03 marzo 2010

De rerum natura (europea)

E’ un qualsiasi giorno di Primavera di un anno molto lontano – fra il 1978 ed il 1981 – quando attraverso il parcheggio, a Savona, per salire sulla mia auto: il vento è ancora fresco ma già s’avverte, inarrestabile, la bella stagione in arrivo.
La giornata è così luminosa che obbliga a strizzare gli occhi per non farsi abbagliare – chissà dove sono finiti gli occhiali da sole… – e quasi non li vedo arrivare. Sono oramai di fronte e non me ne sono accorto: concludo che mi sono comportato proprio da pessimo samurai.
Sono un ragazzo ed una ragazza sulla ventina o poco più, con un mazzo di fogli in mano. Senza chiedermi chi sono, nemmeno come mi chiamo né presentarsi mi spiattellano la richiesta: «Vuole mettere una firma per l’Unione Europea?»

Li osservo meglio; sono vestiti in modo sobrio ma con capi eleganti: lui ha i capelli corti e la faccina da bravo ragazzo, mentre lei ha i capelli biondi, sciolti, che il vento un po’ scompiglia. Entrambi hanno un’aria “acqua e sapone” o, se preferite, un po’ naif.
Mi chiedo da dove siano saltati fuori, perché vadano in giro a chiedere firme per una cosa di là da venire – all’epoca, esisteva solo la CEE, la Comunità Economica Europea – insomma, tutto ha un che di strano…

Forzo un po’ la vista perché sono controluce ed osservo che, alle loro spalle, c’è “Palazzo Nervi”, dove ha sede la Provincia. Ecco, probabilmente, da dove sono usciti: vanno a caccia di “polli” proprio nel cortile di casa.
Chissà se sono i figli di qualche assessore, mandati a soddisfare la voglia d’assomigliare a cotanto papà fra la gente del parcheggio, a raccogliere firme per qualcosa che, all’epoca, non interessava nessuno. Firme che sarebbero finite nell’archivio, alla voce “Sostegno della popolazione alla delibera n°…approvata il…la quale appoggia le richieste per…nei confronti della nascente Unione Europea…eccetera…”
Se fosse stata l’una li avrei liquidati con due parole oppure avrei scarabocchiato la mia firma, giusto per togliermeli di torno, ma è solo la mezza, e dunque gli spaghetti del pranzo sono ancora lontani. Così, argomento, chiedo.

La prima domanda è ovvia: perché dovrei apporre la mia firma per la nascente Unione Europea?
Cadono dalle nuvole: evidentemente, non solo hanno ascoltato una sola campana, ma la stessa campana li ha assordati. Balbettano «Ma…perché è giusto…» si vede che sono giovani implumi, mandati in avanscoperta in un luogo neutro come un parcheggio, tanto per far credere loro che quella è la politica, la democrazia: andare fra la gente, parlare, spiegare…
Sono di una decina d’anni più vecchio, e già so quel che loro non sanno: la vera politica – nel senso dell’intreccio fra voti ed affari – si fa poche decine di metri alle loro spalle, nel cubico fabbricato di vetro ed acciaio.

Il giovane, però, continua: «L’Unione Europea sarà la casa di tutti gli europei, una nazione senza più confini ad ingabbiarci, con pari diritti e doveri ovunque…»
C’è del vero in quanto afferma, ma mi permetto di fargli ascoltare l’altra campana: «E quando l’Unione Europea sarà una sola nazione, come si comporterà con il resto del Pianeta?» Tacciono, allora mi sento autorizzato a continuare.
«Perché, per quel che mi consta, è appena terminata una sanguinosissima guerra – sentito parlare del Vietnam? – e nessuno, qui, ha avuto niente da ridire perché Aviano fosse lo scalo principe per il rifornimento delle truppe americane.»
Il ragazzo m’interrompe: «Ma questo avviene proprio perché non siamo uniti…»
«E quando saremo uniti» ribatto «come ci comporteremo con il Terzo Mondo? Al posto di francesi, belgi, portoghesi, spagnoli, inglesi…in Congo, Rhodesia, Mozambico, Angola, Ciad…manderemo le truppe europee?»
«Ma no…» tenta di ribattere, ma la partita è persa. Li saluto e mi allontano, verso un piatto di spaghetti al pomodoro.

Quanto fa incazzare essere facili profeti, quanto se ne farebbe a meno.
Quei due giovani sono rimasti impressi nella mia mente perché, più volte, gli accadimenti m’hanno portato inesorabilmente a ricordarli: Baghdad 1991, Bosnia 1995, Kosovo 1999, Afghanistan 2001, Iraq (con qualche distinguo) 2003…ed oggi si sente parlare di “terrore islamico” per imbonire la popolazione e condurla verso una improbabile scenario iraniano. Che, confermo, non prevedo assolutamente.
In effetti, avevo solo parzialmente ragione in quella breve discussione perché, prima del 1980, non potevo assolutamente prevedere che l’UE sarebbe diventata lo spauracchio, la vera nemica delle popolazioni europee.
Non potevo, d’altro canto, già sapere che nel 1989 tutto il blocco dell’Est sarebbe crollato, lasciando la macchina capitalista correre indisturbata nel Pianeta, fino alle avventure militari per il petrolio ed il controllo delle aree “sensibili”.
Ma come ha fatto, l’UE, a fotterci così bene?

In quel “procedere” sulla strada della “parificazione” normativa fra i vari Stati, non ricordo un solo episodio dove le nostre libertà siano aumentate o siano state maggiormente garantite dall’UE. E, quando l’UE lo ha platonicamente fatto (vedi il caso di Europa7), i governi se ne sono altamente fregati.
Basta invece una semplice “nota” di Bruxelles che toglie qualcosa (si pensi alla pensione a 65 anni per le donne) per far garrire di gioia ministri ed imprenditori: lo chiede l’Europa! Sulle prime fanno la faccia contrita ed allargano le braccia ma, appena possono voltarsi, sghignazzano e si danno pacche sulle spalle: «L’hanno bevuta…»
Il resto è storia degli ultimi tempi, con una Costituzione mai varata perché liberticida, un Trattato di Lisbona scritto in modo “volutamente complicato per renderlo quasi incomprensibile” (sono ammissioni di uno dei suoi redattori, Giuliano Amato) che consegna nelle mani di persone mai elette (la penosa Commissione Europea) un potere immenso.

Sul livello di questa commissione sarebbe meglio soprassedere, perché sono stati addirittura costretti a fare un esame preliminare di “cultura generale” – del tipo “Qual è la capitale della Lituania? Risposte: Vilnius, Antananarivo, Londra. Barrare quella giusta – e la commissaria bulgara Rumyana Zheleva non ce l’ha fatta[1].
Quando, poi, hanno nominato la baronessa inglese Ashton[2] “Alto commissario per la politica estera”, siamo rimasti un po’ basiti, allorché la nobildonna ha ammesso – che ha sì tanta buona volontà – ma che no, di politica estera non ne capisce una mazza. Almeno un 5/6? No, pare proprio un 4.

Abbiamo osservato questo circo Barnum della politica europea avanzare, nominare un tipetto come Blair responsabile per la Pace in Medio Oriente – che è come incaricare Moggi per la scelta degli arbitri – oppure un trombato in mille elezioni come Tajani ai Trasporti prima ed all’Industria poi. A nostro modesto avviso, l’hanno mandato là perché iniziavano a credere che portasse sfiga.
Insomma, fino ad oggi questa pletora di sfigati che manco conoscono le capitali, confondono la geopolitica con i balli al Rotary e producono infine una quantità di carta impressionate – ci si potrebbe tappezzare San Pietro – si sono accontentati di scaldare, a suon di milioni, delle sedie pagate da noi.
Chissà che fine avranno fatto quei due ragazzi? Saranno riusciti a percorrere tutta la “filiera” della politica? Avranno lucidato abbastanza sedie e poltrone prima d’occuparle[3]? Infine, saranno stati costretti a sottoporsi ad un trapianto di lingua? Ah, saperlo…
Oggi, però, qualcosa è cambiato: meno male, direte voi, e invece no.

