Natale è la vera festa dei cattolici: dovrebbe essere, in
realtà, la Pasqua
la quale contiene e condensa in pochi giorni (o, addirittura, ore) tutta la
vicenda di un certo Joshua bar Joseph (Gesù figlio di Giuseppe), che sarebbe
diventata la colonna sonora di due millenni di storia, oggi conclusa,
terminata, smarcata dalle cronache religiose del pianeta. Vedremo poi.
Già, Natale…però il Natale, celebrando la nascita del
Redentore delle Anime, sconfessa apertamente chi non aveva riconosciuto in lui
il Davide, il Grande Re Davide che avrebbe riportato alla gloria il grande
popolo d’Israele. Non l’hanno riconosciuto? Ben gli sta! Giù la testa!
Se il grande regno di Davide mai non giunse, anche il
surrogato – ossia il povero Joshua bar Joseph – non fu una gran trovata. Ossia,
lo fu sotto l’aspetto secolare, di potere – indubbiamente servì a tanto per
superare la crisi dell’Impero Romano e trasformarlo nel Sacro Romano Impero,
con annessi e connessi – ma fallì totalmente sotto l’aspetto della religione e,
soprattutto, della contigua filosofia religiosa. Prima di partire, ricordiamo
una curiosità: il primo a godere dell’appellativo di Pontifex Maximus (pressappoco “guida suprema”) fu…Giulio Cesare!
Dopo di lui, tutti gli imperatori romani.
Bisogna partire da lontano per capire tutto l’arzigogolo, e
quando si dice da lontano quel “lontano” è, niente popò di meno che…Nero Claudius Caesar Augustus Germanicus,
in arte Nerone, quinto imperatore romano. Perché?
Perché Nerone aveva ben compreso che il futuro dell’Impero
non era nella lontana Britannia o nella riottosa Germania, bensì nel
Mediterraneo: ossia, voleva spostare il baricentro dell’Impero verso Oriente,
non verso l’inospitale Nord. Nel 67 d. C. si recò in Grecia e concesse a tutti
i Greci l’immunità, qualcosa che si avvicinava alla cittadinanza romana, ed
iniziò a meditare che Alessandria d’Egitto (seconda città dell’Impero) aveva
tutti i crismi per diventarne la prima: la Biblioteca – che, oggi,
definiremmo “un grande polo universitario” – il grandioso porto e la posizione
geo-centrica di quello che lui immaginava il futuro dell’Impero. E la
religione? Le tradizioni? Beh…ci penseremo…in Oriente si trova di tutto…
A Roma non furono molto d’accordo, e lo fecero fuori. Ma il
dado era tratto: nemmeno 60 anni dopo, Adriano ammetteva “Christus” fra gli dei
onorabili a Roma, sempre che i seguaci lo onorassero nel Pantheon romano e non
come unico Dio. Ma la strada era tracciata. S’era intorno al 120 d. C.
Ci furono ancora lotte, discriminazioni, uccisioni…ma, due
secoli dopo, Costantino sanciva il passaggio definitivo, quello della religione
cristiana come unico credo del regno. E, annessa, vi fu la prima truffa dei
cristiani, ossia la cosiddetta “donazione” di Costantino (mai avvenuta) poi
codificata nel Constitutum Constantini, un testo apocrifo del IX secolo d. C. la quale concedeva al papato
non la guida della Chiesa, bensì una specie di titolo di imperator, ossia
la supremazia su qualsiasi regno o (futuro) feudatario del grande impero. La
frittata (un colossale falso storico) era sfornata, ed era nato lo Stato della
Chiesa.
Per i secoli a seguire, dunque, i Papi non furono le guide
religiose che tutti pensiamo ed immaginiamo nella nostra tradizione, bensì i Re
d’alcuni possedimenti italici e gli imperatori dell’ex Impero Romano, perché
avevano nelle mani uno strumento potente per mantenere quel primato (che
usarono più volte), ossia la scomunica. Furono Pontifex Maximus dei re ed imperatori d’Europa.
Non ci dobbiamo perciò meravigliare dei fasti della corte
papale, delle molte concubine, delle mille corruzioni, delle sanguinose lotte
di potere…non dimentichiamo che molti Papi non furono nemmeno preti, oppure
furono nominati cardinali da bambini…erano dei regnanti, stop. Machiavelli
scrisse che gli italiani crebbero “senza
religione e cattivi”, poiché allevati in quei torbidi consessi, nei quali
la gestione del potere era “santificata” da qualcosa che, di veramente santo,
non aveva niente.
