Se la vicenda di Veronica Lario e del possibile divorzio da Silvio Berlusconi fosse una questione privata, non si dovrebbe scrivere una sola riga in merito. Ma non lo è.
E, attenzione, non perché Silvio Berlusconi è il Presidente del Consiglio: anche in quella veste, per quanto attiene alla sua vita privata, non deve rendere conto a nessuno.
Taluni hanno citato un parallelismo fra la vicenda di Monica Lewinsky e quella della minorenne di Napoli, ma non sta in piedi, perché Bill Clinton non fu accusato di torbide relazioni sentimentali, bensì d’aver mentito o minimizzato – in prima battuta – sulla vicenda. Quindi, è meglio tracciare dei confini fra le due vicende per non perdere inutilmente del tempo.
In prima battuta, lo status che la Costituzione Americana – datata 1788, è bene ricordarlo – assegna al Presidente è molto simile a quello che aveva il viceré inglese dell’epoca, un tempo nel quale la moralità aveva un diverso peso (meglio? peggio? Non perdiamo del tempo a dissertare inutilmente).
Un secondo aspetto sul quale riflettere – per spiegare l’importanza della sincerità per il Presidente americano – è che gli USA sono la principale potenza nucleare del Pianeta, e la decisione ultima – lanciare o non lanciare? – spetta proprio al Presidente. Ne discende che, l’uomo che siede al 1600 di Pennsylvania Avenue, debba possedere nervi saldi “certificati”. Non è stato così per alcuni casi? Non importa, perché parliamo di regole e non di fatti.
I regimi presidenziali comportano, inevitabilmente, l’intromissione nella vita privata degli individui: chi accetta quei posti, deve sapere che c’è uno scotto da pagare.
Silvio Berlusconi non è un viceré inglese, tanto meno un Peron e nemmeno gira con la famosa valigetta con i codici di lancio: il ruolo che la Costituzione repubblicana gli assegna è di presiedere un Consiglio dei Ministri, ossia di coordinare l’azione di governo e di mediare, per gli interessi nazionali, in ambito internazionale. Nulla di più, finché l’attuale Costituzione è in vigore: rammentiamo che il capo supremo delle Forze Armate è e rimane il Presidente della Repubblica, potere che “ereditò” dal Re.
In questa vicenda, allora, bisognerebbe considerare anche il ruolo di qualche “verginello” – o, comunque, di chi oggi così s’atteggia – e che proprio intonso non è. Ci riferiamo a Gianfranco Fini.
I desideri, gli aneliti, le aspirazioni verso un regime presidenziale non sono stati – in prima battuta – il copione di Silvio Berlusconi, quanto di Alleanza Nazionale e prima ancora del MSI.
Oggi, il Presidente della Camera può verificare nella prassi quali siano i rischi dei sistemi presidenziali: le democrazie che adottano quel principio, hanno costituzioni misurate con il bilancino del farmacista, proprio per cautelarsi dal rischio di ritrovarsi, poi, un Napoleone assiso al trono. Piccola parentesi: non esiste Paese, con o senza regime presidenziale, nel quale il principale imprenditore della comunicazione sarebbe giunto a quella soglia. Nemmeno gl’avrebbero consentito d’avvicinarsi.
L’Italia, invece, pare giocare con il “Risiko” istituzionale più pericoloso che esista: “formattare” o, comunque, tentare di “formattare” la sua architettura istituzionale con giochetti da apprendisti stregoni alla Calderoli, i quali – quando la frittata viene male – si limitano a gettarla ai porci.
Riflettiamo che nessun Paese di una certa importanza ha meditato di rivoluzionare la propria architettura istituzionale, nemmeno nel passaggio dall’URSS alla Russia! Forse che i francesi, consci delle difficoltà insite in un regime presidenziale “bicipite”, si mettono a rifare tutto? O i tedeschi a rimettere in gioco le basi federali nate con lo Zollverein?
