tag:blogger.com,1999:blog-16622498.post8672854792999825356..comments2024-03-26T08:17:44.281+01:00Comments on Carlo Bertani: Solimano guarda verso EstCarlo Bertanihttp://www.blogger.com/profile/04078245433745304119noreply@blogger.comBlogger9125tag:blogger.com,1999:blog-16622498.post-81196923899945770452010-04-17T13:28:35.199+02:002010-04-17T13:28:35.199+02:00Turchia e Israele
Per quanto riguarda Tel Aviv, è...Turchia e Israele<br /><br />Per quanto riguarda Tel Aviv, è difficile prevedere dove stia andando l’amicizia con Ankara, anche perché, come ci ricorda Ben Gurion, tale amicizia è stretta ma clandestina. Tuttavia, la vecchia storia d’amore non è destinata, secondo me, a trasformarsi in un matrimonio che intensifica la cooperazione strategica tra i due paesi per i seguenti motivi: <br /><br />1) Questo tipo di cooperazione richiede un’alleanza bilaterale, un certo grado di “sintonia” a livello istituzionale, militare, costituzionale, ideologico tra gli alleati per garantire una sorta di infrastruttura socio-politica su cui si basa la cooperazione. Questo non è il caso di Turchia-Israele.<br /><br />2) L’alleanza bilaterale stabilisce un impegno di difesa reciproca tra i due paesi. Ma è piuttosto improbabile che la Turchia intervenga in qualsiasi conflitto arabo-israeliano a livello militare. D’altro canto, Israele non correrà in aiuto di Ankara in caso di operazioni belliche che coinvolgono la Turchia di Erdogan. C’è da chiedersi, ma la dottrina militare israeliana ha mai coinvolto le sue forze armate in un conflitto, se non per i confini? <br /><br />3) La dimensione dinamica geopolitica dentro la quale la Turchia attualmente si sta muovendo, come si è visto nell’articolo di Bertani, è da trovarsi nell’Asia arabo-musulmana. Ciò potrebbe essere dovuto, in parte, al gelo della membership di Ankara nell’UE. La Turchia rimane l’unico membro (Paese candidato dal Consiglio Europeo di Helsinki) a dover subire fasi di “allenamento” nonché di “test” a volte anche provocatori per continuare ad aspirare alla piena membership. La dignità politica turca formula una regola che recita più o meno così: “Se la porta ovest è dannatamente semichiusa, possiamo rivolgere lo sguardo verso quella orientale, felicemente semiaperta”. Ankara non abbandonerà l’idea di potenziare i rapporti culturali, politici ecc… con il mondo arabo-islamico solo per far contento lo stato ebraico. D’altro canto, Israele non può muoversi altrettanto liberamente in questa dimensione, ossia nell’Asia islamica. Anzi, quest’ultima considera ancora questo Paese, che si estende dal sud del Libano fino al Sinai, un corpo estraneo dal contesto politico, ideologico, culturale regionale.<br /><br />4) Alcune considerazioni storiche, culturali e soprattutto religiose rendono una cooperazione strategica tra Ankara e Tel Aviv poco popolare, sia tra i turchi che tra gli israeliani. Qua è interessante ricordare che, Masud Yilmaz, ex primo ministro turco, durante una sua visita ufficiale ai Territori Occupati, ha dichiarato l’intenzione del governo turco di consegnare all’autorità palestinese un plico di documenti ottomani attestanti che vasti territori erano di proprietà di famiglie palestinesi. (Questi territori adesso fanno parte del suolo israeliano)<br /><br />Erdogan non è stato il primo leader turco e non sarà l’ultimo a difendere i diritti dei palestinesi e i luoghi musulmani sacri, cari al popolo turco, dagli attacchi dello stato ebraico. Per non parlare dell’ultima uscita da Tel Aviv: l’insulto all’ambasciatore turco da parte del governo israeliano, il quale in fretta ha rimosso che proprio la Turchia ha accolto gli ebrei cacciati dalla