La Tv nazionale trasmette, in prima serata, il film su Stefano Cucchi mentre, da pochi giorni, siamo qui a leccarci le ferite per l’orribile fine di Willy Montero e, subito dopo, a Napoli un fratello ammazza la sorella perché lesbica. Un bel trittico, da qualsivoglia posizione lo si osservi.
Stiamo diventando peggio della Chicago degli anni ’30 e, a parte le solite boutade – al muro! in galera e via la chiave! lavori forzati a vita!…eccetera, eccetera… – non riusciamo a capire come mai siamo circondati da violenze d’ogni tipo.
La scuola: è colpa della scuola che non sa più educare! Gli insegnanti non sanno più fare il loro mestiere!
Ho insegnato per 33 anni in un Liceo e, quindi, ancora due in un Istituto Tecnico e Nautico e non me la sento d’appoggiare questa tesi: negli ultimi due anni ho notato qualcosa di diverso, ma non così tremendo da sostenere simili argomenti. Probabilmente, elementi del genere escono prima dalla scuola. E cosa possono fare gli insegnanti? Ben poco.
Quando anche, per fatti gravissimi, ne decretassero l’espulsione dopo il problema non sarebbe più della scuola, che – apparentemente – parrebbe aver fallito, ma io non ho mai vissuto una simile esperienza: al massimo tre giorni di sospensione (con obbligo di frequenza), in tanti anni. Perciò, ritengo che di simili comportamenti siano, in primo luogo, responsabili i genitori, perché le vere basi dell’educazione s’apprendono in famiglia…la scuola può fare qualcosa…ma ben poco.
Ricordo che, quando fu varata la patente a punti, vennero a scuola alcuni agenti della Stradale che spiegarono con molti esempi e chiaramente a cosa si va incontro guidando in stato d’ebbrezza. Certo, questo non mette al riparo che, anni dopo, un ragazzo si sbronzi una sera e…
Più interessante è, invece, il ruolo della Magistratura.
E giù tutti a dire che la Magistratura li mette dentro e dopo una settimana sono fuori…che mettono gli assassini ai domiciliari, che se ne sbattono, che Palamara è un poco di buono…ma si dimenticano di una cosa: la Magistratura segue le norme del Codice Penale e del Codice di Procedura Penale che il Parlamento gli ha fornito, non giudica con la giurisprudenza russa, americana o neozelandese. Difatti, la metà dei ricorsi alle Corti Europee è di provenienza italiana, e le Corti Europee hanno già avvertito più volte che questo andazzo deve cambiare.
Cosa non va?
L’impianto giuridico italiano, fino agli anni ’70, era equilibrato: se ammazzavi ti prendevi l’ergastolo, o trent’anni se t’andava bene, poi ci fu il film di Sordi. Già, proprio “Detenuto in attesa di giudizio” (1), che scompaginò la giurisprudenza italiana.
Attenzione: il film di Sordi poneva l’accento sul disastro atavico della gestione delle carceri italiane, disastro che non poteva essere negato né by-passato con un’alzata di spalle.
La questione è complessa e parte da un dato costante nel tempo: a fronte di una capacità massima di circa 50.000 detenuti, in Italia i carcerati superano abbondantemente i 60.000. E dove li mettono? Uno sopra all’altro, considerando pure che circa un terzo sono in attesa di giudizio e quindi, Diritto alla mano, sono innocenti.
Col tempo, poi, sono cresciuti anche i reati che prevedono la detenzione: il reato di clandestinità, ad esempio, oppure la detenzione di droga, che in Italia non distingue tra marijuana ed eroina. Insomma: sbarchi in Italia, ti timbrano un foglio dove è previsto il rimpatrio (e come fai ad andarci? con quali soldi? come e dove?) e se ti fermano vai in carcere. Oppure, se ti coltivi una pianta di marijuana – praticamente uguale a quella che vendono nei negozi autorizzati – finisci in carcere, magari insieme ad uno vero spacciatore di anfetamine, crack ed altre porcate.
In questa situazione, ovvio che la prima necessità è proprio quella di svuotare in fretta le carceri. Diminuendo le pene? No, così non si può fare…perderemmo la faccia di fronte all’elettorato…come si farà a dire che siamo per “legge e ordine”? E questo tutti…dalla Meloni a Salvini fino a Zingaretti: quanti ne hanno, dei loro, da salvare dal carcere per le mille ruberie?
Però, con un po’ di fantasia…se ti becchi 22 anni per un omicidio volontario, considerando la buona condotta e la legge Gozzini, a grandi linee, male che vada una dozzina d’anni (che è la media) e sei fuori. Se, invece, l’omicidio è preterintenzionale (seppur con dolo provato) te ne vai dopo 8-9 anni.
