01 giugno 2019

Ma quanto ci rubano?

Osserviamo: prima di parlare, scrivere, commentare, tenere conferenze, postare interventi su Youtube, Facebook, Twitter…osserviamo, guardiamo, ragioniamo. Questo è il mestiere del giornalismo d’inchiesta, non altro: non un copia/incolla da un sito all’altro, del quale non possiamo fidarci ciecamente.
Osservo il porto turistico di Varazze: un tempo – prima che affondasse la Haven nel 1991, 10 ore dopo il Moby Prince – una larga parte del porto era riservato alle barche da pesca ed ai pescherecci, alcuni di ragguardevoli dimensioni. Ed oggi?

Oggi sopravvivono poche barche a vela, non molti, modesti yacht a motore, gommoni e quant’altro, sfavoriti da una politica dei prezzi che li taglieggia: un posto barca, annualmente, costa sui 5-6000 euro per 10 metri di barca. Perché?
Poiché si cerca di far spazio per gli yacht (quasi tutti a motore) superiori ai 25 metri, come sta avvenendo in quasi tutti i porti turistici italiani. Ohibò: gli italiani sono diventati tutti ricchi?
Gli stessi yacht, sono ormeggiati in banchina, già iscritti alle Isole Cayman per motivi fiscali – isole dei pirati erano le Cayman, cosa potevamo aspettarci? – solo in attesa di un acquirente. Ma cosa sono?!?
Sono dei “bestioni” con motori di 3-4000 Cv, che costano 1-2 milioni di euro, che pagano circa 50-100.000 euro/anno per stazionare in porto, che necessitano di un equipaggio (un comandante, un motorista, un marinaio), per le quali un “pieno” si aggira sui 10.000 euro. Non è proprio roba per tutte le tasche.
Beh, direte voi…sono roba per ricchi…

Già, ricchi.
Sapete qual è il Paese che produce il maggior numero di questi aggeggi? L’Italia (1), da 14 anni, è in testa nella produzione mondiale di grandi yacht: se ne producono, ogni anno, circa 200, da una dozzina d’aziende.
Beh, non saranno mica tutte vendute in Italia? No, nessuno sa chi siano i proprietari, perché sono intestate a società che hanno sede…guarda a caso…alle Cayman. Però, molti, stazionano nei porti italiani: chissà come mai?
Beh, se volete notizie su chi li utilizza (solo i più noti) potrete trovare qui (2) Briatore e qui (3) Formigoni…ma sono certi che saprete fare meglio cercandoveli da soli…il problema è che si sono fatti furbi: chi mai può indagare Piripicchio, se lui ha una partecipazione nella Fuffalex.snc, società che fa parte del gruppo Voloben.srl, che è dipende dalla holding Rubatutto…con sede alle Cayman, consociata in Lussemburgo alla…
Roba che un magistrato deve spaccarsi il cervello per trovare il bandolo della matassa.

Questa divagazione sui possessori di grandi yacht non ci fornisce dati sull’entità della corruzione, però ci dice qualcosa l’ingrandimento dei bacini dei porti turistici – per ospitarli è necessaria una certa distanza fra i pontili – perché significa che parecchi di questi “mostri del mare” soggiornano in Italia, e dunque i proprietari (o gli utilizzatori) non sono distanti. Perché tenerli nei porti italiani che, oltretutto, non sono per niente a buon mercato? Potremmo ipotizzare che tutto sia “pagabile” tramite “favori” e tangenti varie, anche il canone di locazione del porto?
Qualche riscontro c’è, come quello di un pentito di n’drangheta, il quale afferma che ad un avvocato, facente parte di una “giro” di corruzione “sarebbe stato perfino regalato uno yacht in precedenza sequestrato e poi dissequestrato”. (4)

Ma, se cercassimo alla fonte dati sulla corruzione in Italia?

Le fonti sono incerte, per un semplice motivo: chi corrompe od è corrotto, non lo va a gridare ai quattro venti. E le stesse indagini, processi et similia forniscono dati scarsi. Perché? Poiché ne baccano pochi!

Il dato più conosciuto e riportato in molte analisi è quello della Banca Mondiale, la quale “stimò” la corruzione a livello mondiale in 1000 miliardi di dollari. Chissà perché 1000 (mille e non più mille…mah)…cifra tonda…un numero ad effetto. Beh, secondo il dato, forse non fasullo ma poco convincente, siccome l’Italia partecipa al PIL mondiale per il 6%, fanno 60 miliardi annui che finiscono nelle tasche dei corrotti. Prendetela come volete: Banca Mondiale dixit.

Mi è sembrato più accurato il dato proveniente da un’indagine eseguita dai Verdi europei e validata da una società di controllo americana, studio confermato anche dall’UE (5). Racconta che, nella sola Europa, la corruzione vale 904 miliardi l’anno. Non so se questo dato sia esatto, però so per certo che a Bruxelles ci sono 7.800 lobbisti regolarmente accreditati (6): altre fonti citano 15.000, ma non è il caso di litigare su questi numeri, giacché dipende dai soldi che ci metti, non tanto da quanti uomini hai.
Secondo questo studio, ogni anno l’Italia “perde” in corruzione 236,8 miliardi di euro, pari al 13% del suo PIL: percentualmente, non è la più corrotta in Europa (gli stati dell’Est Europa sono più corrotti), però in valore assoluto è la prima assoluta, seguita dalla Francia e dalla Germania, ma un po’ più distanti come valore percentuale sul PIL.

Che siano 60, oppure 239, io non posso metterci le mani sul fuoco: però, nel nuovo porto di Loano (SV) ho visto personalmente un mega-yacht che era, in realtà, un ex cacciatorpediniere francese: perché? Poiché aveva già la piattaforma per l’elicottero!

Lo scorso anno – ricordo – ci hanno fatto impazzire perché il RDC e Quota 100 costavano circa 10 miliardi l’uno…e questi si dividono decine o centinaia di miliardi? Con l’Europa che andava a spilluzzicare sui decimali di debito, lo spread che tuonava, Moscovici che vomitava insulti…mentre, sull’altro versante, sulle mazzette tacevano?

Non voglio affermare che la ragione della sconfitta elettorale dei 5S sia stata solo quella che ha sostenuto Massimo Fini, ovvero i “mazzettari” gaudenti, però qualcosa di vero c’è anche in questo: cosa controlla quella gente? Tv, giornali, Web…in una sola parola, INFORMAZIONE. Che è stata un solo bombardamento, concentrato sul M5S. E chi hanno iniziato a temere, sin dal crollo del ponte Morandi? Sin dalla TAV? Solo il M5S, perché la Lega era sì d’accordo…però si smarcava sempre di lato. Faceva capire che, per loro, era importante il PIL, il lavoro…”quella roba lì” era solo “merce” dei 5Stelle, che se era per loro…avrebbero chiuso un occhio, anzi due…

I due casi di Rixi e Siri sono roba di poco conto (almeno, Rixi, Siri si vedrà) però entrambi hanno sbagliato, e chi sbaglia paga. Se preferite che non paghi, ditelo chiaro, preferita pagargli gli yacht e, per voi, Formigoni – oggi – sarebbe tranquillo a casa sua a progettare vacanze? Scegliete.


(6) https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-06-23/l-esercito-lobby-bruxelles-chi-sono-e-quanto-spendono-gruppi-interesse-ue-130144.shtml?uuid=ACrSnOF

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