21 aprile 2015

Tito Boeri all’arrembaggio (Adelante Tito, cum judicio)







C’era da aspettarselo. Per Renzi, uno come Mastrapasqua all’INPS andava benissimo: un tizio che s’era comprato la laurea falsificando gli esami, caporione in uno stuolo imprecisato di enti, sotto inchiesta per malversazioni varie...era l’ideale. Tanto, per Renzi, l’argomento pensioni non s’ha da toccare: grazie alla nota tenutaria della casa, il caso era stato chiuso da Madame Fornero in persona. Non si parli più di pensioni! C’è la riforma della piemontesina bella, non si parli più di lavoro! C’è il Job act: non sapete l’inglese? E che state a fare al mondo: io, se non sapevo l’inglese, mica potevo prendere ordini dagli american trust & investor management for oversea land! Oh, mica si vive tutti a San Frediano, o grulli!

Il buon Tito, però – pur non desiderando radere al suolo il tempio di Salomone, come il suo omonimo antenato – la sua la vuole dire. E’ stimolato, pungolato – a volte s’è accorto che iniziano a deriderlo – dalla compagine di keynesiani rampanti, impotenti e delusi. Insomma, degli ossimori fuori del tempo, sgominati dalle armate fiorentine dei senza testa con gran portafogli e grembiulino d’ordinanza. Gli Sforza in basso stato, i Medici rampanti...ahi, ahi...ah, malheur, direbbe un francese di passaggio...
Sembra che le truppe sforzesche si stiano organizzando ed abbiano inviato messaggi (1) poco amichevoli al campo avverso, poiché sono stufi di persone che non fanno più una mazza perché sono, semplicemente, dei vecchi. E se ci crepano in catena di montaggio? Chi glielo spiega all’INAIL?

Scusa Tito – sembra d’origliare, anche senza le intercettazioni dei magistrati – ma prima, quando eri solo un bocconiano “doc”, le sparavi grosse: una qui ed una là...aumento urbi et orbi di stipendi e pensioni per sopperire alla domanda interna in calo...reddito minimo per chi non ha proprio niente...ma Tito, ti scongiuriamo, hai dimenticato la santa anima di John Maynard? Non basta essere dei bocconiani per farsi ascoltare: anche la Sara Tommasi...pure lei viene dalla Bocconi...ma hai visto te che razza di bocconi le è toccato ingoiare per farsi notare? Dai, Tito, sparane qualcuna anche tu!

Il buon Tito s’è messo subito al lavoro ed ha partorito una sotto-bozza non impegnativa, appena uno studio, per carità...anzi, uno studietto, uno studiolo, poco più di un pied a terre...in questo spalleggiato (strumentalmente, ovvio, c’è la sindrome del “braccino corto”) dalle truppe corazzate di Confindustria (2).

Alle prime avvisaglie di tempesta, Proiettile Proietti è arrivato subito a segno, della serie: quello faccia il Presidente dell’INPS senza rompere gli zebedei, ossia senza toccare nulla delle carte...così ben messe in ordine dalla madama piemontese e dall’altro bocconiano, quello tornato sui Monti. I medicei hanno fatto la voce grossa. Poi...

Dopo, hanno riflettuto che mettersi contro i Panzergrenadieren di Confindustria non conviene a nessuno (nemmeno ai Grembiulini Corazzati) ed hanno aperto un campo di consultazioni segreto da qualche parte sui confini, forse verso Canossa.
Insomma: vediamo come si può fare...accontentando i keynesiani del bocconiano, gli iperliberisti (alcuni pentiti, ma è normale: saranno interrogati dal magistrato inquirente) di Confindustria, le truppe grembialute del ducato fiorentino, sempre pronte all’arrembaggio...tutto in salsa, ovviamente, gattopardesca, al punto da meravigliare lo stesso Tomasi di Lampedusa redivivo.

Sembra esserne venuto fuori un plum-cake a forma di ricotta deliquescente, nel quale i beneficiati sembrano essere quei fantomatici “quota 100” – i quali, siccome sono trascorsi un paio d’anni, sono sempre i soliti di “quota 96” redivivi – mentre per il gettito si è stati più precisi: saranno furiosamente taglieggiate – sistema contributivo uber alles! – le pensioni più alte. Questa volta, però, sembra che la “quota 100” sia espansa a tutti gli aventi diritto, non solo al settore pubblico. Ma è uno studio, un compito in classe, una prova d’autore.

Al che, qualsiasi lettore che non sia proprio demente avrà pensato: tolgono a chi ha tanto per dare a chi ha poco, alla faccia della non retroattività della norma! Finalmente!
Sì, vero...dunque, ehm...
Le pensioni “alte” sono quelle che superano i 2.000 euro. Lordi.
Facciamo due calcoli all’interno di una famiglia media.

