17 maggio 2010

Sei per sette quarantadue, più due cinquantaquattro!



Atto unico di Carlo Bertani

Libera trascrizione della circolare ministeriale numero 37 del 13 Aprile 2010, del Ministro Maria Stella Gelmini.

Personaggi ed interpreti:
Banditore (d’indefinite origini padane);
Serafino (aiutante del Banditore, di natali ignoti);
Genitori:
Laziali;
Veneti;
Campani;
Genovesi;
Toscani;
Siciliani;

Barellieri, venditori di noccioline e comparse a iosa.

Scenografia: l’interno di un tendone da circo.

Si va a cominciare. Sipario.

(Banditore): Venghino signori, venghino perché, alla gran fiera delle iscrissioni scolastiche, bisogna imparare la tabelina del ventisette! Entrate prego, che più biglietti si vendono e più bestie si vedono!
Avete un figlio? Deve andare a scuola? Ma bene! E che scuola vuol fare? Vuol fare l’avvocato? Il saldatore? Il saltatore? Il musicista? Il cabalista? L’astronomo? Il metronomo?
Salite la rampa ed entrate, un solo euro a persona, bambini metà presso, sconti comitive e buffé compreso nel presso! Forsa, non perdiamo tempo che il tempo è denaro e il denaro ci piace a tutti…

Bene, adesso andremo a cominciare lo spetaccolo, dove troverete tutte – ma dico proprio tutte – le novità, ma anche i segreti più segreti – anche le cose che non si possono mica dire vè – per iscrivere i vostri figliuoli alla scuola che fa diventare grandi, importanti, che poi c’avranno tutti la loro Porsc e una bionda sul sedile, mo va là…andiamo ad inissiare! Musica Serafino! (Scorrono le note di Indiana Jones).

Per prima cosa, dovrete sempre pensare al numero magico: cosa dice mai la signora là in fondo? Il tre, il sette…no, qui si fa meglio! Tre per tre che fa nove, ancora per tre che fa ventisette: ha visto mo’, signora, che c’è anche il sette?
Perché ventisette?
Perché, se volete mandare il vostro figliolo alla scuola, devono essere in ventisette, altrimenti non possono mica fare una classe!
Come dice lei, il signore con l’ombrello? Se sono ventinove?
Ventinove va benissimo, boia d’n mond leder, ma va bene anche trentuno…non si sa bene quando finisce, se c’è il limite, il respingente…hanno fatto persino classi di quarantacinque, faranno scuola in palestra…l’importante è stare sempre sopra il ventisette!
E brava la mia signora con la gonna rossa! Ecco la domanda! Cosa succede se non si fa il ventisette, il cinquantaquattro o l’ottantuno?
Non si può fare la classe, il vostro bambino non può andare a scuola e poi non c’arriva la Porsc…oh, la volete la Porsc, vero? (applauso, grida d’assenso).
E chi l’ha deciso?

(Banditore): Serafino! (rivolto all’aiutante) met zò el prim cartel! (appare un poster con una graziosa mammina in occhialini alla moda che allatta).
Questa, signori miei, è la regina del ventisette, quella che ha deciso il numero magico! E perché?
Perché non si poteva mica mantenere tutta quella bolgia di professori…che a pagarli tutti, anche poco, non ci saltavano fuori i soldi per la Porsc…la volete la Porsc? (applausi, urla, ecc).
Vi chiederete cosa succederà se non si farà il numero magico, il ventisette, che è come se esce un full al poker del videogioco…semplice: non si fa la classe e si mandano i ragassi nella scuola più vicina, quella che c’ha la maglia rosa del ventisette…et capi?

