Non è tanto difficile capire cosa sta accadendo a Roma: è
decisamente incomprensibile, invece, comprendere l’atteggiamento dei vertici
del M5S. Sembra di rivedere film già visti, situazioni che s’accavallano nel
tempo in un dejà vu senza fine: è sul tappeto un problema irrisolto nella
politica italiana, ossia stabilire quando un politico od un amministratore sia
da considerare colpevole. E’ (almeno) dai tempi di Prodi-Berlusconi che ci
trasciniamo questo fantasma, e non riusciamo a scalfirlo di un’unghia.
Dopo quella stagione, nella quale si mescolarono svariate
voci nella notte, dalle logge sanmarinesi agli schiamazzi del bunga bunga,
terminati con un voto parlamentare il quale sanciva che sì, Ruby Rubacuori era,
effettivamente, la nipote di Mubarak – e tutto questo per evitare lo sconquasso
finale di una Repubblica già deragliata, perché svenduta ai nuovi equilibri
europei ed agli appetiti dei sempre nuovi lupi famelici – si alzò dalla piazza
di Bologna il colossale e liberatorio “Vaffa!”, più urlato che meditato, come è
normale che sia per gli urli in battaglia. Poteva essere un “Avanti Savoia!” od
un “Viva Zapata!” e sarebbe stato lo stesso, anche senza un modesto sillogismo che
avrebbe legato, in una sintesi azzardata ma foriera di significati, i Savoia
con Emiliano Zapata.
Invece, quel “Vaffa” diventò un intercalare, un modesto
sussulto della plebe, disorientata ed incattivita per le troppe angherie
subite: un delirio collettivo, nel quale Robespierre saliva al patibolo e, subito
dopo, anche il boia si toglieva la vita tagliandosi la gola, tanto per lasciare
la scena sgombra e pronta per nuove avventure, di diverso segno, ovviamente.
Questo era il sogno? Forse. Per qualche mese tenne la scena,
poi dilagò in voti, infine in pallidi successi, più dovuti all’abbandono da
parte dei pugili suonati che da ko fulminei ed acclarati. Gli asciugamani
volavano sul ring uno dietro l’altro, i big cadevano come birilli e rotolavano
fra il pubblico. Il quale, silente, non rideva nemmeno: voleva solo vedere il
finale, mentre affondava la forchetta nell’ennesima pasta allo scoglio, come in
un giallo che si rispetti e che non conduca alla noia.
Così, caddero le città: prima Parma, poi rovinarono
nell’arena dei galli da combattimento anche Roma e Torino, nella polvere del
meriggio, con gli ultimi raggi di sole ad asciugare le gocce di sangue per
dimenticare in fretta il combattimento, mentre già gli spiedi attendevano i
cadaveri, caldi, dei pennuti sconfitti.
E così Grillo presentò sulla scena i suoi campioni, nutriti
a Nutella e Gatorade, affinati nelle palestre, come usa, come si deve fare
oggi. Ebbero, all’inizio, la proibizione di andare in Tv: osservate oggi, i
cosiddetti “migliori”, fanno proprio i polemisti da talk-show, le teste
pensanti sono state epurate. Proprio come fece un “migliore” d’altri tempi.
Ma torniamo al nostro problema.
La magistratura, se informata di una notizia di potenziale
reato, deve indagare: c’è l’obbligatorietà dell’azione penale, non
dimentichiamolo. Ed è meglio che sia così, guai se non ci fosse: il problema
nasce a valle.
Anzitutto, la pubblicità data alle intercettazioni: se
fossimo in un Paese normale, si potrebbe pubblicarle al termine del
dibattimento. Invece, vige quasi un processo pubblico continuo, basato sulle
intercettazioni che vengono pubblicate: la fuga incontrollata di notizie sembra
inarrestabile, eppure non ci vorrebbe molto a fermarle.
Ma c’è l’altro aspetto da valutare: se l’opinione pubblica
non fosse informata, quanta “sabbia” in più ci sarebbe? Cosa non riuscirebbero
ad insabbiare? Perché la
Magistratura non è un monolite, ogni parte politica ha i
suoi, e li tira per la giacchetta.
Credo che, di fronte ad una notizia d’indagine avviata da un
magistrato, si dovrebbe solo plaudere al suo lavoro e non spostarsi di un
millimetro: ma che notizia è che un magistrato indaga?!? E’ il suo mestiere!
