16 aprile 2008

Ma tutto questo Fausto non lo sa…

Old man look at my life,
I'm a lot like you were…

Vecchio uomo, guarda alla mia vita:
io, sono un po’ come tu eri…

Neil Young, Old Man, dall’album Harvest (1972)

Anch’io, caro Fausto, militavo nello PSIUP nel lontano 1972: allora, ero un giovane studentello, tu un piccolo bonzo sindacale. Già a quel tempo – ricordi? – ci fu la “batosta” elettorale che ci cacciò fuori dal Parlamento, ma la situazione era diversa. Pur con le dovute cautele, il PCI era ancora un partito di sinistra.
Francamente, osservandoti sulle poltrone di Vespa l’altra sera – io, che non sono andato a votare schifato proprio da voi – m’hai fatto gran pena. Dev’essere deprimente oltre misura, dopo una vita passata (a tuo dire) a credere in qualcosa, vederlo franare sotto le suole delle scarpe, avendo attorno un sedicente giornalista, leccapiedi ex-democristo, che recita il tuo de profundis.
Con garbo ammaliante al vetriolo, l’Insetto non ha esitato a tracimare nella pietas per chi giace nella polvere dell’arena: «Torni a trovarci quando vuole…troverà sempre la porta aperta…». Tu, sai che così non è, non sarà più, ed è in gran parte colpa vostra. Mentre Vespa biascicava la sua litania da sacrestia, avevi lo sguardo perso. Perdonami, siamo torinesi, e nei tuoi occhi ho letto l’estratto sintetico di quel bon ton piemontese che entrambi abbiamo aborrito: «Un rosolio, ragioniere?», «C’am saluta madama Burel…[1]», «A sunu la marcia real? Alura ‘a pasa l’ Principe…[2]».
Mamma mia, che desolazione: sentirsi l’artefice della scomparsa mediatica di quel poco che rimaneva della sinistra italiana.

Non è mio costume sparare sulla Croce Rossa: autorevoli colleghi stanno già correndo sulla via dello sciacallaggio, abusano dei “Io l’avevo detto!” per guadagnare – sperano, loro – un posto nel Limbo da qualche parte, pronti a leccare le suole dei nuovi padroni. Quanti ne abbiamo contati, in questi decenni.
Eppure, oggi, io non provo nei tuoi confronti acrimonia né desiderio di vendetta – e sì che ne avrei forse il diritto – per quel che ci avete fatto: la scomparsa della sinistra dalla politica italiana non è un fatterello senza importanza, come la Carfagna che forse diventerà ministra.
Intendiamoci: per quel che era diventata la sinistra italiana, forse meglio così. Non conta niente che le vostre facce scompaiano, conta invece molto che i veri valori della sinistra – per quel che fu – rimangano, perché senza quei valori non resta altro che un mondo globalizzato e potenzialmente suicida, incapace di comprendere il vicolo cieco nel quale sta correndo, che non ha sentore del muro che l’attende.

Penso che tu abbia bisogno di spiegazioni, perché non sei in grado di comprendere: d’altro canto – i sottufficiali del tuo partito e di quelli limitrofi – non mostrano d’aver compreso quel che è successo.
Non voglio tediarti oltremodo: rammenta solo che Diliberto attribuisce la sconfitta alla sparizione della falce e martello; sì, è lo stesso Diliberto che voleva portare in Italia la salma di Lenin. Oppure, un ricchissimo radical-chic campano, il quale non s’accorge che l’immondizia brucia nelle strade, che la diossina invade le mammelle delle bufale e continua a baloccarsi credendosi il ministro dell’Ambiente. Di balocchi, è morto anche quel tuo caporale – tal Ferrero da Cuneo – che doveva ripianare le ingiustizie sociali con un ministero della “Solidarietà sociale”, qualcosa a metà fra la “solidarietà compassionevole” di Bush e le dame di San Vincenzo.
Oggi – mentre i grandi “innovatori” del PD riscoprono i “governi ombra” di berlingueriana memoria – dalle tue parti s’afferma che “bisogna tornare nelle piazze”. Scusami la brutalità: continuate a non capire un cazzo.

Non vorrei partire da troppo lontano, ma è bene ricordare che tutta la logica marxiana non nasce da elucubrate affermazioni ideali, bensì dall’analisi dialettica della realtà. Non vado oltre.
Ebbene, quale realtà avete vissuto in questi anni?
L’ultimo “sussulto” da vera sinistra che ricordo fu la caduta di Prodi nel 1998: aveva promesso le 35 ore settimanali, non mantenne la promessa, lo faceste cadere. Non fa una grinza. Il bello (si fa per dire…) venne dopo.

Il primo strappo, lacerante, fra la sinistra italiana ed il suo elettorato fu il Kosovo: un insipiente ex segretario della FGCI – tal D’Alema da Gallipoli – per mostrare a Clinton che l’Italia era “alleato fedele”, non ebbe remore nel comandare agli AMX italiani di bombardare la Serbia. Attenzione: non si trattò del (pur discutibile) uso delle basi americane in Italia, bensì della cosciente compartecipazione alla criminale impresa, che oggi sappiamo non finalizzata alla liberazione od alla protezione di nessuno. I “beneficiari” di tale impresa furono i clan mafiosi albanesi comandati da quel Hashim Tachi, che sarebbe (il condizionale è d’obbligo) ricercato[3] per crimini di guerra dal Tribunale dell’Aia, con un particolare insignificante: oggi, è diventato Primo Ministro di uno stato che esiste solo sulla carta, ed i primi ministri non s’arrestano.
Tutta quella guerra fu una profonda ferita per la sinistra italiana: sul ponte Branko – a Belgrado – Michele Santoro intervistò un ex appartenente alle organizzazioni comuniste giovanili jugoslave, che parlava un buon italiano e conosceva personalmente D’Alema. «Cosa stai facendo, Massimo?» chiedeva incredulo. Non ebbe mai risposta.
Dopo, scoprimmo che due brigate islamiche organizzate da Osama Bin Laden avevano combattuto in Bosnia – le brigate Handsar e Kama – le quali portavano lo stesso nome delle due divisioni islamiche, inquadrate nelle Waffen SS, che combatterono i partigiani durante la seconda guerra mondiale.

La scimmia del Quarto Reich ballava la polka sopra il muro…" cantava De André in quegli anni e, a reggere la coda al Quarto Reich di Clinton e poi di Bush, c’era tutta la sinistra italiana schierata, in ordine di combattimento. Poco importa se qualcuno si chiamò fuori: Diliberto, Rizzo, Cossutta, Pecoraro, Mussi, Salvi e tutta la compagnia cantante oliarono – metaforicamente – le ruote dei nostri cacciabombardieri. I cosiddetti “pacifisti”: ma andassero…
Quella guerra sancì una tale frattura – nell’intera Europa – che, per la prima volta, i socialdemocratici persero la maggioranza alle elezioni europee del 2000. L’anno dopo, le perse il centro-sinistra italiano, e ci furono i cinque anni di Berlusconi.
Era proprio necessaria quella guerra? A rivederla a posteriori – ma già nel 1999 molti lo denunciarono – non produsse che nuove disgrazie, ed altre ne arriveranno – purtroppo – in futuro. La scelta italiana era obbligata? La Grecia – paese NATO – non concesse agli USA nulla, nemmeno l’uso del porto di Patrasso. L’Italia era poco importante? No, perché – a detta d’alti ufficiali USA – senza la collaborazione italiana la guerra sarebbe stata fortemente improbabile, giacché le basi appena acquisite in Ungheria non erano ancora in grado di sopperire alla bisogna.
Non commentaste quella guerra – lo ricordo – la dimenticaste in fretta, soprattutto nei pressi degli appuntamenti elettorali: un oscuro funzionario DS torinese si sbilanciò nell’affermare che le elezioni europee del 2000 erano state perse “perché gli italiani non avevano capito la fine della guerra nel Kosovo”. Probabilmente, a non capire, era qualcun altro.