(Genitore toscano) Veramente, la mi sembra tutta ‘na bischerata: ‘n ciò hapito nulla di ‘sta bischerata del ventisette…
(Banditore): mo bene, tanto siamo qui per spiegare…da dove viene, lei, signore?
(Genitore toscano) da Livorno…
(Banditore): e bene! Se a Livorno non si riesce a fare il ventisette, il cinquantaquattro o l’ottantuno…vorrà dire che si manderà il ragazzo a Pisa…
(Genitore toscano) Oh, l’figliuolo mio, a Pisa, ’n ce lo manderò mai, capito? ‘n ce lo mando punto: meglio un morto in casa che un pis…
(Secondo genitore toscano) O che c’hai tu da ridire su’ pisani? O che, tu cerchi rogne? Sarà bello mandare i figlioli in quel pisciatoio della tua Livorn…
Scoppia la rissa fra genitori d’opposte contrade. Livorno-Pisa termina con 3 feriti (uno grave) ed otto contusi. Dopo l’ingresso dei barellieri, il sempiterno Serafino calma i bollenti spiriti distribuendo stampati pubblicitari della nuova Porsc Sborron, 250 chilometri orari, 0-100 i tre secondi e distributore di preservativi incorporato.

(Banditore) Basta, su, mo’ piantiamola un po’ lì…Serafino, met zo el secund cartel! Fa partir la musica!
Dall’alto cala un’immagine 6x9 del Presidente Napolitano che fuma la pipa. Intanto, partono le note di “Fratelli d’Italia”. Commozione generale, pianti, segni di riappacificazione. Una signora di Pontremoli ha un malore. Intervengono nuovamente i barellieri (semplice crisi di continenza, subito risolta nel WC chimico della struttura).

(Banditore) Bisogna essere uniti, che sarà mai mandare i figlioli un po’ più in là…qualche decina di chilometri…che volete che sia! Lo ha detto anche il Brunetto, al nanèt che fa il ministro degli statali, che andare in pensione dopo non è mica un sacrificio, è solo una piccola iattura…
(Banditore, rivolto a Serafino, piano) Serafin, ma cus’l’è na iattura?
(Serafino) è una disgrazia.
(Banditore) andém bèn…se n’minister el sa no l’italian…
(Banditore, un po’ in difficoltà) ben, sentiamo cosa dice il pubblico…

(Primo signore romano) E a mme, che mme frega? Sto al Testaccio, se nun me lo pijano là, lo manderò a Monteverde, a Monte Mario…
(Secondo signore romano, un po’ alterato) E bbravo fregnaccione mio, io sto a Montefrescone, che sta a 50 chilometri dall’Aquila: mo’, dove lo manno? A ccasa tua a mmagnà?
(Primo signore romano, voglia di chiudere l’alterco) E cche ne so io…mannalo un po’ dove cazzo te pare…

(Banditore) Fermi, fermi tutti! Non alteratevi mica, eh? Mo’ avete visto cosa gli è successo al Funari, che se la prendeva sempre calda? Mo’ c’è preso l’infarto…C’è la solussione, basta pensarci un poco, mettersi d’accordo…
Per prima cosa, dobbiamo sempre ricordare che è meglio prevenire che reprimere: l’avete già sentito dire alla televisione, vero? (coro d’assenso).
Allora, bisogna fare in modo che i figli non nascano più così…all’anarchica, come si dice…perché ci vogliono le tre P: Pianificazione, Procreazione e Progresso. E’ chiaro? (rumore indefinibile fra il pubblico, sussurri dubbiosi).

(Banditore) Si può? Si deve? La volete la Porsc? (coro d’assenso).
Allora, basta organizzarsi e saper un poco, ma solo un pochino la Matematica, boia d’n mond leder…quanto ci mette una mamma a scodellare un figliolo, non sono nove mesi e dieci giorni?
(Signora, terza fila) A volte anticipa…
(Banditore, stizzito) Ben, signora, non ci mettiamo a tirar fuori le eccessioni, perché altrimenti non c’andiamo più a casa….volete la Porsc? (coro unanime d’assenso). Ben, allora andiamo avanti: d’altro canto, non è forse vero che l’eccessione conferma la regola?