Ma venne la prima punizione.
Un oscuro monaco agostiniano germanico, Martin Lutero – dopo
una visita a Roma nella quale vide quel che vide, non ultimo il commercio,
venale, delle indulgenze, che lo terrificò – tornato in Germania (e sotto la
protezione di Federico di Sassonia) pubblicò le famose 95 tesi affiggendole
sulla porta della Chiesa di Wittemberg. Era il 1517, era la Rivoluzione.
Lutero voleva tornare ad un Cristianesimo più puro, mondato
da ogni coinvolgimento secolare che la Chiesa
Romana, ovviamente, non poteva concedere, senza correre il
rischio d’enormi perdite, territoriali e di ricchezza.
La prima avvisaglia di come i Protestanti desideravano
“accomiatarsi” dal potere romano avvenne nel 1527, con il Sacco di Roma ad
opera dei Lanzichenecchi: 20.000 morti ed il resto della popolazione in fuga.
Per “scalzarli” da Roma il papa dovette pagare 400.000 ducati d’argento. Cash.
La risposta, da Roma, venne nel 1545 con il Concilio di
Trento e fu una risposta totalmente di chiusura, con la proibizione del
possesso degli antichi testi biblici (in greco ed aramaico): solo la Vulgata
– pessimo titolo! – ossia la
Bibbia in Latino visionata e distribuita solo da Roma. E la
creazione del Sant’Uffizio (la futura
Inquisizione) e dell’indice dei testi
“scomunicati”.
Gli ultimi a ricevere questo “trattamento” furono Simone de
Beauvoir, Gide, Moravia e Sartre (!). Li precedettero, praticamente, tutti i
“pilastri” della civiltà moderna occidentale, da Cartesio in poi, e l’ultimo
Papa passato sullo scranno del Sant’Uffizio,
poi divenuto “Congregazione per la
dottrina della Fede” fu papa Ratzinger, tuttora vivente, Benedetto XVI.
Insomma, in barba a tutti i “consigli” che giungevano
dall’esterno, la Chiesa Cattolica
non ha deviato di un’unghia, non ha discusso con nessuno, non ha accettato
nessun “bonario” consiglio.
Ha continuato a non concedere rogatorie nemmeno quando le
vicende dello IOR (la Banca Vaticana)
sprofondavano, più che nella tragedia, nella farsa. Pedofilia, niente,
preservativi, nulla, divorzio, ignorato. Salvo concederlo, già a Trento (1545),
per le coppie di neri che erano state battezzate dai missionari e poi vendute,
schiave, a differenti proprietari. Una vera e propria chicca: un’attenzione
perfetta per le esigenze del commercio! La giustificazione? Qualcuno aveva
potuto leggere le pubblicazioni dell’atto? Magari affisse su un albero della
foresta equatoriale? Penosi.
Ma la nemesi giunge da dove meno te lo aspetti. Stavolta non
c’è più un monaco che affigge delle tesi su una chiesa per chiederne la
discussione, per avviare una ricostruzione di quel credo suggerito (pare) molto
tempo prima da un oscuro pescatore/predicatore della Galilea. Rivisto e purgato
– in primis Paolo di Tarso, poi Agostino d’Ippona, Tommaso d’Aquino eccetera,
eccetera… – per l’udito e la forma mentis dei greci e dei latini dapprima, poi
per i loro eredi.
Quando un edificio si mostra troppo vecchio per resistere
ancora allo scorrere del tempo, quando non sono stati eseguiti per tempo i
necessari lavori di ristrutturazione, entrano in funzione le ruspe demolitrici:
non c’è altra soluzione.
La “ruspa” – addirittura comico! – sgattaiola fuori dal
garage delle Edizioni San Paolo di Roma, ma non affigge tesi per discutere, non
chiede udienza, non dà alla vetusta istituzione cattolica nemmeno l’appiglio di
un confronto: “non voglio intromettermi fra ciò che pensano e credono i
cattolici rispetto alla loro Fede”. E’ ciò che Mauro Biglino ripete, anche se
sa benissimo che non ci potrebbero essere più roghi per bruciarlo.
Magari, però, una pallottola vagante potrebbe sempre manifestarsi:
i tempi cambiano e gli inquisitori accettano anche qualche “suggerimento” della
modernità. La morte del comandante delle Guardie Pontificie, Alois Estermann
(mai chiarita), della moglie e di un caporale, è stata una sparatoria degna di
un film di Sergio Leone. Proprio accanto all’appartamento del Papa.