Venne finalmente Berlusconi e trovaste un nemico da additare al “popolo di sinistra” il quale – bisogna purtroppo riconoscerlo – cascò in gran parte nell’inganno: c’è un “nemico”, è “ricco”, è “piduista”, è “fascista” od alleato dei fascisti. Una vecchia logica da guerra partigiana – affossiamo prima il nemico e poi vediamo cosa fare – ebbe il sopravvento: cinque anni persi senza comprendere che il mondo stava cambiando, e in fretta.
Quando riprendeste il governo, nel 2006, il “popolo della sinistra” italiano vi concesse l’ultima cambiale.

Già le prime avvisaglie non furono confortanti. Al posto di Boselli – all’Istruzione – un socialista che avrebbe almeno garantito un minimo di laicità nella povera scuola italiana, imposero Fioroni, il quale trascorse più tempo a visitare scuole private che pubbliche. Inoltre, continuò scientemente il lavoro di smantellamento della scuola pubblica iniziato dalla Moratti. Prova ne sia, che gli organici continuano ad essere tagliati e, la scuola italiana, scende ogni anno di un “gradino” nelle graduatorie internazionali. Comprendere che era necessaria una riforma complessiva, che prendesse atto del mutare dei tempi? No, i soliti “ritocchi” qui e là e tira a campare.
La scuola, però, è lontana e non tutti ne avvertono l’importanza.

Tutti gli italiani, però, fanno rifornimento di carburante: le uniche cose che siete riusciti a biascicare…dunque, sono state…no, non mi viene in mente niente. Silenzio assoluto. Viaggi in Kazachistan per conto dell’ENI di Prodi, laute prebende incassate sul prezzo dei carburanti e dai dividendi azionari di ENEL ed ENI. Vi siete accorti che il petrolio è arrivato a 113 $/barile?
E tutto l’ambaradan che prometteste sulle energie rinnovabili? Sarebbero i 200 MW lautamente sovvenzionati per il fotovoltaico? Quante installazioni d’aerogeneratori avete bloccato, finendo prigionieri delle stupidaggini “estetiche” propagandate – immaginiamo non solo per ragioni ideali – da un personaggio squalificato come Sgarbi?
Perché avete bloccato il piano eolico proposto dal precedente ministro Matteoli, che prevedeva l’installazione di 13.000 MW di potenza eolica di picco?
Perché la Spagna ha già in funzione la prima centrale solare termodinamica da 10 MW e l’Italia – nella quale il termodinamico è stato progettato! – non c’è ancora nulla?
Perché il ministro Bianchi – un ministro “comunista”! – comunicò, alla nomina, che avrebbe lavorato per realizzare le cosiddette “autostrade del mare” ed una forte impronta intermodale nei trasporti, e non ha fatto niente?
Perché il trasporto merci su ferro (non parliamo della TAV, ma delle linee esistenti) non è stato incrementato?

Perché, nonostante l’UE finanziasse al 50% le spese di progettazione ed al 10% i lavori per rendere nuovamente navigabile il Po, non avete fatto niente?
E qui, caro Fausto, entra proprio in gioco il tuo partito, perché – come risposta ad un articolo nel quale argomentavo proprio sulla navigazione interna, come avviene nei principali paesi europei – mi pervenne una risposta che devi spiegare. Mi giunse da un certo Marco Boffini, che non conosco, il quale assegnava al tuo partito proprio il merito d’aver bloccato i lavori per il collegamento fluviale fra Milano ed il Po. Eccola:

"Purtroppo questo canale avrebbe attraversato la pianura padana tagliandola praticamente in due e distruggendo molte aree agricole penalizzando le comunità locali. Per fortuna la costruzione di questo obbrobrio è stata abbandonata (grazie anche alla battaglia fatta da Rifondazione Comunista in Regione). Spero che lei non sia intenzionato a proporre la riapertura del progetto. E' giusto sistemare e potenziare ciò che già esiste, ma è assolutamente improponibile la realizzazione di nuovi canali, soprattutto nel territorio della pianura padana, così intensamente abitato e nel quale le realtà economiche locali sono strettamente connesse al territorio che, in presenza di un canale, riceverebbe un danno notevole."

Mi chiedo se i solerti amministratori di Rifondazione Comunista siano altrettanto pronti nel bloccare “raddoppi” autostradali od altre opere del genere. Per quel che mi risulta, un canale non è proprio un “obbrobrio”: in genere, è un luogo fresco, dove si può andare a pesca od a fare un pic-nic. Ti ricordo, inoltre, che una nave fluviale “toglie” dalla strada 80 autotreni e comporta l’impiego di circa un terzo del carburante, a parità di masse trasportate. In Provenza ne ho visto uno, in costruzione, nuovo di trinca, in Germania osservano una custodia maniacale per gli alvei dei fiumi. Meno male che in Italia abbiamo i solerti politici di Rifondazione, che s’oppongono a questi “obbrobri”.

Tutta la politica ambientalista del governo Prodi (sbaglio o c’eravate anche voi?) è stata un nulla di fatto: la ciliegina sulla torta è stata la crisi dell’immondizia in Campania, ma era una spada di Damocle che pendeva da tempo.
Inceneritori sì, inceneritori no? A qualcuno è passato per la mente che esistono anche altri metodi (oltre, all’ovvia raccolta differenziata) per smaltire i rifiuti? Qualcuno è andato in Israele – non per la solita visita a Yad Yashem – per osservare l’impianto di Haditha, che usa tecnologie nuove (fermentazione anaerobica con produzione di metano) a bassissimo impatto ambientale? Oppure, qualcuno ha interpellato il CNR – più precisamente il dott. Paolo Plescia – che ha progettato e realizzato il THOR (un impianto già funzionante in Sicilia), un progetto innovativo tutto italiano?
Lo sai che esistono altre, importanti innovazioni nelle tecnologie per i rifiuti, che nessuno di voi si è mai preso la briga di conoscere?
In Polonia, addirittura, con gli scarti di materiali organici hanno brevettato un sistema che ricava idrocarburi!
Potrei continuare per pagine e pagine, ma la sostanza è una sola: sul piano ambientale, avete deluso proprio i vostri elettori, che s’attendevano uno “scatto di reni” che non fosse la solita, ritrita polemica sul nucleare o l’acquiescenza ai desiderata di ENI ed ENEL, ossia petrolio e carbone. Con il risultato, che proprio i ceti meno abbienti si trovano salassati dai più alti costi energetici europei. Fallimento totale.

E veniamo all’apoteosi, ossia al peggio che siete riusciti a fare in soli due anni.
La notte del 23 Luglio 2007, come novelli carbonari, si sono riuniti i “vertici” del governo, dei sindacati, degli imprenditori – le cosiddette “parti sociali”, riedizione in salsa prodiana delle corporazioni di fascista memoria – le quali hanno steso una riforma del precariato che non ha migliorato di un’unghia la precedente stesura del centro destra. E sì che, in campagna elettorale, ne avevate detto peste e corna.
Poi siete riusciti a peggiorare la riforma Maroni sulle pensioni, perché la riforma Damiano richiede (dal 2012) un anno in più d’età e di contributi (62 anni e 37 di contributi) rispetto alla riforma del centro destra (61 e 36).
Molti lavoratori – paradossalmente – riceverebbero dei vantaggi se fosse ripristinata la riforma Maroni, il che è tutto dire. Dov’eravate?

Ecco, questo è il punto: non c’eravate, perché a quell’appuntamento – importantissimo per i lavoratori – non eravate stati invitati. Non c’era un solo rappresentante della cosiddetta “sinistra radicale”. Avete protestato, minacciato di far cadere il governo, almeno detto la vostra? No, ve ne siete stati buoni buonini nei vostri cantucci parlamentari – a 19.000 euro il mese – mentre ci toccava ascoltare il terribile dilemma, ovvero se Vladimir Luxuria dovesse usare i cessi degli uomini o delle donne. Ma, veramente, avete ancora la faccia di parlare?