(Signora genovese) Mia, ma nun duveivan fa la scuola delle “Tre I”?
(Banditore): mò certo, solo che è passata di moda, come, come…come andare sulla Luna…la minigonna…il pattino…adesso c’è la moto d’acqua, che va più forte…come la Porsc…ma cosa ce ne facciamo delle tre I?
Intant, a voulem parler sol più l’inglès?
(Coro): Nooooooooo…
(Banditore): E allora, parliamo i nostri bei dialetti che è meglio! (applauso scrosciante).
E l’Informatica? Ma et vist che disaster che han combinà là, nella Merica, che cun tut quei computer a momenti i fan andar zò tute le Burse? Ma stiamo tranquilli…sensa tuti quei computer chi runza…e poi, tutte queste intercettazioni, ’sti veleni, ‘ste liste che scrivono sul Internett, ma et vist che roba? E se questi qua, cun l’Internett, se mettan a fa ‘na bumba? (brusio).
E l’impresa, l’impresa…guardate me, che ho fat sol la tersa elementare: avé vist che impresa che ho mis su? Eh? La volete la Porsc? (applausi, quasi delirio).
E allora, si deve passare dalla scuola delle tre I a quella delle tre P!
Però, se vogliamo fare ‘ste classi di ventisette, bisogna organizzare la LIPPA, che se no n’andem da gniuna part…

(Genitore siciliano) Ma che minchia è ‘sta lippa, è nu ggiuoco a premi?
(Banditore) Ma cus et capì…la LIPPA è la Lista Italiana di Procreazione Programmata Assistita, et capì? (brusio fra il pubblico).
(Signora ferrarese) Ben, ma cus em da fèr…dobbiamo fare quelle cose là soltanto quando ce lo dice la signora, quella là con la bambina…quella del cartello di prima?
(Banditore) Ma no, ma no, nun l’è na lista nasiulan, perché siamo tutti federalisti oramai, che poi vuol dire che la Porsc non ce l’hanno solo a Roma, ma tutti, in tutti i cortili ce ne sarà una! (applausi, tripudio, delirio).

(Nonno pugliese): Ma gli insegnanti…
(Banditore): Ben, c’ho letto bene in quel libretto del ministero, ma quella parola lì non l’ho mica trovata. ‘Spetta un po’…Serafino!
(Serafino): Son qua!
(Banditore): Portem su el liber, quel del’istrussiun…
(Serafino): L’è qua!
(Banditore): Ben…qui, a pagina due, si parla di “risorse umane” ma ‘sta parola, “insegnanti”, n’lèm minga truvà…dicono che ridurranno di 26.500 unità ‘ste risorse umane…non so cosa dirle signore…qui non ne parlano…ben, se riducono di ventiseimila questi qua, quante Porsc ci salteranno fuori? E alora! (applausi, delirio).

(Banditore): Qui, a ‘bsogna cha va spieghi ben sta LIPPA, che sensa el pipì la serv a nient…
(Genitore siciliano): ma che minchia è ‘sta robba? Già sta lippa me pare na gran minchiata…pure ce dobbiamo mettere a pisciare?
(Banditore): ma no, ma no, el pipì l’è il P.P, ch’lè il Piano Procreativo!
(Genitore siciliano) Nun ce capisco una minchia…

(Banditore) Ben adès al spieg ben…alora, se a duvem fer tute ste classi de ventisette, a b’sogna pensarci per tempo, almeno sei anni prima? Chiaro? (brusio).
Sei anni prima, i sindaci di tutti i comuni d’Italia affiggono la lista della LIPPA e tuti i papà e le mamme che i pensan de fà de’ piccin, se iscrive. Poi, i gan temp nove mesi e dieci giorni per cunfermà l’iscrissiun!
Cusì, el sindaco – cun l’acordo de tutti i cumpunenti de magiuransa e d’uppusision – el po’ meter zò, finalmente, el P.P., el Piano Procreativo Comunale…come i dis, chi, nel decreto attuativo…ha, ecco, el P.P.C. Piano Procreativo Comunale, che dopo el va sù alla Provincia e l’diventa el P.P.P., Piano Procreativo Provinciale, dopo el se ciama…el Piano Procreativo Regionale e poi Piano Procreativo Nazionale.
Ghe sun delle diferense per le province autonome, la Valle d’Aosta e i tedesc dell’Alto Adige…ma sun robe de poc…