Così, dalle Bibbie più antiche – guarda a caso quelle
proibite nel ‘500 con l’Inquisizione – salta fuori, traducendo letteralmente,
che il potente e “glorioso” Dio Javhé viaggiava nei cieli su un “carro di
fuoco”, mentre i suoi “cherubini” assomigliavano più a delle guardie del corpo
che agli angioletti del presepe.
Ma anche il Nuovo Testamento è stato “rivisitato” –
soprattutto grazie all’acume “greco” di Paolo di Tarso – e, dunque, una vicenda
interna alla comunità ebraica, uno scontro fra fazioni discordi ed un fallito
assalto al tempio di Salomone, ha creato i prodromi per la creazione di una
nuova religio, visto che quella
vigente nella Roma imperiale era in forte crisi, pervasa e stravolta da nuovi
credi.
Mentre era stato proibita dal Senato la pratica dei
Baccanali, i culti di Cibele, Iside e, soprattutto, Mitra erano entrati a far
parte del Pantheon Romano, scombussolandone le radici, che risalivano
addirittura al primo re, Numa Pompilio. C’era bisogno di “aria nuova”: che durò
per due millenni.
Oggi, osservando con occhio disincantato e senza nessun tipo
d’acredine, possiamo affermare che la religione Cattolica sia ancora uno dei
“perni” del vivere italico?
Vivo di fronte ad una chiesa, che si dice sia stata un
“luogo” dei Templari, e nella quale è stato anche girato un pessimo film (The broken key) sull’infinita saga dei
cavalieri antichi e delle moderne società segrete.
Le campane, a parte le ore, suonano musichette che sembrano
il “liscio” dei Casadei: mai più ascoltato una musica sacra. Rari matrimoni e
battesimi, più frequenti i funerali, con un solo denominatore: niente che abbia
a che vedere con una pratica sacra, ma solo cerimonie mondane, allegre o
tristi, ma solo mondane. Abiti eleganti le donne, camicie e cravatte gli
uomini: per quel che ne so, una liturgia spenta senza più nessuna tensione
religiosa verso il sacro, il supremo, l’assoluto inconoscibile.
Le statistiche ci dicono che circa la metà della popolazione
italiana si dice cattolica, ma coloro che si dicono credenti e praticanti sono
soltanto il 22%. Ci sono, poi, un 10% circa che appartiene ad altre religioni,
ed un 14% che, genericamente, “crede in Dio”. Questa è, sostanzialmente, la
situazione.
Al di là della sfera religiosa, gli italiani che credono
molto o abbastanza alle coincidenze rappresentano ben il 53% mentre il 41%
crede nella fortuna, il 25% nella reincarnazione, il 24% nella predestinazione
dell'anima, il 21% nei miracoli dei guaritori, il 18% nel karma, il 17%
nell'astrologia, il 16% nella presenza di alieni sulla Terra, un altro 16%
nella jella e nel malocchio, sempre il 16% nelle sedute spiritiche, il 14%
nella possessione diabolica, il 9% nei tarocchi e un altro 9% nella magia.
(sondaggio Adnkronos)
Sembra quasi l’identica situazione del tardo Impero Romano
anzi: forse peggio.
Eppure, continuiamo a definirci un “Paese cattolico”: in
ogni modo, felice Natale a tutti!
RispondiEliminaIo che sono "pagana", festeggio il Solstizio d'Inverno, che quest'anno è giunto ieri, 22
Dicembre.
Poiché è storicamente un po' tardi per dedicarsi ai Saturnali, ed ho una leggera propensione per la Dea, più che per il Dio Sole, auguro Buono Yule a tutti!
https://www.youtube.com/watch?v=tz50viowSG0
Eli
Articolo divertente e dissacratorio, come di consueto, pur nella serietà dei contenuti.
RispondiEliminaIn quanto al paragrafo conclusivo, vorrei farti notare anche che credono nella Lega il 31,8%, nel Pd il 18,9%, nel M5S il 16,0%, in Fdi il 10,3%, in Forza Italia il 6,8%, in Italia Viva il 4,4%, degli italiani. Questi dati, a mio avviso, fanno luce sul perché si abbia la necessità di credere in qualcosa … qualunque fesseria essa sia.
