23 aprile 2009

KE-BABBI!

Sinceramente, non pensavamo di doverci occupare di due personcine che si presentano con i nomi di Daniele Belotti e di Carlo Saffiotti: stavamo leggendo un po’ di storiografia slovena, un quasi introvabile testo di Bogdan Novak sulla questione giuliana, e la cosa ci stava “prendendo” assai.
I due sopraccitati – veniamo così a sapere – sono entrambi consiglieri regionali lombardi: bravi! Quale onore!
Purtroppo, la “discesa” dal bellissimo libro di Novak c’obbliga ad interrogarci sull’utilità storica di due, simili elementi: come saranno ricordati dai De Felice del 2500? I due pollastri – giunti ad una poltrona del “Pirellone” – pensano…mumble, mumble…di varare una legge anti-kebab. Il bello, si fa per dire, che sono così polli da scriverla e da farla approvare.
Poi smentiscono, ovviamente, danno la colpa alla cattiva stampa, ovviamente, e si strusciano per giustificare che la norma è “erga omnes”. Peccato che sul sito di Daniele Belotti (probabilmente il più babbo dei due) l’esordio non consenta altre digressioni:

Per i kebab e ogni altra attività artigianale di vendita di prodotti alimentari destinati all’immediata consumazione, arrivano regole precise che pongono fine alle polemiche sviluppatesi negli ultimi mesi sulla regolarità di molti di questi esercizi e che, soprattutto, tutelano e garantiscono chi nel settore opera da sempre nel pieno rispetto della normativa vigente[1].

Certo, è per “ogni altra attività artigianale” però, poco più avanti, si legge:

Ai Comuni viene data possibilità di concedere deroghe specifiche sugli orari di apertura.

Vorremmo sapere quali altre “deroghe” i Comuni potranno applicare, poiché ci sembra che la normativa che proibisce l’utilizzo del suolo pubblico (o lo concede a pagamento) per le attività commerciali già esista. Così come gli obblighi d’indicare l’utilizzo di prodotti surgelati, e ce ne siamo accorti tutti al ristorante, prima ancora di sapere dell’esistenza sulla superficie di Gaia di tali Daniele Belotti e Carlo Saffiotti.
Vorremmo sapere se tali “deroghe” saranno applicate soltanto ai ricchissimi “atelier” del gelato e della caffetteria di San Babila, oppure se uno specifico comma n’estenda l’applicazione anche in quel di Quarto Oggiaro. E a San Siro? A Lambrate?

Saffiotti è più furbo: è un vecchio marpione della Prima Repubblica, mica uno sbarbatello leghista come Belotti da Bergamo. Ha iniziato la sua carriera politica nel Partito Liberale dei lontani anni ’80 – poi, come tanti, ha compiuto profonde “riflessioni” che l’hanno condotto nel casermone berlusconiano – ed ha subito compreso che la vicenda dei due KE-BABBI non gl’avrebbe portato nulla di buono.
Avendo capito d’esser scivolato su di una buccia di banana, sul suo sito[2] s’affretta a smentire, ad affermare che non sono stati compresi…che sono speculazioni della cattiva stampa…insomma: il “prontuario” che in queste occasioni viene distribuito, via lista di distribuzione e-mail, da Arcore.
Già, ma – allora – quel iniziare con “Per i kebab…” del socio in affari? Consiglieremmo a Carlo Saffiotti prudenza nel scegliere le amicizie, soprattutto dopo aver appreso che è stato ufficiale dei Carabinieri. Parbleu, signor tenente, da lei non ce lo saremmo proprio aspettato!

I due, più che un gatto ed una volpe, ci sembrano un fringuello ed un allocco che si sono fatti impallinare: perciò – i futuri De Felice ci scuseranno – procediamo oltre perché la vicenda di proibire tutto il possibile sta andando avanti da troppo tempo, e ci sono poche voci che lo ricordino.
Non stiamo parlando delle leggi-truffa, delle prescrizioni a comando, dei “non luogo a procedere” ai quali assistiamo da molti anni: vogliamo capire perché – a fronte di un lassismo che sconfina nell’onnipotenza dei centurioni politici – per i poveri italiani, ogni volta che “cala” una nuova legge, significa calare le braghe.

Ancora non abbiamo digerito la norma che proibisce d’accendere un falò sulla spiaggia: ci domandiamo quale danno potremmo arrecare. Come mangiare un panino sul marciapiede?
Chi scrive ha trascorso la giovinezza arrostendo gioiosamente salsicce sulla fiamma, sulle spiagge di mezza Italia, condendo il tutto con generosi vini rossi d’ogni regione.
Non s’è mai verificato un incendio (cosa si può incendiare in una spiaggia? La sabbia?!?), nessuno ha riportato evidenti danni cerebrali, tutti si divertivano: quanti amori sono sbocciati dall’ipnosi di un falò sulla spiaggia!
No, ragazzi miei – affermano sudaticci politici con aria di sufficienza – non è colpa nostra: sono le normative europee!
A parte il fatto che citano l’Europa solo quando girano nei pressi delle nostre parti basse, la cosa è assolutamente falsa.