Spagna, salvandoli dall’Inquisizione. <br /><br />Mahmoud, Giordania<br /><br />Ps. Durante la stesura di questo commento mi è giunta la notizia della decisione da parte del ministero della difesa israeliano secondo la quale decine di migliaia di palestinesi senza documenti sono costretti a lasciare le loro terre. La meta potrebbe essere un paese confinante, 7 anni di carcere oppure Gaza, il carcere a cielo aperto. Questo “transfer” può certo smuovere l’opinione pubblica turca. Se le elezioni politiche turche fossero vicine, questa notizia potrebbe essere determinante per garantire il successo del partito di Erdogan. Altro che il rumeno dietro il semaforo!Mahmoudhttps://www.blogger.com/profile/08347434459945159131noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16622498.post-16866006867416383702010-04-17T13:27:20.314+02:002010-04-17T13:27:20.314+02:00Turchia e mondo arabo
Il rapporto con i Paesi ara...Turchia e mondo arabo<br /><br />Il rapporto con i Paesi arabi è molto complesso ed è caratterizzato per lo più da un reciproco antagonismo. Il motivo è ovviamente storico: gli arabi si allearono con i nuovi colonizzatori (francesi e inglesi) contro gli ottomani; in più, attribuiscono il loro sottosviluppo scientifico e tecnologico al dominio ottomano che è durato ben quattro secoli durante i quali l’“arabità”, sia nella sua dimensione linguistica che nazionalistica, subì vari attacchi di turchizzazione. La Turchia, da parte sua, invase Alessandretta nel 1939 (una città siriana che appartiene tutt’oggi alla Turchia), fu il primo stato musulmano a riconoscere lo stato d’Israele (1949), mantenne rapporti tesi con l’Egitto di Nasser e con la Siria per più di 60 anni. Inoltre avviò negli anni ’50 alcuni progetti, sostenuti dall’occidente, nella zona araba, in primis quella filosovietica. Si pensi al Patto di Baghdad (1955) ed a CENTO (1959). Per non parlare di altri temi caldi che non fecero altro che aumentare l’antagonismo tra i quali l’acqua, la questione curda e l’alleanza tra Ankara e le Forze Armate Israeliane.<br /><br />Le relazioni arabo-turche cominciarono a cambiare rotta dopo gli anni ’70. In realtà, i due fattori principali che hanno spinto la Turchia a tendere verso rapporti equilibrati e “normali” col mondo arabo sono: 1) la crisi cipriota (1974). Isolata dalla comunità internazionale e dall’occidente, la Turchia iniziò a guardare verso sud. 2) Il sopraggiungere della febbre dell’oro nero come elemento decisivo nei rapporti diplomatici nella regione.<br /><br />Qualcuno può affermare che le relazioni arabo-turche sono entrate in una nuova fase dopo gli accordi bilaterali di Adana (1998) con Damasco, all’indomani della crisi con il leader curdo Öcalan. Ma il vero avvicinamento è avvenuto con l’arrivo, nel 2002, di una maggioranza musulmana moderata al governo, il ché ha in qualche modo “tranquillizzato” i regimi ed i popoli della regione. Il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, infatti, non ha fatto nulla per nascondere la propria tendenza ad adottare una politica vicina al tessuto socio-politico-culturale della regione. Le numerose visite ufficiali di Erdogan e Gül nei Paesi arabi al fine di sciogliere il gelo diplomatico del passato e la risoluzione parlamentare del 2003 contro il passaggio delle forze armate USA dal proprio territorio per invadere l’Iraq lo dimostrano. <br /><br />A dire il vero è difficile pensare a questo “miglioramento” senza considerare i cambiamenti “qualitativi” semi-radicali all’interno della società turca. Ciò ha incitato gli arabi a fare attenzione all’esperienza turca, la quale è riuscita, a differenza di quella iraniana khomeinista, a dare risposte alle domande più bollenti sull’Islam e il suo ruolo nella vita politica: il rapporto tra politica e società; quello tra il sé e l’altro, le problematiche della compatibilità non solo tra tradizione e modernità, ma anche tra religione e laicità.