23 maggio 2021

Cloaca Maxima Parlamentarum

 

Mentre la società  Autostrade ancora in mano a Benetton si frega le mani contenta, perché la società è stata quotata 9 miliardi (prima era “solo” 7), si sentono urla sconnesse, dissenzienti, consenzienti e incomprensibili (ma comprensibilissime) sulla “salvaguardia” del patrimonio artistico da parte di Franceschini. Parliamoci chiaro: non è che Franceschini s’è buttato a corpo morto contro le colate di cemento, il primo esempio che ha menzionato riguarda solo i pannelli solari (ma giungeranno anche le “pale eoliche”) perché il paesaggio italiano va protetto da questi scempi. Pannelli solari e pale eoliche. Per le migliaia di ripetitori delle antenne Tv manco una parola, quelle abbelliscono le torri medievali, mica le rovinano: le portano sulle Tv di tutto il mondo.

Sull’altro versante, Benetton è soddisfatto perché la società che prenderà in mano la Cassa Depositi e Prestiti vale 9 e non 7, due miliardi di più in saccoccia, mentre tutti conoscono il reale valore attuale della società Autostrade: 0, zero, null.

Nella maggior parte dei tratti appenninici si viaggia a corsia unica: un bell’espediente per mascherare che le perizie eseguite dopo il ponte Morandi hanno segnalato che la tenute dei piloni di sostegno sta crollando: lo aveva già segnalato l’ing. Morandi in persona: il ferro-cemento dura 50 anni, non di più. Difatti, in tutta Europa e negli USA si usava l’acciaio – e di quello buono, non come quello marcio delle cerniere del MOSE che oramai è da buttare – mentre da noi faceva scempio quel cemento, fatto di acciaio di merda e tanta sabbia, così si guadagnava di più.

Un bell’espediente, dicevamo, perché si paga il pedaggio intero e ci si va ad incolonnare in una corsia unica per ridurre le masse, ma ai politici non interessa: viaggiano in aerei di Stato, in elicotteri di Stato, in auto con la sirena dello Stato.

La situazione è disperante: lunghi tratti che vanno completamente rifatti, viadotti da abbattere e ricostruire, altri dove solo i piloni vanno rifatti…e c’è sempre la Salerno-Reggio, 400 chilometri di non-autostrada da ricostruire. Uff – pensa Benetton asciugandosi il sudore dalla fronte – l’abbiamo scampata bella…adesso ci penserà lo Stato a rifarle e poi un giorno, quando saranno di nuovo a posto…magari i miei nipoti…

Per capire il disastro italiano bisogna capire Roma, e su Roma ci sono due graffiti illuminanti che vanno considerati ed attentamente ascoltati: il film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino ed il libro “Peccati immortali” di Aldo Cazzullo e Fabrizio Roncone.

Solo attraverso questi mezzi si può comprendere mio padre, che restò basito quando consegnò l’assegno per il soggiorno a Roma (senza ricevuta, ovvio) – a due passi dal Vaticano – e la suora sudamericana, senza vergogna, lo infilò nel reggiseno, continuando poi “Se prima di partire volete assistere alla Santa Messa, fra 5 minuti inizia”. Mio padre, basito, mi rispose sottovoce: “L’ultima volta che ho visto  fare quel gesto fu da una puttana, poco dopo la guerra.”

Ma queste sono inezie, perché ci si dovrebbe chiedere come mai dei parlamentari 5S siano favorevoli al Ponte di Messina o, al contrario, come mai negli anni di governo non sia mai stato dato il via al primo campo d’aerogeneratori in mare aperto. La realtà è che, se qualcuno li fa, sono soltanto le mafie tramite i loro contatti con la Lega ex Nord. Ed oggi, dovremmo ricordare Falcone e Borsellino? Chi ha veramente vinto?

Paradossale, è che le “regole” imposte da Grillo ai suoi parlamentari siano state proprio le norme che hanno contribuito al disastro totale: come si può pensare – nella Cloaca Maxima Parlamentarum – potessero sopravvivere dei giovanetti cresciuti ad hamburger e Coca-Cola al Mac Donald?

Il vero potere abbisogna di reclute sempre nuove per mandare avanti il teatrino della democrazia: altrimenti, dove troverebbero gente acquiescente per ogni misfatto legislativo?

Con la certezza di non poter essere rieletti dopo il secondo mandato – e già infastiditi dal “obolo” da fornire obbligatoriamente a Casaleggio (non potevano prendere il contributo statale come gli altri?) – si sono sciolti in mille rivoli, tutti di corruzione che oggi non è ancora evidentissima, ma nei prossimi mesi dilagherà per tutto il Parlamento.

Giunti a Roma, e senza la minima protezione (impossibile da attuare), sono finiti nelle mille feste romane, hanno assaggiato i festini hot a base di cocaina e di “smutandate” e sono rimasti traviati: in fondo, già aspiravano a diventare come quel tizio che passava dal Mac Donald, ma di rado, perché si diceva che…

Buon lavoro, Giuseppe Conte: nemmeno le regole staliniane hanno funzionato, e non saprei nemmeno dare un consiglio. Spostare Parlamento e Governo a Camaldoli? Chissà…

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