Anche altri, presunti verginelli, che sembrano tacere nell’ombra, cedono alle lusinghe di un ritorno al “conducente unico” e ci riferiamo alla scelta – dal punto di vista giuridico ineccepibile – di candidare al Parlamento Europeo tal Emanuele Filiberto. Di Savoia.
Ora, se la riforma del 2002 ha concesso l’elettorato attivo e passivo ai discendenti maschi di casa Savoia, non è detto che sia necessario approfittarne subito e buttarsi “a pesce”. Cos’ha combinato di diverso, il regale rampollo, rispetto alle “veline” che avevano firmato dal notaio il “contratto elettorale” con Berlusconi (poi rinnegato per le dichiarazioni di Veronica Lario)?
Si fa presto a dirlo: ha vinto una gara di ballo. Chi arbitrava, Byron “Rinco” Montero, quello di Italia-Corea? Casini, che si propone come l’alfiere della serietà, della moderazione e del bon-ton è caduto – e parecchio! – di stile.
E, attenzione, non perché Silvio Berlusconi è il Presidente del Consiglio: anche in quella veste, per quanto attiene alla sua vita privata, non deve rendere conto a nessuno.
Taluni hanno citato un parallelismo fra la vicenda di Monica Lewinsky e quella della minorenne di Napoli, ma non sta in piedi, perché Bill Clinton non fu accusato di torbide relazioni sentimentali, bensì d’aver mentito o minimizzato – in prima battuta – sulla vicenda. Quindi, è meglio tracciare dei confini fra le due vicende per non perdere inutilmente del tempo.
In prima battuta, lo status che la Costituzione Americana – datata 1788, è bene ricordarlo – assegna al Presidente è molto simile a quello che aveva il viceré inglese dell’epoca, un tempo nel quale la moralità aveva un diverso peso (meglio? peggio? Non perdiamo del tempo a dissertare inutilmente).
Un secondo aspetto sul quale riflettere – per spiegare l’importanza della sincerità per il Presidente americano – è che gli USA sono la principale potenza nucleare del Pianeta, e la decisione ultima – lanciare o non lanciare? – spetta proprio al Presidente. Ne discende che, l’uomo che siede al 1600 di Pennsylvania Avenue, debba possedere nervi saldi “certificati”. Non è stato così per alcuni casi? Non importa, perché parliamo di regole e non di fatti.
I regimi presidenziali comportano, inevitabilmente, l’intromissione nella vita privata degli individui: chi accetta quei posti, deve sapere che c’è uno scotto da pagare.
Silvio Berlusconi non è un viceré inglese, tanto meno un Peron e nemmeno gira con la famosa valigetta con i codici di lancio: il ruolo che la Costituzione repubblicana gli assegna è di presiedere un Consiglio dei Ministri, ossia di coordinare l’azione di governo e di mediare, per gli interessi nazionali, in ambito internazionale. Nulla di più, finché l’attuale Costituzione è in vigore: rammentiamo che il capo supremo delle Forze Armate è e rimane il Presidente della Repubblica, potere che “ereditò” dal Re.
In questa vicenda, allora, bisognerebbe considerare anche il ruolo di qualche “verginello” – o, comunque, di chi oggi così s’atteggia – e che proprio intonso non è. Ci riferiamo a Gianfranco Fini.
I desideri, gli aneliti, le aspirazioni verso un regime presidenziale non sono stati – in prima battuta – il copione di Silvio Berlusconi, quanto di Alleanza Nazionale e prima ancora del MSI.
Oggi, il Presidente della Camera può verificare nella prassi quali siano i rischi dei sistemi presidenziali: le democrazie che adottano quel principio, hanno costituzioni misurate con il bilancino del farmacista, proprio per cautelarsi dal rischio di ritrovarsi, poi, un Napoleone assiso al trono. Piccola parentesi: non esiste Paese, con o senza regime presidenziale, nel quale il principale imprenditore della comunicazione sarebbe giunto a quella soglia. Nemmeno gl’avrebbero consentito d’avvicinarsi.
