Finalmente, ci sono riuscito. Ci sono voluti anni ma, adesso che ne sono fuori, non posso tacere e devo confessare la mia tossicodipendenza di decenni, oggi sconfitta.
Come ho iniziato?
Eh, come tanti: ogni buon genitore, di fronte a queste disgrazie, dà la colpa alle “cattive compagnie”. Invece, le cattive compagnie c’entrano poco; se sono veramente “cattive”, non perdono tempo per scovarci: siamo noi a cercarle. Esse, non ci cercano e non c’impongono niente.
Perché si va a cercarle?
Poiché la vita che facciamo ci va a noia, perché desideriamo dare uno “sguardo” oltre il recinto, per provare nuove emozioni, valicare nuovi orizzonti…ognuno ha le sue ragioni.
Certo, dopo – quando hai la “scimmia” – il tuo orizzonte scema vertiginosamente in una caligine che, ogni giorno, diventa più fosca. Hai perduto il tuo orizzonte naturale e ne hai trovato uno che, a prima vista, pareva invitante: dopo, vaghi smarrito, come un orfanello in una metropoli.
Come iniziai? Non posso esimermi dal raccontarlo.
Cominciai presto, a nove anni, perché la noia m’attanagliava.
Non mi bastavano più i sogni ed i giochi all’aria aperta – cacciare di frodo gli uccellini con il Flobert (sì, ho fatto anche quello…), fare a botte (da ragazzini…) fra bande nel quartiere, giocare a pallone sul sagrato della chiesa, sognare di pilotare un caccia mentre ero seduto al volante di una “Millequattro” FIAT demolita, osservare di soppiatto la ragazzina dei sogni mentre faceva i compiti… – no, quel mondo non mi bastava più. Volevo emozioni “forti”.
Così, riuscii a strappare ai miei genitori il permesso di stare alzato dopo “Carosello” il sabato sera: acconsentirono, e non immaginarono a quali danni m’avrebbero esposto.
Fui iniziato da due ragazze più grandi – succede sempre così, straniere, gente esperta di vita – che portavano il nome di Alice ed Ellen Kessler, tedescone di Cermania con gambe mozzafiato.
Così, la settimana scorreva lentissima, nell’attesa del sabato sera che m’avrebbe finalmente donato la dose d’immaturo Eros del quale abbisognavo: la “scimmia”, si sa, è dura.
“Dadaumpa” era il brano musicale ch’addolciva con melliflue note i pochi minuti ch’accompagnavano l’oramai unico senso della vita mentre, fasciate da calze scure, le due Fräulein roteavano le tornite estremità ai quattro venti.
Io – come, immagino, milioni di ragazzini dell’epoca – rimanevo pietrificato, saliva azzerata, occhio pallato: fu un fenomeno collettivo e socializzante – in quella Italia dove la parola “clericalismo” non esisteva, perché si sovrapponeva perfettamente alla vita di tutti i giorni – ossia milioni di giovani “candelabri” che levitavano, all’unisono, al cielo dell’Eros.
Inutile raccontare il “dopo”: ci ha magistralmente pensato Carlo Verdone (quando, ancora, era un vero regista) – in “Al lupo! Al lupo!” – a fare il conto delle pippe estive di due fratellini al mare: numero pippe giornaliere x giorni x mesi x anni, ecc.
I primi tempi scorsero così, fra gambe mozzafiato e la roca voce di Nicolò Carosio che descriveva una Nazionale sempre eroica, raramente vincente. I primi tempi con la “roba”, però, non sono tragici; si pensa di riuscire a gestirla: «Sì, mi “faccio”, ma ho tutto sotto controllo…»
Ci pensarono, per fortuna, le prime avventure giovanili a staccarmi un poco dalla “roba”: finalmente, la ragazzina dei sogni potevo abbracciarla e tentare qualche timida toccatina di tette, con rischio di sberla.
Ancor più, la contestazione giovanile: già in quelle sere di Maggio, però, c’erano note stridenti. «Non vieni, stasera, al collettivo?» «No, dai, c’è “Canzonissima” e non la voglio perdere…ci sono tutti quelli del “Cantagiro”…»
Pur nell’inflessibile e rigida morale leninista, quello era considerato un peccato veniale, una piccola concessione alla morale borghese: ah, compagno Stalin, saresti dovuto intervenire per tempo!
In ogni modo, dobbiamo riconoscere che quel che passava la TV non era tutta robaccia tagliata, amfetamina allo stato puro: con il “Marco Polo” di Giuliano Montaldo, probabilmente, si toccò l’apice delle belle produzioni storiche, ma tutto il neorealismo italiano – da Rossellini a Scola – passò per il piccolo schermo.
Le opere di Eduardo, Govi, Pirandello…e molto del teatro transitò nel glorioso bianco e nero, così come la lirica.
Anche i telefilm non erano proprio da buttare: Perry Mason fu un “cult” dell’epoca, tanto che ancora oggi viene trasmesso. E l’indimenticabile Maigret di Gino Cervi?
Passarono gli anni, vennero le Brigate Rosse e la Legge Reale, la quale – di fatto – chiuse gli italiani nelle loro case: ti fecero passare la voglia d’andare in giro a forza di posti di blocco e perquisizioni.
Per gli italiani, che trascorrevano le serate sempre di più in casa loro, nei primi anni ‘80 apparve Hazzard, simpatica serie che era trasmessa dalle reti Mediaset.
Particolare non di poco conto, poiché le nuove reti “libere” dovevano cercare il proprio pubblico fra quello di mamma RAI. Cosa c’era, di meglio, che una banda di ragazzetti svegli, i quali prendevano in giro un potere stupido (Boss Hog) cavalcando un’auto dal nome evocativo – il “Generale Lee” – ossia il grande nemico degli stati del Nord?