Bisognava salvare il governo “per arrestare le destre”. Complimenti: risultato ampiamente raggiunto.
Non avete nemmeno compreso, poi, la ragione della caduta di Prodi.
Vi siete lasciati ipnotizzare dai richiami europei sulla necessità di rimettere a posto i conti pubblici, senza capire che i vostri voti servivano ai banchieri per salassare ancora di più i poveri italiani. Giunti ad un soddisfacente salasso, un tal Lamberto Dini – più che un “apprendista stregone” da Ceppaloni – ha tolto l’appoggio dei suoi tre senatori e Prodi è caduto come un piccione. “Piccionato” proprio da quei poteri bancari e dalle burocrazie finanziarie europee che sono l’espressione delle borghesie dominanti – uso per un attimo un linguaggio che dovrebbe esserti più familiare – e che vi hanno usato finché servivate, con le vostre boutade da palcoscenico di Luxuria e Caruso, con la pietosa messinscena di un Diliberto che consegna ad un cameraman sorpreso – ad una puntata di Ballarò – una proposta di legge per la riforma dei costi della politica. Perché non l’ha sbattuta sul tavolo di Prodi prima che il cosiddetto “risanamento” fosse giunto a conclusione?

Adesso vi lamentate del PD che vi ha “rubato” i voti: non considerate che avete perso circa due milioni di voti per pura e semplice astensione. Che fare?
Un piccolo consiglio – in qualche modo “leninista” – mi sentirei di darvelo, gratis.

Perché continuate a governare negli Enti Locali con il Partito Democratico? Se, per Veltroni & soci, avete “la rogna addosso”, perché governare con loro?
Comprendiamo che nel piccolo comune ci siano ragioni di opportunità spicciola, ma nelle amministrazioni regionali, provinciali e nei grandi comuni non si capisce perché quella “rogna” sia, tutto sommato, accettata.
Se le proposte politiche sono così distanti, come si fa a prendere decisioni comuni con personaggi come i sindaci di Bologna e di Firenze, che attuano oramai – in sede locale – la stessa politica liberista di Veltroni?
Invece di “scendere nelle piazze” – che, mi spiace comunicarvelo, sono per lo più deserte perché abbiamo capito che si va in piazza solo quando conviene ai caporioni sindacali per le loro carriere personali – perché non mostrate loro che, senza di voi, perderebbero centinaia di “succose” amministrazioni?
Se avete compreso la lezione, dovreste trarne le conseguenze: appena potranno, cercheranno “sponda” da Casini piuttosto che da voi. E voi rimarrete con la solita pippa.
Invece, mi sa che – passata la buriana – tornerete a parlarci di “rinascita” proprio partendo dai governi locali, perché sono oramai gli unici posti dove dei politici falliti come voi possono sperare di trovare asilo. Non saranno più 19.000 euro il mese, ma ci si può accontentare anche di 3.000: quando non si sa fare un cazzo, sono tutti soldi regalati. Come dite? Vi mancano i “cosiddetti” per farlo? Non avevamo dubbi.

Più che nelle piazze, dovreste forse visitare un po’ di più Internet, ma la cosa non vi piace.
Il sottoscritto – caro Fausto – non ha mai chiesto a nessuno di pubblicare i suoi articoli: semplicemente, sono stati i gerenti di vari siti a chiedermelo. La stessa cosa avvenne con il portale Web del tuo partito – Piazza Liberazione – e per alcuni mesi inviai anche a loro i miei pezzi.
Poi, prima dello scorso Natale se ben ricordo, il sito fu improvvisamente chiuso, senza fornire spiegazioni: cose che capitano, pensai.
Invece, qualche mese dopo, riemerse “privato” di tutti quegli autori che s’erano mostrati critici sull’operato del governo Prodi: anche all’auto-censura siete giunti!
“Depurata” da tutti gli autori scomodi, la rinnovata Piazza Liberazione è tornata ad occuparsi delle magnificenze di Cuba, di politica internazionale, e poco di un governo del quale era – oggettivamente – espressione critica, ma pur sempre espressione.

Questo è un punto importante: cercare di plagiare il Web, per i propri scopi, è il peggior investimento possibile. Sul Web il dibattito ambientale, quello sulla finanza e sulla teoria del valore, sui costi della politica, sull’organizzazione dello Stato – praticamente su tutto – è avanti anni luce rispetto ai vostri miseri antri di sedicenti innovatori. Vorreste innovare osservando il mondo attraverso la lente delle risultanze teoriche del marxismo, senza comprendere che l’analisi marxiana parte sempre dall’osservazione della realtà.
Un errore madornale, imperdonabile, soprattutto perché c’è bisogno di un dibattito serio sul futuro dell’umanità: dovremo sempre lavorare di più, consumare di più, fino a che l’eutrofia si trasformerà inevitabilmente in distrofia? Avete mai sentito parlare di teorie sulla decrescita?

No, purtroppo se ne parla nei libri e sul Web: voi – troppo impegnati ad occupare l’agorà televisiva – leggete poco e v’informate poco. Questo, soprattutto, è ciò che vi ha fatto perdere di vista la realtà, lo “scollamento” oggettivamente inevitabile.

Potremmo chiudere semplicemente con la preghiera per i defunti, ma sarebbe rischioso pensare che domani ci sarà già qualcuno pronto a ricevere il testimone della sinistra scomparsa. Proprio oggi, sul blog di Grillo, un lettore magnificava presunte doti “taumaturgiche” del miliardario genovese, per aver “azzeccato” con esattezza i nomi degli eletti.
Ho osservato il file (ufficiale) con le previsioni di Grillo e non c’azzeccava nulla. Il grande “santone” prevedeva 14 senatori per la Sinistra Arcobaleno e 12 per la Lega Nord: una “preveggenza” politica encomiabile.
Siamo curiosi di sapere cosa intesserà questa volta Grillo per il 25 Aprile, dedicato all’informazione, perché non ci sembra che si possa passar oltre al terremoto politico che c’è stato.
Se Grillo vuol continuare ad essere quel che è – ovvero un Masaniello elettronico – liberissimo di farlo, ma chi s’illude che da quelle istanze possa nascere una proposta politica efficace, a mio modo d’intendere s’illude, e pesantemente.

Gli spazi di discussione politica non sono più le piazze – dove migreranno, solinghi in cerca di claque, i Luxuria ed i Caruso – ma l’agorà di Internet. Qui, a mio avviso, s’è formata la (positiva) disillusione politica che ha condotto la sinistra italiana a dover prender atto del suo fallimento.
Qui, dovrà rinascere una nuova proposta: il processo richiederà tempo e riflessione. L’esperienza delle piccole liste – alcune con proposte nobili e credibili – è fallita perché a monte del voto c’è il dibattito: questa è una legge incontrovertibile del vivere sociale. Cambiano i mezzi e gli scenari, ma l’uomo continua ad essere un animale sociale, che ha bisogno del confronto per crescere e progredire. Senza confronto e discussione, nessuno t’affida un mandato.
E, in questo dibattito, sarà importantissimo il contributo che potrà portare la sinistra – senza trascurare certo altre istanze e tradizioni – “depurata”, però, del pessimo teatrino degli ignavi che ci ha mostrato nell’ultimo decennio. E’ morto il Re, viva il Re.

[1] “Mi saluti la signora Borrello”. E’ una battuta, diffusa, per tratteggiare il perbenismo piccolo borghese della città prealpina.
[2] “Suonano la marcia reale? Allora sta per passare il Principe!” Qui, invece, è l’anima sabauda della città a farsi viva.
[3] Si vedano, al riguardo, le dichiarazione del gen. Fabio Mini, che comandò la forza KFOR in Kosovo, reperibili facilmente sul Web.

23 commenti:

  1. Caro Carlo,
    e' sempre un piacere leggerti.
    Mi accomuna a te un'amara delusione da "uomo di sinistra" deluso, tradito e sconfitto.
    Sono convinto che Bertinotti abbia dolosamente dilapidato forse l'unica occasione per la sinistra di dire la sua in maniera fattiva (governando) e che per questo debba essere politicamente "giustiziato".
    Ti allego una lettera che ho mandato a dei miei vecchi (ormai, come me) compagni di scuola coi quali teniamo uno scambio di mail su vari temi. In particolare rispondo a chi mi accusa, essendomi astenuto, di aver fatto vincere il "nano-colluso" e di aver fatto sparire la sinistra dal Parlamento.

    Ti saluto cordialmente.
    Roberto Quaglia - Torino.