<br /><br />Naturalmente, i Paesi arabi (fatta eccezione per il cosiddetto asse moderato) logorati dalle superpotenze statunitensi e israeliana, trovano nella Turchia una plausibile alternativa. Si spera, infatti, che la Turchia di oggi, molto meno atlantica del secolo scorso, si impegni ad integrarsi positivamente nella regione di modo che pace e stabilità socio-economica prevalgano.Mahmoudhttps://www.blogger.com/profile/08347434459945159131noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16622498.post-73931257050806807432010-04-17T13:24:59.599+02:002010-04-17T13:24:59.599+02:00“Il rapporto tra Turchia e Israele è simile a quel...“Il rapporto tra Turchia e Israele è simile a quello tra un uomo e la sua amante: ci tiene tanto, purché sia segreto”. (David Ben Gurion)<br /><br />Prima di entrare nel vivo della questione sul “dove va” la Turchia, sarebbe meglio, secondo me, cominciare col “dove sta”. La prima problematica da prendere in considerazione, quindi, è quella di collocare geopoliticamente il paese in questione, tenendo presente la geografia fisica, quella culturale e l’azione politica. Nel caso turco, tale compito è tutt’altro che facile. L’impero ottomano, nel periodo di massimo splendore, parlava il turco ma scriveva in caratteri arabi ed abbracciava tre continenti. Si stendeva dal sud dell’Ungheria a Gerusalemme, fino ad Aden, al Cairo e alla frontiera est dell’Algeria. Nel 1908, i Giovani Turchi marciarono col loro esercito contro Istanbul col fine di trasformare l’impero, arretrato economicamente, in una moderna monarchia. Nel 1924 fu proclamata la Repubblica Turca, di cui Mustafa Kamal Pascià (detto Ataturk) fu il primo presidente. Cosa fece Ataturk? Come prima cosa prese il più possibile le distanze dal mondo islamico, abolendo il califfato, laicizzando lo stato, adottando l’alfabeto latino, il calendario gregoriano e attuando riforme di stampo occidentale. Ataturk sogna una Turchia occidentale, ma lo stato da lui modellato dà vita ad un sistema politico autoritario, imponendo il partito unico, negando la libertà di espressione e perseguitando le minoranze curda e greca. <br />La Turchia è ancora orientale. <br /><br />Nel periodo del dopoguerra, una serie di avvenimenti avvicinano relativamente la Turchia alla sfera ovest del pianeta, tra cui la cosiddetta dottrina Truman, 1947 (che interessò, però, anche paesi occidentali come Francia e Italia), l’apertura al multipartitismo eseguita dal successore di Ataturk, Ismet Inonu, e soprattutto l’adesione alla NATO nel 1952. Ma tutto ciò, come ci ricorda lo storico turco Arif Dirlik, non bastò perché Ankara si considerasse più europea e meno asiatica.<br /><br />Inoltre, lo scenario economico politico del periodo della guerra fredda, visto da Mao Zedong, comprendeva la cosiddetta “Three Worlds Theory”. Dove mettiamo la Turchia, stando alla divisione di Mao? Primo mondo? Negli anni cinquanta, la Turchia non era né superpotenza né fortemente industrializzata. Secondo mondo? Tanti paesi a est e a nord, lei no! Terzo mondo? No. Non era inoltre uno dei paesi non allineati. La poca stabilità politica negli anni ‘60, il problema cipriota del ’74, colpi di stato (’60, ’71, ‘81) eseguiti dall’istituzione militare, custode dei principi di laicità ed accidentalità, la questione curda: tutto ciò ha fatto della Turchia uno dei Paesi più “dinamici” del mondo. Adesso che questo Paese ha raggiunto, proprio