Così, gli assassini di Willy usciranno prima del 2032, mentre il fratello disgraziato di Napoli prima del 2028 sarà già fuori: ancor prima che le spoglie di Willy e della sorella del napoletano siano trasferite nell’ossario.
Non parliamo, poi, delle pene modeste: sotto i tre anni nessuno vede il carcere, ma tre anni sono all’incirca la pena detentiva per lesioni gravi, ossia chi ammazza di botte (senza ucciderla, ovvio) la moglie o l’amante, il fidanzato della moglie, della figlia, della nonna…poi, se è bravo con le arti marziali, fracassa chiunque.
Detenete illegalmente un’arma? E che volete che sia…da tre a dodici mesi d’arresto…niente gabbia per il vostro futuro! Attenzione, però: se è un’arma da guerra vi fate nove anni. Perché la vecchia pistola da Ufficiale del nonno quella sì che è pericolosa: un colpo di 357 Magnum in testa no…è solo un bruscolino…
Se, invece, vi mettete a stampar soldi falsi, attenzione: la pena va da 3 a 12 anni. Sarà per questa ragione che in Italia un killer lo trovi dietro l’angolo e ammazza per pochi soldi, mentre trovare dei dollari falsi è più dura?
Il Codice Penale italiano, assomiglia più al Banco Lotto che ad un corpus giuridico, mentre il Codice di Procedura Penale è più complicato e presenta più tranelli dell’Appia Antica se pretendete di andarci in automobile, da Roma a Taranto, ovvio.
Riforme. Già: se ne parla da decenni, ma avete visto cosa c’è voluto per andare a toccare la Santa Prescrizione, che vanificava il già poco in un nulla assoluto?
I magistrati. Certo, ci sono Magistrati e magistrati, secondo la latitudine, la longitudine, l’età ed il sesso. Come potrebbe essere diverso?
D’altro canto, se – poniamo – i magistrati fossero punibili dal potere esecutivo, alla prima indagine su – mettiamo – un ministro, salterebbe il magistrato. Ossia, sarebbe spostato, degradato, ridotto al silenzio…non come Falcone e Borsellino, non ce ne sarebbe bisogno.
Per questa ragione, i magistrati hanno un apposito strumento: il Consiglio Superiore della Magistratura, che è presieduto dal Presidente della Repubblica. Il quale, se facesse valere veramente il suo potere, finirebbe in un caos istituzionale, una sorta di potere dittatoriale sui magistrati, e questo non si può certo fare: il Presidente “osserva” e “consiglia”. E chi elegge quei magistrati che sorvegliano?
Le associazioni di categoria dei Magistrati, che corrispondono in pieno ai partiti politici: per questo nessuno vuol sentir parlare di sorteggio. Vogliamo votare i “nostri”! Che andranno sempre contro ai “loro”. Punto.
Rimane solo un potere, reale e tangibile: quello legislativo, che non ha potere diretto sulla Magistratura, però può scrivere e cancellare leggi e pene, come ritiene che sia meglio per il Paese. Difatti, Berlusconi – quando ne fu in grado – allargò la prescrizione secondo le sue necessità: lo faceva lui direttamente o lasciava fare a Ghedini? Mah…forse era Ghedini…difatti non passò nessuna legge per proteggere le nipoti dei presidenti egiziani…dobbiamo riconoscerlo.
In definitiva, solo il Parlamento può scrivere leggi più severe e/o consone ai nostri tempi: ve li vedete mettersi d’accordo? Con lo stuolo di condannati che ha ogni partito? Si salvano i 5S: per questo vanno eliminati più in fretta che si può…gente senza esperienza…non hanno una classe politica “adeguata”…
Come possiamo essere così disgraziati?
Perché siamo una nazione giovane, che in un secolo e mezzo ha passato Monarchia, Fascismo (Dittatura) e Repubblica: tre sistemi di governo molto diversi, che hanno fini ed esigenze diverse, che si riflettono sui rispettivi sistemi penali.
Anche la Germania ha vissuto il medesimo percorso, però la Germania non ha vissuto la questione mafiosa, “sbarcata” dagli angloamericani ed insediatasi stabilmente in Sicilia, che gli americani desideravano mantenere sotto il loro controllo, lasciando Malta agli inglesi. Cosa che hanno fatto: difatti, la Sicilia vive una sorta di “indipendenza” che nessuna delle altre Regioni a statuto speciale ha, nemmeno gli altoatesini.