    "Comprendo il tuo sfogo, ma non lo condivido appieno.
    Innanzitutto se non ci fosse stato il nano colluso, ci sarebbe stato uolter colluso.
    I comunisti sono spariti per loro stessa ignobile colpa:
    io votai Bertinotti alle passate elezioni, non credendo a tutte le sue avvolgenti promesse, ma ritenendo che (con un minimo di coerenza) avrebbe potuto fare da contrappeso a sinistra (sociale) a una coalizione che vedeva (oltre al capo collusissimo Prodi-brodino-goldmansachs) Mafia-mastella e Dini-corrotto (altro che cum-ludere, giocare insieme, del colluso!).
    Lo abbiamo visto alle parate militari, votare per le basi americane, dare via libera ad ogni ignominia in senso "liberista" (per me ormai sinonimo di "schiavista della finanza") con la sua scusa meschina della stabilita'!!!!!
    Che vada affanculo lui e tutti i suoi stretti collaboratori (con i soldi che noi gli daremo fin che campa).
    Uolter? Avremmo dovuto (noi astensionisti) votare un ibrido spacca-sinistra/spacca-coglioni? Un Rutelli stempiato? Un ex- tutto quellochesipuo??? Io non ci ho pensato neanche un attimo.

    Abbiamo dato l'abbrivio al nano? Beh, se l'ha votato quasi il 48% degli elettori, evidentemente avrebbe vinto lo stesso. Si vede che ce lo siamo meritato (la Dell'aquila diceva sempre che il popolo ha il governo che si merita!).
    E poi Tremonti (ultimamente), ha detto cose molto, molto scomode (gli inglesi lo hanno "velatamente" minacciato!). Non credo che potra' mettere in atto qualche misura che ci coprira' dal disastro verso il quale il nuovo ordine mondiale ci sta "guidando", ma perlomeno ha detto qualcosa!
    Cosa cazzo ci doveva dire il fairplay di uolter??? O dovevamo votare mafia-cuffaro...(pardon, volevo dire Azzurro Caltagirone Casini)???????

    Mi spiace, ma senza un ricambio radicale (e quindi non indolore), questo Paese si avvia al declino inesorabile e disperato...

    Io non ho votato (e quindi non ho votato Lega) ma credo che l'incazzatura, la disillusione, il disgusto e soprattutto la paura portino a derive cosiddette "di destra". Cerco la sicurezza da chi (con il suo autoritarismo, in questo caso - e bada bene non ho detto autorevolezza) credo che possa darmela......

    Scusate per la sociologia da due soldi che ho palesato qua e la, ma il tema mi appassiona alquanto. Fatemi sapere dove ho sbagliato!

    Ciao a tutti."

    RispondiElimina
  2. Anonimo11:11 AM

    Caro Carlo,
    abbastanza scontata la scomparsa della pseudo-sinistra “radicale”, per i motivi che hai eccellentemente elencato, due elementi della situazione mi preoccupano particolarmente:
    1) sembra che agli italiani non importi poi molto che la situazione sociale, ambientale, politica ed economica stia andando a rotoli: segnali di protesta - non voto, voto comunista (quello vero), voto amministrativo agli amici di Grillo etc - non ci sono sostanzialmente stati e la gente si è recata a votare in massa e disciplinatamente Veltrusconi. Tu dici perché la protesta doveva essere preceduta dalla proposta/dibattito … sarà (vedi fine del mio commento)
    2) l’area del dissenso al sistema, oltre ad essere numericamente inconsistente, è alquanto frastagliata. Io personalmente non ho votato (come faccio ormai da anni), anche se sono stato molto tentato dal votare il PCdL di Ferrando: pur non essendo mai stato comunista, vedo che proprio oggi la sconfitta del capitalismo sia nei fatti, con la sua corsa alla distruzione di tutto ciò che tocca, sotto gli occhi di tutti (quelli che vogliono vedere). In casa comunista però le cose non sono chiare; Ferrando (0,7 %) sembra coerente, altresì sono interessato alle critiche che vengono ai comunisti “puri e duri” come lui da un sito come “Ripensare Marx” ispirato al prof. La Grassa (avevano, contrariamente a quello che pensavo/speravo, correttamente preconizzato che i comunisti “duri e puri”si sarebbero attestati allo 0,X %). Di questo sito mi interessano, anche se non le condivido, le critiche (mosse spesso a spada tratta) al movimento per la decrescita, accusato di un idealismo elitario (e sconclusionato), confinante a volte con la destra becera (sarà per la presenza di pensatori come de Benoist, che non mi sembra sia un becero fascista, anche se con trascorsi di destra?): eppure una decrescita consapevole è d’obbligo, lo dicono semplicemente le leggi fisiche. Ci sarebbe poi, sempre in casa (ex) comunista il pensiero del prof. Preve ovvero di Badiale e Bontempelli, e chi più ne ha più ne metta.

    Sono abbastanza pessimista per il futuro; il Web è avanti anni luce dal dibattito politico, ed è vero. Ma è pur vero che i partecipanti a questa agorà sembra che attualmente si contino nell’ordine di non più delle decine, ad esclusione del Grillo-Masaniello, che trascinerà migliaia di persone e nelle piazze reali e in quelle virtuali ma che vediamo comunque la fine che ha fatto (Simonetta Monti, comune di Roma, 3,5%).

    Un saluto

    Alfredo

    RispondiElimina
  3. Una critica impietosa, ma certo più umana e utile della strisciante e ironica benevolenza del sempreverde Vespa, che dev'essersi divertito un mondo.
    Ricordo ancora qualche giorno fa, alla viglia delle elezioni, di come Bertinotti accarezzasse il pensiero (su imbeccata dello stesso Vespa, se non ricordo male) di passare ai posteri come "padre nobile" della sinistra italiana.
    Un padre nobile vestito di cachemire, che ama i salotti, l'erudizione, la raffinatezza, lo stile, la verbosità forbita. Che spiegando ai suoi una "gaffe" di Berlusconi (che dice ad una ragazza che si lamenta delle difficoltà di sposarsi da precari di scegliersi invece un marito ricco), parla di una distorta "weltanshauung", uno splendido termine tedesco che si traduce grosso modo come "visione del mondo", che però lo rende incomprensibile al 98% delle persone che lo ascoltano.
    Penso che questo fatto sia sintomatico del suo errore di fondo: dilettarsi nella forma perdendo di vista il buon senso e la sostanza. L'essenza della politica non è parlare dei problemi, ma risolverli. Spesso per farlo è necessario parlarne, ma se alle parole non segue nulla la politica è vuota, insapore, un puro (e dispendioso) esercizio dialettico.
    Votai Rifondazione Comunista per sostenere le tesi di sinistra nel passato governo Prodi, ma i risultati sono stati non solo deludenti, ma frustranti, e hanno riempito di rabbia e senso di impotenza tanti elettori.
    Senza parlare della campagna elettorale: "abbiamo avuto il merito di sostenere fino alla fine il governo Prodi", "abbiamo sbagiato, ora ripartiamo dall'opposizione"... Oddio, che entusiasmo...
    La vanità, la vacuità di un filosofeggiare erudito ma sterile, le alte cariche e le lusinghe di Vespa e del mondo che il suo "giornalismo" rappresenta si sono rivelate un veleno mortale, somministrato in un dessert squisito.
    Non sono bastati anni di lotte e impegno politico per riconoscere quel vecchio, dolce inganno del potere e del prestigio, che ha accecato e traviato tanti idealisti di fronte alla prova dei fatti.
    Vorrà dire che al posto di un "padre nobile" della sinistra italiana bisognerà accontentarsi di un "nobile incapace idealista di sinistra".
    Peccato, speriamo che serva di lezione ai posteri.
    Bye bye
    Simone