Personalmente approfitto delle feste come tutti: un’occasione per stare insieme in periodi in cui si ha più tempo per fare un po’ di bisboccia, senza prendere nulla troppo seriamente. In caso contrario l’alternativa sarebbe spararsi in testa.
Ciao
Anch'io non lo festeggio più, perché non è una festività sentita, bambini a parte.
RispondiEliminaI sondaggi sono soltanto sondaggi: i voti sono voti. Credo che bisognerebbe meditare su quel che notò Machiavelli ne "Il principe" sugli italiani. Non è colpa loro se sono così diffidenti, al limite della stupidità. Centinaia d'anni, a non potersi fidare di nessuno, qualche traccia la lasciano.
Comunque, non eccedete con il mangiare: dopo, si paga tutto!
PS: scusate, vado a spegnere il gulash per domani...
Carlo
Del natale non ho mai ben capito il vero significato, anche se in fondo dovrebbe essere abbastanza chiaro ed elementare. Stare davanti ad un focolare, una tavola o altro altare simbolico dove celebrare il rito della riunione con quelli che dovrebbero essere i nostri prossimi più vicini dovrebbe in fondo bastare a giustificare la festa e l'occasione, senza dover scomodare storie lontane di bambini nati in povertà e sofferenza. Ma per ogni natale che il supremo ci ha concesso, c'era sempre un sottile pensiero disturbante, la sofferenza degli altri che chissà dove e come, avrebbero passato un natale di inferno. Ecco, non ho mai capito perché, per tentare di apprezzare un po' il mio natale, devo pensare al natale disgraziato di qualcun altro.
RispondiEliminaPerché la tua è la percezione e la consapevolezza della sofferenza: i buddisti hanno un concetto per descrivere questo tipo di sofferenza, la chiamano "la sofferenza dell'estendersi", ossia che tutto pervade, che si estende...
RispondiEliminaChi ammette questa percezione, vuol dire che ha un'animo sensibile, attento, consapevole della grande sofferenza umana...la "valle di lacrime" del Salve Regina...
Quando i miei figli erano piccoli, facevano le elementari, una vigilia di Natale li portai a visitare un ospizio per vecchi. Apparentemente, non provarono niente ma poi, varie volte venne fuori quel ricordo...qualche volta sono stato un buon padre, altre meno, come tutti...
Come stai? Continui la tua battaglia contro i mulini a vento esterni/interni?
Un caro saluto
Carlo
Vi era a quel tempo un fuorilegge (...omissis...) detto Bar Abbas
RispondiEliminaVersione in una copia in Siria:
Vi era a wuel tempo un pericoloso fuorilegge chiamato Jeshua, detto Bar Abbas.
Bar Abbas, in Aramaico, significa "figlio del padre".
Se volete divertirvi leggete il rotolo chiamato
"Commento di Abakuk". Si trova in rete.
Solo per iniziare, poi c'é molto altro...
Meglio agnostici che anticristiani. Gesù di Nazareth continua a far parlare di sé anche nelle descrizioni pseudo teologiche di sedicenti studiosi della fenomenologia religiosa.Rivalutare Nerone che orrore ,povero studioso ,e perché non Hitler o Stalin ( esoterico il primo ,comunista ateo il secondo)Ahimé la storia del papato si consuma tra personaggi abominevoli e santi medesima la storia più recente della massoneria italiana costellata anch'essa da figure controverse.Non sarei così certo nel dar per morto un uomo creduto Messia ancora oggi di cui si fa memoria delle sante parole e del suo regno che non appartiene a questo mondo di merda.Lo stato di Israele conta più ,di quanto lei pensi, del regno di Davide e la sofferenza del popolo ebraico un continuo richiamo alla croce di Gesù di Nazareth.Creda in quello che le fa comodo ma eviti di strumentalizzare il papato e il Cristo per azzerare la religione cristiana.Impari il rispetto ,anzitutto, assieme ai suo amici cattedratici stuffevoli come muffa di bosco.
RispondiEliminaIo ho rivalutato Nerone? Impari a leggere...
RispondiEliminaEd io rinascerò muffa di bosco e tu un porcino da record, Carlo.
RispondiEliminaPotendo preferirei essere cernia ma ci si accontenta.
Un ottimo 2020 a tutti, in particolare per Te e la Eli.
Ringrazio anticipatamente per gli splendidi articoli che ci regalerai :-)
@ alsalto
RispondiEliminaalsaltino del mio cuore, un bacione a tutta la tua tribù quattrozampe.