Il vecchio zio era la tradizione, la sorella l’antitesi della “casalinga di Voghera”, Boss e Rosco…beh, gli stupidi di turno…e i due ragazzi vincevano sempre alla grande. Messaggio: il vecchio potere cristallizzato è da abbattere. Schiantatelo qui, nella nuova TV libera, indipendente dai politici e dai loro lacchè.
Chi è il proprietario? Un tizio che si guadagnava da vivere suonando nelle orchestrine sulle navi…uno che si è fatto da solo, proprio come i due di Hazzard. Un uomo da Hazzard.
Il resto ne discese: per far dimenticare la televisione di qualità – ossia un mezzo che presentava una panoplia di messaggi, anche fra di loro contrastanti, ma di buon livello culturale – era necessario proporre qualcosa che fosse più semplice da “digerire”. Oltretutto, doveva essere facilmente frammentabile per farne uno “spezzatino”, dove patate e carote erano la pubblicità: con il tempo, la carne è diventata sempre più rara.
Quali effetti poteva avere un simile approccio, nei confronti di una popolazione ancora abbastanza naif, legata a valori tradizionali?
Non ci fu critica né simbiosi, ma solo sovrapposizione di un mondo che ne scacciò un altro: ed oggi litigano – mi vien da sorridere – per la nomina del presidente della RAI!
Mentre la prima TV combatté l’analfabetismo con apposite trasmissioni, la “nuova” TV promosse in pieno l’analfabetismo o, almeno, quello di ritorno: non è necessario saper leggere Pavese o Calvino, basta interpretare la lingua quel tanto che basta, per decifrare l’etichetta di un prodotto.
Da proposta culturale si trasformò in messaggio quasi subliminale: la “scimmia” era pronta. Oggi, l’Italia è il trionfo dei telefonini, mentre l’accesso alle reti telematiche addirittura, nell’ultimo anno, è diminuito, in controtendenza con il resto d’Europa.
In genere, la “scimmia” – ho notato negli anni – colpisce di più le ragazzine che i ragazzini: dovendo, i secondi, cercare le prime, è ovvio che alle sopraccitate rimane più tempo per intrattenersi. Scherzi a parte, le ragazzine maturano prima e, mentre i compagni – a microfono spento – confesseranno che qualche volta, il Lego, va beh…solo più qualche volta…le loro coetanee già nuotano nell’oceano delle emozioni.
E allora vai!
Ore, pomeriggi, serate, trascorsi di fronte ad uno schermo dove scorrono emozioni a fiumi: lui nella parte di lei, lei nella parte dell’altro, tutti insieme appassionatamente! Al termine, il lieto fine: compare il principe azzurro di turno – bello, belloccio, elegante, lacrimevole, affettuoso, contrito per il tradimento… – e lei perdona, perdona sempre. Baci e abbracci.
Rimasi basito quando due genitori, convocati perché la loro creatura studiava pochino, mi chiesero: «Professore, glielo dica lei di non guardare più Maria de Filippi!»
Per i più grandi, invece – visto che il porno, nell’era delle reti peer to peer, non tira più – bisogna inventarsi qualcosa. I pusher sono sempre al lavoro per cercare nuove prede.
Il calcio tira, tira sempre: come fare?
Per prima cosa si toglie il gioco giocato dai teleschermi: non vorrete mica emozionarvi per un assist millimetrico, per una girata vincente che “becca” il “sette”…no, queste sono cavolate…
Godetevi Mughini, Maurizio Mosca e il Biscardone che vi raccontano quel che vedono, mentre blaterano e cospargono di fiori secchi il camposanto del calcio: se v’addormentate, c’è pronta la solita coscialunga, la pronipote della Pairetti. La inquadrano, “camera bassa”, ad intervalli regolari: fateci caso.
Così saprete tutto della cugina dell’amante del vice allenatore…in compenso, vi faranno vedere due tiri in porta e buonanotte: ai primordi della TV, trasmettevano ogni Domenica un tempo di una partita di serie A.
I buoni pusher, sono lì per farvi venire l’acquolina in bocca: fai l’abbonamento, fai la sottoscrizione…e ti godrai il calcio! Ossia, quello che i pusher chiamano ancora calcio. Quello delle “sciabolate”.
Ogni tanto, vado a vedere una partita delle giovanili. Da bordo campo, sento l’allenatore che urla: «Raddoppia, vai sulla fascia, aiutalo!»…«Rientra, rientra! Guarda l’uomo!», osservo il movimento sul campo delle giovani “reclute”. Quello è calcio: chi ha giocato lo sa, mica campionati e mondiali truccati.
Se il calcio non interessa, bisogna comunque intrattenere: nel placido mare dell’intrattenimento a basso costo – il classico “uomo che ha morso il cane” – qualcosa deve spiccare. Ecco, allora, la “specializzazione”, per tutte le tasche, per tutte le menti.
Se siete tipi tranquilli, i quali ancora credono che l’Italia sia uno dei più bei posti per vivere, instilleranno in voi il seme dell’avventura e del rischio, portandovi in un’isola caraibica abitata da personaggi conosciuti (sempre in TV) che giocano a Robinson Crusoe. Peccato che, quando non sono impegnati nelle riprese, gli attori siano alloggiati in un hotel a 5 stelle della vicina isola, poiché l’isola dei “dimenticati”, all’opposta costa è un deposito di rifiuti e sta causando gravi problemi all’ecosistema locale. Insomma, l’isola “delle scoasse” – per dirla in veneto – in tutti i sensi.
Amate la giustizia? C’è Forum, dove la gente comune trova soddisfazione in un tribunale – notare la finezza! – ch’è la replica italiota di un’aula di giustizia statunitense. Là sì che c’è giustizia: ecco il messaggio che deve passare.
Accompagnai, parecchi anni or sono, un’amica – attrice dilettante e brava – a Milano perché doveva girare una puntata di Forum: le diedero 700.000 lire. Capito mi hai?
