Ho ascoltato le teorie sulla pandemia di Diego Fusaro su
Youtube e ne sono rimasto silente e basito. Come si fa a ridurre tutto ad una
questione politica? Ma scherziamo?
Vorrei ricordare al buon Fusaro – che si spaccia per
filosofo – che la Filosofia è materia scientifica,
non umanistica: pertanto, Fusaro
dovrebbe essere in grado di comprendere dati scientifici. Almeno, lo spero.
Invece, ignora completamente qualsiasi dato scientifico e
sanitario, come se non esistesse il problema: ne osserva e giudica solo gli
aspetti politici e sociali. Vista sotto questo aspetto, l’epidemia di Covid-19
diventa allora solo un pretesto, per la classe politica dominante, per
riprendere il controllo della situazione politica del Paese.
Oddio, non mi sembra che la situazione – escludendo mister
Covid-19 – fosse così terrificante da dover chiudere tutti in casa: c’erano
fermenti rivoluzionari in atto? Immani difficoltà di bilancio che avrebbero
richiesto legislazioni d’emergenza? Frizioni internazionali che facessero
presumere eventi bellici?
Può darsi che qualcosa mi sia sfuggito ma, da ciò che
ricordo a braccio del mese di Gennaio, c’erano soltanto le solite mene sul
governo: le elezioni, chi le vince, chi le perde, chi le vincerà, chi le
perderà…chi andrà con questo, chi con l’altro…insomma, business are usual…la politica italiana non fiammeggiava di lampi e
tuoni d’improvvisa tempesta in avvicinamento.
Per Fusaro, invece sì: dovremmo allora chiedere al buon
Fusaro quali erano queste urgenze, ma non le cita: per lui, il potere
approfitta d’ogni scusa per schiacciare ancor più le povere masse diseredate. O
private della sovranità nazionale? Ce lo spieghi, perché non l’abbiamo
compreso.
Torniamo per un attimo a quel 7 Marzo, quando il governo
decise la chiusura totale (Fig. 1):
Fig. 1 |
C’erano 5.883 contagiati a causa di un virus che non
conoscevamo, se non altro per quello che ci avevano detto i cinesi. Piccolo
intermezzo: non cominciamo la storia di chi ha messo il virus, di chi lo ha
creato o storie del genere. Se qualcuno ha delle prove, lo dica chiaro e lo
denunci, com’è suo dovere, alla Magistratura: se non ha le prove, dica chiaro
che sono ipotesi, sue e basta. Citare la fonte è un vecchio trucco che
conosciamo: c’è in Islanda od in Colombia un medico che la racconta diversa e,
allora, io m’appoggio a quelli inventandomi un “movimento d’opposizione” che
non esiste. A parte Confindustria, che oggi chiede una sola cosa: soldi, tanti
soldi.
A fronte di 5883 contagiati del 7 Marzo (Fig. 1), il fattore
di rischio era alto perché i nuovi contagiati – ogni giorno che passava –
crescevano parecchio: il dato del 7 Marzo era che la crescita percentuale era
stata del 26,9% calcolata sui contagiati ed in forte crescita. Ossia, ogni
cento contagiati, ogni giorno, se ne aggiungevano quasi 27: un’iperbole.
Cosa poteva fare il governo?
Le due vie praticabili erano passare a delle misure di
contenimento oppure lasciar correre ed inseguire la cosiddetta “immunità di
gregge” la quale, invocata da tanti, non è poi stata praticata da nessuno:
nessun infettivologo che abbia ancora un po’ di sale in zucca ritiene che, per
un virus sconosciuto, si possa stare a guardare dalla finestra. La risposta è
semplice: non essendoci un vaccino, né dei farmaci – comprovati – che lo
fermino, l’unica precauzione è il distanziamento sociale.
In pratica, la nostra società moderna, complessa, che per
reggere ha bisogno di continui contatti sociali, presenta il fianco ad un
semplice aggregato biologico che non è contenibile con le nostre attuali
conoscenze: sic et simpliciter.
In ogni modo, dato che Fusaro è laureato in Filosofia e
qualche dato scientifico dovrebbe masticarlo, abbiamo provato a seguire la
curva che probabilmente ci sarebbe stata se non fossero stati presi dei
provvedimenti. Ecco i dati numerici: la curva che si genererebbe, ovviamente,
sarebbe un’iperbole (Fig. 2).
Fig. 2 |
Con un incremento costante del 26,9% giornaliero, per la
metà d’Aprile tutti gi italiani sarebbero stati contagiati.
Ovviamente, non si tratta di un dato sperimentale, ma solo
teorico e non possiamo affidarci ad esso: e quando tutti fossero stati
contagiati? Sarebbe passato ad altri animali per riprodursi nei loro polmoni?
Inoltre, man mano che la popolazione viene infettata si
riducono, ovviamente, le potenziali “prede” del virus, ossia la curva tende ad
abbassarsi in modo naturale: è la teoria della cosiddetta “immunità di gregge”,
ma non sapremmo mai quale sarebbe stato il numero d’infettati quando la curva
sarebbe scesa, perché nessuno l’ha attuata!
