Non ci conosciamo personalmente, bensì per quel “interposto afflato” che è lo schermo, il Web, la comunicazione elettronica.
Per certi versi comprendo la tua decisione, per altri non la approvo affatto.
Non ho mai scritto qualcosa sul 9/11, perché non mi ritengo in grado di farlo: è già difficile raccogliere notizie e prove su un altro mistero, il 12/7 (Pearl Harbour), e su New York non aggiungo altro.
Decidere, però, che tutti coloro che ne parlano in modo “complottista” sia vaniloquio mi sembra eccessivo: leggiamo, ascoltiamo, ragioniamo. Se le tesi “complottiste” non avranno sufficienti riscontri, oppure la semplice coerenza interna – una sorta di cui prodest – alla fine crolleranno come un castello di carte.
Oppure, giungeranno a compimento, perché il Web è la voce di milioni di persone: sarà il tempo ed il lavoro (spesso gratuito) di queste persone a raccontarci, forse un giorno lontano, qualcosa di più su quei fatti. Non di certo la storia ufficiale, che si deve basare sui documenti ufficiali, i quali vengono de-classificati solo dopo molti decenni.
Non mi nascondo dietro ad un dito: Comedonchisciotte ha deciso di scegliere una delle ipotesi sul 9/11: e allora? Dobbiamo forse parlare solo del 9/11? Quale giornalista può affermare di sposare in pieno la linea redazionale? Ci sarà sempre qualcosa del quale pensa peste e corna, magari proprio il contrario del Direttore Responsabile. Cambierà giornale ogni settimana?
Ritengo, inoltre – e lo ricordo proprio per il tuo encomiabile lavoro su Youtube, la storia del sionismo che hai così ben spiegato – che in questo momento Comedonchisciotte abbia bisogno di tutto il nostro sostegno: quando arriva (o si sospetta che possa arrivare) la burrasca, si va tutti in coperta pronti a dare una mano. Ne va della vita di tutto l’equipaggio.
Ciascuno di noi – scrittori e commentatori – è una risorsa: ognuno di noi è importantissimo, nessuno è indispensabile. Però, per ogni persona che afferma “le fate non esistono”, una fata muore. Ricordalo.
Con immutata stima
Carlo Bertani
Per certi versi comprendo la tua decisione, per altri non la approvo affatto.
Non ho mai scritto qualcosa sul 9/11, perché non mi ritengo in grado di farlo: è già difficile raccogliere notizie e prove su un altro mistero, il 12/7 (Pearl Harbour), e su New York non aggiungo altro.
Decidere, però, che tutti coloro che ne parlano in modo “complottista” sia vaniloquio mi sembra eccessivo: leggiamo, ascoltiamo, ragioniamo. Se le tesi “complottiste” non avranno sufficienti riscontri, oppure la semplice coerenza interna – una sorta di cui prodest – alla fine crolleranno come un castello di carte.
Oppure, giungeranno a compimento, perché il Web è la voce di milioni di persone: sarà il tempo ed il lavoro (spesso gratuito) di queste persone a raccontarci, forse un giorno lontano, qualcosa di più su quei fatti. Non di certo la storia ufficiale, che si deve basare sui documenti ufficiali, i quali vengono de-classificati solo dopo molti decenni.
Non mi nascondo dietro ad un dito: Comedonchisciotte ha deciso di scegliere una delle ipotesi sul 9/11: e allora? Dobbiamo forse parlare solo del 9/11? Quale giornalista può affermare di sposare in pieno la linea redazionale? Ci sarà sempre qualcosa del quale pensa peste e corna, magari proprio il contrario del Direttore Responsabile. Cambierà giornale ogni settimana?
Ritengo, inoltre – e lo ricordo proprio per il tuo encomiabile lavoro su Youtube, la storia del sionismo che hai così ben spiegato – che in questo momento Comedonchisciotte abbia bisogno di tutto il nostro sostegno: quando arriva (o si sospetta che possa arrivare) la burrasca, si va tutti in coperta pronti a dare una mano. Ne va della vita di tutto l’equipaggio.
Ciascuno di noi – scrittori e commentatori – è una risorsa: ognuno di noi è importantissimo, nessuno è indispensabile. Però, per ogni persona che afferma “le fate non esistono”, una fata muore. Ricordalo.
Con immutata stima
Carlo Bertani
PS: ho riportato qui un appello che ho rivolto a Paolo Barnard su Comedonchisciotte. Ovviamente, ha soprattutto significato per le vicende di quel sito, ma ci richiama a quella che può essere oggi l'informazione, la nostra informazione (ancorché imperfetta, come afferma Barnard). Che potrebbe, domani, diventare il ricordo di un'informazione libera da condizionamenti esterni. Come ricorda ancora oggi il vecchio Ingrao, non dimentichiamo mai l'importanza dell'essere uniti.
ci vuole tanto a capire che un grattacielo costruito con l'acciaio non può fondere e collassare su stesso solo perchè un aero lo buca ad una cinquantina di metri da terra?
