Com’è strana la vita.
Così come, un poveraccio disperato, può vincere alla lotteria o ricevere la famosa eredità “dello zio d’America” (successe ad un mio amico, totalmente ignaro della sua esistenza), capita che – quando ti sembra d’avere in pugno il risultato di una vita di sforzi – con uno sberleffo, il destino ti tolga tutto.
E’ quello che ci viene in mente – in queste giornate di caldo e di afa – quando osserviamo l’effige d’Umberto Bossi.
Riflettendoci un po’, già c’aveva colpito la sicumera di Tremonti quando – a Bruxelles – gongolava, affermando che in Italia (avete visto com’è facile?) si “riforma” il sistema previdenziale, mandando in pensione la gente a 70 anni, senza nemmeno “una voce dissenziente”.
A dire il vero, le voci “dissenzienti” ci sono state – la prima, quella del più grande sindacato italiano, la CGIL – ma il governo, forte di numeri e di consensi, di certezze e d’impunità, aveva tirato diritto. Il Presidente del Consiglio sognava nuovi castelli nei quali invitare nuovi harem, il Gran Visir dell’Economia nuovi fondi previdenziali da saccheggiare, valvassori e valvassini nuovi cespiti di tangenti, da dilapidare nell’Estate da nababbi che li attendeva. E invece.
Avevamo posto all’attenzione dei lettori il risultato del referendum sul nuovo “impianto federale” del 2006, perché troppo presto dimenticato: nell’Italia berlusconizzata, mediasettizzata, briatorizzata, dellutrizzata e bertolasizzata, pochi ricordavano che – di fronte allo spauracchio del “federalismo” di matrice bossiana (in realtà, una secessione mascherata) – s’era levati persino i morti dalle tombe e le truppe verdeazzurre, radunate fra Varese ad Arcore, s’erano ritirate nei loro accampamenti, sconfitte.
Il significato di questi giorni, del “tormentone agostano” della politica e del futuro italiano, è tutto qui: questo dannato Paese ti lascia fare tutto, ti concede ciò che risulta inconcepibile appena oltre qualsiasi frontiera. Poi, ti mette di fronte al fatto compiuto, all’impossibilità di procedere: decreta in un lampo la fine politica di formazioni blasonate. Ed è già un passo avanti rispetto a ciò che avveniva un tempo, quando si bruciavano le persone insieme ai loro libri.
Tutto ciò avviene perché questa bellissimo a maledetto Paese non dialoga nei luoghi deputati al dialogo, non emana sentenze nei luoghi chiamati a sentenziare, non informa nelle redazioni destinate a farlo.
Questo Paese è composto da realtà così sfaccettate – sin dal 1861, abbiamo proprio poco da ricordare e da celebrare – da risultare un Giano polifronte: la realtà dipende soltanto dalla faccia nella quale incappi quel giorno, dal Fato, dal caso. E non c’entra nulla col Nord o col Sud.
Nessuno, qui, starebbe ad ascoltare un Primo Ministro che – mentre piovono bombe – afferma che il programma del suo governo saranno “lacrime e sangue”. Negli stessi anni, in questo Paese, s’eleggeva come successore di Mussolini quello che era stato il suo più importate consigliere militare. Di una guerra persa.
Perciò, questo paese non vive, non reagisce, non decide sulla base del raziocinio ma solo su quella della paura o del sogno, secondo i momenti, le situazioni, le convenienze personali.
Chi ha premuto sull’acceleratore di questa tendenza, da sempre insita nell’animo degli italiani, chi ha esaltato la loro debolezza sugli altari per dominarli, oggi non dovrebbe stupirsi se – di fronte alla paura – una parte d’italiani ha deciso di seguire le poche vie di certezza, di non abbandonarsi ad ulteriori sogni che svaniscono negli incubi dell’alba.
E’ stato facile creare, in tanti anni di TV spazzatura, centinaia di luoghi virtuali nei quali esaltare l’individualità a scapito della collettività, stappare milioni di sogni dai cappelli dei prestigiatori televisivi, rassicurare qualche spirito inquieto con l’apparenza del doppiopetto. Non ci vuole molto: soldi e tecnologia. Il resto, già l’aveva spiegato Pavlov.
Poi, la realtà fa capolino perché non s’era messo in conto un crollo del 30% dei consumi, che fa apparire nella sua crudezza lo scempio delle retribuzioni, fra le più povere d’Europa. La realtà avanza, si fa strada, accompagnata da migliaia di scrittori – chiamati spregiativamente blogger – i quali mettono all’indice le smagliature dei sorrisi, le tette rifatte dei bilanci, i denti cariati delle amministrazioni.
La nave affonderà?
No – rassicurano – sono soltanto onde, onde e ghiaccio che il Polo c’invia per metterci alla prova: continuiamo così, rotta per 270°, sicuri, macchine avanti tutta.
Ma, nei ponti inferiori, l’incertezza prende piede e la cospirazione prende corpo, sospinta a gran voce dal turbinare, minaccioso, delle onde dell’Oceano fattosi nero, cupo, incombente.
Una piccola scialuppa lascia – forse in preda alla paura, forse all’esaltazione – ma prende il coraggio e le cime per farle urlare nei bozzelli, fin quando la chiglia incatramata a dovere non accarezza le acque nere, vorticose, apparentemente senza speranza.