Se siete incavolati per le mille ingiustizie dello Stivale, “beccatevi” Mi Manda Rai 3, dove tutte le ingiustizie saranno ben sottolineate, e tutto continuerà come prima. Amate la scienza? Perdinci! Abbiamo lo studio associato Angela & Angela, che vi propone di tutto di più: dalla medicina all’archeologia, dalla storia alla tecnica. Il nipotino, probabilmente, lo faranno studiare canto: così, ve la canteranno anche in musica.
Peccato che la scienza di Piero Angela sia un frullato di veline copiato qui e là da qualche sito Web, mentre sui grandi enigmi della Storia si tace. Sempre.
E si continua: siete di “sinistra”, ma moderata? Ecco servita in prima serata la grande abbuffata di Ballarò, il più maestoso frullato di cazzate mai visto. Per di più, non raccontate, urlate.
Se, invece, siete di “sinistra” – ma estrema – c’è pronto San Toro a convogliarvi sulla giusta strada, la via del retto, con il bel pistolotto iniziale del Marchinooddiocomesonobravo e la ex schermitrice che si schernisce, erobravaanchelàmaquiguadagnopiùsoldi.
Ogni tanto, inscenano qualche gazzarra per farvi credere che lì c’è confronto vero, salvo poi scivolare negli abissi della più noiosa banalità para-istituzionale. Fui il primo a denunciare l’andazzo con un articolo – “’O Mullah” – dove criticavo l’approccio di Travaglio all’Afghanistan: spiegare Kabul e dintorni non è una questione di mullah, bensì bisognerebbe chiedersi perché una terra così povera sia, oramai da secoli, in preda a continui sconquassi geopolitici ed a guerre. Mi restituirono una valanga d’improperi.
Il chiodo fisso della TV – di questo media mono-direzionale – è “intrattenere” ed “informare”: giochiamo un po’ con i sinonimi.
Intrattenere è in-trattenere, ossia trattenere in un luogo, sia esso concreto od astratto: “trattenere” può diventare bloccare, ed allora sarete bloccati (trattenuti) lì, in quel luogo. Questo è lo scopo.
Dopo essere stati “trattenuti” sarete in-formati, ossia “formati” – sinonimi: plasmati, modellati, configurati… – in quel posto, in quel modo.
Non si tratta di rinverdire l’Orwell che tutti conosciamo, bensì d’averne coscienza, consapevolezza: troppo spesso dimentichiamo che la “scimmia” è infida, sfaccettata, melliflua.
Da tempo, la mia TV è sempre spenta: e, quando dico “sempre”, è veramente sempre: al più, quando leggo sul Web che c’è stata baruffa forza 9 o qualche gaffe mielodrammatica, la guardo su Youtube. Si perde meno tempo.
Poiché il gran problema della TV è il vostro tempo: devono rubarvelo, altrimenti rischiereste “fuoruscite” incontrollabili.
Mi sono chiesto, a fronte dei miei impegni, come faccio a reggere: scrivere qualche articolo il mese, magari continuare il libro che hai “aperto”, andare a scuola – con gli annessi e connessi – occuparmi di madre e suocera sole – con annessi giardini, rubinetti che perdono, sedie da riparare – più i figli e trovare ancora il tempo per concedermi le amicizie e qualche sogno ad occhi aperti.
Fare l’insegnante m’avvantaggia ma – credete – meno di quel che si può immaginare: se non mi fossi tolto la “scimmia”, dovrei “tagliare” senz’altro qualcosa.
Il conto è presto fatto: due ore il giorno x giorni x mesi x anni – come per le pippe di Verdone – fanno cifra: in un solo mese, sono 60 ore. In 60 ore, c’è il tempo per leggere un libro, un bel po’ d’articoli e magari per scriverne tre o quattro. Oppure, cambiando il “mix”, per andare a funghi, riparare una finestra, correre sulla spiaggia. O, ancora, un melange d’entrambe le situazioni: a patto di non cedere e sopportare, solo per i primi tempi, la “scimmia”. Dopo, si prova un gran senso di leggerezza.
So benissimo che la maggior parte di voi fa spallucce alla TV: lo spero vivamente, e quindi potrei aver scritto della banalità.
Vi propongo, allora, una sfida: installate una multipresa a monte della TV, quelle con l’interruttore che s’illumina. Poi – a parte il film che guardate in DvD, e concediamo le previsione del tempo, del traffico o qualche piccola “incursione” sui Tg/Televideo per osservare rapidamente come “butta” – contate quante volte in un mese quella spia s’accende.
Come ho iniziato?
Eh, come tanti: ogni buon genitore, di fronte a queste disgrazie, dà la colpa alle “cattive compagnie”. Invece, le cattive compagnie c’entrano poco; se sono veramente “cattive”, non perdono tempo per scovarci: siamo noi a cercarle. Esse, non ci cercano e non c’impongono niente.
Perché si va a cercarle?
Poiché la vita che facciamo ci va a noia, perché desideriamo dare uno “sguardo” oltre il recinto, per provare nuove emozioni, valicare nuovi orizzonti…ognuno ha le sue ragioni.
Certo, dopo – quando hai la “scimmia” – il tuo orizzonte scema vertiginosamente in una caligine che, ogni giorno, diventa più fosca. Hai perduto il tuo orizzonte naturale e ne hai trovato uno che, a prima vista, pareva invitante: dopo, vaghi smarrito, come un orfanello in una metropoli.
Come iniziai? Non posso esimermi dal raccontarlo.
Cominciai presto, a nove anni, perché la noia m’attanagliava.
Non mi bastavano più i sogni ed i giochi all’aria aperta – cacciare di frodo gli uccellini con il Flobert (sì, ho fatto anche quello…), fare a botte (da ragazzini…) fra bande nel quartiere, giocare a pallone sul sagrato della chiesa, sognare di pilotare un caccia mentre ero seduto al volante di una “Millequattro” FIAT demolita, osservare di soppiatto la ragazzina dei sogni mentre faceva i compiti… – no, quel mondo non mi bastava più. Volevo emozioni “forti”.
