08 novembre 2020

Report scopre l’acqua calda

Report è sempre stato un format ben fatto dalla RAI, ossia cercare la pagliuzza nell’occhio del potere: proprio quella pagliuzza che tutti abbiamo visto lacrimare e che ci è parsa evidente, al punto da rifletterci sopra. A questo punto, ecco che Report entrava in scena e mostrava che la pagliuzza era, in realtà, una trave ed eravamo stati fessi a considerarla solo una pagliuzza: gioco ben fatto e che ha reso in ascolti per anni.

Salvo che, a volte – come capitò al povero Paolo Barnard – la trave non era solo una trave, bensì un tetto pericolante che coinvolgeva l’intero sistema farmaceutico, e l’unico a volare giù da quel tetto fu il povero Barnard – cacciato dalla Rai – mentre la Gabanelli rimase appesa per miracolo (sic!). Ma veniamo alla nostra storia.

 

Nella maledetta Primavera del 2020, ecco che un nuovo “Barnard” si presenta alla ribalta: si chiama Francesco Zambon, lavora presso l’OMS e viene incaricato di coordinare un gruppo di ricercatori per mettere nero su bianco quello che stava accadendo. Il gruppo si riunisce nella sede di Venezia e, durante quell’infinito e lugubre silenzio calato sulla laguna, stila un rapporto sulla risposta italiana alla pandemia Covid-19.

Alcuni ricercatori che lo lessero, dissero che era ben fatto: ossia – se abbiamo ben compreso – Zambon & soci stesero una buona cronistoria degli eventi, analizzando ogni singolo passaggio di quei tristi mesi. Parrebbe un lavoro ben fatto, al punto che il direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Henri P. Kluge, lo firma e, dunque, lo approva col suo sigillo.

Il “gruppo veneziano” però, nel suo vagare temporale sul prima e sul dopo della pandemia in Italia, non aveva potuto tacere che il Piano Pandemico – nessuno di noi sapeva dell’esistenza di simili piani – italiano non esisteva, o meglio, era fermo al 2006. E chi l’aveva scritto?

 

Non si sa con precisione, però si sa che fra il 2014 ed il 2017, al Ministero della Salute, il compito spettava a Ranieri Guerra il quale pare aver fatto, semplicemente, un copia-incolla di quello del 2006 e vai avanti così che va bene. Risultato: il lavoro del povero Zambon viene “secretato” dall’OMS e scompare dall’universo telematico. Scompare anche il libro di Roberto Speranza sul Covid edito da Feltrinelli, mentre l’audizione dello stesso Speranza di fronte al Copasir viene anch’essa secretata.

Interessante anche l’esternazione di Claudio D’Amario, attuale direttore generale del ministero della Salute, il quale mette l’indice sul nodo centrale del problema: la riforma del Titolo V della Costituzione, ossia le solite mene delle Regioni. A chi toccava acquistare e mantenere le scorte di mascherine in caso di gravi epidemie? Alcune defaillance s’erano già evidenziate durante l’epidemia di aviaria, che era un bruscolino rispetto al Covid-19. E, nella Primavera del 2020, medici ed infermieri sono morti per la mancanza di protezione, mentre il famoso “Piano di Tracciamento” è fallito miseramente per la mancanza di rilevamenti sul territorio, ossia tamponi e medici che li eseguissero.

 

Ma, tutto ciò, non è una novità.

Quando si decise di abolire le province (qualcuna sì, altre no, altre rinominate…insomma un pasticcio a non finire!) si scoprì che il 70% delle strade italiane erano strade provinciali: chi doveva provvedere? Comuni? Regioni? Nessuno ci aveva pensato, risultato: buche e voragini a non finire.

