Hai resistito fin quando hai potuto, ed oggi te ne sei andato.
Quelli come te – che parlano il linguaggio degli umili senza farsi abbindolare dalle sirene dell’acculturazione – non nascono tutti i giorni.
Sei partito da uno sconosciuto villaggio fra la savana e la pianura – sangue misto, indio, nero ed ispanico, alla faccia di chi difende la razza: i bastardi sono sempre i migliori – e sei arrivato a pilotare gli F-16.
Poi, ti sei messo al servizio del tuo Paese: già, “servizio” che in giapponese si dice “samurai”.
Nessuno ha saputo interpretare meglio di te le esigenze della povera gente: per questo ti acclamano e ti piangono senza ritegno. Perché la povera gente non soffoca i suoi istinti: quando è allegra ride, quando è triste piange.
E tu hai cercato di sfamarli, d’aprire loro le porte della cultura – sempre popolare, vedi l’Orchestra del Venezuela, dove i prestigiosi Berliner Philarmoniker hanno dovuto abbassarsi e prendere in carico un loro contrabbassista tanto era bravo – e d’insegnare loro che il mondo è a portata di mano, basta lottare contro quelli che te lo negano.
Non so se ti hanno avvelenato oppure no: può darsi, ma – da oggi – il popolo venezuelano non potrà più tornare indietro – oh, gli altri ci proveranno, eccome! Il petrolio fa sempre gola, i soldi ancor più – ma i venezuelani avranno di fronte ad essi un faro, Hugo Chavez, e nessuno potrà – mai più – dire loro che la luna non esiste.
Un altro Umano che ci dice, con la sua testimonianza, di restare Umani. Sempre.
RispondiEliminaDoc
I Venezuelani da oggi hanno un Bolivar secondo. Lenta ma inesorabile il crollo dell'ultimo impero.La sua morte darà maggiore forza al popolo per evitargli di cadre, per molti anni a venire nelle grinfie dei gringos. Non è morto invano. La storia dimenticherà i Bush gli Obama ma non i Chavez.
RispondiEliminaHasta luego amigo!
Recentemente ho avuto occasione di vedere il film girato dal bravo giornalista John Pilger, dal titolo fortemente critico: “La guerra alla democrazia.”
RispondiEliminaQuello che ho trovato di estremo interesse è l’approccio giornalistico di Pilger, e il tipo di domande che rivolgeva agli intervistati, tra i quali, visto il tema politico trattato, non poteva mancare Hugo Chavez.
(continua...)
Ieri, il leader maximo del Venezuela è morto, provocando un’onda triste in milioni dei suoi sostenitori, uno tsunami di commozione in quel popolo che lo salvò da morte per omicidio, l’11 aprile 2002, durante il fallito golpe contro di lui, ordito da Washington e dalla cricca nordamericana del petrolio..
Non è stata la CIA, probabilmente, nè un complotto yankee - anche se si sta cercando in tal senso, di strumentalizzare politicamente la morte da parte degli accoliti del presidente, per creare un incidente diplomatico con gli USA - e nemmeno una mano armata di antrace vicina alla sua poltrona.
Hugo Chavez è ufficialmente morto a causa di un tumore alla prostata (anche se dietro le vere cause si stagliano minacciose molte ombre oscure, qui un approfondimento sui presidenti dell'america latina che misteriosamente muoiono di cancro come mosche), sfatando il mito sulla sua immortalità che già aleggiava sui cerros di Caracas.
Comunque la si guardi, la vita di Chavez è stata un atto, se non eroico, quasi suicida.
Quando un uomo si oppone a una visione del mondo eretta sui pilastri del profitto, proponendone un’altra costruita sulle baraccopoli di Caracas, dal quale egli stesso proveniva, non si può che plaudere e rimanere anche un po’ sconcertati.
Sarebbe facile dire che alla fine è morto un dittatore, anche se, quel 12 aprile 2002, 600.000 persone hanno circondato il Parlamento di Caracas e hanno detto no a chi aveva preso il potere senza essere legittimato da un plebiscito popolare.
Hanno detto no alle lobbies della finanza internazionale.
No, alla proletarizzazione dilagante del Venezuela e dell’America Latina, voluta dall’Agenda statunitense fin dalla messa in atto dell’Operazione Condor e dei suoi sistemi repressivi che hanno avuto come unico scopo la guerra alla democrazia, ben evidenziata nel documentario di Jhon Pilger.