Così, riuscii a strappare ai miei genitori il permesso di stare alzato dopo “Carosello” il sabato sera: acconsentirono, e non immaginarono a quali danni m’avrebbero esposto.
Fui iniziato da due ragazze più grandi – succede sempre così, straniere, gente esperta di vita – che portavano il nome di Alice ed Ellen Kessler, tedescone di Cermania con gambe mozzafiato.
Così, la settimana scorreva lentissima, nell’attesa del sabato sera che m’avrebbe finalmente donato la dose d’immaturo Eros del quale abbisognavo: la “scimmia”, si sa, è dura.
“Dadaumpa” era il brano musicale ch’addolciva con melliflue note i pochi minuti ch’accompagnavano l’oramai unico senso della vita mentre, fasciate da calze scure, le due Fräulein roteavano le tornite estremità ai quattro venti.
Io – come, immagino, milioni di ragazzini dell’epoca – rimanevo pietrificato, saliva azzerata, occhio pallato: fu un fenomeno collettivo e socializzante – in quella Italia dove la parola “clericalismo” non esisteva, perché si sovrapponeva perfettamente alla vita di tutti i giorni – ossia milioni di giovani “candelabri” che levitavano, all’unisono, al cielo dell’Eros.
Inutile raccontare il “dopo”: ci ha magistralmente pensato Carlo Verdone (quando, ancora, era un vero regista) – in “Al lupo! Al lupo!” – a fare il conto delle pippe estive di due fratellini al mare: numero pippe giornaliere x giorni x mesi x anni, ecc.
I primi tempi scorsero così, fra gambe mozzafiato e la roca voce di Nicolò Carosio che descriveva una Nazionale sempre eroica, raramente vincente. I primi tempi con la “roba”, però, non sono tragici; si pensa di riuscire a gestirla: «Sì, mi “faccio”, ma ho tutto sotto controllo…»
Ci pensarono, per fortuna, le prime avventure giovanili a staccarmi un poco dalla “roba”: finalmente, la ragazzina dei sogni potevo abbracciarla e tentare qualche timida toccatina di tette, con rischio di sberla.
Ancor più, la contestazione giovanile: già in quelle sere di Maggio, però, c’erano note stridenti. «Non vieni, stasera, al collettivo?» «No, dai, c’è “Canzonissima” e non la voglio perdere…ci sono tutti quelli del “Cantagiro”…»
Pur nell’inflessibile e rigida morale leninista, quello era considerato un peccato veniale, una piccola concessione alla morale borghese: ah, compagno Stalin, saresti dovuto intervenire per tempo!
In ogni modo, dobbiamo riconoscere che quel che passava la TV non era tutta robaccia tagliata, amfetamina allo stato puro: con il “Marco Polo” di Giuliano Montaldo, probabilmente, si toccò l’apice delle belle produzioni storiche, ma tutto il neorealismo italiano – da Rossellini a Scola – passò per il piccolo schermo.
Le opere di Eduardo, Govi, Pirandello…e molto del teatro transitò nel glorioso bianco e nero, così come la lirica.
Anche i telefilm non erano proprio da buttare: Perry Mason fu un “cult” dell’epoca, tanto che ancora oggi viene trasmesso. E l’indimenticabile Maigret di Gino Cervi?
Passarono gli anni, vennero le Brigate Rosse e la Legge Reale, la quale – di fatto – chiuse gli italiani nelle loro case: ti fecero passare la voglia d’andare in giro a forza di posti di blocco e perquisizioni.
Per gli italiani, che trascorrevano le serate sempre di più in casa loro, nei primi anni ‘80 apparve Hazzard, simpatica serie che era trasmessa dalle reti Mediaset.
Particolare non di poco conto, poiché le nuove reti “libere” dovevano cercare il proprio pubblico fra quello di mamma RAI. Cosa c’era, di meglio, che una banda di ragazzetti svegli, i quali prendevano in giro un potere stupido (Boss Hog) cavalcando un’auto dal nome evocativo – il “Generale Lee” – ossia il grande nemico degli stati del Nord?
Il vecchio zio era la tradizione, la sorella l’antitesi della “casalinga di Voghera”, Boss e Rosco…beh, gli stupidi di turno…e i due ragazzi vincevano sempre alla grande. Messaggio: il vecchio potere cristallizzato è da abbattere. Schiantatelo qui, nella nuova TV libera, indipendente dai politici e dai loro lacchè.
Chi è il proprietario? Un tizio che si guadagnava da vivere suonando nelle orchestrine sulle navi…uno che si è fatto da solo, proprio come i due di Hazzard. Un uomo da Hazzard.
Il resto ne discese: per far dimenticare la televisione di qualità – ossia un mezzo che presentava una panoplia di messaggi, anche fra di loro contrastanti, ma di buon livello culturale – era necessario proporre qualcosa che fosse più semplice da “digerire”. Oltretutto, doveva essere facilmente frammentabile per farne uno “spezzatino”, dove patate e carote erano la pubblicità: con il tempo, la carne è diventata sempre più rara.
Quali effetti poteva avere un simile approccio, nei confronti di una popolazione ancora abbastanza naif, legata a valori tradizionali?
Non ci fu critica né simbiosi, ma solo sovrapposizione di un mondo che ne scacciò un altro: ed oggi litigano – mi vien da sorridere – per la nomina del presidente della RAI!
Mentre la prima TV combatté l’analfabetismo con apposite trasmissioni, la “nuova” TV promosse in pieno l’analfabetismo o, almeno, quello di ritorno: non è necessario saper leggere Pavese o Calvino, basta interpretare la lingua quel tanto che basta, per decifrare l’etichetta di un prodotto.
Da proposta culturale si trasformò in messaggio quasi subliminale: la “scimmia” era pronta. Oggi, l’Italia è il trionfo dei telefonini, mentre l’accesso alle reti telematiche addirittura, nell’ultimo anno, è diminuito, in controtendenza con il resto d’Europa.
