tutto il territorio molisano. Le lobby, inoltre, sfruttano, per fare scorta di terreni su cui impiantare torri o pannelli, la miseria in cui è stata portata l'agricoltura molisana (e nazionale) e il dissesto finanziario in cui versano la quasi totalità dei comuni. Perciò, l'assenza di una programmazione; un nuovo reddito economico per i contadini che sono ridotti alla fame perché vittime di un sistema che non prende più nella giusta considerazione il settore primario, l'unico che può farci uscire dalla crisi (solo per conoscenza, in media, un quintale di uva per vinificazione, nel Basso Molise, viene acquistato ai produttori a circa € 12,00); il bisogno di entrate per i comuni in dissesto, sta rendendo il territorio molisano terra di conquista.
Io, cittadino molisano, non sono contro l'eolico, il fotovoltaico e le fonti rinnovabili, anzi, ma sono perché venga fatto con delle giuste regole, senza sottrarre terreno fertile all'agricoltura, che in Molise produce tante cose buone; senza intaccare particolari paesaggi, tali proprio per la loro caratteristica naturale, generatasi in milleni; senza intaccare siti testimoni della storia dei nostri popoli. Sono per l'eolico off-shore, perchè potrebbe creare altre opportunità, tra cui il famoso ripopolamento ittico di cui i nostri mari hanno fin troppo bisogno. E non lo sono solo per il Molise, ma per tutte le zone in cui è possibile farlo. Leggevo uno studio sull'intensità e la continuità del moto dei venti ed ho scoperto che, i mari italiani, sono le zone in cui il vento darebbe i migliori risultati in termini di produzione di energia, perché spira con continuità ed intensità omogenee.
Storia a parte sono i politici locali, se così possono essere ancora chiamati. A mio parere sarebbero delle super produttive torri eoliche perché hanno la grande capacità di muoversi come spira ogni tipo di vento.
Cordiali saluti, Stefano Vincelli.
Personalmente - Stefano - preferirei una gestione statale dell'energia per i grandi impianti, proprio per le ragioni che esponi. Per i piccoli impianti, potrebbero essere coinvolti i Comuni ed i privati.
RispondiEliminaIl principale problema, però, oggi, è iniziare il cammino delle rinnovabili. Non tutto sarà "pulito" - lo so - ma almeno avremo iniziato.
Ti saluto e ti ringrazio
Carlo Bertani
Aggiungo: un parco eolico offshore era in progetto a largo di Licata e Gela (Sicilia meridionale).
RispondiEliminaGli aspetti tecnici e logistici erano più o meno gli stessi di Termoli.
E' successo che i sindaci di Licata (PdL) e Gela (Rosario Crocetta, ora Pd, grande baluardo della lotta alla mafia) si sono alleati per un secco NO all'impianto eolico offshore perchè ne bloccherebbe l'afflusso turistico.
Ho pensato: OK niente eolico ma allora per coerenza si chiuderà e si bonificherà il Petrolchimico di Gela, figuriamoci quando precluda il turismo....ovviamente non sta andando così, il Petrolchimico è più che operativo.
Tuttavia mi pongo una domanda: ma chi ne usufruisce di un impianto eolico di questo tipo? 120.000 famiglie di dove??? Forse del Nord Italia dove un giorno parlano di secessione e il giorno dopo prendono la busta paga da Roma? Oppure si tende a incentivare la gente del posto?
Ammetto che passa quasi la voglia di rinunciare...