Si cambia sempre in peggio: questa è la legge europea. Già tutte le restrizioni per la guida sull’alcool m’avevano fatto girare i cosiddetti: ma come, per colpa degli idioti che vanno in giro strafatti di coca e di Rum, devo stare attento se bevo una birra? Oggi, però, siamo giunti al peggio: signori prego, da questa parte, si scende un altro scalino.

Quando ho letto che mi toccavano la patata, m’è salito il sangue alla testa: prendetevi pure tutto, ma la patata no!
La patata è una delle poche certezze della vita: anche nei momenti di peggior disperazione, una patatina aiuta sempre, tutti lo sanno.
Ebbene, quel mascalzone portoghese che comanda il plotone chenonsamancolecapitali ha deciso che saranno coltivate in Europa le patate Amflora[4], puro OGM, per “soli usi industriali”.
Va beh, direte voi, ci faranno amido, poi zucchero, infine alcool per autotrazione…e invece no: l’amido sarà immesso nei mangimi per animali. Per non lasciare sola la patatina, hanno deciso di “approvare” anche tre qualità di mais OGM, che saranno solo importate e non coltivate in Europa. Tre pannocchie per una patatina: però…
Piccolo particolare della patata Amflora: contiene un gene che interferisce, forse annulla – ma lo sapranno per certo? E solo quello? – l’azione degli antibiotici (uno? tre? quanti?). Non fa nulla: s’à da provà.

Ovviamente, com’è ovvio che sia e come tutti siamo certi che sarà, ogni Stato potrà decidere liberamente, poiché Barrito Barroso ha concluso con una chicca: “quel provvedimento, fa parte di una riflessione sulla politica degli OGM.”
Ora, mi scusi signor Barrito ma, se questa è la nuova logica europea, perché mettiamo in galera chi violenta una donna in un androne? Non stava anch’egli “riflettendo” sulla sessualità trasgressiva? E chi fucila? Riflette sulla pena di morte?
Confessiamo, fra un barrito e l’altro, di non riuscire a seguirla: generalmente, la riflessione precede l’azione. In modo più popolare, usa dire: accendere il cervello prima di parlare. Ah, già, non sanno manco le capitali…

L’azienda che userà quei prodotti (e chi li coltiverà in Europa? Boh…) è la nota BASF – Badische Anilin und Soda Fabrik – uno dei marchi “storici” della chimica tedesca, credo il più antico (senza la BASF, la Seconda Guerra Mondiale sarebbe durata la metà).
L’amido OGM, però, sarà usato per i mangimi che nutriranno gli animali. Domanda: quegli animali, li mangeranno i soli dipendenti BASF o tutti i tedeschi? O, peggio, prima o dopo tutti gli europei? E il pop corn fatto con quel mais, in quali supermercati sarà distribuito? Solo allo spaccio aziendale BASF?
Le norme saranno severe! Come no, abbiamo appena scoperto che un nostro senatore è stato eletto timbrando ventimila schede bianche in una notte: farete così anche per le bolle d’accompagnamento delle merci? Su quei trasporti, manderete Tajani a sorvegliare? Siamo a posto.

Ma, se da Bruxelles giungono barriti di guerra, il mondo scientifico – nonostante abbia ancora le mutande sporche per la “mucca pazza” – emette qualche guaito: “non si possono mettere dei limiti alla scienza.”
Oh, certo: andava ben ai tempi di Galileo, oramai questa risposta sa tanto di merce avariata.
Bisognerà allora ricordare che, quando avvennero le prime morti per il morbo della mucca pazza, erano decenni che in Gran Bretagna nutrivano gli animali con gli scarti di macellazione, triturati e sterilizzati nei mangimi.
I medici, i veterinari, i biologi inglesi avevano previsto che un umile pione – poco di più che un ammasso di proteine – passasse indenne nella catena alimentare per giungere, infine, all’uomo?
Chi ebbe il compito di studiare la prassi – diciamo solo assai bizzarra – di nutrire degli erbivori con della carne? Nessuno fu preso dal dubbio che, proprio perché erbivori, non avessero i necessari enzimi per demolirla? E che, di conseguenza, gli agenti patogeni sarebbero “passati” indisturbati?

Già, ma la resa in semplici termini di peso – la trasformazione dei vegetali in carne – non supera il 5-10%: invece, con il “miracolo” di nutrirli con la ciccia, s’andava oltre il 20%. Miracolo! Non assomiglia un poco alla truffa dei subprime?
La patata Amflora è stata dichiarata “innocua” (con qualche “mal di pancia”) dalle autorità competenti (guarda a caso a Parma, dove sorge il centro europeo che ha questo compito), e quindi potremo mangiare gli animali nutriti con quei mangimi: per ora solo sotto forma di wurstel, per le chips c’è tempo. Domanda: chi mette una firma sotto quel documento, qualora fra decenni dovessimo conteggiare dei morti causati dalla patata transgenica? Dove sarà, all’epoca, quel tizio? Vivo? In pensione? Vecchietto rinfanciullito?
A pagare saranno soltanto gli eventuali morti: nessun altro, lo sappiamo bene.

La scienza non è certo democratica, non lo può essere per struttura, e allora bisognerà che qualcuno si prenda la briga di controllare quel che fanno gli scienziati: per chi non lo avesse capito, quel controllo c’è già oggi, solo che l’hanno in mano le banche e le lobby finanziarie.
Altrimenti, come spiegare che un commissario all’Ambiente contrario alla patata OGM – il greco Stavros Dimas – sia stato sostituito con il, evidentemente, più “morbido” maltese John Dalli?
A questo punto, chi ha smesso di credere alla Fata Turchina avrà compreso quali sono i termini dell’accordo: qualcuno farà soldi a palate, i politici riceveranno la loro parte sotto varie forme (soldi, patatine, ecc) ed a patirne le eventuali conseguenze saremo noi.
Ci restano due punti da affrontare, e non li eluderemo: le responsabilità politiche (compresa la nostra, eventuale, voce) ed il problema di qualche scienziato che non vuole limiti. Partiamo dai secondi.

Nessuno vuole censurare la scienza, ma viviamo in un piccolo pianeta con moltissimi guai: dobbiamo esser certi che la scienza fornisca mezzi per migliorare le condizioni di questo inquinato e disastrato pianeta, non per peggiorarlo. Se gli scienziati non sono in grado di fornire questa certezza, altri dovranno controllare quel che faranno: persone non a libro paga delle banche, per capirci.
Un mezzo c’è, almeno per la catena biologica: eseguire delle ricerche sotto Natura, non sopra di essa. Impossibile?
Negli scorsi decenni, un forte impulso alla produzione di cereali fu dato dalle ricerche che condussero – solo tramite incroci, quindi “sotto” la Natura – ad un rafforzamento degli steli: prima, enormi quantità di cereali si perdevano per l’allettamento, causato dal vento. Questo è un esempio di come si possa migliorare la resa agricola senza nessun rischio.
E le coltivazioni di primizie in quota (lo fanno in Alto Adige), dove i parassiti non trovano condizioni ambientali per attaccare le piante?
C’è molta letteratura che riguarda lo studio delle simbiosi fra i vegetali, le cosiddette simbiosi “vantaggiose” per entrambe le specie. Queste ricerche, però, languono: che dite, Monsanto & Co c’entreranno qualcosa? E le banche che “lavorano” con l’industria dei pesticidi?

C’è poi, soprattutto in Occidente, la pessima abitudine alimentare di mangiare quantità smodate di carne: nessuno dei carnivori che conosciamo ha un intestino lungo come il nostro. Tigri e leoni, in rapporto alla loro altezza, hanno un intestino lungo la metà del nostro, per espellere più in fretta le tossine. Quante malattie della nostra epoca sono dovute all’eccesso di proteine?
Essere vegetariani è una buona scelta per chi se la sente ma, anche esserlo parzialmente (la vera dieta mediterranea), contribuirebbe molto alla salvezza degli equilibri per il nostro pianeta. Il quale, se qualcuno non se ne fosse accorto, sta correndo sul filo del rasoio della penuria alimentare (follia dei biocarburanti compresa).
Non si tratta, quindi, d’imporre limiti alla scienza, bensì d’affermare il primato della politica, poiché in democrazia è chi è stato eletto al governo della polis a doversi assumere queste responsabilità.
Ovviamente, quando immaginiamo una polis ordinata, non ci riferiamo al nostro tempo.