In genere, la “scimmia” – ho notato negli anni – colpisce di più le ragazzine che i ragazzini: dovendo, i secondi, cercare le prime, è ovvio che alle sopraccitate rimane più tempo per intrattenersi. Scherzi a parte, le ragazzine maturano prima e, mentre i compagni – a microfono spento – confesseranno che qualche volta, il Lego, va beh…solo più qualche volta…le loro coetanee già nuotano nell’oceano delle emozioni.
E allora vai!
Ore, pomeriggi, serate, trascorsi di fronte ad uno schermo dove scorrono emozioni a fiumi: lui nella parte di lei, lei nella parte dell’altro, tutti insieme appassionatamente! Al termine, il lieto fine: compare il principe azzurro di turno – bello, belloccio, elegante, lacrimevole, affettuoso, contrito per il tradimento… – e lei perdona, perdona sempre. Baci e abbracci.
Rimasi basito quando due genitori, convocati perché la loro creatura studiava pochino, mi chiesero: «Professore, glielo dica lei di non guardare più Maria de Filippi!»
Per i più grandi, invece – visto che il porno, nell’era delle reti peer to peer, non tira più – bisogna inventarsi qualcosa. I pusher sono sempre al lavoro per cercare nuove prede.
Il calcio tira, tira sempre: come fare?
Per prima cosa si toglie il gioco giocato dai teleschermi: non vorrete mica emozionarvi per un assist millimetrico, per una girata vincente che “becca” il “sette”…no, queste sono cavolate…
Godetevi Mughini, Maurizio Mosca e il Biscardone che vi raccontano quel che vedono, mentre blaterano e cospargono di fiori secchi il camposanto del calcio: se v’addormentate, c’è pronta la solita coscialunga, la pronipote della Pairetti. La inquadrano, “camera bassa”, ad intervalli regolari: fateci caso.
Così saprete tutto della cugina dell’amante del vice allenatore…in compenso, vi faranno vedere due tiri in porta e buonanotte: ai primordi della TV, trasmettevano ogni Domenica un tempo di una partita di serie A.
I buoni pusher, sono lì per farvi venire l’acquolina in bocca: fai l’abbonamento, fai la sottoscrizione…e ti godrai il calcio! Ossia, quello che i pusher chiamano ancora calcio. Quello delle “sciabolate”.
Ogni tanto, vado a vedere una partita delle giovanili. Da bordo campo, sento l’allenatore che urla: «Raddoppia, vai sulla fascia, aiutalo!»…«Rientra, rientra! Guarda l’uomo!», osservo il movimento sul campo delle giovani “reclute”. Quello è calcio: chi ha giocato lo sa, mica campionati e mondiali truccati.
Se il calcio non interessa, bisogna comunque intrattenere: nel placido mare dell’intrattenimento a basso costo – il classico “uomo che ha morso il cane” – qualcosa deve spiccare. Ecco, allora, la “specializzazione”, per tutte le tasche, per tutte le menti.
Se siete tipi tranquilli, i quali ancora credono che l’Italia sia uno dei più bei posti per vivere, instilleranno in voi il seme dell’avventura e del rischio, portandovi in un’isola caraibica abitata da personaggi conosciuti (sempre in TV) che giocano a Robinson Crusoe. Peccato che, quando non sono impegnati nelle riprese, gli attori siano alloggiati in un hotel a 5 stelle della vicina isola, poiché l’isola dei “dimenticati”, all’opposta costa è un deposito di rifiuti e sta causando gravi problemi all’ecosistema locale. Insomma, l’isola “delle scoasse” – per dirla in veneto – in tutti i sensi.
Amate la giustizia? C’è Forum, dove la gente comune trova soddisfazione in un tribunale – notare la finezza! – ch’è la replica italiota di un’aula di giustizia statunitense. Là sì che c’è giustizia: ecco il messaggio che deve passare.
Accompagnai, parecchi anni or sono, un’amica – attrice dilettante e brava – a Milano perché doveva girare una puntata di Forum: le diedero 700.000 lire. Capito mi hai?
Se siete incavolati per le mille ingiustizie dello Stivale, “beccatevi” Mi Manda Rai 3, dove tutte le ingiustizie saranno ben sottolineate, e tutto continuerà come prima. Amate la scienza? Perdinci! Abbiamo lo studio associato Angela & Angela, che vi propone di tutto di più: dalla medicina all’archeologia, dalla storia alla tecnica. Il nipotino, probabilmente, lo faranno studiare canto: così, ve la canteranno anche in musica.
Peccato che la scienza di Piero Angela sia un frullato di veline copiato qui e là da qualche sito Web, mentre sui grandi enigmi della Storia si tace. Sempre.
E si continua: siete di “sinistra”, ma moderata? Ecco servita in prima serata la grande abbuffata di Ballarò, il più maestoso frullato di cazzate mai visto. Per di più, non raccontate, urlate.
Se, invece, siete di “sinistra” – ma estrema – c’è pronto San Toro a convogliarvi sulla giusta strada, la via del retto, con il bel pistolotto iniziale del Marchinooddiocomesonobravo e la ex schermitrice che si schernisce, erobravaanchelàmaquiguadagnopiùsoldi.
Ogni tanto, inscenano qualche gazzarra per farvi credere che lì c’è confronto vero, salvo poi scivolare negli abissi della più noiosa banalità para-istituzionale. Fui il primo a denunciare l’andazzo con un articolo – “’O Mullah” – dove criticavo l’approccio di Travaglio all’Afghanistan: spiegare Kabul e dintorni non è una questione di mullah, bensì bisognerebbe chiedersi perché una terra così povera sia, oramai da secoli, in preda a continui sconquassi geopolitici ed a guerre. Mi restituirono una valanga d’improperi.