 

Secondo risultato: “rinominare” le ex Province in “Enti di Secondo Livello” – costituite dai soli sindaci della provincia: a ben vedere, un vulnus costituzionale, giacché i sindaci hanno poteri solo sul territorio comunale, che sono forniti loro tramite elezioni democratiche: che c’azzecca il sindaco di Magenta con Milano? – e fornendo, poi, come “cassa” la possibilità di piazzare i simpatici autovelox, che sono per un tratto ai 90 km orari, per scendere improvvisamente a 60 km orari, proprio dove c’è l’autovelox, e tornare a 90 km orari subito dopo. Non importa, poi, se gente ubriaca, drogata, sballata od esaltata sbaraglia ed uccide gente sulle strisce: l’importante è acchiappare i soldi, l’altro è compito della Polizia Stradale. Che viene, poi, a misurare dove sono stati sbattuti i morti.

 

Per mettere mano alle leggi, ci vuole competenza ed attenzione: ancora ricordo quando il ministro leghista sulla “Semplificazione” – Roberto Calderoli – fece un bel rogo di “vecchie leggi” nella caserma dei Vigili del Fuoco di Bergamo. Tutti contenti: e bravo!

Salvo che, tutti gli insegnanti italiani furono richiamati d’urgenza ad Agosto, durante le ferie, perché il “semplificatore” aveva cancellato il Regio Decreto che conteneva le norme per l’iscrizione alle scuole superiori, con relative tasse da pagare. Non conosco bene il motivo, ma dovetti tornare dalle vacanze per mettere una firma su un atto che il governo aveva subitaneamente emanato per mettere una pezza sulla puttanata di Calderoli.

Perché vedete, in Italia, non si fanno “Testi Unici” – ossia una nuova legge che contenga tutti gli argomenti su quel settore – no…troppo lavoro…ecco allora “Visto il Regio Decreto 12 Aprile del1926…la Legge n 27 del 21 gennaio del 1954”…eccetera…decreta che…troppo lavoro riportare tutto e cancellare la vecchia legge…no, un bel copia-incolla e vai…

Ma ci sono anche fatti ben più gravi. Ad esempio, il Vesuvio.

 

Il Vesuvio è un vulcano a magma acido, ossia è un vulcano esplosivo. Sta tranquillo per decenni, o per secoli poi, salta il “tappo” ed esplode lanciando lava e lapilli a chilometri di distanza: alla fine, una colonna composta di cenere rovente scende rovinosamente dalle pendici del vulcano, distruggendo tutto. Quindi, il Vesuvio si rigenera e torna a formare un cono, magari da un’altra parte, sempre nella zona flegrea.

Quando avverrà tutto ciò? Nessuno lo sa, ma una certezza c’è: avverrà, di sicuro, perché non è come l’Etna, a magma basico, che ogni tanto butta fuori un po’ di lava e si “scarica”.

 

Si dice che esista un piano per l’evacuazione delle aree vesuviane in caso d’eruzione. Si dice, probabilmente esiste, ma nessuno sa cosa dice realmente perché, nel frattempo (ossia dal 1944, ultima eruzione) circa 500.000 persone sono andate ad abitare tutto intorno al vulcano, quando proprio non sulle pendici della montagna…permessi per edificare? Eh, signò, ma cche dite…

Il piano dice anche che la via di fuga per questo mezzo milione di persone sarà l’autostrada Napoli-Salerno verso Sud e Napoli-Roma verso Nord. Per 500.000 persone: auguri.

 

Si torna a parlare di un ponte sullo stretto di Messina, o di una galleria: insomma, di qualcosa del genere. Dal punto di vista tecnico è perfettamente possibile, se non ci fosse un piccolo problema da risolvere.

L’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia afferma di non avere una mappa completa delle faglie sottostanti lo Stretto, perché non si sa fino a che profondità arrivino: sono le stesse faglie che “scivolarono” l’una sull’altra nel 1908, generando il più grande terremoto e maremoto italiano in epoca storica.

Preferiamo fare un “piano” per salvare le città dello stretto nel caso si presenti un nuovo atto di quei movimenti tellurici, oppure decidiamo di passare direttamente al “piano” d’evacuazione e salvataggio di migliaia di persone sul ponte, galleria o di qualsiasi altro accidente si tratti?

