Perché il problema energetico non può più attendere soluzioni?
Le ragioni sono molte, per l’Italia la dipendenza energetica dal petrolio ci sta strangolando, il gas sarà sempre più caro, il carbone richiede lunghi tempi di ristrutturazione delle centrali mentre se decidessimo di tornare al nucleare sarebbero necessari decenni.
Dobbiamo quindi investire in ricerca per trovare metodi di captazione delle energie naturali a basso costo, per sostituire quel 90% d’energia creata con i fossili che finisce per strangolare anche l’economia.
Non possiamo, però, restringere il problema al solo aspetto dell’approvvigionamento nazionale: è la salute del pianeta ad essere a rischio.
Gli oceanografi inglesi dell’Università di Southampton hanno riscontrato che negli ultimi sette anni il flusso della Corrente del Golfo è diminuito del 30%, a causa dello scioglimento dei ghiacci polari che formano una specie di "barriera" d’acqua dolce e fredda, la quale impedisce alla corrente d’avanzare.
Inoltre, grazie ad alcune immersioni effettuate con i sommergibili della Royal Navy, hanno riscontrato che dei 12 "camini" che rappresentavano i luoghi dove la Corrente del Golfo s’inabissava per compiere il percorso inverso verso il Golfo del Messico, ne esistono solo più due.
In sostanza, il grande "termosifone" – che permette al Nord Europa d’avere temperature di 10 gradi circa superiori rispetto a quelle che avrebbero per la loro latitudine – sta svanendo nel totale silenzio dei media.
Stiamo modificando equilibri così grandi che non sapremmo, dopo, come porvi rimedio, giacché nessuno è in grado di modificare un sistema chimico, fisico e biologico che ha le dimensioni della Biosfera.
Cercare d’ottenere dalle classi politiche un intervento per modificare l’approvvigionamento energetico è quindi un compito che tutti dovremmo avvertire come "nostro", in quanto appartenenti alla stessa specie.
Nascondere la testa sotto la sabbia significa soltanto non vedere l’istante nel quale partirà la fucilata del cacciatore.
Le ragioni sono molte, per l’Italia la dipendenza energetica dal petrolio ci sta strangolando, il gas sarà sempre più caro, il carbone richiede lunghi tempi di ristrutturazione delle centrali mentre se decidessimo di tornare al nucleare sarebbero necessari decenni.
Dobbiamo quindi investire in ricerca per trovare metodi di captazione delle energie naturali a basso costo, per sostituire quel 90% d’energia creata con i fossili che finisce per strangolare anche l’economia.
Non possiamo, però, restringere il problema al solo aspetto dell’approvvigionamento nazionale: è la salute del pianeta ad essere a rischio.
Gli oceanografi inglesi dell’Università di Southampton hanno riscontrato che negli ultimi sette anni il flusso della Corrente del Golfo è diminuito del 30%, a causa dello scioglimento dei ghiacci polari che formano una specie di "barriera" d’acqua dolce e fredda, la quale impedisce alla corrente d’avanzare.
Inoltre, grazie ad alcune immersioni effettuate con i sommergibili della Royal Navy, hanno riscontrato che dei 12 "camini" che rappresentavano i luoghi dove la Corrente del Golfo s’inabissava per compiere il percorso inverso verso il Golfo del Messico, ne esistono solo più due.
In sostanza, il grande "termosifone" – che permette al Nord Europa d’avere temperature di 10 gradi circa superiori rispetto a quelle che avrebbero per la loro latitudine – sta svanendo nel totale silenzio dei media.
Stiamo modificando equilibri così grandi che non sapremmo, dopo, come porvi rimedio, giacché nessuno è in grado di modificare un sistema chimico, fisico e biologico che ha le dimensioni della Biosfera.
Cercare d’ottenere dalle classi politiche un intervento per modificare l’approvvigionamento energetico è quindi un compito che tutti dovremmo avvertire come "nostro", in quanto appartenenti alla stessa specie.
Nascondere la testa sotto la sabbia significa soltanto non vedere l’istante nel quale partirà la fucilata del cacciatore.
Salve,
RispondiEliminaho letto il suo intervento su disinformazione.it e l'ho trovato estremamente interessante.
E' risaputa da tempo la totale ignoranza di un governo di fenomeni da baraccone televisivi quando si scatenano guerre per una fonte energetica obsoleta come il petrolio.
Io sono un geologo e alcune delle sue considerazioni le avevo già affrontate.
Il discorso dell'energia vulcanica era nei miei pensieri da tempo, tuttavia occorre considerare la dinamicità del sistema vulcano, a causa di continue fratture nella roccia che si vanno sempre più allargando.
Un'idea cmq sarebbe quella di utilizzare le sorgenti che si generano dal degassamento vulcanico.
Ricordo che l'Etna contribuisce per il 10% alla presenza di CO2 nella nostra atmosfera.
Anch'io sono promotore di un blog
http://greenhouseffect.blogspot.com e ho affrontato tematiche di ogni tipo, dal software libero, alla telefonia ma, soprattutto, l'energia alternativa.
In un mio post di gennaio affrontavo come potesse essere possibile utilizzare l'energia marittima dovuta al frangente delle onde e alla corrispondente battigia.
La invito, pertanto, a guardare i post precedenti del mio blog.
Cordiali saluti e ancora complimenti per il suo articolo.