L’Italia, invece, pare giocare con il “Risiko” istituzionale più pericoloso che esista: “formattare” o, comunque, tentare di “formattare” la sua architettura istituzionale con giochetti da apprendisti stregoni alla Calderoli, i quali – quando la frittata viene male – si limitano a gettarla ai porci.
Riflettiamo che nessun Paese di una certa importanza ha meditato di rivoluzionare la propria architettura istituzionale, nemmeno nel passaggio dall’URSS alla Russia! Forse che i francesi, consci delle difficoltà insite in un regime presidenziale “bicipite”, si mettono a rifare tutto? O i tedeschi a rimettere in gioco le basi federali nate con lo Zollverein?
Anche altri, presunti verginelli, che sembrano tacere nell’ombra, cedono alle lusinghe di un ritorno al “conducente unico” e ci riferiamo alla scelta – dal punto di vista giuridico ineccepibile – di candidare al Parlamento Europeo tal Emanuele Filiberto. Di Savoia.
Ora, se la riforma del 2002 ha concesso l’elettorato attivo e passivo ai discendenti maschi di casa Savoia, non è detto che sia necessario approfittarne subito e buttarsi “a pesce”. Cos’ha combinato di diverso, il regale rampollo, rispetto alle “veline” che avevano firmato dal notaio il “contratto elettorale” con Berlusconi (poi rinnegato per le dichiarazioni di Veronica Lario)?
Si fa presto a dirlo: ha vinto una gara di ballo. Chi arbitrava, Byron “Rinco” Montero, quello di Italia-Corea? Casini, che si propone come l’alfiere della serietà, della moderazione e del bon-ton è caduto – e parecchio! – di stile.
Eleggere un potenziale erede al trono di una ex casa regnante potrà essere corretto giuridicamente, ma politicamente abbastanza sgradevole: si noti che è stato candidato nella circoscrizione Nord-Ovest, per resuscitare gli istinti “di pancia” dell’azzimato elettorato bugianèn.
E poi (parere personale, senza implicazioni politiche): eleggere un Savoia porta sfiga, ne sanno qualcosa i bulgari che elessero Simeone, poi finito nell’inchiesta di Woodcock che condusse all’arresto di Vittorio Emanuele.
Ricordiamo che, proprio lo scorso 9 Aprile 2009, il giudice Woodcock ha chiesto il rinvio a giudizio per Vittorio Emanuele per quello che è stato definito "Savoiagate", un miscuglio di reati d’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed al falso.
Se partiamo da queste considerazioni, le dichiarazioni politiche e non personali di Veronica Lario sono importanti, se non altro perché “persona informata sui fatti”.
Quando la Lario[1] si stupisce che il “ciarpame politico" non faccia scandalo e che "per una strana alchimia, il paese tutto conceda e tutto giustifichi al suo imperatore", non sta parlando della sua vicenda sentimentale e nemmeno di quello che, con ogni probabilità, sarà lo strascico economico della separazione.
Termina con un avvertimento sinistro, di quelli che dovrebbero far pensare: “Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che ho creduto possibile. Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile”. Una persona che sta male? E di cosa soffre?
Ricordiamo che, proprio lo scorso 9 Aprile 2009, il giudice Woodcock ha chiesto il rinvio a giudizio per Vittorio Emanuele per quello che è stato definito "Savoiagate", un miscuglio di reati d’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed al falso.
Se partiamo da queste considerazioni, le dichiarazioni politiche e non personali di Veronica Lario sono importanti, se non altro perché “persona informata sui fatti”.
Quando la Lario[1] si stupisce che il “ciarpame politico" non faccia scandalo e che "per una strana alchimia, il paese tutto conceda e tutto giustifichi al suo imperatore", non sta parlando della sua vicenda sentimentale e nemmeno di quello che, con ogni probabilità, sarà lo strascico economico della separazione.