Eli
Grazie Eli, li stropiccio per bene da parte tua 😀.
RispondiEliminaSino a qualche settimana fa eravamo 2 bipedi e 14 quadrupli, cioè quadripi, 😨, come si dice? A pecorella? Ecco, quadrupedi, grazie 3ccani.
Giustappunto 3 canidi, 10 felini ed un ovinide chè non si dice così ma si capisce comunque.
Una capra, maschio, giovane. Del modello tibetano, modello base, non catalitico.
S'era infilato a casa a ferragosto, non abbiamo capito da dove provenisse, qualche gregge transumante, pensiamo. S'era infilato mentre mio fratello entrava con la macchina. Subito i cani gli han dato dietro poi dopo pochi minuti han smesso. Pensavamo avesse scavalcato la recinzione e non ci abbiamo più pensato.
A distanza di 10 gg, lo so è ridicolo, ci siamo accorti che era ancora entro la recinzione. Abitiamo in collina ed il retro di casa è addossato alla montagna, tant'è che si sale facile sul tetto dal retro. E sta cacchio di capra li ha trovato il suo rifugio. Sul tetto. Sotto ad una falda aggettante su altro tetto.
E ci stava da Dio oltretutto, riparata, sicura. Tant'è ha defecato sulle lose in piena serenità. Al punto da saturare le grondaie che belle fertili parevano un orto pensile. Ho provato e riprovato a farmelo amico. Li portavo acqua fresca e cordialità ma come mi avvicinavo, uno scatto e, scappava.
I cani poi lo tolleravano, anzi secondo me gli piaceva proprio, l'aroma che emanava.
Ti lascio immaginare, un montone seppur giovane che aroma abbia.
Alla fine ho rinunciato, è venuto Mauro e l'ha portato via con sé.
Mauro ha diversi greggi di capre e pecore. Delle capre camosciate bellissime tra l'altro. E fa dei formaggi che non ti dico, i tomini elettrici...da non credere.
Nulla, mi andava di raccontarlo, è cosa buffa, poi non si è fatto male nessuno una volta tanto.
Penso che in primavera prenderò un paio di caprette ma cucciolo, così da abituarle, o meglio abituarci.
Sperando non si innamorino del tetto.
E femmine.
Ancora auguri 😀
@ alsalto
RispondiEliminaCerto che se la capretta tibetana era insidiata dai cani, abbia trovato rifugio sul tetto.
Dunque la tua tribù si è allargata parecchio...
Invece, dopo quasi diciotto anni, ho perso la mia adorata gattina Maya. Era molto malata, e si è addormentata in braccio a me per il suo ultimo viaggio.
Mi manca tanto. Queste creature ci rubano il cuore.
Allora mille baci a voi, cominciando dai bipedi, ovviamente!
Auguroni!
Eli
Ho avuto capre, tibetane e Saanen, ma non sono stato fortunato. Un'epidemia mi portò via le due femmine tibetane, tre piccoli ed il maschio, che era uno spasso: ogni tanto dovevo appoggiare una mano sulle sue corna e lui spingeva come un matto. Quando smettevo, mi guardava deluso.
RispondiEliminaLa Saanen è stato diverso: era destinata ad una cena di leva perché nata fuori stagione: staccai un assegno di 100.000 lire e me la portai a casa, ovviamente avevo il posto.
Crebbe, crebbe, crebbe...insomma, a metà strada fra una tibetana ed una mucca. Mi dissero che una capra così avrebbe prodotto 5 litri di latte il giorno. Così la mandai dal vecchio proprietario per darla al maschio. Mi disse, il mese dopo, che era morta. Mi raccontarono, i vicini, che non aveva nulla da dar da mangiare alle capre, solo mele. La mia era abituata bene: fioccato, fieno e rami di gaggia da spiluccare. Addio Ofelia, ci rimasi male, Quasi quanto Amleto.
Ciao ad entrambi e buon anno!
Carlo
RispondiEliminaBuon Anno, Carlo!
Eli
Salve!
RispondiEliminahttps://www.pewforum.org/2018/05/29/being-christian-in-western-europe/
https://www.comresglobal.com/wp-content/uploads/2018/06/HfG-Hodder_Fatheism_tables.pdf
Se c'è una cosa che non mi piace, sono le statistiche, ed in effetti
ho messo due statistiche sulle quali ho molte perplessità.