Il chiodo fisso della TV – di questo media mono-direzionale – è “intrattenere” ed “informare”: giochiamo un po’ con i sinonimi.
Intrattenere è in-trattenere, ossia trattenere in un luogo, sia esso concreto od astratto: “trattenere” può diventare bloccare, ed allora sarete bloccati (trattenuti) lì, in quel luogo. Questo è lo scopo.
Dopo essere stati “trattenuti” sarete in-formati, ossia “formati” – sinonimi: plasmati, modellati, configurati… – in quel posto, in quel modo.
Non si tratta di rinverdire l’Orwell che tutti conosciamo, bensì d’averne coscienza, consapevolezza: troppo spesso dimentichiamo che la “scimmia” è infida, sfaccettata, melliflua.
Da tempo, la mia TV è sempre spenta: e, quando dico “sempre”, è veramente sempre: al più, quando leggo sul Web che c’è stata baruffa forza 9 o qualche gaffe mielodrammatica, la guardo su Youtube. Si perde meno tempo.
Poiché il gran problema della TV è il vostro tempo: devono rubarvelo, altrimenti rischiereste “fuoruscite” incontrollabili.
Mi sono chiesto, a fronte dei miei impegni, come faccio a reggere: scrivere qualche articolo il mese, magari continuare il libro che hai “aperto”, andare a scuola – con gli annessi e connessi – occuparmi di madre e suocera sole – con annessi giardini, rubinetti che perdono, sedie da riparare – più i figli e trovare ancora il tempo per concedermi le amicizie e qualche sogno ad occhi aperti.
Fare l’insegnante m’avvantaggia ma – credete – meno di quel che si può immaginare: se non mi fossi tolto la “scimmia”, dovrei “tagliare” senz’altro qualcosa.
Il conto è presto fatto: due ore il giorno x giorni x mesi x anni – come per le pippe di Verdone – fanno cifra: in un solo mese, sono 60 ore. In 60 ore, c’è il tempo per leggere un libro, un bel po’ d’articoli e magari per scriverne tre o quattro. Oppure, cambiando il “mix”, per andare a funghi, riparare una finestra, correre sulla spiaggia. O, ancora, un melange d’entrambe le situazioni: a patto di non cedere e sopportare, solo per i primi tempi, la “scimmia”. Dopo, si prova un gran senso di leggerezza.
So benissimo che la maggior parte di voi fa spallucce alla TV: lo spero vivamente, e quindi potrei aver scritto della banalità.
Vi propongo, allora, una sfida: installate una multipresa a monte della TV, quelle con l’interruttore che s’illumina. Poi – a parte il film che guardate in DvD, e concediamo le previsione del tempo, del traffico o qualche piccola “incursione” sui Tg/Televideo per osservare rapidamente come “butta” – contate quante volte in un mese quella spia s’accende.
Zero: siete fuori, lontani dal recinto e non ve ne può fregar di meno.
Da zero a dieci: siete fuori dal recinto, ma ogni tanto tornate nei pressi per osservare come vanno le cose là dentro: attenti, i pusher girano soprattutto fuori…
Oltre dieci: beh…lo so, la “scimmia” è dura…
Inutile meditare quale potrà essere il futuro del nostro sciagurato Paese, immaginare nuove aggregazioni, una nuova classe politica, meno “riforme” e più buon senso, poiché tutto proverrebbe dall’input della “scimmia”: non sarebbe roba vostra.
Spegnere quel led: spegnerlo, sempre.
Ti do una cattiva notizia, Carlo: le gemelle Kessler non sono tedesche, ma austriache!
RispondiEliminaA parte questo, adesso che ti sei liberato dalla "scimmia", di che parli con i tuoi colleghi che ti chiedono un parere sull'ultima puntata del Grande Fratello, dal momento che è noto che i docenti (e ancor più le docenti) di scuola per la maggior parte non leggono giornali e non usano Internet? (O forse le cose sono cambiate negli ultimi anni?)
Caro Carlo come al solito sei dissacrante e lucido, lo spettro della "tv mondezza" ci accompagna e ci instilla tutti i giorni nuovi archetipi.Vedi, la tv concordo con te che non andrebbe vista (quando mia moglie vede x-factor ho le convulsioni e non riesco nemmeno a leggere), ci annientano le menti, però, credo che il tuo uniformare tutto sia un pò controproducente. Mi auguro che un giorno debba ricredermi e chiederti scusa però credo che in ogni cosa anche la più becera ( come la nostra tv) si può trovare qualcosa di positivo.Io ho il mio bel dvd recorder e registro due trasmissioni a settimana, una come avrai ben capito è annozero l' altra era presa diretta e ora report.Ripeto magari mi sbaglio e sarò ingenuo ma credo che almeno in esse si trovi un pò di sana informazione condita da immagini e servizi ben fatti,riconosco che spesso c'è una certa spettacolarizzazione ma da quel poco che ho visto anche nelle tv internazionali c' è e sono sicuro che questi giornalisti spesso troppo idolatrati ma al contempo molto criticati da te potrebbero lavorare tranquillamente alla bbc o a al Jazeera punti di riferimento della sana informazione internazionale e spesso usati da loro come fonti.Nell' attesa di poterti chiedere scusa ti invito a spingere sempre di più sul tasto dolente della mala tv invitandoti però a non procedere a pericolose derive che potrebbero portare all' assolutismo di certa informazione.Un caro saluto !
RispondiEliminaCaro Luca, mi hai proprio sorpreso. Non lo sapevo. In ogni modo, quando ero giovane e "battevo" il litorale veneto, non mi curavo molto da quale marca germanica giungessero le fraulein. Wollen Sie spazziren gehen? Ci si provava sempre.
RispondiEliminaTi confesso che a scuola, su 50 colleghi/e, parlo sì e no con cinque: il motivo? Facile da capire!
Aspettavo la tua critica, Marco, l'attendevo proprio. Che dire..."a ciascun sua sorte"...anch'io li guardavo, poi ho scoperto che ne potevo fare a meno, e stavo meglio.