La classe politica italiana, all’unisono, ha reagito contro la decisione europea…ma…l’Italia fa parte dell’UE? Ecco i pessimi frutti delle Costituzioni non vagliate dalle popolazioni, dei trattati imposti dalla nuova nobiltà, come nei secoli bui.
Oggi, assatanati dalla prossima campagna elettorale, timorosi di perdere lo 0,1% dei consensi, ne potremmo trovare uno solo che si pronuncia a favore degli OGM? Ma va là…
Passerà un po’ di tempo, giungerà l’Estate ed andremo in vacanza (chi può…): chi non potrà, si concederà almeno qualche passeggiata serale in più e qualche TG di meno. E, quello, sarà il momento.
Non sarà necessario strombazzarlo ai quattro venti, imbastire polemiche: sarà sufficiente inserire un miserrimo comma in uno dei tanti decreti “milleproroghe” mediante i quali – di proroga in proroga – governano senza mai approvare nulla, in barba alla Costituzione, che prevede il Decreto Legge solo per le procedure d’urgenza (art. 77).
Perché lo faranno?

Poiché, mentre s’acclamano l’un l’altro per la loro contrarietà agli OGM, sono tutti convinti che ogni mezzo per incrementare il sacro PIL sia da utilizzare: gli scienziati? Mi dispiace per loro: sono soltanto dei timbracarte, gente che deve firmare di tutto per avere la vita facile. Non firmi? Ricercatore precario a vita.
In fin dei conti, OGM, “mucca pazza” e subprime sono ingredienti della stessa, mefitica pozione: credere che si possano ingannare impunemente le leggi dell’economia (oikos nomos, “norme per la casa”) e quelle della Natura.
Le seconde, ahimé, sono le più “toste”.
Se ingannare sul fronte economico può causare povertà e perdita di diritti, attentare alle leggi della Natura come apprendisti stregoni può far di peggio, molto peggio: nessuno di loro può, oggi, mettere una firma per assicurare che fra vent’anni non ci sarà la replica della “mucca pazza”. “Antibiotico pazzo 2, la vendetta”.
Eppure, strombazzano, strepitano, s’inalberano e truffano, mentre i banchieri riempiono loro le tasche di soldi, pagati con la nostra salute.

Cosa ci resta da fare?
Ciascuno, ovviamente, pensa con la propria testa ed agisce di conseguenza: già questo lo pone un gradino sopra Barrito Barroso il quale, mentre la fa, “riflette” se doveva proprio farla. Poveri i suoi calzoni.
L’unico modo che abbiamo, oggi, per far comprendere la nostra contrarietà a questa politica, a questo malaffare è non correre più dietro alle loro pernacchie. Smetterla di seguirli in TV, smetterla di votarli.
Si dirà che andranno avanti ugualmente: per certo.
In un Paese come l’Italia, però, tutto si basa sul fatto che la gente, tutto sommato, accetti questo disgusto – rigorosamente bipartisan – e che lo consideri veniale: di conseguenza, che si rechi alle urne, magari anche per votare il più “dissenziente” dei partiti. Il quale, alla prima occasione di mettere le mani sul malloppo, sostituirà il “dis” con un “con”.

Ciò che ci chiedono con il voto non è più una scelta fra diverse posizioni od idee: è semplicemente la conferma della nostra servitù al loro sistema di potere.
Qualcuno si chiederà perché non nascano nuove formazioni politiche, più vicine al “sentire” di molte persone: fin quando l’80% degli italiani li voterà, si sentiranno tranquilli e sicuri. Proviamo ad immaginare una partecipazione al voto che scenda al 60%: un assenteismo consapevole del 20-30% inizierebbe a spaventarli. Perché?
Poiché questo branco d’acchiappatopi comincerebbe a temere che, una nuova forza politica, potrebbe di colpo raccogliere un bottino consistente ed entrare in Parlamento con lo strascico rosso. Di conseguenza inizierebbero, come sono abituati a fare, a dilaniarsi fra di loro come le iene quando c’è carestia, perché un nemico silenzioso li attenderebbe al varco e metterebbe in dubbio il pasto di domani.
D’altro canto, dobbiamo ricordare a noi stessi che, prima d’intraprendere qualsiasi nuovo cammino, bisogna sgombrare le macerie, che non sarà facile: potremmo avere ancora anni di berlusconismo, anche senza Berlusconi.

Perciò, fate come credete, ma pensateci bene prima di metter mano alla tessera elettorale. E pensateci anche quando direte: mangia la bistecchina, Gigino, mangiala, è buona…

Articolo liberamente riproducibile nella sua interezza, ovvia la citazione della fonte.

33 commenti:

  1. Nel mio piccolo paesino collinare, fra la romagna e la toscana, c'è un solo fruttivendolo, un mio carissimo amico. Si alza alle 5 ma anche alle 4 per andare al mercato della frutta ad una quarantina di km verso la 'bassa'. Ha un negozio perfetto, cura la frutta e la verdura con amore, vuole bene ai clienti ed ama il proprio lavoro. Ha un solo difetto: difende, quasi senza 'pensare' tutte le politiche commerciali sui suoi prodotti. Spesso vado a trovarlo (nel paese siamo 1500 anime ci conosciamo quasi tutti, abbiamo pochi svaghi, e scambiare 2 chiacchere con il verduraio è uno di questi) ed un pomeriggio notai che sui sacchi di cipolle c'era scritto 'Australia'. Allora gli chiesi se le cipolle venissero proprio dall'Australia, il loro prezzo, al momento, era molto simile alle cipolle italiane (vabbè eravamo fuori stagione ma le cipolle hanno una stagione lunga), io non potevo credere che costassero così poco, ed il viaggio dall'Australia? chi lo paga? Mi incavolai non poco e gli dissi se si rendeva conto dello stupido spreco di energia e di inquinamento che costava portare le cipolle dall'Australia...lui mi disse: "ma tu compri le banane e gli ananas..." "...vedi, è tutto un gioco commerciale di scambi internazionali...prima le banane, poi le cipolle".
    Io gli risposi che le banane e gli ananassi in Italia non crescono, ma delle cipolle non abbiamo nessun problema a farne nella quantità che desideriamo...lui allora mi parlò di 'patate' che io avevo sempre pensato venissero dal campo sotto casa (o quasi) visto che mio padre, nel suo orto, ne produce con facilità dei quintali...mi disse del lungo viaggio che fanno certe partite di questo umile tubero...alcune vengono dal sudamerica, altre dalla lontana Russia (o ucraina non ricordo bene)...Allora ho capito: siamo diventati tutti matti!
    Non è più sufficiente non andare a votare, qui ci sono dei 'padroni' che sono al di sopra dei partiti nazionali e forse anche3 dell'Europa. Ci stanno veramente prendendo per il culo, attraverso la gola, e detto così non è una bella prospettiva. Cosa c'è nelle cipolle Australiane? Nelle patate Russe? Io ero un appassionato di chips e patate al forno...ho ancora una spacciatore locale (mio padre che però ha diversificato ed adesso preferisce i pomodori alle patate) ho un po' di terra dove il prossimo anno farò un orto e vi pianterò proprio le patate (che essendo in quota sono anche esenti dalla dorifora). Mi rendo cmq conto che in Italia, per le patate, non siamo autosufficienti, la patata è la seconda coltura mondiale dopo i cereali, vista in macroeconomia la situazione patatine internazionali ha effettivamente bisogno di nuova sperimentazione scientifica per migliorarne la produzione ecc...
    Siate sempre lieti (cit.) perché i nostri governanti non partecipano al consumo di patate, infatti loro, usano solo "patatine" (beh, qualcuno anche "cetrolini" ma sono i soliti snob)...
    salutations
    RA

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  2. E se queste patate non sono altro che l' ennesimo tentativo dell'occulto IV Reich ( leggi Basf o Bayern), di alimentarci nel prossimo futuro di carestie, morte e distruzione che spettaerà agli schiavi europei?
    Fra l' altro, e non è complottismo, la patata in questione è molto pericolosa per chi ha una predisposizione al diabete o è affetto da diabete di tipo 2 vedi
    http://www.universonline.it/_sessoesalute/salute/06_02_24_a.php.
    Qui non si tratta degli gnocchi della nonna, una cosa del genere potrebbe essere il nutrimento e contemporaneamente la distruzione di sovrappiù demografico.
    Con le Kartophen l'economia dei lager ha prosperato.