Di là del Mare Oceano, appena sotto l’orizzonte, ci saranno altre navi dove ancora è permessa e gradita l’assemblea dell’equipaggio: basterà vogare ed inviare lampi di segnalazione.
Sembra che siano stati soccorsi: per ora, soccorsi e nulla più.
Ora, sulla grande nave, ci si chiede se l’equipaggio rimasto sarà in grado di mantenere la rotta, oliare i grandi cuscinetti dell’albero dell’elica, se le vedette avranno occhi aguzzi a forare il buio della notte, se la “squadra nera[1]” avrà muscoli ben temprati.
E salgono i dubbi. Fin su, in plancia.
Il comandante spande certezze: che può fare un comandante?
Ma gli ufficiali tentennano, scuotono il capo: cosa succederà quando avremo scapolato questo Capo d’Agosto – quando la fine delle calme equatoriali e lo scatenarsi dei primi uragani metteranno alla prova cime e bozzelli, pennoni e sartie? – quando lasceremo questa “Panama”, che per ora ci protegge nel suo gongolare del nulla, aggraziato solo dal volo solitario degli albatross, e la stasi terminerà?
Qualcuno sorride con scaltro abbrivio del labbro, altri s’accompagnano alla bottiglia di rum, pochi s’addentrano nelle galanterie, normali attività delle lunghe navigazioni.
Fra tutti – quando il comandante lascia intendere di voler “fare del Senato la nuova ridotta della Valtellina” – solo uno comprende che la navigazione sta per terminare, e risponde a dovere “qui, al Nord, sono pronte 20 milioni”. Di persone, di baionette? Quasi in rima con la Valtellina.
Oggi, un personaggio come Umberto Bossi, fa quasi pena.
Dopo aver stampato manifesti con il Nord “gallina dalla uova d’oro”, essersi alleato con Berlusconi, averlo abbandonato insultandolo e dandogli del mafioso, averlo riabbracciato in cambio di un posto a tavola ogni Lunedì in villa, aver persino indicato nel figlio Renzo “Trota” la successione, in un refolo di Zeffiro ha visto volar via bandiera e suggelli di sante alleanze, speranze e sogni coccolati per le vie, umide e scivolose, dei borghi lacustri. Per anni, decenni: una vita.
A sua parziale discolpa, segnaliamo la pochezza della persona in oggetto – ben diversa, per cultura, da suo “maestro” Miglio – che lo ha condotto a seguire una sorta di leninismo da periferia urbana nella ricerca dei menscevichi, che non c’erano, da turlupinare.
Appoggiandosi ora allo zar, ora ai circoli rivoluzionari, ha creduto che quei pochi – i quali lo accompagnavano nelle sue scorribande, dalle sorgenti del Po a Venezia – fossero l’avanguardia dei tanti. Ancora una volta: leggere male e di fretta Lenin può fare brutti scherzi.
Così, oggi, la pattuglia fuggita sulla scialuppa pone come condizione “la revisione del federalismo” pensato da Calderoli e Tremonti, ossia da Bossi Senior, che nel regno di Bossi II Junior, “Trota”, sarebbe dovuto essere un regno illuminato, con qualche immaginario Elettore di Sassonia a proteggere si tanta sagacia. In altre parole: niet.
Infine, di tante energie profuse, rimangono una città lagunare nella quale regna l’opposta fazione mentre, sulle sorgenti del Po, dovrà pronunciarsi un Tribunale.
Mai si sarebbe immaginato che, il regal dettato di Re Lear:
Resti dunque assegnato a te e ai tuoi
in possessione e perpetuo retaggio
questo terzo di tutto il nostro regno…
Si sarebbe tramutato nell’epopea fantastica del Sogno di una notte di mezza Estate:
Mettiti il cuore in pace:
non basta tutto il regno delle fate
a comprare da me quel fanciulletto…
Sic stantibus rebus et…sic tansit gloria mundi…padani!
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
Così come, un poveraccio disperato, può vincere alla lotteria o ricevere la famosa eredità “dello zio d’America” (successe ad un mio amico, totalmente ignaro della sua esistenza), capita che – quando ti sembra d’avere in pugno il risultato di una vita di sforzi – con uno sberleffo, il destino ti tolga tutto.
E’ quello che ci viene in mente – in queste giornate di caldo e di afa – quando osserviamo l’effige d’Umberto Bossi.
Riflettendoci un po’, già c’aveva colpito la sicumera di Tremonti quando – a Bruxelles – gongolava, affermando che in Italia (avete visto com’è facile?) si “riforma” il sistema previdenziale, mandando in pensione la gente a 70 anni, senza nemmeno “una voce dissenziente”.
A dire il vero, le voci “dissenzienti” ci sono state – la prima, quella del più grande sindacato italiano, la CGIL – ma il governo, forte di numeri e di consensi, di certezze e d’impunità, aveva tirato diritto. Il Presidente del Consiglio sognava nuovi castelli nei quali invitare nuovi harem, il Gran Visir dell’Economia nuovi fondi previdenziali da saccheggiare, valvassori e valvassini nuovi cespiti di tangenti, da dilapidare nell’Estate da nababbi che li attendeva. E invece.