Il Natale! Una nascita, testimoniata dai primi testimoni oculari,
di un bambino in una mangiatoia, che ha cambiato per sempre il mondo!
Il cristianesimo, che piaccia o meno, è anche (e sopratutto) la trasmissione di una testimonianza.
Ci sono stati uomini che hanno testimoniato un fatto e cioè che un uomo, chiamato Gesù, è morto e risorto. Questi primi testimoni sono morti quasi tutti ammazzati, per la loro testimonianza. La loro è una testimonianza che in termini umani non ha senso è una testimonianza di una cosa assurda, la resurrezione... Anche oggi è considerata assurda anche da molti di quelli che si dicono "credenti".
Poi gli "studiosi" di tutto il mondo hanno usurpato la scena ai (veri) "sapienti"
e si sono inventati tutto ed il contrario di tutto. Poi il sano ma pericoloso, egoismo che ogni uomo porta in sé, la voglia di stare sopra agli altri uomini, ha prevalso ed oggi viviamo in una società che si regge non più grazie ai rapporti umani, che sono tutti regolati, cioè falsi, ma grazie all'abbondanza dei beni dati dall'abbondanza di uomini (anche se noi pensiamo invece che derivi tutto dalla nostra fantastica tecnologia). Un umanità gigantesca, formata da miliardi di individui, vive oggi in un mondo martoriato da quello che i cristiani chiamano "peccato" che è sempre e solo l'uso sbagliato dell'egoismo!
Secondo la fede cristiana il misterioso disegno di D-o sull'umanità si realizza uomo per uomo ma in questo tutti assieme in una "cosa" che si chiama Chiesa di Cristo cioè in un corpo umano e soprannaturale al tempo stesso.
Sempre secondo la testimonianza che ci è stata trasmessa, ci aspettano tempi futuri in cui l'Amore vincerà in modo definitivo sull'egoismo (cioè sull'uso sbagliato dell'egoismo, cioè il peccato) ed attraverso questa trasformazione della umanità tutti risorgeremo corpo ed anima (per i cristiani l'Anima è immortale ergo non ha bisogno di risorgere), tutti... cioè i "vivi ed i morti".
Se lasciamo per un attimo da parte quello che dicono, ormai sempre più inascoltati, i veri sapienti e prendiamo quello che dicono gli studiosi, il giorno del Natale sembrerebbe confermato nella settimana o nella decina di giorni che seguono il solstizio di inverno, Ed in più si aggiungerebbe che la famosa festa del "sole invitto" sarebbe stata spostata successivamente in quella posizione, dopo che i primissimi cristiani iniziarono a festeggiare il Natale... Ma gli studiosi, sopratutto quelli che fanno capo al Vaticano, ci vanno con i piedi di piombo, non hanno ancora tutte le fonti...(sono documenti reperiti nei vari rotoli ritrovati negli ultimi 50 anni il cui studio non è ancora completo) come se fosse una cosa importante!
Se venisse confermata la data del Natale cambierebbe qualcosa? Per la Fede cristiana nulla! Per le infinite discussioni dei vari sapienti sicuramente sì, alimenterebbe una nuova sequela di conferenze, libri, sopratutto per le controdeduzioni... nascerebbero nuovi guru che si nutrirebbero come parassiti dai loro nuovi seguaci...
Carlo ha fatto un elenco di panni sporchi ed ha in pratica mostrato solo quelli, capisco la sottile trama ironica, ma una certa mancanza di rispetto (involontaria) verso innumerevoli uomini di Fede che hanno rivoluzionato il mondo e la società verso il bene, sarebbe stato meglio evitarla.
(fine prima parte)
(seconda parte)
RispondiEliminaIl cristianesimo da fastidio agli studiosi della società umana, anche perché ha saputo rinnovarsi ed ha sempre saputo rinascere dalle proprie ceneri, nell'elenco di Carlo avrebbe dovuto esserci San Francesco che è stato uno dei più veri riformatori, così come molti che si sono succeduti a Francesco di Assisi e che hanno ri-riformato la Chiesa, nella sequela del messaggio di Cristo trasmessoci dal Poverello di Assisi, nei secoli seguenti, fino ad oggi...
La storia del cristianesimo è la storia stessa della nuova umanità nata il giorno di Natale di duemila anni fa, se gli studiosi non sono d'accordo è perché hanno imparato a memoria tanti libri ma non hanno imparato la sapienza... anche in loro ha prevalso l'egoismo.