Termina con un avvertimento sinistro, di quelli che dovrebbero far pensare: “Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che ho creduto possibile. Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile”. Una persona che sta male? E di cosa soffre?
Molti, in questi anni, sono stati colti da un dubbio, considerazioni politiche a parte: ma, Berlusconi – con quelle strane manie di grandezza, d’onnipotenza (“L’Unto dal Signore”…) – è proprio “tutto sul suo”?
Adesso, ripensiamo al Berlusconi che fa cucù alla Merkel, che si vanta d’aver sedotto la premier finlandese, che ricorda a Sarkozy che lui “gli ha dato la femme”, che telefona ad Erdogan mentre tutti lo aspettano sulla passerella, e poi, e poi…
Per i presidenzialisti nostrani, ce n’è da meditare.
[1] Dichiarazioni all’agenzia ANSA del 2 Maggio 2009.
Adesso, ripensiamo al Berlusconi che fa cucù alla Merkel, che si vanta d’aver sedotto la premier finlandese, che ricorda a Sarkozy che lui “gli ha dato la femme”, che telefona ad Erdogan mentre tutti lo aspettano sulla passerella, e poi, e poi…
Per i presidenzialisti nostrani, ce n’è da meditare.
[1] Dichiarazioni all’agenzia ANSA del 2 Maggio 2009.
Che la sua psiche sia deviata e soffra di un qualche disturbo è fuori dubbio, ma, bisognerebbe dire altrettanto di chi lo segue con reverenziale devozione (sono perlomeno la metà degli Italiani) ed allora la domanda sorge spontanea chi è il disturbato lui o noi? Ringrazio fin da ora madre teresa Lario che ha per cosi tanto tempo tenuto in cura questo povero demente e che ora si è ricordata di dover difendere la propria immagine al cospetto dei figli per non apparire e dare l' esempio di essere solo un oggetto (meglio tardi che mai).Io spero che il suo processo di distacco sia definitivo e che sia da sprone per coloro che sono ancora cosi fortemente legati all' immagine di questo uomo.Il suo divorzio nel mio immaginario è anche il mio da un paese attaccato ad una immagine distorta del benessere, lasciatemi sognare e dire a gran voce viva la libertà (oggi mi sento un pò I..Lario!Ciao Carlo.
RispondiEliminaCerto che se in Italia finirà con Berlusconi presidente a vita in preda al delirio erotomane lo stato si sfascerà come e peggio dell'8 settembre del 1943
RispondiElimina...e non scordiamoci le centrali nucleari.
RispondiEliminaSarà forse una fissa solo mia, ma penso che Berlusconi sbavi copiosamente al solo pensiero di avere anche lui quella valigetta coi codici di lancio... mmmmh!
Finanze permettendo, s'intende, ma Italiani! Qualche sacrificio bisognerà pur farlo per la patria! Pensioni a 80 anni non ci si pensi più! Ne vale la pena, parola di re Silvio!
Bye bye
S.
Ritengo che la vicenda del divorzio avrà ripercussioni pesanti sulla psiche di Berlusconi. E' stato colpito da un lato che non s'attendeva, ma già a Marzo aveva dichiarato di "non farcela più". Probabilmente, ciò che afferma la Lario sulle sue condizioni di salute (più mentali, da stress, che fisiche) è vero.
RispondiEliminaIl paradosso, è che non ci sono altre forze in grado di prendere in mano la situazione. Esaminerò la questione, nei dettagli, in un prossimo articolo.
Grazie a tutti per i vostri contributi
Carlo Bertani
Non ti sfiora che forse tutto questo can can mediatico che gli hanno rovesciato addosso è proprio allo scopo di evitare che si rafforzi troppo? Guarda caso, in un momento in cui Berlusconi appare, politicamente ed elettoralmente, più forte che mai...
