Spesso, per giustificare la costruzione della TAV in Val di Susa e del Ponte sullo Stretto di Messina, viene tirata in ballo l’Unione Europea. Per non parlare a vanvera, sono andato a rileggere il principale documento approvato dall’UE sui trasporti, ovvero il Libro Bianco: La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte, Bruxelles, COM(2001) XXX. Ecco un breve estratto:
Per il rilancio del trasporto marittimo a corto raggio sulle brevi distanze occorre creare delle vere e proprie "autostrade del mare" nel quadro degli orientamenti TEN. Ciò presuppone migliori collegamenti fra porti e rete ferroviaria e fluviale, nonché un miglioramento della qualità dei servizi portuali. Alcuni collegamenti marittimi (in particolare quelli che permettono di evitare le strozzature attuali, cioè Alpi, Pirenei e Benelux e in un domani la frontiera fra Germania e Polonia) saranno integrati nella rete transeuropea allo stesso livello dei collegamenti stradali o ferroviari.
Abbiamo letto bene?…che permettono di evitare le strozzature attuali, cioè Alpi, Pirenei…allora le Alpi sono da evitare, e non da valicare: qualcuno – fra i tanti che sostengono la TAV – ha letto il documento?
Pur sottolineando l’importanza di trasferire flussi di traffico dalla strada alla ferrovia, l’UE pone spesso l’accenno – nel Libro Bianco – sull’importanza del trasporto marittimo, giacché è quello che – a parità di carichi spostati – richiede meno energia e personale.
Se poniamo 100 l’energia necessaria per spostare un carico su strada, alla ferrovia ne bastano circa 40 ed alle nave 25. Perché? La ragione è semplice: la nave non deve impiegare energia per spostarsi verticalmente (superare i valichi), e tanto meno consumarne altra per frenare nelle lunghe discese.
Se potenziassimo il cabotaggio marittimo e la navigazione fluviale, non sarebbe necessario bucare montagne, inquinare territori, sconvolgere la vita alle popolazioni: lo dice l’UE. I costi? Quantificabili in centinaia di milioni di euro, e non miliardi: un ambiente meno inquinato e tanti soldi risparmiati; già, ma proprio quei miliardi sono le “succose” ragioni della TAV e del Ponte sullo Stretto…
Per il rilancio del trasporto marittimo a corto raggio sulle brevi distanze occorre creare delle vere e proprie "autostrade del mare" nel quadro degli orientamenti TEN. Ciò presuppone migliori collegamenti fra porti e rete ferroviaria e fluviale, nonché un miglioramento della qualità dei servizi portuali. Alcuni collegamenti marittimi (in particolare quelli che permettono di evitare le strozzature attuali, cioè Alpi, Pirenei e Benelux e in un domani la frontiera fra Germania e Polonia) saranno integrati nella rete transeuropea allo stesso livello dei collegamenti stradali o ferroviari.
Abbiamo letto bene?…che permettono di evitare le strozzature attuali, cioè Alpi, Pirenei…allora le Alpi sono da evitare, e non da valicare: qualcuno – fra i tanti che sostengono la TAV – ha letto il documento?
Pur sottolineando l’importanza di trasferire flussi di traffico dalla strada alla ferrovia, l’UE pone spesso l’accenno – nel Libro Bianco – sull’importanza del trasporto marittimo, giacché è quello che – a parità di carichi spostati – richiede meno energia e personale.
Se poniamo 100 l’energia necessaria per spostare un carico su strada, alla ferrovia ne bastano circa 40 ed alle nave 25. Perché? La ragione è semplice: la nave non deve impiegare energia per spostarsi verticalmente (superare i valichi), e tanto meno consumarne altra per frenare nelle lunghe discese.
Se potenziassimo il cabotaggio marittimo e la navigazione fluviale, non sarebbe necessario bucare montagne, inquinare territori, sconvolgere la vita alle popolazioni: lo dice l’UE. I costi? Quantificabili in centinaia di milioni di euro, e non miliardi: un ambiente meno inquinato e tanti soldi risparmiati; già, ma proprio quei miliardi sono le “succose” ragioni della TAV e del Ponte sullo Stretto…