Si può discutere su un rinvio a giudizio, ma anche lì:
quante volte un processo è terminato con la piena assoluzione?
Se seguiamo questo modo di procedere – ossia quello dei
“colpevolisti” ad oltranza, ossia subito fuori alla prima brezza – chi finisce
per governare è la
Magistratura, ma attenzione: non per sua volontà, soltanto
perché la politica usa le inchieste come clave! Che, per loro stessa
definizione – “inchiesta”= vogliamo saperne di più – non lo sono.
Altro paio di maniche è quando c’è una condanna, anche in
primo grado: lì c’è qualcosa in più di un fumus persecutionis e, spesso, quando
un rinviato a giudizio sa d’essere colpevole, accetta un procedimento
abbreviato, che gli consente di uscire subito dal processo con una pena più
leggera.
Ci sono, dunque, due problemi da risolvere: la durata dei
processi e la certezza delle pene.
Riflettiamo che, per un semplice incidente stradale senza
vittime, si può giungere ai tre gradi di giudizio, che significano vent’anni di
procedimento. Stessa cosa per una causa di lavoro e per mille altri casi
minori: tutte queste vicende assorbono energie al pari dell’aereo di Ustica
(per il quale, non si giunse a nulla).
Che fare?
Probabilmente, la via da seguire è un’altra: accettare, per
casi non gravi, una minor “attenzione giudiziaria” e limitare i gradi di
giudizio a due, primo grado e Cassazione, potenziando quest’ultima. In seconda
battuta, depenalizzare una serie di reati minori, quali il possesso di droghe
leggere in bassa quantità, usare le pene alternative – hai spaccato le panchine
dopo una partita di calcio? Vai a pitturare panchine per un anno, tutte le
domeniche pomeriggio.
In questo quadro, ci
sembra che la vena giustizialista del M5S sia fuori luogo: le normative
ambientali sono così complesse che, anche una persona esperta del settore (ed
onesta), può incorrere in una svista, in un maledetto comma che la obbligava a
fare una dichiarazione che non ha fatto…non si può giudicare un assessore sulla
base di una notizia d’indagine!
La colpa sta tutta in codici farraginosi e complessi: la Francia ha 1/5 del nostro
corpus giuridico! Così è, perché la notizia d’indagine o l’avviso di garanzia
viene comunemente usato come arma politica: e cosa ci si aspettava, dopo che il
M5S aveva conquistato Roma?
Qualcuno sostiene, e forse a ragione, che città come Roma e
Torino siano state, in realtà, “regalate” al M5S grazie a complessi scambi di
voti fra destra e sinistra – che sanno mettersi d’accordo in fretta quando
serve per salvare la bisaccia – …perché? Poiché nessuno sapeva più come
salvarsi e chi mettere a governare una città come Roma, falcidiata dalle
opposte inchieste e rinvii a giudizio, in un panorama di cloaca non maxima, maximissima.
E Torino? Una città che ha perso due dinastie, i Savoia e gli Agnelli? Torino,
nel dopoguerra della FIAT rampante, assorbì mezzo milione d’immigrati,
raddoppiò la popolazione: adesso che si fa, si fanno tornare indietro le
lancette della Storia?
L’eredità che ricevono i sindaci M5S è pesantissima, come a
Parma, dove il povero Pizzarotti si ritrovò sulla scrivania l’accordo per il
mega-inceneritore Parma/Reggio: firmato dal suo predecessore…ch’at vegna
n’chencher…fatto!
Finora, Iosif Vissarionovič Džugašvil (Stalin)/Beppe Grillo
ha governato il suo movimento con il kalashnikov a tracolla: uno conta uno, una
parola di troppo conta una raffica. Non c’è da stupirsi: è un genovese, un
“camallo” divenuto borghese grazie alla sua abilità teatrale, come Gassman,
Solenghi, Gazzolo, Lupo, Volonghi, Govi, Crozza...tutti genovesi.
Dalla sua finestra, da ragazzo, probabilmente contava i
fumaioli delle navi con la falce e martello e si sentiva orgoglioso: non c’è
terra dove il “credo” del georgiano abbia attecchito così bene come la Liguria centrale, c’è da
stupirsi se il M5S si porta appresso questa eredità?