 

Nel 1951 ci fu la “rotta” del Po e la conseguente inondazione in Polesine, che causò morti e danni incalcolabili per quelle terre, causando la susseguente emigrazione da quelle terre.

Il governo nominò una figura – non un “piano” – il Magistrato del Po il quale, per gli aspetti idraulici, aveva potere su 4 Regioni e 38 Province (quando esistevano): per ora, ossia per 70 anni, la cosa ha funzionato. Nonostante i tanti attacchi subiti (all’epoca, dai Verdi) ed i tentativi di limitare la sua autorità nel campo, per ora resiste. Lo vogliamo sostituire con un “piano”?

Il primo atto è già avvenuto: nel 2003, il Magistrato del Po è stato sostituito dall’AIPO – Agenzia Inter-regionale per il fiume Po – che ha gli stessi compiti, ma deve mediare con i poteri regionali e locali non avendo più potere diretto sugli argini, sulle barene, sui canali di scolo, ecc. Speriamo che regga: l’argine o l’Agenzia? Mah…

 

Confesso di non essermi meravigliato tanto per la vicenda del “piano” epidemico: chi mai immaginava un simile evento? Però, se il piano era stato pensato, vuol dire che qualcuno presagiva che il rischio ci fosse. Oltretutto, negli ultimi decenni, con Sars, Mers ed Aviaria, qualche segnale c’era stato: era necessario un “piano”?

Forse sì o forse no: probabilmente, era necessario un responsabile, qualcuno dotato di mezzi adeguati (ossia soldi) per far fronte ad una possibile pandemia: è sotto gli occhi di tutti che il Governo, nella scorsa Primavera, ha annaspato. Gli operatori andavano nelle corsie con maschere…da Carnevale…perché non avevano altro, e sono morti a centinaia.

La differenza si vede oggi, perché a fronte di 40.000 contagiati abbiamo poco più di un migliaio di ricoverati: segno che i tamponi oggi ci sono, e forse anche qualche cura comincia a dare segnali incoraggianti. Lasciamo stare il vaccino, per favore: medici seri affermano che un vaccino efficace e senza controindicazioni necessita di due anni di prove per essere validato. Ed io credo poco alle corse contro il tempo.

 

Piuttosto, sarebbe meglio rimettere in sesto la Sanità: noi non abbiamo la fortuna tedesca, che ebbe una sanità di prim’ordine solo perché sarebbe stata la prima retrovia dell’impatto delle divisioni sovietiche…eravamo un fronte secondario, come sempre lo siamo stati.

 

Ancora sotto Gentiloni, il PD organizzò un convegno sulla Sanità italiana: ciò che venne fuori fu che, a conti fatti, la sanità regionale s’era dimostrata un disastro. Il problema – aggiunsero però – era che nessuno sapeva come fare per riportarla sotto lo Stato. E se fosse stato peggio?

Anche all’indomani del crollo del ponte Morandi tutti si sbracciarono ad affermare che le autostrade dovevano tornare allo Stato, ma – a più di due anni di distanza – nessuno ne parla più ed i Benetton continuano, imperterriti, sulla loro strada.

 

Ah, a proposito…c’è il problema delle norme anti-Covid nei Tribunali…per fortuna uno solo è stato dichiarato fuori norma. Uno solo, che fortuna! E qual è?

Quello di Genova, che dopo due anni non è giunto nemmeno a terminare l’istruttoria sul ponte Morandi…ancora nessun rinvio a giudizio…peccato, l’evento avvenne prima dell’emanazione della legge Bonafede sulla prescrizione…che peccato…vuoi vedere che i Benetton tifano Covid?

Anzi, no: facciamo un bel “piano” e diamolo da stilare che so io…a Lunardi, oppure a Caltagirone…o magari ai Benetton stessi, che sono esperti…che ne dite?