Questo potere si è insediato stabilmente, ha preteso ed ottenuto totale indipendenza giudiziaria che, quando l’Italia giunse al primo, enorme processo di mafia del 1987 che decapitò Cosa Nostra, rispose con l’uccisione di Falcone e Borsellino degli anni ’90: Caponnetto, all’epoca ex Procuratore di Palermo, disse senza dubbi “E’ tutto finito”. Di quegli anni fanno parte anche il “mistero” del Moby Prince e, 12 ore dopo, l’affondamento della petroliera Haven dinanzi a Genova: un evento che trasformò l’intero mare di Genova in una enorme piattaforma asfaltata. 12 ore di distanza, per i due più dirompenti disastri marittimi del Mediterraneo.
Poi vennero gli attentati: Firenze, Milano, Roma. L’avvertimento doveva arrivare, ed arrivò con il “gradito” insediamento di Berlusconi, che durò un ventennio.
L’obiettivo di mantenere, in Sicilia, una sorta di potere reale ma non ufficiale, fu possibile garantirlo solo tramite la Mafia, ma la Mafia per svolgere i suoi compiti di controllo sotto lo sguardo attento dei servizi italo-americani, pretendeva contropartite e le ebbe, sotto varie forme.
Se non era possibile intaccare il 41-bis dall’ordinamento, fu scardinato l’ordinamento nelle sue basi: è quello al quale oggi assistiamo. Con il beneplacito della classe politica – una volta stroncato il terrorismo – si diede il via a quel “liberi tutti” così gradito alle mafie il quale, osserviamo ogni giorno che passa una sostanziale tolleranza di una quota di delinquenti liberi come l’aria.
Il problema non è quello di costruire qualche nuovo carcere – non sono poi spese enormi da affrontare per una nazione che è la terza economia dell’Unione Europea – bensì il fatto che la gente, in carcere, le varie mafie non vogliono che ci stia, e la giurisprudenza ha accettato questo “scambio”: Matteo Messina Denaro è libero come l’aria ma la pace sociale, seppur violentata da centinaia d’omicidi che vengono puniti con l’acqua fresca, è garantita. Gli assassini di Willy erano due nullatenenti che viaggiavano in costosissimi Suv e scorrazzavano con potenti motociclette, già segnalati per violenze varie e porto abusivo d’arma, sempre condonati con pene pecuniarie: datevi una risposta e fatevene una ragione.
Non ci resta che piangere: mai sentenza fu più azzeccata.
Purtroppo è proprio così come l'ha descritta lei la situazione della giustizia in Italia. Si dovrebbe fare tabula rasa e ricominciare tutto daccapo. Una legge che abroghi tutto il codice e poi riscriverlo in modo chiaro e semplice. Per quanto riguarda l omicidio del povero Willy, credo che ci sia solo una causa che però mi sembra sia stata sottaciuta finora dai media (chissà perché non è stata mai nominata!). Questa causa si chiama cocaina.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'altro omicidio la causa è l'ignoranza e nessuna legge sulla omofobia può sconfiggere. La scuola potrebbe fare di più ma ormai stiamo assistendo passivamente alla distruzione della scuola pubblica che secondo me è cominciata più di 30 anni fa ed una delle cause maggiori è stata l autonomia scolastica ma questo è un altro discorso.
Grazie per i suoi splendi articoli.
Grazie per i tuoi complimenti, ma resta la tristezza di dover dipingere un quadro mostruoso. La scuola potrebbe far di più, ma solo se la Magistratura potesse fare di più: ad esempio, i carceri minorili sono quasi estinti.
RispondiEliminaSe, ad esempio, fosse possibile irrogare pene alternative - vai a dipingere la panchine, a pulire un parco, a sistemare la segnaletica stradale, ecc - per alcuni mesi, questo esempio potrebbe il Magistrato stesso andare a spiegarlo nelle aule scolastiche, rendendo edotti i ragazzi su cosa vanno incontro. Anche per modesti reati: bullismo, omofobia, ecc. Si parte dalle basi, ponendo una pena lieve ma obbligatoria, i ragazzi potrebbero capire.
Anche l'abolizione dell'assoluzione per insufficienza di prove era un precedente importante, dall'altra chi sosteneva che la giurisprudenza deve, comunque, giungere ad una sentenza. Ovvio che, la maggior parte delle assoluzioni per insufficienza di prove, si sono trasformate in assoluzioni, senza peso giuridico conseguente.
Insomma, un buon lavoro sui codici sarebbe necessario, ma anche sulla procedura penale...che vuoi...qui si giudica sui giornali e poi si sminuisce tutto nelle corti d'assise...brutta storia.
Ciao
Potrei sapere le sua opinione sul referendum di settimana prossima?
RispondiEliminaVoterò Sì, anche se sono convinto che il vero problema sia quello del bicameralismo perfetto. C'è da dire, però. che nessuno ha così tanti parlamentari (anche in rapporto alla popolazione) e soprattutto così tanto pagati.
RispondiEliminaCiao