    Ciao

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  3. Caro black... a proposito di patate e cipolle ti raconto un aneddoto di vita vissuta...eravamo alla fine della II guerra mondiale, quando, dalle nostre parti, fu sfondata dagli 'alleati' la Linea Gotica, furono formati campi di prigionia per i soldati tedeschi catturati. Questo, in particolare,era nei pressi di Sala di Cesenatico. Tempi problematici per tutti poco da mangiare per tutti ed a soffrirne, ovviamente, oltre alla popolazione, i tedeschi rinchiusi nel campo. Un mio conoscente figlio del latifondista proprietario del trerreno sul quale c'era il campo di prigionia, va -negli anni '70- a fare una vacanza nella Germania del Nord...a zonzo per paesi una sera si trova in una trattoria 'tetesca' a farsi wurstel e birra assieme alla moglie...li serviva un vecchio signore con enorme pancione...si scambiano qualche parola...il mio amico dice sono Italiano, di Cesenatico, precisamente di Sala...al che il tetesco dice..."ero sergente, catturato, ho passato diversi mesi a Sala, prigioniero nel campo ...il contadino "ladro" ci vendeva cipolle e patate a peso d'oro!"
    Il contadino era uno dei 'dipendenti' di suo padre, uno di quelli che si impossessò dell'azienda e della proprietà subito dopo la guerra (il padre, per motivi finanziari, andò in bancarotta...)...

    Come vedi, chi di patata ferisce, di patata perisce...

    salutations

    RA

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  4. Anonimo11:38 AM

    Carlo tutto ciò che dici è vero, la politica costituisce solo un ricatto e una facciata e tutto ha un prezzo. Quello che mangiamo è tutto finto e probabilmente è una iniezione di veleno continuo. Come facciamo a liberarci da tutto ciò? Mi piace molto l' esempio che fa Roberto con il fruttivendolo dela paesino che pur alzandosi presto la mattina e svolgendo il suo lavoro con dedizione vende tranquillamente una cipolla che arriva dall'Australia in quanto sa che il mercato per la gran parte si muove sulla richiesta di quella gente alla quale se dovesse vendere solo la roba del suo orto farebbe la fame. Anche io ricordo quando mangiavo i pomodori di campagna di mio padre tutto un' altro sapore,ora , nemmeno lui li mangia più, troppo costoso e difficile produrli non ha nemmeno più l' acqua per innaffiarli in quanto a monte del suo terreno hanno tagliato le falde acquifere per poter costruire abitazioni.Carlo è amaro constatare che purtroppo oggi ci hanno ridotto alla fame, siamo costretti a fare la spesa nei discount per poter arrivare a fine mese (senza preoccuparci di quello che ci vendono), siamo ricattati sui posti di lavoro oramai ridotti a mercificazione salariale, la politica ci regala pacchi di pasta e buoni spesa in cambio di voti (e io purtroppo lo dico con dolore ne so qualcosa).Io non sono uomo di facili compromessi ma ti domando come è possibile vivere senza?

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  5. Leggendoti,Carlo, mi rendo conto che, pur avendo la tua età, avrei potuto benissimo essere uno di quei ragazzi che ti chiese una firma per l'Europa Unita.

    Allora l'idea di "internazionalismo" per tanti di noi trentenni aveva solo quasi risvolti positivi, augurabili e progressisti.

    Tu con i tuoi dubbi eri anni luce più avanti. Per me era una speranza cieca.

    Poi venne l'affrancamento dal "Partito" e poi internet.

    Su ogni accadimento (filosofico o pratico) non partire più da preconcetti più o meno indotti ma poter confrontare e discernere approfondimenti molto variegati, divenne la "salvezza" (o definitiva perdizione?) ideologica.

    Ora affrontare temi come quelli della UE o degli OGM o dei fatti politico/economici in genere, vuol dire filtrarli e decodificarli con quello che so (o credo di sapere) su Nuovo Ordine Mondiale o H.A.A.R.P o sulla natura della globalizzazione o sulla moneta debito o di David Icke o di 11 settembre ecc.ecc.

    Certo il filtro culturale deve essere enorme. La truffa ideologica e la manipolazione sono la regola.
    Ma gli strumenti cognitivi ci sono.

    Zeitgeist è un esempio clamoroso. Un filmato che penso tutti conosciamo.
    Soprattutto Zeitgeist Addendum offre tanti elementi di straordinaria importanza per interpretare la realtà (?) che ci circonda. Ma la soluzione che propone per ri-dare valore alla vita umana mi appare addirittura risibile.

    Scienza e tecnologia i nuovi dei che tutto possono risolvere.

    Ma non scherziamo!

    E dunque discernimento come regola.

    Vale a dire: come farsi un'opinione sulle scelte della UE se non hai un'opinione su ciò che potrebbe esserci all'origine della sua stessa esistenza?
    Qual'è la sua Natura?

    Crediamo all'esistenza di una élite politico/economica mondiale che tutto decide e che ha in corso il progetto di un unico governo mondiale con un'unica banca centrale, con un'unica moneta?
    Beh, a seconda che ci crediamo o no, tutta la lettura dei fatti italiani o europei o americani cambia e di molto!

    Quella di filtrare il singolo avvenimento con convinzioni molto più generali è un atteggiamento giusto?

    A me pare solo inevitabile.

    Anche se mi sembra di inquinale l'atmosfera umanistica di questo rigenerante sito di Carlo Bertani e di chi lo commenta.

    Fabrizio D.

    RispondiElimina
  6. Salve a tutti. Sono nuovo di questo blog, che seguo da poco. Premesso che sono del tutto d'accordo sulla drammatica inadeguatezza della classe politica che abbiamo "democraticamente scelto ed eletto" (sigh!), mi sento di segnalare alcuni "aggiustamenti di tiro", in particolare per quanto concerne il rapporto tra scienza, politica e tecnologia, tema sul quale riscontro un po' di confusione.

    La scienza si occupa di descrivere la realtà che conosciamo, la tecnologia di produrre manufatti, la politica (in base all'etica? Facciamo finta di crederci?) di decidere quali tecnologie siano "accettabili" e quali no.

    La scienza studia il comportamento del DNA e dei geni che lo compongono, la tecnologia studia il modo di sfruttare questa conoscenza per ottenere un ritorno economico attraverso la produzione di nuovi manufatti, la politica decide se i rischi dell'introduzione di questi manufatti siano compatibili coi benefici che ci si aspetta.

    Siccome chi sviluppa e detiene i diritti di proprietà sulle nuove tecnologie muove risorse economiche importanti, ed è quindi in grado di influenzare il potere politico, possiamo ben affermare di non trovarci in buone mani: le multinazionali hanno il solo interesse di massimizzare i propri guadagni (per nostra fortuna non è sterminando i propri utenti che ciò si realizza).

    Però, prima di sparare ad "alzo zero" su tutto ciò che è OGM, andrebbe considerato che l'agricoltura tradizionale è tutto fuorché "naturale", a partire dall'utilizzo di pesticidi e diserbanti, passando per la perdita di biodiversità dovuta alla riduzione delle colture alle varietà più facilmente commerciabili, per arrivare all'uso massivo di fertilizzanti chimici che, assieme alla deforestazione, ha prodotto il progressivo danneggiamento ed impoverimento dei suoli.

    La domanda su "quanti morti" produrrà (eventualmente) la patata OGM potrebbe essere accomunata ad altre: quanti morti produce l'attuale agricoltura a base di pesticidi (soprattutto tra i contadini, soprattutto quelli del terzo mondo)? Aboliamo i pesticidi? Quanti morti produrrebbe la successiva carestia di generi alimentari? Oppure: quanti morti, perfettamente quantificabili, producono le automobili? Aboliamo le automobili?