Avevamo posto all’attenzione dei lettori il risultato del referendum sul nuovo “impianto federale” del 2006, perché troppo presto dimenticato: nell’Italia berlusconizzata, mediasettizzata, briatorizzata, dellutrizzata e bertolasizzata, pochi ricordavano che – di fronte allo spauracchio del “federalismo” di matrice bossiana (in realtà, una secessione mascherata) – s’era levati persino i morti dalle tombe e le truppe verdeazzurre, radunate fra Varese ad Arcore, s’erano ritirate nei loro accampamenti, sconfitte.
Il significato di questi giorni, del “tormentone agostano” della politica e del futuro italiano, è tutto qui: questo dannato Paese ti lascia fare tutto, ti concede ciò che risulta inconcepibile appena oltre qualsiasi frontiera. Poi, ti mette di fronte al fatto compiuto, all’impossibilità di procedere: decreta in un lampo la fine politica di formazioni blasonate. Ed è già un passo avanti rispetto a ciò che avveniva un tempo, quando si bruciavano le persone insieme ai loro libri.
Tutto ciò avviene perché questa bellissimo a maledetto Paese non dialoga nei luoghi deputati al dialogo, non emana sentenze nei luoghi chiamati a sentenziare, non informa nelle redazioni destinate a farlo.
Questo Paese è composto da realtà così sfaccettate – sin dal 1861, abbiamo proprio poco da ricordare e da celebrare – da risultare un Giano polifronte: la realtà dipende soltanto dalla faccia nella quale incappi quel giorno, dal Fato, dal caso. E non c’entra nulla col Nord o col Sud.
Nessuno, qui, starebbe ad ascoltare un Primo Ministro che – mentre piovono bombe – afferma che il programma del suo governo saranno “lacrime e sangue”. Negli stessi anni, in questo Paese, s’eleggeva come successore di Mussolini quello che era stato il suo più importate consigliere militare. Di una guerra persa.
Perciò, questo paese non vive, non reagisce, non decide sulla base del raziocinio ma solo su quella della paura o del sogno, secondo i momenti, le situazioni, le convenienze personali.
Chi ha premuto sull’acceleratore di questa tendenza, da sempre insita nell’animo degli italiani, chi ha esaltato la loro debolezza sugli altari per dominarli, oggi non dovrebbe stupirsi se – di fronte alla paura – una parte d’italiani ha deciso di seguire le poche vie di certezza, di non abbandonarsi ad ulteriori sogni che svaniscono negli incubi dell’alba.
E’ stato facile creare, in tanti anni di TV spazzatura, centinaia di luoghi virtuali nei quali esaltare l’individualità a scapito della collettività, stappare milioni di sogni dai cappelli dei prestigiatori televisivi, rassicurare qualche spirito inquieto con l’apparenza del doppiopetto. Non ci vuole molto: soldi e tecnologia. Il resto, già l’aveva spiegato Pavlov.
Poi, la realtà fa capolino perché non s’era messo in conto un crollo del 30% dei consumi, che fa apparire nella sua crudezza lo scempio delle retribuzioni, fra le più povere d’Europa. La realtà avanza, si fa strada, accompagnata da migliaia di scrittori – chiamati spregiativamente blogger – i quali mettono all’indice le smagliature dei sorrisi, le tette rifatte dei bilanci, i denti cariati delle amministrazioni.
La nave affonderà?
No – rassicurano – sono soltanto onde, onde e ghiaccio che il Polo c’invia per metterci alla prova: continuiamo così, rotta per 270°, sicuri, macchine avanti tutta.
Ma, nei ponti inferiori, l’incertezza prende piede e la cospirazione prende corpo, sospinta a gran voce dal turbinare, minaccioso, delle onde dell’Oceano fattosi nero, cupo, incombente.
Una piccola scialuppa lascia – forse in preda alla paura, forse all’esaltazione – ma prende il coraggio e le cime per farle urlare nei bozzelli, fin quando la chiglia incatramata a dovere non accarezza le acque nere, vorticose, apparentemente senza speranza.
Di là del Mare Oceano, appena sotto l’orizzonte, ci saranno altre navi dove ancora è permessa e gradita l’assemblea dell’equipaggio: basterà vogare ed inviare lampi di segnalazione.
Sembra che siano stati soccorsi: per ora, soccorsi e nulla più.
Ora, sulla grande nave, ci si chiede se l’equipaggio rimasto sarà in grado di mantenere la rotta, oliare i grandi cuscinetti dell’albero dell’elica, se le vedette avranno occhi aguzzi a forare il buio della notte, se la “squadra nera[1]” avrà muscoli ben temprati.
E salgono i dubbi. Fin su, in plancia.
Il comandante spande certezze: che può fare un comandante?
Ma gli ufficiali tentennano, scuotono il capo: cosa succederà quando avremo scapolato questo Capo d’Agosto – quando la fine delle calme equatoriali e lo scatenarsi dei primi uragani metteranno alla prova cime e bozzelli, pennoni e sartie? – quando lasceremo questa “Panama”, che per ora ci protegge nel suo gongolare del nulla, aggraziato solo dal volo solitario degli albatross, e la stasi terminerà?
Qualcuno sorride con scaltro abbrivio del labbro, altri s’accompagnano alla bottiglia di rum, pochi s’addentrano nelle galanterie, normali attività delle lunghe navigazioni.