    RispondiElimina
  4. Nel 2006 ho votato Prc. Senza grande entusiasmo, in parte dissentendo dalle posizioni politiche del Prc: troppa enfasi sui diritti civili, poca sul lavoro, il fisco e l'ecologia, praticamente nessuna politica estera, a parte la retorica dei diritti umani e un generico pacifismo.
    Capivo inoltre che il Prc, partecipando a un governo di coalizione, poco o nulla avrebbe potuto nei riguardi della politica estera delle "missioni di pace", e avrebbe dovuto scendere a patti.
    Ma, appunto, scendere a patti, che fino a prova contraria significa cedere su qualcosa, per avere in cambio qualcos'altro!
    Tanto per fare un esempio: "noi votiamo le cosiddette missioni di pace (anche se non le condividiamo), e voi (voi Prodi, Padoa Schioppa, Dini e compagnia bella) le pensioni non le toccate, e mettete in cantiere dei provvedimenti per smussare fortemente il disagio prodotto dalla legge 30.
    Se non siete disposti nemmeno a questo, allora i voti li andate a chiedere a Berlusconi.
    Se ci state tanto meglio." So bene che non poteva comunque durare cinque anni, ma magari un altro anno si poteva andare avanti, e poi, preso atto delle incompatibilità, immaginare nuovi scenari.
    Invece non hanno chiesto niente di niente: con la parziale eccezione di Turigliatto hanno votato le missioni di pace e il protocollo sul welfare, la modifica alla legge sulle pensioni e alcuni ritocchini alla legge 30 che non rappresentano altro che maquillage, ma in compenso hanno battuto il pugno sui diritti delle coppie di fatto e delle coppie gay, come se questo costituisse un punto qualificante del programma di governo. Facendo un buco nell'acqua anche su quello, naturalmente.
    Si sono comportati come dei mendicanti entrati non si sa bene come in un salotto elegante, e timorosi di essere cacciati via se sorpresi ad allungare le mani per prendere una tartina o un salatino.
    E quando il salotto si è chiuso per tutti, e si è andati a finire alle elezioni anticipate molto prima di quanto previsto, hanno strattonato Veltroni e lo hanno pregato in ginocchio per farsi concedere un apparentamento. Ma Veltroni mica è scemo: ha capito la condizione di debolezza in cui si trovavano, e che era il momento buono per dargli la zampata finale, e così ha fatto.
    Ora, io capisco che fare i comunisti nel 2000 non sia facile. Capisco anche che fare i comunisti al governo sia ancora meno facile, specialmente quando si è sotto al 10%. Ma c'è modo e modo di perdere. E Bertinotti e compagni hanno perso senza dignità. Dando l'impressione di non credere più in niente, ormai.
    E allora facciamo a capirci, signori belli: io ho già tanti problemi per conto mio, e devo darvi il voto per i cazzi vostri? Eh no.
    Quest'anno ho annullato le schede delle elezioni politiche. E il fatto che la Sinistra Arcobaleno non entri in parlamento non mi sorprende più di tanto. Ormai erano diventati irrilevanti, e hanno avuto quello che si meritavano.
    Mi si dirà che c'erano delle altre liste comuniste. Ma non mi sembra che fossero meno irrilevanti. Ormai anche i meno compromessi, come Marco Ferrando, sono custodi di una tradizione morta. Un po' come a destra Roberto Fiore e la sua Forza Nuova. Sono più morti loro dei cattolici tradizionalisti. Continueranno a esistere a lungo, probabilmente, ma esistere da solo è un po' poco.

    RispondiElimina
  5. Vedo che abbiamo fatto all'incirca le stesse scelte, e con motivazioni ed analisi pressoché identiche.
    Interessante la duplice anima di questa sinistra - il "colto" tedesco di Bertinotti e le becere incomprensioni della realtà - che si fonde in un tutt'uno senza sale e pepe. Giustamente, divenuto "rottame della storia", per usare un termine assai abusato dal marxismo.
    Non vedo, dopo queste elezioni, grandi entusiasmi: bisognerà lasciar decantare la situazione per qualche tempo, fin quando Berlusconi non si troverà ad affrontare le contraddizioni della sua coalizione che sono, a parer mio, più di quelle che possiamo sospettare.
    Il cosiddetto "federalismo fiscale" - che per la Lega è irrinunciabile - comporterebbe uno spostamento di ricchezza approssimativo del 10$ dal Sud al Nord.
    In altre parole, i 1500 euro odierni diventerebbero 1650 per il lavoratore del Nord e 1350 per quello del Sud. Come sarà impostato, poi, non importa: gabbie salariali o benefit, la sostanza è quella che conta.
    Vedremo come se la caverà con la TAV e gli inceneritori: una grande incognita è rappresentata dalla CGIL, che si trova in parte senza referenti ed in aspra competizione con la CISL all'interno del PD.
    E' un argomento interessante, che varrà la pena d'essere approfondito.
    Lasciamo che le bocce si fermino, poi vedremo cosa si potrà fare.
    Saluti a tutti
    Carlo Bertani

    RispondiElimina
  6. caro carlo,

    uno sfogo personale...se mi concedi.

    trovo personalmente che la vittoria di berlusconi fosse scontata sin dalle prime polemiche interne prevedibili dagli esiti della maggioranza "sexy" di prodi.
    alla luce di ció, trovo, forse controcorrente, che in queste elezioni abbia davvero vinto il paese: i sinistri da salotto non siedono piú in parlamento, saranno costretti a una profonda autocritica e ad un radicale rinnovamente, se vorranno tornare a rappresentare qualcuno.
    l'incoerenza alla lunga non puó pagare: nemici del papa in occidente, superamici del povero-proletario fondamentalismo in medioriente, in salotto televisivo e non da mane a sera, e poi non difendono i lavoratori, ed avallano riforme di pensioni criminose, loro che tanto ne hanno piú di una, e sulle loro tavole non mancheranno mai il brunello docg e l'aragosta.
    verdi che mandano rubbia a sviluppare e far funzionare il fotovoltaico in spagna, inutili battaglie per minoranze -come i gay, che , col massimo rispetto, ho tanti amici gay, non sono la prioritá in un paese allo sfascio
    -le coppie di fatto (gente che pretende diritti coniugali senza adempiere ai doveri)

    o orridi avalli di roba come l'indulto.

    mi sembra che, data per buona da tempo la vittoria di berlusconi, la scrematura dal parlamento di ricattatori e salottieri come pecoraro (non posso non chiamarlo pecorino) scanio, bertinotti, diliberto, giordano, storace, santanché, boselli etc etc non possa che essere un bene per tutti.

    dopo averli visti mettere exbrigatisti appena usciti di galera a fare i portaborse alla camera e al senato...

    dopo la figura di bertinotti a annozero, dove sorrideva bonario mentre tremonti (tremonti!!!) parlava di un eccessivo primato dell'economia liberista nelle societá di oggi (illuminati a parte)...

    mi sembra che se la sinistra non fa la sinistra, non ci sia alcun motivo di votarla

    ps: sapevi che a roma i"destri" di storace hanno mandato decine di extracomunitarii ad affiggere i manifesti "un mondo senza extracomunitari é possibile"

    niente, solo uno sfogo, quasi contento, forse

    buon lavoro con italianova.org

    RispondiElimina
  7. Anonimo10:54 AM

    Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  8. Anonimo3:18 PM

    Caro collega,

    Francamente non mi aspettavo che la sin. arcob. venisse 'silurata' in questo modo, e devo ammettere che non mi dispiace. Una sinistra che è più a destra di una destra mi sembra alquanto ridicolo...
    Ho avuto la grande fortuna di fare un pò di viaggi in Europa e ahimè ho dovuto constatare che solo in Italia non si usano gli aerogeneratori perché sono (a parere di alcuni) 'brutti' (Sgarbi), o perché influiscono sulle rotte degli uccelli (Verdi). Cosa aspettiamo a fare una SERIA azione per contrastare il caro petrolio e soprattutto ridurre le emissioni di CO2? Veltroni ha parlato credo UNA volta di energia e lo ha fatto parlando vagamente di centrali atomiche di4a generazione che saranno pronte, credo, nel 2026... (Comunque,visto che ha vinto il Nanoinfame non è un suo problema).
    Ora arrivo al punto: dove pensa di andare una corrente politica 'forte' come il PD o anche tutta la sinistra,se non ha ben chiara una materia così importante per i cittadini come l'Energia?

    Con affetto,

    René.

    P.S. ma che cosa sono gli avvisi 'please see here?' presenti ogni tanto nel tuo blog?