    Altra questione è chiedere alla scienza "certezze" che non può dare. La scienza non è in grado di prevedere il futuro, può solo descrivere delle osservazioni e produrre dei "modelli", più o meno attendibili. Per scoprire che incidenza statistica di decessi può eventualmente avere l'introduzione di un nuovo alimento l'unica maniera è una sperimentazione su larga scala, comprensiva di un gruppo "di controllo" che, senza saperlo, non venga sottoposto alla sostanza.

    Sui problemi etici che questo tipo di sperimentazione (peraltro standard per i nuovi farmaci) comporti, ancora si dibatte. Far morire delle persone per scoprire che delle persone muoiono non è molto simpatico e riporta alla memoria il dott. Mengele. Allora che si fa, si sperimenta sugli animali... Quanto è attendibile questa sperimentazione? Poco, ma è il meglio che si possa fare.

    Il problema delle scelte si proietta dall'uomo della strada alla classe politica che elegge, e riflette il paradosso di una specie di predatori che pretende di agire in base a scelte etiche. Il primo ed unico problema che abbiamo è il fatto che, non più intelligentemente dei virus, ci stiamo riproducendo ad un ritmo eccessivo, e finiremo con l'uccidere l'organismo che ci ospita: il pianeta Terra.

    A poco servirà scegliere se ucciderlo con l'agricoltura tradizionale o con quella biotech, col consumo di carne, coi combustibili fossili o con quelli atomici. Il global warming misura la "febbre" di un organismo sottoposto a stress da troppi parassiti, forse proprio un meccanismo "naturale" per liberarsene.

    (segue)

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  7. Appunti sparsi.

    L'affermazione: "contiene un gene che interferisce, forse annulla, l’azione degli antibiotici", cosa vuol significare? Che la pianta non reagisce agli antibiotici? E quando mai si somministrano antibiotici alle piante? Forse pesticidi? Si può avere un link alla fonte di questa affermazione?

    Altra questione: "Negli scorsi decenni, un forte impulso alla produzione di cereali fu dato dalle ricerche che condussero – solo tramite incroci, quindi “sotto” la Natura – ad un rafforzamento degli steli: prima, enormi quantità di cereali si perdevano per l’allettamento, causato dal vento. Questo è un esempio di come si possa migliorare la resa agricola senza nessun rischio". In realtà la varietà di grano che va attualmente per la maggiore è stata ottenuta sul finire degli anni'60 per irraggiamento da sostanze radioattive... una forma di modificazione genetica del tutto casuale e potenzialmente pericolosa quanto le attuali "biotech". Eppure ce lo stiamo mangiando da quasi cinquant'anni.

    Peraltro il blog di Bressanini si è recentemente occupato della suddetta patata: http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/03/03/amflora-la-patata-per-la-carta/

    Dulcis in fundo, dovendo definire un minimo comun denominatore per la sicurezza alla guida si è scelta la soglia percentuale di tasso alcolemico al quale la prontezza di riflessi viene meno. È evidente che un guidatore di buon senso, se leggermente brillo, può moderare la propria guida, rallentando, in modo da mantenersi entro margini di sicurezza accettabili, ma il buon senso, oltreché poco diffuso, non è una categoria misurabile. L'unica cosa che si può misurare è il tasso alcolemico. Che, lo stesso, non garantisce che un guidatore sobrio possa comunque decidere di guidare a velocità criminali... Aboliamo le automobili? Non vedo l'ora!

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  8. Update: ho trovato questo articolo che risponde almeno ad una mia domanda.

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  9. Scusate l'OFF TOPIC.
    Caro Roberto, mi ha preso un colpo quando hai nominato Sala di Cesenatico in quanto e' il paesino in cui sono nato e vissuto fino a qualche hanno fa, ora sono nella terra di Albione.

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  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  11. Riguardo alla Patata Amflora, della multinazionale Basf servirà per:
    - costruire filati più forti,
    - per costruire una carta più lucida,
    - per fabbricare intonaci più aderenti,
    - ed anche per mangime animale.
    Molti agricoltori potrebbero essere tentati di dismettere le loro culture destinate a produrre beni per l’alimentazione per avviarsi verso la produzione di questa patata per l’industria. Si viene ad ampliare un fenomeno che già esiste da tempo nel mondo: immensi territori dedicati alla coltivazione di cotone, di colza e di altri prodotti che non sono alimentari. Allora, i nuovi prodotti come la Patata Amflora vanno sicuramente nella direzione della diminuzione della produzione alimentare globale.
    Certo, altri prodotti Ogm possono essere indirizzati verso l’incremento della produzione alimentare, ma i brevetti di questi prodotti in mano alle grandi multinazionali determineranno un nuovo assetto degli equilibri produttivi. I guadagni dell’operazione Ogm saranno in capo alle società che hanno depositato il brevetto che cercheranno di spartirli minimamente con gli agricoltori che si presteranno all’operazione.
    La diffusione della produzione Ogm creerà concentrazione economica nel settore primario, settore che fino ad oggi si è caratterizzato per la presenza di tanti piccoli produttori.
    Già abbiamo assaporato gli effetti della grande concentrazione bancaria in mano a pochi privati, gli effetti sono stati questa crisi economica. Una grande concentrazione della produzione alimentare in poche mani non può farci dormire sonni tranquilli.

    francesco zaffuto www.lacrisi2009.com

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  12. @MATT-MATTEO

    Aarrgh!

    Io non capito in quel di Cesenatico da almeno 20 anni pur abitandoci ad una 70ina di km. Ravenna, Cervia e Cattolica sono i miei 'lidi' preferiti (si fa per dire, in spiaggia, d'estate' non ci sono mai andato...solo in inverno o al massimo tardo autunno).
    Però quel signore, oggi settantenne, che ho citato era il proprietario della Villa più bella di Sala...non ti dico altro per motivi di privacy...

    ciao

    RA

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  13. Del tutto plausibile ciò che scrivi Francesco!
    Ho già salvato "La crisi 2009" nel menù preferiti, ti leggerò con piacere.


    OT
    Per Matteo e Roberto: mi sa che Carlo debba un ringraziamento particolare alla Romagna che, sembra, lo segue con attenzione ed affetto. Io sono di Rimini...

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  14. Beh, ragas, al me nom l'è Bertani: cus'lè? Al cugnos? L'è d' Cures.

    Chiedo venia per la pessima translitterazione del dialetto emiliano, ma era quello di mio nonno. La fonetica s'è persa: rimane un ricordo per me struggente, quando rammento le discussioni sul barocco e sul gotico che avevamo passeggiando nel giardino della casa di campagna.
    Mio nonno, Euro Bertani da Correggio, fu uno dei più bravi restauratori d'arte povera del Novecento.
    Fra le tante cose, restaurò la Madonna d'Oropa e gli arredi dei Borromeo nelle ville sul Lago Maggiore. Fra le altre cose, perché la lista sarebbe lunga.
    Era un amante del barocco e della sua Emilia: io, che ogni tanto rivedo con gli occhi lucidi la piazza di Correggio in "Radio Freccia", resto uno strano animale senza razza.
    Mille razze m'hanno generato, dai solidi reggiani agli acquatici ferraresi/rovigotti, passando poi per gli ieratici sabaudi.
    Ma, la mia terra d'elezione, rimane quella piccola propaggine fuori/dentro l'Italia che inizia a Monfalcone e termina a Muggia. Perché?
    Non lo so, però, se sto un solo anno lontano da Trieste, la nostalgia mi serra il cuore.
    La "Gretel" viene di là.