Uno dei coniugi ha una pensione “ricca”, che supera i 2.000 euro (lordi!), il che significa che – al netto – percepisce circa 1.600 euro. Il coniuge, ovviamente, “s’arrangia” come può, perché dai 60 anni in poi...è tutto un azzardo difficile...c’è chi ha perso il lavoro (e chi più ti prende a 60 anni?), oppure arranca lavorando o, ancora, è finito nel gran calderone degli “esodati”. Se è un lavoratore autonomo dipende da cosa fa e da cosa riesce ancora a fare, in questa Italia dove il denaro è sparito e le tasse sono sempre in aumento.

In ogni modo, sarà ricalcolato tutto con il sistema contributivo (solo la soglia eccedente? Tutta la pensione? Boeri non s’azzarda: è solo uno studio...) ma c’è da attendersi che il “fortunato” – che riceve 1.600 euro il mese (!) – si vedrà decurtare la pensione di una certa quota. 100-200 euro? Non si sa: è solo uno studio, peraltro subito cassato da Proiettile-Proietti.
L’altro coniuge dovrà raggiungere la fantomatica “quota 100” ma, se ha perso il lavoro, gli anni che aggiungerà saranno solo quelli dell’età, giacché contributi non gliene verserà più nessuno: in altre parole, aspetterà l’età del pensionamento di vecchiaia, a 66 anni? 67? Mah, non si sa: è uno studio.
Ovviamente ci sono tutte le particolarità del caso: da chi è solo e deve cavarsela da solo a chi ha ancora la pensione del padre o della madre conviventi, da chi è in affitto oppure ha casa propria...insomma, è impossibile tracciare un panorama certo ed omnicomprensivo.

In compenso, però, la decurtazione delle pensioni “alte” (ribadiamo: 2.000 euro lordi!) scatterà subito: è forse questo il pensierino molto sottile che ha fatto scattare le antenne in casa Renzi & Co? Vuoi vedere che, come per il lavoro, prendiamo qualcosa a tutti mentre raccontiamo loro che “ampliamo” la platea dei beneficiati?
Le pensioni veramente alte, in primis quelle dei politici, sono già state “blindate” dalla sentenza della Corte Costituzionale: niente retroattività, oppure la situazione rimane quella che è, dato che i contributi versati (da noi, per loro) erano e sono altissimi. In sostanza: anche col sistema contributivo totale, loro sono in una botte di ferro.

Nell’attesa che la montagna partorisca il topolino (morto), anche noi studiamo: come sopravvivere in questa jungla dove diritti e doveri si scambiano il posto, mentre controllati e controllori si scambiano mazzette.

(2) Vedi: http://www.businessonline.it/news/32521/pensioni-ultime-notizie-riforma-governo-renzi-confindustria-ritorna-a-chiedere-interventi-su-piu-livelli-per-le-pensioni.html

13 aprile 2015

12 euro e 90






La busta è anonima, come tante: sembra la solita pubblicità o la richiesta delle mille ONG le quali, in questo periodo (dichiarazione dei redditi), si fanno vive per la solita richiesta: Partita Iva numero...sottoscriva...
Invece è l’INAIL, uno dei tanti carrozzoni statali con tanti dirigenti e pochi “operai”, che chiede soldi: perché?
Sulle prime, mi sembra uno scherzo: vuoi vedere che qualche furbacchione s’è inventato pure di chiedere 12 euro e 90 per l’INAIL sperando – statisticamente – che un buon 10% abbocchi?

Invece è tutto vero, tutto drammaticamente vero – non per la cifra, una pizza e una birra – ma per l’ardire, il coraggio di chiedere una cifra modesta...a fronte di che? La legge istitutiva è del 1999 (!) ma solo ora (sedici anni dopo!) qualcuno (?) ha meditato di metterla in atto con questa richiesta piccina, modesta...che però, per il futuro, può crescere...come no...e diventare un’altra abitudine “tassinifera” (scusate, oggi sono in vena di neologismi) per il gregge italiota.
Della serie: chiedi poco (all’inizio) così s’abituano, poi alzi la posta e nessuno più se n’accorge e paga, come ci hanno abituati a pagare i mille balzelli per i Comuni – siete stati, recentemente, in qualche piccolo Comune? Avete notato l’aumento iperbolico degli uffici e della gente che gira con un foglio in mano? Sono il corrispettivo, dovuto, alla legge elettorale in vigore: fasulla, falsa, dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, per crearsi un nuovo elettorato, nella sempre in auge teoria di passare dal voto per appartenenza a quello per convenienza – oppure alle Regioni, un altro sancta sanctorum di prebende, favori, tangenti, rendite, appropriazioni, percentuali su ogni spesa, incassi...già...e nessuno “s’incassa” più, tanto è tutto colpa dell’euro e della Germania, cosa stiamo a considerare le quisquilie italiane...

A cosa servono i 12 euro e 90?
A creare un fondo per gli infortuni delle casalinghe le quali – dopo la débacle dell’industria italiana – sono diventate (probabilmente) la principale fonte di gambe rotte e nasi spellati...non era – dico così, per caso – che l’Italia “brillava” per il numero d’infortuni sul lavoro? Ah, ecco qui dei dati...549.000 infortuni sul lavoro, dei quali 660 mortali nel 2014. “E’ andata meglio dell’anno prima” – gongola qualcuno – ma qualcun altro, un po’ più avveduto, ribatte “No, a fronte delle ore complessivamente lavorate (in calo) è andata peggio”.