Fra tutti – quando il comandante lascia intendere di voler “fare del Senato la nuova ridotta della Valtellina” – solo uno comprende che la navigazione sta per terminare, e risponde a dovere “qui, al Nord, sono pronte 20 milioni”. Di persone, di baionette? Quasi in rima con la Valtellina.
Oggi, un personaggio come Umberto Bossi, fa quasi pena.
Dopo aver stampato manifesti con il Nord “gallina dalla uova d’oro”, essersi alleato con Berlusconi, averlo abbandonato insultandolo e dandogli del mafioso, averlo riabbracciato in cambio di un posto a tavola ogni Lunedì in villa, aver persino indicato nel figlio Renzo “Trota” la successione, in un refolo di Zeffiro ha visto volar via bandiera e suggelli di sante alleanze, speranze e sogni coccolati per le vie, umide e scivolose, dei borghi lacustri. Per anni, decenni: una vita.
A sua parziale discolpa, segnaliamo la pochezza della persona in oggetto – ben diversa, per cultura, da suo “maestro” Miglio – che lo ha condotto a seguire una sorta di leninismo da periferia urbana nella ricerca dei menscevichi, che non c’erano, da turlupinare.
Appoggiandosi ora allo zar, ora ai circoli rivoluzionari, ha creduto che quei pochi – i quali lo accompagnavano nelle sue scorribande, dalle sorgenti del Po a Venezia – fossero l’avanguardia dei tanti. Ancora una volta: leggere male e di fretta Lenin può fare brutti scherzi.
Così, oggi, la pattuglia fuggita sulla scialuppa pone come condizione “la revisione del federalismo” pensato da Calderoli e Tremonti, ossia da Bossi Senior, che nel regno di Bossi II Junior, “Trota”, sarebbe dovuto essere un regno illuminato, con qualche immaginario Elettore di Sassonia a proteggere si tanta sagacia. In altre parole: niet.
Infine, di tante energie profuse, rimangono una città lagunare nella quale regna l’opposta fazione mentre, sulle sorgenti del Po, dovrà pronunciarsi un Tribunale.
Mai si sarebbe immaginato che, il regal dettato di Re Lear:
Resti dunque assegnato a te e ai tuoi
in possessione e perpetuo retaggio
questo terzo di tutto il nostro regno…
Si sarebbe tramutato nell’epopea fantastica del Sogno di una notte di mezza Estate:
Mettiti il cuore in pace:
non basta tutto il regno delle fate
a comprare da me quel fanciulletto…
Sic stantibus rebus et…sic tansit gloria mundi…padani!
Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.
[1] Così erano chiamati, nelle navi a carbone, gli addetti a spalare il carbone nei forni delle caldaie.
La rozza ignoranza storico-politica su cui si e' basato tutta la carriera politica del senatùr con l'accompagnamento efficace vulgata del ce l'ho durismo.
RispondiEliminaOra onestamente fa un pò pena: anche colui che sembra appena stato in cantina riesce a prendersi la prima pagina.
E poi, via l'antinomia federalista e' una vera coglionata linguistica oltre che economica..
Un po di sfortuna certo l'ha avuto il senatùr: il cronista ora deve aspettare quando e' pronto per racogliere il suo brodolio corrente
E poi la sfiga dell'acquario in casa che per farlo "passare" per poco non gli costruivano un "cepu" su misura
Ed infine, scalogna della scalogna la stretta (non so come definirla) con 3Morti che quando pensa che ha fatto una battuta spiritosa sembra prendere la via per una autoeroticamasturbante eiaculazione
eurina..mentre...mazzate arivano da tutte le parti
COMUNICATO STAMPA 2.8.2010
Economia
CONTRIBUENTI.IT: ITALIANI SEMPRE PIU' SOVRAINDEBITATI
ROMA - Italiani sempre più poveri. Secondo le stime di Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani: nel primo semestre del 2010 il sovra indebitamento delle famiglie italiane è cresciuto del 28,3% rispetto al 2009 e la propensione all'usura è salita del 17,1%, 13% in più rispetto alla media europea. Lo ha calcolato KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani che con Lo Sportello del Contribuente e Lo Sportello Antiusura monitora costantemente il fenomeno dell'usura in Italia. "Questa tendenza proseguirà però nei prossimi anni", annuncia il presidente di Contribuenti.it Vittorio Carlomagno secondo il quale la propensione all'usura in Italia crescerà ancora nel corso del 2011.
Secondo le stime di Contribuenti.it, nel primo semestre del 2010 in Italia vi sono 3.050.000 famiglie sovra indebitate di cui 1.715.000 famiglie a rischio d'usura e 1.150.000 famiglie a rischio alimentare. Il debito medio delle famiglie italiane ha raggiunto, nel primo semestre del 2010, la cifra di 28.700 euro. I due terzi delle famiglie povere risiedono nel Mezzogiorno. (continua)
E dietro l'angolo l'apertura delle scuole di Gelmini3Morti, i 110miliardi da piazzare, la Cassa integrazione con la bombola d'ossigeno, con le regioni in rivolta e..e tutto questo tocca anche il popolo della padania, altro che 20milioni pronti ( per cosa, a togliergli il piccolo piedistallo oppure per cominciare seriamente di minacciarlo di affogarlo in una ampolla d'acqua del dio po?)