In una cosa ha ragione Carlo, il Natale, per la liturgia cattolica, è secondo rispetto (in realtà è terzo) al triduo di Pasqua e cioè ai riti che fanno rivivere la passione, la morte e la resurrezione di Gesù. Ma è ovvio che, invece, per la Fede cristiana il Natale sia la prima delle feste, perché ci racconta del giorno che ha cambiato il mondo, il giorno della venuta di D-o in mezzo agli uomini... La tradizione orientale, che ricordo coincide con quella occidentale per almeno 8 secoli, nella propria iconografia sul Natale mette sempre il bambino Gesù, nella mangiatoia, ricoperto non di fasce neonatali ma di bende sepolcrali, questo per ricordare che il Natale è il Vero inizio di tutto!
Infine una nota sulla perdita del “mistero” e del “senso religioso”.
Qui esprimo essenzialmente mie opinioni, come forse alcuni di voi sapranno io ho 58 anni, sono sposato con tre figli, lavoro come tecnico, impiegato, e sono diacono permanente, cioè sono ordinato e consacrato al primo gradino dell’ordine sacro che comprende i tre gradi del sacerdozio cristiano e cioè diaconi, presbiteri (i preti di qualsiasi titolo) ed episcopi (i vescovi fra i quali il vescovo di Roma che è anche chiamato papa).
Io penso, e con me molti altri, che la riduzione dei fedeli, e dei sacerdoti, ed indirettamente delle istituzioni cristiane, siano un grande dono che D-o ci sta facendo perché la Fede sia più vera.
Come ha detto una grande vescovo: “meno preti ma santi!”. Così si può dire anche per i fedeli.
Il cristianesimo del dopo “riforma Luterana” (povero Lutero! Ha subito più strumentalizzazioni di Gesù!) ha subito una progressiva deriva anche di fede ma sopratutto di testimonianza. Il concilio vaticano secondo era nato per riportare la fede cristiana alle radici, al modo dei primi cristiani, dei primi testimoni, epurandola dai vari “barocchismi” o peggio da vari “riti propiziatori” sorti lungo i secoli… insomma una bella lavata di panni nel fiume del Vangelo di Gesù. Purtroppo non è stato ben capito.
Quello che manca oggi al cristianesimo è quello che manca agli stessi fedeli, alla gente della strada e cioè la conoscenza del messaggio evangelico e la conoscenza della fede cristiana! In realtà alla nostra moderna società non manca il “mistero” o il “senso religioso” o “il senso sacro” ma semplicemente manca la conoscenza della trasmissione del messaggio della testimonianza, della buona novella del Vangelo… Come dicono i documenti del Vaticano II, la prima responsabilità di questa universale “ignoranza” sulle basi della Fede cristiana, sono gli stessi cristiani, a partire dai vescovi in giù…
La maggioranza dei cristiani di oggi, e parlo di quelli che bene o male vanno a Messa tutte le Domeniche e si confessa almeno una volta all’anno, non conosce nell’intimo la motivazioni della Fede cristiana!
Non le conoscete nemmeno voi, commentatori qui nel blog di Carlo e nemmeno Carlo stesso…
(fine seconda parte)
(terza parte)
RispondiEliminaUn po’ mi fanno ridere i tanti “Biglino” che nascono ogni giorno, sopratutto grazie ad internet che è una piattaforma dalla quale la sapienza è bandita per sempre, che parlano di cose cristiane, generalmente contro le cose cristiane, senza nemmeno rendersi conto che stanno parlando non della fede vera ma di una caricatura della stessa che gli è pervenuta dalle moderne fonti che sono quasi tutte assolutamente non sapienti.
Mi verrebbe da dire che per parlare di cose di Fede ci vorrebbe uno che la Fede la vive ogni istante della propria vita nella propria carne ma tant’è, oggi va così… Però se sulla piattaforma “internettiana” qualcuno, che non è un cuoco, si permette di confutare una ricetta, tutti gli fanno capire che lui, che non è cuoco, “che ne può sapere di ingredienti?”.
Oggi siamo tutti consapevoli e conosciamo la grande fede della cucina da “masterchef” fino alla signora Pina che fa le tagliatelle al ragù nella locanda al paesello…
Non conosciamo più la fede, e nemmeno la politica, la società e nemmeno l’umanità, non conosciamo l’Amore ed ogni giorno lo sostituiamo, nemmeno più con l’erotismo, solo con il sesso.
