13 aprile 2020

Il capitalismo può sopravvivere alle pandemie?


Argomento interessante: il più evoluto strumento per gestire l’economia può correlarsi con successo alle difficoltà umane, compresa una pandemia?
Il capitalismo, non raccontiamoci frottole, è il più soddisfacente sistema per sopperire al difficile rapporto fra uomo e natura: non confondiamolo, però, col liberismo (alla Milton Friedman) che ha, sua sponte, deciso d’eliminare le “storture” tipiche del “socialismo”, fra le quali c’erano alcune quisquilie: il fatto che gli umani possiedano un corpo (Habeas Corpus! XIII secolo, Regno d’Inghilterra), che questo corpo, talvolta, si ammali: sono perdigiorno! Mangiapane a tradimento! Cacciare i medici comunisti che li proteggono! Ecc, abituali obiezioni dei grandi detentori di capitali, l’1% della popolazione umana, quello che ha a disposizione almeno 4 medici per ogni persona ed una clinica a testa.

Comprendiamo i timori di chi oggi è al governo, come sappiamo la fonte dei mille input che giungono dalle forze d’opposizione – tornare al lavoro! Cancellare il Coronavirus! Noi per la Padania libera! Eccetera – che si possono riassumere, semplicemente, nelle “veline” che Confindustria fa avere alla Lega, ai Nuovi Fascisti Modernisti di Giorgia Meloni (non neo-fascisti) ed al ricovero del capitalismo che fu, ossia lo stuolo delle sue badanti erotizzanti ed il loro capo, Silvio Berlusconi.

Siccome io non sono un economista – però vivo in un sistema regolato da norme d’economia – mi ritengo libero di poter dissertare in campo filosofico (attualmente ancora libero, privo di diktat dall’empireo) sul come e perché, sul quale o qual altro, analizzando domande e risposte, per giungere non ad una sintesi – mai mi permetterei! – bensì ad una nuova serie di domande che sono il senso del filosofeggiare.

Possiamo riassumere così: per millenni abbiamo prodotto e consumato ciò che la terra – in definitiva catalizzata dal Sole – ci forniva. Senza Sole, estinzione definitiva entro pochi mesi.
Da un paio di secoli, quindi, abbiamo sviluppato prometeiche velleità, pensando di fondere col fuoco impressionanti e laiche cattedrali di metallo, indagare fin nelle minutaglie i codici d’accesso al nostro essere, il nostro genoma. Per duplicarlo, senza piacere alcuno, ma con la certezza d’infallibilità? Esperimento deiforme, per ora fallito con ignominia.

Ci siamo allora dedicati alla minutaglia, con la quale stiamo cercando – nei meandri dell’elettronica – di scovare quel modo di duplicazione effimera, apparentemente utile: droni al posto degli uccelli, sottomarini in luogo di pesci, straordinario numero di voli nel medesimo giorno, raggiunto lo scorso anno, con decine di migliaia di decolli ed atterraggi sulla pelle di Madre Terra, apparentemente non interessata al nostro volare inconsulto.

Intendiamoci: non c’è nessun tipo di cesura, da parte mia, su queste faccende. Però, mi sono chiesto più volte perché così tanti esseri del Mondo Antico si precipitassero ad indagare, con le loro (misere?) menti un solo assioma, definito da tutti De Rerum Natura. Desideravano capire la Natura, i suoi cicli, i suoi obiettivi, i suoi desideri? Non molto: cercavano, per prima cosa, di conoscerla, di comprendere i messaggi che ci mandava, le sue piccole norme, che ci chiedeva di rispettare. Si creò così un mondo costituito da fauni e semidei: ciascuno portava una norma di comportamento, un consiglio, una tiepida ammonizione.

Paradossalmente, oggi, l’Umbria che più continua ad utilizzare in agricoltura il maggese – sistema agronomico che si sviluppa nell’arco di sette anni, il quale che veniva emanato per editto, prima senatoriale e poi imperiale – è la terra che, seppur “incastonata” fra Toscana e Marche, risente poco o pochissimo dell’epidemia. Sarà un caso? Non posso saperlo.

Poi, da qualche parte – qualcuno ipotizza in un laboratorio, per non concedere a Madre Natura il privilegio della creatività – appare un minutissimo organulo, impossibile da osservare senza un microscopio elettronico, il quale ci provoca mille guai. E’ addirittura bello, nel senso che – probabilmente – contiene in sé i geni precursori del carro armato o del velivolo del futuro. Non ci sarebbe da stupirsi.

Quindi, la nostra modernità è stata tutta un abbaglio? Non direi, soltanto mal organizzata, non più rivolta all’Uomo: solo pochi decenni fa – mi raccontò un medico – senza ecocardiografia, per certe patologie cardiache era necessaria una “ricognizione”, ossia anestesia generale e bisturi. Mia figlia, a 5 anni, fece una delle prime ecocardiografie e non ho mai ringraziato abbastanza chi inventò quella macchina, perché altrimenti…l’avrei rivista viva? Il dubbio viene. E poi, con quale trauma?