(Genitore campano) E mettimmoce pure ‘na benedizione e’ San Gennaro, pe fa ‘nu guaglione…
(Banditore) No, ma la serv ancora ‘na cosa…n’dem a leser…ah, sì, l’Piano Procreativo Nazionale el va apruvà cun firma del President d’la Rpublica entro sessanta giorni, altrimenti el va a la Curt Custitusiunal…
(Genitore campano) facciamo finta d’averci capito qualcosa: e, se nu povero disgraziato nun coglie bbuono o’ tiro?
(Banditore) Ben, ma i vari P.P i gà dele tuleranse, se deve tener cunt delle gravidanse isteriche, delle gemellari…la cunferensa Stato-Regioni l’ha indicà, più correttamente, n’coefficiente de 29 +/- 2, cusì se va l’più visin possibile al ventisette…e poi, un diritto acquisito te fa salir in testa a la graduatoria per l’anno seguente, insomma…o te trumbi giusto secondo l’piano, e te gà diritto a na secunda prova, come alla “Ruota”, la dumanda de riserva…

(Genitore siciliano): ma a che minchia serve tutta ‘sta robba?
(Banditore, tono trionfale): ma a risparmià i dané, così ‘ste risorse umane se la pian in ti ciapp e ghe saran le Porsc per tutti…Serafino, fa entrà la machina!

Accompagnata dalle note di “Sei per sette quarantadue, più due cinquantaquattro”, e da due vallette con minigonna-mutanda e scollatura-topless, entra in scena, finalmente, l’argentea “Sborron”. Tripudio, apoteosi. Sul maxi schermo scorrono le immagini di Tardelli che urla per la vittoria dell’82. E Forza Italia.

Sipario.

Liberamente riproducibile in tutti i teatri del globo, dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno.

20 commenti:

  1. AH ah, bello bellissimo. Bisognerebbe tirarne fuori un atto unico da rappresentare in tutte le scuole del regno, ops d'Italia, alla fine dell'anno scolastico con l'immagine della Gelmini con le orecche d'asino a campeggiare sul sipario. Bravo, bravissimo Carlo.

    Ciao

    RispondiElimina
  2. Mi sono solo divertito un po'.
    Ciao
    Carlo

    RispondiElimina
  3. Bravo Carlo, divertici anche con il nano che rilascia dichiarazioni del genere; "I sindacati stiano dalla nostra parte, dalla parte del cambiamento e della modernizzazione, dalla parte dei cittadini [...]. Riferendosi alle organizzazioni sindacali, il ministro ha quindi sostenuto che "il sindacato vero non è quello che difende i diritti dei propri iscritti contro i cittadini. Posso aver fatto qualche errore - ha aggiunto - se così è stato, l'ho fatto in buona fede, cioé per stare dalla parte della gente, dei più deboli".
    Nel buon vecchio teatro, non mancano i giullari: dai Carlo, facce ride!

    ciao
    B.S.

    RispondiElimina
  4. Sai Black, ci avevo pensato. L'altro articolo che avevo in mente era proprio dedicato al "buon Epifanio", il giullare di corte del paleoliberismo italiano.
    Povero sindacato italiano: è dire che è tutta colpa loro se sono sprofondati così in basso. I nanetti & company non fanno altro che registrarne il trapasso.
    Ciao
    Carlo

    RispondiElimina
  5. Leggerlo è stato uno spasso, ora resta capire come faremo a infilare più di ventisette alunni, in classi che ne possono contenere a malapena 20. Il "Banditore" cosa dice?

    RispondiElimina
  6. Pare che la normativa ambientale sulle classi, ossia sul numero massimo per metro quadro, sia ancora in vigore. Ma cozza contro il diktat 1:27. Chi ci capisce più niente?
    Va detto che tantissime scuole italiane sono in antichi fabbricati con classi medio-piccole. Quando, però, fanno i calcoli di bilancio, a queste cose non pensano, le lasciano in mano ai Presidi. I quali, che ci possono fare?
    Sembra una commedia di Eduardo, o di Pirandello. Forse Kafka.
    Ciao e grazie
    Carlo Bertani

    RispondiElimina
  7. Nei giorni scorsi avevo scritto un paio di commenti che non sono riuscito a pubblicare sul sito.
    Mi dava sempre un errore imprcisato eppoi -siccome io scrivo semrpe direttamente sul sito- non solo non pubblicava ma perdevo tutto quello che avevo scritto! Pocomale evidenetmente Giove Grande Rete ha deciso che i miei commenti erano inutili...

    Penso fosse un problema della mia lina perchè (forse) questo commento riesco ad inserirlo.