Ciao a tutti
Carlo
Un lettore mi ha scritto pregandomi d'inserire questo commento (non vuole un account su Google:
RispondiEliminaLa televisione non la ho più dal "lontano" anno 2000, quando si ruppe un glorioso 14" e decisi di non acquistarne più...
Anche io ricordo il teatro ed i documentari mandati in onda sulla vecchia "mamma rai", in particolare le opere di Shakespeare recitate da attori inglesi, vestiti in abiti dell'epoca del bardo e doppiati egregiamente da Attori italiani, le commedie di Eduardo e Peppino, i grandi sceneggiati italiani (con l'audio registrato in presa diretta) guardati sul lettone insieme a mamma e papà, i documentari di eccelsa fattura (altro che Angela & figlio, che riciclano quelli in lingua inglese dei canali tematici GB o USA).
Quando interruppi il cordone ombelicale con la televisione per lavoro mi trovavo a parlare con varia umanità negli uffici (riparavo macchine per ufficio) pubblici e privati e notavo, forse con preoccupazione, come vi fosse una strisciante omologazione nelle "battute colloquiali", tanto che dopo due o tre volte che mi capitava di ascoltarla, da persone differenti in luoghi ed uffici differenti chiedevo sempre: - ma è una battuta televisiva?- la risposta era invariabilmente: -certo! ma perchè non vedi il tal programma o la tal trasmissione?- ed io invariabilmente rispondevo: - no! non ho la televisione e non intendo comprarmene una... - le controparti spesso reagivano con espressioni scioccate od incredule, in qualche caso addirittura arrivavano a chiedermi: - ma come fai? non è possibile! come passi il tempo? - in quei casi la mia risposta era invariabilmente: -leggo, scrivo, disegno, ascolto musica, me ne vado al cinema od a teatro oppure mi ficco dentro un club a bere ed ascoltare un concerto-
Oggi dopo nove anni di "mancata televisione" (nonostante abbia a casa un decoder free ed una parabola mai installati ed un numero imprecisato di amici e familiari che mi volessero regalare una televisione a cui ho opposto dei fermi dinieghi) ancora incontro persone che mi chiedono: - bè, ma come fai ad informarti? almeno un TG lo dovresti vedere, se non leggi i giornali e non vedi Tv...- puntualmente li interrompo e gli rispondo: - ma perchè internet per cosa pensi che lo usi? per scaricarmi la musica ed i film porno? sai che c'è, parlo e scrivo con amici che son sparsi per il mondo, mi leggo le notizie anche sui siti esteri, vado oltre quello che tu o chi si basa sulla tv possiate sapere, affino la mia dote critica, miglioro la mia conoscenza delle lingue estere che parlo e scrivo, ho un rapporto interattivo con la realtà che mi circonda- il più delle volte l'interlocutore cambia discorso, o si congeda...
Nel comune dove abito c'è anche una sala multimedia pubblica connessa a banda larga, a volte mi capita di "sbirciare" adolescenti od universitari che "chattano" i primi o che scrivono i secondi e resto interdetto dall'uso minimale che fanno della lingua italiana e dalla carenza espressiva che riportano sui loro scritti...
Vivo in un piccolo paese a 60km da Roma, in un centro storico medioevale, in ogni bar, dall'apertura alla chiusura c'è sempre un televisore acceso...
Per contro devo spezzare una lancia a favore del televisore a pagamento: i programmi per l'infanzia son ancora di ottima qualità, per chi ha dei figli da crescere e per chi si può permettere il pagamento...
Un vecchio punk, tuo affezionato lettore.
Trottolino.
Come non detto, Carlo: le Kessler sono di Lipsia, più tedesche di così... ora potrai dormire tranquillo!
RispondiEliminaAllora, Luca, erano della Germania Est...cavolacci, le più "calde"...cosa mi sono perso...
RispondiEliminaCarlo
grazie Carlo, molte grazie marco (lo scrivi minuscolo), veramente grazie trottolino (uomo che, oltre alla tv, 'rinuncia' anche ad 'uniformarsi' a san google!)...
RispondiEliminaIo personalmente ho smesso di guardare con assiduità la Tv dal '93, dalla scesa in campo del cavoliere di arcore, poco dopo ho smesso di acquistare il Giornale (più o meno nel periodo in cui è morto Montanelli) e da allora non leggo più nessun giornale nazionale (leggo un piccolo settimanale di notizie locali).
Voglio dettagliare meglio questa mia situazione:
-personalmente non guardo più nessun tipo di telegiornale, trasmissione di intrattenimento, telefilm, serie, programmi politici di alcun genere ecc
ho smesso anche di guardare films (è un vizio che cmq in questo periodo sto riprendendo)...
Dal 93 (anno in cui mi sono sposato) al 95 (anno in cui è nata la mia prima figlia) non ho guardato assolutamente niente (forse la finale dei mondiali di calcio? mi sembra la guardai per motivi politici...l'Italia doveva perdere perché il cavoliere aveva investito mediaticamente sulla nazionale....vado a memoria e magari era un altro momento...)
Comunque devo specificare che come Tv intendo quelle 'generaliste' italiane, perché -invece- sul satellite ne ho guardata qualcuna e
da un paio di anni ho un abbonamento mondo+cinema a Sky...
ho tre figli (13,9 e 4 anni) e qualche mezz'oretta di Tv, canali tematici, non la posso negare.
nota di vita famigliare...la potete saltare.
[La sera, mia moglie, mi 'costringe' a guardare qualche film
(quelli che iniziano alle 9 e finiscono circa alle 23, poi a letto...forse). A lei non piace internet e quando, alla sera dopo aver messo a letto i figli, mi metto al pc....comincia a strillare come una scimmia (credetemi fa proprio così):
"cosa hai da scrivere! cosa leggi! smetti di fare il bamboccio e vieni a farmi compagnia..."