 

7 commenti:

ambrogio negri ha detto...

Diciamo che troppa acqua calda, molta aria fritta e tanto fumo ma senza arrosto contribuiscono notevolmente all’inquinamento delle menti, che sono già abbastanza instabili anche senza questi ingredienti.
Sembra che la parola competenza sia stata definitivamente bandita dal nostro vocabolario.
Prendiamo il caso Calabria. Il commissario destituito dichiara che non sapeva quello che stava dicendo, il nuovo, che ho avuto il “privilegio” di conoscere in illo tempore, mi ha sempre dato l’impressione di essere un tipo da “famolo strano”.
In quanto al guazzabuglio di leggi, anni fa comprai un casale in campagna per ristrutturarlo e andarci a vivere. Il groviglio di leggi, norme e regolamenti imponeva, da un lato, adeguamenti alla sicurezza e abitabilità, dall’altro, divieti di modificare qualunque inezia. Per disperazione me ne liberai dopo due anni di inutili tentativi, rimettendoci anche parte della somma spesa.
Un risultato della semplificazione me lo racconta un amico architetto. È stato istituito, ai tempi berlusconiani, un ufficio che dovrebbe occuparsi di acquisire le autorizzazioni dai vari enti interessati in caso di richiesta di licenza edilizia. Com’è finita? Bisogna fare un passaggio in più presso questo ufficio continuando ad occuparsi direttamente di tutti gli altri passaggi, con aggravio di costi e tempo dedicato.
In barba ai negazionisti e cospirazionisti, che immaginano una regia occulta nel diffondersi del virus e nei suoi bersagli, sono andato a curiosare sulla situazione in Russia. Non è molto tranquilla, eppure Putin aveva annunciato in pompa magna di possedere il vaccino e di averlo fatto somministrare anche a sua figlia (mica scemo ad inocularlo a se stesso!).
Questo dovrebbe far comprendere quanti ciarlatani ci sono in circolazione, ovvero quanta aria fritta e fumo senza arrosto.
Gli italiani? Tutti pronti a scendere in piazza per reclamare diritti e pseudo diritti, ma mai nessuno che si presenti per confermare i propri doveri. Ieri, in un telegiornale da Napoli, dove il lungomare era affollato più che alla festa di Fuorigrotta, un giovanotto intervistato sull’opportunità ha risposto: “Se escono gli altri, perché dovrei rinunciarci io?”.
Conclusione: Per me non c’è speranza.
Ciao

Carlo Bertani ha detto...

Dopo l'esternazione del vicequestore Giuseppe Tiani - ossia che i cationi creassero una barriera anti-Covid di un metro cubo, grazie ad un "portentoso" aggeggio o medaglione creato da un'azienda israeliana (che pare avere sede in Abruzzo o Molise)...mah...- credo che ogni commento sia superfluo: veramente, non c'è speranza.
Se riflettiamo che questo signore dovrebbe avere una laurea in legge, ed è seguito nel sindacato da 15.600 iscritti, siamo veramente alla frutta. Marcia.
Ciao
Carlo

ambrogio negri ha detto...

Grazie per avermi segnalato la chicca. Questa me l'ero persa ma ora, grazie a te, l'ho cercata e ho chiesto a mia moglie di non fare le maniche al pullover che mi sta facendo ai ferri.
Tanto con servono perché ... mi sono cadute le braccia.
Mica per la castroneria ma per il ruolo svolto dal suo esternatore.
Adda passà 'a nuttata! Oppure no!
Ciao

Daniel ha detto...