    Volevo aggiungere che la 'il' Porsc più venduta, il modello più desiderato, lo status-symbol mondiale della casa si chiama: 911 !!!!!

    Io non sono un patito di massoneria, illuminati ecc ecc, leggo -talvolta- con divertiemento il blog di Franceschetti ed avevo commentato (poi tagliato dalla grande rete) il tuo posto dove era stato sollevato il 'problema'...

    Però vedere una porsche, il simbolo, il numero, ed altri particolari... ci sono coincidenza fantastiche !

    A questo punto vi do la mia parola che io penso realmente che siano semplicissime coincidenze perdipiù, in questo caso, "coincise" da me medesimo senza aiuto di nessuno.

    Comunque vediamo porsc (o porsche)
    dunque 9-11 9*3 = 27
    ed 11*3 = 33

    Nota: il 3 c'è sempre perchè numero perfetto e molto amato dal nostro governo (le cavolate, se ci avete fatto caso, le sparano sempre a tre per volta).

    Ecco la rivelazione!
    27 = adesso
    33 = domani?!

    Al numero 33 si abbinerebbe la croce ma potrei diventare blasfemo e quindi fermo qui il mio calembour numerico.

    salutations
    RA

    RispondiElimina
  8. Anche a me, Roberto, a volte dà dei problemi: mi chiede d'inserire due volte la password. però, poi funziona. Non entro nel merito degli aspetti cabalistici, perché di "numeri" - qui a scuola - ne vediamo anche troppi.
    Ciao
    Carlo

    RispondiElimina
  9. Per l' antico concetto della natura degli opposti, o per la contrapposizione Hegeliana di tesi e antitesi, mi pare che la scuola italiana si possa sintetizzare così:
    scuola per i poveri, scuola per i ricchi.
    La prima, una greppia, la seconda, un salotto.
    Alta cosa la natura dei professori e dei genitori di entrambi i luoghi.
    Mi fa piacere che Dante abbia messo giù all' inferno tutta l' accademia Platonica, e oltre il Purgatorio la cultura non sia riuscita ad andare.
    Dalle scuole per ricchi usciranno i prossimi aguzzini, e da quelle dei poveri i loro schiavi.

    povera gente
    B.S.

    RispondiElimina
  10. Già, Black, perché il capitalismo ha semplicemente ridefinito la ripartizione delle caste sociali (e noi che ridiamo degli indiani!).
    Prima era il censo o il sangue, poi il denaro, ma la sostanza non cambia.
    La scuola uguale per tutti - nel senso dell'accesso, della fruizione, dell'eterogeneià dei contenuti e nella definizione dei livelli d'apprendimento - è una pia illusione.
    Sarebbe, sostanzialmene, un non-sense in chiave sociologica. Pura teoria.
    Comunque, onore a chi - dal dopoguerra ad oggi - in qualche modo ci aveva provato.
    Ciao
    Carlo

    RispondiElimina
  11. Hue Carlo non sarai mica divenuto classista? La scuola pubblica aperta a tutti è una delle cose più democratiche e ugualitarie che l'umanità ha inventato. Il capitalismo era e si sta rivelando mile e mille volte peggio dello schiavismo.

    Ciao

    RispondiElimina
  12. Un tempo , molto ma molto lontano, facemmo un primo numero di un giornalino ciclostilato dedicato alla scuola, che era ed e' il principe dei problemi di ogni società. Ricordo - e conservo tutt'ora- la copertina:
    vi campeggiava un titolo enorme
    "MEGLIO LA SCUOLA CHE LA MERDA" e sotto la vignetta che ritraeva , appena abbozzata, la figura di un ragazzotto di campagna che stufo della tortura quotidiana, tentava di scappare, dalla spalatura del letame delle stalle, verso un edificio (liberatorio) su cui troneggiava la scritta "SCUOLA".

    Volevamo dimostrare - all'interno infatti c'era uno studio approfondito sulla fine (o traguardo socio-economico raggiunto) scolastica avuto da tutti i nati dagli anni 1950-1955- attraverso una simboleggiatura estrema:

    1-che la scuola era inesorabilmente, volutamente discriminatoria e quindi di classe

    2- e che cmq pur essendo la Scuola di classe, essa era l'unico strumento a disposizione degli ultimi per la propria elevazione, emancipazione: era l'unica strada possibile per accedere alla dignità di cittadino.