grazie alla sua dinamicità, una certa stabilità politica è in grado di guardarsi attorno e decidere quale strada intraprendere, quella verso est o l’altra verso ovest.Mahmoudhttps://www.blogger.com/profile/08347434459945159131noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16622498.post-2411129639292245932010-04-10T19:56:32.468+02:002010-04-10T19:56:32.468+02:00Arrivo adesso dai miei campi di lavoro: grazie Gia...Arrivo adesso dai miei campi di lavoro: grazie Giacomo per il tuo apprezzamento, però sono pessimista, non credo che l'Europa del Trattato di Lisbona potrà mai diventare qualcosa di diverso da una burocrazia autoritaria. In fin dei conti, il dubbio che ponevo al termine di "Europa svegliati!" s'è risolto piuttosto male.<br />Trepidavo per il tuo commento Mamhoud, perché - come usa dire - "tocchi con mano".<br />Ho evitato di trattare il passato perché, come ben sai, andarsi ad impegolare con gli equilibri istituzionali turchi è peggio che districare il nodo di Gordio.<br />Mi farebbe molto piacere se tu commentassi più approfonditamente il problema, soprattutto portando - se le hai - notizie e punti di vista dalla Giordania. Prenditi pure lo spazio che vuoi.<br />Acc, Mozart: non ci capivo una mazza del tuo commento...poi ho aperto Repubblica...<br />Ma voi, ci credete che un presidente caschi giù come vaso dei fiori da un balcone? Ancora ricordo il presidente macedone che cadde mentre stava per atterrare a Mostar, poi saltarono fuori storie strane...mah, 'sto complottismo, a volte c'azzecca, altre...<br />Ciao a tutti<br />CarloCarlo Bertanihttps://www.blogger.com/profile/04078245433745304119noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16622498.post-63399885434499345112010-04-10T13:42:28.886+02:002010-04-10T13:42:28.886+02:00Leggermente off topic
Vedete cosa vuol dire avere...Leggermente off topic<br /><br />Vedete cosa vuol dire avere un genio della lampada sordo..<br />Avevo detto dell'ITALIA non della POLONIA porc...mozart2006https://www.blogger.com/profile/00559761526001242960noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16622498.post-34401606056076426572010-04-10T12:00:29.168+02:002010-04-10T12:00:29.168+02:00Le vere origini dell’avvicinamento tra la Turchia ...Le vere origini dell’avvicinamento tra la Turchia ed il mondo arabo e musulmano, nella storia contemporanea, sono da trovarsi non nel Partito per la Giustizia e lo Sviluppo guidato da Recep Erdogan, ma nella diplomazia lanciata dal maestro di quest’ultimo, Necemttin Erbakan, il quale, però, dovette dimettesri nel 1997 su pressioni dell’istituzione militare, protettrice delle radici laiche del paese. I militari allora non sopportavano l’idea che la Turchia si aprisse all’oriente. <br /><br />Quel che ha detto Erdogan a Parigi, in realtà, non ha sorpreso tutti (Ricordiamo bene le sue parole dell’anno scorso (29 gennaio 2009) a Davos (Svizzera) che accusavano il presidente israeliano Shimon Peres di non aver fatto abbastanza per evitare tantissime vittime civili a Gaza). La cosa raccapricciante, invece, rimane la “risposta” del ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman, il quale ha paragonato Erdogan al leader libico Gheddafi ed a Hugo Chavez. Anche il primo ministro, Netenyahu, ha condannato il discorso parigino di Erdogan. <br /><br />Qua non resisto alla tentazione di raccontare una vecchia storiella russa. Nella Russia zarista, in occasione della Grande Guerra, un soldato ebreo deve recarsi al fronte. Salutanodolo, la madre si raccomanda a lui: “figliolo, dopo che hai ucciso un turco riposati, e poi dopo che ne hai ucciso un altro, riposati!”