    RispondiElimina
  9. Anonimo3:26 PM

    Caro Carlo,
    Analisi impeccabile.
    Sul possibile ruolo della blogosfera credo si debba distinguere tra dibattito e azione politica.
    Il punto chiave riguarda il passaggio dalla formulazione mediante dibattito (delle idee) all'attuazione (di un programma), passando, per l'inevitabile momento del conflitto politico.
    Per ora sulla blogosfera il dibattito è piuttosto vivace, ma come passare dal dibattito all'azione?
    Il dibattito risponde a un logica, se mi passi il bisticcio, dialogica, l'azione politica a una logica amico-nemico. Tuttavia molti commentatori, noto, continuano a ragionare in termini di opposizione archetipica destra- sinistra. Di qui, credo, la difficoltà di individuare un nemico (comune) e passare dal dibattito all'azione politica.
    Un caro saluto,
    Carlo

    RispondiElimina
  10. Caro Carlo,
    io ho visto una tenue luce da queste elezioni. Ho visto che, benchè la legge elettorale fosse terribile, benchè i giornalisti fossero tutto fuorchè obbiettivi, benchè destra e sinistra camminassero a braccetto, noi Italiani una scelta l'abbiamo fatta. Abbiamo cambiato qualcosa. Abbiamo "mandato a casa" qualcuno.
    D'accordo, abbiamo ancora Berlusconi, piuttosto che Veltroni e i mille indagati, ma comunque qualcuno di quelli ritenuti "incollati" alla poltrona ha preso il volo!. E' un segno, forte...insomma NOI ci siamo!

    E adesso abbiamo un governo. Che ha tutte le carte per fare e nessun alibi per NON fare.
    Io penso che sia un inizio. Berslusconi resterà lì per 5 anni e poi avremo la possibilità di scegliere ancora, sapendo che comunque qualcosa la possiamo ancora cambiare.

    RispondiElimina
  11. Anonimo9:54 PM

    Caro Carlo, seguo volentieri i tuoi articoli, ho letto l'ultimo articolo su bertinotti, condivido, a parte il passagio su Grillo, Grillo è un comico, qualche volta esagera, avrà pure i soldi, ma non sarà mai un politico, sono 30 che milito in un partito di sinistra e per sapere certe verità, ho dovuto ascoltare Grillo. se vogliamo fare i conti, allora prendiamo i "compagni", quanti soldi hanno rubato dalle tasche degli Italiani? (i loro stipendi). Peccato che non siamo "Giapponesi", avremmo potuto assistere ad un suicidio di massa!!Siamo italiani....
    saluti
    Francesco

    RispondiElimina
  12. Ciao Carlo
    articolo stupendo
    Come sai il mio blog è sempre a tua disposizione
    jurij
    http://www.fahrenheit451.splinder.com/
    A presto

    RispondiElimina
  13. Questa sera, ascoltando Diliberto, mi è venuta un'ispirazione.
    Diliberto parlava della necessità di rimettere assieme tutte le varie "sigle comuniste" e accorparle in un unico partito, un po' come era per la vecchia Rifondazione Comunista; un bel simbolo rosso, suppongo, con i tanto rimpianti falce e martello e con i vecchi compagni ancora attaccati alla sopravvivenza politica dopo le tragiche vicissitudini elettorali.
    Un rimpasto, una bella riverniciata, e via! Con un lungo governo Berlusconi di mezzo forse "i nostri" si scorderanno delle nostre Prodi inerzie e, presi da una nostalgia irresistibile, ci sosterranno ancora tra 5 anni.
    La mia ispirazione va nella direzione opposta rispetto alla soluzione di Diliberto: togliere le sigle e unire idee e persone, cercando di eliminare le solite contrapposizioni inutili e dogmatiche del tipo "io sono meglio di te" ecc.
    Insomma, raccogliere le proposte più interessanti (di destra, sinista, centro o senza sigle particolari), discuterle, elaborarle, cercando di calarle nella realtà concreta e tradurle in soluzioni semplici ed efficaci che vadano nella direzione del bene comune.
    Tutto questo senza bandiere, senza simboli, senza ideologie, solo buon senso e tanta volontà di superare il pregiudizio del diverso e delle tifoserie varie, che hanno trasformato la politica italiana in una lite costante tra zitelle acide senza argomenti.
    La dialettica (intesa nel senso di scontro costante tra le diverse parti in gioco per ottenere vantaggi, privilegi e consensi) lascerebbe spazio al dialogo, dove le diverse parti cercano di capirsi, venirsi incontro e costruire assieme qualcosa di buono.
    Pensate: nessuno che vince le elezioni, ma servizi efficenti, città pulite, soldi in tasca, possibilità di viaggiare e rilassarsi, senza la tensione costante di chi vede nell'altro il proprio nemico. Basta con i vari "abbiamo vinto noi!" e "gliela faremo noi vedere alle prossime elezioni!" che non fanno che abbruttire e impoverire le nostre anime e le nostre tasche.
    Pensate a quanto sarebbe più utile remare tutti nella stessa direzione piuttosto che tirare sempre e solo acqua al proprio mulino.
    Le soluzioni migliori si affermano e si rafforzano da sole, con il contributo di tutti coloro che vogliono partecipare costruttivamente, ma occorre cercare di superare i propri complessi di inferiorità e gli egoismi.
    L'egoista non vuole stare bene, vuole dimostrare di essere migliore di qualcun altro, vuole vincere, vuole essere il primo. Spesso, per ottenere l'illusione di una vittoria, è necessario sacrificare molto, come il proprio benessere psico-fisico, l'onestà, il benessere dei propri concittadini, la propria umanità...
    Il mio augurio ad Italianova è quello di lavorare ad una politica aperta a tutti, non ad un nuovo partito che vinca le elezioni. Se emergerà che creare un partito sia il male minore, ben venga il partito, ma credo che una democrazia sana debba unire, non dividere. Dividere, creare un nemico o una contrapposizione costante, va bene per le dittature subdole (ricordate il "divide et impera" della "pax" romana? Una pax nello spirito di alcune moderne missioni di pace...)
    Bye bye
    Simone

    RispondiElimina
  14. Mi sembra, cercando di raccogliere un po' le idee, che chi legge non è stato poi così sorpreso dal crollo della sinistra. Fa addirittura pena, in questi giorni, leggere i loro appelli per una "nuova unità", rivolti a "tutti le compagne e compagni": sembra d'ascoltare un richiamo nella foresta del 1950. Sono fuori tempo massimo.
    Il "Che fare" è il solito problema.
    Carlo Gambescia pone un problema che potremmo definire di "salto di qualità" nell'analisi e nel dialogo politico, che trascenda proprio la storica dicotomia destra/sinistra.
    Senza quel salto, niente può avvenire: addirittura, oggi, la Lega si trova ad essere investita di responsabilità politiche che prima erano della sinistra, e se ne dovrà fare carico (si veda la risposta a Montezemolo).
    Dunque, in qualche modo la realtà ha già superato l'analisi.
    Sulla necessità d'identificare un "nemico" (lo metto fra virgolette, perché il termine mi fa un po' paura)la soluzione passa attraverso il dibattito. Prima la definizione di una piattaforma di riforme (io direi "epocali"), poi la linea di demarcazione fra chi le appoggia e chi le contrasta, quindi la definizione, chiara, del "nemico".
    Il problema è il tempo.
    Abbiamo una pessima percezione del tempo, figlia della società dello spettacolo.
    Ciò che dico oggi, domani è già vecchio: dimentichiamo che il prezzo della pasta o della benzina sarà carissimo anche domani e dopodomani.
    Da qui partire, battendo sul chiodo giorno dopo giorno: a ben vedere, la stessa prassi della sinistra quando era ancora sinistra, ossia parlare, comunicare, convincere sul territorio.
    Oggi, il territorio è il Web: il miglior rapporto qualità/prezzo dell'informazione politica si ha sul Web. Certo, come afferma Alfredo c'è disaffezione, ma c'è anche perché non c'è spazio dove il dissenso diventi proposta.
    Da qui, l'esigenza di Italianova, che non sarà un semplice sito in più, ma un servizio, a disposizione di chi vorrà partecipare alla costruzione di una proposta politica.
    Tutto in chiaro, tutto alla vista di tutti: in questo, Grillo ha ragione.
    Sarebbe utile iniziare a meditare - questo è un invito - a cosa può fare ognuno di noi. Alcune persone ci sono già, ma sarebbe bello che chi scrive su questo blog facesse parte della futura redazione.
    Purtroppo, alcune mie vicissitudini personali hanno portato a dei ritardi, ma anche qui il tempo è galantuomo: se Italianova partirà fra un mese - faccio un esempio - avrà già chiaro il contesto politico nel quale lavorerà nei prossimi anni.
    Contiamoci.
    Carlo Bertani

    PS: le strane comparse di questi messaggi "see here" sono una trovata dei blogger americani, una sorta di spam. Quando un blog supera una soglia di visite, hanno qualche marchingegno informatico che imposta un collegamneto automatico. Quando trovo il tempo, ogni tanto, li cancello.

