14 dicembre 2005

A proposito di risparmio energetico...

Ciò che colpisce nella stesura di ogni Legge Finanziaria sono i sempre presenti “tagli agli sprechi”, che – guarda a caso – finiscono sempre per chiamarsi Sanità, Scuola, Enti Locali. Insomma, le principali esigenze nel welfare sono da considerare “sprechi”.
A volte, con semplice carta e matita (meglio un computer) si scoprono veri sprechi ai quali nessuno ha mai fatto caso, e mica sprechi da poco.
Sapete che tutte le scuole italiane – durante le vacanze natalizie – rimangono aperte? Per far andare al lavoro bidelli e segretari si scaldano strutture enormi, mentre se fossero vuote basterebbe, per evitare danni, la sola impostazione anti-ghiaccio dell’impianto di riscaldamento.
Le scuole sono tenute aperte giacché devono consegnare certificati e diplomi anche durante le vacanze: immaginate quante persone (!) si recano in quel periodo a ritirare un documento, il quale potrebbe essere anche inviato per via telematica (cosa ha combinato – in cinque anni – il Ministro per l’Innovazione Stanca?).
Quanto si spende per scaldare queste scuole vuote? Ho eseguito un rapido calcolo, considerando cubature medie di 4.500 m3, un coefficiente medio di 50 Kcal per m3/h e la presenza sul territorio italiano di circa 25.000 istituti scolastici.
Un calcolo con alcune approssimazioni, ma che conduce a valutare l’importo fra i 200 ed i 250 milioni di euro l’anno, sparsi letteralmente al vento: circa la metà di un rinnovo contrattuale per la scuola, che ad ogni trattativa scatena l’inferno.
Mentre lo Stato prevede di spendere 6 miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto, ed un’altra valanga di miliardi per la TAV, si tagliano le risorse a Scuola, Sanità ed Enti Locali: in questo modo si sperpera il denaro pubblico per alimentare l’ “industria” degli appalti e relative tangenti, e dall’altra si riducono le prestazioni del welfare, ovvero proprio ciò che più serve ai cittadini. Per poi gridare agli sprechi.

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