    Ma devo una risposta al Mammifero Bipede, e non m'esimerò dal farlo.
    Prima una precisazione: per l'allettamento, mi riferivo ai reincroci ottenuti dalla stazione della FAO in Indonesia negli anni '70. La mia fonte è un caro amico - sicuramente attendibile - al quale però, per ragioni contingenti, non posso più chiedere conferma.
    E' tutta roba "pre-internet", ma sul Web ci sono notizie d'attuali sperimentazioni attuate seguendo soltanto la tecnica dei reincrocio.
    Non entro nel merito delle asserzioni scientifiche: mi limito a ricordare che la (kono)scienza andrebbe più precisamente identificata come gnosi (gnósis), ossia nella sua accezione più completa, laddove l'apparente dialettica/afasia, fra l'attore ed il recettore della (kono)scienza, scompaiono.
    Perciò, mi limito ad osservare che l'accelerazione nella crescita demografica sta scemando: la riproduzione affrettata, sin dagli esperimenti sui topi, è frutto della paura.
    Tutte le civiltà che sono giunte ad un accettabile rapporto fra conoscenza e prassi, sono diventate stabili demograficamente.
    Il che, non deve essere scambiato per una resa: la moltiplicazione della baionette è solo un sogno mussoliniano.
    Ritengo, perciò, che tutte le paure che si cercano d'inoculare nelle menti deboli - da parte d'altre menti poco propense alla gioia - siano soltanto il frutto di una colossale misconoscienza.
    In realtà, non abbiamo nessun bisogno di tutti quegli orpelli: OGM, centrali nucleari, derivati finanziari, ecc.
    Sono il frutto di un'era perversa - della Kali Yuga - e come tali sono destinate a scomparire.
    L'Uomo Superiore - per ricordare uno dei tre libri sacri cinesi, l'I-Ching - non si cura del tempo che scorre né delle apparenze ingannevoli che esso emana.
    Osserva, silente, lo scorrere del tempo senza increspare la sua mente.
    Tutto ciò che racconti - Bipede Mammifero - è purtroppo solo quel che appare sotto la cappa della (mis)conoscenza che ci propinano.
    In realtà, avremmo bisogno di una nuova scienza basata sulla gnosi: mezzi semplici, alla portata di tutti.
    Non ci servono nuovissimi farmaci, quando vecchi farmaci - efficentissimi - sono stati tolti dai listini per far posto a Big-Pharma: ti sia di esempio il vecchio Ananase - un antinfiammatorio potentissimo, estratto dall'ananas - sostituito oggi da un farmaco di sintesi che non vale una cicca rispetto al preparato originale (e pressoché naturale).
    Sotto l'inganno, anche la semplice riflessione logica diventa verità distillata. Ma, ci si scorda dell'inganno originario.
    Spero di non esser stato troppo ermetico: ho già dovuto mediare per cercare di far comprendere il mio pensiero.
    Ciao
    Carlo Bertani

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  15. Caro mammifero bipede,
    penso, vista la tua preparazione - e la mia non è polemica - che tu conosca Masanobu Fukuoka http://www.youtube.com/watch?v=A4-bwW8PWI0
    Ora, l' amico Carlo Bertani parla di gnosis, di giusto equilibrio tra conoscenza e prassi - vero!
    Perchè il mio punto esclamativo?
    Perchè occorre metterci d'accordo su che cosa s' intenda per oscurantismo ( obscurans ).
    Per la definizione vedi anche e non solo http://it.wikipedia.org/wiki/Oscurantismo
    Noterai che anche in wikipedia serpeggiano dubbi sulle varie accezioni del termine.
    Il problema, però, può essere facilmente risolto e i dubbi brinosi sciogliersi alle prime luci calde della ratio.
    Quel che conta in tutto questo cianciare di OGM pro e contro, è la sperimentazione.
    Verificare gli effetti a medio e lungo termine di un prodotto tecno-agricolo, farmacologico, biochimico, nanotecnologico etc. è l'unica prassi accettabile in un mondo progressista, tecnocratico, dove dovrebbero regnare democrazia e un sano libero pensiero.
    Sugli OGM mancano queste sperimentazioni, in qualità e in quantità, tutto il resto sono "Chiacchiere e distintivo" come diceva Galileo.
    E allora il video di Masanobu Fukuoka che ti ho linkato, è un'esempio di sperimentazione durata quarant'anni, sperimentazione che ha avuto come cavia il dottor Fukuoka e nessun altro.
    Il grande scienziato è colui che, deontologicamente parlando, rischia sulla sua pelle e prova su di sè la propria invenzione e si assicura che questa non nuocerà.
    Quindi per correggere il tiro, diciamo che uno scienziato o un gruppo di essi, descriverà e tirerà fuori dal cilindro magico della scienza nuovi paradigmi che non adatterà alla realtà, ma che la sveleranno, altrimenti si tratterà di distorsione: in seguito, si farà aiutare nella costruzione del mezzo tecnologico che gli permetterà di valutare la bontà della sua teoria; poi, avanti di sottoporre alla politica la sua mirabile invenzione, cosa che non farà lui ma il cda che gli da la pagnotta, ne diventerà cavia.
    Ecco il passaggio che manca nella società del profitto.
    Ora, qualcuno, scandalizzato, oserebbe dire che non si può sacrificare una "mente" per rozzi mammiferi umanoidi consumatori di patate amflora o mais ogm...OHHHHHH!!!
    Infatti è vero il contrario.
    Oggi, chi vuole essere finanziato per le sue eccezionali ricerche, deve fare in fretta e saltare a facili conclusioni, quando si tratta di enormi profitti.
    Ora, un'accezione del termine oscurantismo è controllo, quello che da un po' di tempo a questa parte è usato solo unilateralmente nei confronti degli oscurantisti di ogni genere e grado.
    Chi è allora oscurantista?

    ciao

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  16. Caro Blakskull, ricordanto la figura di Fukuoka-san mi hai fatto inumidire gli occhi.
    Se solo ascoltassimo.
    Grazie
    Carlo

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  17. Caro Carlo aspetto fiducioso, è un percorso lungo, ci attendono ancora tante sorprese... Siamo passati dalla Repubblica Parlamentare alla organocrazia, questo della patata OGM è uno delle tante perdite di sovranità dell'Italia. Attendiamo.

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  18. Il nocciolo della questione sta a monte, ovvero nella mistificazione - sempre in nome della libera scienza- operata sistematicamente per camuffare attività puramente di profitto che di finalità di utilità generale hanno poco o nulla.

    Inoltre,e sempre, il principio di precauzione non può essere derogato quando e' in gioco l'uomo.

    Peggio ancora quando viene utilizzata l'inferenza statistica a giustificazione d'uso o utilizzo.

    Da troppo tempo, purtroppo,e sempre con più frequenza si torna ad utilizzare il principio di induzione dimenticando, anzi nascondendo gli enormi danni prodotti da esso nella storia umana.

    E poi, sempre a monte...

    Non a caso sia nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, e più vicino a noi italiani, che nella nostra Carta Costituzionale la funzione economica e' sempre subordinata alla sua utilità sociale, in modo esplicito:

    Art. 41.

    L'iniziativa economica privata è libera.

    Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

    La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

    Infine, la brevettabilità dei risultati della scienza e' uno dei più grandi scippi operato dal potere economico/finanziario ai danni delluomo.

    E quello che sta avvenendo a livello planetario in tema di non accesso, di preclusione della conoscenza va nella stessa direzione di usurpazione dei diritti fondamentali dell'uomo.

    E questo può avvenire, sta avvenendo in forme sempre più spudoratamente mistificanti dei reali interessi che vengono perseguiti, perchè la Politica è in esilio.