    RispondiElimina
  15. Anonimo12:01 AM

    Caro Carlo,
    non cè da meravigliarsi che sia finita così, ma li hai visti in faccia? Veltroni (il nuovo?), Bertinotti (che parlava di lavoratori e poi se la faceva con i salotti romani, portava lo spirito proletario!), Diliberto, Giordano, ecc (sinistra radicale).
    Cosa hanno fatto in due anni di governo? Hanno ridotto qualche privileggio (della casta)? Parlavano bene è razzolavano male.
    Io vivo in Svizzera e ti assicuro che vedere la situazione italiana (la pseudo sinistra), dall'esterno, cè da star male, vedere questi statisti "porta a porta" con quel viscido di Vespa...
    Mi è venuto un dubbio (non da adesso), che la sinistra sia "masochista)? Io sono SOCIALISTA (cerco di comportarmi coerentemente), però questa volta non ho votato per loro.
    Come ho scritto (l'altra volta), se fossimo Giapponesi, cì saremmo liberati di loro (un bel suicidio collettivo), così avremmo (anche) risparmiato diversi soldi, purtroppo (ho paura)che dovremmo pagarli lo stesso!!!
    Io comunque resto Socialista (essere socialista voul dire viverci quotidianamente).
    Oggi leggevo un testo sulla chiesa cattolica, su cosa dicevano i "padri" della chiesa? Non è che la sinistra Italiana abbia copiato da loro? Mi ricordo la prima uscita di dalema (da presidente del consiglio, da nessun cittadino votato) che è andato a baciare il colo al papa (polacco). Da socialista, sto con GRILLO.
    Cordiali saluti.
    Francesco

    RispondiElimina
  16. Mmmmm...
    Ancora trambusto nelle schiere comuniste. Oggi Giordano è stato messo in minoranza, assieme alla proposta (a mio avviso sensata) di creare una costituente per formare un'entità politica nuova, in cui chiunque potesse esprimere e valorizzare il proprio parere, senza la classica gerarchia dei partiti (con segretari e sottosegretari vari ecc.). L'idea, anche se di per sè un po' fumosa e disarticolata, poteva essere interessante. Un partito, insomma, organizzato sulla base degli stessi principi che propugna - comunista, insomma, anche nella struttura interna, e non solo nella proposta elettorale, se non ho capito male.
    Ha vinto invece la linea Ferrero, che vorrebbe rimettere in carreggiata il vecchio carrozzone di Rifondazione Comunista dopo la brusca sbandata elettorale.
    Bertinotti non pervenuto.
    Anche se idealmente apprezzo di più la linea di Giordano, penso che sia più importante il COME si svolgeranno i lavori di rinnovo o restauro, piuttosto che le dichiarazioni di intenti (che purtroppo, come abbiamo avuto modo di osservare negli anni, non sono sufficienti a cambiare le cose).
    Vorrei anche aggiungere una nota, che spero sia condivisa anche da chi, come me, ha fatto un bilancio molto negativo sull'operato (o piuttosto sulla paralisi) delle sinistre al governo.
    Le aspre critiche rivolte ai vari esponenti dei partiti non sono una condanna alle persone in quanto tali, ma piuttosto a come hanno agito nel ruolo di governanti. Può sembrare una distinzione oziosa, per me invece è assai importante. Penso sia crudele condannare una persona perchè ha fatto degli errori, è però utile cercare di capire che cosa è andato storto, anche attraverso un'analisi spietata e terra a terra degli eventi.
    Personalmente provo dispiacere per Bertinotti, che dopo lo choc elettorale non si è presentato anche solo per dare l'addio ai suoi. Mi dispiace anche per Giordano, che non è riuscito a dare forza alla sua proposta politica, e che per altro non mi è mai sembrato così a proprio agio tra i seggi del parlamento, le poltrone di Vespa e di fronte alle telecamere dei TG, forse perchè sapeva di non aver reso un buon servizio ai suoi elettori.
    In un giudizio a 360 gradi, la buona fede e l'onestà di una persona, dal mio punto di vista, sono assai più importanti dei risultati che raggiunge, siano essi apprezzabili o meno. Non tutti sono nati con le stesse doti e attitudini, e capita, spesso, che chi se la cava bene in un ruolo, in un periodo, se la cavi male in altre circostanze. Niente di male, l'importante è fare un bilancio oggettivo e aggiustare il tiro.

    RispondiElimina
  17. Tornando al discorso di Italianova... ma è proprio così imprescindibile "definire" dei nemici? Io più che di nemici, parlerei di sfide...
    Ad esempio, se voglio far sì che i dipendenti di un'azienda partecipino agli utili dell'azienda stessa, la sfida verrebbe probabilmente dalla confindustria e dai grossi azionisti di quelle aziende che staccano ricchi dividendi (quindi dai media, da molti partiti ecc.)
    Anche qui dipende molto da COME ci si muove: ad esempio, dando minimi bonus salariali ai dipendenti ma trasferendo su di loro il rischio d'impresa e le sfighe congiunturali, si troverebbe subito l'appoggio di quegli stessi soggetti che prima si opponevano, e (forse...) l'opposizione dei sindacati e di alcuni soggetti politici.
    Con una via di mezzo sarebbe forse raggiungibile un compromesso utile, che non crei troppi attriti di qua e di là e che avvicini il tessuto produttivo ai tanti salariati demotivati che circolano oggi, allo stesso tempo aumentando la produttività e alleggerendo lo stress dell'imprenditore, su cui ricade tutto il rischio di impresa (che comunque finisce per toccare anche gli stessi lavoratori, attraverso tagli al personale ecc.)
    Ora la sfida sarebbe: avvicinare il lavoratore al lavoro che svolge, ma cercare di fare ciò in modo intelligente e vantaggioso per tutti.
    Questo genererebbe entusiasmo e fiducia, di cui beneficerebbero tutti, si tratta solo di procedere nel modo giusto, in modo da rendere chiari e reali i vantaggi per tutti gli interessati.
    Ascoltare tutti, insomma, senza i soliti luoghi comuni che gli imprenditori sono tutti dei ladri sfruttatori e che i dipendenti sono tutti degli imbecilli scansafatiche.
    Il punto fondamentale è questo: più si ragiona in termini dialettici (ovvero di scontro tra le parti), più si finisce nei soliti stereotipi, che si autoalimentano in un circolo vizioso. Più si genera rispetto reciproco, fiducia e collaborazione, più le persone tendono a dare il meglio di sè.
    Ci sarà chi comunque non vorrà sentir ragione, ma se resterà in minoranza si adeguerà al cambiamento, e magari, dopo averne sperimentato i benefici, da "nemico" si dimostrerà un buon alleato per progetti futuri.

    RispondiElimina
  18. Ciao Carlo,

    molto bella l'analisi che fai nel tuo articolo.
    Ti scrivo commentando l'unico passaggio in cui non sono d'accordo, cioe' quello su Grillo. Non che io voglia fare l'apologeta, ma al momento mi sembra quello che fa le battaglie sui temi piu' importanti.

    Le previsioni sui parlamentari eletti non credo avessero intenzione di essere profetiche, ma semplicemente di evidenziare lo scandalo dell'attuale legge elettorale a liste bloccate, per cui molti candidati erano pressoche' certi di essere eletti.

    A parte questo, vorrei capire meglio cosa non condividi in Grillo. Aldila' delle singole iniziative, non le appoggio tutte ovviamente, mi sembra cruciale la richiesta di una democrazia parteciapata, senza l'intermediazione di politici di professione e con il coinvolgimento dei cittadini. Le liste civiche di cui si e' fatto sponsor mi sono sembrate un ottimo segnale, anche se sospetto siano ancora in una fase dilettantesca.