Pensate che sia l'ora di iniziare a seppellirli con...una risata?
Doc
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RispondiEliminaSulle sponde dell'ignoto...
RispondiElimina... giunse al Black, accovacciato davanti alla cenere ardente di un fuoco non ancora del tutto consumato, una bottiglia trascinata dalla spuma calda del Grande Oceano, in una "Notte di mezza estate".
Dentro l'involucro di chiaro vetro flint, che un tempo, forse, conteneva ottimo rhum scolato da un ammutinato dell' HMS Bounty, trovò una "simpatica" caricatura del commander William Bligh, impiccato a un albero da frutto che, in luogo di succosi esperidi, produceva baguettes.
Rise il Black, solitario, pensando che il mare, prima o poi, restituisce ogni cosa.
Pensava alla bella e orribile terra da cui proveniva, la pensava come Hobbes aveva pensato al suo Leviatano o Pericle alla sua democratica Atene.
Ma si rese conto, risvegliato dal suo sogno filosofico da una scintilla di brace schizzatagli sul ginocchio, che in verità, di quella terra, non sentiva nostalgia alcuna, ma solo un algido sentimento, simile a quello che Nerone provava per la sua Roma.
Sulla battigia, nei giorni precedenti , erano naufragati altri oggetti provenienti dal passato: camicie verdi, foulard rossi, calze a rete, cravatte azzurre,il Giornale, una scheda mediasetpremium,un pallone da calcio, un libro sulla camorra, il testo del "Giudice" di De Andrè,gli occhiali scuri di Pasolini, il tricolore, petrolio e una fiaba dei fratelli Grimm, praticamente illeggibile, che lo spinse a ricordare il suo amico Carlo.
Già, il suo amico Carlo e tutti i marinai che lo seguivano su quella nave virtuale che era il blog.
Che fine avevano fatto? Si erano anche loro imbarcati ed erano fuggiti da quell' Atlantide Immorale che affondava per volontà dei governanti e per l' assuefazione alle storture del potere del suo popolo o avevano deciso di fare qualcosa per evitare la tragedia?
Il pilota Carlo era in grado di governare la sua barca tenendo la rotta, calcolando con precisione e attenendosi alle ferree regole trigonometriche che lo conducevano, per vocazione marinara, a non trascurare lo scarrocciare dovuto all' impeto del vento della distruzione della democrazia italica?
O era finito anche lui nelle infide secche?
Black girò con un bastone il resto vermiglio della brace e pensò che era tempo di aspettare un nuovo segno dal mare, un cadavere, una bella indigena da chiamare Domenica, un "caimano" o un pesce sacro parlante che gli raccontasse la fine dell' HMS Italy e l'ammutinamento del suo equipaggio.
Intanto, Sirio emergeva lentamente dall'orizzonte ed era tempo per lui di sparire nel cuore della foresta fino al nuovo sorgere dell'occhio di Ra...
ciao
B.S.
Pirati, un covo di pirati. Chi approda in questa spendida isola di tortuga virtuale, ha la fortuna di ubriacarsi con il buon rum del capitano o del naufrago black.
RispondiEliminaE' sempre un piacere leggerVi.
Saluti
Gaetano
B.S.: "che un tempo, forse, conteneva ottimo rhum"
RispondiEliminalu.:"ha la fortuna di ubriacarsi con il buon rum del capitano o del naufrago black."
Il Rhum se lo sono già scolato...il naufrago Black non ha mezzi nè capacità (volonta?) di produrlo, il Capitano è impegnato nel pilotaggio e nella birra (che dicono ottima)...
Per noi peones, caro lu. solo terra arida e corrotta da lavorare faticosamente sotto il sole e le intemperie e nemmeno il conforto serale di un po' di buon spirito alcoolico!
salutations
RA
ps per B.S.: visto che l'hai citato ti faccio notare che io mi firmo "RA" da un bel po' di tempo, e non solo a causa delle iniziali..
Su Bossi penso che sia molto deteriorato mentalmente, specie negli ultimi giorni quando anche alla domanda più banale tira fuori il dito medio. Per quello che gli rimane dell'istinto politico Bossi ha compreso che il suo federalismo fiscale, leggasi secessione, è finito. Fini, Casini e Rutelli glielo manderanno al diavolo ed ora rimane solo con il nano sessuomane di Arcore che può ricattare liberamente, ma dal quale non può più ottenere il tanto amato federalismo. Ora i due infermi possono fare solo una cosa, rovesciare il banco e con mezzi legali e non premere su Napolitano per andare alle elezioni e poi con una campagna elettorale, il primo, quello con il turpiloquio gestuale, minaccaindo se non lo votano sfarceli con fantomatiche armate nordiste, il secondo, quello affetto da priapia senescenses, promettendo di azzerare le tasse a tutti. Il guaio è che gli italiani ipnotizzati e per parte loro già allocchi di natura, gli crederebbero, votandoli. Temo un autunno caldissimo, in cui il fango su Fini e tutti gli altri sarà in quantità industriale.
RispondiEliminaCiao Carlo
p. s.
Il pezzo è ottimo, quando esamini la situazione politica italiana dai il meglio di te stesso.