Peccato, però, che il sistema di riferimento sia il
liberismo assoluto, dove uno conta un euro, ossia quasi un cazzo, come
sentenziava il Belli. E qui scoppia la contraddizione.
La portata di un movimento come il M5S è tutta politica,
ossia è nel pensiero politico che si dovrebbero attendere le novità, i veri
cambiamenti, non nelle città, governate – per giunta – in un sistema politico
europeo, quello del Trattato di Lisbona, non scordiamolo mai. E cosa fai, come
puoi soddisfare i bisogni della gente del Corviale o delle Vallette, se i
soldini te li deve dare Padoan? Sei destinato al fallimento totale, per
incomprensione da parte degli elettori, che si chiedono: ma cosa fanno ‘sti
M5S? Ma chi sono? Cos’hanno da dire?
Prendiamo due “cavalli di battaglia”: energia e reddito.
Nel “non-programma” c’era la (pessima) ricopiatura della
legge regionale del Trentino alto Adige, dove il problema energetico si
risolveva con la messa “a norma” energetica degli edifici. Nulla di sbagliato,
ma come fanno – nel vicino Veneto – a tirar fuori tutti quei dindini per
ristrutturare le case? Il Trentino è regione autonoma, prende un sacco di soldi
dal tempo nel quale gli Schutzen sparavano agli Alpini di guardia alle linee
ferroviarie: li pagammo apposta, perché non sparassero più! Quello delle case è
il vecchio cavallo di battaglia del PD e delle sue detrazioni d’imposta!
Sveglia, grillini!
Idrogeno, piccolo idroelettrico, geotermia, correnti
sottomarine, moto ondoso, piccolo eolico, autosufficienza energetica, solare
termodinamico, trasporti…eccetera…lo sai, Beppe, che un dirigibile consuma da
un terzo ad un sesto di un aereo, e può portare il carico di tre TIR? Dov’è il
think-tank per l’energia del M5S? Pronto? Silenzio assoluto. Dalla Casaleggio
& associati non rispondono. Petrolio, gasdotti e carbone continuano ad
imperare.
Costruire auto elettriche? Certo, basterebbe nazionalizzare
quel che rimane della FIAT, già che l’abbiamo pagata e strapagata con soldi
pubblici! Il telefono della Casaleggio è sempre occupato, peccato, riproverò.
E il reddito di cittadinanza?
Trovare le risorse?!? Ma cosa racconti, Beppe?
Il prof. Fumagalli pubblicò le sue “10 tesi” e le affisse
sulla porta della chies…pardon, dell’Università (mi ricorda qualcuno…non
rammento…) nel 1998! Sono passati quasi 20 anni!
Basta un prelievo dello 0,02% sulle transazioni finanziarie
per finanziarlo! Paghi l’affitto tramite banca? Pagherai qualche centesimo per
la tassa. Compri e vendi petrolio, computer, grano, diamanti? Paghi tramite
banca (non penso che accettino contante, no…) pagherai sempre lo 0,2%, ma sarà
qualche soldo in più.
“Il sistema tributario
è informato a criteri di progressività.”: è nella Costituzione (art. 53),
sì, la nostra, quella “cattiva” per Renzi e per Morgan & Stanley.
E poi…smettiamola di raccontare che il reddito di
cittadinanza è un surrogato della pensione o dell’assegno di disoccupazione…ma
avete letto qualcosa in merito? Milano continua a tacere.
Insomma, Beppe, invece di usare il sistema gulag con chi
poneva dei problemi, chiedeva democrazia interna, proponeva…forse avresti
dovuto ascoltarli, oggi non avresti gente disastrata (sotto il profilo
politico, ovvio) come ti sei ritrovato. E non puoi neppure più usare il
kalashnikov, altrimenti non rimane nessuno!
Aspetta, ho la
Appendino in linea…
“Buongiorno sindaco, come dice? Che per rimettere in piedi
Torino bisognerebbe avere una bella fabbrica 3.0 dove impiantare l’avanguardia
tecnologica, così le nostre “teste” non scapperebbero più all’estero? Che la
fabbrica già c’è, ma le fanno marameo? Un canadese le ha fatto una pernacchia
da Londra?”
Lo so, sono dei maleducati: provi a farsi prestare il
kalashnikov da Beppe, chissà…