RispondiEliminaMentre l'amministrazione Obama procede a cooptare la Fiat (e con essa buona parte del sistema mediatico italiano) a puntellare l'imperialismo americano. E probabilmente considera Berlusconi, per così dire, un po' troppo indipendente.
Guarda caso, la prima bordata parte da un articolo pubblicato sul sito di "Fare Futuro", fondazione vicina ad An.
A seguire, le dichiarazioni all'Ansa di Veronica Lario.
Qualche giorno dopo Berlusconi va a Casoria a tarda sera a una festa di compleanno, e guarda caso c'è qualcuno di Repubblica che ha ricevuto una soffiata. Da chi, di grazia?
Poi, va bene che Veronica Lario (al secolo Miriam Bartolini) è una modesta ex attrice, ma non è così sciocca da non rendersi conto che annunciare il divorzio durante la campagna elettorale ha un'evidente valenza politica.
E non è tanto sciocca da non rendersi conto che motivare il divorzio con il fatto che suo marito "se la fa con le minorenni" (perché è più o meno questo che ha detto, se non sbaglio) equivale a rappresentare il marito suddetto come un abominevole depravato.
Ora, io non sono mai stato un estimatore di Berlusconi, non l'ho mai votato e non comincerò certo ora che ha 73 anni. Ma mi sembra evidente che qui c'è in atto un attacco politico, come dimostra anche l'oscena trasmissione di Santoro mandata in onda ieri sera.
Qualcuno, evidentemente, non solo nel mondo partitico e non solo in Italia, vuol lanciare a Berlusconi un messaggio del tipo: "non alzare tanto la testa, perché come ti abbiamo lasciato crescere possiamo distruggerti". Né Fini né Veronica Lario sono gli artefici primi di questa operazione, ma secondo me ne avrebbero da raccontare!
La tua analisi, Luca, è attinente e condivisibile. Può darsi che la Lario, stufa del comportamento del marito, abbia atteso il momento migliore per fargliela pagare, ma non sapremo mai se si è trattato di uno schema in qualche modo preparato anche da altri, oppure di una semplice vicenda familiare.
RispondiEliminaPiù che sui fatti, cercherei le risposte da altre parti, più in termini politici.
Non so se Obama s'interessi a Berlusconi, ma i dissapori con Confindustria sembrano venire a galla proprio sotto i nostri occhi (le lamentele della Marcegaglia, ecc).
Allora, bisognerebbe analizzare cos'è diventato il capitalismo italiano dopo il fatidico 1992 (Falcone e Borsellino, la famosa riunione sul Britannia, ecc) ossia un trasferimento di potere da Mediobanca (salotto "buono" milanese) a nuovi soggetti.
Insomma, la disfida fra il capitalismo manufatturiero italiano di vecchio stampo e le "nuove leve" della finanza facile. Ce ne sarebbe da dire e, in questo senso, hai ragione a citare la questione FIAT perché la guerra fra Berlusconi e la "vecchia guardia" piemontese non è mica finita.
Non ho visto la trasmissione di Santoro, quindi non mi pronuncio.
Insomma, "ci sta" quello che dici, ma non abbiamo prove per esserne certi né, credo, le avremo mai.
Grazie per il commento molto appropriato: penso che scriverò qualcosa al riguardo fra poco.
Ciao
Carlo
Credo che qualsiasi cosa liberi l'Italia dal mandrillo Berlusconi è ben accetta. Tanto nessuno sarà mai capace di ammaliare gli italiano come lui. Forse qualcuno tornerà a votare a sinistra e non a destra come fa ora mostrando di essersi bevuto il cervello.
RispondiEliminaCaro Orazio,
RispondiEliminacredo che il problema non sia tanto Berlusconi, le sue TV, il suo "ammandrillarsi" gli italiani, quanto la pochezza che c'è dall'altra parte.