Pochi hanno capito, fuori dalla nostra Tortuga, il potenziale letterario di questo brano che, di per sé, poco raccontava che non fosse già detto e stradetto.
RispondiEliminaperò, soprattutto sotto la Luna d'Agosto, è bello divertirsi a ricamare sulla tastiera.
Pochi, ma buoni, oramai l'apprezzano.
Ciao a tutti
Carlo
PS: domani termineremo la verniciatura della coperta...e uno!
Carlo mezzo parlamento che osanna Berluscni al grido di duce duce e lui che saluta romanamente mi ha messo i brividi, gli italiani si stanno consegnando ad un turpe dittatore.
RispondiEliminaCiao a te Carlo
Alcuni italiani si radunarono, nel cortile della Prefettura a Milano, per salutare Benito Mussolini che partiva per la ridotta della Valtellina. Sappiamo come andò a finire.
RispondiEliminaAnche in quel caso vi fu gran profusione di saluti romani e di grida "Duce, Duce!"
Pare sia un antico rito funebre, quasi il parafrasare il noto "E' morto il Re, viva il Re".
Corriamo dietro a questi antichi riti?
Allora, meglio Dioniso.
Ciao
Carlo
Credo che anche noi ci si debba preparare.
RispondiEliminaNon credo che possiamo ancora continuare a propugnare un astensionismo, certamente consapevole, che nella situazione attuale non è più congruo con le nostre aspettative di cambiamento.
I mesi di settembre e ottobre saranno molto densi, i pericoli di implosioni parziali, settoriali, sono molto probabili, il berlusconissmo si sta autodissolvendo al suo interno naturale mentre quello indotto, collaterale - specie nel complementare storico di Alzo di Tacco- resiste, anzi sembra addirittura in rafforzamento (il lapsus freudiano di beè-rsani su 3 morti e' sintomatico).
E quindi serve che si parta con nostre proposte.
Partendo ad esempio da queste:
http://www.lacostituzione.it/
e dallo stesso sito da "letture fondamentali" i due interventi di Calamandrei, su scuola ed etica, mi sembrano propodeuticamente irrinunciabili.
Doc
p.s. hai ragione, fuori dalla Tortuga molte nubi all'orizzonte.
Certo - doc - possiamo prepararci ad affrontare il crollo della seconda repubblica, ma come?
RispondiEliminaSe continuare a proporre elementi di riflessione è una "preparazione", allora lo stiamo già facendo.
Organizzare qualcosa, in tempi così ristretti, è impossibile.
Discutere se appoggiare in modo strumentale questo o quello è fattibile.
Non vedo altri orizzonti.
Ciao
Carlo
Intanto la Gelmini tira dritto e preannuncia la nuova carriera degli insegnanti asservendoli ai presidi riportando la scuola agli anni '50. La democrazia sul posto di lavoro viene azzerata.
RispondiEliminaCiao Carlo
Intanto cominciamo a focalizzare meglio i punti fondamentali, poi - esattamente come dici tu, in modo strumentale, cominciamo a vedere quale, nel panorama attuale delle formazioni politiche e non che si presenteranno alle prossime elezioni si avvicina di più alle nostre aspettative più importanti.
RispondiEliminaCiao
Doc
Cari amici,
RispondiEliminadopo aver terminato la verniciatura della coperta - anche grazie all'apporto di un giovane lettore che ha desiderato collaborare, Silvio Masante, che ringrazio pubblicamente - starò via qualche giorno e non sarò raggiungibile.
Ci sentiamo dopo Ferragosto: voi, continuate pure, se lo desiderate.
Carlo
Gli unici condizionamenti che subirebbe Silvio Berlusconi, in caso di una vittoria elettorale della sua coalizione nelle elezioni prossime venture, verrebbero dalla Lega e questo, per la società italiana, è quanto di più tragico si possa immaginare.
RispondiEliminaLa Lega è il ventre oscuro – no, non il cuore – di un´Italia settentrionale rimasta contadina dentro, che ha paura del nuovo, del diverso e che vorrebbe rispondere alle sfide della modernità negando che esistano. E’ un settentrione alto-medioevale, quello che si riconosce nella Lega, che pensa di potersi garantire un futuro alzando il ponte levatoio e rinforzando le mura del castello.
Bossi, che conosce la sua gente, come credo di conoscerla io, speculando sulle sue paure ha costruito un mostro e, non contento, lo ha reso ancora più spaventoso imbarcando elementi come i Borghezio ed i loro sostenitori che rappresentano, semplicemente, il peggio che la civiltà italiana abbia mai espresso.
Tenuto conto che er senatùr eccelle in furbizia, credo si terrà smarcato da Alzo di Tacco: il potere in e di roma ladrona gli piace troppo per precludersi la possibilità alle prossime elezione (primavera prossima e' il pronostico + attendibile in caso di crisi cronica)
RispondiEliminaGli elementi di attakk sono (quasi) finiti per B.B: anche il ventre comincia a rumoreggiare.
Per cui cominciamo a pensare, ad andare oltre la coppia B.B.
Doc
Il nano di Arcore non mollerà mai il potere, vedremo cose terribili, prepariamoci al peggio.
