24 ottobre 2006

Parole in libertà

La diplomazia internazionale è rimasta stupita per le affermazioni del presidente russo Putin riguardo alle accuse di scarsa libertà d’informazione in Russia e – più in generale – sulla reale democrazia in quel paese.
La cosa ha stupito perché non erano state rivolte a Putin specifiche accuse, anzi, il rappresentante spagnolo al vertice finlandese sull’energia era stato piuttosto “diplomatico”: aveva affermato che “l’UE fa affari con paesi assai meno democratici della Russia, ma la stessa UE desiderava avere un rapporto privilegiato proprio con la Russia”. Insomma, non c’era poi tanto da arrabbiarsi.
La diplomazia italiana si è affrettata a minimizzare le esternazioni di Putin, che invece era andato “giù pesante” nelle sue affermazioni, giungendo a dire che “per come l’Europa aveva trattato la Jugoslavia, doveva tacere sulla Georgia e sulla Cecenia”.
A meno di credere che Vladimir Putin sia uscito improvvisamente di senno, dovremmo chiederci il perché di tanta veemenza.
Il presidente russo è persona fredda e calcolatrice, esperto judoka, e tutti sanno quanto la pratica delle arti marziali nipponiche conduca al controllo della mente e della parola. Allora, perché?
Il fenomeno si spiega proprio partendo dalla sede dell’esternazione: una conferenza internazionale sull’energia.
Qualcuno si è accorto che la Russia – nel silenzio internazionale – per risolvere un dissidio con la Georgia ha semplicemente bloccato tutte le frontiere – terrestri, marittime ed aeree – di Tbilisi? Un atto che spesso prelude alla guerra, e che se la controparte non cede non lascia più spazio alla diplomazia.
Perché Mosca torna a proporsi nello scenario internazionale con toni da grande potenza?
Il signor Putin sta – metaforicamente – seduto accanto a due rubinetti del metano: uno porta il gas in Europa mentre l’altro – con la costruzione del futuro gasdotto – porterà energia in Cina. Per quanto tempo la Russia avrà a disposizione questo ricatto? Per circa mezzo secolo.
Nel frattempo, l’UE riuscirà – solo nel 2010 – a coprire le proprie necessità energetiche con fonti rinnovabili per il 10% circa, se l’obiettivo sarà centrato. Il rimanente 90% verrà dal petrolio, dal metano, dal carbone e dal nucleare (meno del 10%).
Il metano è essenziale per l’UE, giacché l’Europa si è impegnata a rispettare il Protocollo di Kyoto, ed il gas è la fonte meno inquinante.
Dunque, per i prossimi 50 anni, l’UE sarà ricattabile dalla Russia per il proprio approvvigionamento energetico (la Russia, oltre al gas, ha anche petrolio e notevoli riserve di carbone) e non avrà molte “contropartite” da offrire, giacché la Russia sa produrre anche alta tecnologia.
Forse, quelle esternazioni sulla mafia ed altre facezie del genere erano da interpretare come un messaggio occulto, di quelli da leggere fra le righe.
Volete stare al caldo anche il prossimo inverno?
Attivare i neuroni prima della parola.