Come si fa a promettere maggiori tasse sulla finanza e meno sul lavoro (Prodi, 2006) - perdendo, oltretutto, molti voti perché non fu indicata una soglia chiara! - e poi fare una riforma delle pensioni come quella del 2007, tutta a danno dei lavoratori? E l'energia? Promesse di sole e vento, e tanti affari per l'ENI.
La tassa sui SUV, poi "trasformata" in un balzello per le auto più vecchie (quelle dei poveracci!)?
Berlusconi è abile nel salvaguardare la sua base elettorale, mentre la sinistra l'ha cannibalizzata.
Con queste persone - ebbe a dire, a ragione, Moretti - non si vincerà mai: ecco, a distanza di sette anni, la dimostrazione.
O persone come Diliberto, Ferrero, Pecoraro, ecc se ne vanno - del PD non è nemmeno il caso di parlare - oppure Berlusconi finché vive!
Il "dopo", sarà interessante: come già ricordavi, un "8 Settembre"? Può essere, oppure la secessione...altro ancora...
Grazie per il tuo intervento
Carlo
Grazie a te Carlo. Aspetto con interesse il tuo futuro intervento di approfondimento.
RispondiEliminaAggiungo solo che, quand'anche fosse un fatto puramente familiare e personale (e ci credo poco) i risvolti politici almeno in qualche misura mi sembrano inevitabili.
La mia sparata, per quel che vale, è che la vicenda del divorzio sia arrivata come una doccia fredda non pianificata (anche se forse semplicemente favorita da alcuni, che hanno offerto tutto il loro 'sostegno e comprensione' a Veronica).
RispondiEliminaCondivido comunque il fatto che forse qualcosa comincia a cambiare nell'aria, e parte dell'establishment mediatico non sembra più così asservito e ossequioso come lo è stato per molti anni al caro Silvio.
Penso di non essere il solo a pensare che la buona stella di Berlusconi cominci ad offuscarsi... ed è proprio quando le cose stanno andando meglio (sondaggi) che poi cominciano ad andar male, anche se qualcosa "scricchiola" già da tempo.
Mediaset da mesi ormai fitti continua a perder simpatie e utili, colpita dalla crisi ma anche da una certa disaffezione da parte di molta gente e dalla diffusione del web.
Ricordate l'ultimo G20? In quell'occasione Berlusconi si è sentito "attaccato" dai giornali, che in effetti, per una volta, hanno evitato di omettere i soliti numerosi dettagli "scomodi". Provare per credere: digitando "G20 Berlusconi" su Google ne emerge un quadretto niente male.
Avendo una casella di posta con yahoo, talvolta leggo qualche notiziola, una delle quali presentava un Berlusconi che si dichiarava migliorato nei sondaggi dopo la notizia del divorzio per averlo gestito "con classe", salvo poi concludere l'articolo dicendo che il sondaggio a cui il Berlusca si riferiva risaliva a 2 giorni prima dell'annuncio del divorzio, e che comunque il consenso risultava in lievissima flessione...
Bah? Sarà che molti hanno storto il naso per il taglio di fondi del governo a sostegno dell'editoria? Chissà. Quella è una mossa che non ho mai capito del tutto. La mia ipotesi è che Berlusconi, forte della sua posizione dominante, volesse sfoltire la concorrenza togliendogli un po' di ossigeno, ma a qualcuno la cosa dev'essere andata di traverso.
Se qualcun altro avesse invece aperto la borsa, qualcuno che forse ha ampi mezzi e poca simpatia per l'attuale premier...
Lo stesso Murdoch non prese molto bene la "tassa su Sky" che il Berlusca si inventò qualche mese fa, forse per dare un po' di vantaggio alla sua "Mediaset Premium" o quant'altro.
Si sta facendo nemici a destra e a sinistra, forse sentendosi più forte di quanto non lo sia in realtà.
Mi puzza un po' di Napoleone e Hitler lanciati alla facile conquista della Russia...
Bye bye
S.