    Da un punto di vista culturale e' in linea con il superamento delle categorie destra/sinistra, come auspicato tra gli altri dal filosofo torinese Costanzo Preve, che tu forse conosci, e questo mi fa ben sperare.

    Insomma, trascurando alcuni eccessi Grillo mi pare sulla strada giusta, e per questo vorrei sapere cosa ti rende scettico.

    Con stima
    Matteo Salardi

    RispondiElimina
  19. Mah, Simone, ho parlato di "nemici" tanto per riprendere il concetto un po' "forte" di Carlo Gambescia. In realtà, si tratta di definire un progetto e chiarire chi sta da una parte oppure dall'altra. Se fossi io a stabilire il progetto (a parte che non penso d'esserne in grado) sarebbe comunque soltanto la mia sparata. Italianova servirà proprio a questo: dialogare, ma poi decidere. E con questo chiarisco la mia posizione su Grillo. Non so, come affermano alcuni, se sia in combutta con poteri forti e/o economici: la cosa non m'interessa. Quando si fa politica, s'agisce in termini politici. Quello che, purtroppo, devo constatare è l'assenza (in termini politici) di un percorso politico da parte di Grillo. Tanto spontaneismo, tanti "vaffa": e poi? Di più: perché ha tolto il suo appoggio a Beha e Veltri (il quali, mi assicurarono che - de visu - l'appoggio era stato dato alla Repubblica dei Cittadini)? La stessa cosa avvenne con Montanari e con il "Bene Comune". Che gioco gioca? Perché non appoggia chi, sostanzialmente, porta avanti le stesse idee? Lo faccia lui, direttamente, ma se ne guarda bene. Un inizio le liste civiche? Io direi una fine, perché fra un mese nessune le ricorderà più.
    Altra cosa è partire proprio da Preve, Tedeschi, De Benoist, con un percorso senz'altro più lungo ed accidentato, ma che potrà fornire solide basi politiche.

    RispondiElimina
  20. Be', dal mio punto di vista le tue "sparate", Carlo, non sono niente male, tanto più che spesso sono sostenute da una serie di fatti.
    Ho avuto modo di leggere parecchi tuoi articoli su questioni reali, affrontate in modo decisamente pragmatico e realistico.
    Penso alla proposta di ripristinare una rete idrica che favorisca il trasporto merci via acqua (piuttosto che fare un buco in una montagna da 20 miliardi di euro, v. TAV), al discorso sulla competitività dell'eolico, alle possibili modalità di utilizzo e riciclo dei rifiuti ecc.
    Se da un lato apprezzo lo spirito democratico di Italianova, dall'altro mi piacerebbe che fosse coordinato e guidato da uno che "le spara giuste". Questo non significa che non debba esserci discussione, dibattito e scambio di idee -- si imparano un sacco di cose dal confronto con gli altri. Però se poi si tratta di muoversi, occorre che una persona o un ristretto gruppo di persone prenda in mano un progetto e lo porti avanti.
    Non lo dico solo a te, ma a tutti quelli che leggono e vorranno partecipare alla discussione. C'è un momento per le discussioni e uno per agire: quando si tratta di agire è pressoché inevitabile delegare una o poche persone per presentare e sostenere un progetto, altrimenti la discussione sarà solo una serie di sfoghi personali o poco più.
    E' significativo il fatto che la stessa Rifondazione Comunista non voglia o non possa dare una struttura più egualitaria e "comunista" (ovviamente non mi riferisco al comunismo storico, ma a quello ideale/utopico) alla sua organizzazione interna come partito.
    Dal web sono arrivate tante di quelle critiche e insulti alla cosiddetta "casta", che oggi la sola idea di vestire i panni del politico sembra essere uno schiaffo alla volontà e alla "spontaneità" popolare, un modo furbo per campare nel lusso alle spalle altrui. Se questo è vero forse per il 90% della nostra attuale, sonnacchiosa classe dirigente, le generalizzazioni portano spesso a buttare l'acqua col bambino, e a cestinare a priori il lavoro di quei pochi che si impegnano davvero e non raccontano belle balle alla gente.
    Se fossimo in 6 sarebbe già difficile mettersi d'accordo, ma essendo che siamo 60 milioni di italiani, e dobbiamo coordinarci bene con gli altri 6 miliardi di persone di questo mondo...
    Non dobbiamo attaccarci alla sciocca illusione di liberarci dei politici per fare politica, abbiamo solo bisogno di buoni rappresentanti che portino avanti dei progetti sensati, in maniera efficace e trasparente.
    Per avere una sia pur minima speranza che questo avvenga, però, occorre un generale oppure una coalizione di gente determinata che trovi larghi consensi. Se il general Bertani non ci piace, allora, sarà bene che Italianova riesca ad unire le tante "voci nel deserto" di tanti bloggers, movimenti e partitini. Sarà dura, ma penso sia l'unica speranza reale per cambiare le cose.

    RispondiElimina
  21. Ciao Carlo,
    da tempo ti seguo, sia su disinformazione che sul blog.
    Mi scuso innanzitutto, per la mia semplicità della visione delle cose, ma mi piace ancora guardarla come fà un bambino, mi apre visuali della più fantasiosa realtà.
    A mio modesto parere, credo che la sinistra sia fallita, oltre che per i motivi che racconti tu sopra, ma anche per una specie di complicato complotto tra i "Re" nel "reame".
    Credo che la diffusione dell'ideologia di destra, non sia mai stata tanto sentita come in questi anni tra i più giovani,e credo sia tutta una procedura che parte agli antipodi.
    Parte dalla scuola, che annienta ideali di libertà(quella vera non quella del PDL), dalla musica, che non porta con se altri messaggi che d'amori persi,corse all'oro, racconti di malattie(tipo balanite dei marlene kuntz)e non sto qui ad elencarli tutti, perchè in questo sono un accurato ricercatore, guardando la moda del momento, tra gli adolescenti che poi diventeranno ragazzi, è una moda che vuole portare a vedere il suicidio come cosa rimasta da fare,il mondo nero,superbolidi, alcool,droghe leggere sì pesanti pure, ecc ecc ecc.
    la televisione, che non promette niente di buono oltre le sue lobotomizzazioni della de filippi, della finta politica dei salottini,dei tg che parlano di quello che il capo gli ordina.
    alla vita reale, fatta sui marcipied, dove tutte queste cose si fondono insieme, e mi si realizza tutto in testa, quando vedo ragazzi che non sanno parlare, nons anno niente del loro futuro,e chi lo sà è già schierato politicamente,e mi sento rispondere"perchè così funziona, adattati".
    Purtroppo il clientelismo, le varie forme di mafia intorno a noi ci avviluppano, e fanno mietutira di ignoranti,ma al tempo stesso sono economicamente e politicamente "utili".
    non cambieranno mai la scuola,mai la tv,mai i libri, se non in peggio, come minaccia dell'Utri di scrivere la storia facendo di Mangano un eroe.
    Quindi credo che, l'uscita della sinistra, in italia, comporterebbe solo un aiutino a questi gentili signori,a fare quel che più gli piace,ma che comunque anche alla"sinistra" piace, questo spiega il perchè non ha fatto tante cose per contrastare questi poteri, perchè ci mangia.

    speranzoso di una tua risposta come sempre,

    Francesco

    RispondiElimina
  22. Eh, Francesco, questa è la situazione, che ben conosco perché faccio l'insegnante. Oramai ho troppe primavere sulle spalle per riuscire ad "intercettare" e comprendere il mondo dei giovanissimi. Subiscono il fascino del "noir", questo è certo, ma non sono mcerto la prima generazione a subirlo.
    Sconforto, certo, appianamento sui valori e sulle istanze del clan. Però, appena mettono fuori il naso dalla scuola, iniziano ad osservare il mondo e le illusioni, per i più, transitano.
    Ciao e grazie
    Carlo Bertani

    RispondiElimina
  23. Anonimo12:13 AM

    perfetta descrizione della situazione politica a sinistra...fà piacere vedere che non sei il solo a pensare determinate cose..grazie internet...se hai tempo dai un'occhiata ai miei articoli, le critiche costruttive sono sempre le benvenute...

    RispondiElimina