11 settembre 2005

Si comincia

Parte il mio blog ;-)

7 commenti:

Mario R. Storchi ha detto...

In alto i calici, allora, e in bocca al lupo per questa tua nuova avventura :)

Carlo Bertani ha detto...

Buongiorno a tutti,
inizio questo diario nella speranza d’incontrare anime gemelle: qualcuno, come me, che s’aggira ancora nella vita credendo che ci sia sempre un gusto originale, un angolo mai notato da schiudere e raccontare. Esistono, sono tantissimi, ma ormai difficilmente riusciamo a scorgerli.
Ufficialmente sono uno scrittore: informatica, petrolio, geopolitica, armi…va anche bene così, ma non è questo – o soltanto questo – che vorrei che ci raccontassimo.
Chi vorrà parlare di questi argomenti sarà sempre gradito, ma sarebbe anche bello riuscire a raccontarci un po’, un poco di noi, delle nostre timidezze, qualcuno di quei timori, sogni ad occhi aperti o speranze che abbiamo nell’animo e che crediamo solo nostri. Quando riusciamo a farlo, scopriamo che erano un patrimonio comune.
Ci sono blog che urlano rabbia – ed è anche giusto farlo – altri che seguono tematiche precise: mi piacerebbe dedicare questo spazio a chi ancora crede che i sogni abbiano diritto di cittadinanza perché – non dimentichiamo – che anche la più ardita realizzazione parte da un pensiero, da un sogno ad occhi aperti.
Qualora bandissimo definitivamente il sogno dal nostro vivere, avremmo ucciso il motore dell’esistenza.
Carlo Bertani

Carlo Bertani ha detto...

Quale lampada?
«Vieni, mio signore, ti racconterò una storia», così iniziava la tenera e sensuale Sherazade, regina delle Mille e una notte. Forse la prospettiva di un capo mozzato aguzzava la fantasia, e nella profumata notte d’Arabia le parole stendevano un manto di sogno.
Anche noi dobbiamo imparare di nuovo a sognare, perché non abbiamo più la chance della ragione. Il posto della bella cortigiana è stato usurpato da stupidi eunuchi che raccontano falsità immonde, sozze per loro natura e per le bocche che le recitano.
Per ragionare come Cartesio raccomanda servono i dati, gli eventi, le cronache pazientemente incasellate fra gli assi per creare il tessuto della conoscenza. Silenzio e rigore accompagnano colui che regge la lampada: sempre che ci sia qualcosa da osservare.
Quando la lampada illumina solo cartacce, rimasugli senza senso e falsità anche Pollicino smarrisce la via e si ritrova – orfano – alla mercè degli Orchi.
L’Era dei Maghi di Ferro s’è impossessata delle placide lande degli uomini: occhi assassini s’aggirano fra i convitati di Bruegel e nessun Merlino – nessun vir Merlino – potrà salvarci.
«Ridateci i cuori!» urlava un Venditti che ancora non aveva abdicato all’edonismo ed alle tifoserie: aveva ragione. Si può fare a meno della mente, anche in politica - oggi se ne deve fare a meno – a rischio d’esser presi per pazzi.
Il coro delle streghe del Macbeth è ammutolito, afono, attonito come colui che ha gridato al vento per giorni e giorni senza che nessuno intendesse. E’ ora di smetterla.
Nel silenzio possiamo ritrovare – o riprovare – la sottile tessitura che dipana lentamente le vite degli uomini: nel Fato o nei fatti?
Chi ha avvelenato i cuori non ha fatto prigionieri: s’illude – chi ancora crede d’avere sufficienti mezzi per ricostruire realtà effimere e sfuggenti – s’affanna e rincorre Fate Morgane o Pietre Filosofali nell’aria sapida di fumi e priva del sale della conoscenza.
Dove ritrovare il senso perduto dell’esistenza? Forse nel cantico telematico degli indici di Borsa, moderni aruspici di cornucopie e carestie? Nelle immagini di sangue che ci violentano ogni giorno che passa, senza la poesia di un vate cieco a stemperarle col canto degli Dei? Oppure nel vuoto smarrimento di religioni che non sanno camminare insieme, né raccontarci più il Divino con i suoni del silenzio e dell’attesa?
Chiudiamo gli occhi e riannodiamo le fila del tempo: a modo nostro, come ci pare, tanto varrà farlo come ascoltare il coro dei lamenti che scendono dal tubo catodico, dalle mura della nuova ridotta dei Tartari.
Non esiste ormai altra saggezza che il sogno, il sogno dei pazzi e dei creduloni, degli invasati e degli asceti, giacché ciò che hanno sparso su questa terra riarsa non basta per convincere, e non sarà più possibile farlo.
Scendiamo insieme nell’Averno, valichiamo lo Stige, il Tigri, l’Eufrate ed il Tevere, passiamo accanto alle rovine di chi rimodella la vecchia creta per creare nuovi vasi che svaniscono nel volgere di una luna: passiamo accanto a chi s’affanna a ricucire ciò che ormai non sta più insieme nemmeno a volerci credere.
Lasciamo i mille dibattiti, le prove provate, suffragate, scrutate, derise, urlate, rivoltate, sottese: lasciamo questa mondanità per ricostruire insieme una storia che non vale forse di più di quelle di Sherazade. Ma che almeno non annoia.
Carlo Bertani

Carlo Bertani ha detto...

