19 febbraio 2006

Una nuova pozione di veleno

I fatti di Bengasi testimoniano quanto sia oramai precario quel poco di dialogo che ancora sussiste fra il mondo islamico e l’Occidente: negli stessi giorni, in Oriente si è visto un inaudito susseguirsi d’assalti a sedi diplomatiche, di manifestazioni cariche d’odio, fino all’assassinio di parecchi cristiani in Nigeria ed all’assalto di una piattaforma petrolifera. Se qualcuno voleva lo “scontro di civiltà”, ci siamo oramai assai vicini.
Il comportamento dell’ex ministro Calderoli è incomprensibile ed assurdo: solo una persona dotata di scarsissima intelligenza e completamente priva d’acume politico poteva inventarsi una simile pagliacciata, che hanno già pagato con la vita molte persone.
Il dato che però più inquieta è che i fatti sono avvenuti in Libia, ovvero nel paese finora meno toccato dal fondamentalismo islamico, dove l’equilibrio di Gheddafi e la sostanziale forza del regime avevano impedito infiltrazioni dalla galassia fondamentalista.
L’Occidente deve scegliere, se trattare e con chi trattare, quali possono essere le vere motivazioni della contesa – la questione palestinese, l’energia, l’Iraq, l’Afghanistan – e cercare d’intavolare trattative per risolvere i problemi, non per aggravarli. Non si dà fuoco alle polveri per poi fuggie.
Se, addirittura, un ex generale come Sharon aveva compreso che l’unica via è la trattativa, non si comprendono oggi le chiusure di un insignificante (nel panorama politico israeliano) Olmert.
Di questo passo, fra provocazioni, chiusure diplomatiche, assalti ai consolati e quant’altro finiremo ben presto nella trappola preparata da tempo da Rumsfeld, Cheney ed Huntigton. Con l’appoggio incondizionato di un idiota di turno che credeva d’essere un ministro.

1 commento:

Mandragor ha detto...

E' sempre difficile esprimere giudizi in merito, essi si basano su opinioni influenzate come sempre da giudizi di parte, ed essendo non dei tecnici di settore, non si può fare altrimenti. Comunque non vi è dubbio che la questione islamica sia delicata e non possiamo avere minimamente la presunzione i nostri valori inviolabili siano i loro, e ciò che noi reputiamo superficiale (vedi questione delle vignette) sia così per loro. Specialmente in un momento come questo.
E specialemtne in un momento come questo abbiamo bisogno di persone equilibrate che sappiano governare, perchè non vi è dubbio che qui c'è qualcuno che vuole la guerra, il problema è capire chi la fomenta per primo. Carlo ti parlo col cuore: qui abbiamo bisogno di altenative, il futuro si fa sempre più preoccupante. Ringrazio davvero persone come te, anche se molte volte le opinioni non si possano condividere, che riescono a far vedere le cose secondo altre posizioni, posizioni che si stanno manifestando tutt'altro che errate. Purtroppo. Dobbiamo continuare così.