Non siamo catastrofici: la situazione è, tuttora, complicata
dal numero di asintomatici, dei falsi positivi, ecc…però osserviamo quel dato
del 31 Marzo (se non ci fosse stato il lockdown, Fig. 2) – circa 1.700.000
contagiati – è più realistico: è quasi il medesimo dato che citò la Merkel alla
Confindustria tedesca, se non avessero preso nessuna iniziativa.
Un milione e settecentomila contagiati richiedono almeno
2-300 mila posti in rianimazione e generano, al termine dell’epidemia, circa
300.000 morti: ricordiamo che la Merkel spiattellò quasi lo stesso dato,
asserendo che avrebbe fatto saltare per aria la Sanità tedesca (28.000 posti in
rianimazione).
In Italia, nella seconda metà di Marzo, si giunse molto
vicini (e, forse, si superò) quella “soglia” di pre-disastro, giacché la Sanità
italiana (a causa dei famosi “tagli”) non disponeva che di circa 5.000 posti in
rianimazione, peraltro distribuiti sul territorio nazionale e non nelle aree di
maggior contagio. E glielo riporto da chi, ahimè, me l’ha raccontato avendolo
vissuto in prime persona: medici ed infermieri/e.
Se Fusaro crede che sia tutta una bufala, può andarsi a rivedere
delle “cosette” che dovrebbe ben conoscere, giacché ha senz’altro dovuto
masticare anche parecchia Storia per laurearsi in Filosofia: la Peste di
Milano.
Milano, nel 1630, aveva circa 250.000 abitanti: ovviamente,
non si sapeva quasi nulla sulle epidemie e non fu attuato nessun piano di
salvaguardia. Probabilmente, non ne ebbero nemmeno i mezzi e, al di fuori dei
lazzaretti e dei monatti, nessuno s’occupò della peste.
I risultati furono di circa 186.000 morti, ossia il 74%
della popolazione residente. Si stima che, nell’Italia settentrionale
dell’epoca, vivessero circa 4 milioni di persone e la peste ne uccise più di un
milione, un quarto della popolazione. La famosa “immunità di gregge” fu
raggiunta soltanto sacrificando tre quarti della popolazione a Milano ed un
quarto nel resto dell’Italia del Nord: è l’unico dato storico-scientifico abbastanza
attendibile che abbiamo.
Fusaro, non confonda le sue chiacchiere su Internet con le
terribili decisioni che deve prendere chi governa: mi spiace per lei, ma pare
che la maggioranza degli italiani abbia gradito le decisioni prese, stimandole
di buon senso e, oggettivamente, corrette.
Forse lei è giovane: mia nonna mi raccontò qualcosa sulla Spagnola, ma io sono quasi un
vecchietto, non faccio testo. Ci sono stati degli errori? Certamente. Ma lei,
che si sbraccia per indicare fumose rivoluzioni agli italiani, sa di cosa
parla?
Le epidemie sono un fattore di rischio per la civiltà umana,
non mi pare che ci siano dubbi al riguardo: controllate o sconfitte, grazie ai
vaccini, le epidemie d’origine batterica (Peste, Colera, ecc) – e considerando
che la Malaria è tuttora endemica ed ha colpito, recentemente, anche in Italia
grazie alle alte temperature ed al clima sub-tropicale che si genera in Estate –
si fanno avanti le epidemie virali.
Mi ha annoiato il ping-pong sulle “colpe” della pandemia:
dopo aver gettato nell’ambiente, per mezzo secolo, ogni sorta di nuove molecole
di sintesi, aver triturato l’Amazzonia (regione che era rimasta intonsa da
miliardi d’anni d’evoluzione), sparso petrolio nei mari per milioni di
tonnellate, gettato sostanze di scarto che si sono agglomerate in “isole”
artificiali grandi come la Spagna (nel Pacifico) e, infine, avendo subito due
grandi incidenti nucleari (Chernobyl e Fukushima), più le tante atomiche fatte
esplodere “per provarle”…cosa s’aspettava che succedesse? Le ricordo che le
radiazioni sono il primo elemento che catalizza le mutazioni genetiche.
Lei sa cosa è un virus? Lo sa davvero? Sono,
sostanzialmente, molecole chimiche organiche che reagiscono fra di loro,
creando una miriade di forme in continuo mutamento: il cosiddetto “brodo
primordiale” dove regna, ovviamente, il caos.
Cosa può uscire da quel “brodo”? Mi viene da ridere, al solo
pensare che qualcuno possa saperlo: la “triade” Sars>Mers>Covid-19 è
apparsa in pochi anni, uno appresso all’altro.
Io comprendo il suo assillo nel dover spiegare le
implicazioni politico-sociali derivanti da una pandemia, ma le pandemie hanno
fatto più volte il giro del Pianeta, devastandolo. Lei è un neo-darwinista? Un
neo-maltusiano? Si accomodi e spieghi bene le sue teorie. Noi, da parte nostra,
possiamo dire solo una cosa: meno male che non c’era lei a comandare,
altrimenti saremmo stati fritti!