Un giovane parente, mi raccontava lo scorso anno (mica secoli…) le sue vacanze in Corsica definendole con toni paradisiaci: avevano piantato la tenda a pochi metri dal mare! Acceso il falò sulla spiaggia! Chi voleva, si denudava!
E i flic?
Sì, ogni tanto passavano, ma non trovavano nulla da ridire.
Io stesso ho visto, con i miei occhi, un gruppo di ragazzi arrostire un pollastro sulla spiaggia, nei pressi di Villefranche sur Mer. Non abbiamo notizie di terrificanti incendi sulle spiagge della Provenza e della Corsica.
Altri m’hanno raccontato di stupende crociere in barca a vela sulle coste dalmate, dove facevano le medesime cose.
Da noi, invece? Da noi, ogni estate brucia tutto: e allora?
Ci sono oramai troppe angherie che dobbiamo subire ed un paio le vogliamo raccontare, perché la cronaca prende sì tempo, ma è necessaria per capire.

La sera di Ferragosto di qualche anno fa, eravamo al mare in quel di Noli (SV). Il comune “offrì” un così sontuoso spettacolo pirotecnico che la gente, al termine, se n’andava scotendo la testa. Si faceva prima ad accendere qualche cerino.
Un tizio, per sottolineare la pochezza dello spettacolo, sparò sul mare un razzo di segnalazione rosso di quelli comuni, che ogni barca d’altura deve avere a bordo. Apriti cielo!
Dopo un quarto d’ora giunsero tre “volanti” che bloccarono la statale, poi il camion dei pompieri (per spegnere cosa?) ed infine i Vigili Urbani, che riuscirono a scovare il terrifico sparatore di razzi di segnalazione. Ci dissero che era stato denunciato. Per quale reato, devo ancora capirlo: che abbiano visto troppi film americani? Stregati dal finale dei Blues Brothers?

Una solerte vigilessa in quel di Stella (SV) – il borgo dove nacque Pertini – ha comminato un’ammenda di cento euro ad un tizio che raccoglieva pigne nel bosco. La giustificazione? Turbava l’ecosistema.
Ora, a parte che la provincia di Savona è la più boscosa d’Italia e non comprendiamo come una cesta di pigne possa rovinare un ecosistema, ci domandiamo quali provvedimenti avrebbe preso la medesima nei confronti di Fuksas – benemerito architetto “di sinistra” – che ha cancellato dalla città di Savona una splendida passeggiata novecentesca, per far posto al solito casermone in cemento armato, per giunta fronte porto antico. Un pugno in un occhio non è nulla al confronto.
Lo stesso, amatissimo ospite delle trasmissioni di Santoro, sta meditando di costruire anche un grattacielo sul mare ed un porto turistico, nel quale sarà “inglobato” uno scoglio dove sorge un’antica statua della Madonna, da sempre emblema della città. Speriamo che Fuksas si faccia “beccare” a raccoglier pigne, così lo castigheranno: è l’unica speranza che ci rimane.

Ha forse risolto qualcosa la patente a punti? Leggete le statistiche – ma leggetele bene, ossia scorporando i dati – e vedrete che non è cambiato nulla. Nel 2000, il proprietario di una Scuola Guida mi disse: «Speriamo che vinca Berlusconi, perché ha promesso una legge per noi molto favorevole.» All’epoca non compresi, poi…certo: paga e sarai “ricaricato”.

Non soffermiamoci poi troppo sulle questioni legate all’alcool: è nota la vicenda dell’automobilista romano che investì due persone dopo aver appena superato un controllo dei vigili, i quali avevano accertato ch’era sobrio. Dopo l’incidente, scoprirono che era pieno di cocaina fin sopra i capelli.
La legge è uguale per tutti, come vorrebbero far intendere i due KE-BABBI?
Leggiamo qualche sentenza dei Giudice di Pace[3]:

Giudice di Pace di Varazze (SV)
…annulla il provvedimento per stato di necessità per probabile crisi epilettica della moglie, senza alcuna documentazione medica (sulla parola, perchè è un onesto cittadino).

Giudice di Pace di Pescara
Circolazione con casco non omologato. Annulla il provvedimento accogliendo la tesi del ricorrente che sosteneva il verosimile distacco dell’etichetta di omologazione a causa dell’incidente in cui era rimasto coinvolto (ma, in realtà, c’era la prova che il casco non era omologato per il mercato italiano).