RispondiEliminaA volte mi chiedo come possiamo accettare che la versione ufficiale su l'11/9 possa ancora influenzare la politica internazionale a 8 anni di distanza. Per esempiuo La Russa ha detto, in più interviste, che siamo in Afghanistan per bloccare il terrorismo internazionale, che diversamente colpirebbe in Italia ed Europa. Ma i popoli sono così allocchi da sostenere queste elite che li trascinano in inutili e dannose guerre? Non è una domada retorica è una domanda che attende una risposta.
RispondiEliminaDevo ammettere che saluto con piacere la dipartita da Donchisciotte di Barnard per il quale fin dai suoi primi post ho nutrito una forte attrazione,dovuta, a quel suo continuo invito all' autodeterminazione, alla presa di coscenza,al dover fare una scelta,all ' invito a capire che solo l' individuo può cambiare gli eventi e che quindi l' informazione seppur abbia un ruolo fondamentale la dobbiamo scegliere noi individualmente cercando di capire quale sia la meno "parrocchiale" (per usare un suo termine) e quindi la più attendibile.Quello che non ho mai sopportato di lui e che mi meraviglia della sua personalità e lo spronare la gente tramite l' offesa rendendo tutti un ammasso di ectoplasmi incapaci di avere una propria sensibilità e soprattutto il suo uniformare ogni forma di giornalismo ogni forma di pensiero ogni forma di lotta al pari di chi se ne frega tutti i giorni.Laureato in psicologia continua ad inveire contro tutto e tutti non è cosi che si stimola il pensiero,aggredendolo e insultandolo soprattutto quando spesso è figlio di un malessere e soprattutto quando è proprio di persone che anche se male cercano di fare qualcosa o per lo meno si pongono delle domande.Egli è stato vittima di una grande ingiustizia ma ciò non vuol dire che ora in quel mondo dove lui viveva è tutto complotto.Ed ora vorrei concludere con queste splendite parole di Saviano tratte dal suo ultimo libro." Quando qualcuno mi riferisce che ricevo attacchi da alcuni giornali, da certi personaggi o programmi televisivi, so di avere agito bene.So che più si cerca di delegittimarmi, più le mie parole fanno paura.Più forteè il cachinno di molti intellettuali infastiditi, più significa che le mie parole sono assordanti. Tutto questo mi ha fatto veramente apprezzare chi mi critica senza infangarmi e insultarmi, senza inventare gogne e frottole.Solo in confronto critico leale permette di crescere e migliorarsi, mentre il pensiero totalitario che si nasconde dietro il cinismo di certo mondo mediatico è il mio peggior nemico.Lo ritengo, a volte inconsapevole, del potere criminale.Se si ha bisogno di dimostrare che tutti sono sporchi, che tutto è marcio, che dietro ogni tentativo di cambiamento si cela un pretesto e una menzogna, allora qualsiasi cosa vale l' altra, tutto è lecito e possibile.Questo è l' anestetico che spinge a promuovere chi "onestamente" si fa corrompere, chi accetta il compromesso, chi sceglie solo il saccheggio, la sopravvivenza, la pornografia di stare a guardare e godere del peggio che ogni giorno ti arriva a casa.Ogni cosa è giustificata perchè si è sempre agito cosi o, peggio, perchè non si può che agire in questo modo.Per me scrivere è sempre il contrario di tutto questo. Uscire. Riuscire a iscrivere una parola nel mondo, passarla a qualcuno come un biglietto con un' informazione clandestina, uno di quelli che devi leggere, mandare a memoria e poi distrugger:appallottolandolo,mischiandolo con la tua saliva, facendolo macerare nel tuo stomaco.Scrivere è resistere, è fare resistenza."
RispondiEliminaHo scritto che non voglio parlare di 9/11 e non lo farò: per pura conoscenza di chi legge, sono molto vicino alle posizioni di Barnard.
RispondiEliminaM'interessa di più l'informazione, la libertà d'informazione e, soprattutto, la possibilità d'essere un "controcoro" rispetto all'informazione ufficiale.
Ovviamente, non possiamo aspettarci che tutto il "contro" sia la perfezione in terra e questo vale per tutti, CDC, Barnard, io ed altri, compreso chi commenta.
L'unica cosa che possiamo fare, anche quando ci sono incomprensioni, è cercare di comprendere il punto di vista di chi non è d'accordo con noi: questa è democrazia, anche se non ti pubblicano un articolo.