    Inconsciamente, pur non conoscendo (almeno per me era così) ancora l'esempio Magistrale di Don MIlani, eravamo in sintonia con lui, il che per molti (dopo) era un paradosso inaccettabile.

    Oggi le sfumature discriminatorie sono molto più sofisticate di allora ed e' forse per questo che molti insegnanti si sentono inadeguati al ruolo dei tempi attuali, che, bisogna dirlo, sono molto più complicati.

    Ma la strada maestra parte sempre da lì, dalla Scuola...

    E mettere la scuola e i suoi pianificatori sotto il tiro del "giullare" potrebbe essere una buona mossa per ripartire, specie se la cosa venisse generalizzata attraverso un...tours scolastico.

    Doc

    RispondiElimina
  13. Orazio, volevo semplicemente dire che è semre stata un po' utopia: con i tempi che corrono, nemmeno più quella.
    Sai - doc - la scuola viene colpita perché, dati alla mano ed approfonditi studi sociologici del settore, è quella dove meno si spande il letame berlusconiano.
    Ergo: possiamo mazzolarli, tanto non ci votano.
    Anche dalle parti del centro sinistra, però, però, però...
    Con Fioroni che va in "pellegrinaggio" a Barbiana e poi combina quel che ha combinato...
    L'errore di base fu ripensarla come un'azienda: da lì, tutto discende.
    Ciao a tutti
    Carlo

    PS: anche a voi chiede due volte la password?

    RispondiElimina
  14. Sic parole sante Carlo la scuola come ridotta del pensiero divergente. Mi sento da tempo una specie in estinzione perchè sottoposta ad una caccia simile a quella dei bisonti nel west.

    RispondiElimina
  15. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  16. Quando frequentavo le scuole salesiane, il preside di una di queste, mi disse:"Vedi, dalle nostre scuole escono fondamentalmente due tipi di persone; i comunisti( giornalisti, politici, medici, avvocati o magistrati) e gli imprenditori: di preti, nemmeno l'ombra."
    Due miei compagni di classe sono diventati affermati giornalisti di sinistra, altri due, famosi imprenditori.
    Tutti gli altri, me compreso, poveri sfigati con un mucchio di sogni nella testa e pochi dinè nel portafogli.
    La cultura che mi hanno trasmesso? Invidiabile, visto gli odierni tempi.
    Le botte che ho preso e le steccate sulle mani? Niente, se paragonate alle sberle comminatemi dalla vita.
    La scuola non libera, influenza, condiziona, non ti emancipa, ti indottrina.
    Ma, devo dire che, quando ci incontravamo all'oratorio tra ragazzi di tutte le "classi sociali", provenienti da tutte le scuole, non sentivamo nessuna differenza.
    Non c'erano abiti firmati, niente tecnologia, solo un pallone, un calcetto, le figurine, il ping pong, sigarette e i nostri schiamazzi.
    Cos'è cambiato?
    Il capitalismo, perchè quello di oggi non ha bisogno degli indottrinati di ieri, ma dei consumatori di oggi, teledipendenti . Non ha bisogno di ingegneri di primo livello del Politecnico di Torino, perchè la Fiat sta chiudendo, perchè hanno chiuso i battenti la Olivetti, il tesiile, le acciaierie, i produttori di materie plastiche. Un capitalismo del genere non ha bisogno di eccellenza nel fare, ma, esclusivamente, di giocatori d'azzardo, che rischino sulla pelle degli altri.
    Forse, non è più necessaria una scuola di cultura, ma un manuale unico di fottitori del prossimo.

    poveri professori vecchio stampo!

    ciao
    B.S.

    RispondiElimina
  17. Quanti errori ho fatto! o cambio tastiera o ringiovanisco il cervello...scusatemi.
    Ogni tanto rileggo, prima di 'spedire'. Questa volta volevo vedere se funzionava ed ho fatto in fretta.

    A me chiede sempre la password due volte anche con altri blog dello stesso tipo.