RispondiEliminaCiao a tutti
Ciao a tutti,
RispondiEliminanon che Borghezio mi sia particolarmente simpatico ma almeno mi ha guadagnato due punti (come si dice dalle mie parti) con la seguente trovata:
http://forum.nexusedizioni.it/daniel_estulin_al_parlamento_europeo-t4420.0.html
Buone vacanze a tutti.
io penso che solo la cultura ci possa salvare, altrimenti seguiamo blaise pascal ed il suo divertissment o anche bacco come dice il professore carlo b. che sinceramente è mancato a me e a qualche altro milione di italiani.
RispondiEliminauna domanda.
fu costamagna a girare i dinari provenienza goldman-sachs per far salire prodi ed avere draghi ex uomo goldman, governatore della bank of italy?
e poi una volta caduto prodi, "l'uomo d'oro" o anche goldman,
è diventato l'uomo ombra di berlusconi tale letta?
cioè i "picci" non sono gli stessi???
io penso che solo la cultura ci possa salvare, altrimenti seguiamo blaise pascal ed il suo divertissment o anche bacco come dice il professore carlo b. che sinceramente è mancato a me e a qualche altro milione di italiani.
RispondiEliminauna domanda.
fu costamagna a girare i dinari provenienza goldman-sachs per far salire prodi ed avere draghi ex uomo goldman, governatore della bank of italy?
e poi una volta caduto prodi, "l'uomo d'oro" o anche goldman,
è diventato l'uomo ombra di berlusconi tale letta?
cioè i "picci" non sono gli stessi???
La situazione si sta facendo drammatica, Berlusconi sta lanciando la campagna contro Fini per costringerlo a dimettersi e far fuori i finiani per vincere le elezioni anticipate, Napolitano non resisterà alle furibonde pressioni del nano eroticus, entro l'anno avremo una completa dittatura in Italia. Al nord la famiglia Bossi-Maroni, con erede la Trota regnerà incontrastata, sotto la linea gotica Berlusconi sarà incontrastato padrone del resto d'Italia e del corpo delle italiane.
RispondiEliminaSaluti ai frequentatori del blog, buone vacanze a Carlo.
E' più forte la nostra esperienza di sudditi defraudati della democrazia o l'arte dell' inganno politico perpetrato contro di noi?
RispondiEliminaSe è la prima ad avere trovato luogo nei nostri ragionamenti, è probabile che, già da molto tempo, avremmo rovesciato questo putrido stato di cose.
Se, al contrario, è la seconda a dominarci, cosa molto più probabile, non ne usciamo.
L'astensionismo è una forma di consapevolezza o una scelta meno dolorosa, se non obbligata, di una terza via oltre il bipolarismo italiano imperfetto che non ci convince?
Nell'arte dell' inganno esercitato dai nostri politici, quella terza via, scelta, volente o nolente, da almeno il 30% degli aventi diritto al voto, vuol dire NEO-CENTRO, creatura postdemocristiana vagamente gollista che dovrebbe raccogliere gli astensionisti di cui sopra.
Ma, prima, bisogna raccattare 4000000 di voti dai dipendenti della P.A., promettendo loro un'inversione di marcia sulla manovra che li ha "tremortiti".
Cosa dovrebbero fare i 4000000 alla promessa di un rinnovo contrattuale insperato?
Cosa dovrebbero scegliere gli astensionisti, nel caso in cui su di loro gravi la responsabilità di spingere giù dalla rupe Berlusconi?
e se decidessero di votare?
ciao B.S.
Per Roberto.
In questo blog siamo tutti peones: cosa ti fa pensare che non sia così? La mia volontà è esclusivamente condividere le mie idee, l'unico rhum che so produrre, anche se è quello che si serve nei peggiori pub di Caracas...dove, non di rado, mi ubriaco dopo aver letto il Salmo 39.
con stima
B.S.
Laurea honoris causa per il senatùr ce l'ho duro. E' la proposta scaturita dai pochissimi neuroni rimasti disponibili alla min(e)istra gelmini. E' come dire: eliminiamo dal linguaggio corrente la parola "vergogna", perchè "merito, conoscenza, etica" sono già in disuso
RispondiEliminaQuanto ora detto sembra allinearsi con alcune previsioni catastrofiche nonchè consideraioni fatte sull'attuale genere italico.
E', invece, solo un altro sintomo della malattia che è in evidente regressione.
L'esplosione tumorale ha lasciato il posto ad espulsioni di elementi cancerogeni che ha innescato una corsa , in apparenza solo di convenienza ma che - in quanto pubblicizzata- produrrà altre espulsioni di elementi tumorali.
Il tutto sta mettendo in evidenza che la scelta consapevole della astensione era quella giusta, la sola a mettere in cammino,ponendo in evidenza tutto il marcio del teatrino sulle italiche virtù, contro cui era diretta quella scelta di non andare a votare.
Elemento accelerante sono stati i risultati elettorali raggiunti dal movimento a 5 stelle che con alcune scelte - con in primis gli obiettivi politici ed in parallelo con le scelte etiche fatte dagli eletti- ha creato un termine di paragone fattuale, contingente e dimostrativo di come la politica debba essere al servizio degli altri e non al proprio ed a quello dei sodali di clan, di partito e/o di famiglia.
Personalmente credo che , in alternativa al ToninoIdV nazionale, è il movimento 5 stelle che sta diventando sempre di più un possibile, validissimo alleato.