Se il popolo ha definito Chavez, la voce dei barrios, un motivo c’è ed è da ricercare nel cambiamento straordinario che i ‘rifiuti umani’ della società capitalistica, hanno ottenuto dando la piena fiducia al loro presidente, portandolo alla vittoria elettorale, per ben 10 volte in 8 anni.
continua...
Sono molti quelli che lo volevano freddo e possibilmente orizzontale.
RispondiEliminaLe campagne mediatiche contro di lui, dipinto come un demone, hanno fatto breccia nell’immaginario collettivo occidentale.
Ogni buon abitante del primo mondo sviluppato, dove si cerca di controllare le risorse del secondo e del terzo, dovrà pur credere nell’esistenza nefasta di uno o più cattivi, se vuole dare un senso alla sicurezza nazionale nella quale vive, coccolato come un neonato avvolto in fasce.
Ai tg masticati insieme alla cena, era normale, per tutti noi, sentire sbraitare sul Dittatore di Caracas che teneva in pugno il popolo con la più bieca propaganda comunista, come solo il suo amico/compagno FidelCastro sapeva fare.
Infatti, Obama, alla notizia della sua scomparsa, ha subito dichiarato: “Ora si apre un nuovo capitolo per il Venezuela”, liquidando in fretta, a cadavere ancora caldo, quello che, secondo il suo establishment, è stato un ritardo nella corsa all’esproprio di 4mln di barili di petrolio al giorno e di una quantità enorme e indispensabile di risorse naturali che gli USA si contendono da anni con la Cina.
Il gatto bolivariano è morto e i topi a stelle e strisce ballano.
È vero, la povertà non è stata debellata in Venezuela, la droga circola per i barrios tra i ranchos e l’immondizia si accumula nelle colline intorno a Caracas.
Malgrado tutto questo, i venezuelani che hanno sostenuto Chavez, credono di non essere un prodotto di scarto della società dei ricchi e sentono di contare qualcosa e di non essere più un’ ombra, una macchia di bipedi indesiderati, un’eco fastidiosa senza voce.
Dal film estrapolo:
John Pilger- Quando si guida dall’aeroporto di Caracas, la cosa scioccante per chi viene qui per la prima volta sono i barrios, la quantità di gente povera.
Perché in Venezuela, che guadagna miliardi di dollari dal petrolio, c’è ancora questa povertà nonostante tutti i cambiamenti che lei ha fatto?
Hugo Chavez- I poveri in Venezuela continuano a essere poveri, sì, lo dico sempre che noi non vogliamo essere ricchi.
Il nostro scopo non è la ricchezza materiale, è vivere con dignità.
Certo, uscire dalla povertà, è soprattutto uscire dalla povertà estrema.
Non divenire milionari, lo stile di vita del sogno americano.
No, quello è stupido.
Le dico questo, perché la questione della povertà ci condiziona profondamente, è la più grande delle nostre lotte.”
Chavez ha lasciato solo burocrazia e corruzione, propaganda anti-americana e anti-capitalista, una lista di cose fatte da cancellare immediatamente?
Nel 1999, appena salito al potere, fece votare una nuova Costituzione che oggi si trova stampata sui generi alimentari, avviò un programma di scolarizzazione, diede impulso e vita a un progetto di sanità pubblica per i più bisognosi, calmierò in maniera sensibile i prezzi dei beni indispensabili, e quello che fece per i poveri, lo fece gratis.
Domani, sarà ancora così?
Cosa succederà di quel 36% di territorio venezuelano sottratto alle multinazionali?
Come si comporteranno le élites del petrolio?
Faranno uscire il Venezuela dal Protocollo di Kyoto?
Le agenzie di rating continueranno a declassare il paese?
Per gli investitori privati fuggiti dal Venezuela che hanno i bagagli in mano e stanno per ritornare, si è trattato indiscutibilmente di una dittatura, alla quale vogliono sostituire, in attesa di vedere chi succederà al trono bolivariano, quella ancora più distruttiva del libero mercato turbocapitalista.
E se a Hugo succederà il fratello maggiore Adan, sarà proprio il caso di dire, in tempo di Conclave: morto un Chavez, se ne fa un altro.
Approfondimenti
La guerra alla democrazia - di John Pilger (1 di 10)
http://www.youtube.com/watch?v=uOTfr3YqgRY
CIA: esperimenti di cancro con i presidenti dell'America Latina?
RispondiEliminahttp://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4195
HASTA SIEMPRE COMANDANTE CHAVEZ!
RispondiEliminaEli