Giudice di Pace di Desio (MI)
…il Giudice riconosce le difficoltà respiratorie del soggetto, che, però, in evidente stato di ebbrezza alcolica ha rifiutato l’accertamento, anziché tentare senza riuscire. Non è punibile per rifiuto di sottoporsi ad accertamento. Fateci capire: era troppo sbronzo per soffiare nel palloncino?

Chi vorrà potrà scaricare il documento citato in nota, oppure ne troverà altri con ancora maggiori nefandezze. Perché sono promulgate queste stranissime sentenze?
Non crederete, per caso, che se vi fate “beccare” sbronzi ce ne sia una pronta anche per voi, vero?
Come per i poveri kebabbari lombardi, anche per voi tutte le norme emanate fino all’ultimo comma, all’ultimissimo cavillo saranno fatte rispettare alla lettera, per gli altri…beh…non è forse il Presidente del Consiglio stesso a dare l’esempio di come ci si costruisce l’immunità?

Perciò, una seria forza politica – non come il PD, che si è astenuto sulla legge dei due KE-BABBI – lotterebbe per abrogare, abrogare, e poi ancora abrogare tutta la panoplia di leggi liberticide che stanno trasformando questo Paese in una prigione.

Chi ambisce ad aver voce politica, oggi, non può che unirsi all’appello lanciato da Antonio Tabucchi[4]:

“In Italia c'è un controllo dell'informazione come in nessun altro paese europeo. Per i giornalisti è arrivato il momento di far sapere all'Europa quello che succede qui, chiedendo un'udienza urgente alla Commissione Europea. E se i padroni del vapore non hanno gli estremi per una denuncia di diffamazione contro le notizie fornite da Santoro, la Federazione della Stampa dovrebbe denunciare alla magistratura la commissione di Vigilanza Rai per abuso di potere.”

E non solo per l’informazione, ci permettiamo d’aggiungere: sarebbe il minimo, altro che le avventure dei due KE-BABBI.

[1] Fonte: http://www.danielebelotti.net/news.php?id=321
[2] Fonte: http://www.carlosaffioti.tv/
[3] Fonte: Casi clamorosi.pdf
[4] Per la gentile segnalazione di Piero Deola.

9 commenti:

  1. Anonimo11:20 AM

    Caro Carlo con questi tuoi post riesci ad aumentare e risvegliare l' amarezza che è in me.In un paese dove si spende tempo e denaro per proibire di mangiare un Kebab all' aperto che paese è? Oramai le limitazioni si susseguono e l' emergenza democratica è divenuta stile di vita di un popolo ignorante ed oppresso.Scusami se intervengo solo per sfogarmi, ma sono veramente indignato perchè continuo a vedere un popolo che si preoccupa solo di inveire contro i gialli e i neri e non si accorge che la sua ignoranza è la causa della sua fine .I dati ocse sono impietosi : Solo il 10per cento di laureati annui a fronte della media europea del 26. Come si può progredire e capire l' imporatnza del mangiare ( magari educatamente e senza sporcare) un kebab in libertà se non siamo capaci di leggere ed interpetrare una pagina di un quotidiano ?( anche io non mi esimo non sono nemmeno diplomato ma almeno mi sforzo).Sabato scorso sono stato a Roma al congresso dell' IDV alla Magliana (lo ammetto sono tesserato) che sanciva l' inizio della campagna elettorale e si proponeva di presentare i candidati , bè devo ammettere che sono rimasto al quanto deluso, anche se il contenitore è pieno di buoni propositi e di personaggi chiamiamoli" sani" della società civile ed intellettuali i schemi e i canoni sono sempre gli stessi' con comizi stile vecchia D.C presieduti da vecchi gerentocrati della politica con richiami assai populisti e con partecipazione dei soliti figli dei figli (credo che io fossi uno dei pochi che aveva deciso di partecipare autonomamente) bè, poi per non parlare del pd che oltre a pensare a fare la guerra a Di Pietro perchè si candida (anche se il rimbrotto è giusto) è capace di proporre solo con il mitico Dalema il rinvio di un referendum contro quella legge elettorale tanto demonizzata e soprattutto contro quei c.....i come me che hanno perso tempo ad andare a firmare per il referendum e che ancora una volta si sente deligittimato anche dell' ultimo mezzo democratico che la nostra costituzione ci permette e che sempre più sovente viene scavalcato.Scusa lo sfogo e distinti saluti !!