Buona giornata
Doc
Concordo pienamente con Doc, il movimento 5 stelle dalle prossime elezioni in poi attirera' sempre di piu' i voti di coloro che sono stufi di questa "politica", sia di destra che di sinistra e penso anche moltissimi di coloro che si astenevano. Potrebbero saltare fuori percentuali inaspettate.
RispondiEliminaSaluti
Ho pensato anch'io, come Doc e MM, al MV5.
RispondiEliminaPenso a queste percentuali:
PDL-LEGA e minori 38%
Fare Mondo( Fin-rut-cas) 7%
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PD e minori 21%
IDV 9/11%
MV5( causa scarso accesso alla rete degli over 60) 5/7%
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Astenuti 36%
a voi le previsioni
B.S.
Io penso che il MV5 sia il miglior investimento per il futuro, in quanto e' vero cio' che dice BS e cioe' che e' penalizzato dallo scarso accesso a internet degli over 60 ma ha un potenziale nei 14/17enni che fra 1 2 3 4 anni diverranno maggiorenni. Percio' se il movimento mantiene l'entusiasmo e le intenzioni non porrei limiti. Per questo vedo un futuro roseo per l'Italia. Non sara' domani ma forse dopodomani. Al di la dei soldi che si puo fare Grillo per la vendita di qualche dvd, ha il merito di aver dato coraggio e un punto di riferimento alle persone che si stanno impegnando in questa cosa. In piu' non vedo altro di buono all'orizzonte.
RispondiEliminaBuona notte
Amici del Blog di Carlo, vi vedo ottimisti sulle possibilità che Berlusconi cada, ma io sono molto preoccupato perché gli italiani rimbambiti a colpi di TV spazzatura se saranno chiamati alle urne con questa legge elettorale e con Berlusconi a gestire le elezioni con le armi totali mediatiche di cui dispone, daranno la vittoria a Berlusconi e Bossi con la conseguenza della fine della democrazia in Italia e la sicura secessione del nord.
RispondiEliminaSaluti a tutti e a Carlo.
Scusate il lapsus "Bertaniano",
RispondiEliminanon me ne abbia l'amico Carlo, ma, pensavo alla sua proposta di --FareMondo -- quando avrei dovuto pronosticare su "Futuro e Libertà" di Fini-Rut-Cas.
Vedete come le mie previsioni si avverano. Bossi continua a turpiloquiare e vuole le elezioni. vuole la secessione e sa che il popolo bue li porterà al potere assoluto per spaccare l'Italia, il nord a lui il centro sud sultanato berlusconiano con veline per i ricchi.
RispondiEliminaNon è Bossi che controllo il Nord, ma l''ndrangheta che piano piano si sta liberando della mafia siciliana.
RispondiEliminaIl dubbio, è che sia la prima a reggere l'avanzata della Lega, perchè il suo progetto era controllare il mercato immobiliare e della droga a Milano e interland, nonchè l'EXPO e le grandi Banche(Mediolanum?)
Il Vaticano è in crisi, la Mafia non ha più un partito di riferimento, come lo furono DC-PSI-FI.
Le elezioni sono fumo, la querelle tra Fini-Berlusconi, nebbia,i poteri forti del paese vogliono l'unica ricchezza disponibile...IL TERRITORIO NAZIONALE.
BS
Non serve fare il pessimista ad ogni costo oltre quello dovuto per la situazione generale.
RispondiEliminaI motivi sono semplici anche se in contraddizione con l'ultima tornata elettorale che e' stata di avanzata generale e (quasi) generalizzata.
Ma...I soliti beceri slogans cominciano a non funzionare più:
roma ladrona comincia a non funzionare più come slogan di sfondamento:
molti suoi elettori hanno scoperto che ai dirigenti della lega piace molto la ladrona;
come non funziona più lo slogan "sud spendaccione, nord virtuoso" (vedi grandi evasioni, expo2015);
idem quello che "il centro sud è parassita e nord che lo deve mantenere" ( vedi i traffici di rifiuti tossici e speciali tra le virtuose aziende del nord e la ndrangheta che li ha piazzati nei terreni del sud;
La presunzione che "il nord è virtuoso, onesto, esente da infiltrazioni delinquenziali, e che Milano rimane ancora la capitale economico-morale, il motore dell'italia" si è sbriciolata, squagliata come neve al sole.
Berlusconi - se lo si osserva con attenzione nell'aspetto e nel linguaggio- ormai sembra che vada avanti solo in virtù di un accanimento terapeutico impostogli dal copione, ma che è conveniente a moltissimi del suo entourage ed ai complementari.
E poi..
Non a caso dopo la scoperta della cosìdetta P3, e dopo lo spuntar di una candidatura nuova, questa volta pulita, a delle possibili primarie a sinistra, ci sono state offerte di tregua..
E poi...
le campane a festa di sacconi e 3morti ed intorni sono state subito zittite dai dati reali sula cig straordinaria ed in deroga, ddai dati internazionali, dai moniti di attenzione pervenuti dalle (sic!) autorità economiche...
Insomma, su la testa perchè un orizzonte diverso è possibile ed il tempo sta lavorando a nostro favore.
Buon ferragosto a tutti
Doc