Se si va sul sito dell’INAIL si scopre la protervia di questa tassa: nessuno escluso. Sembra una rivisitazione del famoso “tolleranza zero”: devono pagarla tutti coloro che non pagano già l’INAIL, compresi (sic!) cassintegrati, disoccupati, gente in mobilità...sono esclusi soltanto coloro i quali abbiano un reddito personale inferiore ai 4648,11 euro oppure un reddito familiare inferiore ai 9296,22 euro. Questo è logico: chi chiede la carità (è statisticamente provato) ha una bassissima probabilità d’infortunarsi sul lavoro.

E poi...immaginate la trafila burocratica per ricevere l’assegno d’invalidità? Una soglia bassa (solo il 27%: perché?) ma il trucco è un altro...sapete cosa significa presentarsi di fronte a queste commissioni?
Anzitutto, spendere un mare di soldi in ticket per le analisi, la diagnostica, le visite specialistiche...e poi di tempo...corri qui, corri là...dunque, signora...il primo appuntamento libero è per il 23 Agosto 2016...oppure, se va all’ospedale di Rapanello, s’anticipa al 12 Luglio...2016, s’intende...no...per il 2015 abbiamo già chiuso le prenotazioni...
Poi, c’è il tempo per la domanda, la convocazione della commissione, il responso, la registrazione del responso...cari signori dell’INAIL, andate tranquillamente affanculo, voi e tutti i propinqui e parenti vari che – noi non sappiamo nulla, ovvio, viaggiamo con le pelli di salame agli occhi... – si spartiscono le mazzette per l’Expo di Milano, come si sono spartiti quelle per Italia ’90 (gli stadi sono felicemente crollati da soli, senza altre spese) e oggi – si scopre – hanno persino “tangentato” con il vino di D’Alema...ma c’è un fondo? No, D’Alema conferma: nel mio vino non c’è fondo e nemmeno solfiti.

In Francia – solo per citare un esempio – le cose funzionano così: se avete un infortunio grave, l’assegno d’invalidità inizia ad essere corrisposto dal giorno dopo l’infortunio. Poi, si fa tutta la trafila burocratica e si va a vedere il danno, si quantifica, si corregge...eccetera. Non come in questo Paese di buffoni, ladri e tangentari.

Cari signori dell’INAIL, voglio raccontarvi una breve e lontana storia, tanto perché possiate completare la vostra “formazione”, mentre vi fregate le mani per i 20 milioni di euro che v'appressate ad incassare.

Era l’Estate del 1965 e, come tanti giovani dell’epoca, durante le vacanze andavo al lavoro. Dove? Nella fabbrica dove lavoravano mio padre e mia madre. Soldi? Non ne vedevo: li davo in famiglia, allora usava così.
Presse per tagliare il cuoio: 5 tonnellate di spinta su una fustella che tagliava articoli tecnici e sportivi in cuoio fra le mani di un quindicenne, senza contratto di lavoro, senza nessuna assicurazione, in pratica, uno zombie.
Un giorno arrivò un tizio accompagnato da sua eminenza il gran direttore generale. Quando se ne fu andato chiesi a mia madre chi fosse: “E’ quello dell’INAIL, poi passa in ufficio, prende la “busta” e se ne va.” Lo credo bene: a parte la mia posizione (fece finta di non notarmi, non chiese nulla), nelle prese di corrente c’erano i fili spellati – nessuna spina, quando si rompevano nessuno le cambiava – tanto non c’era impianto di prese a terra...

Venne Settembre, io tornai a scuola e mia madre rimase sola nel piccolo reparto...cioè...nella stamberga dove si lavorava...
E un brutto giorno la mano sinistra le rimase incastrata fra la fustella e la “bandiera” che pressava le 5 tonnellate...la macchina pressò da sola...a volte succedeva, il gancio scattava senza premere il pedale...e le sfracellò due dita della mano sinistra. Era sola: dovette disincastrare la macchina, liberare il braccio e chiedere aiuto prima di svenire.

Non fu portata all’ospedale ma in una clinica privata – sa, altrimenti c’è l’INAIL, bofonchiò, contrito, il padrone... – e fu curata: perse due dita. Nessuna denuncia, ovvio, altrimenti...eh...il posto di lavoro...

Non pagherò quei soldi, per una questione di principio: ne metterò 15 in grembo alla prima vecchietta che chiede la carità con gli occhi bassi vicino ad una chiesa, oppure me li scoppierò in birra cercando di ricordare il viso di mia madre segnato, il braccio fasciato, mia fratello piccolo da cambiare...

Maledetti, che siate maledetti per il coraggio di chiedere quei miseri 12 euro e 90: andate nuovamente affanculo. E querelatemi, se ne avete il coraggio.