Ciao a tutti
Carlo
Carlo, forse non ho letto tutti i tue post, ma puoi spiegarmi percxhè non vuoi parlare dell'11/9? Un ewvento che ha condizionato la vita di tutti noi.
RispondiEliminaGrazie.
L'unica cosa che possiamo fare, anche quando ci sono incomprensioni, è cercare di comprendere il punto di vista di chi non è d'accordo con noi: questa è democrazia, anche se non ti pubblicano un articolo.
RispondiEliminaPERFETTAMENTE D' ACCORDO!!!!Ho sempre apprezzato la tua garbata risolutezza Ciao!!!
Ritengo inutile parlare del 9/11, perché non ci sono risposte.
RispondiEliminaDue ipotesi:
a) le cose sono andate come raccontano.
b) se lo sono fatto da soli.
Nessuna delle due regge, poiché - nel primo caso - ho difficoltà a credere che gli USA, la CIA, l'FBI e tutta la cuccagna che segue si siano fatti imbibinare da qualcosa che era, al loro confronto, il "Torino fan club" della valle della Bekaa.
Nel secondo caso, sono troppe le voci dell'establishement per non temere che qualcuno, domani, usasse quelle informazioni contro di loro.
E' un enigma senza soluzioni.
Se considerate che, ancora oggi, la vulgata imperante è che le portaerei giapponesi scomparvero il 23 Novembre dalla baia di Hitokappu (Kurili) e comparvero la mattina del 7 Dicembre di fronte a Pearl...e nessuno le vide!
Come mai, altro esempio, non sono ancora stati restituiti gli effetti personali ed i documenti che l'Intelligence Service sequestrò nell'abitazione di Thomas Edward Lawrence dopo il noto "incidente" motociclistico?
Quando ci sono di mezzo i servizi, non è possibile raccontare il vero, ma soltanto porre l'indice sulle discrepanze della verità ufficiale. Abbiamo risolto qualcosa da Piazza Fontana in poi? E vogliamo raccontare la verità "vera" sul 9/11? Non amo perdere del tempo.
Grazie a tutti
Carlo
Ma allora gli studi e le ricerche di Thierry Meyssan, di Giulietto Chiesa, e di tantri altri validi ricercatori e giornalisti, sono in non cale? Non credo che si possa raggiungere la verità oggettuale, ma avvicinarvisi si. Anche perchè, lo ripeto La Russa ha detto che siamo in Afghanistan per sconfiggere il terrorismo internazionale. Quindi l'intelligence non serve per lui, servono i bombardamenti, come quello richiesto dai tedeschi che ha causato decine di vittime civili due settimane fa. A mio parere se non sarà fatta chiarezza su l'11/9 saremo trascinati ancora in inutili e devastanti guerre per la democrazia in Italia e nel mondo, e si verificheranno ancora inquietanti episodi come la presenza intimidatoria di strani tipi in nero e con le bandiere davanti a quella scuola elementare che non aveva celebrato i funerali degli italiani morti in Afghanistan. Detto per inciso questi signori avrebbero dovuto essere identificati e denunciati per aver turbato la serenità di minori all'uscita o entrata della scuola.
RispondiEliminaIn conclusione bisogna dire che ormai solo con false flag si possonoi trascinare alla guerra i popoli che di essa non ne vogliono sentireproprio, con la conseguente rabbia dei guerrafondai che abbondano tra il cdx e anche tra il csx non mancano. I governanti lancerebbero in guerra milioni dei loro citttadini come nella prima e seconda guerra mondiale, ma sanno che troverebbero l'opposizione di milini di cittadini e rischierebbero il loro posto. Quindi schiumano di rabbia e cercano di instillare nel popolo l'odio etnico e religioso. Finora però non sono riusciti a risvegliare l'animo bellicista dei cittadini. Ma fino a quando?
Caro Orazio: a 14 anni lessi il libro "Morte di un Presidente" di W. Manchester (se ben ricordo, vado a braccio). In pratica, era il rapporto Warren su JFK. Nonostante sia stata almeno raggiunta la convinzione che fu una vicenda complessa, con più attori, l'assassino - per la vulgata imperante - rimane Oswald.
RispondiEliminaL'unico caso di false flag scoperta per tempo fu "La strage di Stato", che arrestò subito la pista anarchica sbugiardando il potere.
Però, quel libro riuscì perché c'era chi era in grado d'accoglierlo - un rapporto dialettico - e il potere che fa?
T'inventa la più straordinaria occasione, una roba da Hollywood.
Chiesa ed altri fanno benissimo a fare quel che fanno, ma non credo che giungeranno mai a dei risultati, poiché hanno i media ufficiali contro. All'epoca de "La strage di Stato" c'erano solo due miseri canali: oggi, a chi si va contro?