    Doc

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  19. A mio avviso, Nihil e Doc, la politica oggi è in stallo perché dovrebbe affrontare un problema che non è in grado di comprendere.
    I problemi dell'umanità richiederebbero una programmazione degli interventi, non la cosiddetta "libertà" d'impresa.
    Addirittura, a livello planetario: certo, non nelle mani di un'ONU squalificata.
    Vent'anni fa s'inorgoglirono per il fallimento sovietico - che cercò d'affrontare il problema della programmazione dell'economia - ed oggi scoprono che, comunisti o non comunisti, il problema rimane tale e quale.
    Se programmi devi saper programmare, se lasci alla "libera iniziativa" ti ritrovi nel caos che osserviamo.
    In fin dei conti, l'economia mista dell'Italia del dopoguerra era più solida di quella attuale.
    Ciao a tutti
    Carlo

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  20. Ho solo cinque minuti, provo a rispondere per grandi linee riservandomi un intervento più consistente in seguito.
    Sono d'accordo con molte delle cose che si affermano qui, anche se la mia cultura ha radici molto più scientifiche che filosofiche (per questo temo di non cogliere a fondo il senso di quello che Carlo mi ha risposto...).
    Il concetto che mi premeva di far passare è che la contrapposizione tra "natura buona" e "ogm cattivi" la trovo un po' rudimentale, non foss'altro perché l'agricoltura attuale tutto è tranne che "natura buona": pesticidi, diserbanti, fertilizzanti, tutta roba che entra nella catena alimentare.
    Gli OGM, se non fossero in mano alle multinazionali (e a quanto mi dicono così è perché in Italia le università non fanno ricerche in quella direzione, causa anche "bastoni tra le ruote" politici), potrebbero rappresentare una tecnica per pervenire più rapidamente a risultati che, con le tecniche di incrocio selettivo, richiederebbero anni e forse secoli.
    Sono d'accordo che è un "forzare la mano alla natura" (e andrebbe operato con tutte le cautele possibili), ma in fondo è dal neolitico che lo stiamo facendo, e non vedo un consenso generalizzato all'idea di tornare indietro.
    Le biotecnologie, in un contesto disastrato come quello attuale, potrebbero realmente operare una "riduzione del danno" (non dico che lo stiano facendo...) per cui la cosa da fare, secondo me, è cercare di comprenderle, non combatterle aprioristicamente.

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  21. Caro Mammifero Bipede, le risposte che hai trovato da me e dagli altri componenti del blog mi sembrano chiare.
    Tu stesso affermi d'avere una formazione scientifica e poco filosofica: allora, se la filosofia è il "metro" con il quale valutare la bontà del nostro sapere, uno scenziato che non si pone problemi di critica, che fa?
    Va, come usa dire, "all'orbetta".
    Sempre alla luce dell'analisi storica e filosofica, è falso che l'uomo si sia contrapposto alla natura dal neolitico.
    Nessuna carrozza a cavalli attentava alla biosfera, e pochissimo una nave od una locomotiva a vapore.
    Oggi, purtroppo, non sappiamo nemmeno quanto e come abbiamo attentato agli equilibri della biosfera - che, rammento, è il più immenso coacervo di rapporti dialettici e plurimi, con infinite cascate di rapporti causa/effetto e strutture a ciclo, mentre l'uomo preferisce ragionare in termini lineari.
    Detto questo, come ci si può fidare di chi agisce senza conoscere (la querelle sul mutamento climatico questo dimostra: sappiamo poco o nulla) e, parallelamente, chiede libertà d'azione?
    Il contrasto può apparire ideologico, ma io accetto il termine, poiché l'ideologia nasce da una struttura di pensiero che interpreta la realtà dopo esser passata per il dibattito.
    Cosa propone la scienza?
    Di creare senza essere valutata né discussa: scusa, ma la cosa appare un po' pericolosa.
    Di guai, dall 2 GM in poi, mi sembra che ne abbiamo combinati già troppi: non sarebbe meglio porre un freno alla "creazione" e prenderci una buona pausa di riflessione?
    Quello che stiamo creando, coincide con la direzione che vogliamo seguire?
    C'è una direzione da seguire? Per ottenere quali risultati?
    Senza risposte a queste domande, non serva a niente trafficare con le provette: serve di più una tisana o Frankenstein?
    La scienza va avanti senza porsi, prima , nessuna domanda: per questa ragione, il mio rifiuto ideologico risulta pienamente giustificato.
    E' più chiaro?
    Ciao
    Carlo

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  22. Ciao Carlo,
    parliamo di sofferenza popolare,parliamo di grecia partendo da qui http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201003articoli/52780girata.asp

    Te ne saremo tutti più che grati come sempre.

    Presto nel mio piccolo giardino inizierò a sperimentare il metodo Fukuoka e vi dirò come andata.
    Fra l'altro ricordo il bellissimo libro da lui scritto "La rivoluzione del filo di paglia".

    A mammifero bipede, con il dovuto rispetto, ricordo Popper, Monod e Bertrand Russell, e qualche altro ingenuo filosofo che en passant avrai leggicchiato.
    Cosa vuol dire che tu hai una formazione scientifica e non filosofica?
    C'è qualcosa di epistemologicamente strano nella tua affermazione: puoi cortesemente illuminarci?

    Ciao

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  23. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  24. Generalizzando, banalizzando e poi attaccando, i professori della sapienza si riuniscono, e come diceva Montaigne:" più menti si uniscono e più la ragione si restringe.".

    Beccattevi questo, paladini della scienza e se questo non è manicheismo ditemi che cos'è se non neolingua e realizzazione delle più tetre aspettative di futurologia Huxleyana.

    Buona lettura a tutti, se ne avete tempo e voglia.

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  25. Rieccomi.
    Mi scuso di nuovo per non avere molto tempo. La discussione è molto interessante ma pago i miei limiti.
    Dei filosofi citati ho letto qualcosa di Russel, "Un'etica per la politica", di cui ora non ricordo pressoché nulla ma che sicuramente ha sedimentato convinzioni ora inconsce.

    Solo una cosa mi preme rimarcare, scrive Carlo: "Nessuna carrozza a cavalli attentava alla biosfera, e pochissimo una nave od una locomotiva a vapore."
    Beh, a mio parere non è così, è l'uomo stesso, non i suoi strumenti, che attenta alla biosfera, distruggendola. E' l'essenza di questo predatore intelligente che si sta letteralmente mangiando il pianeta da millenni. Nel paleolitico, prima dell'invenzione dell'agricoltura, avevamo già causato l'estinzione dei mammuth, e nei secoli successivi quella del dodo, del quagga, e di non si sa più quante specie. Abbiamo quasi estinto anche i cetacei nell'ottocento, quando potevamo contare solo sulle navi a vela e gli arpioni lanciati a mano.
    Sono esistite, è vero, civiltà in relativo equilibrio con la natura, p.e. nel continente americano. Civiltà che non disponevano del cavallo, e che non hanno mai inventato la ruota. Per me era solo questione di tempo.

    Il succo di tutto questo è che la patata transgenica, o le biotecnologie in generale, non sono un "salto di qualità", ma si inseriscono nella corrente di distruzione che la nostra specie trascina con sé. Certo, sarebbe bello fermarsi a riflettere, ma non solo sulla patata...

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  26. Se hai letto "Armi, acciaio e malattie" - Mammifero Bipede - avrai capito che quelle estinzioni condussero a forti eterogeneità nell'evoluzione sociale del pianeta. Ancora oggi, il grande problema alimentare cinese è l'assenza d'animali di grossa taglia.
    L'equilibrio della biosfera, però, reggeva, pur con l'estinzione di molte specie.
    Ciò che preoccupa, oggi, è l'accelerazione imposta.
    Se nell'800 si giunse alla quasi estinzione delle balene, bastarono degli accordi internazionali per porvi rimedio.
    Oggi, le aree marine definite "blue desert" aumentano e nessuno o quasi sa spiegare perché enormi aree oceaniche siano soltanto più delle soluzioni di acqua e sale. Non solo spariscono i pesci, pure il plancton.
    In questo caso, bisognerebbe indagare sugli equilibri biochimici che sono mutati, spiegarne le ragioni, ecc.
    Ma, farlo, non rende soldi a nessuna multinazionale.
    Invece, che si fa?
    S'allunga il passo, scendendo nell'ancora più complicato puzzle della genetica.
    Ti sembra un atteggiamento sensato?
    Questa è quella che chiamo "pausa di riflessione".
    Altrimenti, il prossimo gradino sarà dover accettare - obtorto collo - la ferrea legge di Malthus.
    Finché siamo in tempo, cambiamo direzione.
    Ciao
    Carlo
    PS: se lo trovi, leggi "La rivoluzione del filo di paglia".

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  27. Scusate se aggiungo un commento che non c'entra niente, però fare anche anche un semplice post per una curiosità linguistica mi pareva eccessivo.