. Allora lui le risponde: “madre, potrebbe essere anche che loro uccidano me”. E lei a lui: “Ma cosa dici? Perché dovrebbero? Tu sei un ebreo, un buon ebreo”. Il vero problema con lo Stato di Sion è da trovarsi nel “punto di vista”. Una volta risolto, Israele potrebbe essere considerato un Paese normale come gli altri. <br />Per quanto riguarda i Paesi arabi ed il modello che questi possono seguire (Turchia o Iran), ci vorrebbe forse un altro commento. Grazie Carlo per l’articolo e Ciao a tutti! Mahmoud, Giordania.Mahmoudhttps://www.blogger.com/profile/08347434459945159131noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16622498.post-12507238256503156962010-04-10T10:38:32.042+02:002010-04-10T10:38:32.042+02:00Bellissimo articolo. La Turchia ha finalmente lanc...Bellissimo articolo. La Turchia ha finalmente lanciato un segnale chiaro tanto a Israele quanto a Stati Uniti e, sopattutto, all'Europa. L'Unione Europea, interamente frammentaria al proprio interno, sta vivendo una drammatica crisi politica, che hai accuratamente descritto nel tuo ottimo saggio "Europa svegliati". Speriamo che si risvegli davvero. Cari saluti.Giacomo Gabellinihttps://www.blogger.com/profile/13685508576125430484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16622498.post-52831201783829414492010-04-10T08:38:49.291+02:002010-04-10T08:38:49.291+02:00Se per quello, rademmo al suolo anche la FIAT-Zast...Se per quello, rademmo al suolo anche la FIAT-Zastava (l'Avvocato s'incacchiò mica poco), ma D'Alemoni ha oggi una barca da 800.000 euro. Mica ha mai raschiato, a mano, la vernice come faccio io sulla Gretel.<br />Eh, l'ho sempre detto che nella vita ho sbagliato tutto...sarebbe bastato qualche inchino in più...<br />Ciao<br />Carlo<br /><br />PS: detto fra noi, però, non cambierei mai le linee di carena della Gretel con quelle della panzershiff del Massimone. La sua Bismarck si prenderà pure un paio di nodi in più e 5 gradi sulla bolina, ma provare per credere cosa significa navigare per 12 ore su un bordo lungo con la falchetta bagnata dalle onde. Gretel è una brava ragazza: queste cose non le farà mai. Basta, Carlo, sono le 8.35 e la carta a vetro aspetta solo te.Carlo Bertanihttps://www.blogger.com/profile/04078245433745304119noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16622498.post-88028325758593984262010-04-10T07:38:52.256+02:002010-04-10T07:38:52.256+02:00La Turchia rialza la testa e non teme ritorsioni è...La Turchia rialza la testa e non teme ritorsioni è un paese di gente seria. Ricordo che durante la guerra in Iraq nel 2003 il parlamento turco votò una risoluzione contro il passaggio delle truppe americane dal proprio territorio per attaccare l'IRAQ e il governo di allora, molto più filo-americano dell'odierno, si adeguò. Ve lo immaginate se fosse stata l'Italietta di Berlusconi ad essere al posto della Turchia, il parlamento non l'avrebbero neanche preso in considerazione e il governo avrebbe steso tappeti rossi al passaggio delle truppe USA. Ops ma è già successa in Italia una cosa del genere nel 1999 con la guerra in Serbia, dove per soprammercato noi stessi bombardavamo la Telecom Serbia che possedevamo al 40% e comandava il csx. <br /><br />Ciao<br />Carlo<br /><br />p.s.<br />Ti invidio due cose:<br />1) Stai per andare in pensione e lascerai una scuola ormai pienamente fascistizzata con la discrezionalità dei presidi per la progressione di carriera come al tempo del fascio<br /><br />2) Ti trasferirai in Francia dove ancora esiste una democrazia. Invece come ha detto Giorgio Bocca in Italia i rimbecilliti italiani vogliono il regime autoritarioOraziohttps://www.blogger.com/profile/00876885740610170835noreply@blogger.com