In questi giorni iniziano a giungere le prime anticipazioni sulla Finanziaria: non spaventiamoci, tanto già sappiamo che si tratta solo di qualche iniziale schermaglia per definire i rapporti di forza in una maggioranza alla deriva.
Ciò che colpisce sono i sempre presenti “tagli agli sprechi”, che – guarda a caso – finiscono sempre per chiamarsi Sanità, Scuola, Enti Locali. Insomma, le principali esigenze nel welfare sono da considerare “sprechi”.
A volte, con semplice carta e matita (meglio un computer) si scoprono veri sprechi ai quali nessuno ha mai fatto caso, e mica sprechi da poco.
Sapete che tutte le scuole italiane – durante le vacanze natalizie – rimangono aperte? Per far andare al lavoro bidelli e segretari si scaldano strutture enormi, mentre se fossero vuote basterebbe, per evitare danni, la sola impostazione anti-ghiaccio dell’impianto di riscaldamento.
Le scuole sono tenute aperte giacché devono consegnare certificati e diplomi anche durante le vacanze: immaginate quante persone si recano in quel periodo a ritirare un documento, il quale potrebbe essere anche inviato per via telematica (cosa ha combinato – in cinque anni – il Ministro per l’Innovazione Stanca?)
Quanto si spende per scaldare queste scuole vuote? Ho eseguito un rapido calcolo, considerando cubature medie di 4.500 m3, un coefficiente medio di 50 Kcal per m3/h e la presenza sul territorio italiano di circa 25.000 istituti scolastici.
Un calcolo con alcune approssimazioni, ma che conduce a valutare l’importo fra i 200 ed i 250 milioni di euro l’anno, sparsi letteralmente al vento: circa la metà di un rinnovo contrattuale per la scuola, che ad ogni trattativa scatena l’inferno.
Se invece volessimo incrementare il PIL italiano di circa l’1-2% (12-24 miliardi di euro) basterebbe trasferire il trasporto dalla gomma all’acqua (fiumi, canali e mari): con i risparmi di gestione e di carburanti il risultato sarebbe certo.
Ho scritto un libro sull’argomento, completo di dati ed accurate analisi, ma sembra che a nessuna casa editrice interessi: meglio tenersi buono il “salotto politico”, che potrà sempre intervenire per sanare qualche bilancio editoriale in rosso con contributi di varia natura. Per poi gridare agli sprechi.
Carlo Bertani

Carlo Bertani ha detto...

L’esito delle recenti elezioni in Germania, più che sancire vincenti e sconfitti, stimola una riflessione: perché gli elettori tedeschi hanno voluto mettere “in stallo” il mondo politico?
Se associamo questo risultato ai rifiuti francese ed olandese alla Costituzione Europea, la sensazione è che gli europei non siano soddisfatti delle fondamenta di questa Europa, anche se non sono contrari al concetto d’unificazione.
L’Europa – in definitiva – nacque a Maastricht con atti più economici che politici: furono le grandi banche a decidere i futuri assetti monetari (e quindi di bilancio dei singoli stati).
Oggi, questa impostazione – che privilegia inevitabilmente gli interessi del grande capitale – si scontra con le esigenze di vasti strati della popolazione che vedono ridursi i loro diritti e molte clausole di solidarietà.
Nasce così in Germania un partito d’estrema sinistra che raccoglie circa l’8% dei voti, e che mina alle basi la stabilità della democrazia tedesca: sono segnali che i politici europei dovrebbero cogliere, perché l’Europa dei banchieri non potrà mai essere soggetto politico, ma solo una lobby che opera all’interno dell’UE per difendere gli strati più ricchi della popolazione. E gli altri?
Carlo Bertani

---gallizio ha detto...

in bocca al lupo per questo nuovo blog, carlo!
ma com'e' che scrivi nei commenti anziche' in home-page?
saluti anche ad angelo

MrGrasshopper ha detto...

non capisco perché non inserisce nuovi post invece di scrivere nei commenti..
come sta facendo Lei, ha pochissima visibilità..

trovo interessante quello che scrive