Buonasera Carlo, a proposito di Tiani, oggi si è "dimesso" ...o è stato convinto a dimettersi. Resta la curiosità di come e perché sia stato nominato ma lascia il tempo che trova. Nel merito di Report c'è da dire che la Procura di Bergamo sta continuando le indagini convocando tra l'altro l'ineffabile Ranieri Guerra per cui la storia continua. Peraltro in Puglia il Codacons ha dichiarato di voler depositare un esposto alla Procura per i reati colposi sul diffondersi del CoVid ecc a carico della Regione. Nel frattempo oggi sentivo tante ambulanze passare e difatti oggi è stata una giornata molto critica per la Puglia. Tutto passerà e sopravviveremo anche a questa pandemia ad onta della criminale cialtroneria e malafede di tanti amministratori. Buon vento e magari scrivi ancora qualcosa sulle tue avventure nautiche, mi sono veramente piaciute.

Augusto ha detto...

Ciao, Carlo, da tempo non ti leggo; a quanto capisco Gretel è sequestrata a Venezia, me ne dispiaccio.
In questo post hai messo davvero dante dita in tante piaghe (ma, quanti diti hai?😀);
cerco di riassumere il tutto in due soli e principali problemi italici: burocrazia / soldi.
Burocrazia
Sfortunatamente (quasi) ogni italico nasce burocrate, dagli una minima responsabilità e non saprà esimersi dal compilare una lista accurata di regole/disposizioni/sanzioni.
Ovviamente il suo successore, a quella micro responsabilità, copierà l'elenco precedente, aggiungerà uno o due commi (ecchecazz anche io ho idee) ed apporrà la sua (riverita) firma.
Così nei secoli a venire.
Non credo esistano soluzioni; temo che sia una disfunzione atavica proveniente, addirittura, dall'impero romano; disfunzione passata pari pari alla Chiesa ed all'impero bizantino.
Oltre che al regno spagnolo e, quindi, al centro/sud America; dove, infatti, è conosciuta come "burro-crazia".
Poi a scendere; che mi dici della burocrazia sabauda? e quella veneta? e lo stato della chiesa? Basta, non voglio annoiarti.
Certo, esiste il burocrate onesto che applica o fa applicare con logica i codici e codicilli ma, esistono anche i disonesti: di differente peso.
A livello minimo si usa la burocrazia per scansare il lavoro e/o pararsi il culetto.
A medio livello si fa quanto sopra oltre a copiaincollare altri codici e codicilli, tanto per far vedere "lavoro".
Ad alto livello tutto quanto sopra oltre a costruire porte atte a bloccare il lavoro di altri; sempre che non si paghi una "tassa" (lecita od illecita) atta ad aprire la porta.
I soldi.
Disponendo di soldi le cose, più o meno, vanno (sono andate) avanti.
Ci stupiamo oggi, ma, troviamo fulgidi esempi immediatamente dopo l'unità; forse anche da prima.
Il crack della "Banca Romana"? Le vacche e i carri armati di Mussolini? Le scarpe di cartone per gli Alpini in Russia? La gestione della "Società Italia di Navigazione"? l'IRI? Basta, anche in questo caso.
Solo che fino ai primi anni 80 i soldi erano, abbastanza, facilmente disponibili;
quindi, in qualche modo, scansando o pagando per evitare problemi, lo Stato è cresciuto, fino a diventare una (sedicente) potenza. Roba da G7.
Poi, abbiamo deciso (o ci hanno fatto decidere) di fare come i "bene educati":
soldi solo a fronte di reali progetti e solo a fronte di una gestione chiara. 😀😀😀
Keine Projekte, kein Geld
E, allora? mi dirai. (forse)
Non saprei, sono vecchio e (come tutti i vecchi) rimpiango quei tempi.
Aggiornare la mentalità italica? "Vaste programme" direbbe de Gaulle.
Forse, facendo tesoro della esperienza, tornare alle condizioni iniziali: disponibilità monetaria.
Curando, immediatamente, la Sanità che, aimè, mi pare molto malata e tentare, attraverso la scuola, una correzione di rotta dello spirito italico.
Sempre che si trovino i volontari per questa bisogna.
Pur in quasi "oca giù" (l'ock[a] down) ti saluto.
Sì, ma dove sei? Io, adesso, a Genova.