Sì, "S", la buona stella di Berlusconi inizia a declinare, già lo avevo sussurrato in "Necrologi".
RispondiEliminaSi tratta, però, di una discesa lenta perché la struttura sociale italiana è improntata dal privilegio, dalla rendita di posizione, dal sottobosco affaristico. Che non è solo il grande business, bensì anche il piccolo appalto per asfaltare una strada.
E, Berlusconi, è maestro nel foraggiare e difendere il suo elettorato. Ha sbarrato la strada per una eventuale tassa pro-Abruzzo per gli alti redditi: i "suoi" non si toccano.
Per continuare, però, è necessario che il capitalismo manufatturiero del Nord produca ricchezza e, in silenzio, si lasci spennare.
Qui vedo, per il futuro, un elemento di forte fragilità del sistema, con una Lega Nord che non potrà più gestire il malcontento.
Ovviamente, spicca l'assoluta mancanza d'idee e progetti dall'altra parte, e questa è la vera "stella" del Berluska.
Comunque, osservate cosa è uscito fuori, dai vostri commenti, dopo un modesto post, che non era poi nulla d'eccezionale.
Siamo quasi una redazione.
Buona Domenica a tutti
Carlo
Un saluto a tutta la redazione :-)!
RispondiEliminaLeggo nei commenti che c'è chi, come Luca, vede un Berlusconi più forte che mai, che ora qualcuno, non meglio identificato, vuole ridimensionare.
Altri invece intravedono un possibile inizio di declino di Berlusconi.
Non saprei. E' difficile giudicare standone dentro, essendo "emotivamente coinvolti". Una cosa è certa, sono quasi vent'anni che Papi è al centro della vita politica italiana ed oggi il "berlusconismo" è in pieno vigore e fulgore.
Tutti noi ne siamo inevitabilmente immersi ed impregnati e, ahimè, non ci possiamo fare molto.
Scriverne è un arma a doppio taglio. Da un lato aiuta a combattere la frustrazione accumulata, ma dall'altro finisce con l'alimentare il "bestio immondo" che vorremmo eliminare, accrescendolo e rafforzandolo. Forse bisognerebbe ignorarlo...tapparsi le orecchie aspettando che la navi si allontani dall'isola (penisola??) delle Sirene...
In questi vent'anni il nostro paese è cambiato molto, ma quello che credo sia cambiato più radicalmente, e dove il berlusconismo ha avuto gli effetti più devastanti, è la percezione che oggi in Italia si ha della giustizia, e soprattutto della politica.
Per questo le parole pronunciate dalla "first lady" (a questo punto mi sa che se divorzia è "first but not the last") hanno colpito così fortemente.
Ci hanno svegliato dal coma. Il problema è vedere quanto duri questo risveglio, se sia definitivo o meno.
Un effetto sicuramente ce l'hanno avuto: gli italiani manderanno al parlamento europeo solo nani, giocolieri, saltimbanchi e pagliacci. Mancheranno le ballerine, almeno per il momento, forse.
Preghiera della sera:
Veronica,
tu che hai educato i tuoi figli lontano dalla televisione,
tu che hai loro insegnato a vivere in modo austero e spirituale
secondo i dettami dell'Antroposofia
tu che la figlia maggiore facesti laureare in filosofia,
tu che sei madre e moglie esemplare
liberaci dal papi.
Amén
Bon nui
Alex
Bellissimo Alex: benvenuto nella "redazione" -))
RispondiEliminaMi sa che il Cavaliere non ce lo toglieremo, fin quando non sarà lui ad andarsene, anche perché dall'altra parte - riconosciamolo - non c'è gran che.
Da una lato nani e ballerine, dall'altro topi di biblioteca...dove sono finiti gli italiani veri? Gente che ha qualche idea sensata da proporre - pronto? Ohé, della barca! Jodelaiiiii - dove siete?
Svegliatevi, belli/e addormentati/e!
Grazie e ciao
Carlo Bertani