In queste settimane, abbiamo sentito la necessità di comprare un’auto? Non credo proprio. Forse delle scarpe, ma siamo ben forniti, ne sono sicuro, e il governo ha preventivato l’apertura dei negozi per bambini, che sono gli unici a “cambiare”. Motociclette, scooter, mezzi di trasporto? E chi si muove! Qualche computer? Immagino che i magazzini siano colmi di PC invenduti: basta un clic. Vestiti, cosmetici, abbigliamento in genere…abbiamo gli armadi colmi! Di benzina ce ne serve pochissima, mentre dovremo fare a meno del sushi, ma si resiste.

Quello che soffre, invece, è il sistema agroalimentare perché trascurato in passato: raccogliere le verdure? Ci sono gli immigrati…(che qualcuno demonizzava…) e adesso se ne sente la mancanza, ma anche qui i rimedi ci sono, basta prenderli per tempo. Il Governo può decidere, per norma, la sospensione degli affitti che le imprese pagano per tenere i capannoni vuoti, può controllare le vendite, come in guerra, mediante strumenti di contenimento degli acquisti se la richiesta fosse esorbitante rispetto alla produzione: un po’ di frugalità non farebbe male!

Ciò che in realtà non si dice, è che il sistema industriale-finanziario-economico è legato al nodo scorsoio dei profitti, e che tutti i mezzi d’informazione sono di proprietà di una miserrima minoranza di possessori di grandi ricchezze (Mentana, cosa t'è successo?). I quali, anelano di ripartire il prima possibile per rinverdire le loro fortune astronomiche, il loro gioco finanziario sulle piazze internazionali. Il Governo potrebbe tassare i redditi sopra i 100.000 euro: l’ha già fatto in passato e se è un’emergenza, chi deve pagare, chi ha poco o chi ha tanto?

Se il Governo ritiene di poter riaprire il 3 Maggio, lo faccia, però sotto la sua responsabilità ed assumendosene tutti i rischi, che in certe situazioni potrebbero superare i cancelli dei grandi palazzi e deflagrare.

In ogni modo, questo è il quadro che ho composto per comprendere lo scenario che si presenterà il 3 Maggio 2020:

I contagi complessivi di Domenica 5 Aprile erano 128.948, i guariti 21.815, in terapia intensiva erano 3977, mentre i morti di quel giorno furono 525.
I contagi complessivi di Domenica 12 Aprile (Pasqua) sono stati 156.363, i guariti 34.211, in terapia intensiva 3.343 ed i morti 431.
I dati forniti dalla Protezione Civile indicano che il 70% circa dei contagiati si trova a casa, in quarantena, mentre il 30% è in ospedale.
I dati dei contagiati realmente presenti alla data del 12 Aprile sono di 102.253 persone poiché, storicamente, vanno sottratti i guariti ed i morti. Dunque, gli ospedalizzati sono 27.847 (il 30% circa), mentre i deceduti, essendo 431, rappresentano l’1,54% dei ricoverati. 
Ecco, concentriamoci su queste cifre e teniamo presente che, al 90%, il 3 di Maggio dovrà ripartire l’apparato produttivo.

Un primo dato, evidente, è quello che il sistema sanitario – pur con momenti difficilissimi e qualche inevitabile errore – ha retto: al 3 Aprile ha toccato il massimo con 4068 degenti in terapia intensiva, mentre la Domenica di Pasqua erano solo più 3.343. Più di 700 letti disponibili in terapia intensiva rappresentano già un buon viatico per il futuro e la possibilità di curare meglio i degenti gravi.

Allora, concentriamoci sul numero di morti. Nella settimana 5/12 Aprile sono morte 4.012 persone, mentre nella settimana precedente ne erano decedute 4.296: una diminuzione, dunque, di 284 persone, pari a circa il 7%.
Se continuiamo con questo trend, ossia di diminuire il numero dei morti del 7% a settimana, fra circa 3 settimane, al fatidico 3 Maggio, avremo circa:
1° settimana: 3731 con 261 morti in meno
2° settimana: 3470  con 242 morti in meno
3° settimana: 3228 con 225 morti in meno.

In definitiva, ci presenteremo al 3 Maggio – se il trend di diminuzione dei morti resterà pari al 7% – con 3228 morti a settimana, che sono circa 460 morti ogni giorno. Un trend che ci porterà, inevitabilmente, verso i 30.000 morti complessivi ed oltre.
Io non so se, con questi dati, si potrà riaprire tutto: può darsi, oppure può essere anche che la situazione migliori, ma dovrà migliorare di molto. Altrimenti? Se la riapertura riaprisse anche le danze del virus?

2 commenti:

Unknown ha detto...

Dobbiamo qui ricordare che l'unica vera ricchezza è nella natura. KarlMarcs. Critica al Programma di Gotha.

Carlo Bertani ha detto...

Già...ma vedi come la trattiamo! Ciao