Carlo Bertani ha detto...

Ciao Augusto: che piacere sentirti!
Ho poco da ribattere o commentare su quanto hai scritto: sono tutte maledette verità! Non siamo anglosassoni che, per carità, hanno anch'essi i loro problemi, vedi elezioni, giustizia e sanità, più qualche Browning di troppo in giro.
Ti confesserò, a latere, che la questione soldi mi sembra superata, a meno che l'Europa non rivoglia indietro i soldi dei vari provvedimenti, cosa che nemmeno un pazzo potrebbe immaginare. I soldi, in realtà, sono soltanto un'imputazione. Peccato che noi, in mille maniere, restiamo solo imputati.
La Gretel...suvvia...qualcosa di bello da raccontare...
Originariamente, la mia idea era quella di portarla a Venezia o nel delta, comunque da quelle parti perché sono più veneziano che genovese, su questo non ghe s'è rason de l'ostia.
Però, visto che la zoccoletta è andata in mare solo il 26 Luglio del 2018, pensai di ricoverarla a Genova per qualche tempo, fino alla primavera (2019) per poi portarla via mare a Venezia. Sai, una barca nuova...anzi, rifatta nuova...ci vuole un po' di tempo per conoscerla...
E arrivò il ciclone del 31 Ottobre, nel quale si comportò bene, visto che una decina di barche affondarono: però ebbe il boma spezzato, il generatore a vento schiantato, la gru di poppa piegata...insomma...pensai bene di portarla là che mi sembrava oiù sicuro.
E doveva andare così, se anche lì non ci fosse stato un avviso di burrasca di quelli seri, che manco ti lasciano fare 30 miglia! Coi bassi fondali, poi, meglio non scherzare. E mettici pure di mezzo il bastardo, cioè il gruista.
Sono a Saliceto, non distante da Savona e abbastanza da Venezia, perciò tutto è rimandato alla prossima Primavera, sempre sopravvivendo al Covid ed accidenti vari...
Mi farebbe piacere incontrarti...però, come si fa?
Ciao
Carlo

Augusto ha detto...

Vabbè, lasciamo stare i soldi.
Per inciso, pare che qualcuno inizi a capire:
Enrico Letta sputtana il Mes e Sassoli pare abbia detto che i debiti covid NON devono essere ri-pagati.
Quindi, potremmo, anche, non essere più imputati.
In puta mierda, siempre 😊

Gretel.
Mi pare di capire che, comunque, hai navigato da Genova a Venezia. Bel colpo!
Poi, vi ha preso il maltempo, con inevitabili danni.
Quindi, cantiere.
Partire con un brutto meteo ed una deriva fissa, in pochi metri di acqua (anche se sotto è fango) non è una buona idea, credo.
Se il gruista ti avesse "messo in mare" (molto) prima del meteo...
Se mio nonno avesse avuto le ruote, sarebbe stato un carretto.
Comunque, adesso è a salvo, in secca e potrai decidere se amarla ed accudirla o liberartene; vedi tu.
Un amico, in epoca pleistocenica, mi aveva chiesto di portare un catamarano in fibra e totalmente spoglio da Sestri Levante alle Grazie (SP), in inverno...
Partiamo di prima mattina con previsione di Maestrale. Dopo nulla il motorino fuoribordo va in palla. Vela, gran lasco o poppa; finché dura.
Figlio di cane gira a tramontana. I picchi, le valli, vabbè, mi capisci...
Tragitto percorso in più del doppio del tempo revisto.
Almeno, il mezzo è arrivato "sano" 😊.

Supposto che ci si possa spostare, tutto da definire, potresti venire a Genova o potrei venire a Savona...
E facciamo 2 chiacchiere beviamo un caffè o una birra.
Ovviamente con la mascherina, prima e dopo bevuto 😅
Mentre si beve, il virus lo fa anche lui e pensa ad altro 🤣🤣.
Fammi sapere, mi piacerebbe.
Ciao