    Per quanto riguarda i berluschini e la scuola mi ricorto bene che, ai tempi della riforma Berlinguer, molti insegnanti elementari e 'medie' votarono FI.
    Io che vivo fra Romagna, Toscana e Marche, in zona "rossa"... posso dire che il voto a dx in blocco del 'corpo' insegnanti, ci impressionò molto...

    Conservo sempre in tasca un ritaglio di Repubblica che riporta una frase detta dall'imbelle puttaniere sul 'destino' scolastico dei figli di operai e dei figli di imprenditori.

    Non è il fatto che ci siano scuole per ricchi e per poveri che mi scandalizza bensì il significato esplicito della frase del pelato, imbelle, nano e puttaniere, che era chiaramente riferita alla scuola pubblica! Lui aveva già in testa, ancora 3 legislature fa, di impoverire, dividere e ri-classare, (e non riclassificare che sarebbe stato meno peggio) la scuola pubblica... e da lì, anzi, e contemporaneamente, la società...

    A lui ed ai suoi accoliti (o segreti padroni direbbe qualcuno) interessa creare un 80 percento di sudditi al servizio (in modo molto peggiore degli schiavi romani) dei pochi patrizi...che non sarebbero il 20 percento ma forse solo il 5, perchè il restante 15 gli serve per 'controllare' i sudditi.

    E' in quel 15 percento -quindi- la vera 'forza' del portatore di tacchi e zeppe 'celate'...

    E' lì che dobbiamo colpire, con argomenti forti e di lungo respiro, ma... ce la faremo?

    Perchè non ci deve bastare un cambio di idee -di quesro 15 percento- forzato dagli eventi (come per la fine del Fascismo) il cambio di mentalità deve nascere dalle radici, dobbiamo fare come i funghi, dobbiamo creare un 'micelio' nascosto, sottile, ma permeante, prima di far spuntare i funghi...

    Io penso che Marx (che lo ammetto ho letto l'ultima volta quanto avevo 18 anni, cioè 30 anni fa) non sia la soluzione... sono convinto ad una cosa vicina alle idee gesuite del '700... adesso la chiamano 'economia di comunione'...

    salutations

    RA

    RispondiElimina
  18. Come possiamo fare paragoni con la scuola che abbiamo frequentato noi e l'oggi? Caro Black,siamo dei fossili viventi, gente che in classe arrivava ad accapigliarsi per gli ideali.
    I giovani di oggi - dici giustamente - si sono adattati all'esistente: era troppo potente l'offensiva del capitale. Chi resiste finisce direttamente nella droga o negli slums.
    Che facciamo noi, insegnanti del tempo che fu? Continuiamo, come possiamo, a fare il nostro mestiere come crediamo debba esser fatto, mentre contiamo gli anni alla pensione.
    I giovani insegnanti? A volte bravi, ma indottrinati ed acquiescenti che non ti dico.
    Questo, spiega quello che racconta Roberto che è vero: spaventati dalla prospettiva di finire (riforma Berlinguer) insieme ai maestri - oddio no! io insieme alle maestre! - votarono in massa Berlusconi. D'altro canto, il livello politico e sindacale della classe docente, beh...
    Così termina la storia: spazzati e spezzettati, senza sindacato, senza speranze.
    Per formazione, Roberto, preferisco sempre il vecchio Carletto, perché l'unico Gesuita che mi piace rimane...Aramis!
    Ciao a tutti
    Carlo

    RispondiElimina
  19. Si Carlo hai messo il dito sulla piaga, non solo i prof medi erano orripilati di finire con le maestre, ma poi i prof delle superiori rigettaronoi come umiliante e offensivo l'idea di Berlinguer di unire il biennio delle superiori alle medie. Ricordo quel periodo come il tempo in cui mi resi conto quanto poco i miei colleghi erano svegli eD egalitari.

    Ciao Carlo

    p.s.
    Lo sapete che pochi giorni prima dell'ultimo attentato in Afghanistan il governo aveva approvato l'aumento della diaria giornaliera in quella missione? Siamo ormai la caricatura degli USA.

    RispondiElimina
  20. Pensa che in più decenni, Orazio, posso dire d'aver avuto una decina d'amici ed amiche a scuola. Sono già stato fortunato?
    Ciao
    Carlo

    RispondiElimina