Ciò detto, ho gran rispetto per chi fa queste cose, ma avrò anche il diritto di scrivere su cosa mi aggrada, senza il timore d'essere apostrofato "vile" come hanno fatto su CDC.
Devo scrivere a comando o posso ancora scrivere quel che mi pare?
Ciao
Carlo
Io non ti ho mai apostrofato, ne mai ti apostroferò vile. Capisco quello che dici e lo rispetto. Vorrei un tuo parere sul tentativo delle classi dominanti in Italia di trasformare i cittadini, che non lo sono, in guerrafondai pronti ad imbarcarsi toto corde nelle avventure belliciste delle elite.
RispondiEliminaCiao
Orazio
Sinceramente, non vedo questo pressante pericolo. E'vero che, soprattutto i giovani, sono mal disposti verso gli immigrati oppure accettano le guerre come se fossero storie da "via Pal", ma proprio perché sono ancora giovani. A parte gli sforzi ciclopici di ben 9 canali, non noto negli italiani una maggior propensione bellicista. Al massimo, come sempre, se ne fregano e lasciano fare. Non che non sia nulla, perché a forza di lasciar fare ci si trova con un fucile in spalla. Ma, con l'esercito professionale, crepano solo dei poveracci del Sud e la gran maggioranza, il giorno dopo le esequie, può tornare a bere l'aperitivo in piazza. Non siamo le osannanti schiere germaniche: siamo i soliti, attendisti e procastinatori italioti.
RispondiEliminaOvviamente, per gli insulti non mi riferivo a nessuno di questo blog: sarei il primo a non tollerarlo.
Ciao
Carlo
meglio di così non si poteva leggere il "patriottismo" italiano anche se in tv ancora se la menano con la storia dell'ideologia e del "servire" la patria evviva i parà della folgore e paràpappà siamo tutti eroi. mmmmmh. a ballarò un ufficiale dei parà, ferito e quindi sulla sedia a rotelle, con medaglia al valore per aver aiutato da ferito un suo commilitone durante le operazioni di guerra (mi pare fosse andata così la storia) dice che tutti i ragazzi che si inseriscono nei ranghi sono tutti pro-patria. giurano fedeltà alla patria. vanno in guerra per la patria. mmmmh. senza nulla togliere al valore militare dell'italia, degli italiani e a maggior ragione dei militari, siano essi semplici e di corpi speciali e senza nulla togliere all'ufficiale ospite di ballarò che ha rischiato la vita (la medaglia al valor militare è anche riduttiva) e senza nulla da dire al riguardo del loro operato, tengo solo a precisare che: l'afganistan non ci ha attaccato. mai. quindi se credi nella patria dovresti "partire" e andare a combattere chi minaccia la nostra patria. credo, in questo senso, che gli stati uniti sul nostro suolo abbiano ucciso più persone dell'afganistan. quindi... la retorica del "crediamo nella patria-giuriamo ad essa fedeltà" non sta in piedi per niente. perchè è il governo (destra-sinistra) che vi ha comandato di andare a combattere lì. quindi, la parola scomodata di "eroi", in questo caso secondo me è superflua. come pure le parole "missione di pace". dai fucili non escono fiori ma proiettili che uccidono. e i proiettili non vanno d'accordo con la pace. sì lo so lo so sto dicendo stupidaggini ma cosa volete da me... è più forte di me... stanno lì non per combattere ma per dividere e giustamente si devono difendere non possono mica star lì con le bandiere bianche a raccomandarsi a dio! certo che no. ma allora perchè "missione di pace"? se poi ci scappano i morti. e tanti. non lo capirò mai.......
RispondiEliminasecondo me hai ragione carlo. sono tutti poveretti del sud. stiamo vivendo di nuovo il vietnam ma mancano gli hippy a protestare per le strade (sono tutti impegnati a fare casting per entrare nel grande fratello che dà più soddisfazioni)
ma sicuramente un grattacielo di acciaio è difficile che si distrugga in quel modo e che la prima forza militare del mondo sia gabbata da un minuscolo esercito, il problema è un altro: abbiamo delle risposte ufficiali convincenti? ASSOLUTAMENTE NO. Con le pochissime informazioni in nostro possesso possiamo ricostruire in modo esatto ciò che è accaduto? ASSOLUTAMENTE NO, parliamo solo di teorie. E allora, anzichè decidere di stare con una o con l'altra finta verità dobbiamo fare una cosa molto più semplice e che richiede anche meno fantasia: dobbiamo informare TUTTI delle inesattezze e delle omissioni contenute nella versione ufficiale, ed ESIGERE che su tali argomenti si faccia luce. Tutto il resto è inutile e deleterio per la credibilità di chi, con molti sforzi, cerca di capire la realtà, e non di adattarla a ciò che pensa.
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