    RispondiElimina
  2. Gentile Bertani.
    Nel Suo articolo sostiene che il PD si sia astenuto durante la votazione della legge "ke-babbi".
    Può confermarmi la notizia e farmi sapere da che fonte l'ha ottenuta?
    Grazie

    RispondiElimina
  3. Caro Marco, lungi da me voler gettare la croce addosso a chi crede ad una forza politica.
    Se mai, sarà lui stesso ad accorgersi - questo è il mio convincimento - di quanto inutile sia scaldarsi troppo per questa gente che pratica da sempre il nepotismo e parla con lingua biforcuta.
    Personalmente, non voglio avere nulla a che fare con loro, anche se le proposte non sono mancate.
    Per Apisano: la fonte è l'edizione di Repubblica (Milano) di ieri, 22 Aprile 2009.
    In alternativa, basta visionare le delibere del consiglio regionale, che dovrebbero essere pubbliche.
    Grazie a tutti
    Carlo Bertani

    RispondiElimina
  4. Letto il post,mi sono fatto le quattro risate di rito su questo paese di pagliacci che sono felice di aver abbandonato sette anni fa.Ora vado a comprarmi un Döner Kebab (la definizione esatta del panino é questa:kebab é la carne e döner é il panino,esiste anche una specie di tortilla che si chiama yufka e parimenti si arrotola e riempie col kebab) e me lo mangeró camminando per strada.Qui in Germania é normalissimo e nessuno trova niente da ridire,anzi il Döner é consumato da tantissimi dirigenti e impiegati durante la pausa pranzo,anche per la strada...

    RispondiElimina
  5. Confesso che, a me, il kebab non piace: sapevo che nei paesi di lingua tedesca queste cose non sarebbero nemmeno presentabili, non dico proponibili. Pensiamo, ad esempio, agli aspiratori "individuali" per il fumo che ci sono in Austria, che hanno risolto tutte le diatribe fra fumatori e non fumatori.
    Un dubbio mi coglie: siccome anch'io, appena in pensione, emigrerò, chi resterà?
    Grazie e ciao
    Carlo

    RispondiElimina
  6. Io però non capisco perché si debba menare tutto questo scandalo se qualcuno tenta, in modo goffo e maldestro, di arginare la distruzione della nostra identità culturale e di resistere all'indifferentismo dilagante.
    Queste iniziative sono perfettamente inutili, presentano alcuni aspetti discutibili, ma quello che rifiuto è l'idea che sui promotori si possa riversare l'indignazione del bigottismo che si fa paladino dell'ideologia "United Colors of Benetton".
    Tabucchi sono anni che si lamenta, e che si atteggia a fare la vittima del nuovo fascismo berlusconiano. Ma l'idea che per avere un po' di libertà ci si debba appellare all'Unione Europea, quell'Unione che dà sulla voce al Papa perché ha osato mettere in dubbio i profilattici, e che vieta di usare nei suoi documenti ufficiali vocaboli che distinguano le persone per la propria identità sessuale mi sembra alquanto grottesco.
    Luca

    RispondiElimina
  7. Luca:se questi perdono il loro tempo per varare provvedimenti inutili, goffi e - francamente - penosi, non dobbiamo dirlo?
    Cosa c'entra tutto ciò con la promozione della cultura? La potrebbero fare i due KE-BABBI? Ecco perché fanno solo leggiucole.
    Sul fatto che l'UE proibisca l'identificazione sessuale (ne so poco, solo quel che tu racconti) non trovo nulla da ridire: mi sembra una regola di civiltà.
    Sarebbe meglio indicare anche la religione, la marca d'auto preferita, ecc?
    Ciao
    Carlo

    RispondiElimina
  8. Carlo, mi sembra di aver già espresso tempo fa il mio modesto punto di vista a proposito delle vendite di kebab. Personalmente trovo del tutto negativa sul piano estetico, e in seconda istanza sul piano spirituale, la loro proliferazione nelle nostre città d'Italia. A me personalmente il kebab piace, ma è un fatto mio personale. Con tutto questo, credo di aver già evidenziato i miei dubbi al riguardo dell'iniziativa legislativa di cui hai parlato.
    Riguardo all'iniziativa legislativa, il testo non sono riuscito a trovarlo, e non so nemmeno se sia già operativa, ma mi risulta che comporterebbe, per esempio, che tu non puoi chiamare la tua preside "signora", e puoi chiamare una tua collega "professoressa", almeno in un documento scritto, ma solo chiamarle con il loro cognome. E che a te non possono chiamarti professor Bertani, o signor Bertani, ma semplicemente "Bertani". E se questo è un segno di civiltà, che ti devo dire, non mi pare un granché come civiltà, ma se a te piace...

    RispondiElimina
  9. Pensa, Luca, che situazione ridicola: a me, il kebab non piace per niente! L'ho assaggiato una volta e...mai più! Adoro la pizza.
    Però, difendo il diritto altrui: sarà la mia esterofilia - mai taciuta - ma stimo i monsieur e gli herr, al punto che sto seriamente meditando una vecchiaia non italiana. Che vuoi: sono stato infuso in un bagno d'Illuminismo...
    Ciao
    Carlo

    RispondiElimina