Non conosciamo più la famiglia ed il senso di dono che unisce un uomo ed una donna per una vita, oggi pensiamo che il nostro coniuge (penso che oggi, si dica “partner” mutuato dal business, o “compagna” mutuato, forse, dalle “cattive compagnie”? Non saprei!) sia un nostro servitore, se va bene, schiavo nella maggior parte dei casi. Cioè pensiamo che l’Amore non sia quel sentimento che spinge una persona a donare la propria vita da una altro, per il bene assoluto dell’altro, anche a proprio discapito, ma sia solo un mero “apostrofo rosa”, fra le parole “t’amo”. O peggio un servizio da usufruire, come per le tagliatelle della Pina… Oggi pensiamo che essere giusti sia esprimere delle buone idee e fare delle buone azioni, invece essere giusti significa mantenere la pace anche a proprio discapito, anche rimettendoci, anche la vita.
Oggi chiediamo a D-o delle risposte e lo accusiamo dei suoi “sbagli”.
I bambini che muoiono di fame? Una ingiustizia che D-o non dovrebbe permettere… Nemmeno ci ricordiamo più che lo stesso D-o ci ha mandato una lettera d’Amore scritta per lui dagli uomini (persone prese dal consorzio umano) dove è scritto chiaramente come comportarsi per evitare che l’altro soffra, qualsiasi altro, compresi i bambini che muoiono di fame.
Pi ci sono le risposte che D-o non da mai, ed invece da sempre solo che non le vogliamo accogliere:
-un esempio di vero Amore di famiglia e di come essere giusti? Il Natale!
Maria e Giuseppe sono due persone normali, anzi piccolissime rispetto ad esempio al Re Erode.
Eppure la prima accetta che “avvenga di lei” una cosa assurda, inaccettabile, incomprensibile e sopratutto PERICOLOSA, quello che Maria, quindicenne, ha accettato ha il rischio della LAPIDAZIONE! Perché l’ha fatto? Per amore dell’Amore! Lei non ha nessun vantaggio ma solo svantaggi ad accettare il piano di D-o. Lei avrà avuto, come tutte le donne, i suoi progetti per la sua vita, questi progetti sono stati sconvolti, in peggio per lei, da una rivelazione incomprensibile! Le è stato chiesto di sacrificare tutti i suoi progetti per seguire quelli di D-o che le ha promesso il “salvatore” del mondo! Di nuovo una cosa incomprensibile per lei.
(fine terza parte)
(quarta ed ultima parte)
RispondiEliminaGiuseppe, come uomo avrà avuto sopratutto lui, una miriade di progetti sulla sua vita, in più aveva anche una cultura ben precisa che lo metteva a “capo” della famiglia e quasi “padrone” della propria moglie. Cosa fa invece? Per amore accetta di diventare “cornuto” di sposare una donna incinta di una altro, di uno sconosciuto! Ma non finisce qui, i suoi piani vengono non solo sconvolti, come quelli di Maria, ma anche sarà costretto a diventare un migrante e clandestino in Egitto! Lui che, da Ebreo e artigiano e di stirpe nobile (apparteneva alla genealogia del Re Davide), aveva una vita semplice, ma spianata davanti a sé! Giuseppe viene chiamato “giusto” perché crede nell’Amore e segue questa sua fede anche a suo discapito, anche rimettendoci personalmente, perché per lui l’Amore è il bene più grande!
Per chi crede ed anche per chi non crede il Natale è un esempio di Amore, un esempio di famiglia, un esempio di giustizia, quella vera, un esempio di vera sapienza umana.
Il senso di Amore, nel Natale, è così forte che per molte persone (sole, o sofferenti o persone che hanno perso i loro cari) è il giorno più brutto dell’anno! Questo purtroppo è vero per molte persone ma è anche vero che per quelle che hanno mantenuta alta la bandiera dell’Amore è ben diverso, anche nella solitudine non sono tristi.
Ti prego, Carlo, non sminuire il Natale! Se non voi fare festa per te, fai festa per gli altri, va a trovare un tuo vicino (ci piace aiutare i lontani e ci dimentichiamo sempre dei vicini che spesso sono “fastidiosi”) che è solo, invitalo a casa tua, portagli un dolcetto e sopratutto un sorriso, un abbraccio, una vicinanza… sopratutto fagli capire che l’Amore è più della speranza (è anche più della Fede) e sopravvive anche nelle crepe della vita… Ecco cosa è il Natale!
Buon Natale!
RA