    Rispondendo a Blakskull che ricordava il dott. Masanobu Fukuoka (leggete i suoi libri, sono delle rarità di scienza/saggezza, ovvero filosofia distillata) mi venne spontaneo aggiungere il suffisso onorifico "san".
    E' curioso che la stessa fonia sia usata, come prefisso, da noi per indicare i Santi.
    Se ascolterete i dialoghi in giapponese de "L'ultimo Samurai", vi accorgerete che il samurai viene appellato "Kazumoto-sanghie", senza il troncamento "san".
    Cosa significa "Sanghie"?
    Nelle lingue orientali - ad esempio nel tibetano - il termine "Sanghie" significa Buddha, ovvero Illuminato.
    E', in sostanza, la traduzione del termine sanscrito che indica il raggiungimento della Bodhi, ossia dell'Illuminazione.
    Il nostro "San" è invece il troncamento del latino San-ctus: diversa origine, ma identica fonia!
    Curioso, vero?
    Scusate la dissertazione
    Carlo
    Carlo

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  28. Scusatemi ma comincio a non seguirvi più, volevo solo portare un paio di informazioni:

    -agricoltura pianesiana o policoltura pianesiana

    E' un sistema di coltura agricola bastata sull' inselvatichimento controllato di tutta una serie di piante, quali il riso, il grano, i cardi, la cicoria, le bietole ecc ecc
    E' sperimentata a Cuba ed in qualche altro stato sudamericano, in un paio di stati africani ed in Cina. In Italia, in special modo nelle Marche, ci sono aziende agricole che hanno cominciato ad usarla da qualche anno. Nel Piemonte ci sono un paio di risicoltori che coltivano parzialemnte alcune risaie in questo modo.

    L'agricoltura Piansiana ha questi presupposti/conseguenze:

    -cambiare la cultura del cibo ed alimentare la popolazione mondiale con la dieta MaPi 2 o 3 cioè con diete essenzialmente basate sui cereali e verdure con aggiunte di pesce selvatico (pescato e non allevato)
    -usare sementi originali inselvatichite che hanno bisogni ridottissimi di acqua e nulli di anticrittogamici ecc

    La filosofia di base dell'agricoltura pianesiana è quella di alimentare tutta la popolazione mondiale usando solo la superfice agricola disponibile, ovviamente riducendo (e di molto) le razioni di cibo 'costose' per la natura, oggi appannaggio del mondo occidentale, e l'annullamento della produzione di carne allevata.
    Mario Pianesi afferma che mangiando prodotti agricoli di questo tipo si riducano a zero tutta una serie di malattie quali, diabete, tumori di vario genere, malattie cardiovascolari, della pelle, dei polmoni eccetera...
    HO diversi documenti di conferenze internazionali in merito alle quali hanno aprtecipato i ministeri dell'agricoltura cubani, cinesi, ecc

    Bertani ha scritto:
    "...la cosiddetta "libertà" d'impresa..."

    Ogni tanto mi trovo difronte alla cosiddetta "libertà" che i recenti governi italiani hanno tanto inculcato nella testa degli italiani.
    Te ne faccio un esempio 'scolastico':

    -nella scuola media del nostro paesello il regolamento di istituto ed il patto formativo che i genitori sottoscrivono assieme alla scuola contengono fra le tante cose, anche questa norma: "è vietato portare il cellulare a scuola, nel caso esso verrà confiscato dall'insegnante (solo il cellulare e non la scheda che rimarrà in mano allo studente) e restituito ai genitori"

    Orbene, due baldanzosi genitori, invitati a ritirare i cellulari dei loro figli perchè stra-usati a scuola reiteratamente (si sa gli insegnanti sono buoni e prima di confiscare chiudono anche troppi occhi...ma quando si esagera) e quindi, all'ennesima telefonata dalla classe, confiscati, vollero essere ricevuti dalla Preside, ed in presenza dei porpi figli Le urlarono: "...ma quale regolamento, quale patto, le regole -a mio figlio- gliele dico IO e basta, lui rispetta le MIE regole e non altre..."

    Nota: sono parole e fatti documentati.
    Nota personale: cose simili ne ho vissute altre anche in altri contesti "lei non sa chi sono io" (giuro mi hanno deto anche questo), "io apro molte porte" "il mio avvocato si fa un baffo del Codice Civile" "vedrà se ha ragione il Codice Civile o il mio avvocato" (per lavoro spesso devo applicare qualche articolo del C.C.)

    Secondo te, caro Carlo, questa gente, che ti posso garantire ha almeno un SUV per componente familiare, se ne frega degli OGM e dei bambini che muoiono di fame?

    ciao

    RA

    RispondiElimina
  29. Aneddoto:

    Quando mi trovai davanti questa signora, distinta e riccona (per lavoro conosco le proprietà ed una parte dei redditi delle persone che vengono nel mio ufficio) che mi disse, in presensa di una mia collega:
    "lei non sa chisono io"

    io le risposi prontamente:
    "io non so chi è lei ma a me sembra di essere in un film di Totò"

    la signora se ne andò impettita e non la rividi mai più...

    salutations

    RA

    RispondiElimina
  30. La discussione si fa estremamente interessante ed utile.

    Vi posto qui un link veramente interessante..

    http://protonutrizione.blogosfere.it/2007/02/masanobu-fukuoka.html

    e' il post n .14
    14. silvano rutigliano, Mercoledì 18 Novembre 2009 ore 13:33

    e' una lettura che consiglio a tutti di leggere...

    Doc

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  31. Mi state fornendo una lista di libri da leggere cui non potrò, neanche volendo, metter mano in tempi ragionevoli... ma va bene, i titoli mi resteranno in testa, prima o poi ci metterò sopra le mani.
    Sarei un grande fautore della "pausa di riflessione", ma mi manca la necessaria fiducia nell'umanità.
    Penso di averlo già scritto, non credo nella possibilità di un ravvedimento, stiamo sbagliando da secoli e persevereremo nell'errore.
    Dalla clava alla genetica io non vedo salti di qualità, ma solo continuità. Ogni nuova scoperta modella il mondo un po' più a misura dell'uomo, ovvero verso la schizofrenia.
    Solo cause esterne potranno fermarci dal fare a questo intero pianeta quello che, su scala minore, abbiamo già fatto a suo tempo all'isola di Pasqua.
    E a dirla tutta ho dei dubbi anche sul "prima che sia troppo tardi".
    Questa è una notizia di oggi: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/ambiente/grubrica.asp?ID_blog=51&ID_articolo=1295&ID_sezione=76&sezione=, ed è pessima!

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  32. Sulle mille maleducazioni degli italiani è proprio vero quel che dici, Roberto, sembra d'essere in un film di Totò.
    Proprio per questa ragione, il controllo sui film che un tempo mettevano alla berlina la maleducazione italiana è totale.
    Nessun nuovo regista riesce più ad incidere sulla società con i suoi film: tutto è controllato.
    Sull'alimentazione, invece, doc e roberto, ci sono altre metodologie, figlie di Steiner o di Fukuoka.
    Il bel inganno che i riccotti in SUV mettono in atto, riguarda la falsa credenza che miliardi d'esseri umani del terzo mondo ci spolpino tutto.
    Se si va a vedere il consumo alimentare, quello energetico ed altri del pianeta, si nota che le sanguisughe siamo noi.
    La presa di coscienza sarà lunga e sarà necessario un lungo lavoro d'informazione. Altro, non si può fare.
    Ciao a tutti da uno stanchissimo Carlo (caldaia forever...)

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  33. @ Roberto
    mi sono messo in contatto con mio babbo per cercare di ricostruire la cosa, ma lui, anche se settantenne, non riesce a capire di chi si tratti e come sai non dovrebbe essere difficile visto che la popolazione attuale si aggira sui 2700 abitanti, figurarsi nel dopoguerra. Ci si e' sempre conosciuti tutti. Mi puoi dare altre informazioni oppure c'e' modo di metterci in contatto diretto o ancora meglio visto che di solito torno a casa, perche' quella sempre sara' la mia casa, 3/4 volte l'anno ci potremmo incontrare di persona, per carita' internet e' una gran bella cosa, pero' il tu per tu lo preferisco. Questo invito vale per tutti i commentatori(halo1367), non solo per i Romagnoli (villa...?)
    Ciao

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