Intendetemi, è una donna dolcissima ma la "cosa" internet la ingelosisce la fa 'uscire' pazza, una volta mi ha detto: "capirei se stessi con una bionda prosperosa e provocante, ma un pc...scambiare cavolate con sconosciuti...proprio non lo comprendo!"]
Mia figlia fa la III Media (scusami Carlo ma mi piace chiamarla ancora così) ma va a letto al massimo alle 9,30, così come gli altri due miei figli.
La TV è accesa, durante la cena, su un canale Disney scelto dalla mia figlia di 9 anni...è un passaggio che abbiamo dovuto fare per problemi legati alla gestione dei pasti di questa bimba che è celiaca e mia moglie ha preferito usare questo mezzo per 'distrarla' (lo so che è una cosa bieca ma i genitori sono sempre impreparati davanti a queste cose...lei ha accettato benissimo di mangiare 'diverso' anche perché ha questa 'concessione' che per lei è importante).
Dopo cena (ceniamo alle 19) la tv resta spenta fino alle 21 eppoi viene accesa da mia moglie per poter vedere un film...io di solito, a quell'ora, filo verso il Pc...
La maggioranza dei miei post li scrivo alla sera ma mi piace rileggerli nella pausa caffè (come la tv, non prendo nemmeno più il caffè) del mattino, prima di spedirli.
Non li correggo quasi mai (a parte gli errori ortografici) perché mi piace scrivere di getto.
Scrivo molto, sopratutto in vari ng e forums, che preferisco ai blog (a parte questo 'tuo).
Uso sempre nickname e sempre diversi (uno per ogni 'tematica').
Io sono nato nel '61 e le Kessler le ho viste quando ancora mi interessavano solo la pesca (ho abitato per anni nei pressi di un bellissimo fiume...sono un animale "di bosco e di fiume" cit.) ed i libri della biblioteca locale.
Per cui non mi hanno mai interessato granché...invece che 'canzonissima' preferivo un programma radiofonico che andava in onda la domenica mattina (non mi ricordo più il titolo).
Ecco, forse, una risposta alla Tv...la Radio!
Per mia fortuna la Radio ha sempre avuto un posto più importante della Tv.
La Radio non ruba tempo, mentre l'ascolti puoi sempre lavorare, magari anche scrivere, qualcuno riesce anche a leggere, dormire, fare all'amore, guidare, aspettare, sognare, sognare...
Eppoi vorrei concludere con una cosa che ho già scritto più volte e forse anche qui (anzi, senz'altro), vorrei, ancora una volta ed in modo forse blasfemo, citare il Vangelo:
Giovanni 10,1: "In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. "
Ecco cosa rappresenta, per me, la televisione, un ladro ed un brigante che entra, in casa mia, non già dalla porta: "Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. "; bensì dalla 'finestra'...(Oddio che sia così anche per 'windows' ?)
saluti
GMG
Grazie Roberto,
RispondiEliminaanche a me succedono cose simili (mi riferisco alla moglie, alla gelosia per il Web, per i "perché non guardi un bel film d'amore con me...".
Sono, probabilmente, input collettivi femminili, mutuati dalla diversità fra i sessi. Differiamo, invece, sul "farmi compagnia". L'età avanza.
Avevo pensato anch'io alla strana somiglianza della "finestra" e del ladro, poi me la sono scordata e non l'ho scritta. Ci hai pensato tu: che stiamo diventando telepatici?
Ciao a tutti
Carlo
Carissimo Carlo,
RispondiEliminaaccidenti, mio malgrado ti devo correggere!
Credi che Mamma Rai sia così disattenta? Poteva Ella dimenticarsi dei grandi temi della storia? No !! Infatti i grandi misteri della storia non sono trattati dagli Angelas perchè c'è una apposita trasmissione di estremo approfondimento che di ciò si occupa ormai da quattordici(!) anni: "Voyager", condotta dal mitico Giacobbo.
E' una trasmissione cult da non perdere che affronta tutti, e sottolineo tutti, i grandi enigmi della storia in una parabola che va da Atlantide, alle piramidi egizie, per passare dalla Sacra Sindone ed il Sacro Graal, fino a giungere all'Area 51 (Nevada - USA) o ai cerchi nel grano, per concludere che, tanto, alla fine è sempre colpa dei Templari.
Sarà per questo che dal quotidiano "buco catodico" siamo passati tra le braccia della più consolante quotidiana overdose di bit? Mi sa che la scimmia ha solo cambiato aspetto...
Un saluto
Alex
P.S. Sulla figura delle gemelle Kessler io aggiungerei che queste due notevoli sellerone (il sellero è il nome con cui a Roma si indica il sedano, pianta notoriamento molto lunga), hanno dato un decisivo contribuito ad aprire la strada che ha portato verso la riconciliazione culturale, e non solo, tra il popolo Italico ed il popolo Tedesco, dopo le tristi vicende belliche, all'epoca ancora molto recenti e scottanti.
Bisogna portare il pc sulla tv del salotto cioè portare facebook, youtube messenger ecc... sulla tv del salotto di casa. Per esempio con lo stesso telecomando passare da rai1 a youtube, da canale 5 a messenger alle radio streaming.
RispondiEliminaE' solo questione di tempo...(http://lucaniaelettrica.blogspot.com/2009/05/acer-aspire-revo-r3600-un-pc-su-ogni-tv.html) entrerà in coomercio anche una versione con UBUNTU preinstallato a circa 200€, in più la concorrenza farà uscire nuovi prodotti sul mercato.
Ormai la signora si è seduta sul divano e non vuole andare alla scrivania dove c'è il pc. Bisogna mettere il pc dietro la tv(http://1.bp.blogspot.com/_RiwRKdSyjzk/Sf8whE6XrhI/AAAAAAAAAdg/YiX-lNqZr2Q/s1600-h/acer+aspire+Revo+R3600+Mediaset+rai+killer.jpg)